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Addio al professor Gaetano De Bernardis: un’eredità di cultura e amore per il sapere

Con un immenso senso di perdita, oggi il mondo della cultura e dell’educazione piange la scomparsa del professor Gaetano De Bernardis, latinista di rara eleganza e raffinato intellettuale, che avrebbe compiuto 78 anni il prossimo 7 agosto.

Il professor De Bernardis ha dedicato trentasei anni del suo prestigioso operato al liceo scientifico statale Ernesto Basile di Palermo, dove ha insegnato italiano e latino con passione e dedizione. La sua carriera è stata segnata da un eccezionale contributo editoriale, con pubblicazioni significative come grammatiche latine e testi di letteratura, che hanno avuto un impatto duraturo sull’educazione e la formazione dei giovani. Tra le sue opere più celebri si annoverano “Il libro di italiano” pubblicato con Le Monnier e un recente libro-laboratorio di Latino per i licei, edito da Zanichelli. Ha inoltre collaborato con la casa editrice Palumbo e con La Scuola di Torino, dimostrando una costante innovazione nel campo della didattica.

L’esimio professor De Bernardis, rotariano da oltre trent’anni, ha ricoperto anche il ruolo di presidente del Rotary Club Palermo Sud e ha assunto numerosi incarichi distrettuali. È impossibile enumerare tutte le sue attività e iniziative proficue, la sua generosità e dedizione hanno attraversato vari ambiti, lasciando un ricordo indelebile.

La sua nobile d’animo e la raffinata intelligenza hanno arricchito non solo la comunità accademica ma anche quella cittadina, rendendolo un punto di riferimento insostituibile.

Il professor De Bernardis, oltre al suo impegno culturale e sociale, era un appassionato estimatore del calcio e un fervente sostenitore della squadra del Palermo, un ulteriore riflesso della sua passione e del suo legame con la comunità locale.

La scomparsa del professor De Bernardis ci ricorda le parole di Thomas Mann: «La cultura è una manifestazione dello spirito che non può essere disgiunta dalla sua umanità». In effetti, il professor  ha incarnato questa visione con un impegno che ha saputo armonizzare la conoscenza con l’umanità. Il suo operato ha sempre mirato a stimolare la riflessione critica e a valorizzare il patrimonio umano e culturale in tutti gli ambiti della società. Ogni conferenza, ogni progetto, ogni scritto rifletteva un amore profondo per l’insegnamento e per il sapere, un amore che ha arricchito la vita di molti e che, ora che lui non è più tra noi, ci invita a custodire e a coltivare con la stessa dedizione.

Il professor De Bernardis ha vissuto e insegnato un sogno di verità e bellezza, lasciandoci un’eredità che supera le mere nozioni per entrare nel regno della passione e del valore duraturo.

I funerali si terranno martedì prossimo, alle ore 10,00, presso la Chiesa di San Domenico di Palermo.

Salvina Cimino

Notte bianca a San Mauro Castelverde con 23 metri di “pani cunzatu”

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23 metri di “pani cunzatu” per tutti i partecipanti alla notte bianca di San Mauro Castelverde che si è tenuta ieri. L’idea dell’amministrazione comunale guidata da Giuseppe Minutilla è stata apprezzata ed ha avuto successo. Il lungo panino condito con olio, sale, acciughe e origano è stato offerto dagli amministratori comunali che lo hanno preparato e distribuito a tutti i presenti. Lo speciale intermezzo, nella lunga notte di musica e di intrattenimento, ha reso ancor più particolare l’evento estivo del paese madonita. L’appuntamento musicale rientrava nel programma estivo l’Estate Maurina 2024 che ha preso avvio proprio con la notte bianca.

