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L’A.N.A.S di Collesano organizza un corso per il corretto uso di motosega e decespugliatore a Petralia Sottana, ecco come partecipare

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Le aree verdi sono in forte crescita e sempre più spesso le Amministrazioni pubbliche e private investono nella realizzazione di nuovi parchi e giardini.

Il mercato del lavoro richiede un numero sempre maggiore di figure professionali con competenze specifiche nell’ambito di utilizzo di macchinari destinati alla manutenzione del verde. Azienda Sicura propone, abilitazione multi-macchina destinata a tutti coloro che lavorano o vogliono iniziare a lavorare nel settore della manutenzione delle aree verdi, come giardinieri, nel settore del taglio del legno boschivo e tanti altri ambiti.

Con il rilascio della certificazione, si acquisiscono le competenze sull’utilizzo delle attrezzature professionali (motosega, decespugliatore, tagliasiepi, soffiatore), si imparano procedure di sicurezza e di manutenzione di tali attrezzature e si assolve obbligo di legge imposto dal D.lgs. 81/08 circa la formazione sulla sicurezza specifica delle attrezzature di lavoro.
I principali macchinari utilizzati per potare alberi, tagliare erba, rifilare siepi e pulire giardini sono le motoseghe, i decespugliatori i taglia siepi ed i soffiatori.

Utilizzare questo tipo di macchine, senza un’idonea formazione genera gravi rischi sia per l’operatore sia per chi lavora o transita in prossimità dell’area di esercizio.
Allo scopo di ridurre al minimo il livello di rischio, il D.Lgl 81/08 obbliga tutti coloro che utilizzano queste attrezzature a ricevere formazione teorica e pratica dedicata sull’utilizzo e sui rischi specifici di queste macchine.

Le responsabilità dell’operatore ed alle procedure di utilizzo di motosega, decespugliatore, tagliasiepi e soffiatore. Il modulo pratico consente al corsista di provare ed utilizzare tutti i macchinari, effettuando le manovre di corretto utilizzo di motoseghe, decespugliatori e tagliasiepi, approfondendo inoltre le procedure di manutenzione e rimessaggio.
Il corso di Formazione e addestramento per l’utilizzo di attrezzature (motosega e decespugliatore) ai sensi degli artt. 36, 37, 71 e 73 del D.Lgs. 81/2008 e smi, ha una durata di n. 24 ore suddivisi in tre giorni di cui 16 ore teoria e 8 ore pratico sul campo.

Il Corso si prefigge l’obiettivo di fornire una formazione teorico-pratica sull’utilizzo della motosega e del decespugliatore, di conoscere e usare in maniera appropriata i DPI (dispositivi di protezione individuale) e di valutare i rischi correlati al suo utilizzo in diverse situazioni pratiche quali ad esempio la manutenzione del verde e il taglio e abbattimento di alberi.

Destinatari del corso
Utilizzatori di attrezzatura manuale per gestione (motosega e/o decespugliatore), come operatore della protezione civile, braccianti agricoli e giovani disoccupati.

Docenti
Il corso prevede l’apporto di professionalità specialistiche appartenente ad Enti di Formazione accreditati, in grado di offrire ai partecipanti elementi didattici sia teorici che pratici. Luogo del corso : Petralia Sottana (PA)

Programma e obiettivi del corso

Presentazione del corso
Cenni di normativa generale in materia di igiene e sicurezza del lavoro con particolare riferimento alle disposizioni di legge in materia di uso delle attrezzature di lavoro (D.Lgs. n. 81/2008). Responsabilità dell’operatore.

Modulo giuridico-normativo
Cenni di normativa in materia di salute e sicurezza del lavoro con particolare riferimento all’uso delle attrezzature di lavoro (D. Lgs. 81/08)

Modulo teorico:
Analisi e valutazione dei rischi nell’utilizzo della motosega e decespugliatore
Individuazione delle misure di prevenzione e protezione
Caratteristiche dei DPI per l’uso della motosega e decespugliatore
Sicurezza nell’utilizzo di motoseghe
Manutenzione ordinaria e straordinaria

Modulo pratico:
Utilizzo corretto dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale)
Dimostrazioni pratiche in merito all’utilizzo della motosega e decespugliatore
Utilizzo della motosega e di altre attrezzature

Test Finale e prova di abilità sul campo con valutazione del partecipante
Attestati di frequenza , valido in tutta Italia, ai fini della normativa in oggetto.

Termine iscrizione previsto per il giorno 21 maggio 2024,
Per Inf. cell wattsapp 3208233570 oppure tramite e mail: [email protected][email protected]

Il giovane Francesco Franchina dell’Istituto Comprensivo di Petralia Soprana parteciperà alle finali nazionali dei “Giochi delle Scienze Sperimentali” 2024

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Francesco Franchina, alunno della classe III A della Scuola Secondaria di I grado di Petralia Soprana, si è qualificato tra i 30 studenti italiani che voleranno alla finale nazionale che si terrà ad Assisi l’11 maggio.

