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Al Giornale di Cefalù il World days Vespa

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Sicilia in Vespa è tra i club più numerosi presenti a Pontedera per l’edizione 2024 di World days: quello di Termini Imerese con oltre 30 soci. Esperienza indimenticabile – dice il presidente Stefano Alfano – trovarsi insieme a 10 mila vespisti provenienti da tutto il mondo in fila in un chilometrico serpentone stradale, in visita poi allo storico museo delle due ruote e allo stabilimento “inventato” da Enrico Piaggio.
A 10 anni dalla scomparsa Cefalù ricorda Angela Di Francesca, femminista ante-litteram, pacifista, che amava la libertà e si batteva per la difesa dei diritti di tutti: asili nido, consultori, apertura anche alle donne di circoli riservati agli uomini e, senza contare, l’originale creatività artistica. Interventi di Marzia Cristina, Caterina Di Francesca, Giovanni Cristina.
Raddoppio linea ferroviaria: dichiarazione di interesse pubblico. Il Consiglio Comunale con il solo voto della maggioranza approva il progetto definitivo:  fermata a Cefalù e rampa di accesso alla galleria di sfollamento. Interventi dei consiglieri Pasquale Turdo e Rosario Lapunzina.
Questi i servizi principali del Giornale di Cefalù – anno 41 n. 1792 – videonotiziario – web diretto e condotto da Carlo Antonio Biondo; da giovedì 2 maggio 2024 su facebook profilo Adriano Cammarata e sul canale you tube Carlo Antonio Biondo (https://youtu.be/ueYhvrdBiIc). Archivio Giornale su cammarataweb; link su tutti i social.

Il primo maggio di Isnello con la Passione in musica: i valori aggiuntivi di un rito

A Isnello, sulle Madonie, il Primo Maggio è la Festa della Santissima Passione, con il Cristo crocifisso per le vie del paese. La Festa si apre con le Sante Messe al mattino, nella Chiesa di Santa Maria Maggiore e si conclude con la grande, intima, suggestiva processione del Cristo, al tramonto.

Nel primo pomeriggio una musica alta ed antica, nel contesto di un rito unico al mondo : la Frottola, l’Inno Sacro al SS. Crocifisso, attribuito al maestro Vito Graffeo, in forza al Regio Conservatorio di Musica di Palermo, che lo compose nel 1868.

Sono passati 28 anni, dalla riproposizione corale e strumentale della Frottola in lode e onore al SS. Crocifisso, capolavoro della letteratura musicale siciliana dell’ 800.

Il maestro Antonio Sottile, pianista, didatta e direttore del coro delle voci bianche del conservatorio palermitano, isnellese di nascita, ha riportato in auge la composizione di Graffeo grazie al ritrovamento, quasi fortuito e sicuramente fortunato, del testo dell’Inno sacro scritto ai primi del secolo scorso (1901) dal sacerdote e studioso di folklore Cristoforo Grisanti; un testo poetico intriso di devozione che non poteva essere cantato a meno di non rivedere la parte musicale dato che, mancando lo spartito originale, le esecuzioni dei decenni più recenti erano non solo unicamente strumentali ma anche piuttosto approssimative ed eccessivamente semplificate dal punto di vista della notazione e dell’armonia.

Dopo essere entrato, casualmente, in possesso del testo, grazie al fatto di aver ricevuto in dono un libro pubblicato dal Grisanti in cui il componimento era riportato, Sottile ha ricercato con entusiasmo le tracce della partitura ottocentesca ricostruendole dalle parti dei singoli strumenti e recuperando altri frammenti in alcune fonti d’archivio. Nel 1996, infine, la frottola così “ripristinata” è stata eseguita, per la prima volta dopo mezzo secolo, con le voci che accompagnavano la banda enfatizzando i due movimenti della composizione: il largo e l’allegro.

Una edizione sicuramente memorabile è stata quella del 2000, quando il maestro Sottile ebbe l’idea di coinvolgere, oltre al coro delle Voci Bianche del Conservatorio di Palermo, anche la Fanfara dei Carabinieri del XII Battaglione Sicilia che partecipò all’esecuzione dell’Inno in occasione della festa di quell’anno.

La Frottola non è però, solo l’Inno; è un incomparabile rito religioso, in un contesto di folklore unico al mondo, acquisito al Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia (REIS) e riconosciuto dall’Unesco.

Il Canto di Maggio è stato eseguito in questo 1° maggio 2024 con il contributo della Banda Musicale Francesco Bajardi di Isnello, diretta da Giuseppe Testa, del coro Anima Gentis composto da coristi provenienti da Isnello, Collesano, Castelbuono ed altri centri delle Madonie, del coro Musica per l’Uomo diretto da Ildebrando D’Angelo, del Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo.

