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Giornale di Cefalù. Acqua e bollette Amap in Consiglio Comunale. Sindaco: situazione inaccettabile

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Acqua e bollette Amap in Consiglio Comunale. E’ uno stato di cose inaccettabile: l’intervento del Sindaco Daniele Tumminello (nella foto). Nasce il giornale online “CefaBlù”: iintervista all’editore Giuseppe Spinosa. Azione Cattolica. Primo incontro interparrocchiale degli adulti nel ricordo di Valeria Cortina: l’intervento di Marianna D’Amico. Secondo appuntamento della Rassegna teatrale presso il Cicero con “A Cirimonia” ne parlano Rosario Palazzolo e Anton Giulio Pandolfo. Consacrazione dell’altare alla Chiesa di Santo Stefano: gli interventi del Vescovo mons. Giuseppe Marciante e del parroco don Francesco Lo Bianco.
Il Giornale di Cefalù – anno 41 n.1786 – videonotiziario – web diretto e condotto da Carlo Antonio Biondo; da giovedì 14 marzo 2024 può essere seguito, visto e rivisto su facebook adrianocammarata e sul canale you tube Carlo Antonio Biondo. Archivio Giornale su cammarataweb; link su tutti i social.

Frane, a Caccamo aggiudicati i lavori per il ripristino della via Sant’Orsola

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In partenza i lavori sulla via Sant’Orsola a Caccamo. Sarà la Mondello Costruzioni di Sant’Angelo di Brolo a intervenire per rendere nuovamente agibile una delle arterie principali nel comune del Palermitano; la strada è rimasta chiusa da novembre 2021 dopo che una frana ha distrutto parte del muro di sostegno in pietrame che la delimita.

L’appalto, espletato dagli uffici della Struttura per il contrasto al dissesto idrogeologico guidata dal governatore Renato Schifani e diretta da Maurizio Croce, è stato aggiudicato per un importo di 482 mila euro. Oltre al ripristino delle pareti in pietra, consolidate con micropali, tiranti e dotate di ringhiera, è prevista anche la ricostruzione di un tratto della rete fognaria, indispensabile per scongiurare le dispersioni d’acqua che ne hanno causato il crollo. Il manto stradale verrà ripristinato anche sulla sottostante via San Pancrazio invasa dalle macerie.

Attualmente è consentito soltanto il passaggio pedonale a vantaggio soprattutto degli abitanti delle case in zona. L’intervento permetterà finalmente di rendere agibile quello che rappresenta, per le sue originarie dimensioni, l’unico percorso utilizzabile dai mezzi di soccorso tra gli angusti vicoli del centro storico.

Di “donne” e di “miti”. Una storia per immagini: conferenza a Bagheria promossa da BCsicilia

Si terrà sabato 16 marzo 2024 alle ore 17,30 presso la Sede di BCsicilia, Dimora Storica Mineo – Cirrincione in Via Sant’Elia, 5 a Bagheria la conferenza: “Di donne e di miti. Una storia per immagini” tenuta da  Daniela Patti, Docente di Archeologia cristiana e medievale presso l’Università di Enna “Kore”. Presentazione a cura di Maria Giammarresi, Presidente BCsicilia di Bagheria e di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia. Per informazioni: Email: [email protected] – Tel. 339.4121267

