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Siccità, un milione e mezzo di euro ai Comuni per acquisto di autobotti nuove o usate

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Oltre un milione e mezzo di euro ai Comuni e ad altri enti territoriali per la manutenzione e l’acquisto di autobotti destinate al rifornimento idrico. È questo l’ammontare complessivo dei primi contributi autorizzati dalla Protezione civile siciliana per contrastare la forte siccità che sta colpendo l’Isola. Sono oltre 200 le istanze pervenute sino ad oggi al dipartimento regionale in base alle modalità indicate dal dirigente generale Salvo Cocina e 109 gli interventi autorizzati già dal mese di maggio. Interventi che si inseriscono all’interno del Piano per l’emergenza idrica, per la cui realizzazione il presidente della Regione, Renato Schifani, è stato nominato commissario delegato.

Le somme sono così distribuite: 977 mila euro per riparare 98 autobotti, 389 mila euro per acquistarne 10 usate e 167 mila euro per comprarne una nuova.

Per la maggior parte, quindi, si tratta di lavori di manutenzione di mezzi già nelle disponibilità degli enti. Il contributo per l’acquisto di un’autobotte nuova, invece, è stato concesso all’Unione dei Comuni paesi dei Nebrodi (Caprileone, San Marco d’Alunzio e San Salvatore di Fitalia). I Comuni di Agrigento, San Giovanni Gemini (Ag),  San Cataldo (Cl), Aidone (En), Castronovo di Sicilia e Caccamo (Pa), Patti, Caronia e Gioiosa Marea (Me) hanno ottenuto l’autorizzazione per le somme necessarie all’acquisto di autobotti usate in pronta consegna. Esaurite tutte le richieste per mezzi in pronta consegna, si procederà al finanziamento di contributi per autobotti nuove, ove i Comuni richiedenti e i fornitori assicurino tempi di consegna e di messa in esercizio compatibili con quelli dell’emergenza in corso e comunque, in linea generale, entro agosto/settembre.

Aurelio Pes e la Gurfa di Alia

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Aurelio Pes (1942 – 2020) fu scrittore, drammaturgo e critico d’arte fra i maggiori del panorama contemporaneo. Lo conobbi nella veste di Direttore dell’Ufficio Speciale per gli interventi di valorizzazione del patrimonio culturale e del dipartimento Beni culturali della Regione Siciliana, veste al tempo, breve, in cui svolsi il ruolo “militante” di consulente per l’amico Assessore ai Beni Culturali Alessandro Pagano. Diventammo amici con reciproca stima, cosa che continuò con belle discussioni sugli interessi comuni di ricerca; ovviamente indagine sulla Gurfa di Alia compresa e condivisa, con un bel ricordo del viaggio-sopralluogo che facemmo assieme all’amico Vincenzo Corseri.

Oltre la sua opera intellettuale di rilievo, in breve questo resta del suo impegno civile: nel 2002 ha diretto l’Accademia di belle arti di Palermo e dal 2005 fino al 2013 componente della commissione scientifica del Registro Eredità Immateriali della Sicilia; dal 2014 consigliere d’amministrazione della fondazione Piccolo di Calanovella. Ha vinto il premio ‘Flaiano’, il premio ‘Città di Monreale’, il premio ‘Nietzsche’, il premio ‘UNESCO’. Ha ideato il primo convegno sul ‘Piano Colore’ delle città mediterranee e il ‘Museo Ebraico’ di Palermo.

Aurelio Pes e Carmelo Montagna nella thòlos della Gurfa. (Foto di Vincenzo Corseri)

Questo per me, dalla penna “inattuale” dell’amico comune Tommaso Romano, è il suo profilo più intrigante: “Aurelio Pes … mi appare spesso come d’essenza eterea, capitato qui dal primo Settecento francese, quello prerivoluzionario per intenderci, aperto però al mare dei novatori d’arte e lettere di ogni età. Esteta e gentil uomo, dandy senza stare in posa nel piedistallo, ama Goethe e Cagliostro, Pound e Balzac, Lucio Piccolo di Calanovella senza identificarsi in nulla se non con la propria conclamata e levigata discrezione sincretistica. Un pò alchimista e un pò gran maestro, Pes conosce il linguaggio dei simboli e quello esoterico dei colori, come un antroposofo alla corte di Rudolph Steiner a Dornach. … Sa di essere sprecato rispetto alla mediocrità dei tempi, ma sopporta con finta letizia le afflizioni dell’ora presente. Ogni tanto scompare, in letargo per qualche tempo e ricompare come in epifania. … Aurelio è unico come voleva Max Stirner, la sua biografia è la sua opera, la sua opera è la sua biografia.” (https://www.culturelite.com/…/profili-da-medaglia-61…)

Aurelio Pes con Tommaso Romano

Per il processo indiziario della “perizia tecnica” che ho in corso sulla “Via della Thòlos” è necessario riportare in luce le parti salienti della presa di posizione netta e chiara di Aurelio Pes sulla “questione della Gurfa”, pubblicato sul Giornale di Sicilia del 16.2.2010, p.36, nella sua rubrica periodica Cronache d’arte, a recensione del mio libro “Il Tesoro di Minos”, edito da OSM nel 2009 e curato da Alessandro Musco, filosofo storico e medievista di valore.

