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Caccamo: il seminarista Giuseppe Randazzo sabato 30 dicembre 2023 riceverà il ministero dell’accolitato

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Sabato 30 dicembre sarà una giornata di festa per l’Arcidiocesi di Palermo.

La Chiesa Cattedrale di Palermo accoglierà infatti alle ore 11.00 la Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, nel XXXVI anniversario della sua ordinazione presbiterale. E proprio in questa occasione, durante la Santa Messa verrà celebrato rito di Conferimento dei Ministeri del Lettorato e dell’Accolitato a sei alunni del Seminario Arcivescovile San Mamiliano.

Tra questi c’è anche il caccamese Giuseppe Randazzo, seminarista, baccelliere con il massimo dei voti in Sacra Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” di Palermo. Un altro traguardo importante che lo porterà prossimamente al diaconato.

A Randazzo vanno gli auguri della redazione di Esperonews.

Si presenta a Sciara: “Marietta”, il nuovo libro di Vincenzo Muscarella

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Si chiama “Marietta”, il nuovo libro dello scrittore cerdese Vincenzo Muscarella che verrà presentato mercoledì 3 gennaio 2024 a Sciara alle ore 17:00 presso il Museo etnoantropologico e delle tradizioni.

“Marietta” è il secondo romanzo della trilogia “Tri matri”, dedicati alle madri delle tre ragazze di Cerda (Giuseppina del Castillo, Rosita Cirrito e Santina Salemi) arse vive nell’incendio della Triangle Shirtwaist Factory, avvenuto a New York il 25 marzo 1911 in cui perirono 136 persone di cui 126 donne. Il romanzo è edito dalla “Edizioni Arianna”.

“Il metodo di Muscarella – scrive Francesco Tornatore – ne ha di quello seguito da Sciascia: spiegare con la cronaca di molti anni fa la verità minacciosa incombente sulla comunità del momento. Per riproporlo si ricorre all’artificio di indietreggiare di decenni i fatti di sangue. Vitu Li Puma è volutamente omonimo di Epifanio Li Puma e l’andamento delle indagini ripercorre scientemente quello verificatosi per Accursio Miraglia e Salvatore Carnevale”.

L’evento è organizzato dall’Associazione culturale Nella Valle dei Racconti – Festival del Torto con il patrocinio gratuito del Comune di Sciara guidato dal Sindaco Concetta Di Liberto, e la collaborazione dell’Assessore alla Cultura e Istruzione Irene Marcellino. Leggeranno i testi, la maestra Serena Rocchetta e l’attrice Liliana Sinagra, accompagnate magistralmente dal musicista e cantautore Francesco Giunta. Modera lo scrittore Domenico Dentici.

Sciara: giovane promessa del calcio al cerimoniale pre-partita del Palermo Calcio

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Piccoli calciatori crescono.

Si chiama Loris Giammartino, giovane promessa del mondo calcistico del nostro Comprensorio Termini Imerese – Cefalù – Madonie, il piccolo calciatore che ha partecipato al cerimoniale pre-partita allo stadio “Renzo Barbera” di Palermo in occasione della partita in casa contro la Cremonese vinta oer 3-2 dai rosanero.

Un’opportunità tanto ambita dai giovanissimi sportivi che sperano di indossare, non per forza la maglia della propria squadra del cuore, ma provare l’emozione di calpestare il prato di squadre importanti come quella del Palermo.

Giammartino, classe 2010, gioca attualmente nello “Sporting Cefalù” del presidente Alberto Citrano, è seguito e allenato da mister Nicola Glorioso.

Perché la guerra? Sigmund Freud, Albert Einstein, Erich Fromm…

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Nel 1932 la Società delle Nazioni invitò l’Istituto Internazionale per la Cooperazione Intellettuale a proporre un dibattito fra alcuni dei più importanti uomini di scienza e di cultura dell’epoca sul tema della guerra e delle sue motivazioni. L’atmosfera politica del momento storico era greve di paure (che si dimostrarono purtroppo più che giustificate…) sulle possibilità di una guerra europea che si estendesse poi a tutto il mondo, come già accaduto meno di un trentennio prima. Al dibattito furono invitati, fra gli altri Sigmund Freud, Albert Einstein, Johan Huizinga, Aldous Huxley, Julien Benda, Johan Bojer. I contributi più noti al dibattito, in forma di breve carteggio, furono poi quelli di Freud e Einstein, pubblicati un anno dopo col titolo Perché la guerra?. I loro punti di vista, ai quali accennerò brevemente, rappresentano un po’ una pietra miliare del dibattito intellettuale sulle motivazioni generali di tutte le guerre.