La conferenza muove presentando miti e storie di donne che nella memoria collettiva e nella tradizione culturale dell’Occidente costituiscono gli archetipi, i “sogni collettivi dell’umanità̀”. Partendo dalla documentazione iconografica, epigrafica e letteraria si raccontano alcune storie di donne, modelli mitici esemplificativi di specifici tematiche, in un approccio interdisciplinare, storico archeologico e antropologico letterario, e secondo anche la prospettiva ermeneutica della gender history, superando il quadro dei modelli noti cristallizzati proposti dalla “storia delle donne”. Tutto il pensiero occidentale almeno dalla metà del V secolo a.C. è caratterizzato dalla cultura contro le donne, relegate in ruoli subalterni o marginali, spesso vittime di destini ingiusti e di leggi inique; esso attinge all’universo del mito e delle tradizioni, a figure mitiche le cui vicende vengono piegate al fine di modellare topoi difficili da scardinare nelle coscienze collettive di tutti i tempi. Ci accompagnano, attraverso testi e immagini, figure femminili iconiche, alcune ben note, altre meno conosciute: una folla di donne vittime di una violenza esercitata a tutti i livelli, in una ambientazione che a distanza di secoli viene riproposta purtroppo ancora oggi, valicando qualsiasi confine geografico. Un lungo filo rosso che dall’Antichità, attraverso il Medioevo giunge fino ad oggi e caratterizza il pensiero occidentale proponendo una riflessione sulla condizione femminile e sulle “radici” antiche di problemi ancora attuali e collegati a cogenti tematiche relazionali, culturali e sociali. La vicenda di Kore, Pandora e i miti di creazione, Europa; Medea; Ifigenia e la violenza verso le vergini, sacrificate in nome della guerra; Ecuba e le Troiane, Donne contro la guerra in una rappresentazione universale che esprimono l’attualità di molti destini di donne in territori in guerra. Sono contemplate anche storie di donne tra mito e storia: Lucrezia e Virginia che rappresentano il tema del sacrificio della vita in nome della salvaguardia dell’onore e delle virtù; di Ersilia legata al ratto delle Sabine; considerato unanimemente l’archetipo della violenza di genere. Una narrazione sulla condizione femminile che attraverso le immagini si dipana al seguito di iconiche figure di Donne e di miti assurte nella costruzione del pensiero occidentale a paradigma o a simbolo.

Daniela Patti è professore associato di Archeologia cristiana e medievale presso l’Università degli Studi “Kore” di Enna. Ha approfondito lo studio delle dinamiche insediative nel territorio ennese in età tardoantica e medievale, con particolare riferimento all’habitat rupestre, alla viabilità antica, ai luoghi forti del territorio, alla cultura materiale, oggetto delle monografie e dei numerosi contributi sia su riviste nazionali che internazionali. Il censimento delle unità rupestri, grazie anche alle numerose ricognizioni effettuate negli anni, ha permesso di disporre di una catalogazione scientifica delle testimonianze archeologiche tardoantiche e medievali in particolare nell’area centro settentrionale dell’ennese. Negli ultimi anni, grazie anche all’analisi iconografica, si è occupata della diffusione di alcuni culti nell’ennese in età̀ bizantina e altomedievale con particolare riferimento alle trasformazioni e/continuità̀. Ha partecipato a numerosi scavi archeologici anche all’estero. Dal 2012 al 2017 è stata responsabile scientifico dell’Università di Enna del Progetto FIRB, finanziato dal MIUR Spazi sacri e percorsi identitari. Testi di fondazione, iconografia, culto e tradizioni nei santuari cristiani italiani fra tarda antichità e medioevo che ha coinvolto le Università di Bari (capofila), Enna, Padova, Roma. Nell’ambito del progetto si è occupata dello studio dei santuari di San Michele sul Monte Tancia (RI), dei luoghi di culto di Rometta (ME) e ha diretto gli scavi sul cd. “Eremo di San Nicola”, in realtà in una prima fase una basilica altomedievale, in prossimità dell’odierno santuario di San Matteo Apostolo a San Marco in Lamis (FG) e in connessione con le vie di pellegrinaggio verso il noto santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo. Negli ultimi anni ha approfondito lo studio dei santuari e degli spazi sacri con particolare attenzione alla cristianizzazione e alla trasformazione dei paesaggi nella longue durée nonché agli aspetti relativi alla metodologia di rilievo, alla documentazione e alla valorizzazione dei contesti indagati. Tra le pubblicazioni si segnalano:  Villa del Casale di Piazza Armerina: le lucerne degli scavi Gentili. Officina di Studi Medievali, Collana Machina Philosophorum, Palermo 2013;  Il contesto territoriale di Nissoria. Tra Tardoantico ed Età Moderna, Officina di Studi Medievali, Collana Machina Philosophorum, Palermo 2012;  Rometta. Paesaggio. Archeologia. Arte e Storia, Edizioni Mario Adda, Bari 2017; Spazi e percorsi sacri tra Tarda Antichità e Altomedioevo. Archeologia, Storia e Nuove Tecnologie, Edizioni Mario Adda, Bari 2019.

Immagini. Foto 1: Cratere a figure rosse, attribuito al Pittore dei Niobidi, 460-450 a.C., Londra, British Museum. Foto 2 Scena della creazione nel sarcofago “dogmatico”, 330-350 d. C., Roma, Musei Vaticani.