“Un libro ‘Il Tesoro di Minos’ di Carmelo montagna accende i riflettori sul sito di Gurfa ad Alia. L’ipotesi: tempio grandioso, scavato nella roccia per le investiture regali. … da sempre dotti e accademici, più che agevolare il corso degli eventi, si sono posti a loro argine … Ai nostri giorni, un cammino altrettanto accidentato si tenta di creare attorno a uno studioso, Carmelo Montagna, e alle sue meditazioni sulle Grotte della Gurfa ad Alia, sito che meriterebbe l’attenzione dell’Unesco, ufficialmente invece ritenute semplici insediamenti trogloditici o ricovero di greggi e di pastori; mentre per Montagna esse sono con maggiore perspicuità i rudimenti d’un santuario preistorico, ancora oggi, dopo incendi e spoliazioni, disseminato di segni e di simboli inequivocabili. Scavati con immensa fatica nella roccia viva, questi vani ipogei erano insediati nel cuore di un territorio un tempo ricco di risorse minerarie come lo zolfo, i sali potassici, il bitume adibito a rendere impermeabili case e imbarcazioni. In quantità considerevoli vi si trovavano inoltre il salgemma e l’allume, ottimo disinfettante, ancora apprezzato nel medioevo dai miniaturisti … Le grotte, in un tale contesto economicamente e culturalmente evoluto, non sembrano poter essere dunque altro se non un tempio grandioso, oltre che luogo deputato, in età protostorica, alla trasmissione e investitura della regalità, come si deduce da analoghe suggestioni di matrice egeo-minoica, con le quali condivide il coordinarsi dello spazio scavato attorno a un centro; la penetrazione della luce da un oculus sommitale, elemento architettonico che ritroviamo ancora nel Pantheon a Roma (anch’esso di insediamento trogloditico?); la presenza, negli ambienti che si avvicendano, d’una botola, raccordo con il mondo sotterraneo degli antenati; il ricorrere infine sulle pareti di iscrizioni di varie etnie, come quella rinvenuta dal grande epigrafista Benedetto Rocco, che riproduce il nome del dio fenicio Melqart; o del tridente, simbolo di Poseidone, scoperto invece da Carmelo Montagna. il quale così conclude la sua argomentata ricerca: ‘Colpisce ancora adesso il visitatore di questi ambienti, la grandiosità delle dimensioni legate al fascino d’una luce straniante che, in maniera sempre mirabile, penetra nella penombra con lame taglienti o soffuse, creando una vitalità e una vibrazione di quello spazio del tutto particolare, sino a trasformarlo in luogo d’incantamento e di pienezza aurea.” Suggestione accresciuta dal fatto che questo spazio, comunicando … con i domini inferi e culminando nella volta celeste, da sempre sede eterna degli Dei, costituisce il simbolo compiuto del cosmo, che specularmente si manifesta nella pietra che canta, se chi la foggia è degno d’essere un re; mentre quella su cui è assopito Giacobbe, tende a sua volta a trasformarsi nel centro dove cielo terra e mare si confondono, trasumanando l’intero universo. Tale è infatti l’energia spirituale impressa dall’artefice, da donare ai suoi manufatti sacri la sussistenza oltre la deperibilità e l’ampiezza oltre il recinto, come accade nelle nostre chiese, per cui calpestare un labirinto graffito nel marmo, anche se muoviamo pochi passi, è pari a un lungo viaggio in Terrasanta, o a un’indulgenza plenaria. Il libro sulle Grotte della Gurfa, ‘Il Tesoro di Minos’ di Carmelo montagna, è pubblicato da ‘Officina di Studi medievali’, a cura di Alessandro Musco.”

(Aurelio Pes, Quelle grotte Santuario preistorico, in Giornale di Sicilia, quotidiano, rubrica Cronache d’arte, 16.2.2010, p.36)

Articolo di A. Pes di recensione de Il Tesoro di Minos sul Giornale di Sicilia del 16.2.2010

Carmelo Montagna

Gli effetti psicologici della pornografia

Porno è una parola di origine greca che ha il significato di “meretrice”. In senso più lato significa classicamente la “Voluta esibizione di organi e atti sessuali per provocare eccitazione”. Il fenomeno della pornografia ha assunto nella società contemporanea globalizzata un peso di rilevanza del tutto sconosciuta prima alla civiltà occidentale. Se infatti è vero che immagini e letteratura pornografica accompagnano lo sviluppo della cultura della sessualità in Occidente sin dai suoi primordi, è anche vero che mai come da circa un ventennio e questa parte l’offerta – e la domanda – di materiale pornografico ha conosciuto tanto successo in un pubblico peraltro estremamente eterogeneo.

A tale successo ha contributi in modo fondamentale lo sviluppo dell’informatica e l’avvento dei social.

Il fruitore attuale di pornografia infatti, non è più assolutamente inquadrabile nelle categorie “classiche” secondo le quali il consumatore di pornografia è una persona perversa o sessualmente insufficiente e problematizzata. Oggi il consumo di materiale pornografico è diffuso pressoché in tutti gli strati della popolazione e si può considerare assolutamente comune, anche se con percentuali certamente diverse. L’unica cosa rimasta uguale è la vecchia distinzione tra pornografia soft e quella hard. In quella soft, si privilegia la carica erotica e si lascia all’immaginazione il resto. In quella hard è il resto che la fa da padrone. A proposito di porno soft, guardiamoci un po’ intorno.

