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La storia antica della Sicilia: a Palermo e Cefalù il Congresso Internazionale di Studi promosso da Istituto Manni e Università

Riprendono i tradizionali appuntamenti quadriennali dei Congressi internazionali promossi dall’Istituto Siciliano per la Storia Antica “Eugenio Manni” dedicati al passato della nostra isola.

Una tradizione iniziata 60 anni fa, e che rinasce oggi con una nuova veste. Il nuovo seminario si svolgerà tra Palermo e Cefalù dal 10 al 13 aprile 2024.

Si inizia mercoledì 10 alle ore 15,30 presso la Sala magna di Palazzo Steri in Piazza Marina , 61 a Palermo con i saluti istituzionali del Rettore dell’Università, del Direttore del Dipartimento, dei Sindaci dei Comuni di Palermo e Cefalù e dal Presidente dell’Istituto Manni e la conferenza inaugurale.

Il congresso prosegue il giorno successivo nella sala consiliare del Comune di Cefalù. Fino al 13 aprile sarà la sede dei lavori dell’XI Congresso Internazionale di Studi sulla Sicilia Antica che affronta quest’anno il tema “Mobilità e circolazione di saperi tra Sicilia e mondo mediterraneo (secoli VI-III a.C.) organizzato dall’Istituto Manni e dall’Università di Palermo in collaborazione con la Fondazione Ignazio Buttitta.

Un evento di enorme spessore e rilievo culturale, cui parteciperanno relatori, storici e studiosi della Storia del passato, con particolare riferimento alla Sicilia, di illustre fama nazionale e internazionale.

Le conferenze saranno aperte alla libera fruizione da parte del pubblico.

“Siamo molto onorati di poter attivamente contribuire alla realizzazione del Congresso – afferma il sindaco Daniele Tumminello – convinti dell’importanza di offrire una proposta culturale di alto profilo, consolidando la sinergia con le Istituzioni universitarie e scolastiche, rafforzando il ruolo di Cefalù quale città che, grazie alla sua storia e al suo prestigio, può e deve arricchire la sua immagine anche attraverso eventi che promuovono il turismo culturale”.

Comune di Castelbuono aderisce alla Campagna “I Can Italia ripensaci” per la firma del Trattato di proibizione delle armi nucleari

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Lunedì 25 marzo, il Consiglio comunale di Castelbuono, all’unanimità, ha approvato una delibera in cui si stabilisce che il Comune aderisce ufficialmente alla Campagna “I Can- Italia ripensaci”,  la quale si propone di far firmare all’Italia il Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPAN), entrato in vigore il 22 gennaio del 2021 con la ratifica di 50 stati, tra cui sono visibilmente assenti i paesi della Nato, comprese l’Italia, e tutte le super potenze mondiali.

Questa iniziativa è nata dalla società civile, in particolare dai docenti e dagli alunni dell’Istituto comprensivo” Francesco Minà Palumbo” di Castelbuono che hanno scritto al Presidente del Consiglio comunale chiedendo l’inserimento di questo punto all’ordine del giorno e fornendo allo stesso la bozza di delibera che poi è stata illustrata in un bel dibattito pubblico all’interno del Consiglio aperto.

Si tratta di un gesto importantissimo che non solo va conosciuto ma anche sostenuto, ed emulato dagli altri comuni dell’Unione delle Madonie e dalla stessa Unione, perché altamente simbolico e dalle valenze anche pratiche. Sono più di 90 ormai i comuni, per lo più del Nord Italia, che già hanno approvato la stessa delibera con lo scopo di far pressione al governo nazionale affinché si ravveda e possa fare i dovuti passi verso il raggiungimento dell’obiettivo della firma del Trattato.

