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Si parla dell’epopea dei Dirigibili alla quarta lezione del Corso “1915-18. La Sicilia nella grande guerra”

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Si terrà giovedì 15 maggio alle ore 17 la quarta lezione del Corso “1915-18. La Sicilia nella Grande guerra: inediti aspetti del conflitto” che sarà tenuta dal prof. Alessandro Bellomo, con la presentazione a cura del dott. Alfonso Lo Cascio, Presidente  regionale BCsicilia, dal titolo “L’epopea dei dirigibili: ascesa e tramonto di un mezzo aereo”. Gli incontri si terranno dalle ore 17,00 alle ore 18,30 presso la Sede di BCsicilia in via Giovanni Raffaele, 7 a Palermo. E’ possibile seguire il seminario anche on line. E’ obbligatoria la prenotazione, per informazioni ed iscrizioni: Tel. 346.8241076 – Email: [email protected]. Alla fine del Corso verrà rilasciato un Attestato di partecipazione.

Le restanti lezioni si terranno giovedì 22 e mercoledì 28 maggio ed infine giovedì 5 giugno. Questi gli argomenti che saranno affrontati: “Il Giappone nel Mediterraneo: un inedito aspetto della guerra”, “I campi di concentramento in Italia: la Sicilia”, “Le tragiche conseguenze di un iniquo trattato di Pace”. L’iniziativa è promossa da BCsicilia, dall’Università Popolare e dalla Casa Editrice Don Lorenzo Milani.

Al via “Thunnus Fest”: evento tra cultura, gusto e tradizione nel borgo marinaro di Porticello

Nel borgo marinaro di Porticello, nel golfo di Termini Imerese, nell’incantevole cornice di Piano Stenditore, dal 30 maggio al 1° giugno, si svolgerà “Thunnus Fest”, il Festival dedicato al Tonno rosso mediterraneo, un evento organizzato dal Comune di Santa Flavia con la collaborazione di R&T srl e dell’Associazione La Piana d’Oro.

Nella Thunnus Expò si svolgeranno cooking-show, masterclass, degustazioni che vedranno protagonisti gli chef e i ristoratori del territorio. Si proporranno piatti che esalteranno il Tonno Rosso e il pescato locale, con la combinazione dei prodotti agroalimentari biologici, in un mix virtuoso che unisce gusto e salubrità, cultura marinara e cultura contadina, tratto identitario della storia e della tradizione del comprensorio della Piana di Baaria e della costa dell’ex Baronia di Solanto. Si potrà accedere gratuitamente nel Food Village dove i visitatori potranno assaporare le migliori specialità della tradizione enogastronomica e dello street food siciliano, con una chiara declinazione per i prodotti ittici locali e non solo. Una sezione della manifestazione sarà dedicata a talk-show, seminari, approfondimenti sui temi della pesca sostenibile, del turismo enogastronomico e della cultura del territorio legata alla storia gloriosa delle tonnare, della sostenibilità ambientale e della promozione della piccola pesca artigianale del Tonno Rosso. Spazio alla valorizzazione e promozione delle aziende del comparto enogastronomico e agroalimentare che parteciperanno. Saranno premiati quanti si sono distinti, in questi decenni, nell’azione di promozione e valorizzazione della cultura gastronomica legata al pescato locale nel borgo marinaro di Porticello. Protagoniste le giovani generazioni con il concorso “Tradizione, identità e cultura territoriale” che vedrà la premiazione finale degli alunni dell’Istituto comprensivo Karol Wojtyla del comune di Santa Flavia che si sono cimentati sui temi della pesca sostenibile e della storia della tradizione marinara dei borghi marinari di Porticello, Sant’Elia. Non mancheranno momenti di divertimento e intrattenimento per giovani e adulti. Attenzione anche alla valorizzazione e promozione dei beni culturali di Santa Flavia, con la visita guidata gratuita del Parco archeologico di Solunto che si svolgerà domenica 1° giugno.

“Thunnus Fest” è un evento che si pone l’obiettivo di collegare la valorizzazione del pescato locale e nello specifico del tonno rosso mediterraneo, come simbolo dell’identità territoriale, favorendo la crescita e lo sviluppo delle filiere produttive legate al comparto pesca, legando la storia, la tradizione, la memoria collettiva ai vari settori della vita economica e culturale della Comunità.

Completata posa del ramo est del Tyrrhenian Link: in due mesi posati 490 km di cavo sottomarino tra Termini Imerese e Battipaglia

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E’ stata completata la posa del primo cavo sottomarino del ramo est del Tyrrhenian Link, una delle infrastrutture elettriche di Terna più rilevanti per il Paese, che collegherà la Campania e la Sicilia.

In poco più di due mesi sono stati installati circa 490 km di elettrodotto partendo da Fiumetorto, nel Comune di Termini Imerese (PA), fino a Torre Tuscia Magazzeno, nel Comune di Battipaglia (SA). Nel dettaglio, la posa è stata realizzata in due fasi: la prima, lunga 260 km, si è conclusa a marzo; la seconda, di 230 km, è stata avviata ad aprile.

La conclusione delle operazioni di posa del collegamento si è svolta al largo della costa campana di Battipaglia a bordo della nave Leonardo Da Vinci di Prysmian, che nel 2021 si è aggiudicata il contratto quadro per la progettazione, la fornitura, l’installazione e il collaudo di oltre 1.500 km di cavi. Sono intervenuti durante la presentazione Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, e Raul Gil, EVP Transmission BU di Prysmian.