Veline, attricette e presentatrici praticamente seminude dominano gli schermi televisivi. E non c’è rotocalco o rivista – anche quelle un tempo cosiddette “impegnate” – che non sbatta in copertina immagini dalle chiarissime connotazioni sessuali. Pornografia spicciola e casalinga, domestica e rassicurante. La pornografia fa ormai parte del quotidiano e per scrutare fra le gambe levigate e abbronzate di conduttrici rampanti, o apprezzare entità e caratteristiche dei seni di venditrici di “qualcosa” via etere, non devi fare fatica: basta un piccolo zapping e trovare gli orari giusti e qualche cosa la trovi.

Insomma, discutere oggi di pornografia soft e criticarla quasi ridicolo. Ricorda molto quegli strani casi – di cui è ricca purtroppo la storia – in cui un ufficiale in piena e sanguinosa guerra viene accusato di omicidio. La pornografia è così. Fa parte della nostra vita quotidiana. Attori “impegnati “ e famosi si cimentano in rapporti sessuali con colleghe altrettanto impegnate, e in scene decisamente “hot”. Veline improvvisate, di cui puoi persino intravedere o immaginare tutto, si alternano a maschi palestrati che in televisione, ed in prima serata, stanno a raccontarti (senza particolari, ma senza indurre il video-ascoltatore a troppi sforzi di immaginazione …) delle proprie performance sessuali con attrici belle e “ femmine”  (della serie: adesso ti racconto che cosa le ho fatto, che cosa mi ha fatto, in breve che cosa abbiamo fatto …). Insomma, parlare oggi di pornografia soft sembra veramente stupido, forse insignificante.  Diverso è il discorso per la pornografia hard, quella vera e propria. Un tempo relegata a riviste ‘specializzate’ o ai famosi ‘cinema a luci rosse’ o, successivamente a video-cassette magari taroccate (costavano meno…) da comprare in modo circospetto nelle edicole delle stazioni, oggi l’avvento della rete e dei social l’ha resa di uso quotidiano, offrendo tutte le scelte immaginabili, in base a gusti o propensioni personali. C’è di tutto e di più.

Di fronte alla presenza ubiquitaria della pornografia nella società contemporanea è il caso di chiedersi quali possano essere gli effetti della prolungata esposizione ad essa, in particolare – ma non solo – da parte degli adolescenti. In particolare tale domanda riguarda il rapporto vero o presunto fra consumo, per così dire, di pornografia e comportamento antisociale e criminale nei confronti della sessualità.

Al riguardo, forse non è superflua qualche digressione storica. Della questione del potenziali danni psicologici della pornografia si occuparono specificamente alcune commissioni governative, statunitensi, per esempio la Commission on Obscenity and Pornography che, già nel 1970, diede alle stampe un rapporto dai risultati comunque abbastanza incerti. Una seconda commissione, questa volta l’inglese Longford Committee Investigating Pornography (Longford Committee, 1972/78) si occupò dello stesso problema un paio di anni dopo, pubblicando risultati più ideologici che scientifici, enfatizzando molto i deleteri effetti della pornografia, ma anche stavolta senza fornire indicazioni in alcun modo certe.

Il dato di fatto che, in realtà, sembra emergere da tutti gli studi condotti è l’incertezza di una correlazione specifica, dimostrabile e inoppugnabile tra comportamento antisociale e pornografia. E’ probabile che ciò sia dovuto alla mancanza di adeguate metodologie, o al fatto di non distinguere (è il caso del rapporto Longford) tra una indagine scientifica e una campagna di sensibilizzazione sociale.

Oggi, rispetto agli ultimi decenni del secolo scorso, l’uso di materiale pornografico, nella bella definizione che ne diede il Dizionario Garzanti nel 1987 (“trattazione o rappresentazione, in scritti, disegni, fotografie, spettacoli, di temi o soggetti osceni, fatta senza altro intento che quello di stimolare eroticamente i fruitori”) è ormai entrata nella quotidianità: disponibile ad un livello pari a quello di qualunque altro prodotto di comunicazione di massa, il suo consumo è non solo sostanzialmente decolpevolizzato a livello sociale, ma anche in qualche modo incentivato.

Mercati pornografici

Secondo calcoli ISPES, gli italiani solo nel 1987 spesero per l’acquisto e il noleggio di videocassette pornografiche circa 120 miliardi di vecchie lire. Niente male come fatturato L’aspetto, però,  radicalmente nuovo dell’evoluzione della pornografia fu costituito dalla sua versione informatica, quella che ha veramente trasformato il costume e attivato nuovi effetti psicologici. Ai suoi esordi questa tendenza si concretizzò, in massima misura, nella produzione di video-games dichiaratamente pornografici, che talora potevano anche essere “gestiti” dall’utente, o, più frequentemente ancora, in rudimentali filmati o semplici foto, spesso di qualità molto scadente. Come è ovvio, la continua, velocissima evoluzione della grafica del computer, ha consentito non solo la nascita di una vera e propria pornografia computerizzata, con effetti altamente realistici, ma anche la fruizione, per mezzo della “rete” di Internet di materiale pornografico di ogni ordine e tipo, di ottima qualità e con la possibilità avere a disposizione tutto il materiale video possibile relativo al sesso e alle sue più variegate espressioni. Ma quali sono gli effetti dell’esposizione a materiale pornografico, visto che tale esposizione è oggi enormemente più frequente – direi quasi costante! – di quanto non fosse in passato, essendo la pornografia uscita da quel regime di semiclandestinità che la caratterizzava? Credo che non esista una attendibile letteratura specifica al riguardo, ma, per semplice curiosità storica, può essere interessante esaminare alcune valutazioni espresse in passato.