La maggioranza degli italiani è d’accordo al Trattato ma per il Governo non è facile apporre quella firma. Dalla metà degli anni Cinquanta ad oggi, l’Italia ha rivestito un ruolo unico all’interno del sistema nuclear sharing, ospitando la maggioranza delle bombe nucleari tattiche B-61 dispiegate in Europa (tra le 40 e le 70 su un totale di 150-200) in due diverse basi, Aviano e Ghedi (mentre gli altri quattro paesi ospitanti hanno una sola base). In parallelo, l’Italia ha tradizionalmente attribuito alla sicurezza euro-atlantica importanza vitale, e alla Nato valore irrinunciabile. Non dimentichiamo la base militare americana di Sigonella, qui in Sicilia, d’importanza strategica cruciale sul versante del Mediterraneo.

Questo trattato internazionale è legalmente vincolante e il suo obiettivo è l’eliminazione totale delle armi nucleari. Sostanzialmente, il TPAN fa perno sull’impatto umanitario e ambientale delle armi nucleari, stigmatizzando quindi il loro uso, la minaccia di uso, e la loro esistenza stessa. Chi lo firma deve impegnarsi a liberarsi delle armi presenti nel proprio territorio.

E’ importante, soprattutto in questi tempi tristi, funestati dai venti di guerra sempre più forti, che di questi temi si parli sempre più diffusamente, perché ora più che mai le “questioni ultime” sono diventate prioritarie e la minaccia dell’uso delle bombe nucleari che sentiamo ogni giorno proferire dai signori della guerra, rischia di far estinguere l’umanità intera dalla faccia della terra.

Viviamo dentro una guerra mondiale a pezzi e dentro un’angoscia collettiva che soprattutto colpisce i giovani e le nuove generazioni. Educare alla pace è dunque diventato indispensabile, anche se noi insegnanti preferiremmo educare “nella pace” invece ancora oggi nelle scuole si educa alla pace perché ancora necessario, perché” costruttori di pace” si diventa, e si impara a diventarlo proprio a cominciare dalla scuola. Ecco perché alcuni insegnanti dell’Istituto comprensivo Francesco Minà Palumbo hanno pensato di formarsi già da alcuni anni, con corsi di formazione specifici, organizzati dall’Associazione nazionale “Pax Christi”  e importanti relatori nazionali, e poi di strutturare un percorso di ed alla pace all’interno delle ore curriculari di Cittadinanza e Costituzione, che è stato realizzato durante gli anni scolastici 2022-23 e 2023-24. Questo lavoro è stato strutturato non rendendolo una semplice materia in cui trasmettere conoscenze da valutare, ma come un compito di realtà in cui tradurre le conoscenze in competenze di cittadinanza attiva, secondo le direttive della legge n 92/2019 sull’insegnamento dell’Ed Civica a scuola. A conclusione delle attività svolte in classe la scuola ha anche organizzato  un Convegno in rete con l’Associazione Pax Christi nazionale, Rete Pace e disarmo e il Mir di Palermo, dal titolo “ Il gran sole di Hiroshima e Nagasaki. I giovani, le scuole e gli enti locali per il disarmo e la pace”, che si è svolto il 10 di novembre 2023, presso la sala Mattarella del Palazzo dei Normanni a Palermo, e ha visto la presenza di alunni e Istituzioni. L’odio e la guerra  fanno ammalare  i popoli, provocano una mutazione sociale, la pace cura e sana, rigenera la fiducia. Già solo a parlarne fa bene alla speranza che anche questo brutto momento che stiamo attraversando possa presto finire, perché la guerra non è lo stato naturale dell’essere umano. La guerra va curata. Come? Intanto narrativamente, smettendola di ammantarla di nobili fini, pochi privilegiati ne fanno profitto con il mercato delle armi, interi popoli soffrono sofferenze indicibili, senza dimenticare gli effetti devastanti sull’ambiente. Ci deve essere un’altra strada. E ogni strada è fatta di piccoli passi come quello che abbiamo raccontato e che speriamo possa essere seguito da tante altre realtà.