Rompiamo il digiuno insieme: pomeriggio per la Pace all’Università di Palermo

Il Dottorandi in “Migrazioni, Differenze, Giustizia Sociale” (Mi.Di.Gi.) dell’Università degli Studi di Palermo, insieme al Collegio di Dottorato e al Centro di Ateneo “Migrare” invitano tutti gli studenti, docenti e la comunità locale a un incontro speciale il 15 Marzo, presso il complesso monumentale di Sant’Antonino, dalle 16,30.

“Dopo l’orrore del 7 ottobre – scrivono i promotori – non meno di 30.600 vite sono state perse. Noi tutti ci uniamo in una forte voce di protesta contro l’indifferenza, la violenza, la disumanizzazione. Oltre 10.000 sono i bambini uccisi e migliaia ne restano ancora dispersi sotto le macerie, più di 2,2 milioni di persone hanno visto negata l’assistenza umanitaria, non c’è cibo, né acqua ed è quasi impossibile far arrivare gli aiuti. È urgente agire per porre fine a queste gravissime violazioni dei diritti umani”.

Refaat Alrareer, poeta e intellettuale palestinese, prima di diventare lui stesso vittima, si è dedicato al progetto no-profit We Are Not Numbers (WANN): insieme agli “artisti della parola” e a giovani scrittori egli si occupava di condividere e celebrare le storie dei giovani di Gaza e del Libano, ricordandoci così che “non siamo numeri”. Questa iniziativa sollecita a ribadire che è responsabilità della società civile sollevare la voce per proteggere la dignità e i diritti umani.

“In un gesto di solidarietà – continuano i promotori – ci uniremo simbolicamente alle celebrazioni dell’iftar durante il Ramadan, condividendo il significato di pace e preghiera che questo mese per milioni di persone rappresenta.  Grazie alla generosità del ristorante “Al-Quds”, di “Kirmal-Cucine Narranti” offriremo un pasto a tutte le persone che vorranno condividere questa momento di incontro, dialogo e scambio tra le comunità religiose e laiche presenti a Palermo. Invitiamo chi volesse contribuire a portare con sé datteri con i quali tradizionalmente si spezza il digiuno.

Si alterneranno letture, poesie e piccole performance proposte dalle scuole e dagli artisti coinvolti.

L’evento sarà quindi un’importante occasione di riflessione sull’importanza della conoscenza, della comprensione e del sostegno reciproco.

Con lo slogan “Rompiamo il digiuno insieme”, esprimiamo il nostro impegno e sostegno alle vittime delle tragedie umanitarie attuali e chiediamo a gran voce un cessate il fuoco immediato e permanente”.

Per ulteriori informazioni e dettagli sull’evento, è possibile contattare:

[email protected]

L’iniziativa è promossa insieme a:

– Centro di Ateneo Migrare-Unipa;

– Scuola di Lingua italiana per Stranieri (ItaStra):

– Clinica legale Migrazioni e Diritti:

– Arci Palermo:

– Associazione “Al Quds Palermo”;

– Associazione “Pellegrino della Terra”;

– Caritas Diocesana Palermo;

– Centro Astalli-Palermo;

– Centro Diaconale “la Noce” – Istituto Valdese;

– CGIL Palermo;

– CIDI Nazionale (Centro Iniziativa Democratica Insegnanti);

– Comunità “La Zattera”;

– Cooperativa sociale “Rigenerazione Onlus”;

– Diaspore per la Pace-Aps;

– Gambian Association in Palermo;

– Istituto di Formazione Politica “Pedro Arrupe”;

– Laici Comboniani Missionari;

– Moschea tunisina di Palermo;

– Palestina nel cuore Sicilia;

– Pietro Bartolo (europarlamentare);

– Proteo Fare Sapere-Sicilia;

– Raizes Teatro;

– Valentina Chinnici (deputata regionale).