Notti di BCsicilia, Campofelice di Roccella: si parla di libertà e pregiudizio

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Nell’ambito della manifestazione Le Notti di BCsicilia si terrà lunedì 5 agosto 2024 alle ore 21,00 al Salotto Letterario “A casa di Anna” in Viale Italia, 1 a Campofelice di Roccella un incontro con Giusy Musso sul tema della libertà dal pregiudizio a partire del suo libro “Nata a quarant’anni”. Sono previsti gli interventi di Rossana Novelli, Psicologa, Giudice Onorario del Tribunale Corte d’Appello, sezione minorenni, Michela Taravella, Presidente Associazione Co.tu.le.vi, sezione di Campofelice di Roccella e di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia. Modera l’incontro Anna Laurà, Presidente della sede di Campofelice di Roccella di BCsicilia. Saranno anche esposti gli arazzi dell’artista Giusy Mannino. L’incontro è promossa dalla Casa Editrice Don Lorenzo Milani, Associazione Co.tu.le.vi Sezione di Campofelice di Roccella, BCsicilia Sede di Campofelice di Roccella, Associazione L’Isola Possibile, Navarra Editore, Termini Bookfestival, Keartbook, Medinova. Informazioni e prenotazioni: 340.1775806.

Nata a Quarant’anni” è un libro autobiografico che narra la storia di una donna che ha saputo a attraversare la morte, l’omertà, la solitudine e costruirsi un futuro migliore, per sé e la comunità sociale in cui vive ed opera. Un esempio di virtù nella vita di tutti i giorni, per quelle donne che, giornalmente, vivono gli stessi drammi. Oggi, l’autrice è un’imprenditrice piena di iniziative e pronta a collaborare e a testimoniare, con forza, per risolvere la giusta causa delle donne che subiscono violenze. Il libro è stato presentato a Roma al Dima Book Festival, presso lo stand delle case editrici Terre Sommerse, successivamente a Palermo al Museo Etnografico Giuseppe Pitrè, ed infine al Salone internazionale del libro di Torino.

Termini Imerese, Terna compensa con pianta acquatica la realizzazione dell’elettrodotto

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Terna ha avviato le attività di trapianto sperimentale di Cymodocea nodosa in prossimità dell’approdo di Fiumetorto, nel Comune di Termini Imerese. L’intervento è propedeutico alla realizzazione della tratta marina del nuovo elettrodotto Tyrrhenian Link, che collegherà Campania, Sicilia e Sardegna.

Protagonista di tale attività è una pianta acquatica autoctona del Mar Mediterraneo che ha un ruolo fondamentale per l’ecosistema marino, tanto da essere stata protetta dall’Unione Europea in quanto svolge un’azione di protezione della linea di costa dall’erosione e di difesa della biodiversità, oltre che di cattura della CO2.

Il progetto di riposizionamento, che ha una valenza prettamente sperimentale non essendo mai stato effettuato per questa specie, su così larga scala e in mare aperto, è stato seguito in ogni sua tappa da personale Terna esperto e qualificato, in collaborazione con CoNISMa (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare) ed ECON s.r.l. (Sistemi avanzati per l’Ambiente) e condiviso con il MASE (Direzione Generale Tutela della Biodiversità e del Mare) attraverso il supporto di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).

Nel dettaglio, il trapianto prevede il reinserimento nell’ecosistema marino di circa 20.000 talee su circa 1200 m2 di fondale, ad una profondità di 10 metri, utilizzando tecniche sperimentali che perseguono i più elevati standard di sostenibilità ambientale e consentono di raggiungere il miglior risultato possibile. L’attività si svolge in due fasi: un trapianto iniziale di 800 m2 e, dopo due anni, un secondo intervento per altri 400 m2 che beneficerà delle esperienze maturate attraverso il riutilizzo dei fattori sperimentali che avranno mostrato i migliori risultati negli anni precedenti.

Gli Operatori Tecnici Subacquei (OTS), esperti nel trapianto di fanerogame e guidati sul campo da biologi in possesso della medesima qualifica, seguiranno due diverse modalità di combinazione di tre fattori sperimentali: la tipologia del picchetto usato per assicurare i segmenti di fanerogama al fondale (plastica biodegradabile o acciaio zincato), la lunghezza dei singoli segmenti di fanerogama da reimpiantare (corti o lunghi) e la loro disposizione sul fondale (lineare e parallela alla batimetria o in forma curva o di anello).