Mimma Conoscenti

Carabinieri arrestano 3 giovani  per droga, Tribunale di Termini Imerese li convalida

I Carabinieri hanno intensificato le attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, in risposta alle segnalazioni di cittadini e residenti di Misilmeri, che indicavano il consumo di droga al dettaglio di alcuni giovani in prossimità della piazza principale del paese dove, soprattutto nel fine settimana, si concentra la movida cittadina per la presenza di alcuni locali.

Solo nell’ultimo periodo infatti, le attività di controllo hanno consentito di sequestrare circa 100 grammi tra cocaina, hashish e marijuana, di denunciare 3 persone all’Autorità Giudiziaria per il reato di “detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio” e di segnalare all’Autorità prefettizia 9 assuntori.

I militari hanno tratto in arresto 2 giovani misilmeresi, un incensurato di 27 anni e uno di 32 già noto alle forze dell’ordine, ritenuti responsabili rispettivamente della detenzione ai fini di spaccio e della cessione di sostanze stupefacenti.

Il primo veniva sorpreso dai militari in possesso di 3 dosi di hashish, pronte per la vendita, e denaro contante ritenuto frutto di precedenti cessioni, in un vicolo adiacente a Piazza Comitato 1860. I controlli venivano estesi anche all’abitazione, ove i carabinieri sequestravano un bilancino di precisione e altro materiale utilizzato per il confezionamento della sostanza.

Il secondo, invece, veniva sorpreso nell’atto di cedere quattro lamelle di hashish ad un acquirente, in cambio di denaro contante, nonostante fosse stato avvisato della presenza dei militari da un 22enne di Misilmeri, già noto alle forze dell’ordine.

Anche per quest’ultimo sono scattate le manette. Infatti, il giovane tentava prima di sottrarsi al controllo reagendo contro i militari con minacce e opponendo resistenza, per poi essere fermato ed accompagnato in caserma.

I tre giovani, su disposizione del Pubblico Ministero, venivano sottoposti agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese ha convalidato gli arresti.

Incendia l’auto dei familiari a Caccamo, intervengono Carabinieri e Vigili del Fuoco

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Ha incendiato l’auto di un familiare e ha danneggiato altre due vetture di due parenti la scorsa notte a Caccamo (Palermo).

Per cause in corso di accertamento un giovane di 33 anni avrebbe dato fuoco ad una Lancia Y parcheggiata in via Orto degli Angeli danneggiando una Fiat Cinquecento e una Fiat Panda.

Sono intervenute diverse squadre dei vigili del fuoco per evitare che le fiamme si propagassero all’abitazione. Nel luogo del rogo sono arrivati i carabinieri e i sanitari del 118 che hanno preso in cura il giovane che era in forte stato di agitazione.

Termini Imerese, ennesimo tentativo per rilanciare l’ex Fiat: ci prova il patron del Catania Calcio

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E’ da oltre dieci anni che si prova a rianimare l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. Nel tempo si sono fatti avanti diverse società che avevano interesse ad acquisire la vasta area della casa torinese. Una buona parte erano aziende decotte o fallite il cui unico scopo era quello di mettere le mani sui soldi pubblici messi a disposizione per il rilancio dell’area. Si è assistito così a un balletto di imprenditori inventati o inetti il cui unico merito era l’amicizia con qualche politico, assessore regionale o ministro di turno che in un paese serio non sarebbero stati nemmeno invitati a un tavolo di lavoro.

Invece ne venivano decantate doti (spesso inesistenti) o grandi capacità imprenditoriali (più inventate che reali). Persone di cui bisognava solo vergognarsi e prendere le distanze, invece se ne vantavano i rapporti o le vicinanze, tranne a sminuirne la conoscenza nel momento in cui diventava pubblico l’amara e triste realtà.

Adesso il ministro Adolfo Urso durante il confronto al Mimit, ministero del Made in Italy ha comunicato l’ennesima attribuzione: la Pelligra Holding Italia si è aggiudicata la gara per la gestione della ex Blutec di Termini Imerese.

