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20 agosto 1860, la giornata di sangue di Montemaggiore Belsito: un eccidio dimenticato del Risorgimento siciliano

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Nel cuore della Sicilia, tra le colline dell’entroterra palermitano, il paese di Montemaggiore Belsito fu teatro, il 20 agosto 1860, di un eccidio tanto efferato quanto misconosciuto, una strage che affonda le sue radici nelle tensioni sociali e politiche che attraversavano l’isola durante uno dei periodi più drammatici e tumultuosi della storia d’Italia: il Risorgimento.

Questo episodio, passato alla storia locale come “la giornata di sangue”, si colloca nel contesto più ampio delle sommosse popolari che seguirono lo sbarco di Garibaldi a Marsala (11 maggio 1860) e la fulminea avanzata dei Mille, che portò in poche settimane al crollo del Regno delle Due Sicilie nell’isola. Così come accadde a Bronte nel mese di agosto dello stesso anno, anche a Montemaggiore Belsito le aspirazioni di giustizia sociale e le vendette personali si intrecciarono con la confusione politica e l’assenza di un saldo potere centrale, dando origine a un’esplosione di violenza fratricida.

Il contesto storico e politico

Nel 1860 la Sicilia era una polveriera. I moti antiborbonici, repressi a più riprese nei decenni precedenti, avevano lasciato un’eredità di tensioni sociali fortissime. L’arrivo di Garibaldi, visto da molti come il liberatore, aveva riacceso speranze di riforme agrarie, abolizione dei privilegi feudali e giustizia per i contadini oppressi. Ma in molti centri dell’isola, queste aspettative si tradussero in violente sollevazioni, nelle quali il confine tra giustizia e vendetta divenne labile.

Se Bronte fu l’emblema di questo caos, con la sanguinosa repressione ordinata da Nino Bixio, Montemaggiore Belsito ne fu un eco sinistro e altrettanto tragico. Qui, la rivolta non fu repressa dall’esercito garibaldino, ma degenerò in un regolamento di conti interno alla comunità, con un vero e proprio linciaggio politico-sociale.

La strage del 20 agosto 1860

Secondo quanto racconta lo storico L. Drago, la scintilla fu accesa da controversie politiche locali che si intrecciarono con le convulsioni rivoluzionarie regionali. In quel clima carico di sospetti, vendette personali e rivalità antiche, alcuni cittadini, spalleggiati da “prezzolati” — uomini assoldati dal Comune per mantenere l’ordine pubblico — si trasformarono in carnefici.

Le vittime, selezionate con cura tra le personalità più in vista del paese, furono cercate casa per casa, uccise barbaramente, e le loro abitazioni date alle fiamme. In quella tragica giornata persero la vita il sacerdote Stefanino Maggio e suo padre Giovanni; il sacerdote Gaetano Battaglia; Don Giuseppe Salemi; l’Arciprete Calogero Licata e suo fratello Filippo; l’aromataio Don Vincenzo Salemi; l’avvocato Antonino Cirafisi, e altri cittadini illustri.

Le urla dei carnefici, secondo la testimonianza dell’epoca, evocavano macabre immagini: “Cu voli cumprari carni grossa, issi supra lu cannolu di susu” — un sinistro invito ad assistere alla carneficina, riferendosi a “lu cannolu”, luogo vicino all’abitazione del Sac. Giallombardo, oggi noto come “Via delle Vittime”. Identificato anche comu “ ‘u cannolu di Miccittu”.

La repressione e il Consiglio di Guerra

La notizia della strage raggiunse presto le autorità garibaldine. Da Termini Imerese fu inviata la Milizia Nazionale, affiancata da uomini provenienti da Cerda: circa 300 armati che misero il paese in stato d’assedio. Il giorno successivo, il 21 agosto, fu istituito un Consiglio di guerra. Le indagini furono rapide e implacabili. Alcuni furono condannati a multe o alla carcerazione, ma per altri la sentenza fu la morte.

Le esecuzioni per fucilazione vennero eseguite nei giorni 22 e 23 agosto, in una spirale di sangue che non lasciava spazio né al perdono né alla clemenza.

Memoria e oblio

Oggi, una semplice via — “Via delle Vittime” — nel cuore del paese, custodisce nel suo toponimo la memoria di quell’eccidio. Ma come accadde per Bronte, dove i contadini trucidati e i loro carnefici sono rimasti prigionieri di una memoria divisa, anche a Montemaggiore Belsito il confine tra giustizia e vendetta resta sfocato, e la giornata del 20 agosto 1860 è rimasta ai margini della narrazione ufficiale del Risorgimento.