Se oggi, a distanza di novant’anni, ci poniamo, anche se non agli stessi livelli, la stessa domanda, è per rispondere ad una esigenza, credo, di riflessione, di chiarimento interiore, di fronte a fatti tanto drammatici.

Ma non mi riferisco solo alle cronache belliche più recenti e circoscritte ai due maggiori teatri bellici (Ucraina e Palestina). Secondo i dati dell’Uppsala Conflict Data Program (UCDP), un programma di ricerca sui conflitti realizzato dall’Università svedese di Uppsala, nel mondo si conta che siano in atto 170 conflitti. [dati aggiornati al 10 aprile 2023] Questa stima è già stata superata, in pochi mesi.

Allora riproponiamo la domanda: la guerra è inevitabile? La distruttività fa parte della natura umana o è un prodotto perverso della storia e della società? Si può ragionevolmente immaginare un mondo senza guerre?

Nello scambio epistolare con Einstein, Freud esprime il suo pessimismo, che aveva già manifestato nel dicembre 1914, quando, in una lettera all’olandese Van Eeden, aveva ribadito come la Psicoanalisi fosse giunta alla conclusione che “gli impulsi primitivi, selvaggi e malvagi dell’umanità non sono scomparsi ma continuano ad esistere, sebbene allo stato represso, nell’inconscio degli individui”, pronti a riemergere alla prima occasione. Il nostro intelletto, continuava, è debole, gingillo e strumento delle nostre emozioni, e noi stessi siamo obbligati ad agire “intelligentemente o stupidamente”, a seconda del volere e delle resistenze esterne. Ed ecco “le crudeltà e le ingiustizie, di cui si rendono responsabili le nazioni più civili, la malafede con cui esse giudicano le proprie menzogne, le proprie iniquità e quelle dei propri nemici”, e l’impossibilità per tutti di avere un giudizio sereno e veramente libero. Aldous Huxley confermava questo punto di vista: la pace internazionale era una questione di psicologia individuale, dal momento che le cause della guerra risiedono, in fondo, nella vita emotiva del singolo. L’uomo ha dentro di sé il piacere di odiare e di distruggere che rimane latente in condizioni di normalità e che emerge in situazioni eccezionali: a questo punto sarebbe possibile dirigere l’evoluzione psichica in modo da rendere gli uomini capaci di resistere a queste spinte?

Freud critica le organizzazioni come la Società delle Nazioni che non dispongono di forza propria da opporre alle istanze belliche per controllarle. Per quanto riguarda le spinte alla base dei comportamenti dell’essere umano, Freud distingue due specie di pulsione: una è conservativa ed è la forza dell’Eros, inteso come da Platone nel Simposio, altre che tendendo a distruggere e che egli definisce con il termine Thanatos.  Entrambe sono presenti e indispensabili, perché la vita si basa sul loro concorso e contrasto. Le pulsioni erotiche rappresentano gli sforzi verso la vita, quelle di morte la distruzione verso se stessi e verso l’esterno. Non c’è speranza di sopprimere le tendenze aggressive degli uomini: possono solo essere deviate in modo che non portino alla guerra. Si può cercare di creare legami emotivi, di solidarietà tra gli uomini per impedirne la deflagrazione ma ciò è difficile da ottenere. L’unica soluzione sarebbe assoggettare queste pulsioni alla ragione, sarebbe rafforzare l’intelletto, soprattutto avere un atteggiamento più civile e considerare il giustificato timore degli effetti di una guerra futura.