Ma nonostante i tanti tentativi andati a vuoto, che quanto meno consiglierebbero un minimo di prudenza, per i nostri politici questo è un giorno da non dimenticare. L’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo, che ha partecipato alla riunione al Mimit a Roma non nasconde l’entusiasmo: “Dopo oltre dieci anni di false promesse, l’ex stabilimento della Fiat si avvia a non essere più una cattedrale del deserto”. E ha aggiunto, ma precisando che la notizia veniva dal responsabile del dicastero romano: “Il gruppo Pelligra, stando alle parole del ministro Adolfo Urso, è specializzato nella riconversione di stabilimenti dismessi in parchi industriali. I commissari hanno esaminato dei casi di successo”. L’altro assessore regionale che interviene è Alessandro Aricò, e per non essere di meno del collega va oltre, immaginando già mega investimenti nell’area: “Abbiamo assicurato il nostro supporto per tutto quanto attiene alla logistica nella zona industriale attorno all’ex stabilimento Blutec. L’obiettivo è quello di rendere l’intera area funzionale e competitiva. Tra l’altro, attraverso il rilancio degli Interporti siciliani potremo realizzare un vero e proprio polo industriale che invogli aziende nazionali e internazionali a investire su Termini Imerese trasferendo qui le proprie attività produttive”. Insomma ci dobbiamo preparare, a prendere per buono le dichiarazioni, un nuovo eldorado.

Per la cronaca la Pelligra Holding Italia che si è aggiudicata la gara di assegnazione della ex Blutec di Termini Imerese fa capo all’imprenditore italo australiano Ross Pelligra, presidente del Catania calcio. Inoltre lo stesso è presidente del Pelligra Group Pty Ltd, un colosso australiano leader mondiale nel campo dell’edilizia e dell’urbanistica con insediamenti anche in Cina, India e Filippine. Da oltre 60 anni è coinvolta nel mercato edile-immobiliare sul piano internazionale. L’azienda si occupa di pianificare processi industriali dal valore di centinaia di milioni di dollari. La passione principale di Pelligra è lo sport. Continua è la sua espansione in tale mondo. In Australia è diventato proprietario del Perth Glory. Ha acquistato anche diversi club di calcio, tra cui l’Adelaide United, di hockey, di baseball ed è anche presente nel basket e possiede anche campi da golf. Il patron rossazzurro  è anche membro distinto del Racing City Group finanziato da Naser-Al Tamini. Ha condotto la trattativa per l’acquisizione dell’Al-Ittifaq Fc, club di seconda divisione saudita.

Che dire: speriamo che sia la volta buona. E questa nuova società non si rilevi l’ennesimo flop come i tanti che erano stati scelti per rilanciare l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. Invece sono letteralmente scappati… qualche volta anche con il bottino.

Truffa in danno, la Procura di Termini Imerese chiude le indagini su un cinquantenne bagherese