Eppure, eventi come questo ci ricordano che l’unificazione d’Italia fu un processo spesso traumatico, fatto non solo di ideali patriottici e atti eroici, ma anche di ferite profonde nelle comunità locali, di violenza incontrollata e di ingiustizie che ancora oggi meritano di essere raccontate.

Santi Licata

Cannolu di Miccittu (Foto di Carmela Carrubba).

Perdita adduttore Presidiana: ecco le zone interessate da disservizi nell’erogazione a Termini Imerese e Campofelice

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Per urgenti ed indifferibili lavori di riparazione di una copiosa perdita idrica attivatasi sull’adduttore Presidiana nel Comune di Termini Imerese, area Zona Industriale, Amap ha posto fuori esercizio il tratto interessato dal guasto. I disservizi nell’erogazione interesseranno le utenze esterne del Comune di Campofelice di Roccella e la zona industriale del Comune di Termini Imerese.

Le attività di riparazione avviate si protrarranno, verosimilmente, sino alla giornata odierna. L’erogazione idrica sarà ripristinata a fine lavori e la sua  normalizzazione avverrà nelle 24 ore successive.

A seguito della riattivazione del circuito si potranno verificare, in via transitoria, lievi incrementi delle torbidità delle acque che tenderanno a normalizzarsi rapidamente.

Svincolo Bagheria: Schifani propone un bypass sulla SS 113 la Polizia stradale lo boccia: peggiorerebbe la situazione

Un bypass sulla A19, all’altezza di Bagheria, da attivare solo la domenica, dalle 15 alle 22, in modo da creare, sulla carreggiata in uscita da Palermo, una seconda corsia di marcia verso il capoluogo, mitigando così le code nelle ore di maggiore traffico di rientro. È questa la soluzione individuata durante la riunione del Comitato operativo di viabilità, convocata dal Prefetto di Palermo Massimo Mariani, su richiesta del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in qualità di commissario straordinario per la Palermo-Catania. Presenti, oltre a Schifani, anche i rappresentanti di Anas, della Protezione civile regionale, i vertici provinciali delle Forze dell’ordine, dei Vigili del fuoco e i sindaci degli otto Comuni interessati.

Polizia stradale e Anas stanno già effettuando i relativi sopralluoghi per verificare le modalità di esecuzione del bypass e la sua compatibilità con il Codice della strada. Si tratta di una soluzione temporanea prevista per le prossime due settimane, considerato che Anas ha già annunciato che da sabato 12 luglio verrà rimosso il cantiere di Bagheria.

«Nel corso della riunione ho fatto presente – dichiara il presidente Schifani – che la situazione richiede la massima collaborazione di tutti. Per questo, insieme al contributo di Prefettura, Anas, Regione e Polizia stradale, serve, per il presidio del territorio, anche la partecipazione dei sindaci ai quali, in ogni caso, la nostra Protezione civile ha assicurato tutto l’appoggio necessario con il volontariato e anche in termini finanziari».

Schifani ha inoltre ribadito ad Anas l’importanza di un’informazione costante e rigorosa per dare ai cittadini aggiornamenti puntuali e frequenti sulla situazione del traffico e sul rischio di lunghe code, invitandoli a scaglionare i rientri e a non mettersi in viaggio, se possibile, negli orari di punta. Allo stesso tempo, il presidente ha chiesto all’azienda di intensificare la presenza del personale proprio e delle imprese appaltatrici sulle strade a supporto degli automobilisti.

Nel corso della riunione, la Polizia stradale ha illustrato l’analisi del traffico e le altre ipotesi di viabilità alternativa evidenziando come, fino a sette chilometri di coda, circostanza che comunque dal 3 giugno non si è mai più verificata, non sia conveniente una deviazione sulla Strada statale 113 in quanto peggiorativa, in termini di durata, per gli automobilisti. Lo stesso percorso, inoltre, risulta anche congestionato nel territorio di Casteldaccia, come riferito dallo stesso sindaco durante l’incontro, a causa di una voragine del manto stradale che si è aperta nelle ultime ore e per la quale il Comune ha già attivato un intervento di somma urgenza che dovrebbe consentire la riapertura del tratto al traffico entro domani.

