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Notte bianca a Cerda: l’eleganza e la magia dell’evento che ha illuminato Piazza La Mantia

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Nella serata di ieri, Piazza La Mantia a Cerda si è trasformata in un palcoscenico di arte, musica e spettacolo con la  “Notte Bianca”. Un evento straordinario che ha regalato ai partecipanti un’esperienza indimenticabile, celebrando l’inizio dell’Estate Cerdese con stile e creatività.

Il sindaco di Cerda, Salvatore Geraci,  ha affermato entusiasta “Buona la prima!” in riferimento alla riuscita dell’evento, caratterizzato da artisti ed eccellenze creative di grande prestigio. Ha inoltre evidenziato l’eccezionale ospitalità e accoglienza che contraddistingue Cerda, sottolineando come la serata sia stata all’insegna dell’inclusione e della contaminazione tra cultura, cibo e spettacolo.

L’evento è stato dedicato a tutte le fasce d’età, ha aggiunto il sindaco, con una particolare attenzione rivolta agli adolescenti, che hanno potuto godere di spettacoli coinvolgenti e intrattenimenti adatti al loro gusto e interesse. La varietà di proposte offerte ha contribuito a creare un’atmosfera vibrante e inclusiva, in cui ognuno ha potuto trovare spazio e divertimento.

L’atmosfera si è animata dalle ore 19,30 con la presenza di deliziosi stand di street food, che hanno deliziato i presenti con le prelibatezze della tradizione locale. I sapori autentici e genuini hanno reso omaggio alla ricchezza culinaria di Cerda, offrendo un viaggio gastronomico attraverso le specialità del territorio.

Il momento clou della serata è iniziato alle ore 21,00, con una serie di spettacoli di intrattenimento che hanno rapito l’attenzione di tutti i presenti. L’ASD Salvo Dance ha regalato un emozionante spettacolo dal titolo Battiti di Danza, mentre il gruppo musicale cuntu e cantu folk ha fatto risuonare melodie coinvolgenti nell’aria.

Gli “incontri d’estate” hanno regalato momenti di allegria e sorrisi, con la grazia di Sonia Hamza e la comicità del grande Manlio Dovì. Le performance musicali di Astol e dell’orchestra XXL di ZENA hanno incantato gli spettatori, trasportandoli in un vortice di emozioni e note straordinarie.

Vari artisti di strada hanno aggiunto il tocco finale alla serata con le loro suggestive performance che hanno reso l’atmosfera ancora più magica e coinvolgente interessando anche il lungo corso della via Roma.

Questa  iniziativa ha sapientemente esaltato l’unione tra cultura, spettacolo e convivialità rivelandosi un’occasione preziosa per riscoprire le proprie radici, condividere emozioni e creare ricordi indelebili in armonia con l’intera comunità.

Salvina Cimino

“Tra mari e ninfee”, a Gangi la personale di Rosario Genduso

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Torna a esporre a Gangi, a Palazzo Bongiorno, Rosario Genduso con la personale di pittura “Tra mari e ninfee”, inaugurata il 3 agosto scorso.

Artista eclettico e raffinato, dalle salde origini madonite e dall’ispirazione chiaramente impressionista, da Monet a Van Gogh, ama adoperare tecniche miste prediligendo l’uso delle spatole e con uno stile originale e suggestivo regala una pittura materica dalle splendide tonalità cromatiche che si rincorrono e si fondono in un elegante gioco di colori e movimento attraverso un approccio singolarissimo alla luce.

La sua maestria nel cogliere finanche gli aspetti più fugaci delle rappresentazioni racconta viaggi inebrianti tra gli elementi naturali che divengono affascinanti protagonisti in cui trionfa la bellezza colta con gli occhi dell’artista mentre riverberano incantati il profondo stupore dell’anima lungo un percorso manifestamente introspettivo che va a sposarsi con l’autentica, tranquilla serenità di chi osserva.