A Roccapalumba tavola devozionale in onore del Patriarca San Giuseppe

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L’associazione culturale “Ohana” con sede in Roccapalumba, in collaborazione con la sede di BCsicilia intende promuovere il recupero e la valorizzazione dell’antica tradizione delle tavole devozionali in onore del Patriarca San Giuseppe. Un progetto culturale che ha lo scopo di riproporre una consuetudine secolare cui la comunità è fortemente legata. Nella sede dell’associazione Ohana, sita in via Garibaldi, 85, in occasione della solennità di San Giuseppe 18 e 19 marzo 2024, verrà allestita la tradizionale “Tavulata di San Gisieppi” e rappresentato il “Sacro banchetto” dei “Virginieddi”. La tavola devozionale imbandita con tutti i frutti di stagione e con le pietanze della tradizione culinaria locale, rappresenta l’abbondanza quale dono della Provvidenza divina. Particolare significato riveste il pane che assume forme particolari e curiose, poi il cedro, l’arancia, la lattuga, il finocchio domestico crudo (simboli presi dalla tradizione ebraica) e soprattutto i “laurieddi”, i germogli di grano venuti su dopo aver messo a dimora i semi nella bambagia umida, quale offerta propiziatoria per un buon raccolto. Oltre a rinvigorire il sentimento religioso e devozionale, l’evento intende rafforzare l’identità della Comunità e il sentimento di appartenenza attraverso la condivisione di tradizioni e ritualità in cui gli stessi membri si riconoscono. La tradizione legata alla celebrazione della solennità di San Giuseppe a Roccapalumba  si perde nella notte dei tempi. E’ ormai notorio che il Cristianesimo, per affermarsi tra i popoli pagani, si sia appropriato strategicamente della ritualità legata ai culti arcaici, rielaborata  per rendere ancora più efficace l’opera di evangelizzazione e di proselitismo. La solennità di San Giuseppe viene celebrata il 18 e il 19 marzo, in coincidenza con l’equinozio di primavera, ragion per cui tale ricorrenza assimila alcuni riti di più antica tradizione. Si tratta nella fattispecie, di culti ancestrali che venivano celebrati per ristabilire l’unione spirituale tra l’uomo e la natura nel momento in cui essa rinasceva e si rinnovava. I riti propiziatori in onore degli dei pagani si sono cosi tramandati fino ai nostri giorni e sono diventati parte integrante del nostro bagaglio religioso-culturale. Nella tradizione roccapalumbese, infatti la solennità in onore del Santo Patriarca, evidenzia la presenza di diversi elementi arcaici quali il rito del fuoco o della luce e il banchetto sacro. A tutti i visitatori verranno offerte le tradizionali “sfinci c’u zuccaru”.

Programma

Lunedì 18 marzo 2024 ore 16,00

Benedizione e apertura ai visitatori della “Tavulata” allestita nei locali della sede dell’associazione Ohana sita in via Garibaldi n. 85

Ore 21,00

Accensione delle tradizionali “fanari” al passaggio della processione del simulacro di Gesù Bambino

Martedì 19 marzo 2024 ore 9,00

Apertura ai visitatori della “Tavulata” allestita nei locali della sede dell’associazione Ohana sita in via Garibaldi n. 85

Ore 12,00

“Sacro banchetto” dei “Virginieddi” alla “Tavulata”

Per info: 3888903235-3801965919-3296648325

Per il programma completo della solennità in onore del Patriarca San Giuseppe, consultare il profilo facebook della parrocchia dei Ss Pietro e Paolo  Ap.

Gangi, si presenta “E’ sedimentario, mio caro Watson!” ultimo libro di Roberto Franco

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Domenica 17 marzo 2024 alle ore 17,00 a Palazzo Bongiorno a Gangi, si presenta l’ultima opera di Roberto Franco: “E’ sedimentario, mio caro Watson! Dalle indagini ‘geologiche’ di Sherlock Holmes alla nascita delle geoscienze forensi”, Plumelia Edizioni.

All’incontro, moderato da Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia, e introdotto da Giuseppe Ferrarello, Sindaco di Gangi, Antonello Fiore, Presidente nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale e da Salvatore Palmeri, Consigliere dell’Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia, interverranno la Geologa forense Rosa Maria Di Maggio e il Responsabile delle recensioni in Sigea, Giacomo Milazzo. Sarà presente l’Autore.

L’incontro è promosso dal Comune di Gangi, Sigea, Ordine Regionale Geologi Sicilia, I.S.I.S. ‘Giuseppe Salerno’, BCsicilia e Plumelia Edizioni.