La gente di Isnello, dei luoghi vicini, delle città, si stringe  intorno a questa gemma della nostra identità: un’entità viva, da far conoscere ben oltre i confini del contesto locale.

La giornata festosa del Primo Maggio sarà curata dalla Parrocchia, dalla Confraternita dell’Assunta, dallo stesso comitato della Festa, con la collaborazione fattiva del Comune di Isnello e della Pro Loco. Soprattutto sarà l’apporto gioioso della gente a suggellare il fascino di un momento di vissuta condivisione, nel segno degli ineludibili, forti valori dell’identità e dell’appartenenza.

Barbara De Gaetani

“Il volto tra i volti. Storia, arte e devozione”: incontro di studio a Chiusa Sclafani

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Nella suggestiva cornice della festa del Santissimo Volto di Chiusa Sclafani, un evento culturale di particolare rilievo si inserisce tra le celebrazioni tradizionali: l’incontro studio dal titolo “Il volto tra i volti. Storia, arte e devozione”, in programma per il giorno 4 maggio con inizio alle ore 17,30 presso la maestosa Chiesa Madre di Chiusa Sclafani.

L’appuntamento si preannuncia come un’occasione straordinaria per esplorare le molteplici sfaccettature legate alla storia, alla fede e alla devozione che da secoli circondano il Santissimo Volto di Cristo, punto focale nei momenti più significativi della vita della comunità locale.

Una delle tematiche centrali sarà l’analogia con la Basilica del Santuario di Manoppello, dove è custodito un altro Sacro Volto di Cristo. A rappresentare la comunità manopellina, sarà il rettore Fra Antonio Gentili, che contribuirà a creare un ponte tra identità, fede e devozione popolare, fra le due le due cittadine.

L’incontro di studio è anche un’occasione per riverdire la memoria storica collettiva locale, favorendo il lascito religioso-culturale tra passato, presente e futuro al fine di garantire una continuità significativa alle generazioni future.

Dopo i saluti istituzionali di don Bernardo Giglio, arciprete di Chiusa Sclafani, interverranno il sindaco Francesco Di Giorgio, Frà Antonio Gentile, rettore della Basilica di Manoppello e Manuele Ruvolo, presidente della Confraternita del Santissimo Volto.

Le relazioni scientifiche saranno tenute da illustri esperti del settore: don Giovanni Vitale, direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Monreale, approfondirà il tema “Fra Innocenzo da Chiusa Sclafani: un religioso al servizio dei sovrani pontifici”; la professoressa Rosalia Francesca Margiotta, docente di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università di Palermo, esporrà gli aspetti storici della “Copia del Volto Santo da Roma a Chiusa Sclafani”. Infine, l’architetto Maria Lucia Bondi, referente artistico-culturale del Comune di Chiusa Sclafani, affronterà il tema “Il Volto Santo e la Devozione a Chiusa Sclafani”. Modererà l’evento il giornalista e scrittore Mario Liberto.

Questo incontro rappresenta un appuntamento imperdibile che offre a tutti l’opportunità di connettersi con la propria storia, la propria fede e la propria identità, invitando ogni partecipante a contribuire attivamente alla ricchezza culturale e spirituale della comunità di Chiusa Sclafani.

Raid punitivo a Campofelice di Roccella, i Carabinieri arrestano due uomini

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I Carabinieri della Compagnia di Cefalù hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 2 fratelli di 39 e 35 anni, di origine balcanica, uno dei quali già noto alle forze dell’ordine, accusati a vario titolo di lesioni personali aggravate, violazione di domicilio e minaccia.

L’attività investigativa condotta dai militari della Stazione di Campofelice di Roccella, scaturisce da una lite scatenatasi durante una sera di inizio mese, in un bar del centro cittadino, tra i due indagati e un 40enne loro connazionale.

L’indagine dei Carabinieri, avviata nell’immediatezza dei fatti, ha consentito, in meno di 24 ore, di delineare un grave quadro indiziario, accolto dal provvedimento cautelare, in ordine le condotte violente poste in essere dai due fratelli.

Nello specifico, successivamente al diverbio, i due uomini avrebbe reagito organizzando un vero e proprio raid punitivo nei confronti del 40enne.

Gli indagati infatti, avrebbero rintracciato la vittima presso la propria abitazione e, sfondando la porta d’ingresso dell’appartamento di quest’ultimo, si sarebbero introdotti all’interno della stessa aggredendo il malcapitato sotto gli occhi inermi della moglie e del figlio minore.