Cefalù, un progetto culturale e identitario per riscoprire la tradizione della “Fruottula”

Vi sono tradizioni che rimangono vive nel tempo, accanto a nuovi appuntamenti; tuttavia occorre che quelle consuetudini vivano soprattutto come esperienza consapevole, per evitare che scivolino nel compartimento del “come eravamo” e dei riti obsoleti.

Aumentare semplicemente la cassa di risonanza di alcuni eventi, operazione oggi compiuta con facilità grazie ai mezzi di comunicazione social, non contribuisce automaticamente e necessariamente a valorizzarli, termine troppo spesso usato a sproposito: il valore di gesti e rituali autenticamente tradizionali è intrinseco e il miglior modo, se non l’unico, per preservarli è quello di perpetuarli di fronte ad una collettività memore e partecipe. Le tradizioni di un popolo non necessitano di un pubblico come un qualunque spettacolo o manifestazione; le tradizioni sono fatte di atti e momenti celebrati da una comunità che ne comprende il senso e la portata.

Un significativo progetto culturale e identitario è quello che si è appena inaugurato, con l’apertura al pubblico della mostra fotografica “scatti nel tempo”.  Si tratta del  progetto curato dalla Pro Loco di Cefalù per rinnovare, appunto, la memoria e l’interesse verso la tradizione cefaludese della “Fruottula”, un rito di presentazione delle primizie del lavoro dei campi che coincide, secondo una evidente simbologia, con la festa religiosa del Corpus Domini nella quale si celebra e si presenta il pane del cielo, vero corpo di Cristo istituito Eucaristia per la salvezza del mondo.

Il progetto della Pro-loco di Cefalù contempla tre momenti: la storia e la memoria della Fruottola, attraverso una mostra di immagini delle edizioni della Fruottola dagli anni ‘50 fino al 2019, ma anche della preparazione dei tradizionali quadri di fiori destinati a sfilare sui carri addobbati con frutta, ortaggi e pani a forma di  ciambella (cuddura), legame tra il lavoro rurale – che pure rappresenta Cefalù sin dalle origini ed è evocato dallo stemma cittadino in cui il pane è l’elemento centrale fra tre pesci – e il sentimento religioso di una comunità particolarmente devota a Gesù Salvatore. Le fotografie in mostra provengono dagli archivi privati di Salvo Ciano, Armando Geraci e Sandro Varzi.

La mostra, sarà visitabile nei locali dello Spazio Cultura (già Circolo Unione) lungo corso Ruggero.

Sempre allo Spazio Cultura si è svolto il momento liturgico compreso nel progetto, ovvero la benedizione del pane: un rito che esprime gratitudine per la terra e i suoi frutti e che vuole sottolineare il carattere sacro del lavoro umano, laddove si fa offerta condivisa e poi sostanza destinata all’altare. Il pane come cibo, ha sottolineato don Francesco Lo Bianco, effetto del lavoro che sostenta, simbolo del dono che è ricevuto e poi nuovamente offerto, che non può rappresentare solo qualcosa da cui trarre guadagno.

È stato infine previsto anche un momento conviviale per ascoltare racconti, aneddoti e curiosità delle edizioni passate dalla voce di chi ha vissuto la Fruottula partecipando agli allestimenti o assistendo alla sfilata dei carri.

L’iniziativa della pro-loco ha ricevuto il sostegno del Comune di Cefalù, della Diocesi di Cefalù e di vari sponsor privati.

Un invito rivolto a tutta la cittadinanza, un’occasione per accostarsi con maggiore consapevolezza a una tradizione della città: raccogliere l’eredità immateriale delle feste e dei valori che le hanno prodotte è il modo per tramandarla alle nuove generazioni e salvaguardare così l’identità del territorio e di chi lo abita.

Barbara De Gaetani

Nella foto il sindaco di Cefalù, Daniele Tumminello, il vescovo, Giuseppe Marciante, e il presidente della Proloco, Gianluca Ajello, in occasione dell’inaugurazione. Pannello realizzato dall’artista Patrizia Milazzo. Foto di Armando Geraci (fonte web)

A19: chiarezza sui cantieri tra Altavilla e Bagheria, l’obiettivo è ridurre al minimo i disagi

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Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, nella veste di commissario straordinario per il coordinamento degli interventi di riqualificazione dell’autostrada A19, ha chiesto ad Anas un aggiornamento puntuale sull’andamento dei lavori nel tratto compreso tra Altavilla Milicia e Bagheria, attualmente interessato da importanti lavori di manutenzione sui viadotti Casteldaccia, Perriera, Cubo, Oleandri, San Leonardo e Sicilia.