Gli studiosi Goldstein, Kant e Harman, sostennero già nel 1973, che una valutazione ottimale degli effetti della pornografia può essere realizzata soltanto con una distinzione tra effetti immediati e effetti a lunga scadenza. Infatti, se sul momento la reazione può essere esclusivamente emotiva (dal piacere alla rabbia, al disgusto) sono le reazioni a lunga scadenza che possono rivestire la massima importanza.

“L’esposizione a materiale erotico ad una determinata età può modellare gli atteggiamenti e i valori sessuali di un individuo, anche se i risultati di questo processo formativo non saranno evidenti se non dopo molto tempo…”.

Studi di questo tipo non sono stati in questi anni molto frequenti e le informazioni oggi disponibili sono conseguentemente piuttosto esigue. Tra gli studi ‘classici’ più interessanti è il caso di menzionare quello di Zella del 1982 che ha verificato gli effetti a lunga scadenza dell’esposizione a materiale pornografico in due ragazzine, figlie di una famiglia la cui attività economica era fondata sulla produzione di materiale pornografico. I loro vissuti sessuali ne erano stati in qualche modo influenzati: mentre una di esse aveva inserito almeno per qualche tempo nella sua vita sessuale elementi tratti dall’immaginario pornografico, l’altra era risultata, da questo punto di vista, normale. L’autore discusse ovviamente anche delle differenze nelle esperienze delle due ragazze e suggerì la valutazione di ulteriori variabili, come le confidenze riguardo alla sessualità di adolescenti dello stesso sesso. In ogni caso è da valutare attentamente la relazione tra stimolo e risposta in relazione a differenti aspetti della personalità e, quindi, ad una differente vulnerabilità soggettiva all’esposizione a materiale di tipo pornografico. Nel già citato rapporto Longford, che, nel capitolo dedicato alla “Pornografia in prospettiva”, afferma, con un tono che non ammette repliche:

“Perché abbiamo intrapreso questa inchiesta? Non perchè siamo degli individui putibondi e guastafeste, ma perchè ci siano resi conto che nella nostra società sono all’opera forze che mettono in pericolo la capacità stessa di una vera gioia, denigrando e svalutando la persona umana. Coloro che credono che stiamo facendo d’un granello una montagna, non hanno veduto quel che abbiamo visto noi. Se qualcuno ha mai dato un’occhiata a certe pubblicazioni che, com’è risultato, circolano in alcune scuole, non può avere il minimo dubbio sul fatto che i nostri giovani possono essere sposti a influenze che sono, non solo indesiderabili, ma tali da avvelenare l’immaginazione del bambino e le possibilità future dei suoi rapporti umani”.

Kenneth e Iches  nel 1984 misurarono il tempo di visione di materiale porno e le risposte di un gruppo di studenti suddivisi in categorie stereotipate di ‘pruderie’ e “pornofilia”. Si è accertato che i soggetti animati da pruderie risultavano più sensibili al materiale esposto rispetto ai pornofili. Sebbene i risultati meritino ulteriori riflessioni (restava da stabilire, secondo gli autori,m quanto nei risultati fosse da attribuire, per esempio, alla preconcetta attribuzione di categorie), essi indicano che alla base di certi atteggiamenti pornofobici esistano caratteristiche di personalità, e differenti risposte emotive.

Una grossa variabilità è data oltretutto dal livello culturale, come osservarono già Kinsey et al. nel 1948, nel loro storico, pionieristico studio sulla sessualità umana. Connettendo un più elevato livello culturale ed economico ad una maggiore capacità di fantasticare, i ricercatori trovarono che un eccesso di pruderie, il considerare cioè l’impiego di foto e di letteratura come mezzo per aumentare le fantasie, come una perversione era tipico dei maschi di livello sociale più basso. Ovviamente la diffusione sempre più ubiquitaria della pornografia rende oggi meno valida la campionatura di Kinsey, ma non cambia le premesse di questa particolare valutazione della pornografia come strumento per produrre un incremento della dimensione immaginativa della sessualità.

Al riguardo, elementi di valutazione interessanti ci vengono dall’antropologia e dalla storia stessa. Abbiamo infatti prove che anche in società sessualmente sanissime l’uso della pornografia poteva essere addirittura enfatizzato come ottimo strumento per il raggiungimento di una vita sessuale migliore. L’esempio più eclatante è quello offerto dalla Cina antica. In un celebre romanzo erotico risalente al periodo della dinastia Ming, “Il tappeto da preghiera di carne” viene descritto un uso piuttosto spregiudicato della pornografia da parte di un giovane sposo che si trova una moglie tanto bella quanto prude. E il metodo è quello d comperare per la moglie un costoso “album erotico” nel quale sono rappresentate le posizioni dell’atto amoroso con dovizia di particolari, in modo da poterla istruire come si conviene. La pratica degli “album sessuali” era diffusa nella Cina e non era considerata affatto ne sconveniente ne immorale. E, se dobbiamo prestar fede agli studi compiuti sulla vita sessuale dell’antica Cina, si trattava di una società profondamente sana dal punto di vista sessuale.