I presunti autori materiali dell’aggressione sono stati tradotti presso l’Istituto Carcerario di Termini Imerese, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

Campioni del baseball in visita alla Casa Museo Joe Di Maggio di Isola delle Femmine

La Casa Mu­seo Joe Di Mag­gio ha avu­to l’o­no­re di ri­ce­ve­re la vi­si­ta di celebri coach del baseball: l’americano James Joseph Mansilla e l’italiano Marco Sforza. Ad ac­co­glier­li Aga­ta San­dro­ne, Pre­si­den­te BC­si­ci­lia di Iso­la del­le Fem­mi­ne nonché cu­ra­tri­ce del Mu­seo, Stefano Bologna, Presidente  Friends of Isola delle Femmine, e Giampiero Novara, Vice Presidente  A.S.D  Playball Sicilia.

I due giocatori si sono complimentati con Agata Sandrone per mantenere viva la memoria di Joe Di Maggio, e del suo entusiasmo nel narrare la storia del mitico campione di baseball, a partire dalla nascita dei genitori a Isola delle Femmine, fino all’8  marzo 1999 data della scomparsa del mitico campione avvenuta a Hollywood.

James Mansilla e Marco Sforza hanno raccontato alcuni aneddoti che li hanno visti coinvolti con Joe Di Maggio, mostrando anche delle foto, alcune delle quali sono state omaggiate al museo per arricchire la mostra, che li ritraevano in luoghi e in momenti diversi insieme al mito del baseball americano. Joseph Mansilla e Marco Sforza si sono resi disponibili per dare vita a Isola delle Femmine ad una piccola squadra di baseball.

Alla fine il Presidente Agata Sandrone ha accompagnato i due campioni in una breve visita culturale al paese.

Termini Imerese, il coraggio della verità: si ricorda il giovane cronista Cosimo Cristina ucciso dalla mafia

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Organizzata dal giornale online Esperonews e dal Liceo Scientifico “Nicolò Palmeri”, si terrà venerdì 3 maggio 2024 alle ore 10 presso l’auditorium del Liceo Scientifico “Nicolò Palmeri” in Piazza Giovanni Sansone, 12 a Termini Imerese l’iniziativa “Cosimo Cristina il coraggio della verità: in memoria del giovane giornalista termitano ucciso dalla mafia”. Previsti gli interventi di Marilena Anello, Dirigente Scolastica del Liceo Scientifico “Nicolò Palmeri”, di Vincenzo Bonadonna, Giornalista della Redazione di Italpress, di Carmen Cera, Referente legalità del Liceo Scientifico “Nicolò Palmeri”, di Giusi Conti, Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” di Trabia, e di Alfonso Lo Cascio, Giornalista, Direttore del giornale Espero.

Nota su Cosimo Cristina

Cosimo Cristina nasce a Termini Imere­se l’11 agosto 1935. Tra il 1955 e il 19­59 collabora come corrispondente per il giornale L’Ora di Palermo, per Il Giorno, per l’agenzia Ansa, per il Corriere della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino. Nel ’59, fonda il settimanale Prospettive Siciliane. La rivista  racconta la mafia di Termini e della Madonie in anni in cui molti non osavano nemmeno nominarla. Ini­ziano per Cosimo le minacce e le querele. Tante le inchieste da lui condotte: l’omicidio del sindaca­lista Salvatore Carnevale e del sa­cerdote Pasquale Culotta, avvenuta a Cefalù nel 1955, la morte di Ago­stino Tripi, il pro­cesso per l’omicidio di Car­melo Gial­lombardo. Il pome­riggio del 5 mag­gio 1960, ad appena 25 an­ni, Cosimo Cristina viene ritrovato privo di vita nel tun­nel ferroviario di contrada Fossola, tra Termini e Tra­bia. Non viene nemmeno disposta l’autopsia: per gli inquirenti si tratta di suici­dio. La Chiesa vieta di celebrare i funerali. Ma i dubbi già allora erano tan­ti, qual­cosa non quadrava. Ma quella mafiosa era negli sessanta la cultura vincente: una spessa coltre di o­blio venne ste­sa sul giovane che venne vergo­gnosamente dimenti­cato.