La richiesta segue l’ordinanza firmata lo scorso 6 giugno, con cui il presidente invitava Anas a mettere in atto ogni possibile misura per alleviare i disagi alla circolazione, cercando di ridurre restringimenti e deviazioni di carreggiata. Già il 9 giugno, Anas aveva manifestato l’intenzione di accelerare le lavorazioni e migliorare la gestione dei cantieri, imponendo all’impresa esecutrice di potenziare il personale e i mezzi in campo, attivare tre turni di attività e rispettare pienamente tutte le misure di sicurezza.

«È importante capire – dice Schifani – se queste disposizioni siano state effettivamente messe in pratica e con quali risultati, soprattutto per quanto riguarda la riduzione dei disagi agli utenti e il rispetto dei tempi previsti per il completamento delle opere».

Alcune segnalazioni, infatti, hanno evidenziato possibili ritardi nell’attuazione di queste misure, motivo per cui il presidente ha chiesto ad Anas di garantire un monitoraggio costante della situazione e di segnalare tempestivamente eventuali criticità, anche potenziali, che possano ostacolare l’avanzamento dei lavori.

Domani pomeriggio, il presidente della Regione parteciperà a Palermo, in Prefettura, a una riunione del tavolo tecnico dedicato all’emergenza A19. L’incontro, convocato in vista dell’aumento del traffico per l’esodo estivo, sarà l’occasione per fare il punto, in particolare, sul tratto di Bagheria. Al tavolo prenderanno parte tutti i soggetti istituzionali coinvolti, con l’obiettivo di assicurare un coordinamento efficace e condiviso delle misure da adottare per garantire sicurezza e fluidità alla circolazione.

«Gestione trasparente e interventi efficaci – ha sottolineato Schifani – sono elementi fondamentali perché il piano di riqualificazione dell’A19 possa andare avanti secondo le tempistiche stabilite, senza dimenticare le esigenze di mobilità dei cittadini e dei territori interessati. In questa prospettiva, è altrettanto importante che Anas metta le imprese nelle condizioni di lavorare al meglio, anche sostenendole sotto il profilo economico, soprattutto ora che si chiede loro di intensificare i turni e rafforzare la presenza in cantiere».

Il presidente ha infine ribadito l’impegno della Struttura commissariale nel continuare a seguire con attenzione e determinazione lo stato di avanzamento dei lavori, intervenendo prontamente in caso di problemi o rallentamenti.

«Voglio esprimere il mio apprezzamento – conclude Schifani – per la disponibilità e la collaborazione finora dimostrate da Anas. Ringrazio, in particolare il neo amministratore delegato Claudio Andrea Gemme, insediatosi da qualche settimana, per il dialogo costante e costruttivo portato avanti con la Regione. Sono certo che, anche in questa fase delicata, sapranno assicurare un contributo prezioso per il buon esito degli interventi».

Antonio Salanitri originario di Termini Imerese è il nuovo segretario del comune di Pescia

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Antonio Salanitri, 57 anni, siciliano originario di Termini Imerese, è il nuovo segretario comunale di Pescia. Il paese di 19.254 abitanti è in provincia di Pistoia nel nord della Toscana.

Salanitri ha esordito nella professione forense nel 1997 come avvocato a Termini Imerese dove ha ricoperto anche il ruolo di vicepretore e viceprocuratore onorario. Dal 2005 al 2010 è stato operatore di vigilanza presso il Centro di giustizia per minori di Palermo.

Nel 2010 è arrivato per la prima volta in Toscana, come ispettore di vigilanza presso l’Inps di Livorno, città in cui tuttora risiede. Dal 2014 al 2018 ha ricoperto incarichi come segretario comunale in Sicilia e Calabria, in vari Comuni delle province di Palermo e Crotone. È tornato in Toscana nel maggio del 2018, nominato segretario comunale dei Comuni di Palaia e Capannoli, in provincia di Pisa. Poi a Cecina e Livorno.