“Il completamento della posa del cavo sottomarino tra Sicilia e Campania è un importante traguardo, per Terna e per il Paese, nel processo di decarbonizzazione delineato dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima. Le grandi infrastrutture marine rappresentano la risposta sostenibile dell’azienda alla costante crescita della richiesta di energia, attraverso soluzioni innovative, efficaci e a ridotto impatto ambientale. La tratta est del Tyrrhenian Link è il collegamento sottomarino più lungo mai realizzato da Terna, con circa 490 km di cavo in corrente continua ad una profondità massima di 1.560 metri. Anche grazie al supporto di Prysmian, possiamo confermare l’entrata in esercizio di questo tratto dell’opera nel 2026”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna. “Per il progetto, Terna ha ricevuto un finanziamento di 500 milioni di euro nell’ambito del programma REPowerEU. Il Tyrrhenian Link, opera abilitante per la transizione energetica nazionale, rafforzerà il ruolo dell’Italia come hub energetico del Mediterraneo”.

“Prysmian è al cuore delle trasformazioni energetiche e digitali  italiana ed europea. Siamo orgogliosi di collaborare ancora una volta con Terna in questo ambizioso progetto che rafforza l’infrastruttura elettrica italiana e promuove la transizione energetica. Con il Tyrrhenian Link, una delle interconnessioni più lunghe al mondo, e la nostra nave posacavi Leonardo da Vinci, abbiamo raggiunto nuovi traguardi tecnologici e operativi, stabilendo nuovi standard mondiali (record di installazione a 2150 metri di profondità). Siamo impegnati ogni giorno a garantire reti elettriche più sicure e sostenibili, investendo costantemente in innovazione, sostenibilità e capacità produttiva”, ha aggiunto Raul Gil, EVP Transmission BU, di Prysmian.

Il Tyrrhenian Link, per il quale Terna prevede un investimento complessivo di 3,7 miliardi di euro, comprende due collegamenti in corrente continua a 500 kV: il ramo est tra Campania e Sicilia e il ramo ovest tra Sicilia e Sardegna. L’infrastruttura si estenderà per circa 970 km di tracciato in cavo marino, con una capacità di trasporto di 1.000 MW per ciascuna tratta. Il completamento dell’opera è previsto per il 2028.

Grazie alla sua capacità di trasmissione, il Tyrrhenian Link contribuirà significativamente al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima. L’infrastruttura, fondamentale per la sicurezza della rete elettrica italiana ed europea, favorirà grazie al rinforzo dell’interconnessione elettrica delle tre regioni coinvolte, Campania, Sicilia e Sardegna, l’incremento della capacità di scambio e contribuirà a migliorare l’adeguatezza e la flessibilità della rete elettrica di trasmissione nazionale.

Contestualmente alla posa marina, procedono le opere civili nei siti che ospiteranno le stazioni di conversione a Eboli e a Termini Imerese. In Campania, l’infrastruttura sarà collegata all’approdo di Torre Tuscia Magazzeno attraverso un elettrodotto interrato di circa 15 km, progettato per minimizzare l’impatto ambientale e paesaggistico. Analogamente, in Sicilia, la stazione sarà connessa all’approdo di Fiumetorto con un percorso in cavo interrato di circa 10 km.

Papa Leone XIV ai giornalisti: “Voi siete alleati della verità, disarmiamo le parole”

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Un incontro storico e simbolico: il primo discorso ufficiale del nuovo Pontefice è rivolto ai media internazionali

In un gesto carico di significato, Papa Leone XIV ha aperto il suo pontificato con un incontro ufficiale riservato ai giornalisti. Questa mattina, nell’Aula Paolo VI, il nuovo Vescovo di Roma ha rivolto un discorso ai rappresentanti della stampa mondiale, scegliendo la comunicazione come primo ambito in cui manifestare la sua visione pastorale.

“La pace comincia da ognuno di noi, dal modo in cui guardiamo, ascoltiamo e parliamo degli altri”, ha detto con fermezza Papa Leone XIV, mettendo subito al centro il potere trasformativo del linguaggio. Ha invitato a rigettare la “guerra delle parole e delle immagini”, esortando a un’informazione non dominata dall’aggressività o dalla competizione, ma guidata dalla verità cercata con amore.

Un momento particolarmente toccante è stato quando il Papa ha espresso solidarietà verso i giornalisti incarcerati nel mondo per aver svolto il proprio lavoro: “La sofferenza di questi giornalisti interpella la coscienza delle Nazioni. Solo i popoli informati possono fare scelte libere.” Parole forti, che riaffermano l’impegno della Chiesa per la libertà di stampa come pilastro della democrazia e della dignità umana.

Durante l’incontro, Leone XIV ha riconosciuto il ruolo cruciale che i media hanno avuto nel raccontare le recenti vicende della Chiesa: “Avete accompagnato con rispetto e intelligenza la morte di Papa Francesco, e narrato con lucidità lo spirito del Conclave. Avete saputo cogliere l’essenziale di ciò che siamo.”

Il Pontefice ha anche affrontato le sfide più urgenti dell’era digitale. “La comunicazione non è solo trasmissione di dati, ma costruzione di cultura e di ambienti umani e digitali aperti al dialogo.” In riferimento all’intelligenza artificiale, ha invitato a un uso responsabile delle nuove tecnologie, perché siano al servizio del bene comune.

Infine, un invito chiaro: “Disarmiamo le parole. Solo così potremo disarmare anche la Terra.” Un appello a un giornalismo non urlato, ma attento, umano, capace di amplificare le voci dei più deboli e di generare spazi di comprensione.

Con questo primo, potente discorso, Papa Leone XIV si presenta come un leader spirituale profondamente inserito nella contemporaneità. La sua scelta di incontrare per primi i giornalisti è un messaggio forte: la Chiesa vuole dialogare con il mondo, e il dialogo passa, prima di tutto, dalle parole.