Secondo nelle selezioni regionali, Francesco Franchina sarà uno dei due studenti che rappresenteranno la Sicilia alla fase finale del progetto relativo ai “Giochi delle Scienze Sperimentali 2024”, concorso nazionale promosso dall’ANISN per incentivare le discipline STEM, accertare e valorizzare il merito e contribuire all’emersione dei talenti.

Il Dirigente prof. Sergio Picciurro, i docenti e, in modo particolare, la docente di scienze Prof.ssa Maria Forestiere che ha curato l’intero progetto e il percorso di preparazione degli allievi, sono orgogliosi di avere piccole eccellenze che crescono nella comunità scolastica di Petralia Soprana. L’Istituto Comprensivo, sempre attento alla crescita culturale degli allievi e alle esperienze costruttive e formative continua a mettersi in gioco promuovendo la partecipazione degli alunni a concorsi in diversi ambiti in cui hanno riscosso diversi successi.

A Francesco Franchina e all’Istituzione scolastica sono arrivati anche i complimenti del sindaco Pietro Macaluso che si augura di potere festeggiare la vittoria nazionale.

A Geraci Siculo consegnati i lavori per il miglioramento della sughereta comunale

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Il progetto di miglioramento della sugherata comunale dell’importo di 1.500 mila euro, finanziato con i fondi FSC, è giunto alla sua fase realizzativa con la consegna dei lavori. L’Amministrazione Comunale, l’Impresa aggiudicataria dei LAVORI ATI (I.CO.LI.), la Direzione Lavori (RTP Conte, nella persona del Direttore Operativo Dott.sa Chiara CASELLA) si sono trovati in bosco.
La direzione Lavori e gli Amministratori hanno puntualmente illustrato all’impresa luoghi e modalità di svolgimento dei lavori, in particolare la bonifica con rimozione del vischio dalle piante di sughera (prevista su 74 ettari), la posa di reti di delimitazione su 14 chilometri e gli interventi complementari di sistemazione viabile, potenziamento acquedotto rurale e realizzazione area didattica.
La giornata si è conclusa dopo lungo e articolato sopralluogo con l’auspicio che entro 13 mesi (durata prevista dei lavori) la sughera comunale di Geraci Siculo possa risultare migliorata nei suoi aspetti fitosanitari e maggiormente fruibile.

Nell’ambito dell’iniziativa di BCsicilia “30 libri in 30 giorni” si presenta a Monreale il volume “Oreto Blues”

Organizzato dalla Sede di BCsicilia di Monreale, in collaborazione con il Circolo di Cultura Italia, nell’ambito dell’iniziativa “30 libri in 30 giorni”, si presenta domenica 21 aprile 2024 alle ore 17,30 al Circolo di Cultura Italia in piazza V. Emanuele, 7 a Monreale il volume di Corrado Pedone “Oreto Blues”. Previsti gli interventi di Claudio Burgio, Docente, Alfonso Lo Cascio, Giornalista e Presidente regionale di BCsicilia, Romina Lo Piccolo, Docente e Presidente BCsicilia di Monreale e di Maria Modica, Giornalista. Conclusioni in parole e musica dell’Autore.

Sullo sfondo di un fiume degradato, una mistery story in cui si muovono un insegnante, un anziano ufficiale dei servizi segreti e un musicista psichiatra, alle prese con un mondo irreversibilmente metamorfico che deve fare i conti con un profondo malessere sociale e la disgregazione dei rapporti interpersonali dell’era post pandemica. Un’occasione per ascoltare non solo una storia, ma un sentimento, quello del blues, colonna sonora dell’inquietudine collettiva, cifra ultima della modernità, che l’autore suonerà con la sua chitarra elettrica.

A Petralia Soprana lotta senza quartiere a chi abbandona rifiuti, in aumento i sanzionati

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Pugno duro per chi abbandona rifiuti nel territorio. Nel giro di qualche settimana i vigili urbani di Petralia Soprana hanno eseguito circa 20 sanzioni per abbandono di rifiuti. I trasgressori sono stati identificati attraverso vari sistemi: video sorveglianza, fototrappole, verifica in loco di quello che contenevano i sacchi abbandonati.

I vigili urbani, guidati dal loro responsabile Calogero Ruvutuso, hanno identificato e multato i cittadini che avevano abbandonato l’immondizia lungo le strade e in punti del territorio dove è facile scaricarli dalle auto.