Nel corso degli ultimi anni vi è stato un lento recupero della memoria storica del coraggioso giornalista, attraverso inchieste su libri e giornali, come quello di Luciano Mirone, che ne “Gli insabbiati”, vengono ricostruiti gli atti processuali e raccontata la storia del giovane Co. Crì. (come amava firmare i suoi articoli). Inoltre il lavoro di diverse scuole termitane che hanno incluso nei loro progetti sulla legalità la figura di Cosimo Cristina, l’intitolazione di una strada al giovane su proposta della rivista Espero, l’inserimento del pannello su Cosimo, da parte dell’Ordine dei Gior­nalisti di Sicilia, nella mostra dedicata ai cronisti italiani uccisi. E per  il cinquante­simo anniversario della mor­te del co­raggioso giornalista, il 5 maggio del 2010, su iniziativa della rivista Espero, insieme al Comune di Termini Imerese e all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, è stata col­locata una lapide nel luo­go in cui venne rinvenuto il corpo.

Earth Day Cefalù 2024, tutti i numeri di un successo: intervista all’Assessore Francesca Mancinelli

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Si è celebrata lo scorso 22 aprile la 54ª Giornata Mondiale della Terra, una ricorrenza nata nel 1970 e ad oggi la più grande manifestazione ambientale del pianeta, l’unico momento in cui tutti coloro che la  abitano si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia.

La Giornata è stata ideata dal senatore statunitense Gaylord Nelson in seguito al disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil al largo di Santa Barbara, in California; il senatore Nelson, come del resto aveva fatto in precedenza lo stesso presidente Kennedy, prese spunto dal grave episodio per portare le questioni ambientali all’attenzione dell’opinione pubblica e del mondo politico nella convinzione che il diritto ad un ambiente sano fosse un diritto fondamentale di tutta l’umanità.

Oggi Earth Day coinvolge fino a un miliardo di persone ed oltre 20mila associazioni in ben 192 paesi del mondo.

A partire dal 2013, dal 20 al 25 aprile di ogni anno la città di Cefalù ospita “Earth Day Cefalù”, manifestazione organizzata dall’amministrazione comunale con il patrocinio di Earth Day Italia e, per l’ottavo anno consecutivo, anche il patrocinio morale del Ministero dell’Ambiente.

Sei giorni ricchi di attività che animano la cittadina con l’obiettivo di promuoverne l’immagine turistica attraverso un evento di risonanza mondiale incentrato sulla salvaguardia delle sue bellezze paesaggistiche; ogni evento del programma vuole fornire uno spunto di riflessione sulla centralità della salvaguardia del pianeta Terra e delle sue risorse naturali, sempre più esigue, e, oggi più che mai, anche sulle gravissime problematiche relative all’inquinamento da plastica e microplastiche presenti nei nostri mari, al surriscaldamento globale e ai cambiamenti climatici.

Earth Day Cefalù è partner ufficiale dell’Earth Day Network, il che pone la manifestazione cefaludese tra gli eventi ambientali di rilevanza nazionale, accanto all’evento madre di Roma che anche quest’anno si è svolto a Villa Borghese con il Villaggio della Terra.

Il grande contenitore di iniziative sportive, artistiche, culturali è frutto dell’impegno ormai decennale dell’arch. Salva Mancinelli, che nell’ attuale amministrazione riveste il ruolo di assessore alle politiche ambientali, alla quale chiediamo un breve bilancio dell’evento su entrambi i fronti, turistico e di sensibilizzazione.

Dopo 10 anni Earth Day è diventato un appuntamento capace di rappresentare un attrattore per Cefalù?

Al di là dell’incremento di presenze che ha fatto registrare, Earth Day è stato concepito per offrire una fruizione diversificata che possa fare da volano ad aree meno conosciute e frequentate: attraverso le prove a cavallo nella tenuta Bordonaro, le escursioni naturalistiche (nel Parco urbano della Rocca di Cefalù, nella spiaggia di Settefrati, a Serra Guarneri), si vogliono valorizzare alcuni luoghi del territorio che circondano Cefalù come la bellissima borgata di S. Ambrogio. L’EcoVillage è stato previsto in piazza Colombo così da collegare i luoghi canonici del centro storico ai più ampi spazi del lungomare sempre nel segno dell’ecosostenibilità e dell’utilizzo consapevole dell’arenile e del mare.