Castelbuono, concerto dell’Arianna Art ensemble promosso dal Dipartimento di Musica Antica di BCsicilia

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Lunedì 23 giugno la splendida navata della chiesa di San Francesco a Castelbuono con la sua acustica naturale ha vibrato intensamente sulle note scritte da grandi compositori come Scarlatti e Vivaldi ed eseguite con grande perizia esecutiva dall’Arianna Art ensemble, gruppo ormai famoso a livello internazionale, specializzato nell’interpretazione della musica antica utilizzando strumenti originali secondo una prassi esecutiva storicamente informata, e composto da talentuosi artisti che hanno emozionato il numeroso pubblico presente.

Si è trattato del quarto appuntamento in calendario per la stagione 2025, organizzata dal Dipartimento di Musica Antica di BCsicilia, il cui appassionato progetto è quello di salvaguardare e  diffondere il vasto patrimonio della musica medievale, rinascimentale e barocca, promuovendo iniziative volte ad interessare e sensibilizzare un sempre più vasto pubblico all’ascolto di questa raffinatissima musica, da sempre considerata di nicchia.

I brani scelti hanno spaziato attingendo al repertorio di sonate, toccate e sinfonie  dei due grandi compositori con sonorità delicate ma emotivamente penetranti, creando e diffondendo una splendida armonia di intense vibrazioni.

L’incontro come sempre è stato introdotto da una breve presentazione di Giuseppe Rotondo, direttore del Dipartimento, seguito dai saluti del Presidente Regionale di BCsicilia Alfonso Lo Cascio e da note di inquadramento storico e musicale curate da Cinzia Guarino, clavicembalista del gruppo e vera anima conduttrice dell’ensemble, insieme al musicista Paolo Rigano.

Gli applausi prolungati  hanno testimoniato il gradimento e la sensibilità del pubblico presente attestando il pieno successo dell’ iniziativa.

Stella Albanese

Nell’ambito dell’iniziativa mensile “Incontro con l’Autore” a Palermo dibattito con Gianni Papa

Promossa dalle Associazioni BCsicilia, AnSe, A.I.Q.Re.S., Fidapa Palermo Mondello e Kermesse, si terrà venerdì 27 giugno 2025 alle ore 17,30 presso la sede dell’Associazione A.I.Q.Re.S. in via Siracusa, 10 a Palermo, il quinto appuntamento dell’iniziativa “Incontro con l’Autore”. A confrontarsi con i promotori e il pubblico presente sarà il giornalista e scrittore Gianni Papa. Dopo i saluti di Nicolò Grimaldi, Presidente dell’A.I.Q.Re.S., Gaetano Di Fazio, Presidente provinciale AnSe, e Giorgio Fiammella, Presidente dell’Associazione Kermesse, dialogherà con l’Autore Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia. Coordina l’iniziativa Anna Scialabba, Presidente Fidapa Palermo Mondello.

Gianni Papa, giornalista pubblicista, vive a Ragusa dal 1956. Dopo gli studi classici e l’Università, vinto il concorso come funzionario delle Dogane nel 1973 si è trasferito a Biella. Nella città della lana è stato anche chiamato al bisettimanale “Eco di Biella” per scrivere di sport e di cultura. Nello stesso anno è passato a Telebiella, prima televisione libera italiana via cavo, come intervistatore, telecronista, inviato, conduttore di trasmissioni e speaker del telegiornale. Al rientro a Ragusa, la preziosissima esperienza, al tempo quasi unica in Italia, fatta sotto la direzione dell’ex regista Rai  Peppo Sacchi gli ha aperto le porte dell’appena nata Teleiblea, la prima televisione libera via etere,  divenendone, dal 1975 a oggi, senza interruzioni, il “volto” per la cultura, lo sport e il sociale. Ha anche preso parte agli inizi della radio libera, conducendo trasmissioni notturne molto seguite. Dal 1985 è una firma storica della Gazzetta del Sud: ha anche collaborato con “La Sicilia”, “Il giornale di Sicilia”, “Il Mattino”, è stato direttore responsabile di due periodici locali e redattore di altri. Apprezzato conferenziere, ha scritto i testi di quattro canzoni di discreto successo ed è stato il più giovane presidente d’Italia nel rugby. Con la moglie, stilista di alta moda, ha seguito le sfilate dei maggiori creatori italiani, molti dei quali intervistati. Divoratore di libri in quantità industriale (al momento un po’ più di 300 l’anno) e grande appassionato di storia (ferrovie, navi, Mittel Europa, mondo balcanico, Prima Guerra Mondiale) ne ha fatto l’argomento dei saggi che gli sono valsi numerosi premi e riconoscimenti nazionali.  Premio Casentino per la narrativa – saggistica, secondo al Premio Leonforte, premio giornalistico nazionale “Ferrovie, ieri oggi e domani”,  secondo al Premio Città di Castello, menzione speciale della critica al Premio Gerundio, ecc. Ha pubblicato quattro saggi. “Una bella storia. Le origini del mito dell’Orient Express”, edizione LuoghInteriori,  ha guidato per mesi la classifica su Feltrinelli e altri nella categoria treni e trasporti. “Le volpi d’acciaio. Agosto 1914: da Messina a Costantinopoli la fuga di due navi che cambierà la storia”, edizioni Supernova Venezia”, è stato a lungo in testa nelle categorie Storia della Marina e Prima Guerra Mondiale e tra i bestseller di Libreria Universitaria;  “Hedia, ultimo messaggio 10:00 N807” inchiesta sulla misteriosa scomparsa di una nave tra guerra d’Algeria e attentato a Enrico Mattei, è stato tra i più venduti nella categoria saggi e romanzi storici. Per Periferie Ragusa ha pubblicato “Non sono solo Montalbano, il territorio ibleo tra identità e storia”, scritto insieme con la moglie Lina Giarratana.