L’enigma del Gattopardo: Maria Antonietta Ferraloro e i segreti di un romanzo senza tempo

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Esistono opere che, come bussole nel labirinto della storia, ci guidano attraverso le epoche, svelando la complessità dell’animo umano e contemporaneamente i mutamenti della società. “Il Gattopardo”di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è una di queste, un romanzo che, grazie all’acuta e appassionata analisi di Maria Antonietta Ferraloro, massima conoscitrice, continua a risplendere nel presente.

In un’epoca in cui la critica letteraria si confronta con nuove sfide e nuovi approcci, il lavoro di Ferraloro si distingue per la sua capacità di coniugare rigore filologico e sensibilità interpretativa. La sua analisi del “Gattopardo” non si limita a una lettura tradizionale del testo, ma si apre a nuove prospettive, esplorando i legami tra la vita dell’autore e i luoghi descritti nel romanzo, e offrendo nuove interpretazioni dei personaggi e dei temi centrali dell’opera.

Docente e saggista, con un dottorato di ricerca in Storia della cultura, collabora con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania e si occupa della formazione degli insegnanti di Lettere.

Tra le sue opere:  “Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo” (Pacini Editore, 2014) e “L’opera-orologio. Saggi sul Gattopardo” (Pacini Editore). Il libro “Il Gattopardo raccontato a mia figlia” (La Nuova Frontiera Junior, 2017), con il quale ha avvicinato il classico di Tomasi di Lampedusa alle nuove generazioni.

In questa intervista, esploriamo insieme a lei i momenti salienti del suo percorso di studiosa, le sfide e le soddisfazioni della ricerca letteraria, e il ruolo fondamentale della letteratura nella formazione della nostra identità culturale.

Desideriamo esprimere la nostra più sentita gratitudine a Maria Antonietta Ferraloro per averci concesso il privilegio di questa intervista. La sua erudizione, la sua passione e la sua capacità di illuminare i meandri della letteratura siciliana e del Gattopardo hanno arricchito la nostra comprensione di un’opera fondamentale, e ci hanno offerto spunti di riflessione preziosi.

Lei è una figura di spicco nel panorama della critica letteraria italiana, e la sua profonda analisi della letteratura siciliana ha ulteriormente rivelato la sua straordinaria ricchezza e complessità. Quale evento, ricordo, incontro o lettura ha dato origine a questo profondo interesse?

La ringrazio molto per le parole generose che ha nei miei confronti. La verità è che sono stata un’allieva mediocre sino al momento in cui, alle Medie, l’incontro con un grande maestro, il professore Giuseppe Celona, non mi ha educato al piacere e alla bellezza della lettura. Da quel momento in poi, ho iniziato a non potere più fare a meno dei libri. Leggerli e studiarli è diventato una parte essenziale di me.

Il suo lavoro di studiosa ha gettato una luce nuova sull’opera di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, rivelando sfumature e connessioni che arricchiscono la nostra comprensione del “Gattopardo”. La sua dedizione a questo capolavoro della letteratura italiana è evidente. Potrebbe raccontarci come è nata questa passione e quali sono stati i momenti chiave che l’hanno portata a dedicarsi allo studio del “Gattopardo”?

Sino ai 19 anni ho vissuto in un piccolo paesino nebroideo che si chiama Ficarra. Qui, nella lontana estate di guerra del 1943, Tomasi di Lampedusa giunse, insieme alle donne della sua famiglia, la madre e la moglie. Non aveva, naturalmente, ancora scritto niente se non tre articoli letterari passati nel più assoluto silenzio. Era uno sfollato come tanti altri, ed era già un principe decaduto. La fortuna economica della sua casata si era ormai dissolta quasi del tutto.

Eppure, un uomo come lui non poteva passare inosservato. Era intelligentissimo e colto; trovò presto una cerchia di amici di riferimento. Nel frattempo, l’orrore della guerra lambì anche la piccola comunità, rimasta, sino ad allora, al riparo di eventi bellici eclatanti. Ci fu un bombardamento violento; ed uno scontro a fuoco tra soldati del Reich e quelli Alleati, durante il quale, come ho potuto dimostrare dopo anni ed anni di ricerche, trovò la morte il giovane militare tedesco che ha ispirato la figura e l’episodio del soldato borbonico che don Fabrizio troverà morto nel proprio giardino, nella I parte del Gattopardo e così centrale per l’architettura dell’intero romanzo.

Lei ha dedicato particolare attenzione all’analisi dei personaggi del “Gattopardo”. Quali figure, a suo avviso, incarnano le contraddizioni e le complessità dell’animo umano?

Il Gattopardo è un libro che amo rileggere. Magari, nel passato, le avrei indicato altri personaggi. Ma le ultime suggestioni che ne ho ricavato mi portano a individuare in Angelica una delle figure più complesse e contraddittorie di questo capolavoro. Cresciuta dal padre come preziosa merce di scambio, come controparte di un qualche conveniente contratto matrimoniale, non lo delude. L’amore per Tancredi sembra però redimerla, correggere quella certa selvatichezza della famiglia d’origine che le è rimasta comunque addosso, come una puzza intollerabile: non a caso, (omen/nomen) suo nonno è un individuo così spregevole da essere stato soprannominato dai compaesani Peppe Mmerda. Quella certa selvatichezza che somiglia ad un difetto di fabbrica e che lascia intravvedere, appena sotto la maschera di una bellezza straordinaria, un volto nudo dai tratti sgradevoli – si pensi alla risata sguaiata, in un pranzo dei Salina, che ne svela l’intima, oscura natura; gela il sangue di Concetta; incupisce il Principe.

Il “Gattopardo” è un’opera che continua a suscitare interesse e dibattito. Lei ha esplorato a fondo i legami tra la vita di Tomasi di Lampedusa e i luoghi descritti nel romanzo. Quali sono le scoperte più significative che ha fatto in questo percorso di ricerca?