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La Procura della Repubblica di Termini Imerese ha recentemente chiuso le indagini nei
confronti di un cittadino residente a Bagheria, esercitando l’azione penale per il reato di
truffa in danno di diverse persone.
È giunta al suo epilogo, dunque, l’attività investigativa delegata alla Sezione di P.G.
Aliquota Polizia di Stato nei confronti di un uomo cinquantenne bagherese, già gravato da
diversi precedenti di polizia giudiziaria e arrestato anche in flagranza di reato.
L’indagine ha consentito di documentare, lungo l’arco di svariati mesi, anche attraverso
un’attività di perquisizione e di analisi del materiale sequestrato, una serie di raggiri posti
in essere dall’uomo che, utilizzando identità di persone inesistenti o appropriandosi di
identità di persone reali, si presentava come avvocato o dottore Davide SIRAGUSANO o
avv. Massimo BRUNO e, millantando un rapporto di vicinanza con esponenti politici,
riusciva a far credere a numerose persone di essere nelle condizioni di assumere personale
in varie cliniche private di Palermo.
Le vittime sono state indotte a versare una cospicua somma di denaro ad un’assistente
dell’uomo, indicata come la dott.ssa ROMANO, come un anticipo spese della loro futura
assunzione, promettendo la restituzione della somma versata con le prime mensilità dello
stipendio.
La Polizia di Stato raccomanda ai cittadini di diffidare da proposte lavorative che prevedono
l’anticipo di somme di denaro, soprattutto nelle modalità, evidentemente delittuose, come
quelle poste in essere dal cittadino bagherese, che chiedeva alle proprie vittime di
consegnare una busta contenente il denaro e i loro documenti presso agenzie di posta
private.
Non è dato escludere, infine, come l’indagato possa, in attesa dell’inizio del processo,
continuare nella sua attività delittuosa, millantando contatti e promettendo assunzioni, oltre
che in cliniche private, anche con associazioni quale “La lega del Filo d’Oro”.

Sciara: si presenta “Il perdono che guarisce” il nuovo libro di Don Leoluca Pasqua

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Tutto pronto per la presentazione a Sciara del libro “Il perdono che guarisce” di Don Leoluca Pasqua.

La presentazione avverrà giovedì 4 Aprile alle ore 21:00 in Chiesa Madre, al termine invece seguirà un momento di Adorazione Eucaristica Comunitaria. Don Leoluca è attualmente padre spirituale del Seminario Arcivescovile di Palermo, delegato Arcivescovile delle “Ordo Virginum” (Vergini Consacrate), precedentemente ha svolto il suo servizio come esorcista e vicario episcopale. Al suo attivo si contano diversi libri di Spiritualità.

Il testo

Il libro aiuta a riscoprire la bellezza e la necessità del sacramento del perdono come esperienza qualificante del proprio cammino di fede. A tale scopo offre alcune chiavi di lettura per riflettere, verificare e purificare la mente dalle molteplici idee distorte che, per abitudine e per mancanza di un’adeguata formazione, hanno inquinato e trasformato il suo significato.

Un percorso di guarigione per comprendere come la misericordia di Dio non è finita e che, lì dove arriva, ha il potere di trasformare la vita di una persona, aiutandola a ritrovare la giusta collocazione nei confronti di Dio, dei fratelli e del mondo, perché viene guarita dalla superbia e dai sentimenti di onnipotenza.

Il testo si sofferma anche sulle parti che compongono il rito, per cogliere maggiormente la sua ricchezza teologica e spirituale. Mentre a conclusione viene proposta una breve antologia di brani scelti e uno schema per l’esame di coscienza, per nutrire la meditazione e la preghiera personale e il desiderio di sperimentare sempre più l’abbraccio misericordioso di Dio Padre.

Corleone: l’architetto Anna Turco è il nuovo assessore alle Politiche Territoriali

Rilanciata l’azione politica a Corleone, l’architetto Anna Turco è il nuovo assessore alle Politiche Territoriali del comune di Corleone.
È stata nominata dal sindaco, Nicolò Nicolosi, giorni addietro ed ha già partecipato alla prima riunione di giunta.

Importante riconoscimento per “Radio Spazio Noi-InBlu200”, emittente dell’Arcidiocesi di Palermo

In base alla graduatoria delle radio comunitarie relativa al 2023 ed elaborata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Radio Spazio Noi-InBlu2000 risulta essere la prima in Sicilia, la terza nel Meridione, la tredicesima in Italia (su 320 emittenti radiofoniche).

L’emittente dell’Arcidiocesi negli ultimi tre anni è cresciuta esponenzialmente negli ascolti rinnovando la propria offerta informativa attraverso un palinsesto in grado di far parlare le diverse realtà diocesane (alcuni uffici di area pastorale e la Caritas Diocesana sono stabilmente presenti) e le numerose realtà della città di Palermo e del territorio della provincia.