Come scrive l’antropologo Edgar Gregersen: “Tra gli interessi specificamente sessuali sviluppatisi o praticati in quest’area (l’occidente urbano industrializzato, nda), vi è l’enorme interesse per la pornografia scritta e soprattutto fotografica. La vera pornografia probabilmente è assente nella maggior parte delle società. I “libri-cuscino” giapponesi, manuali sessuali illustrati dati agli sposi in giorno del matrimonio, non sono considerati pornografici nella società giapponese, mentre lo sarebbero nel contesto europeo tradizionale. Persino i disegni e le sculture fatti appositamente per sollecitare la sessualità sono rarissimi nelle società primitive, anche se nei culti di fertilità di talune religioni vi sono rappresentazioni fortemente sessuali”.

E’ molto interessante il fatto che in talune culture orientali, quella cinese e quella giapponese in particolare, la pornografia sia utilizzata a scopo didascalico e pedagogico. Esistono degli esperimenti simili anche in occidente, sebbene ristretti ad un ambito più strettamente terapeutico. Sia in alcuni tipi di psicoterapia che di pratica clinica sessuologica, alcuni terapisti hanno utilizzato materiale pornografico per aiutare i pazienti a superare le loro difficoltà, legate a problematiche sessuali.

Un discorso sul rapporto tra igiene mentale e pornografia non può prescindere dalla valutazione dell’età dell’utenza, valutazione che ci consente di diversificare profondamente le implicazioni psicologiche e sociali del fenomeno. Tutti gli studiosi del problema, infatti, per differenti che possono essere le loro interpretazioni, suggeriscono e raccomandano di evitare una eccessiva esposizione al materiale pornografico di individui in età evolutiva. I motivi di questa necessità sono molteplici. Ne identifichiamo alcuni che appaiono di importanza determinante, se inseriti nel contesto del momento di sviluppo psicologico adolescenziale.

Anzitutto  la   presentazione   di  una immagine “esagerata” del sesso, o comunque troppo perfezionistica del sesso,  la sua mitizzazione in termini prestazionali in un difficile momento di sviluppo che vede una profonda crisi del ruolo e dell’immagine di se. Come scriveva Riva nel 1986: “Il miraggio del soddisfacimento del piacere senza ostacoli è l’assoluto presentato dalla pornografia: così la donna sarà sempre perfetta e sempre disponibile alla richiesta maschile, il maschio sarà sempre ‘virile’ di ottenere…”.

Una simile immagine della sessualità, indipendentemente dal suo esiguo spessore emotivo e dal fatto di essere realmente slegata da qualunque connessione con altre sfere dell’esistenza, come fatto puramente “estetico” e “prestazionale” quasi ovvio o obbligatorio, può avere effetti psicologici severi sugli adolescenti. Oltretutto, il messaggio pornografico offre l’immagine di un piacere diretto, facilmente ottenibile, fine a se stesso: è una immagine centrata su forti fantasie che tendenzialmente potrebbero sostituire la realtà, creando miti relativi a ciò che è possibile aspettarsi realisticamente dalla sessualità. La vita amorosa è in realtà assai più complessa, sia sul piano affettivo che su quello strettamente sessuale.

Altri fondamentali aspetto sociale del fenomeno pornografico è quello dell’immagine che la pornografia tende a fornire della donna – come semplice oggetto di piacere; l’idea che la sessualità maschile sia tale solo se fondata sulla prestazione eccezionale e superba; l’idea, ancora, che la relazione tra i sessi possa essere centrata esclusivamente su una sessualità ludica e orgiastica, facile perché priva di complicazioni relazioni e affettive, insomma “una e getta”.

C’è poco da meravigliarsi se alle tenere e smorzate conversazioni tra gli amanti dannunziani si è sostituito il “clic” ripetuto del piacere sessuale via internet. E ricordiamo comunque che l’eccessiva esposizione a uno stimolo, ne diminuisce l’intensità. Così l’eccesso sociale di esposizione alla pornografia rischia di far dimenticare cos’è la sessualità vera.

Giovanni Iannuzzo

Bambini di Petralia Sottana raccontano la storia di Maria SS. Bambina e S. Rosalia

Continuano gli appuntamenti previsti dal cartellone culturale e musicale “Maria e Rosalia: il dono, la speranza e il futuro” che si concluderà il 12 luglio con il concertone che vedrà sul palco dell’anfiteatro della pineta comunale di Petralia Sottana “La Cicciuzzi” i “Taberna Mylaensis” e Mario Incudine.

Oggi 6 luglio presso il Cine Teatro Grifeo, alle ore 16,00, sarà rappresentato il prodotto finale del laboratorio creativo teatrale dal tema: “Sulle orme di Maria SS. Bambina e S. Rosalia”.

Il laboratorio è stato curato da Claudia Quattrocchi (Associazione Culturale “Fuori di Testa”) ed ha coinvolto i bambini iscritti all’Oratorio estivo “Beato Carlo Acutis” di Petralia Sottana che hanno scoperto le storie su Maria SS. Bambina e S. Rosalia dalle quali è nato il lavoro teatrale che sarà messo in scena domani pomeriggio presso il Cine Teatro Grifeo con ingresso gratuito.

L’appuntamento rientra nel progetto finanziato dalla città metropolitana di Palermo con un bando del settore cultura. L’organizzazione della manifestazione è a cura del Comune di Petralia Sottana e dalla Asc Production.  Per info ASC Production 0921 766342 e Ufficio Turistico Petralia Sottana 0921641811-3299394442.