Come le dicevo, ho dedicato a Tomasi lunghi anni di studio e ricerche. Ho ripercorso la sua intera opera che, contrariamente a quanto si dice, non si limita solo al Gattopardo.  Ho letto e riletto i meravigliosi Racconti; le sue suggestive Lezioni. E ho interrogato compulsivamente scritti occasionali e carteggi anche inediti – grazie alla generosa amicizia di Gioacchino Lanza Tomasi, figlio adottivo del principe. Questo mi ha permesso di definire meglio alcuni dei legami intertestuali più rilevanti nel celebre romanzo. Ad esempio ho ricostruito il rapporto che lega lo scrittore ad un modello di riferimento qual è Virginia Woolf. Molte sorprese, però, me le ha riservate anche l’indagine che stavo conducendo “sul campo”. Ho potuto ricostruire un periodo quasi del tutto sconosciuto eppure rilevante della biografia umana e letteraria di Tomasi. Inoltre, la cartografia dei luoghi del Gattopardo, grazie ai miei studi, ha potuto infatti accogliere finalmente il borgo messinese di Ficarra. Come ho già accennato, sono riuscita a dimostrare che questo paese ha donato al romanzo sia personaggi che episodi importanti.

“L’opera-orologio. Saggi sul Gattopardo” è un altro dei suoi saggi lampedusiani. Ci parli di quali aspetti ha voluto approfondire in questo volume, e delle nuove interpretazioni che offre ai lettori.

Tomasi di Lampedusa sosteneva che sia possibile smontare un’opera letteraria esattamente come si fa con un orologio. Tuttavia, puntualizzava anche, che in certe opere, ‒ i capolavori dei grandi maestri, per intenderci ‒ per quanto possiamo osservare da vicino i meccanismi vi è pur sempre un quid irrazionale. Possiamo incaponirci quanto vogliamo. Il segreto del suo funzionamento rimane saldamente nelle mani del suo artista-creatore.

Seguendo però certe suggestioni insite nel metodo critico tomasiano, ho potuto rileggere l’opera del Principe da angolazioni diverse.  Mi interessava in particolar modo soffermarmi sull’ineffabile mistero del processo creativo; sul rapporto tra critico e testo; e sul valore della pietas e della compassione, sentimenti su cui tanto insiste Tomasi e così necessari al nostro inquieto presente.

Con “Il Gattopardo raccontato a mia figlia”, lei ha avvicinato un classico della letteratura italiana ai giovani lettori. Quali sono le sfide e le soddisfazioni nel trasmettere la passione per la letteratura alle nuove generazioni?

Ho scritto questo libro per mia figlia. L’ho immaginata come una lettera che avrei voluto consegnarle per il suo nono compleanno. Desideravo parlarle del mio profondo amore per i libri ed in particolare del legame viscerale con Il Gattopardo, del quale già mi stavo occupando già da tempo. Ed invece, proprio perché i libri, allo stesso modo dei figli, fanno ciò che vogliono, si è trasformato ben presto in un libro che continua riservarmi non poche sorprese. A metà aprile, ad esempio Feltrinelli mi ha chiesto di parlarne durante la festa per i settant’anni della propria nascita.

Io credo, ce lo confermano i dati che abbiamo in nostro possesso, che i ragazzi in età scolastica leggano e anche parecchio. La disaffezione nei riguardi della lettura nasce negli anni successivi. Questo mi porta ad una considerazione principale: è necessario ripensare a un nuovo modo di fare didattica nelle scuole. Fare in modo che il tesoretto di letture accumulato in questi anni non solo non vada perso , ma continui nel tempo ad espandersi sempre di più.

In un suo recente approfondimento su Focus Junior, lei sottolinea come la lettura e la scrittura abbiano avuto un ruolo determinante nell’evoluzione umana, differenziandoci dagli altri esseri viventi. In un’epoca dominata dalla tecnologia digitale, come possiamo riscoprire il valore della lettura per preservare la nostra umanità, e in che modo questa riflessione può legarsi alla sua analisi del ‘Gattopardo’, in considerazione del fatto che si tratta di un’opera che racconta la trasformazione di un’epoca?

Leggere è un’avventura di cui non possiamo fare a meno. Le neuroscienze lo dimostrano in maniera inequivocabile. L’uomo, infatti, è l’unico animale che racconta storie. Gli servono per comprendere se stesso e il mondo; per  pensare, intessere o sciogliere relazioni; per  immaginare. Gli servono, insomma, per vivere.

Leggere modifica il nostro cervello e potenzia le nostre capacità intellettive, cognitive ed affettivo-emotive, ma è anche essenziale per coltivare un pensiero profondo e autenticamente umano. In un’epoca dominata dalla tecnologia digitale, riscoprire la lettura è una priorità per preservare la nostra stessa umanità.

Il rapporto con i Classici, la loro importanza, è presto detta. Come sottolinea una delle più grandi neuroscienziate viventi, Maryanne Wolf, il «cervello che legge» nutre il «cervello che pensa». Il linguaggio scritto possiede infatti una natura «profondamente generativa». Tutto questo vuol dire che pensiamo bene solo se leggiamo bene. Nessuna lettura nutre il nostro cervello quanto un Classico.

La peculiarità di questi libri, a cui Il Gattopardo appartiene a pieno diritto, risiede nella loro ineffabile natura di libri capaci di oltrepassare le barriere del tempo e dello spazio, È come se parlassero una lingua tutta loro, che tutti, proprio tutti possono intendere. E, al di là delle storie che raccontano, riescono a venire incontro alle grandi domande di senso alle quali nessuno di noi può sottarsi – sulla vita, sulla morte, sui legami affettivi, sulla piccolezza e miseria umana, come sulla sua grandezza.

Tu apri questi libri e ne vieni letteralmente rapita. E capisci che hai bisogno della loro sapienza o del turbamento e del disorientamento che suscitano in te, per comprenderti meglio e per capire meglio la condizione umana.