“Nonostante siamo soddisfatti per il continuo aumento della percentuale di raccolta differenziata – afferma il sindaco Pietro Macaluso – l’azione di controllo è sempre in atto e le sanzioni emesse lo confermano. Ci dispiace adottare questi sistemi ma è inconcepibile, nonostante la presenza dei centri di raccolta, trovare rifiuti ingombranti e non solo abbandonati lungo le strade. In collaborazione con la società AMA Rifiuto è Risorsa – continua Macaluso – cerchiamo di migliorare continuamento il servizio porta a porta e di sensibilizzare tutti a fare una corretta raccolta differenziata ma dipende tutto dalla volontà di ciascuno di noi.  Mi rendo conto che è un impegno, perché produrre meno rifiuti, separarli e conferirli correttamente è un ciclo che richiede attenzione e partecipazione continua ma è  un obiettivo da raggiungere e un valore di cui tutti possiamo beneficiare in termini di un ambiente più sano, di una migliore qualità della vita e di un contenimento dei costi di raccolta e smaltimento”.

Al Cefalù un convegno sulle ultime frontiere delle “terapie del dolore” patrocinato dall Fondazione “Giglio”

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Cefalù ospiterà anche quest’anno la seconda edizione del Mediterranean Pain Forum, convegno internazionale di medicina dedicato all’approfondimento e alla condivisione delle ultime frontiere nella gestione del dolore cronico.

L’evento, patrocinato dalla Fondazione Giglio di Cefalù e dal World Institute of Pain, si terrà al centro congressi dell’hotel Costa Verde della città siciliana dal 3 al 5 maggio che diventerà il palcoscenico di scambi scientifici di alto livello.

A coordinare i lavori saranno il dottor Giuliano Lo Bianco, responsabile della terapia del dolore della Fondazione Giglio e il professor Michael Schatman della NYU Grossman School of Medicine di New York.

Entrambi punteranno a far emergere la prospettiva multidisciplinare sulla gestione del dolore, unendo approcci bio-psico-sociali e tecnologie avanzate.

“Non è solo un congresso – spiega Lo Bianco – ma un’occasione per connettersi con leader del settore, acquisire nuove competenze e contribuire all’innovazione. Il supporto del World Institute of Pain sottolinea l’importanza e la credibilità di questo forum nell’ambito medico internazionale”.

La prima giornata, del 3 maggio, aprirà le porte a un’introduzione alle moderne strategie nella gestione del dolore cronico dalla medicina interventistica alle sinergie tra intelligenza artificiale e medicina del dolore. Gli argomenti saranno trattati da esperti internazionali fra i quali Miles Day, Peter Staats, Sean Li e Alaa Abd-Elsayed e da altri relatori di prestigio internazionale quali Sebastiano Mercadante, Leonardo Kapural e Adnan Al-Kaisy. I saluti istituzionali sono programmati alle ore 14 del 3 maggio con gli interventi del presidente della Fondazione Giglio, Giovanni Albano, e del presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, Toti Amato, in una sessione moderata dal giornalista Vincenzo Lombardo.

“Il Mediterranean Pain Forum – conclude Lo Bianco – rappresenta un’opportunità  per approfondire la comprensione della gestione del dolore cronico, delle terapie interventistiche, della terapia oppioide e della neuromodulazione tra diverse sezioni e workshop pratici”.
Il programma si può consultare sul sito di ospedalegiglio.it o al sito dedicato https://www.mediterraneanpainforum.com L’evento riconosce crediti Ecm.

Appassionati del mondo del fumetto, del gioco e della pop culture? Torna il Palermo Comic Convention, ecco quando

Prenderà vita dal 12 al 15 settembre, presso i prestigiosi Cantieri Culturali alla Zisa, la nona edizione di Palermo Comic Convention, festival internazionale, riferimento per la celebrazione della cultura Pop e dell’intrattenimento in Sicilia. Una nona edizione studiata per riprogrammare quella che è una manifestazione di punta del territorio ma anche uno dei maggiori eventi italiani del settore.

“Un colorato villaggio che trasformerà le vie caratteristiche dei Cantieri Culturali alla Zisa in un gioioso luogo di aggregazione sociale – afferma Alessio Riolo, direttore generale di Palermo Comic Convention –. Stiamo costruendo, giorno dopo giorno, una nona edizione che vuole stupire, caratterizzata da intensi momenti di riflessione culturale alternati a vivaci spazi di intrattenimento popolare. Fumetti, film, serie tv, musica, giochi e videogames occupano ormai una fetta di tempo consistente della nostra vita. La passione per queste diverse sub-culture è diventata ampiamente multigenerazionale e il nostro obiettivo è far vivere alla città di Palermo quattro giorni all’insegna della spensieratezza in un festival che fra i primi nel nostro paese si è votato alla crossmedialità.

Palermo Comic Convention, che si svolge ogni anno nel mese di settembre, è un evento tra i più importanti in Italia dedicato al mondo del fumetto, del gioco e della pop culture. È stato un successo anche nel 2023 con il pubblico che ha voluto premiare l’organizzazione con più di 48.000 presenze.