Einstein si chiede a sua volta se esiste un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra. Si chiede anche com’è possibile che una minoranza interessata soltanto ad arricchirsi e che vede nella guerra l’occasione per promuovere i propri interessi riesca ad asservire la massa del popolo, che da una guerra ha solo da soffrire e da perdere. Come è possibile che un popolo si lasci infiammare fino al sacrificio di sé? Una risposta è che l’uomo ha dentro di sé il piacere di odiare e di distruggere che rimane latente in condizioni di normalità e che emerge in situazioni eccezionali: a questo punto sarebbe possibile dirigere l’evoluzione psichica in modo da rendere gli uomini capaci di resistere a queste spinte? Einstein si augura che gli Stati creino un’autorità legislativa e giudiziaria col mandato di comporre i conflitti che sorgano tra loro. Naturalmente tale organizzazione internazionale avrebbe efficacia solo nella misura in cui avesse il potere effettivo di imporre il rispetto delle sue leggi e questo implicherebbe che ogni singolo Stato rinunciasse a una parte della sua libertà d’azione, vale a dire della sua sovranità. Sulle difficoltà di simili atteggiamenti politici, allora come ora, non c’è bisogno di soffermarsi, tanto sono scontate.

Ma quali sono le motivazioni che inducono alla guerra? Ne possiamo considerare quattro:

  1. OPPORTUNISMO. Ci si sente più forti dei propri avversari, si sente di potere avere un vantaggio immediato nello sconfiggerli e quindi di potere acquisire vantaggi materiali con poco rischio e poca fatica.
  2. DOVERE. Lo si fa per un interesse politico ed economico (alleanze, impegni politici). Le basi di questi impegni sono ovviamente centrate sempre su una utilità reciproca, ma nascondono delle basi pseudo morali, anche perché sono fondate su premesse difensive che non raramente sono false. Ma pacta sunt servanda, come dice un antico detto latino: i patti si rispettano, anche quando sono sbagliati.
  3. BISOGNO. Quando un popolo o una nazione si appropriano del concetto del “non avere nulla da perdere”, la guerra diventa una possibilità. Questa appropriazione è spesso caratterizzata dal concetto di tipping point, il punto di non ritorno. Quando gli uomini non hanno da mangiare e da bere, non resta loro che uccidersi a vicenda per conquistare il controllo delle poche risorse disponibili. Il primate che per primo uccide un simile in 2001:Odissea nello spazio, lo fa per prendere possesso di una pozza d’acqua. Non ha istinti omicidi, ha semplicemente sete.
  4. PAURA. Di fronte a situazioni pericolose l’uomo fa la guerra per prevenirle. La storia è piena di guerre ‘preventive’. Che però sono meno frequenti delle guerre aggressive. Il problema da stabilire è se i motivi della guerra preventiva sono reali, sono una scusa o il frutto di una “proiezione”.

Si tratta di motivazioni forti, che in almeno tre casi (opportunismo, bisogno e paura) hanno una robustissima connotazione biologica, Rientrano, tutto sommato, all’interno del concetto di reazione di attacco o fuga. La guerra diventa la strada apparentemente più percorribile e, probabilmente, quella biologicamente più adeguata.

I MITI SULLA VIOLENZA INNATA

La psicologia individuale può fornire gli strumenti intellettuali per disarmare le convinzioni individuali, legate ai fantasmi delle narrazioni collettive che inneggiano alla paura, alla violenza, all’annientamento dei “diversi da noi” sino alla pulizia etnica o al genocidio. Anche in tempi di risorse in calo e di tensioni crescenti, nessuna necessità biologica ci obbliga a ucciderci l’un con l’altro per accaparrarci un magro bottino. Sta soltanto a noi decidere, come aumentare le risorse e come dividercele in maniera più equa.

E, soprattutto, dobbiamo accettare l’idea che non esistono guerre giuste: ogni guerra travolge e uccide quei popoli che non l’hanno scelta ma ne subiscono il peso mortifero. Nessuna pace è così ingiusta da non essere preferibile alla (solo apparentemente) più giusta delle guerre.

Quando Picasso, dopo  “Guernica”, dipinge, nel 1951, il Massacro in Corea, in cui rappresenta i soldati americani che stanno uccidendo donne e bambini, spogliati della loro anima e con fredde e metalliche armature mentre sparano a creature umanizzate nella loro esposizione alla crudeltà, dà un’iconica concettualizzazione del senso di una guerra: contrapporre umanità e disumanità.

I miti sulla violenza innata si sprecano. Dall’ipotesi delle scimmie assassine all’idea che esistano speciali geni dell’aggressività, molte teorie prive di fondamento sono state smentite. Nel 1986 un convegno appositamente convocato a Siviglia, elaborò un documento sulla violenza, noto appunto come Dichiarazione di Siviglia, nel quale si afferma che la guerra non è una necessità evolutiva, né un destino predeterminato geneticamente, né un fenomeno inevitabilmente inserito nei programmi neuronali del nostro cervello.