La ricerca letteraria è un lavoro entusiasmante, ma anche impegnativo. Quali sono le sfide e le soddisfazioni che ha incontrato nel suo percorso di ricerca, e quali sono i progetti futuri che la appassionano maggiormente?

Disciplina e rigore sono sicuramente due compagni fedeli e irrinunciabili di chiunque desideri intraprendere un percorso di ricerca, sia essa o meno letteraria. Sono sempre più convinta che scrivere sia infatti un’attraversata in solitaria. Tuttavia lungo il percorso accidentato che ci porta a confrontarci con le nostre passioni e con le nostre ossessioni basta imbattersi anche in minuscole pepite d’oro perché tutti i sacrifici che si fanno abbiano finalmente un senso.

La bellezza di ogni ricerca risiede nella sua imprevedibilità. Per quanto hai pianificato, non sai mai dove ti condurrà realmente. Io, di sicuro, non pensavo di trovare, alla fine del mio lungo cammino, il Tomasi inedito che ho trovato.

Dopo questo grande maestro della Modernità letteraria, ho trovato una linea di ricerca altrettanto appassionante nella didattica della lettura e della letteratura; e, soprattutto, nella neurodidattica. Il grande sviluppo che nell’ultimo decennio hanno conosciuto le neuroscienze ci permettono di comprendere meglio i processi d’apprendimento e il ruolo centrale che l’intelligenza emotiva assume al loro interno. Ci permettono di offrire strumenti e percorsi didattici adatti ad una scuola che i tempi nuovi chiamano a sfide inedite. Naturalmente, questo continuo aggiornamento-studio, mi porta fuori dalla mia vecchia comfort zone legata esclusivamente alla scrittura  e mi chiama, in giro per le scuole, a fare molta formazione

Credo, comunque, che la mia sia stata una reazione abbastanza naturale. Dopo quasi 15 anni di studi dedicati al Principe palermitano avvertivo l’esigenza di un cambio di rotta radicale. Mi era impossibile proseguire sul solco della pura critica letteraria.

La nostra conversazione è stata ricca e appassionante e permetterà senz’altro ai nostri lettori di approfondire la sua visione della letteratura siciliana e del ‘Gattopardo’. C’è qualcosa che le sta particolarmente a cuore, un messaggio o una riflessione che desidera condividere con i nostri lettori, e che non abbiamo ancora avuto modo di esplorare?

Mi piacerebbe che i ragazzi non smettessero mai di comprendere, intuire, sapere, e sentire quanto leggere renda liberi. Quanto leggere nutra il nostro animo. Ne lenisca il dolore; ne esalti la gioia.

Salvina Cimino

Premio Efesto 2025: ecco i giochi selezionati

Anche quest’anno, l’Etna Comics di Catania ospita il Premio Efesto, riconoscimento che dal 2019 valorizza l’eccellenza nei giochi da tavolo pubblicati in Italia. L’iniziativa, suddivisa in due categorie (giochi principali e filler), premia titoli accessibili, brillanti e innovativi, spaziando da esperienze rapide a giochi più articolati ma sempre dinamici. La giuria, guidata dal giornalista Luca Sulfureo Bonora, comprende figure note del mondo ludico italiano, tra cui Matteo TeOoh Boca di Recensioni Minute, Andrea Bianchin (Sgananzium), Salvatore Mellia responsabile dell’Area Games di Etna Comics, e una rappresentanza siciliana che, per il 2025, è affidata a L’Atipica Nerd.

I titoli selezionati – Categoria Principale

Terrorscape (Pendragon Games): un gioco asimmetrico per 2-4 persone, dove i giocatori impersonano killer o sopravvissuti in una villa. L’atmosfera da film horror e la struttura tridimensionale creano un’esperienza immersiva e originale.

Fino a prova contraria – La Collana del Cielo Stellato (DVGames): legal thriller cooperativo dove si veste la toga di un giovane avvocato in un’aula di tribunale. Un gioco investigativo ricco di tensione, con app di supporto, pensato per 1-6 giocatori.

Regicide (Devir Italia): un innovativo cooperativo fantasy che si gioca con un semplice mazzo di carte da poker. Originale e profondo, introduce un sistema strategico che rivoluziona l’uso tradizionale delle carte da gioco.

L’Agenda Investigativa 2025 (Dracomaca): un’agenda che diventa un’avventura investigativa ad episodi, tra enigmistica e mistero. Un progetto originale da vivere lungo tutto l’anno.

Wandering Towers (Creativamente): gara tra giovani maghi che si muovono tra torri volanti per raggiungere il Castello del Corvo. Un mix di velocità e memoria in un gioco colorato, elegante e sorprendentemente profondo.

Categoria Filler – Giochi brevi e immediati

Luminus (Cranio Creations): un gioco d’osservazione in cui si cercano figure al buio usando una “torcia” speciale. Si può giocare da soli o in gruppo, anche in modalità cooperativa.

Puerto Banana (DVGames): simpatico gioco d’aste con un twist: si paga la differenza tra la propria offerta e quella del secondo. Semplice, rapido e adatto a ogni contesto.

Tinderblox (Little Rocket Games): sfida di destrezza con pinzette e cubetti intorno a un falò. Tascabile, velocissimo e perfetto per ogni occasione.

I tre finalisti della categoria principale saranno annunciati a breve. Il vincitore sarà proclamato durante Etna Comics 2025, in programma dal 30 maggio al 2 giugno presso le Ciminiere di Catania.

Il character designer dell’immagine di copertina è Antonio Maria Vinci detto “Ninni”.