Palermo Comic Convention fa parte di RIFF, la Rete nazionale costituita dai Festival italiani di Fumetto che hanno come obiettivo la valorizzazione della nona arte in ogni sua declinazione.

L’enigma luna: gli effetti del nostro satellite sul comportamento umano

“Che fai tu, Luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa Luna?”, scriveva Leopardi. Lui non lo sapeva e, in realtà, non lo sappiamo bene neppure noi, ora, a distanza di quasi un secolo e mezzo. Ispiratrice di poeti e sognatori, la luna conserva da millenni un fascino tutto particolare, misterioso. Ad essa è stato sempre attribuito un arcano potere, ma per millenni la scienza ne ha considerato le manifestazioni come fandonie e superstizioni.

In realtà, alcuni effetti del nostro satellite sulla Terra sono ormai ben noti, come ad esempio le maree. Nello stesso tempo, si sa che essa esercita una qualche azione sui cicli biologici di numerose specie animali e influenza altri aspetti dell’ambiente, come per esempio le precipitazioni atmosferiche. Già nel 1962 su Science tre meteorologi dimostrarono una periodicità lunare nelle forti precipitazioni e studi simili hanno dimostrato che questo nesso poteva essere attribuito a tutta una serie di fattori, indiretti ma sempre originati dalla luna, come ad esempio la forza d’attrazione esercitata dal satellite sulla polvere meteoritica che entra nell’atmosfera e che potrebbe influenzare, appunto, le precipitazioni.

Anche molti processi biologici sono influenzati dalle fasi lunari. Non si tratta certamente di una intuizione recente, visto che persino Aristotele aveva notato che le gonadi del riccio di mare femmina si ingrossavano in sincronia col ciclo lunare. Oggi sappiamo che questo avviene prima della luna piena e che risponde a un ciclo biologico che riguarda anche altre specie, come per esempio numerosi tipi di conchiglie che hanno la massima frequenza nel deporre le uova proprio durante il periodo della luna piena.

D’altra parte una relazione tra cicli lunari, ciclo mestruale e sessualità femminile, in genere, è ipotizzata da tutte le culture tradizionali e oggi non è estranea nemmeno alla scienza ufficiale, anche se certamente non può essere considerata una acquisizione del tutto ortodossa. Può essere divertente, comunque, pensare che Charles Darwin ne era assolutamente convinto: “…per quale ragione il ciclo femminile di ventotto giorni non dovrebbe essere un resto del passato, in cui la vita dipendeva dalle maree e quindi dalla luna?”, si chiedeva. Posta da lui, la domanda è inquietante.

Il problema che è stato comunque spesso sollevato dalle credenze e dalle tradizioni popolari non si limita agli effetti geofisici o biologici della luna, bensì ai suoi effetti “comportamentali”. Nello stesso linguaggio comune esistono numerose metafore di questo tipo, a volte a descrivere questo misterioso, ipotetico effetto: l’aggettivo “lunatico” o l’espressione “ ha la luna storta” servono proprio a indicare l’influenza che la luna può avere sul comportamento e l’umore. In ogni tempo e paese questo effetto della luna ha assunto colorazioni negative e tonalità sinistre.

Questa credenza, nei suoi modi espressivi più ingenui, si è trasformata addirittura in una precisa entità “clinica”, la licantropia, la malattia degli uomini-lupo, personaggi macabri che durante il plenilunio si trasformano in lupi, comportandosi come tali, cioè con una aggressività da belve fameliche. Certo non si tratta di una vera malattia bensì di un sintomo psicotico, una manifestazione delirante nel corso della quale un individuo crede di essersi trasformato in un lupo e si comporta come è convinto che il lupo debba comportarsi. In base alle nostre conoscenze etologiche, possiamo però sicuramente affermare che il lupo è ben lungi dall’essere quell’animale famelico e feroce dipinto dalle tradizioni. Secondo quello che ci suggerisce Lorenz, sarebbe molto più realistico sospettare che siano i lupi a soffrire di una “antropotropia”. Eppure non sono casi rarissimi. L’American Journal of Psychiatry riportò alcuni anni fa un caso di “licantropia”, nel quale una donna durante il plenilunio entrava in piena crisi psicotica e si comportava “come un lupo”. Il suo caso nascondeva omosessualità repressa e istinti zoofiliaci, ma sicuramente non era espressione del “mal della luna”.

Esistono casi ancora più classici, come quello di Charles Hyde, operaio inglese che si macchiò di delitti che in condizioni psichiche normali non avrebbe mai compiuto. Disse che in queste sue azioni era ispirato dalla luna, sia durante il plenilunio che durante il novilunio. Naturalmente la sua difesa non poté essere accettata, ma in compenso Robert Louis Stevenson  si servì del caso dell’operaio londinese per scrivere uno dei suoi racconti più noti.