I dipinti in esposizione, raffiguranti soprattutto meravigliose ninfee che sembrano fluttuare leggiadre su deliziosi paesaggi d’acqua e il mare fissato sulla tela in tutte le sue magnifiche sfumature con le barche appena accennate che paiono fendere decise le onde, conquistano i visitatori che felicemente si lasciano trasportare dalle emozioni, condotti per mano dalla potenza interpretativa delle opere spesso dominate dai caldi colori della natura lussureggiante e inconfondibile della Sicilia a cui il Genduso, che ormai  espone ben oltre i confini dei territori d’origine, da Palermo a Roma, da Ravenna a Venezia e oltre, continua a essere  profondamente legato.

La mostra, dallo stile personalissimo ed evocativo, una sorta di immersione sensoriale che si fa esperienza di una narrazione dai mille stupefacenti fili orditi, sarà fruibile al pubblico fino al 12 agosto, ore 9,00-13,00 e 15,00-20,00, con ingresso gratuito.

Maria Piera Franco

SS113, mercatino dell’usato? No: è proprio «munnizza» e ci sono dei colpevoli, vi diciamo chi

Le istituzioni, onestamente, fanno il loro dovere. C’è chi approfitta della sua stupida “malantrineria” (detta proprio alla siciliana) per sporcare, il nostro reportage fotografico è la prova di quanto vediamo quotidianamente nelle nostre strade.

Proprio cosi, torniamo a parlare di munnizza! Ora, è davvero brutto scomodare autori come il principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa per parlare di un argomento che purtroppo è alla base del vivere quotidiano. «I siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria». Così recita una frase del celebre romanzo “Il Gattopardo”, dell’autore sopracitato, quanta amara e aspra verità. Si parla tanto di bellezza del nostro territorio, ci sono proclami che fanno sembrare di essere nel paradiso terrestre, eppure, più che un paradiso sembra di stare in una discarica. Basta farsi un giro sulla SS113 da Termini Imerese a Cefalù, per accorgersi che quanto di cui vi stiamo parlando è la pura realtà. C’è di tutto, dalla cicca di sigaretta al mobile vecchio pieno di tarli che deve essere buttato ma anche materassi, latte, vecchie lastre ondulate di eternit (amianto), sfabbricidi, insomma di tutto e di più.

Ci sono dei colpevoli? Chi controlla? Chi prende provvedimenti? Ebbene, qualcuno penserà che siamo qui a parlare di amministrazioni comunali, forze dell’ordine, volontari, associazioni di categoria, cittadini attivi in tal senso: nulla di tutto ciò. Parliamo dell’incivile nonché “lagnusu”. Il problema dei rifiuti è sempre stato attuale in Sicilia, non bisogna nascondere il fatto che in passato si poteva fare di più e chiaramente oggi si può fare ancora per arginare il fenomeno, tuttavia i comuni del nostro Comprensorio hanno attivato i vari servizi, funzionanti ed efficienti, in modo tale da permettere la raccolta differenziata ed evitare così che accadono fenomeni di abbandono di rifiuti. Ora, cosa vi costa seguire una semplice regola? Non c’è nulla di “malantrinu” nel farsi belli a dire: «iu un fazzu nenti, a fattu sempri accussì e accussì fazzu, mi nni’ staiu futtennu da raccolta differenziata, sa facissiru iddi».

Ammettiamolo, questa è la frase che spesso abbiamo sentito dire da coloro che danno fiato alla bocca solo perché respirare è fisiologico. Quindi, inutile prendersela con chi ci governa se poi riflettendoci un attimo capiamo che la colpa è di tutti noi, anche di coloro che vedono e non dicono nulla, perché poi sono questi ultimi, che fanno confronti magari con i paesi del Nord Europa dove vige la civiltà e grazie al cielo non sono stati colonizzati da noi che viviamo questa realtà quotidiana. C’è chi addirittura getta i sacchetti fuori dal finestrino dell’auto come se fosse una palla da basket, chi lancia bottiglie vuote, fazzoletti e tanto altro ancora.