Termini Imerese, si presentano le Tragedie in programma al Teatro Greco di Siracusa

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Mercoledì 14 maggio 2025 alle ore 17,30, presso il Circolo Stesicoro in Corso Umberto e Margherita, 68 a Termini Imerese, organizzato da BCsicilia, dal Circolo Stesicoro e dall’Università Popolare, verranno presentate le Tragedie in programma al Teatro greco di Siracusa. Dopo i saluti di Silvana Cipolla, Presidente del Circolo Stesicoro e la presentazione di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia, si terrà la relazione di Ignazio Romeo, Studioso di storia del teatro che parlerà delle rappresentazioni classiche Elettra e Edipo a Colono entrambi di Sofocle. Voce recitante: Cinzia Carraro.

Edipo a Colono di Sofocle Trama. Cieco e vagabondo, Edipo giunge a Colono, presso Atene, sorretto da Antigone e poi anche da Ismene. Tutti lo evitavano ma ora tutti lo cercano, poiché la città che avrà la sua tomba sarà invincibile, dicono gli oracoli. Edipo caccia tutti e , affiancato dal re ateniese Teseo, si avvia verso la morte nel boschetto di Colono.

Elettra di SofocleTrama. Oreste torna in Argo, ma Elettra lo ignora ed entra in scena piena d’ira contro la coppia regale assassina che la tiene soggiogata, carica di rabbia e avida di vendetta. La finta morte di Oreste e il successivo riconoscimento tra i fratelli consente la rivalsa di sangue contro Egisto e Clitemnestra che la giovane aspettava da sempre.

Cerda, l’Istituto Comprensivo Pirandello ricorda Luca Attanasio, l’Ambasciatore di pace

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L’Istituto Comprensivo Statale Luigi Pirandello di Cerda, venerdì 9 maggio, si è trasformato in un epicentro di profonda riflessione, ospitando un toccante evento dedicato a Luca Attanasio, l’Ambasciatore di pace la cui tragica scomparsa in un terribile agguato nella Repubblica Democratica del Congo, insieme al carabiniere scelto Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo, ha scosso le coscienze. L’evento, che ha visto come ospite d’onore il padre di Luca, l’ingegner Salvatore Attanasio, ha riunito illustri relatori che hanno offerto preziose testimonianze ed elementi di approfondimento. Ad aprire la mattinata, il dirigente scolastico, professor Salvatore Vento, affiancato dalla deputata dell’ARS Valentina Chinnici e dal vicepresidente del Parlamento della Legalità Internazionale Salvatore Sardisco, ha espresso con sentita partecipazione il significato di questo incontro. “Oggi non celebriamo solo la memoria di un uomo straordinario, ma ribadiamo con forza un messaggio universale di pace e di rifiuto di ogni forma di violenza. Ricordare Luca Attanasio significa onorare tutte le vittime innocenti di atti di terrorismo ingiustificabili, atti che offendono la nostra comune umanità.” Il dirigente non ha mancato di sottolineare la scelta non casuale della data, intrisa di un simbolismo doloroso ma potente, che lega il ricordo di Attanasio a quello di figure emblematiche come Aldo Moro e Peppino Impastato. Un plauso particolare è stato rivolto alla maestra Rosalba Cirri, la cui competenza e meticolosa organizzazione hanno reso possibile la perfetta riuscita dell’evento. Il testimone è poi passato al professor Mancuso, conduttore dell’evento, che ha introdotto un momento musicale proposto dai docenti di musica dell’istituto, Felice Calì, Giuseppe Lo Bue e lo stesso professor Mancuso con la partecipazione del piccolo ambasciatore della musica dell’istituto, Gaetano Cirri.

Un’aura di profondo rispetto ha avvolto la sala quando l’ingegner Salvatore Attanasio ha preso la parola per condividere il suo ricordo. La sua compostezza, unita a una visibile ma controllata emozione, ha introdotto un momento di intensa partecipazione emotiva. Le sue parole, intrise di un amorevole ricordo e di una profonda saggezza, hanno offerto un ritratto vivido e autentico del figlio. “Luca era uno di voi,” ha esordito, rivolgendosi ai giovani presenti con un tono caldo e coinvolgente, “un sognatore, un missionario animato da una fede incrollabile e da un’empatia che toccava il cuore di chiunque lo incontrasse. Era un vulcano di idee, un uomo tenace che non si arrendeva mai di fronte alle difficoltà. Amava profondamente la vita in ogni sua sfumatura: l’amicizia, i viaggi, l’arte, la pittura… Nella nostra casa vi è una numerosa collezione dei suoi quadri, opere in cui non ritraeva quello che vedeva, ma quello che sentiva”. L’ingegner Attanasio ha poi confidato il grande sogno di Luca: servire il suo Paese, un’aspirazione che aveva trovato nella carriera diplomatica la sua naturale espressione. Un pensiero speciale è stato rivolto all’associazione Mama Sofia, presieduta dalla moglie di Luca, Zakia Seddiki, di grande aiuto nella Repubblica Democratica del Congo, testimoniando la continuità dell’impegno umanitario di Luca. Il religioso silenzio dei ragazzi, rapiti dal racconto, ha testimoniato l’impatto profondo delle sue parole.

La proiezione del toccante filmato realizzato dall’Ambasciatore Varriale ha aggiunto un ulteriore strato di emozione, ricordando Luca non solo come diplomatico, ma soprattutto come uomo giusto, instancabile difensore dei diritti umani e voce degli ultimi.

Un momento significativo è stato il dialogo tra gli studenti e il padre di Luca. Le domande pertinenti e profonde poste dai ragazzi, guidati con sensibilità dalla professoressa Provvidenza Pedone, hanno rivelato una maturità sorprendente e un desiderio genuino di comprendere le complesse dinamiche internazionali e il valore del sacrificio di Attanasio. Un gesto di particolare affetto è stato il dono di un cartellone realizzato con cura dalle loro mani, un omaggio tangibile all’ammirazione e al cordoglio dei giovani verso il padre di Luca. Un altro gruppo di studenti ha espresso con un vivace cartellone il loro vibrante “No alla guerra”, un messaggio che ha raccolto l’eredità di pace di Luca Attanasio.