Eppure qualche dato fa riflettere: è possibile, insomma, che la “colpa della luna” con la quale Otello giustifica la sua follia omicida abbia un qualche fondamento scientifico?

Certo, a volerle cercare le coincidenze si trovano. E formano una lista impressionante. Alcuni anni fa l’America fu sconvolta dalle azioni criminali di un maniaco noto col nome di “figlio di Sam”, un impiegato postale di 24 anni che in un anno uccise sei giovani donne e ne ferì altre sette tra i quartieri del Bronx, di Queens e di Brooklin. Cinque delle notti nelle quali commise i suoi delitti erano di plenilunio o novilunio. L’americana Sarah Moore attentò al presidente Ford durante una fase di plenilunio; l’esercito di liberazione simbionese rapì Patricia Hearst durante una fase di plenilunio. Alla fine dell’Aprile 1977, in fase di plenilunio, ben nove persone si suicidarono buttandosi giù dal Golden Gate Bridge di San Francisco. Era ancora una fase di plenilunio quando un uomo uccise ad Ackettstown, nel New Jersey, sei persone a lui sconosciute, suicidandosi subito dopo. Era plenilunio quando, nel gennaio 1978, un uomo di Rockford uccise tutti i suoi 6 figli…

L’elenco potrebbe continuare, ma non avrebbe, per quanto suggestivo, alcun significato scientifico. I casi riportati in questi truculenti eventi hanno valore aneddotico e basta. Eppure, ad una qualche influenza nefasta della luna hanno creduto in molti, personaggi illustri come Robert Boyle, Francis Bacon, Henry Moore. Anche nell’antichità non pochi uomini di sapere furono perfettamente convinti dell’influenza della luna sul comportamento: Eraclito, Aristotele, Paracelso ne furono sostenitori. E, nella categoria dei lunofili, bisogna annotare anche numerosi psichiatri, persino Benjamin Rush, considerato il padre della psichiatria americana. Laureatosi a Edimburgo nel 1768 e poi professore di medicina a Filadelfia per ben 44 anni, Rush era convinto che esistesse una indiscutibile relazione tra fasi lunari e malattie, con particolare riferimento a quelle mentali. Il fatto che le sue convinzioni fossero in qualche modo suffragate dalle sue personali osservazioni cliniche rende almeno più credibile una tale convinzione. In fondo, però, può sempre trattarsi solo di superstizioni. Di questo parere non erano evidentemente i responsabili scientifici dell’American Journal of Psychiatry, né gli autori dell’articolo da essi accettato per la pubblicazione e inserito in un numero della prestigiosa rivista del 1972, Arnold L. Lieber e C. R. Shering, dal titolo emblematico di “Omicidi e ciclo lunare: verso una teoria dell’influenza lunare sui disturbi emotivi umani”.

Luna e psichiatria

Arnold Lieber, uno psichiatra dell’Università di Miami, era stato affascinato dai misteriosi poteri attribuiti dalla tradizione alla luna, cioè dalle influenze lunari sull’aggressività. Naturalmente, non potendo fidarsi degli aneddoti (e abbiamo visto perché) decise di condurre una ricerca più sistematica. Insieme ai suoi collaboratori, scelse come variabile del comportamento aggressivo l’omicidio: sarebbe stato facile indagare su questo fattore, anche perché appariva agevole reperire dei dati con la collaborazione della polizia. L’indagine fu concentrata sull’ora della lesione che aveva provocato la morte, in quanto ciò avrebbe consentito una esatta valutazione del momento dell’aggressione. Trovare dati così precisi fu abbastanza difficile, ma il lavoro di campionatura fu paziente e accurato; la ricerca venne condotta su 1887 casi relativi alla contea di Dade e distribuiti in un periodo di quindici anni e su 2008 casi della contea di Cuyahoga, distribuiti in un periodo di tredici anni. Naturalmente Lieber e i suoi collaboratori si trovarono di fronte all’esigenza di “tradurre” i dati in tempo lunare, per stabilire in quale fase del ciclo della luna potessero essere collocati, e per farlo utilizzarono un particolare tipo di calendario meteorologico, la scala decimale lunare sinodica. Poi contarono il numero di omicidi avvenuti entro settantadue, quarantotto e ventiquattro ore prima e dopo ogni fase lunare, e il numero di omicidi in ciascuno di questi periodi fu comparato col numero previsto ipoteticamente. I dati raccolti con questo metodo, così analizzati, diedero risultati impressionanti. Per quanto riguarda la contea di Dade, si vide che in fase di plenilunio gli omicidi erano molto più numerosi che nelle altre fasi, in maniera statisticamente significativa. Fu registrata inoltre una diminuzione del numero di tali crimini durante il periodo di novilunio, con un rialzo secondario successivo a questo periodo. Per quanto possa sembrare strano, queste evidenze si accordavano perfettamente con un curioso dato astronomico, e cioè col fatto che in fase di plenilunio e di novilunio l’attrazione lunare è più forte: anche se non era possibile stabilire un rapporto causale, i risultati erano chiari.