Il libro. Il saggio scaturisce da una passione profonda dell’autore per un personaggio straordinario, Sherlock Holmes, che si intreccia con un’altra passione altrettanto forte, quella per il pensiero scientifico, rigoroso e logico in un fil rouge estremamente interessante che permea le pagine di un saggio singolare capace di condurre  il lettore in un meraviglioso luogo della mente dove il confine tra scienza e filosofia si annulla e apre felicemente al mondo della logica deduttiva. Sherlock Holmes, frutto della fervida immaginazione di Sir Arthur Conan Doyle, insegna che la scienza non dà mai risposte semplicistiche ma fornisce un metodo rigoroso atto a formulare domande e sebbene le nuove tecnologie utilizzate sulla scena del crimine abbiano rivoluzionato il modus operandi dell’investigazione scientifica, il corretto approccio del bravo investigatore non può prescindere dall’osservazione, dalla deduzione e dalla cultura e Holmes diviene Maestro nel raccogliere indizi, seguire tracce, scartare ipotesi contraddittorie, arrivare a soluzioni impensabili seguendo quel ‘paradigma indiziario’ prima proprio del patologo e poi destinato a diventare strumento anche dello storico, del biologo, del matematico, dello studioso d’arte, del criminologo e persino del geologo.

Conan Doyle, ha avuto il merito di aver considerato la scienza della Terra al pari delle altre scienze e come tale applicabile nel contesto investigativo e ciò ha gettato le basi dello studio dei terreni in ambito processuale, rendendo ufficialmente il detective più conosciuto al mondo, seppur parzialmente immaginario, il primo geologo forense della storia del crimine.

L’autore. Roberto Franco (nella foto), è docente, scrittore e saggista. Laureato in Scienze geologiche, è Esperto in Sistemazione dei bacini montani e difesa del suolo. Oggi, è considerato uno stimato divulgatore scientifico e culturale, interessandosi in particolar modo alla connessione tra letteratura e scienza. È membro della Società Italiana di Geologia Ambientale e della Società Geologica Italiana. È autore di numerosi saggi e articoli su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Tra  le sue pubblicazioni: Patri, Figliu e Spiritu Santu. Viaggio alla scoperta delle preghiere dialettali recitate a Gangi (assieme a Salvatore Germanà, 2006); Alburchia, la montagna incantata. Un contributo della Geoarcheologia alla conoscenza storica tutela e valorizzazione di un sito della Sicilia centro-settentrionale (2011); il pluripremiato La geologia nella Divina Commedia (2017); Eppur si muovono! Storie di uomini e scienziati che hanno reso grande la geologia (2019); Sognatori di Speranza. Vivere in Assisi, un viaggio oltre la Storia (a cura di, 2022). In ambito didattico ha pubblicato: L’IBSE: un approccio Didattico vincente per l’insegnamento nelle Scuole superiori. Il caso innovativo delle Scienze della Terra ‘investigate’ attraverso l’Arte (2018). Infine di imminente pubblicazione: Globi di fiamme a lambir le stelle. La geomitologia nell’Eneide (e molto altro ancora).

Sussurri nel buio: cosa pensa dei fantasmi uno psichiatra?

Capita spesso, nella quotidiana attività dello psichiatra, di confrontarsi con resoconti di fenomeni “anomali”, strani o misteriosi. Chiamiamoli pure “paranormali”, per quanto la definizione ci possa non piacere. Uno dei fenomeni più frequentemente descritti è la presunta apparizione di fantasmi. Capita anche che le persone che raccontano di questi misteriosi eventi pongano delle domande e chiedano delle risposte. In genere sia le prime che le seconde sono relative all’attendibilità dei fenomeni, alla possibilità della loro reale esistenza. In fondo si tratta spesso della richiesta di una semplice rassicurazione sulle proprie condizioni mentali. E in questo caso in parere dello psichiatra, dello “strizzacervelli” diventa fondamentale. Questo è un tema dominante in quell’ambito di studi che chiamiamo “parapsicologia clinica”. Ma qui non parliamo tanto di questo, quanto di una situazione quotidiana, del fatto cioè che il paziente “incappa” in un presumibile “fenomeno parapsicologico” e chiede, sic et simpliciter, al suo psichiatra cosa ne pensi. Lo psichiatra, d’altra parte, “incappa” nella descrizione del fenomeno fatta dal suo paziente. Mentre le valutazioni strettamente cliniche e professionali (anche di vera e propria “parapsicologia clinica”) riguardano la competenza dello psichiatra, è possibile qualche valutazione più generale. La domanda fondamentale che infatti viene posta, in genere, è: “ma queste cose possono esistere”? Il problema viene così depersonalizzato, viene spostato dal piano strettamente personale a quello più generico afferente alla natura stessa della realtà umana. Cosa rispondere? E’ ovvio che ogni risposta è assolutamente soggettiva, eppure esistono delle intuitive, empiriche “linee guida” che, sebbene non siano evidence based, possono fornire spunti per alcune riflessioni.