Eppure anche in natura i conflitti “armati” fra i gruppi di primati che vivono in comunità sociali complesse sono frequenti. La Dichiarazione di Siviglia ha peccato di ottimismo? Forse. Da un lato non si può negare che la violenza sia un fenomeno diffuso nel mondo non solo animale; dall’altro lato, oggi sappiamo che l’aggressività è controbilanciata da comportamenti come la solidarietà di gruppo, la reciprocità, l’altruismo e l’empatia, di cui la ricerca scientifica ha messo in luce l’importanza negli ultimi decenni.

La realtà è che l’aggressività in genere convive con la cooperazione. Se la guerra è comune fra gruppi sociali rivali, per conquistare il controllo delle risorse e i partner più desiderabili, la collaborazione prevale invece all’interno dei gruppi, presumibilmente per mantenere la coesione sociale e ridurre gli effetti dell’egoismo di pochi. Di fatto, per quanto ne sappiamo sinora, la guerra non è una ineluttabile necessità biologica.

L’uomo non è né buono, né cattivo. Ha un cervello altamente evoluto che gli permette di scegliere. E’ questo il suo privilegio e il suo dramma. E’ questa la sua cifra esistenziale.

E’ ovvio che possiamo essere condizionati da pulsioni che affondano in tempi remoti della nostra storia, ma siamo anche liberi di scegliere fra invenzioni sociali differenti, improntate alla guerra come alla pace. Anche se in noi troviamo predisposizioni naturali all’aggressività e alla cooperazione, nessun nostro comportamento è determinato al punto da non poter essere modificato dall’apprendimento e dalla responsabilità individuale. L’apertura di queste possibilità implica che possiamo decidere di imparare a gestire l’aggressività umana in modo differente da come abbiamo fatto in passato e che la pace è una possibilità globale e realistica, oltre che un’urgenza sociale e un imperativo morale per la specie umana.

PATOLOGIA PSICHIATRICA E GUERRA

Il rapporto fra patologia psichiatrica e guerra è controverso. Di certo, sappiamo che siamo più impauriti dall’idea della guerra che dalla guerra stessa.

Quando scoppiò la prima guerra mondiale, nel 1914, crollarono le percentuali di suicidi. Gli ambulatori psichiatrici a Parigi erano vuoti, anche dopo l’invasione nazista, Analogamente avvenne durante le guerre civili in Spagna, Algeria, Libano e Irlanda del Nord. Il tasso di suicidi a Belfast diminuì del 50% durante i riots del 1969-70. L’unico disturbo psichiatrico che aumenta è il disturbo post-traumatico da stress. Lo si è documentato in Vietnam per la prima volta, ma già molte osservazioni erano state fatte con gli “scemi di guerra” già nella Prima Guerra Mondiale.

La guerra non da ansia. Se direttamente coinvolte le popolazioni mostrano addirittura euforia, la Kriegseuphorie della Prima Guerra Mondiale. Si diventa più attivi, ci si sente parte di una comunità (per esempio la popolazione inglese durante la seconda Guerra Mondiale, o, attualmente, i palestinesi di Gaza). E ci furono commoventi esempi di solidarietà durante la seconda guerra mondiale, sia da parte di militari sia da parte di civili.

E’ questo, in realtà, uno dei più grandi problemi: l’adattamento alla guerra. L’intelligenza è adattamento, diceva Piaget. Ed è esattamente ciò che avviene: ci adattiamo alla guerra. Anche perchè pensiamo sempre, o perlomeno troppo spesso, alla guerra come ‘guerra degli altri’. Ma la guerra non è mai solo degli altri, per quanto lontani siano i teatri bellici: la guerra è sempre guerra di tutti, ogni guerra è anche nostra. E nessuna guerra è necessaria, al contrario di quanto sosteneva Hegel.

E’ vero che forse non c’è modo di estirpare la guerra dall’orizzonte umano, ma non dobbiamo arrenderci alla ineluttabile banalità del male, come scriveva Hanna Arendt. Abbiamo semmai l’obbligo morale di utilizzare la nostra intelligenza. E di usare quindi, nei rapporti tra singoli come nel contesto internazionale, quello che per Kant rimane il bene più alto sulla terra, la ragione, ultima pietra di paragone della verità.