Lo studio degli omicidi nella contea di Cuyahoga mostrò effetti simili, anche se non identici. Le cifre dimostravano che la maggior parte degli omicidi erano avvenuti in un arco di tempo di circa tre giorni dopo il plenilunio e il novilunio, e comunque si concentravano maggiormente in momenti specifici del ciclo lunare, in maniera simile a quanto constatato nell’altra regione. Le differenze potevano essere spiegate con la diversa posizione geografica delle zone nelle quali l’indagine era stata compiuta. Di fatto, quindi, una relazione tra aggressività e fasi lunari non poteva essere messa in discussione.

L’articolo di Lieber destò, naturalmente, molto scalpore, ma i suoi dati furono confermati da molte altre ricerche simili, anche se non mancò qualche voce dissenziente. Le più autorevoli furono quelle di Alex Pokorny e Kospeh jachimczyk, due medici, che risposero con un altro articolo, dal titolo: “La discutibile relazione tra gli omicidi e il ciclo lunare”, pubblicato anch’esso sull’American Journal of Psychiatry. Nel loro lavoro, apparso due anni dopo lo scritto di Lieber, essi presero in considerazione un campione di popolazione di Huston e sostennero di essere riusciti a confutare l’effetto.

Obbiettivamente, però, il loro lavoro utilizzò metodi abbastanza discutibili e parametri statistici imprecisi (per esempio, considerarono l’ora del decesso e non l’ora della lesione). Un riesame dei dati da parte di Lieber e dei suoi collaboratori portò ad una nuova conferma delle loro scoperte. Ma la convalida più autorevole fu ottenuta cinque anni dopo da Edward J. Malstrom, dell’Istituto Wright di Berkeley, nell’ambito di un progetto di ricerca sovvenzionato dal National Institute of Mental Health. La ricerca tendeva a mettere in relazione i cicli lunari con la periodicità degli omicidi e dei suicidi avvenuti nella contea di Alameda in California e in quella di Denver in Colorado, nello stesso periodo di tempo preso in considerazione nelle ricerche di Lieber (quindici anni: dal 1956 al 1970). Anche Malstrom utilizzò come variabile l’ora della lesione. I risultati furono praticamente identici a quelli ottenuti da Lieber, il che sembrerebbe confermare ancora una volta che i ritmi cosmici della luna possono influenzare le manifestazioni aggressive e il comportamento violento. Come possono essere, allora, spiegati questi risultati?

Le “maree biologiche”

Che una spiegazione dovesse esserci (e non di natura metafisica) era dimostrato anche da ulteriori serie di dati raccolti indipendentemente da altri studiosi. Judith Tasso ed E. Miller, del Dipartimento di Psicologia dell’Edgecliff college a Cincinnati comunicarono, per esempio, un rapporto basato sulle loro osservazioni, valutate statisticamente: in esso notarono che gli atti di violenza carnale, rapina, aggressioni feroci, omicidi, rapine, comportamento agitato, aumentavano decisamente durante le fasi di plenilunio. Il loro articolo, pubblicato sull’autorevole Journal of Psycology  nel 1976, forniva dati indubitabili. Due psichiatri, Gerald Weiskott e George B. Tipton, a loro volta pubblicarono un articolo su un’altra rivista di psicologia americana, relativo ai ricoveri in ospedale psichiatrico in relazione alle fasi lunari.

La ricerca fu condotta in Texas per un periodo di nove mesi ed evidenziò una più alta percentuale di ricoveri in periodo di plenilunio e durante l’ultimo quarto di luna. Gli stessi risultati furono ottenuti in una indagine condotta da Carlos Climent e Robert Plutchick: durante la fase di plenilunio si verificava un considerevole, significativo aumento dei ricoveri psichiatrici, specialmente per soggetti di sesso maschile. Naturalmente, l’obiezione di fondo che poteva essere mossa era che la visibilità stessa del disco della luna, insieme alle superstizioni ad essa legate, specialmente per i pazienti psicotici poteva influenzarne il comportamento: il delirio di influenzamento della luna è una manifestazione non eccessivamente rara. Una successiva ricerca di Blackman e Catalina, condotta nel pronto soccorso per malattie mentali della comunità di Staten Island a New York per un anno evidenziò invece la mancanza di qualunque relazione tra visibilità del nostro satellite e numero di ricoveri psichiatrici. Se l’influenza lunare c’era, non era condizionata dalla sua visibilità. I dati, insomma, erano sempre più consistenti e suggestivi.