In questi anni, grazie al costante e attento sostegno dell’Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice e degli uffici della Curia Arcivescovile, Radio Spazio Noi ha rinnovato attrezzature e apparecchiature, ha ammodernato gli studi (la cabina-audio principale è adesso una vera e propria camera acustica), ha elaborato un palinsesto che offre 6 edizioni quotidiane del GR, 4 approfondimenti giornalieri, 21 format diversi, la copertura delle più importanti Celebrazioni dell’Arcidiocesi e la collaborazione costante con il circuito nazionale InBlu2000.

Il Presidente dell’Associazione Radio Spazio Noi è il prof. Michelangelo Nasca, il Direttore Responsabile è Luigi Perollo, la redazione giornalistica è composta da Gabriella Ruiz e Gianluca Rubino, la parte tecnica è affidata a Stefania Italiano e Vame Toure; tredici i collaboratori per i diversi format.

Radio Spazio Noi sarà la radio ufficiale del Quattrocentesimo Festino in onore di Santa Rosalia e seguirà – in raccordo con l’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali e l’Ufficio Stampa dell’Arcidiocesi – tutti gli appuntamenti dello speciale Anno Giubilare Rosaliano che si concluderà il prossimo 4 settembre.

Tre mostre, un’unica sede: la ricca proposta culturale della Fondazione Sicilia per la primavera

Allestita nella sede di Villa Zito, sarà visitabile fino al prossimo 19 maggio la mostra Le estasi di Santa Rosalia, a cura di Maria Concetta Di Natale, con il coordinamento tecnico scientifico di Sergio Intorre e la direzione artistica di Laura Barreca.

Grazie alla collaborazione con il Museo del Prado e la Real Academia de bellas artes di San Fernando, l’Arcidiocesi di Malta, la Fondazione Federico II e il Museo Diocesano di Palermo, la mostra riunisce per la prima volta immagini della santa vergine palermitana Rosalia dipinte da Anton Van Dyck, Mattia Preti, Pietro Novelli e Luca Giordano (e da altri artisti dei relativi ambiti).

Insieme ai dipinti anche alcuni preziosi elementi custoditi nella Biblioteca della Fondazione Sicilia e fatti oggetto di nuove indagini proprio con l’ occasione della mostra: fra questi una rara raccolta di incisioni datate 1629 e realizzate dai fiamminghi Philip de Mallery e Cornelis Galle su disegni proprio di Anton Van Dyck, e la raccolta di preghiere dedicate a Santa Rosalia dal padre Gesuita Domenico Stanislao Alberti: l’esemplare esposto, in tre volumi, rappresenta il terzo conosciuto al mondo oltre quelli di Oxford e Oldenburg.

Grazie ad una accurata informazione sinottica è possibile ripercorrere con rigore scientifico la storia dell’iconografia e in parallelo l’evoluzione del culto di Rosalia. Al contempo, dati la provenienza e il prestigio delle opere, la visita equivale ad un viaggio, ricco di curiosità e di particolari inediti  in luoghi più o meno lontani da Palermo: da Anversa, a Napoli, a Genova, a Madrid e persino Porto Rico, che proprio grazie ai questi maestri della pittura barocca hanno conosciuto la vicenda della vergine romita e le tributano ancora oggi una profonda devozione.

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In una altra ala del medesimo piano è invece visitabile fino al 26 maggio una mostra di recentissima apertura a cura di Cristina Costanzo dal titolo Ettore De Maria  Bergler e la ricerca della modernità con la quale anche la Fondazione Sicilia si adegua al rinnovato interesse per il gusto Liberty e l’epopea dei Florio.