Vengo a concludere. Ma non voglio farlo citando Freud o Einstein. Voglio citare i versi invece di una canzone di Battiato, “Il re del mondo”, che recitano:

“Strano come il rombo degli aerei da caccia un tempo

Stonasse con il ritmo delle piante al sole sui balconi

E poi silenzio e poi, lontano

Il tuono dei cannoni a freddo

E dalle radio dei segnali in codice

Un giorno in cielo, fuochi di Bengala

La pace ritornò

Ma il re del mondo

Ci tiene prigioniero il cuore”.

Forse il vero problema della guerra è proprio questo: è la nostra pigrizia nell’amare autenticamente, nell’essere solidali ed empatici, il nostro essere distratti, il nostro privilegiare, come diceva Erich Fromm, l’avere rispetto all’essere.  E la guerra è, di questo atteggiamento, l’estrema conseguenza.

Giovanni Iannuzzo

Petralia Soprana, Presepe d’InCanto una delle rappresentazioni della natività più esclusive e originali del territorio

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Il Presepe d’InCanto ha aperto le porte. La 15^ edizione si riconferma una delle rappresentazioni della natività più esclusive e originali che si possono ammirare nei paesi madoniti e non solo. Si tratta di un’installazione immersiva che oltre al tradizionale contesto scenografico, fatto di statue e sculture ad opera di artigiani locali, quest’anno si è avvalsa per il video-mapping anche dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Come sempre, fin dall’ideazione avvenuta 2008, il presepe nasce dal genio creativo di Leonardo Bruno che è il direttore artistico dell’evento.

L’inaugurazione è avvenuta alla presenza dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pietro Macaluso, del parroco don Calogero Falcone, di Agostino Messineo Alfiere presidente dell’Associazione Cittadinanza Attiva Petralia Soprana organizzatrice dell’evento e di tanti ospiti.

L’emozione ancora una volta è stata forte così come il racconto che attraverso un mix di sculture, luci, video-mapping, musiche e narrazioni ha fatto vivere un’esperienza immersiva unica.

“Attraverso le nuove forme artistiche offerte dall’innovazione tecnologica, la nostra rappresentazione della natività – ha spiegato Leonardo Bruno – vuole evocare il messaggio che da sempre si prefigge di trasmettere: da una parte il senso profondo della pace e della fratellanza fra tutti gli esseri umani, dall’altra una riflessione sul senso della vita attraverso un linguaggio innovativo e poetico, perdipiù in luogo ricco di arte e di bellezza come Petralia Soprana, spazio da sempre foriero di meditazioni e riflessioni introspettive.”

Tutto ciò è avvenuto attraverso lo storytelling dell’immagine in movimento e la potenza simbolica dei personaggi quali i pastori e i re-magi, anche con la voce narrante dell’attore Santi Cicardo e la fotografia di Damiano Macaluso.

“Il presepe d’Incanto ogni anno ci affascina e ci inorgoglisce perché un’opera del genere esalta ancor di più l’unicità e la bellezza di Petralia Soprana. Questo è un presepe che non può essere descritto o raccontato ed è questa particolarità che lo rende potente” – ha detto il sindaco Pietro Macaluso che ha ringraziato Leonardo Bruno per quello che fa e per avere donato alla comunità di Petralia Soprana le statue che ogni anno vengono utilizzate nell’installazione.

L’evento, organizzato dall’associazione Cittadinanza Attiva, è patrocinato dal Comune di Petralia Soprana e dall’Assessorato regionale dello Sport, del Turismo e dello Spettacolo, ed ha come partner organizzativi l’Ass.ne Pro Loco Petralia Soprana, l’Ass.ne MadArt e il sito Visit Petralia Soprana.

Il presepe, sito nei locali dell’Aula polifunzionale di Corso Umberto I 36, è visitabile fino al 31 dicembre 2023 e nell’1-6-7 gennaio 2024, dalle 16,00 alle 20,00. Per gruppi da 15 o più persone il Presepe d’InCanto è visitabile su prenotazione anche oltre gli orari prestabiliti. Per info, costi e prenotazioni è consultabile il sito www.presepedincanto.it.