Può, insomma, esistere una sottile influenza che condiziona il comportamento. In proposito Lieber elaborò una teoria che definì delle “maree biologiche”. Egli ipotizza che la luna, come altri corpi celesti, abbia un ruolo nel mantenimento di un corretto equilibrio ecologico tra l’uomo e il suo ambiente. Secondo lui, poiché l’essere umano è costituito dalle stesse sostanze che compongono il resto del pianeta, è sottoposto alle stesse influenze gravitazionali della luna. Specialmente in relazione all’altissimo contenuto di acqua dell’organismo umano (circa l’80 per cento) è ipotizzabile che i cicli lunari abbiano un qualche effetto anche su questa massa liquida, così come su tutte le acque del nostro pianeta. Insomma, anche l’uomo sarebbe soggetto a effetti di vere e proprie maree che raggiungono il loro massimo nel plenilunio e sino al novilunio, con effetti rimarchevoli sul comportamento.

Nell’organismo umano l’acqua è contenuta in tre comparti principali: intravascolare, intercellulare e intracellulare. Sappiamo bene che alterazioni nel ricambio e nel metabolismo dell’acqua nell’organismo umano possono produrre delle alterazioni non solo biochimiche, ma anche comportamentali. Un aumento del contenuto di liquido del corpo, con le implicite modifiche dell’equilibrio idrosalino, può causare persino delle alterazioni della personalità.

Se la luna è in grado di esercitare una qualche azione biologica sui liquidi dell’organismo ( quelle “maree biologiche”, alle quali appunto si riferisce Lieber), è facile pensare a un disturbo ad “eziologia lunare” sull’equilibrio idrico del corpo, con conseguente tensione nervosa e predisposizione all’agitazione emotiva. Fenomeni simili sono conosciuti; basta pensare alla sindrome premestruale, nella quale per un’eccessiva ritenzione di liquidi si verificano cambiamenti di umore, labilità emotiva, abbassamento della soglia per gli stress.

Non si può escludere a priori che la forza gravitazionale della luna possa produrre effetti simili. E ciò spiegherebbe i misteriosi dati evidenziati da queste ricerche.

Per quanto possa sembrare strana, questa ipotesi ben si accorda con dati emersi dalla psichiatria biologica più ortodossa. Oggi si sa, per esempio, che la psicosi maniaco-depressiva ( che tradizionalmente è stata considerata una malattia “lunare” per il suo andamento ciclico e la maggiore incidenza di fasi maniacali in certi periodi) può essere scatenata da alterazioni neurochimiche che hanno a che fare con l’equilibrio idrico e minerale dell’organismo. La sostanza base che sembra implicata in questa grave malattia è il litio, un oligoelemento che stabilizza la carica delle cellule nervose e che esercita una qualche azione sull’equilibrio idrico dell’organismo. Oggi esso rappresenta un efficace mezzo di cura non solo della psicosi maniacodepressiva, ma anche di certe forme di depressione endogena e di episodi di aggressività periodica.

Questa, come altre malattie, può essere influenzata da fenomeni del tipo delle “maree biologiche” ipotizzato da Lieber? I dati raccolti sinora, per quanto suggestivi, non sono comunque tali da poter fornire una soluzione definitiva del problema. Certo la tradizione e ora anche una certa mole di lavori scientifici ortodossi forniscono qualche evidenza di un reale effetto della luna sul comportamento, o di una correlazione tra aggressività e fasi lunari.

La teoria di Lieber fornisce anche una base biologica accettabile, e non è la sola.

Altri autori hanno ipotizzato cambiamenti nei campi elettromagnetici, radiazioni particolari e altre energie misteriose che potrebbero fornire una spiegazione fisica a questi dati peraltro indubitabili.

In ogni caso, le conclusioni degli “psichiatri della luna” meriterebbero di essere studiate con maggiore attenzione e minori pregiudizi. D’altra parte, ipotizzare che le forze cosmiche influenzino anche il comportamento umano non appare né irrazionale, né antiscientifico.

“L’uomo, come altri mammiferi, uccelli e persino insetti, – scriveva Charles Darwin – è soggetto a quella legge misteriosa che fa sì che certi processi normali come la gestazione, e anche l’incubazione e la durata di varie malattie, seguano le fasi lunari”. Non è stato il solo a pensarla in questo modo. Anche se la “silenziosa Luna” continua a irradiare un certo fascino, cominciamo forse a comprendere le sue misteriose influenze sul comportamento umano.