La deputata Valentina Chinnici ha offerto un intervento illuminante sull’importanza di coltivare i sogni e di promuovere un pensiero divergente, un compito cruciale per la scuola. Ha sapientemente intrecciato il ricordo di Attanasio con i principi fondamentali della Costituzione Italiana, richiamando gli articoli 1 e 11 come pilastri di un impegno nazionale per la pace e la cooperazione internazionale.

Il dottor Sardisco, ha arricchito la discussione con parole che hanno saputo cogliere l’essenza della figura di Luca Attanasio, elevandola a simbolo di un impegno civile autentico e incorruttibile. “Ricordare Luca Attanasio non significa solo onorare un diplomatico di valore, ma riconoscere in lui un modello di integrità e di coraggio. La sua ‘schiena dritta’, come è stato giustamente sottolineato, rappresenta un invito a non piegarci di fronte alle ingiustizie e a perseguire con tenacia i valori di legalità e di rispetto per la dignità umana. La sua azione diplomatica è stata un’autentica missione al servizio della pace e nel favorire il dialogo tra le culture. In un contesto internazionale spesso segnato da conflitti e interessi particolari, Luca Attanasio è stato un ambasciatore di pace e un testimone di umanità, il cui sacrificio ci interroga profondamente sul senso del nostro impegno civile e sulla necessità di sostenere con forza chi, come lui, si spende in prima linea per un mondo più giusto e fraterno.”

Dopo l’intervento dell’avvocatessa Claudia Di Gati, vicepresidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Termini Imerese, che ha portato la prospettiva del mondo della giustizia, ribadendo l’importanza della legalità come fondamento di una società civile e pacifica, ha preso la parola la presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Fuoriclasse Aps che si è rivolta agli studenti incoraggiandoli a seguire, nel loro piccolo e nel loro quotidiano, l’esempio di Luca e ad essere di aiuto verso gli altri e verso i più fragili. A seguire poi, l’intervento di Romano Bosich, Presidente dell’Associazione Culturale “I Quanti”, che ha rivolto ai ragazzi un incitamento appassionato al dialogo e alla condivisione e ha espresso profonda ammirazione al padre di Luca per il grande senso di solidarietà che contraddistingue il figlio.

Un intermezzo musicale di grande intensità emotiva ha reso omaggio a Sara Campanella, vittima innocente di femminicidio. Le note toccanti composte dal professor Lo Bue sono state un monito contro ogni forma di violenza di genere.

Il professor Runfola ha espresso con calore la sua ammirazione per l’ingegner Attanasio, sottolineando la forza del suo esempio e assicurandogli la vicinanza e il sostegno della comunità siciliana, affermando “in Sicilia troverà sempre degli amici”.

L’avvocato Johnny Macina ha concluso gli interventi con parole di profonda umanità, riconoscendo nel percorso di Luca un insieme di valori legati all’umiltà e alla condivisione, valori che dovrebbero guidare ogni azione. “Luca che scendeva per strada, Luca che faceva qualcosa di grande… perché quel qualcosa non è fatto da molti. Oggi Luca è un valore, un esempio da seguire.” La sua riflessione si è poi soffermata sull’urgente necessità di ottenere giustizia per Luca, un uomo che ha perso la vita al servizio della Repubblica Italiana, un uomo che ha perso la vita per aiutare gli altri.

Epilogo della mattinata, un nuovo momento musicale dedicato a Giovanni Falcone.

Come osservatrice privilegiata di questa intensa mattinata, non posso fare a meno di riflettere sulla potente eredità che Luca Attanasio ci ha lasciato. Oltre il suo importantissimo ruolo istituzionale, emerge nitida la figura di un uomo animato da una profonda umanità, un sognatore concreto che ha saputo tradurre i propri ideali in azione, fino all’estremo sacrificio. La compostezza e la forza del padre, ingegner Salvatore Attanasio, sono state da guida, testimoniando il percorso di un figlio che ha scelto di essere “un costruttore di ponti” in un mondo spesso dilaniato da muri. In un’epoca segnata da conflitti e divisioni, la testimonianza di Luca Attanasio si delinea come un imperativo etico: coltivare l’empatia, perseguire la giustizia e fare della pace non un’utopia, ma un impegno quotidiano e irrinunciabile.

Salvina Cimino

Automobilismo. Crugnola-Ometto su Citroën C3 vincono la 109^ Targa Florio

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La 109^ edizione della Targa Florio ha mantenuto tutte le promesse, regalando uno spettacolo ricco di emozioni sia nella prova valida per il Campionato Italiano Assoluto Rally Sparco sia nell’appuntamento storico del Campionato Italiano Rally Auto Storiche. Due giorni di sfide intense, colpi di scena e duelli al cardiopalma tra i tornanti dell’intramontabile Circuito delle Madonie, dove si sono affrontati oltre 200 equipaggi tra moderno, storico e Coppa di Zona.

Nel CIAR Sparco a firmare il successo sono stati ancora una volta Andrea Crugnola e Pietro Ometto su Citroën C3, sempre più leader del campionato. Il duo campione in carica ha preso il comando della corsa nella seconda prova speciale, dopo una partenza segnata dalla pioggia, e non ha più ceduto il passo, conquistando la quarta vittoria in carriera alla Targa Florio, la terza consecutiva. Una prova di forza costruita nella prima giornata, con sei scratch su otto prove comprese la Power Stage, e poi amministrata nella seconda tappa, più breve ma resa complicata dalla necessità di gestire il margine sugli inseguitori. “La tappa finale era più corta ma sembrava infinita – ha raccontato Crugnola all’arrivo – perché quando si va forte bisogna restare sempre concentrati. Siamo felicissimi di questa vittoria”. Primo degli equipaggi siciliani è stato quello composto dal palermitano di Prizzi Marco Pollara e dal messinese Giuseppe Princiotto su Skoda Fabia RS.