Uno degli eventi più attesi di ogni edizione è certamente quello della liberazione delle tartarughe Caretta Caretta

E’ vero. Un momento centrale cui partecipano gli studenti delle scuole e le associazioni ambientaliste legate al recupero della fauna a rischio di estinzione. Le Caretta Caretta sono purtroppo fra le specie minacciate dall’aggressione all’ecosistema e più precisamente dalla pratica criminale di abbandonare in mare rifiuti tossici e materiale plastico. I militari della capitaneria di porto recuperano le tartarughe ferite o in condizioni di sofferenza per aver ingerito microplastiche e le consegnano all’istituto Zooprofilattico Mirri che si occupa del recupero della fauna danneggiata ma ancora in condizioni di riprendersi. Dopo le cure le tartarughe possono essere liberate in mare presso le spiagge dei comuni che presentano richiesta e Cefalù è da alcuni anni uno di questi. È un momento emozionante e significativo che ci rende parte attiva nelle azioni di sostegno all’ambiente e alla vita naturale che lo popola con pieno diritto. Un altro evento che si ripete regolarmente è la liberazione di rapaci recuperati grazie ai volontari della Lipu. Quest’ anno sulla rocca di Cefalù sono stati rimessi in libertà gheppi e poiane ma anche un gabbiano. Le tartarughe invece dovranno aspettare un momento successivo e più propizio perché le condizioni del mare non hanno reso possibile liberarle in questa settimana.

Vi sono state novità particolari quest’anno rispetto alle precedenti edizioni?

Quest’anno è stata data anche la possibilità di adottare un cucciolo di cane o di gatto grazie alle associazioni animaliste locali “Code in attesa” e “Zampamica”.

Inoltre sono state inserite nel programma sessioni di pilates al tramonto alla vecchia Marina. Un’attività che vuole sottolineare l’importanza dello sport all’aria aperta in uno stile di vita in linea con la Green Economy.

Installazioni artistiche (oltre alla ormai famosa Cornice sul mare nella via del Bastione, la Balena di plastica di Antonella Cirrito e il Plastic Fish di Luigi Aricò), mostre, seminari tematici, spettacoli teatrali al chiuso ma anche esibizioni itineranti, come quelle dei ballerini di danze storiche, degli sbandieratori e dei trampolieri: non manca nulla, o vuole ancora inserire qualcosa nella prossima edizione?

Sicuramente. Il pubblico ha mostrato di gradire molto tutti gli eventi in programma. Desideriamo coinvolgere sempre più e dedicare ancora più spazio ai piccoli che rappresentano il target privilegiato per le giornate di educazione ambientale.

Quanto incide nel bilancio del comune organizzare tutto questo?

Le sei giornate sono interamente patrocinate dal Comune di Cefalù per poco più di 15 mila euro. Questo grazie alla collaborazione gratuita di un gran numero di enti e associazioni, partner della manifestazione; desidero ricordare il contributo delle Scuole di Cefalù, primaria e superiore, del CAI Sezione di Cefalù, di Ispra e ARPA Sicilia, oltre  a WWF Sicilia Nord Occidentale, LIPU bosco di Ficuzza, ENPA, Code in attesa, Zampamica, Piranha Supsurf School, Gea Nature Experience, Le Baccanti, Compagnia Nazionale Danza Storica, BAC Cefalù, MASCI, Palma Nana, il Gruppo Cavalieri del Valdemone, Circo dell’Avvenire, Illustramente. Ringrazio anche gli sponsor tecnici: Creativa Valenziano, ManinPasta, Alba tra I pini b&b, Idea Verde di Carmelo Liberto, La Baguette Panificio, Bastione e Costanza. Adelia Design e Bazart Sicilia. Earth Day Cefalù è la dimostrazione pratica di come si può fare rete con realtà territoriali diverse, per costruire insieme nuovi modelli di marketing turistico, di sviluppo e di promozione a partire non solo dalla cultura, dalla storia e dall’arte, ma anche dalla natura e dallo sport.

Barbara De Gaetani

Cerda, record di presenze al “Cynara Festival”, in migliaia da ogni parte della Sicilia e d’Italia

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Il Cynara Festival mantiene la promessa e rende Cerda capitale indiscussa del carciofo, ma anche del buon cibo e dei grandi vini, con la posa della prima pietra per autentiche sinergie oltre confine. Dal 20 al 28 aprile circa 200mila persone hanno animato le vie del paese per celebrare uno dei prodotti più rinomati delle campagne delle basse Madonie e della Valle del Torto, coltivato da circa duecento produttori per un fatturatosuperiore ai 20 milioni di euro.

Un susseguirsi ininterrotto di incontri e iniziative in una comunità profondamente legata al principe dell’agricoltura locale, da sempre sinonimo di qualità, protagonista di cooking show, talk, degustazioni e naturalmente di tutta la ristorazione del territorio che quest’anno ha visto coinvolte cittadine comprese tra Palermo e Cefalù, come Termini Imerese, Bagheria, Campofelice di Roccella, tutte riunite sotto le insegne del Cynara Festival.