Poi ci si chiede anche dell’aumento dei tumori, del cambiamento climatico, della mancanza di pioggia, della zona industriale che ha inquinato: cosa ci lamentiamo a fare se poi siamo noi i primi a non rispettare il nostro ambiente e la nostra salute? La verità è solo una: «il sonno è ciò che i siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali». Quindi, sarebbe ora di smetterla di continuare a farci del male, non invitiamo la gente a venire dalle nostre parti, loro sono abituati al vivere civile, ci guardano come se fossimo pezzi da museo rimasti fermi a tempi che non esistono più, pensano di venire a trovare la cultura, noi che l’abbiamo creata, eravamo la culla della civiltà, fucina di menti brillanti, premi Nobel, imperatori, re, santi, artisti, ora siamo diventati solo una cosa: munnizza!

William Salina

Quanto costano le case a Cefalù? Una città che guadagna turisti ma perde abitanti

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Per trovare risposta al quesito, apparentemente banale, basta scorrere gli annunci immobiliari delle major nazionali del settore, che riportano le offerte del loro mercato su Cefalù:

– in centro storico, si trovano punte attorno ai 4.000 euro al mq., per abitazioni senza ascensore;

– nei quartieri centrali, punte attorno ai 3.600 euro al mq, quasi sempre per appartamenti serviti da ascensore.

Con questi numeri, ed anche se vi fossero degli sconti, o si trovassero situazioni in qualche modo più favorevoli (in campagna, o – come purtroppo accade – nei seminterrati) come potrebbe una normale giovane coppia, spesso monoreddito, sperare di poter mettere su casa a Cefalù?

La città guadagna turisti ma perde abitanti. Pessimo segno, perché l’abbandono innesca sempre circoli viziosi pressoché automatici, che oltre un certo limite costituiscono volano potente di decrescita. Ci accorgiamo che una semplice curiosità sul prezzo di acquisto di una casa, se correlata con la considerazione attenta delle condizioni della realtà al contorno, ci apre spiragli di ragionamento che possono proiettarci dentro scenari inquietanti. La perdita di circa 396 abitanti tra il 2011 e il 2021 sembrerebbe in effetti poca cosa. Ma al 1° gennaio di quest’anno se ne erano perduti altri 97, mentre ad oggi, nel giro dell’ultima dozzina d’anni, gli abitanti perduti sono sicuramente un mezzo migliaio.

Il fatto è già preoccupante, se solo si considerano le conseguenze che un minor numero di abitanti ha comportato per la modifica del sistema elettorale comunale, e per la riduzione di consistenza della rappresentanza democratica cittadina in Consiglio. Di più, nella attestata perdita di abitanti non si registra il numero di quanti sono andati a vivere nei paesi vicini, meno cari, che però mantengono la residenza presso i parenti di Cefalù. E ancora, non si considerano neppure quei giovani emigrati, tra cui tanti sono i laureati, che per qualche anno, prima di assestarsi, mantengono la loro residenza ufficiale nella città e nella casa di origine, pur abitando al Nord o all’Estero vicino. Ed è, quest’ultima, una perdita secca di competenze e di variegatura di presenze nel corpo sociale della città. Fatto grave, essa segnala l’evaporazione di una quota notevole di classe dirigente che possa assumersi responsabilità di governo per il futuro immediato, nonché la perdita di una intellighenzia, di una intellettualità, capace di decifrare la realtà globale e locale e di indirizzarne il futuro: un colpo gravissimo assestato alla ricchezza culturale e civile, politica e sociale, se non pure economica, di tutta la città. In ogni caso, di fatto, quelli che partono se ne vanno anche perché la monocultura imperante del turismo di massa non ha bisogno delle loro competenze, spesso assai più fini o sofisticate.

