Campofelice: l’ultimo saluto a Salvatore Crisanti, Mons. Licciardi: “cari giovani siate protagonisti della vita come Salvo”

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La morte non è niente. Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace. – Sant’Agostino

In una Piazza Garibaldi stracolma, Campofelice di Roccella ha voluto dare il suo ultimo, ma immenso abbraccio a Salvatore Crisanti, il giovane venticinquenne che ha lasciato la vita terrena dopo una breve malattia. Un momento emozionante che ha visto l’intera comunità campofelicese stringersi al dolore della famiglia di Salvo, per rendere onore a questo giovane  che tanto si è speso per il prossimo. Bandiere a mezz’asta, e lutto cittadino, Campofelice si è stretta nel silenzio.

Presenti le autorità civili, militari e religiose, con esse anche i tanti volontari del comitato locale della Croce Rossa Italiana, ed altri rappresentanti di associazioni e corpi. “Siamo – afferma il vicario generale Mons. Giuseppe Licciardi durante l’omelia – impotenti e banali dinnanzi alla morte, tuttavia ci confortano le parole di Cristo. Non siamo dentro ad un immenso inganno, siamo dentro ad un immenso abbraccio, quello di un Padre che ci attende per sempre, in eterno, donandoci una vita senza fine. Nella fede, il perchè si trasforma in per chi? La sua breve esistenza terrena è una scuola per noi, è una scuola per la nostra Campofelice, per i giovani di questa comunità, per i ragazzi che guardano il futuro. Salvo ci insegna a distinguere l’essenziale dal superfluo, ad impegnare le nostre energie nelle cose che contano, senza disperderle nella superficialità, nelle invidie, nei litigi, nelle frivolezze, nelle rivalità. Campofelice – prosegue – non è fatta per le cose che passano, è fatta per le cose che durano per sempre, e Salvo con la sua breve vita ce lo ha dimostrato. Carissimi ragazzi, carissimi giovani, siate come Salvo, non spettatori ma protagonisti della vita”.

Al termine della celebrazione, l’omaggio da parte dei volontari della CRI, accompagnati dai discorsi di commiato che hanno reso ancor più solenne questo triste giorno. L’ultimo insegnamento che ha voluto lasciare il giovane volontario, è stato quello della donazione degli organi, gli stessi che permetteranno a chi soffre di poter continuare a vivere, nel ricordo di quel ragazzo che con la sua grande umanità ha fatto scuola a tutti noi.

Esperonews si stringe al dolore della famiglia, a quest’ultima esprimiamo il nostro più vivo e sentito cordoglio.

Giovanni Azzara