Termini Imerese, Polizia arresta pluripregiudicato ritenuto responsabile della tentata rapina alla BNL del 19 dicembre

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La Polizia di Stato, segnatamente personale appartenente al Commissariato di P.S. “Termini Imerese” ha dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliare con braccialetto elettronico emessa dal Gip del Tribunale di Termini Imerese lo scorso 19 dicembre, nei confronti del pluripregiudicato C.G., indagato per il reato di tentata rapina ai danni della filiale di Termini Imerese della BNL.

La misura cautelare scaturisce da specifiche attività d’indagine condotta dal personale del Commissariato di P.S. “Termini Imerese” coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale della stessa cittadina che ha permesso, attraverso l’acquisizione di informazioni rese nell’immediatezza dei fatti e l’accurata analisi dei sistemi di video sorveglianza presenti nei luoghi in cui è stato realizzato il reato, di ricostruire un quadro fortemente indiziario a carico dell’indagato ritenuto responsabile della tentata rapina avvenuta lo scorso 7 novembre ai danni dell’istituto di credito.

L’uomo, nel primo pomeriggio di quel giorno, si è recato presso i locali della banca e minacciandoli ha intimato i dipendenti di consegnare il denaro, strattonando uno degli impiegati; non è riuscito nel suo intento perché messo in fuga dalla decisa resistenza opposta dal personale della banca.

Gli stessi dipendenti hanno dato immediatamente l’allarme alle forze dell’Ordine e l’uomo, non appena individuato è stato segnalato per il reato di tentata rapina alla procura presso il Tribunale di Termini Imerese che ha richiesto al Gip l’emissione della misura cautelare, ottenendola.

Il denunciato, poco prima di tentare la rapina, aveva, peraltro, fatto ingresso presso un altro istituto bancario termitano con la medesima intenzione.

Lo stesso personale della Polizia di Stato ha prontamente rintracciato l’indagato dando esecuzione all’ordinanza, sottoponendolo agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico presso la propria abitazione ove rimarrà ristretto a disposizione dell’A.G. procedente.

Voci e volti del Giornale di Cefalù nel 2023

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Nell’intervista al Sindaco di Cefalù Daniele Tumminello gli auguri di Fine Anno, la memoria dei momenti più tristi, l’impegno, i risultati e gli obiettivi che l’Amministrazione Comunale vuole raggiungere.

Un anno, il quarantesimo del notiziario, da ripercorrere seguendo le tante voci ed i tanti volti presenti nei 48 numeri  del Giornale di Cefalù andati in onda nel 2023: amministratori locali, diocesi, associazioni, scuole, sindacati, personaggi come Massimo D’Alema, Maria Elena Boschi, Lucia Goracci, Fiammetta Borsellino, Carlo Cottarelli, i Kolors, p. Mario Aldegani, Calogero Pumilia, Vito Riggio, Luciano Canfora.
E c’è chi come la Nuoto Zenit Cefalù (nella foto) “abbraccia il Natale” rinnovando il tradizionale appuntamento del bagno a mare fuori stagione al vecchio molo, in costume rosso.
Il Giornale di Cefalù – n.1775 anno 40 – notiziario video-web diretto e condotto da Carlo Antonio Biondo; da giovedì 28 dicembre 2023 può essere seguito, visto e rivisto su facebook adrianocammarata e sul canale you tube Carlo Antonio Biondo (https://youtu.be/PnuGy4FAPyI) al quale ci si può iscrivere per essere sempre aggiornati. Archivio Giornale su cammarataweb; link su tutti i social.

Montemaggiore Belsito, 4ª edizione del presepe vivente

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La bellezza della tradizione del presepe vivente, dove tradizione, religiosità e bellezza si uniscono e si manifestano ai visitatori. Anche quest’anno a Montemaggiore Belsito si rinnova, per la 4ª edizione nel contest del Giardino dei Valori, lo spettacolo del presepe vivente, dove la Sacra Famiglia è circondata dalle figure dei personaggi del presepe tradizionale e di coloro che rappresentano i mestieri e i lavori sia contadino e sia artigiano dei tempi che furono. Il presepe vivente incarna la ricca fusione di tradizione, spiritualità e bellezza, trasportando i visitatori in un’esperienza unica che celebra  la storia e il significato del Natale in modo tangibile e coinvolgente.