Taccuini e bozzetti (quelli per le sale di Villa Igiea e per il transatlantico Giulio Cesare), una palette di tempere, una piccola tavolozza con pennelli, lettere dall’archivio dell’Associazione Artistica Culturale Ettore de Maria Bergler e naturalmente le tante opere pittoriche provenienti da collezioni private forniscono gli elementi con i quali approfondire la conoscenza di questo poliedrico protagonista del periodo a cavallo fra otto e novecento.

Presente nei principali cantieri pubblici e autore prediletto dalla committenza privata, borghese ed aristocratica, De Maria ottenne unanime consenso di critica nelle due più importanti mostre a carattere nazionale fra il 1890 e il 1912. Lo spettatore ne ricava il ritratto di un maestro che non difettava di ironia come si può intuire dalla sgangherata ‘carovana di artisti’ al seguito dell’eroe dei due mondi, firmata con lo pseudonimo di Don Tereto De Riama (insieme a Paolo Vetri anche lui celato dall’anagramma del suo nome): Il generale, cavalca, di rosso ammantato, il dorso di un asino condotto da figure di varia provenienza,  e così traduce la strana processione che lo segue nel deserto senza punti di riferimento culturale che la società contemporanea sembra essere diventata.

Legato ai Florio, al Basile, ai Ducrot, il “pittore gentiluomo” ritrae soprattutto scorci e monumenti siciliani come apparivano oltre un secolo fa, nella luce di un sole africano, sulle foci di corsi d’acqua oggi profondamente trasformati, e insieme a quelli  fanciulle del mondo contadino ma anche delle classi sociali emergenti, bellezze siciliane dell’Italia umbertina agghindate con pendants e fazzoletti di seta, i ritratti di titolati e quello (postumo) di Giovanna Florio, nudi di cocottes e nature morte, un mondo fascinoso che sembra emanare l’ultimo profumo di una Sicilia felicissima.

La mostra si completa di due ulteriori sale nelle quali è esposta la donazione Alesi Cuccio Cartaino, acquisita dalla Fondazione Sicilia nel 2008 e ricca di firme d’eccezione quali quelle di Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Pratella, Morelli, Signorini i Leto, Lo Iacono: una bohème tutta italiana che il pubblico può godere in una grande varietà di temi, formati e tecniche.

Una visita decisamente imperdibile per gli appassionati del periodo liberty.

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Infine, sarà ancora visitabile fino alla domenica di Pasqua. la mostra antologica inaugurata lo scorso dicembre ricorrendo il centenario della nascita del pittore Antonio Sanfilippo, che dalla natia Partanna ha guadagnato un ruolo di primo piano sulla scena dell’arte italiana del dopoguerra. A cura di Bruno Corà, la mostra, dal titolo Antonio Sanfilippo Segni, forme, sogni della pittura. Cento anni. è parte di un più ampio progetto di rete, che inizia proprio a Partanna, nella sede espositiva del Castello Grifeo, e comprende oltre a quelli di villa Zito anche gli spazi del villino Scerbi (Partanna) e quelli del Museo Riso di Palermo. Attraverso più di cento opere la mostra presenta in modo completo la figura di Sanfilippo, dai suoi esordi figurativi fino al passaggio a quel neo astrattismo di cui è stato uno dei nomi più rappresentativi insieme a Carla Accardi (che diviene sua moglie nel 1949), Ugo Attardi e Piero Consagra.

Per molti Siciliani probabilmente la scoperta di un conterraneo che ha esercitato una profonda influenza con il segno e quella visione definita dai critici “poetica”, e certo non priva di nostalgia nel ricorrente ritorno ai temi e ai tempi “dell’isola”. Come scoperta può considerarsi, d’altra parte, quella, eccezionale, degli affreschi eseguiti da Sanfilippo nel 1943 nella casa fuori Partanna di proprietà di suoi cugini, il villino della contrada Scerni, appunto: una vicenda affascinante e significativa della non sufficiente conoscenza di una parte cospicua del nostro patrimonio che abbiamo invece il dovere di tutelare e tramandare alle future generazioni.

Barbara De Gaetani