Giovanni Iannuzzo

Cefalù, nell’ambito dell’iniziativa di BCsicilia “30 libri in 30 giorni” si presenta il volume “La strada” di Rosa Maria Lucchese

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Organizzato da BCsicilia, in collaborazione con il Comune di Cefalù, nell’ambito dell’iniziativa “30 libri in 30 giorni”, si presenta giovedì 18 Aprile 2024 alle ore 17,30 presso la Sala delle Capriate il volume di Rosa Maria Lucchese “La strada” (Edizioni Arianna). Dopo i saluti di Francesco Calabrese, Presidente del Consiglio Comunale, di Daniele Tumminello, Sindaco di Cefalù, di Antonio Franco, Assessore alla Cultura, dialogheranno con l’autrice Peppino Re, già Docente di Storia e Filosofia Liceo Classico Mandralisca, e il medico Domenico Longo. Modererà l’incontro Valentina Portera, Presidente della sede BCsicilia di Cefalù, mentre le letture saranno a cura di Margherita Imburgia, Docente di Lettere presso I.C. Botta. Conclusioni di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia.

La Strada è un romanzo verosimile, perché la vita degli uomini può regalare momenti di gioia e di riscatto, è il romanzo della speranza, che lascia nel lettore un gradevole senso di benessere e di empatia con il protagonista.

Il personaggio principale, Nicola Belmonte, percorrendo la strada della sua vita, passa attraverso biforcazioni, vicoli ciechi, strade sterrate che lo condurranno alla meta non più agognata, ma segretamente desiderata. Il percorso sembra unidirezionale, già segnato inesorabilmente ma, improvvisamente, imbocca una rotatoria che lo condurrà verso un itinerario inaspettato.

La narrazione fluida è interrotta da un lungo flashback, che permetterà al protagonista di raccontare l’antefatto che ha segnato la sua attuale condizione di vita.

Nicola è l’antieroe, l’uomo segnato dalla vita, lo sconfitto di verghiana memoria, ma è anche l’uomo del riscatto sociale, che ha ricevuto da quella stessa vita il prezioso regalo del ritrovare se stesso, uscendo da quel grigiore e da quella fragilità che sembravano contraddistinguerlo. Personaggio indispensabile è Amelia, la figlia tanto amata, cui vuole restituire la grandezza del suo passato, ma Amelia è la spettatrice della vita del padre; è di poche ma efficaci parole, è la forza propulsiva della sua vita. Amelia è la compagna di viaggio del lettore, che passo dopo passo percorre la strada di Nicola Belmonte, dal campo di prigionia Stablack 1/ A (esperienza realmente vissuta e narrata da un veterano di guerra) alla realizzazione della meta inaspettata cui giunge.

Altri ambienti tholoidi forati ed “architettura ipetrale” da valorizzare nell’entroterra Sikano

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Tholos e Grangela di Licata (AG)

Monumentale ambiente a tholos con Oculus di sommità (Fig.1), scoperto alla fine del 1800 durante la costruzione della via Marconi, che ne ha comportato la parziale distruzione. Oltre che definita come “tomba minoica” da C. Cellura, per la sua incontestabile somiglianza con il Tesoro di Atreo a Micene, viene dato “ufficialmente” come un grande silos per la conservazione del grano … anche se in realtà la sua natura umida tende ad escluderla. La sua ubicazione non lontana dall’altro enigmatico ipogeo della Grangela (Fig.2), fa ipotizzare che la tholos vi potesse essere collegata, visto anche che probabilmente, nella parte distrutta, erano presenti dei cunicoli.

https://licatainrete.it/monumenti-licata-tholos/

Ipogei tholoidi nel feudo Montoni Vecchio di Cammarata (AG)

Siamo al confine delle province di Agrigento e Caltanissetta, in contrada Montoni Vecchio alle spalle della Stazione ferroviaria di Valledolmo in direzione strada di fondovalle per il Tumarrano nella Valle del fiume Platani/antico Halykos, che confluisce sulla strada statale Palermo-Agrigento. E’ il luogo ideale per la latitanza o il distacco per il deserto del silenzio monastico, a circa un’ora di strada a piedi dal sito della Gurfa di Alia, verso meridione, a cui gli ingrottati guardano. Ci sono parecchi ambienti in ipogeo, tholoi con Oculus sommitale (Figg.1-2), con incisioni e graffiti fra i quali è ripetuto il Tridente; riusati ancora adesso per scopo agricolo-pastorale. Su segnalazione dell’amico geologo Piro e del gruppo di appassionati ricercatori organizzati da G. Canalella di Mussomeli siamo andati tempo fa a fare una veloce verifica di “archeologia fatta con i piedi”, constatando la presenza di un importante strato affiorante di frammenti ceramici antichi o antichissimi e lo stato di totale abbandono nel destino del latifondo contadino della Sicilia Persa. Nel 2007, ne ho scritto in un breve saggio, “Tholos e Tridente” (Figg.3-4 copertina e retro), mettendo in relazione diretta gli ipogei con la tholos della Gurfa. Nessuno degli “addetti ai lavori” risulta essersene occupato. Claudio Paterna ne ha fatto una citazione in un importante articolo del quotidiano Repubblica/Palermo del 26.1.2010 a cui si rinvia per documentazione.

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/01/26/sulle-tracce-di-minosse-risalendo-il-platani.html

Carmelo Montagna