Ben 64 appuntamenti, 159 musicisti, 71 maestranze, 500 chili dipasta, 5000 porzioni di frittella: questi i primi numeri dell’omaggio corale a una tradizione senza tempo, con presenze da record registrate giovedì 25 aprile, momento clou della manifestazione con la 42esima Sagra del carciofo. E a proposito di carciofi, quasi 15mila quelli raccolti e usati in otto giorni di convivialità e condivisione.

Ad arricchire l’edizione più partecipata della storia a Cerda, la partnership con sette cantine della DOC Monreale, le ricette di famiglia della Brigata delle Signore Cerdesi, il tributo all’intramontabile corsa Targa Florio, la presenza di ospiti illustri: prima tra tutti Giusina Battaglia, cerdese doc, nonché madrina dell’evento, che insieme a produttori, istituzioni e appassionati del gusto si sono fatti portavoce di un patrimonio gastronomico di infinito rilievo.

“Ce l’abbiamo messa tutta, e questi numeri lo dimostrano – ha dichiarato soddisfatto il Sindaco di Cerda Salvatore Geraci –. Ogni eccellenza merita di essere raccontata e oggi più che mai guardiamo fiduciosi al futuro, all’insegna della valorizzazione delle tipicità produttive, dell’accoglienza turistica, dell’innovazione. Il Cynara festival è dunque un nuovo orizzonte per la nostra terra, con l’augurio che la manifestazione possa, già da domani, mettere a sistema la filiera produttiva del carciofo spinoso cerdese, dando forza e credibilità ad un territorio e ad un circuito del Gusto e della Cultura che in questa tradizione intende riconoscersi con modernità e impegno condiviso. Ora bisogna lavorare sui produttori, metterli insieme, sviluppare nuovi sbocchi di mercato. Il lavoro è appena iniziato”.

Forme arrotondate, sfumature rosso-violacee, un’ottima resistenza nel mantenimento del gusto e della freschezza: il carciofo spinoso di Cerda è un ortaggio fortemente identitario, la radice di un popolo illuminato dal sole, è una coltura che fa rima con cultura. Sin dalla sua inaugurazione, il festival ha collezionato ampi consensi anche da parte della stampa più qualificata, che giorno per giorno ha vissuto in prima persona l’autenticità di questo appuntamento nel piccolo borgo del palermitano.

Cefalù, il percorso di Angela Di Francesca tra impegno civile e talento artistico

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A dieci anni dalla scomparsa, prematura e drammatica, di Angela Di Francesca, pubblicamente Angela Diana Di Francesca, con il nome che aveva scelto in omaggio a Cefalù e all’universo femminile incarnato dalla più indomita e riservata fra le divinità, la famiglia e principalmente il marito Giovanni Cristina e la figlia Marzia, hanno voluto organizzare un incontro pubblico per ricordarla.

L’incontro ha avuto luogo nei locali del Cinema Di Francesca, attività storica della famiglia Di Francesca alla quale Angela era molto legata già dalla sua nascita, non solo per il cognome che portava ma per il fatto di essere nata nella casa che del cinema è la estensione strutturale, essendo posta al piano superiore del medesimo edificio.

Una intensa celebrazione, lontanissima da qualunque aspetto di retorica, che ha riunito nel nome e nel ricordo di Angela Di Francesca, le cariche istituzionali della città, nella persona del Sindaco, Daniele Tumminello, del vicesindaco e di vari assessori, alcuni dei quali  legati ad Angela da rapporti di amicizia e di collaborazione ma certamente tutti accomunati dal sentimento di stima e dal riconoscimento del valore culturale che le tante iniziative ed attività da lei intraprese hanno avuto per la comunità Cefaludese in senso diretto ed indiretto.

Cefalù è stata valorizzata sulla scena internazionale grazie alla attività di scrittura di Angela Di Francesca le cui sillogi poetiche e di racconti sono state, sin dai suoi esordi, oggetto di menzioni e di riconoscimenti da parte della critica letteraria italiano ed estera, come è emerso dal ricordo della professoressa Teresa Triscari, già ai vertici negli istituti di cultura Italiana nella attuale repubblica Ceca, allora Cecoslovacchia, e in altri paesi dell’ Europa dell’ est, e membro della giuria del premio Elsa Morante. Triscari ha ricordato che Angela, che leggeva poeti Slovacchi, Russi, Albanesi e Romeni nelle lingue originali, era stata insignita del prestigioso premio riservato alle eccellenze della cultura Italiana tradotte in cecoslovacco, e che le era stata conferita la medaglia d’oro di vincitrice in una notte letteraria nella quale Angela era stata tuttavia “grande assente” non avendovi presenziato.