Alle spalle di Crugnola-Ometto, si confermano ancora una volta avversari ostici Giandomenico Basso e Lorenzo Granai su Skoda Fabia RS, che hanno provato a contenere il distacco, concludendo a soli 11,9 secondi. Basso aveva aperto la seconda giornata di gara con lo scratch sulla PS1 “Targa” e ha continuato a spingere, guadagnando anche 1,5 punti nella Power Stage, ma senza riuscire a colmare il gap. Un duello che si rinnova dopo i primi due round del CIAR Sparco e promette di infiammare la corsa al titolo.

Il terzo gradino del podio è andato a Simone Campedelli e Tania Canton, anche loro su Skoda, capaci di recuperare terreno nell’ultima parte di gara grazie a tre scratch consecutivi che hanno rilanciato le loro ambizioni stagionali.

Ai piedi del podio si sono fermati Bostjan Avbelj e Damijan Andrejka, primi tra i protagonisti del Campionato Italiano Rally Promozione. Il duo sloveno su Skoda Fabia RS ha perso terreno nella fase iniziale, rallentato dalla pioggia, ma ha mantenuto la leadership del CIRP con il quarto posto assoluto. A completare il podio del Promozione sono stati Roberto Daprà e Luca Guglielmetti, vincitori della loro prima speciale tricolore sulla lunga “Scillato”, e Marco Signor con Daniele Michi, che hanno perso la posizione per appena 1,5″ in un finale tiratissimo.

Al centro della scena anche la Coppa Rally 9^ Zona, che ha visto imporsi Emanuele La Torre con Marcus Salemi su Skoda Fabia davanti a due equipaggi di grande spessore: Alessio Profeta e Roberto Longo da un lato, e i cefaludesi Damiani-Livecchi dall’altro. Sorprendente il quarto posto assoluto conquistato da Andrea Piero Mogavero con Christian Coco, primi tra le Due Ruote Motrici con una Peugeot 208 aspirata di classe Rally4-R2b. Alle loro spalle Rosario Canino e Giuseppe Buscemi, primi tra le vetture turbo della Rally4, e a seguire Gianfilippo-Castelli, Oieni-Interdonato, Bruno-Giacobbe e Giallombardo-Ismaele. Ha destato curiosità anche il debutto nel CRZ della Lancia Ypsilon di Puccio-Fiorenza, che ha chiuso undicesima.

In parallelo al rally moderno si è disputato il Targa Florio Historic Rally, terzo round del Campionato Italiano Rally Auto Storiche, che ha vissuto un finale al cardiopalma. Fino alla PS10 era Angelo Lombardo, insieme a Roberto Consiglio su Porsche Carrera RS di 2° Raggruppamento, a comandare la classifica, ma un guasto meccanico lo ha costretto al ritiro poco prima della PS11. Ne ha approfittato Salvatore “Totò” Riolo, che con Maurizio Marin su Porsche 911 SC di 4° Raggruppamento ha conquistato la sua sesta vittoria nella versione storica della Targa, la decima in carriera contando anche i 3 successi nel moderno. Un risultato che consolida il legame tra il pilota cerdese e la corsa più antica del mondo.

Secondo posto per Andrea Smiderle e Gianni Marchi, al debutto sulla Subaru Legacy e protagonisti dell’ultimo scratch sull’impegnativa “La Generosa”. Terzo gradino del podio per Matteo Musti e Francesco Granata, primi del 2° Raggruppamento e sempre più solidi in testa alla classifica tricolore. Quarti assoluti e vincitori del 3° Raggruppamento Natale Mannino e Giacomo Giannone su Porsche 911 SC, seguiti dai fratelli Vittorio e Adelchi Foppiani su Lancia Delta Integrale, quinti e terzi nel 4° Raggruppamento. Appena dietro, Mariotti-Tricoli su Ford Sierra Cosworth e Rimoldi-Davis su Porsche 911 SC, secondi nel 3° Raggruppamento. Ottavi i Picciurro su Porsche Carrera RS, poi Bianco-Cicero e Tricomi-Lusco a chiudere la top ten. In evidenza anche lo scalatore Giuliano Palmieri con Lucia Zambiasi, protagonisti nel 1° Raggruppamento.

A dominare la classifica finale dell’Historic Regularity Rally media 50 è stato l’equipaggio formato da Fabrizio Rossi e Marco Frascaroli, che ha chiuso con sole 306 penalità al volante di una Lancia Fulvia Coupé Montecarlo di 4° Raggruppamento. Per la media 60 la vittoria è andata a Ermanno Giorgio Keller in coppia con Marianna Ambrogi, che hanno condotto con autorità la loro Audi Quattro del 4° Raggruppamento. I portacolori della Scuderia del Grifone ASD hanno chiuso con 462 penalità, confermandosi specialisti assoluti della categoria. Si completa così l’evento organizzato da ACI Palermo in collaborazione con ACI Sport che per un’intera settimana ha espresso per la centonovesima volta la migliore identità siciliana, avvolto nell’abbraccio del grande pubblico dell’Isola, amplificato dalla esaltante visibilità mediatica.

Il prossimo appuntamento per il Campionato Italiano Rally Auto Storiche sarà in Trentino, con il Valsugana Historic Rally in programma a fine maggio.

Andrea Crugnola e Pietro Elia Ometto su Citroen C3 in azione sulla prova Campofelice Collesano

Totò Riolo e Maurizio Marin in azione su Porsche 911 SC di 4 Raggruppamento