“Recinti” preistorici a Caltabellotta: cosa raccontano “quattro pietre in giro”

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In chiusura di queste sommarie ricognizioni sulla vasta presenza di costruzioni con “rovine circolari”, diffuse ovunque nella campagna siciliana, sopravvissute a spietramenti agricoli e ruspe, mi pervengono varie segnalazioni di amici. Fra le tante, vale per tutte, scelgo questa di Caltabellotta, per importanza: delle dimensioni, dei risultati inattesi di saggi di scavo archeologico, del fascino storico della antichissima Triokala/Caltabellotta, conosciuta agli studi come sito indigeno/punico/greco/romano/medievale … e splendido “presepe urbano” dell’entroterra di Sciacca. Insomma un brano della “Sicilia Eterna” da valorizzare più di quanto già fatto.

In proposito, dopo gli studi dei compianti amici L. Rizzuti e P. Veneroso, strepitose sono le recenti considerazioni archeoastronomiche su varie località, dai nomi suggestivi e forse di origine “sanscrita” come sostiene Enrico Caltagirone, che sta proponendo il gruppo di studiosi che fanno capo a V. C. Mulé, per Caltabellotta, o a A. Scuderi e F. Maurici, per la Sicilia intera, per non citare che i più “visibili”, assieme all’intrigante lavoro che conduce C. Marchese. Mi ritrovo un paio di immagini ed un articolo da “La Sicilia”, del 2.12.2015. Ricavo queste notizie, per saggio di scavo a San Benedetto, mi pare che si chiami anche “Gulèa”, condotto con spirito di “volontariato” da R. Panvini e D. Palermo con studenti dell’Università di Catania.

Dall’apparenza banale dei “recinti circolari”, diametro circa m. 10 è emerso questo: ceramiche di “Cultura Pantalica Nord” ma in ambiente occidentale, con evidenza di importazioni dalla Sardegna nuragica, simili a reperti preistorici trovati in Spagna e Grecia, probabilmente per via dei contatti della marineria cipriota. Vertiginosi itinerari mediterranei fra Età del Bronzo e del Ferro con la Sicilia “interna” al centro di tutto. Compreso il commercio metallico del bronzo.

In breve, come dicono gli autori dello scavo: un sito inatteso dove si trovano insieme elementi di cultura Indigena, Punica, Greca, Romana. Oltre la poderosa stratificazione storica medievale attestata dalla Triokala/Caltabellotta meglio conosciuta agli studi.

E’ questa la conferma/orizzonte dei palinsesti culturali di tutta la Sicilia “povera” dell’entroterra. Occorrono quindi “nuovi occhi” e “nuove menti” per “nuovi/antichissimi viaggi attorno a noi”. Proprio così: “circolari”.

Foto 1 e 2 Strutture di fondazione circolari in contrada “Gulèa” – San Benedetto a Caltabellotta.

Foto 3 Articolo di I. Di Bartolo in “La Sicilia” quotidiano del 2.12.2015.