Controlli dei Carabinieri: sanzioni e denunce a Termini Imerese, Cefalù, Caccamo e Trabia

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I Carabinieri hanno effettuato controlli a tappeto, tra maggio e giugno di quest’anno, finalizzati, oltre che al quotidiano controllo del territorio e al contrasto all’illegalità diffusa, anche a reprimere i fenomeni dello sfruttamento del lavoro, passando attraverso l’accertamento del rispetto della normativa sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, intensificando così gli accessi ispettivi nei vari settori produttivi.

L’esito dei controlli del Gruppo di Monreale, in sinergia con il personale del Nucleo Anti Sofisticazioni e Sanità e del Nucleo Ispettorato del Lavoro, svolti sull’intero territorio, con particolare attenzione su Cefalù, Termini Imerese e Monreale, ha consentito di rilevare, tra le principali irregolarità: la mancata tracciabilità degli alimenti con uso di materie prime di cui non era possibile identificare l’origine, carenze igieniche dei locali, e ancora, lavoratori in nero, nonché inadempienze in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Nel complesso sono stati ispezionati 23 esercizi commerciali, a seguito delle quali sono state segnalate alle competenti Autorità 12 persone e contestate sanzioni per complessivi euro 330.000. Nel corso degli interventi sono stati altresì eseguiti provvedimenti di sospensione di 6 attività commerciali.

A Cefalù, con l’inizio del periodo estivo, sono state sottoposte a controllo diverse attività economiche e, ad esito dei vari controlli i Carabinieri hanno elevato ammende per un valore di 94,481 euro e sanzioni amministrative per un totale di 38.284 euro, provvedendo anche alla sospensione di tre delle attività imprenditoriali, perché sorprese con lavoratori in nero, per gravi violazioni in materia di sicurezza sul lavoro ed assenza della documentazione sanitaria prevista da legge.

A Caccamo, i Carabinieri hanno elevato sanzioni per un totale di 38.400, per la presenza, tra le diverse irregolarità contestate, di personale assunto irregolarmente.

A Termini Imerese e Trabia, i militari dell’Arma hanno sottoposto a verifiche un bar ed un pub, elevando ammende per un valore complessivo di 56.000 euro circa e sanzioni amministrative per complessivi 12.300 euro, in quanto i dipendenti non sono risultati sottoposti a visita medica prevista, è stata rilevata l’assenza del documento di valutazione rischi sul lavoro e, per uno solo degli esercizi commerciali controllati, sono state sorprese a lavorare in nero due persone.

A Piana degli Albanesi, sono stati sottoposti a controlli tre supermercati e due macellerie, a seguito dei quali sono state denunciate in stato di libertà quattro persone per le violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, elevate ammende per un importo complessivo di circa 85.000 euro e proceduto alla sospensione di un’attività commerciale perché sorpresa con tre lavoratori in nero.

Ad Altofonte, a seguito degli accertamenti che hanno interessato i cantieri in atto presso le scuole primarie “Don Milani” e “Armaforte”, sono state denunciate in stato di libertà quattro persone, adottato un provvedimento di sospensione attività imprenditoriale per gravi rischi di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, contestate ammende per circa 78.000 euro e sanzioni amministrative per 3.000 euro.

A Monreale, i Carabinieri hanno proceduto al controllo di una pizzeria, di un ristorante e di due bar, nel corso dei quali sono state elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di 19.000 euro, proceduto alla richiesta di sospensione di una delle attività commerciali e segnalate alle autorità competenti 4 persone.

Particolarmente incisivi, a tal riguardo, i controlli alla circolazione stradale, dispiegati in ore diurne e notturne lungo le principali arterie di comunicazione ed in prossimità di locali pubblici soprattutto nel periodo dei weekend, con il controllo di vari autoveicoli e l’elevazione di numerose contravvenzioni al Codice della Strada.

A Gangi un viaggio esperienziale nei campi di grano antico siciliano

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Si svolgerà domenica 7 luglio 2024, presso la Coop Madre Terra di c.da Piano a Gangi, un’iniziativa sul tema: “Un viaggio esperienziale nei campi di grano antico siciliano bio”.

L’idea nata tra una sinergia e condivisione fra l’A.N.A.S. Italia zonale di Collesano, la Coop Bio Madre Terra di Giuseppe Dongarrà, la Slow Food Madonie e Nebrodi e la Fitel Sicilia, per promuovere il vero cibo sano del territorio e al contempo valorizzare  le bellezze culturali dei paesi rurali sia delle Madonie, sia dei Nebrodi.

Un programma ricco di attività dove il centro di tutto è il mangiare a livello salutistico  e siciliano.

Le iniziative culturali ed enogastronomiche, si svolgeranno all’interno dell’area della Coop Madre Terra, dopo una breve colazione con prodotti bio come per dare il benvenuto ai convenuti, successivamente ci recheremo sul campo di coltivazione del grano antico bio “Nero delle Madonie”. In questo terreno si potrà osservare come avveniva nell’antichità una mietitura a mano e la possibilità di poter toccare con proprie mani varie materie, dalla spiga al grano.

