“Triangoli” antichissimi alla Gurfa di Alia e in altri luoghi

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Sono “decorazioni” e “reperti architettonici”, presenti alla Gurfa di Alia, di grande importanza simbolica e quindi anche archeologica, da non trascurare, che possono orientare per l’attribuzione. Sono “firma” ed “appunti Aurei” di progettazione degli ipogei del suo “dedalico” Artefice/Progettista. Il primo sembra  addirittura “di sua mano”, gli altri due li ho ricavati per mie indagini e riflessioni sulla “perizia tecnica” che ho in corso, per cercare di togliere banalità al luogo e dare un minimo di senso al tutto.

Fig. 1e 2 – “Triangolo”, con “angolo Aureo” perfettamente marcato ed inciso in sommità e “fossa baricentrica” con incasso tipo “acquasantiera”, posto a destra dell’accesso alla Cripta funeraria dinastica, ad uso di stalla fino a qualche decennio fa. E’ alto un paio di metri dal calpestio esterno attuale.

Fig. 3 – “Triangolo Aureo” sovrapponibile alla sezione verticale della thòlos.

Fig. 4 – “Triangolo Aureo” sovrapponibile alla sezione verticale della Cripta funeraria dinastica. Le sezioni originali di riferimento in Figg. 3-4 sono tratte dal rilievo “ufficiale” della facoltà di Architettura di Palermo.

Aggiungo solo che i valori numerici angolari rilevati (108, 72, 36) hanno sicuramente significati “esoterico-cabalistici” che gli specialisti della materia potrebbero trovare molto più interessanti delle nostre povere e distratte considerazioni.

Prendiamoli dunque prudentemente come tracce larvali di insegnamenti sconosciuti e “verità segrete esposte in evidenza” sopravvissute alla catastrofe del tempo.

“Appunti Aurei” di progettazione del suo “dedalico” Artefice/Progettista sono anche le seguenti strutture rupestri.

Fig. 5 – “Triangolo”/”Cripta – Santuario” ingrottato con “Foro/Edicola votiva” sottostante, sull’attuale strada di accesso pedonale agli ipogei, in alto a sinistra circa un centinaio di metri a valle. Che sia opera megalitica artificiale lo dimostra la sistemazione accurata dei massi in alto a sinistra al culmine del triangolo.

Fig. 6 – E’ quindi sicura opera megalitica con ancora all’interno le tracce di un “Idolo” accovacciato in Fig. 7

Fig. 7 – Forma zoomorfa con quello che resta dell’ “Idolo accovacciato” (bovide?).

Fig.  8- Riparo “Triangolare” di contrada Mariano, Valle dello Jato. Utile confronto tipologico è l’ipogeo di Riparo Mariano, pubblicato a pag. 185 in “La Valle dello Jato tra Archeologia e Storia” di A. Scuderi, F. Mercadante, P. Lo Cascio, Edizioni del Mirto, 2011; presenta impressionante similitudine con l’analoga struttura della Gurfa.

Fig. 9 – Frammento di quarzarenite con pittogrammi zoomorfi di “Bovide in vita” (recto) e “Bovide post-mortem” (verso) da Riparo Mariano nello Jato. In una delle Prefazioni a quel testo importante, Ferdinando Maurici, nella qualità di allora Direttore del Parco Archeologico di Jato, questo scrive in proposito: “… credo che anche per la Gulfa di Alia ci si vada avvicinando faticosamente ad una comprensione meno nebulosa dello straordinario monumento ed in particolare del suo ambiente ‘tholoide’. … Di grandissimo interesse è poi, da Contrada Mariano, il frammento di pietra con disegni su entrambi i lati … mi pare che la pista paleolitica sia degna di essere seguita con grande attenzione, direi anzi con trepidazione. …”. Questa coraggiosa presa di posizione a favore della revisione di giudizio storico sulla possibile “datazione” degli ipogei della Gurfa fa onore a Maurici, punto di riferimento della ricerca medievistica in Sicilia.

Fig. 10 – “Vasca triangolare” per abluzioni rituali, a valle a destra arrivando in zona d’accesso agli ipogei, con di fronte gli “Occhi” incisi in roccia, già citati.

Fig. 11 – “Triangolo” perfettamente rifinito ad incasso nell’angolo sinistro della seconda “stanza”/”Megaron” del primo livello degli ipogei.

Fig. 12- “Triangolo” di accesso ad ingrottato, subito a sinistra a monte della strada al bivio per Alia andando per la Gurfa, ambiente ancora da indagare.

Per rispondere alla domanda corretta che mi si rivolge spesso: è possibile il riscontro/presenza documentata di “Moduli a Sezione Aurea” in strutture architettoniche progettate e realizzate in epoca così antica nell’Occidente mediterraneo, al di fuori della cultura Sumera o Egizia? La risposta, per quanto ne ho capito, è: “Si”. Segue l’evidenza delle immagini con altri “reperti architettonici triangolari” di eccezionale importanza simbolica ed archeologica, da non trascurare, che possono orientare per l’attribuzione.

Fig. 13 – Particolare della pianta di scavo ed allestimento del sito preistorico di Saint Martin de Corleans (Aosta), pubblicato in “Archeologia Viva” n. 180 del 2016: il basamento triangolare, “Aureo”, segnato in azzurro è la piattaforma della necropoli datata 2700-1600 a.C.

Figg. 14 e 15- “Triangolo” in pianta di accesso al “Pozzo Sacro” sardo di Santa Cristina a Paulilatino, con sottostante ambiente a thòlos ed Oculus , fra le massime espressioni architettoniche della civiltà nuragica risalente a circa 3000 anni fa, di geometria perfetta. Sarebbe fuori luogo aggiungere altro su questi monumenti.

Rinvio i più curiosi ai siti:

https://pozzosantacristina.com/pozzo-sacro/

https://archeotime.com/…/larea-megalitica-di-aosta-a…/

Carmelo Montagna

 

 

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