La prima riflessione da fare – e da suggerire al paziente – è che comunque la presenza del paranormale nell’esperienza umana individuale e collettiva è innegabile. Veri o falsi che siano i fenomeni, l’esperienza esiste. Ne leggiamo dappertutto, dal rotocalco alla grande letteratura (come nel caso di come “La casa degli spiriti” di Isabel Allende); da sempre, ne sentiamo raccontare dappertutto, da sempre, anche oggi, in un periodo storico tutto improntato al tecnologismo più esasperato.

Gli studi scientifici in questo campo (onestamente molteplici e importanti) hanno quasi sempre enfatizzato aspetti di natura quantitativa, nel senso che tutto ciò che sembrava paranormale doveva comunque rientrare nei canoni di parametri statistici severi – almeno quanto, spesso, inattendibili. La statistica non spiega, non descrive. Semplicemente misura. Ma quanto storie di eventi paranormali sono misurabili? Antico problema, certo, ma che in questo caso non ha alcuna importanza. L’unico dato rilevante è che sono storie che in ogni modo fanno riflettere, perché hanno qualcosa di molto simile a quelle immagini tanto note nella psicologia della percezione, fondate sull’ambiguità figura-sfondo: se le guardi da una certa prospettiva esse ti mostrano qualcosa; se le guardi da un’altra prospettiva ti mostrano qualcosa di assolutamente diverso.

E’ vero, da questo punto di vista, che ognuna di queste storie può essere letta in diversi modi. Se le leggessimo solo dal punto di vista psichiatrico, potremmo trincerarci dietro storie sintomatologiche di dispercezioni, d’allucinazioni, di percezioni erronee poi rielaborate come se fossero vere, cosa molto comune nell’infanzia; si potrebbero ipotizzare vere e proprie ‘deviazioni’ cognitive, o l’enfatizzazione emozionale di fatti che potrebbero avere molte altre chiavi di lettura. Si potrebbero tirare in ballo elementi della psicologia dello sviluppo, della psicopatologia o della psicologia della percezione. E’ il modo più facile per lo psichiatra di affrontare il problema. Ma che senso ha? E’ ovvio che, come ogni essere umano posto di fronte ai misteri della vita e della natura umana, anche lo psichiatra ha il diritto di difendersi dall’invasione di emozioni troppo forti, di corazzare la propria anima rispetto al mistero. Ma non può e non deve farlo. Deve invece tener conto che qualsiasi sapienza psichiatrica, in senso lato, non ci potrà mai dare certezze assolute su questo tipo di fenomeni. Esistono domini entro i quali le nostre certezze scientifiche si sciolgono come un gelato sotto il sole di Sicilia… I racconti che ci vengono donati dai pazienti, con lo sforzo sovrumano di sentirsi “normali” e non dei “diversi”, sono spesso così puliti, così lucidi, così lineari da portare alla mente migliaia d’altri racconti simili. E da portare soprattutto alla mente quanto ciascuno di noi ha sentito da bambino, talvolta origliando, talvolta partecipando a riunioni di famiglia, a discussioni intorno ad una tavola apparecchiata, ad un camino acceso, ad una pentola borbottante, ad una stufa calda e silenziosa.