Successivamente si rientrerà nell’area della Coop sita in c.da Piano, dove si svolgeranno una serie di attività come l’apertura del mercato del cibo locale, con produttori sia dei Nebrodi sia delle Madonie; contemporaneamente si terrà una esposizione di quadri realizzati dal maestro Gaetano Mangano del Club degli Artisti, con la tecnica del pirografo, rappresentando egregiamente la storia dei contadini che lavoravano nei campi.

Subito dopo si avrà la possibilità di poter fare un tour all’interno dell’azienda dove Giuseppe Dongarrà, esperto contadino, farà vedere tutto il ciclo della molitura e stoccaggio del grano antico Nero delle Madonie,  con il suo mulino a pietra, dove saranno messi in risalto i 5 sensi.

Dopo il percorso sensoriale si avrà modo, a fronte di un piccolo contributo, di poter lavorare la pasta nel laboratorio di panificazione sotto la guida dell’esperta Giuseppina Tornabene della Casa Betlem, che mostrerà il ciclo del lievito madre e le procedure dell’impasto fino alla fase di lievitatura, la stessa coadiuvata dalla dietista Lidia Lo Prinzi, e Giuseppe Dongarrà.

A tutti i partecipanti (massimo 20 iscritti) saranno donati: la t-shirt dell’evento, grembiule e cappellino da panettiere, e a fine sfornata avranno modo di poter assaggiare il proprio pane caldo caldo. A conclusione saranno consegnati gli attestati di partecipazione.

Nell’attesa della degustazione si avrà modo di ascoltare il libro realizzato da Francesco Caruso, dal titolo “Le Virtù dell’Olio Extravergine di Oliva”.

All’interno dell’area si avrà modo di poter ammirare le pregevoli opere realizzate a mano da Sebastiano Giuliano, dall’intreccio alla realizzazione dei tamburi con pelle di capra e alla bandiera di alloro.

Inoltre, Sebastiano, intratterrà gli ospiti con canti popolari in siciliano con la sua chitarra.

Alle ore 13 si effettuerà la degustazione dei prodotti derivati dalla farina (Show Cooking), come la pizza rustica realizzata dalla Rural Chef Elena Ginju, coadiuvato da Nunzio Mogavero dove i  grani antichi condito con l’origano delle Madonie farà la sua parte con olio biologico e il sale di salgemma delle Madonie, mentre il Pastaio Matto realizzerà una pasta con condimenti creati dalla sua esperienza e sapienza. Il tutto sarà gustato nell’antica maidda di legno e non mancherà il pane caldo condito con salumi e formaggi dei produttori dei Nebrodi e delle Madonie, il tutto sotto il patrocinio di Slow Food Nebrodi e Madonie.

Al termine della degustazione si svolgeranno balli, canti e narrazione delle storie dei paesi rurali.

Successivamente si parlerà del futuro del turismo esperienziale delle Madonie e dei Nebrodi a cura di Salvatore Scalisi, esperto del Turismo e Presidente Regionale della Fitel (Federazione Italiana Tempo Libero) per la Sicilia.

Alle ore 15,00 i saluti finali di tutti gli organizzatori, ai vari ospiti pervenuti.

Si ricorda che l’iniziativa culturale sociale ed enogastronomica è ad invito riservato e gratuito. Per prenotazioni tel. 3208233570 (Antonino), 3294078473 (Giuseppe), 3476141928 (Pino).

Cefalù e Campofelice di Roccella: controlli contro la mala movida

I Carabinieri della Compagnia di Cefalù, con il supporto dei colleghi del Nucleo Cinofili di Palermo Villagrazia e del cane antidroga “Nadia”, hanno effettuato, durante questo fine settimana, servizi coordinati di controllo del territorio finalizzati al contrasto alla “mala movida”.

Nel corso dell’attività tesa a contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti e della guida in stato di ebrezza che interessa la movida del litorale cefaludese, i Carabinieri hanno denunciato in stato di libertà un 35enne, originario del Gambia e residente nelle alte Madonie, già noto alle forze dell’ordine, con l’accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio.

L’uomo, controllato alla guida della propria autovettura, è stato trovato in possesso di oltre 10 dosi tra crack e hashish, già confezionate e destinate verosimilmente alla vendita al dettaglio.

Cospicuo il numero dei controlli eseguiti nell’ambito della circolazione stradale. I militari hanno controllato oltre 100 persone e più di 60 veicoli; non sono mancati all’appello coloro che si sono messi al volante nonostante qualche bicchiere di troppo, 4 infatti le persone denunciate in stato di libertà per guida sotto l’effetto di alcool, per le quali è scattato il ritiro della patente e il sequestro del mezzo.

Per uno dei quattro, un 21enne palermitano, è scattata anche la denuncia per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. Il giovane avrebbe tentato invano di sottrarsi alla verifica del tasso alcolemico non fermandosi all’alt dei Carabinieri che, dopo un breve inseguimento, sono riusciti ugualmente a bloccarlo. Per questi si prospettano sanzione pecuniarie comprese tra gli 800 ed i 6000 euro nonché la sospensione della patente da 6 mesi a 2 anni.

L’attività ha consentito, inoltre, di sanzionare altri 17 utenti della strada per diverse violazioni delle norme del Codice della Strada, per un totale di 800 euro.