Madonie, inaugurata la rete a banda ultra larga: Wi-Fi gratuita a Piano Battaglia

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Si è svolta presso il “Ristoro dello Scoiattolo” a Piano Battaglia, la manifestazione di presentazione degli interventi infrastrutturali realizzati dal GAL ISC Madonie per l’attivazione della Banda Ultra Larga nelle cosiddette “Aree Bianche” del territorio madonita.

L’evento ha rappresentato un momento significativo di confronto e condivisione dei risultati raggiunti nell’ambito della sottomisura 7.3 del PSR Sicilia 2014-2022, con cui il GAL ha promosso l’attuazione di una rete di connessione ultrabroadband resiliente, capace di garantire velocità fino a 200 Mbps, a beneficio delle popolazioni rurali, delle imprese locali e dei visitatori di Piano Battaglia.

Alla manifestazione sono intervenuti il Dirigente responsabile regionale del Servizio 3 “Multifunzionalità e Diversificazione in Agricoltura – LEADER”, Bruno Lo Bianco, il Presidente del GAL Madonie Mario Cicero, il progettista e direttore dell’esecuzione Ing. Gioacchino Di Garbo, Alessandro Ficile di Sosvima, il vicesindaco di Petralia Sottana Alessandro Cilibrasi, il Ceo di BluWifi che ha realizzato le infrastrutture Davide Capisi e il Direttore del GAL ISC Madonie Dario Costanzo.

La nuova rete, sviluppata grazie alla sinergia tra GAL ISC MADONIE, ARIT e Infratel Italia S.p.A., si inserisce come completamento delle infrastrutture previste dal Piano Nazionale Banda Ultra Larga (BUL) e dal Piano Italia 1G del PNRR, assicurando una copertura dell'”ultimo miglio” nei comuni finora esclusi dagli investimenti nazionali.

Tra i servizi attivati: traffico dati, telefonia VoIP e WIFI pubblico gratuito, con hotspot già operativi a Piano Battaglia e nei comuni coinvolti. L’infrastruttura, realizzata secondo una logica a maglia e con tecnologia fibra e PTP radio, sarà manutenuta per i prossimi 20 anni dall’impresa esecutrice BluWifi.

Il progetto, che aderisce ai programmi nazionali WiFi Italia e Free Italia WiFi, si configura come un potente strumento di contrasto al digital divide e un impulso concreto all’innovazione tecnologica nei contesti rurali. La Banda Ultra Larga permetterà infatti un miglioramento significativo della qualità della vita, abilitando servizi essenziali quali il controllo da remoto delle colture e degli allevamenti, la trasmissione di dati climatici, il supporto alla sicurezza del territorio e lo svolgimento di operazioni telematiche in ambito agricolo e commerciale.

«Con questo intervento – afferma il Presidente del GAL Madonie Mario Cicero – colmiamo un divario storico che ha penalizzato le nostre comunità per troppo tempo. Portare la Banda Ultra Larga nelle aree più interne delle Madonie significa offrire nuove opportunità a cittadini, imprese e territori. È un passo concreto verso un futuro più connesso, inclusivo e sostenibile»