Queste immagini appartengono al nostro vissuto, alle nostre tradizioni, alle nostre credenze. Alle nostre: intendo dire che la differenza tra psichiatra e paziente in questo caso salta, si aliena a se stessa, si rende improbabile. Storie di fantasmi, di percezioni extrasensoriali, di eventi supernaturali sicuramente esistono. Ma non quelle che leggiamo nei libri di improvvisati esperti o inattendibili giornalisti (siano essi scettici o credenti), ma quelle che abbiamo vissuto sulla nostra pelle, nelle storie della nostra gente, all’interno di quel contesto umorale ed affettivo che ci caratterizza come specie e che individua il nostro essere nel mondo. Noi e “loro” siamo veramente tutti immersi in un continuum che ci pervade e ci ispira. E quando dico “loro”, non mi riferisco sicuramente ai fantasmini colore verde pisello di Ghostbusters, ma ad un quid, ad una specie di “quintessenza” delle nostre credenze, al rapporto con i nostri antenati, ai nostri affetti che si perpetuano nel tempo e che lasciano un segno nella storia nostra individuale e in quella del nostro gruppo, agli oggetti, alle case che sono grandi depositarie di storie, di eventi, di memorie arcaiche e di affetti ancora più antichi. Ricordiamo però che parliamo d’eventi che accadono nell’ambito dell’esperienza e che sono pertanto meritevoli comunque di attenzione. Parliamo d’eventi che sono in buona misura indimostrati o inspiegati. Certo, se dovessimo considerare questi eventi con intransigente rigore scientifico, immagino che non esistano dati di fatto ragionevolmente a favore, e sarebbe più facile trovare evidenze contrarie alla loro veridicità. Il problema è che stiamo discutendo di fenomeni che nessuno pretende che siano dimostrati. Parliamo di fenomeni che però esistono nell’immaginario collettivo, che vengono riferiti da persone degne della massima fiducia, in tutte le epoche e a tutte le latitudini. Ovviamente siamo manchevoli nella possibilità di spiegarli, ma non sarà certo l’isterismo degli scettici a convincere chicchessia che essi non esistono. Certamente hanno una loro dignità. Meritano rispetto ed attenzione. Anzi, credo che noi ci interessiamo di parapsicologia proprio perché esistono queste storie. Ed in quanto storie sono forse autentiche, ma sicuramente intriganti. Vanno rispettate. Il problema, comprensibile di certo, è che questo atteggiamenti come ogni atteggiamento implica una considerazione di fondo sulla realtà o meno dei fenomeni, insomma sulla loro intrinseca veridicità. Implica una consonanza fra sistemi di credenze, fra culture e visioni del mondo. Ma questo è un confronto che riguarda sempre il rapporto fra psichiatra e paziente. Allora, così come relativamente a tanti altri argomenti, è bene che lo psichiatra – qualunque sia la sua visione del mondo, il suo sistema di credenze – sospenda il giudizio. Difficile farlo, certo. Ma il tentativo di razionalizzare eventi di questo tipo, di inquadrarli all’interno di schemi di riferimento scientifici hard, culturalmente ortodossi e comunque formalmente globalizzati o implicitamente globalizzanti non ha significato alcuno. I pazienti ci pongono delle domande e noi dobbiamo fornire delle risposte. E, indipendentemente dalle nostre credenze, l’unica risposta possibile è che, come diceva Lawrence Le Shan, “eventi impossibili non accadono”. Il resto può essere oggetto di discussione, ma non stando lì, seduti alle nostre scrivanie, di fronte ad una persona che chiede quale sia il senso di eventi personali vissuti spessissimo in modo drammatico, angosciante, talvolta quasi alienante. E’ uno dei pochi casi nella pratica psichiatrica nei quali la priorità è quella di ammettere una possibilità e non quella dell’interpretare vissuti soggettivi. Dobbiamo solo ascoltare, comprendere, accettare. Se ci comportassimo diversamente, non faremmo un buon servizio ai pazienti. Soprattutto, non faremmo un buon servizio a noi stessi, come persone e come professionisti.

Giovanni Iannuzzo

Alia, J. Turrell in visita alla Gurfa: Simmetria con Roden Crater

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La spettacolarità dell’impianto ipogeico della Gurfa di Alia e delle ierofanie che vi si manifestano con la ritualità del Tempo Cosmico è tale da aver suscitato l’interesse di ricercatori ed artisti internazionali, fra tutti il Conte Giuseppe Panza di Biumo e James Turrell per tramite dell’amico fotografo Alessandro Belgiojoso e di Lucia Gotti Venturato, presidente del festival internazionale “SoleLuna”. Per la sua 4° edizione, tenutasi alla Galleria di Arte Moderna (GAM) S. Anna di Palermo dal 6 al 12 luglio 2009, ha dedicato proprio ai nostri ipogei la mostra “Terra e Luce, dalla Gurfa al Roden Crater di James Turrell e Alessandro Belgiojoso”.