Chi resta? I pensionati e gli addetti alla ristorazione e alla ricettività, oltre a una classe commerciale e professionale, a volte esterna alla città, che interagisce e prospera col settore del turismo, senza curarsi di nient’altro.

Nulla da aggiungere? Sì, c’è dell’altro, perché oltre alla proliferazione dei B&B, che di per sé espellono gli abitanti (specialmente quelli del centro storico, dove si accentuano i soggiorni brevi estivi) va trasparendo l’inizio di una sostituzione ancora più insidiosa, per la quale ai vecchi residenti subentra un minor numero di occupanti, che acquistano le case per abitarle per poche settimane all’anno: un fenomeno diversamente degenerativo, una “gentrificazione” forse non più germinale, che resta tutta da indagare. Che la situazione sia patologica non c’è comunque alcun dubbio. Tra tutte le urgenze poste dal sovratturismo, resta quella, cruciale e non più rimandabile, di una politica sociale della residenza. Se ne rende conto la Pubblica Amministrazione della città? O davvero non le interessa?

Marcello Panzarella

Nell’illustrazione: Andamento della popolazione di Cefalù.

Nel decennio 2011-2021 Cefalù ha perduto 396 abitanti. Nei due anni successivi, fino al 1° gennaio dell’anno corrente, ne ha perduti altri 97. Ad oggi, nel corso di una sola dozzina d’anni, la città ha già perduto mezzo migliaio di abitanti.

Fonti dei dati: Wikipedia e Sito Ufficiale del Comune di Cefalù

Termini Imerese, “Edipo e le stragi: le verità nascoste” spettacolo all’alba al Museo civico

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Continuano gli spettacoli dell’Estate della città di Termini Imerese 2024: domenica 11 agosto alle 5 del mattino il giardino cinquecentesco del Museo civico Baldassarre Romano ospiterà lo spettacolo teatrale “Edipo e le stragi: le verità nascoste” testo e regia di Mimmo Minà con il coro Auser Termini Imerese.

Lo spettacolo mette in scena un classico rivisitato che guarda alle stragi del 1992. “lo so i nomi dei responsabili delle stragi, lo so i nomi del gruppo di potenti, lo so i nomi di coloro che, tra una Messa e l’altra, hanno dato le disposizioni, lo so i nomi delle persone serie e importanti, lo so tutti questi nomi e so tutti i fatti di cui si sono resi colpevoli. lo so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi”. Cosi scriveva, in un articolo di denuncia alla classe politica Pier Paolo Pasolini.

“Abbiamo da poco vissuto la 32esima ricorrenza della strage di Capaci – affermano i promotori – Una strage preceduta e seguita da tante altre stragi le cui verità, spesso insabbiate, restano ancora oggi sepolte. Esploreremo le verità nascoste delle stragi di tutti i tempi con i personaggi del teatro classico: Edipo: l’enigma dietro ogni verità, Antigone: la verità da nascondere e seppellire, Tiresia: la consapevolezza delle verità impronunciabili. Un potere imbrigliato e incatenato al suo stesso destino, incapace a dare risposte a tutto ciò che non si sa o si tace. In un immaginario paesaggio devastato da lutti, gemiti e lamenti”. L’ingresso è gratuito.

Roccapalumba: la festa del SS. Crocifisso tra memoria, riti e tradizioni

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“La festa del SS. Crocifisso: Memoria, riti e tradizioni” è il titolo dell’incontro di studi che si terrà sabato 10 agosto 2014 alle ore 18,00 nei locali del salone parrocchiale a Roccapalumba. Interverranno il prof. Filippo Salvatore Oliveri e l’avv. Salvatore Giovanni Loforte, entrambi studiosi di storia locale e autori di diverse pubblicazioni il cui prezioso contributo servirà ad aggiungere un ulteriore tassello ad un progetto di più ampio  respiro che ha come obiettivo principale di far conoscere le vicende storiche relative alla comunità di Roccapalumba. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Ohana in collaborazione con la sede di BCsicilia e la locale parrocchia. Alle ore 19,30 verrà inaugurata nella sede dell’associazione sita in via Giuseppe Garibaldi, 85 la mostra sul culto tributato nei secoli dalla comunità roccapalumbese al SS. Crocifisso con l’esposizione di documenti d’archivio, gonfaloni, oggetti e abiti rituali, foto d’epoca e altro ancora.