Luigi Calò nuovo Presidente del Club Rotary Cefalù-Madonie

Il Club Rotary di Cefalù-Madonie ha tenuto la sua cerimonia annuale del Passaggio del Collare, durante la quale Luigi Calò è stato ufficialmente investito come nuovo Presidente del Club per l’anno rotariano 2024-2025. L’evento, ha visto la partecipazione di autorità civili, membri del Rotary, del Rotaract e numerosi ospiti.

Nel suo discorso inaugurale, il neo presidente ha espresso il suo entusiasmo e la sua umiltà nell’assumere questo prestigioso ruolo, ringraziando i soci per la fiducia accordatagli.

“È un onore ed un impegno che affronterò con passione,” ha dichiarato il nuovo Presidente.

Ha inoltre portato i saluti del Governatore, impossibilitato a presenziare, augurando a tutti i soci e al Consiglio Direttivo un’annata rotariana ricca di successi. Durante la cerimonia, ha sottolineato l’importanza della collaborazione e della condivisione di idee tra i soci per realizzare progetti utili alla comunità. “Il Rotary è un grande gioco di squadra,” ha affermato, “e la nostra forza risiede nella diversità dei nostri punti di vista e nella capacità di operare insieme per il bene comune.”

Un momento speciale è stato il ringraziamento rivolto a Diego Cannizzaro, Presidente uscente, per il suo impegno durante l’annata appena conclusa, e ai Past President per il loro continuo sostegno.

Il nuovo Presidente ha anche sottolineato il ruolo fondamentale dei giovani del Rotaract, considerati il presente e il futuro del Club, e ha annunciato piani per progetti congiunti che sfrutteranno l’energia e l’entusiasmo delle nuove generazioni.

La cerimonia si è conclusa con la presentazione della nuova squadra del Consiglio Direttivo, composta da membri stimati che affiancheranno Luigi Calò nel perseguire gli obiettivi del Club per l’anno 2024/2025. composto da: Past President: Diego Cannizzaro, Vicepresidente: Giuseppe Patti, Segretario: Giuseppe Franco Tesoriere: Gennaro Capilongo, Prefetto: Sabrina Fatta. Consiglieri: Salvatore Di Giorgi, Giuseppe Ortoleva, Antonello Longo, Antonella Scicolone. Presidente di Commissione Fondazione e Piano di azione: Giuseppe Rotondo. Presidente di Commissione di club Immagine Pubblica: Giuseppe Coraci.

Giornale di Cefalù. Bollette, Amap, buche, cinghiali: le risposte del Vice Sindaco Rosario Lapunzina

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Tra i piccoli e grandi problemi segnalati all’Amministrazione Comunale dai cittadini e dai Consiglieri vi sono le bollette pazze dell’acqua e la mancata lettura dei contatori da parte di Amap, le buche per le strade, il pericolo dello “scheletro” di cemento dell’area “Miccichè”, la incombente presenza sempre più numerosa di cinghiali ma anche la storia, che non è una favola, dei due asinelli della Ferla. Su questi temi le risposte al Giornale di Cefalù del Vice Sindaco Rosario Lapunzina (nella foto).
Un laboratorio teatrale per i giovani, due settimane alla scoperta dei propri strumenti emotivi, vocali e fisici con la gioia di fare gruppo. Intervista a Irene Cangemi.
In ricordo di Valeria Cortina, farfalla in cielo, anche una mostra nel salone Santa Chiara della Casa di accoglienza della Parrocchia San Francesco. Gli interventi di  fra’ Aurelio Biundo, Enzo Cortina e dei docenti Salvina Pria e Rosario Vizzini.
Questi i servizi principali del Giornale di Cefalù – anno 41 n. 1800 – videonotiziario – web diretto e condotto da Carlo Antonio Biondo; da giovedì 4 luglio 2024 su facebook profilo Adriano Cammarata e sul canale you tube Carlo Antonio Biondo (https://youtu.be/Ps78HxBDTzI). Archivio Giornale su cammarataweb; link su tutti i social.

Strade statali delle aree interne dimenticate: lettera al presidente Schifani del Consigliere comunale di Gangi Lo Pizzo

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Ormai da diversi mesi quel tratto di strada di poche decine di metri al kM 6+400 sulla SS 290 denominata “Di Alimena” costringe passanti e autovetture a un disagio che è anche usura per pneumatici e sospensioni.

In quel tratto di strada è stato fatto un intervento ormai da diverso tempo da parte di Anas S.p.A. che ha interessato il corpo stradale e la fondazione stradale. L’intervento è rimasto “sospeso” perché il tratto non è stato pavimentato.

Nasce da qui prima la segnalazione attraverso i canali ufficiali di Anas S.p.A e poi la lettera, di oggi, al Presidente della Regione Renato Schifani e ai vertici di Anas e dell’Unione dei Comuni delle Madonie da parte del Consigliere comunale di Gangi e componente del Consiglio dell’Unione Giandomenico Lo Pizzo.

“Questo intervento è la dimostrazione plastica dello stato di abbandono delle nostre strade. Non si può lasciare un intervento incompleto su una strada che oggi è molto transitata perché i madoniti la usano anche per raggiungere Irosa mentre sono in corso i lavori sulla provinciale per Blufi. Ho scritto prima ad Anas e ora, di fronte ad una risposta non convincente dell’Ente che gestisce le strade statali, al Presidente Schifani insieme ad altri per rappresentare, attraverso questo esempio, lo stato di sofferenza della nostra viabilità. La SS 120 e la SS 290 necessitano di maggiore attenzione”.