Sono stato fra i testimoni dell’evento l’11 luglio 2009 per la visita memorabile del Maestro Turrell alla Gurfa ed alla conferenza al Chiostro Sant’Anna “Lecture di James Turrell: Plato’s cave and the light inside”. Ne è rimasto un libro importante, dove c’è anche il mio testo “Architettura e mito alla Gurfa”, “Terra e luce dalla Gurfa al Roden Crater di James Turrell”, ed. Skira 2009, con scritti di Giuseppe Panza di Biumo, Agostino De Rosa, Giorgio Cucut, Amos Zampati, Giovanni Giuliani, Alessandro Belgiojoso, Massimo Cultraro, Carmelo Montagna, Paolo Nepoti . E’ stata importante allora la collaborazione e l’impegno dell’amico, padrone di casa, allora Sindaco di Alia, Francesco Todaro.

Lucia Gotti Venturato, Presidente SoleLuna, questo ne ha scritto: “… visita alla Gurfa, accompagnata da Alessandro Belgiojoso, dal Sindaco di Alia e dal Prof. Montagna … mentre il Sindaco raccontava le difficoltà nel rivalutare quel luogo, unico per dimensione e fattura, e il Professore raccontava il mito di Minosse e di Dedalo,… spiegava il progetto del Roden Crater di James Turrell e le similitudini tra i due siti. … dimostrare la contemporaneità della preistoria. La Gurfa di Alia infatti non è altro se non una primordiale costruzione ipogeica, cui si sono ispirati nei secoli i grandi artisti del mondo. Quando si entra e si volge lo sguardo al cielo non si può non pensare alla Domus Aurea o al Pantheon e il collegamento allo site specific di James Turrell è assolutamente naturale. …”.

Turrell, fra i massimi artisti contemporanei di Land Art, lavora alla sua monumentale opera ipogeica dal 1977, dentro un cono di origine vulcanica, situato in una riserva indiana nel Painted Desert del Northern Arizona. Per “consulente scientifico” mi disse di avere uno sciamano pellerossa; poi parlò del “foro” di sommità paragonandolo alla “fossa craniale” che abbiamo avuto tutti aperta sulla testa da bambini, da cui “entrò l’illuminazione …”. Sta costruendo “un osservatorio celeste e stellare a occhio a nudo”. Il Roden Crater rappresenta il culmine della ricerca portata avanti dall’artista nel campo della percezione umana, in prospettiva millenaria. Come l'”Oculus” della Gurfa, “è una porta verso la contemplazione della luce, del tempo e del paesaggio” ci spiegò Turrell, le cui opere, allestite nei musei più importanti al mondo, sono cariche di una suggestione unica.

Come diceva Sciascia, di quella visita “ce ne ricorderemo”.

Fig.1- C.Montagna con J. Turrell dentro la luce della tholos (foto cortesia A. Belgiojoso); Figure successive-Immagini del Roden Crater. (fonte J. Turrell).

Per approfondire

https://www.objectsmag.it/ce-chi-sceglie-di-costruire-dentro-al-cratere-di-un-vulcano-per-vedere-le-stelle-roden-crater-james-turrell/

Carmelo Montagna

 

 

Termini Imerese, prima lezione del Corso di Scrittura creativa: è possibile seguirlo anche on line

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Martedì 12 marzo 2024 prima lezione del Corso di Scrittura creativa che sarà tenuto dalla prof.ssa Sandra Guddo. Sono previste cinque incontri che si terranno, oltre il 12, lunedì 18 e lunedì 25 marzo, martedì 2 e lunedì 8 aprile. Questi gli argomenti che verranno affrontati: “Introduzione al corso di Scrittura creativa: le due T. Come trovare l’ispirazione”, “Come scrivere un racconto o un romanzo”, “Come rendere un testo più avvincente”, “Scrivere tante stesure del testo quante siano necessarie”, “Dal processo di revisione alla pubblicazione”. Le lezioni si terranno dalle ore 17,00 alle ore 18,30 in via Bevuto, 29 a Termini Imerese. Presentazione del dott. Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia. E’ possibile seguire gli incontri anche on line. Alla fine del Corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione. L’iniziativa è promossa dall’Università Popolare di Termini Imerese, da BCsicilia e dalla Casa Editrice Don Lorenzo Milani. Per informazioni ed iscrizioni: tel. 346.8241076 – email: [email protected].