Nonostante sia rimasto un piccolo centro agricolo, Roccapalumba  ha un passato meritevole di essere esplorato e conosciuto. L’etnoantropologo Giuseppe Pitrè, nel suo libro “Feste patronali in Sicilia” descrive dettagliatamente la festa del Crocifisso a Roccapalumba considerandola tra le più importanti e particolari dell’intera Isola.

L’Associazione Ohana con questo incontro di studi da inizio ad una serie di eventi culturali atti a valorizzare il territorio, divulgandone la storia, le tradizioni, il dialetto, i siti archeologici e antropologici e tutto ciò che di peculiare vi si trova, in vista delle celebrazioni del IV centenario dalla fondazione del Comune di Roccapalumba. Per informazioni Saverio Di Sparti cell. 3206262504.

Termini Imerese, all’Antiquarium di Himera serata dedicata alla Phiale aurea di Caltavuturo

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Si è tenuta ieri una visita guidata all’Antiquarium di Himera nel Comune di termini Imerese, dedicata alla presentazione della Phiale aurea di Caltavuturo. Questo straordinario reperto archeologico, di eccezionale pregio e valore, ha avuto una lunga e complessa vicenda giudiziaria che lo ha visto viaggiare dall’entroterra siciliano a New York e poi ritornare in Sicilia.

L’evento, che ha vantato una significativa partecipazione di pubblico, è stato introdotto dal direttore del Parco Archeologico di Himera, Solunto e Iato, Domenico Targia. Successivamente, l’archeologa Laura Di Leonardo ha condotto i partecipanti attraverso una dettagliata esposizione del reperto, fornendo preziose informazioni sul suo contesto storico e culturale. La visita ha offerto un’importante opportunità per valorizzare e promuovere il patrimonio culturale locale, nonché per approfondire la comprensione della storia e garantire la celebrazione e la preservazione della vasta eredità culturale siciliana.

La serata si è conclusa con un tocco di raffinatezza, grazie alla performance della pianista Oksana Pavlova, che ha incantato il pubblico con un elegante recital pianistico. Questo momento musicale ha completato l’evento, offrendo un’esperienza culturale completa e memorabile. Il successo dell’iniziativa ha certamente contribuito ad arricchire il prestigio dell’Antiquarium e del Parco Archeologico, consolidando il loro ruolo nella valorizzazione del patrimonio storico e culturale.

“La phiale mesomphalos (latino patera umbilicata) è una forma ben attestata nel mondo greco, sia con esemplari in ceramica che metallici. Come scrivono nel 2005 Francesca Spatafora e Stefano Vassallonel libro  “La phiale aurea di Caltavuturo” Breve guida  a cura della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo. La sua funzione, prevalentemente legata alle libagioni ed alle offerte alle divinità nel corso della celebrazione di riti religiosi, fa sì che in taluni casi le phialai siano particolarmente preziose ed entrino a far parte dei tesori dei templi e dei santuari. Con ombelico centrale largo cm 3,9 e profondo cm 2,7; bordo pressoché verticale, alto cm 1,8 e spesso cm 0,35, con orlo leggermente inspessito. Ad esclusione del bordo, la vasca è interamente decorata a sbalzo, con la tecnica della punzonatura e della cesellatura, e ad incisioni ottenute con microbulini a punta sottilissima. La decorazione, in rilievo sul lato esterno del vaso, consiste di quattro fasce concentriche, ciascuna costituita da 36 elementi continui e di misura crescente dal centro verso il bordo. Il cerchio interno, più vicino all’omphalos, è formato da una fila di faggine, le altre tre fasce concentriche sono costituite da ghiande.