Proprio questo dettaglio ha fornito, forse, lo spunto per un tratteggio della personalità di Angela Di Francesca che coniugava una poliedricità di intenti e un indiscutibile sensibilità letteraria ed artistica con quel tratto di riservatezza e discrezione con il quale tutti, in definitiva, l’hanno dipinta.

Schiva e al tempo stesso attiva e combattiva, due qualità apparentemente inconciliabili, che invece hanno caratterizzato la sua personalità di donna, di insegnante, di madre, moglie, attrice, fotografa, letterata. Non esiste quasi un aspetto che Angela abbia escluso dai propri percorsi fra quelli artistici e di impegno civile.

Attivista dei diritti delle donne, promotrice di iniziative a favore del riconoscimento dei diritti essenziali ai più deboli ed emarginati, dalle comunità sfruttate dell’America latina, agli esuli e perseguitati cileni, negli anni della dittatura militare, a chiunque venisse offeso e considerato indesiderabile per le sue idee, in un ottica di internazionalismo per la quale una battaglia non va fatta solo se il rumore supera la soglia di tollerabilità sotto casa, o per il diritto di sedere sulla battigia nei tratti di spiaggia interessati dai lidi attrezzati, ma per ogni diritto e per ogni essere vivente nella grande casa del mondo.

Alcuni amici ne hanno tratteggiato le doti e soprattutto la passione e la competenza nell’ambito della attività di attrice e costumista per la cooperativa teatrale Ras Melkart, fondata a Cefalù nei primi anni ‘80 sotto la guida di Accursio Di Leo. Una passione condivisa con la sorella Caterina che aveva portato entrambe a calcare le scene in contesti talvolta prestigiosi e alla presenza di personalità del mondo culturale come Vincenzo Consolo, Turi Vasile  Leonardo Sciascia; dopo l’esperienza in compagnia, Angela aveva continuato a recitare, con reading e recital accompagnati da musiche e canzoni, ed era stata protagonista di momenti ai quali erano intervenuti altri personaggi di rilievo fra cui Milva e Dacia Maraini.

La attività di poetessa e narratrice è stata commentata dal prof. Giuseppe Saja, amico di lunga data, con il quale Angela aveva in comune il fine tratto intellettuale, l’amore per la letteratura come strumento destinato alla risonanza dei valori democratici, alla crescita dell’individuo, alla espressione più nobile del potenziale umano. Una letteratura agita, mai stantia, mai accademica, paludata: la scrittura e la poesia del lasciare il porto, per salpare verso orizzonti incerti, ma proprio per questo da “rischiare”, rievocati in quel verbo e in quella esortazione: appareillons.

Tante le testimonianze ricche di sincero afflato come pure i ricordi di familiari ed amici che hanno condiviso le modalità del loro personale incontro con Angela e si sono avvicendati nel restituire il segno da lei lasciato nelle loro esistenze.

Angela Di Francesca è una figura non facile da riassumere in una pagina, ciascun intervento ha collocato una tessera del mosaico. Angela certamente c’era, forse si sarà soffermata per un breve tempo, come era solita fare. prima di tornare con passo leggero ma deciso alle sue ricerche, alle sue lettere, alle immagini che hanno abitato il suo spirito.

Barbara De Gaetani

“Triangoli” antichissimi alla Gurfa di Alia e in altri luoghi

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Sono “decorazioni” e “reperti architettonici”, presenti alla Gurfa di Alia, di grande importanza simbolica e quindi anche archeologica, da non trascurare, che possono orientare per l’attribuzione. Sono “firma” ed “appunti Aurei” di progettazione degli ipogei del suo “dedalico” Artefice/Progettista. Il primo sembra  addirittura “di sua mano”, gli altri due li ho ricavati per mie indagini e riflessioni sulla “perizia tecnica” che ho in corso, per cercare di togliere banalità al luogo e dare un minimo di senso al tutto.

Fig. 1e 2 – “Triangolo”, con “angolo Aureo” perfettamente marcato ed inciso in sommità e “fossa baricentrica” con incasso tipo “acquasantiera”, posto a destra dell’accesso alla Cripta funeraria dinastica, ad uso di stalla fino a qualche decennio fa. E’ alto un paio di metri dal calpestio esterno attuale.

Fig. 3 – “Triangolo Aureo” sovrapponibile alla sezione verticale della thòlos.

Fig. 4 – “Triangolo Aureo” sovrapponibile alla sezione verticale della Cripta funeraria dinastica. Le sezioni originali di riferimento in Figg. 3-4 sono tratte dal rilievo “ufficiale” della facoltà di Architettura di Palermo.