Una esperienza da non mancare, adatta a tutti anche ai bambini, che con gli adulti si immergono in ambientazione che ricrea, anche contesti storici eccezionali.

Con le musiche originali del M° Nunzio Ortolano. Ingresso disabili con accesso consentito ad ogni tipo di mobilità, ai bambini e ragazzi e gratis al di sotto dei 6 anni. La manifestazione si terrà il 26 e 30 dicembre e il 5 e 6 gennaio 2024.

Santi Licata

Nasce il circolo Giovani Democratici delle Madonie 

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Il 22 dicembre all’interno dello splendido Palazzo Pottino, a Petralia Soprana, si sono costituiti i Giovani Democratici delle Madonie con un incontro aperto al pubblico. L’evento è stato aperto da un breve intervento del sindaco del borgo Madonita, Pietro Macaluso, che ha fatto i migliori auguri di buon lavoro ai ragazzi mostrando la vicinanza delle istituzioni locali. Il pomeriggio è stato moderato dal Giovane Democratico blufese Pietro Macaluso che, dopo aver introdotto brevemente il gruppo politico giovanile, ha dato la parola ai partecipanti, ognuno dei quali ha trattato un tema specifico. In particolare, Giorgio Ricotta (di Castelbuono) ha cercato di approfondire le motivazioni sottese all’attuale distacco che tra i giovani e la politica; Marica Di Maria (di Geraci Siculo, nonché consigliera comunale) ha spiegato il valore aggiunto apportato dalle donne in politica; lo studente universitario Simone Macaluso (di Blufi) si è maggiormente concentrato sulle diverse problematiche che attanagliano le Madonie quale ad esempio la carenza di trasporti interurbani e la quasi insormontabile presenza di barriere architettoniche, reali elementi penalizzanti per il nostro territorio. Il microfono è poi passato agli interventi istituzionali, in cui hanno preso parola in remoto, Mario Giambona, vice capogruppo del PD all’ARS; Antonio Ferrante, Presidente della Direzione Regionale del PD Sicilia; Marco Greco, Responsabile dell’Organizzazione dei Giovani Democratici della provincia di Enna e candidato alla segreteria dei Giovani Democratici Siciliani; Rosario Filoramo, Segretario Provinciale del PD; Manfredi Germanà, Segretario dei Giovani Democratici di Palermo. Infine, si è svolto un breve dibattito aperto a cui ha preso parte il pubblico. L’incontro infine è terminato con le conclusioni affidate al Giovane Democratico Geracese Filippo Fiorentino, il quale ha rivolto un appello ai giovani di non tirarsi indietro, ma di cambiare insieme il territorio.

Cefalù, Opera Pia Genchi Collotti ringrazia Vescovo Marciante per generoso dono

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La casa di riposo Opera Pia Genchi Collotti di Cefalù ha inviato una lettera di ringraziamento al Vescovo mons. Marciante per il dono di un nuovo frigo per la cucina della struttura.

“Con profonda gratitudine e sincera gioia – scrive il Commissario Dott.ssa Maria Grisanti, gli anziani ospiti ed il personale tutto dell’O.P. Genchi Collotti – desideriamo esprimere il nostro più sentito ringraziamento  per il generoso dono che ha fatto alla Casa di Riposo “S. Genchi Collotti” in occasione del Santo Natale. La Sua generosità e attenzione verso la nostra struttura non conoscono confini, e il gesto di dotare la nostra cucina di un nuovo frigo giunge come un raggio di luce in questo periodo festivo. La Sua premura e sensibilità verso le necessità della Casa di Riposo non solo confermano il Suo impegno costante nel servizio alla comunità, ma rispecchiano anche i valori di sensibilità e solidarietà che fanno di Lei un vero pastore. Il nuovo frigo non solo sarà di grande utilità per la struttura, ma rappresenta anche un segno tangibile del Suo amore e della Sua dedizione alla cura del prossimo. In questo momento di festa, siamo profondamente grati per il Suo continuo sostegno e per il Suo impegno nel rendere la nostra struttura un luogo migliore. Auguriamo a Lei, Eccellenza, un sereno e gioioso Natale, colmo di pace e serenità. Possa la Sua generosità ispirare e diffondere la speranza tra tutti noi”.