Mentre gli spazi tra i frutti delle tre fasce interne sono definiti da eleganti linee, nodi e perline, le ghiande della fascia esterna si alternano ad un delicato motivo costituito da api e fiori di loto stilizzati. La fascia intorno al profondo omphalos centrale, è decorata all’esterno con un raffinato motivo vegetale con grappoli, foglie e tralci di vite, che si sviluppa con elegante andamento curvilineo.

Nella parte interna della coppa, quasi a circondare l’omphalos, è applicato un sottile collarino zigrinato che segna e ricopre, verosimilmente, il punto di saldatura della vasca e dell’omphalos. Attorno ad esso vi è un cerchio di piccoli semicerchi decorati internamente con motivi lineari e tra il cordoncino e l’omphalos una fascia circolare in cui si alternano quindici palmette a sette petali tra cui si riconoscono fiori di loto stilizzati. Seconda metà IV-prima metà III sec. a.C. La storia del “recupero” della phiale è lunga e complessa, trattandosi non soltanto della riscoperta di un eccezionale reperto archeologico ma, ancor prima, del frutto di un’importante e difficile inchiesta giudiziaria che ha segnato un rilevante traguardo dello Stato Italiano nel recupero del patrimonio storico-artistico illegalmente trasferito all’estero”.

Salvina Cimino

Benito Mussolini  non è più cittadino onorario di Termini Imerese: il Consiglio Comunale ha revocato la concessione

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Nella seduta dell’8 agosto 2024 il Consiglio Comunale ha ratificato la delibera della Giunta municipale, che aveva manifestato la volontà di revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, concessa il 20 maggio 1924: l’ex Duce quindi, dopo ottant’anni, non è più cittadino di Termini Imerese.

L’Associazione 25 Aprile di Termini Imerese ha voluto esprimere  con un comunicato il proprio ringraziamento al Sindaco, alla Giunta e al Consiglio Comunale, per l’accoglimento della loro richiesta, avanzata l’11 giugno scorso. “Spiace, solo – afferma in una nota il Presidente Umberto Gentile – rilevare la sortita di un Consigliere comunale che, nel corso della sua dichiarazione di voto, ha giudicato l’argomento all’ordine del giorno, come una “carnevalata”. Questo non ci toglie la soddisfazione di una decisione, che onora i suoi cittadini partigiani, internati militari e antifascisti che hanno contribuito a liberare l’Italia dai nazifascisti, affermando i valori dell’Italia Repubblicana e la promulgazione della Carta Costituzionale a garanzia dei valori fondanti della riconquistata democrazia”.

Termini Imerese, ex Blutec: arriva finalmente la soluzione per i 533 operai

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La Giunta regionale ha approvato la riprogrammazione del Piano per l’occupabilità in Sicilia che destina 30 milioni di euro del Fondo sociale europeo per la chiusura della vertenza dello stabilimento ex Blutec attraverso misure di politica attiva e di accompagnamento all’esodo. La soluzione individuata, e condivisa da tutte le parti coinvolte, prevede il ricorso all’isopensione per i 183  lavoratori che il piano industriale del gruppo Pelligra, aggiudicatario del bando per la riconversione dello stabilimento, considera “in eccedenza”, mentre i restanti 350 saranno assunti con l’impegno della Regione a supportare la loro riqualificazione.

«Con questo provvedimento – commenta il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – chiudiamo definitivamente una storia carica di incertezze per i lavoratori dello stabilimento ex Blutec e per le loro famiglie che non vivranno più con lo spettro della disoccupazione e della precarietà. Accompagneremo al prepensionamento chi non sarà assunto dal gruppo Pelligra, scongiurando il rischio di un licenziamento collettivo. Nessuno sarà abbandonato a se stesso, come è stato fatto per troppo tempo».