Aggiungo solo che i valori numerici angolari rilevati (108, 72, 36) hanno sicuramente significati “esoterico-cabalistici” che gli specialisti della materia potrebbero trovare molto più interessanti delle nostre povere e distratte considerazioni.

Prendiamoli dunque prudentemente come tracce larvali di insegnamenti sconosciuti e “verità segrete esposte in evidenza” sopravvissute alla catastrofe del tempo.

“Appunti Aurei” di progettazione del suo “dedalico” Artefice/Progettista sono anche le seguenti strutture rupestri.

Fig. 5 – “Triangolo”/”Cripta – Santuario” ingrottato con “Foro/Edicola votiva” sottostante, sull’attuale strada di accesso pedonale agli ipogei, in alto a sinistra circa un centinaio di metri a valle. Che sia opera megalitica artificiale lo dimostra la sistemazione accurata dei massi in alto a sinistra al culmine del triangolo.

Fig. 6 – E’ quindi sicura opera megalitica con ancora all’interno le tracce di un “Idolo” accovacciato in Fig. 7

Fig. 7 – Forma zoomorfa con quello che resta dell’ “Idolo accovacciato” (bovide?).

Fig.  8- Riparo “Triangolare” di contrada Mariano, Valle dello Jato. Utile confronto tipologico è l’ipogeo di Riparo Mariano, pubblicato a pag. 185 in “La Valle dello Jato tra Archeologia e Storia” di A. Scuderi, F. Mercadante, P. Lo Cascio, Edizioni del Mirto, 2011; presenta impressionante similitudine con l’analoga struttura della Gurfa.

Fig. 9 – Frammento di quarzarenite con pittogrammi zoomorfi di “Bovide in vita” (recto) e “Bovide post-mortem” (verso) da Riparo Mariano nello Jato. In una delle Prefazioni a quel testo importante, Ferdinando Maurici, nella qualità di allora Direttore del Parco Archeologico di Jato, questo scrive in proposito: “… credo che anche per la Gulfa di Alia ci si vada avvicinando faticosamente ad una comprensione meno nebulosa dello straordinario monumento ed in particolare del suo ambiente ‘tholoide’. … Di grandissimo interesse è poi, da Contrada Mariano, il frammento di pietra con disegni su entrambi i lati … mi pare che la pista paleolitica sia degna di essere seguita con grande attenzione, direi anzi con trepidazione. …”. Questa coraggiosa presa di posizione a favore della revisione di giudizio storico sulla possibile “datazione” degli ipogei della Gurfa fa onore a Maurici, punto di riferimento della ricerca medievistica in Sicilia.

Fig. 10 – “Vasca triangolare” per abluzioni rituali, a valle a destra arrivando in zona d’accesso agli ipogei, con di fronte gli “Occhi” incisi in roccia, già citati.

Fig. 11 – “Triangolo” perfettamente rifinito ad incasso nell’angolo sinistro della seconda “stanza”/”Megaron” del primo livello degli ipogei.

Fig. 12- “Triangolo” di accesso ad ingrottato, subito a sinistra a monte della strada al bivio per Alia andando per la Gurfa, ambiente ancora da indagare.

Per rispondere alla domanda corretta che mi si rivolge spesso: è possibile il riscontro/presenza documentata di “Moduli a Sezione Aurea” in strutture architettoniche progettate e realizzate in epoca così antica nell’Occidente mediterraneo, al di fuori della cultura Sumera o Egizia? La risposta, per quanto ne ho capito, è: “Si”. Segue l’evidenza delle immagini con altri “reperti architettonici triangolari” di eccezionale importanza simbolica ed archeologica, da non trascurare, che possono orientare per l’attribuzione.

Fig. 13 – Particolare della pianta di scavo ed allestimento del sito preistorico di Saint Martin de Corleans (Aosta), pubblicato in “Archeologia Viva” n. 180 del 2016: il basamento triangolare, “Aureo”, segnato in azzurro è la piattaforma della necropoli datata 2700-1600 a.C.

Figg. 14 e 15- “Triangolo” in pianta di accesso al “Pozzo Sacro” sardo di Santa Cristina a Paulilatino, con sottostante ambiente a thòlos ed Oculus , fra le massime espressioni architettoniche della civiltà nuragica risalente a circa 3000 anni fa, di geometria perfetta. Sarebbe fuori luogo aggiungere altro su questi monumenti.

Rinvio i più curiosi ai siti:

https://pozzosantacristina.com/pozzo-sacro/

https://archeotime.com/…/larea-megalitica-di-aosta-a…/

Carmelo Montagna