«Abbiamo trovato l’area industriale di Termini Imerese – aggiunge inoltre Schifani – abbandonata a se stessa, sommersa da false promesse e da prospettive di degrado, abbiamo lavorato per trovare una soluzione vera e adesso, finalmente, c’è un gruppo industriale intenzionato a rilanciare il sito stimolando la crescita economica dell’intera area e, risultato altrettanto importante, abbiamo garantito un futuro a tutti i lavoratori. Impegno e strategie per lo sviluppo della nostra Isola: questa è la cifra del governo che ho l’onore di guidare».

«Voglio ringraziare – conclude il presidente della Regione Siciliana – il ministro Adolfo Urso per la sensibilità e l’impegno che ha profuso per la risoluzione di questa vicenda a nostro fianco, e, ovviamente, anche l’assessore Edy Tamajo per il lavoro costante e continuo nel corso di questi mesi per il rilancio del sito industriale e l’assessore Albano per avere individuato la soluzione a garanzia dei lavoratori rimasti esclusi dal nuovo piano industriale».

«Giornata storica per i lavoratori ex Blutec – afferma il deputato Gaspare Vitrano, Presidente della III Commissione all’Ars – dopo 12 anni di delusione di incertezza e di fallimenti finalmente il governo regionale ha approvato lo stanziamento di 30 milioni per promuovere misure concrete a favore dei lavoratori. Il governo Schifani con l’assessore Tamajo hanno dato una svolta importante alla vicenda che ormai si trascinava da troppo tempo ed era un atto dovuto ai lavoratori alle loro famiglie e all’intero territorio».

«Risultato importantissimo – afferma ancora Vitrano – frutto di un grande lavoro che ha visto governo parlamento e anche governo nazionale impegnato per risolvere questa vicenda. Credo che sia un segnale di grande attenzione verso il mondo produttivo e una grande opportunità per la rinascita del comprensorio produttivo dell’area termitana. Adesso bisognerà vigilare da vicino affinché gli impegni assunti vengano mantenuti».

«Da troppi anni  – afferma il Consigliere comunale di Termini Imerese Fabio Comella – la triste vicenda è causa di preoccupazione per tutti quei lavoratori rimasti bloccati in un una vertenza che sembrava non avere fine. Oggi sembra che si cominci ad intravedere la luce in fondo al tunnel».

Finanzieri in una nota discoteca della Provincia di Palermo: scoperti 15 lavoratori in nero

I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza hanno individuato 15 lavoratori irregolari impiegati in una nota discoteca della provincia di Palermo. In particolare, a seguito di una mirata e preliminare attività di monitoraggio delle aziende operanti nello specifico settore, connotate da indici di pericolosità fiscale, gli investigatori hanno individuato una discoteca gestita da una società che risultava, a seguito dell’incrocio delle evidenze emerse dalla consultazione delle banche dati in uso al Corpo, aver effettuato versamenti di ritenute IRPEF non compatibili con l’attività dell’impresa stessa. È stato così predisposto uno specifico controllo al cui esito sono stati individuati ben 15 lavoratori “in nero”, pari al 100% della forza lavoro, irregolarmente impiegata dal datore di lavoro in tutte le diverse mansioni necessarie per il funzionamento dell’esercizio commerciale. L’unico in regola è risultato il disc jockey in possesso di contratto di collaborazione con la società e delle autorizzazioni per lo svolgimento dell’attività. Al termine dell’attività ispettiva, sono state complessivamente comminate ai responsabili sanzioni amministrative fino ad un massimo di euro 175.500,00. Continuano incessanti i controlli delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Palermo, per contrastare il fenomeno del sommerso da lavoro che arreca danni all’intero sistema economico del Paese perché sottrae risorse all’Erario, mina gli interessi dei lavoratori e compromette la leale e sana concorrenza tra le imprese.