Una volta completate le attività di trapianto, inizierà un piano di monitoraggio ambientale quinquennale, che mira a rilevare la riuscita nel tempo delle operazioni, attraverso un opportuno protocollo di campionamento. Questo intervento, che nel suo complesso seguirà un percorso di studio e analisi di 6 anni, porterà a risultati dall’elevato valore scientifico e divulgativo, contribuendo ad arricchire la poca letteratura ad oggi presente sulla materia e gettando le basi per nuovi sviluppi dell’azione di restauro ambientale delle fanerogame marine.

Le operazioni di riposizionamento delle talee nell’approdo di Fiumetorto rientrano nel più ampio progetto che consentirà a Terna di collegare la Sicilia con la Sardegna e la penisola italiana attraverso un doppio cavo sottomarino: il Tyrrhenian Link. Con circa 970 chilometri di lunghezza e 1000 MW di potenza si tratta di un’opera infrastrutturale strategica per il sistema elettrico italiano nell’ambito degli obiettivi di transizione energetica fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). Il collegamento migliorerà la capacità di scambio elettrico, favorirà lo sviluppo delle fonti rinnovabili e l’affidabilità della rete.

Neuroscienze e Intelligenza Artificiale: prego, si distenda sul computer

Nell’immaginario dell’uomo medio, è sorprendente notare quanto grande ormai sia l’importanza che viene attribuita all’informatica, ed in particolare alla nuova frontiera dell’Intelligenza Artificiale. Infatti non si tratta più di usare il Bancomat o la carta di credito anche per pagare un caffè, di evitare rigorosamente i libri (così antiquati!) per documentarsi, rivolgendosi in alternativa al tanto meno faticoso dottor Google, o di aver trasformato il cellulare quasi in un aggiuntivo organo di senso. No, col crescere delle mirabilie promesse da questa nuova frontiera della comunicazione e soprattutto delle relazioni umane, crescono usi, abitudini e aspettative.

In realtà “aspettativa” è la parolina magica. Da sempre l’uso del computer è stato associato alla speranza di risolvere, in maniera veloce e precisa, problemi abituali – anche complessi – del quotidiano.

Una delle prime grandi conquiste sembrò, proprio agli inizi della rivoluzione informatica negli anni ’90 del secolo scorso, il ricorso ai cosiddetti “sistemi esperti”, ormai dimenticati. Il ‘sistema esperto’ era, molto semplicemente uno specifico software in grado di dare velocemente una soluzione ad una serie di problemi tecnici in base a un algoritmo, cioè una serie di istruzioni preventivamente fornire da un operatore. Più il programmatore era bravo, più il quesito era ben determinato, più il ‘sistema esperto’ esaudiva, i desideri dell’utente, riuscendo a risolvere con un certo grado di affidabilità problemi di varia natura, integrando le informazioni che venivano fornite dall’utente.

In campo scientifico, i sistemi esperti hanno consentito la soluzione di numerosi problemi, fornendo le basi per decisioni rapide e ad alto livello di elaborazione in diversi campi, dalla biologia all’ingegneria o all’architettura, ma una delle aree nelle quali si intravedono da decenni alcune fra le migliori possibilità per la loro applicazione è la medicina.

Bisogna però distinguere, a tal proposito, questo punto del discorso, fra una ‘banca dati’ e un ‘sistema esperto’.

Il primo traguardo che è stato brillantemente raggiunto è la realizzazione, che data ormai da alcuni decenni, di sistemi capaci di archiviare una grande mole di informazioni e poi estrarre da essa dati selezionati da un utente.  Si tratta delle cosiddette ‘banche dati bibliografiche’, che contengono le citazioni degli articoli su argomenti medici e biologici e mediane le quali è possibile andare a trovare gli argomenti scientifici che interessano e le fonti (anziché, per intenderci andare a sfogliare manualmente rivista per rivista. La più famosa forse è Medline, (acronimo di Medical Literature Analysis and Retrieval System Online)  una banca dati sviluppata dalla National Library of Medicine di Bethesda degli Stati Uniti. Non si tratta di una idea nuova: già nel 1879 John Shaw Billings, l’allora direttore della National Library of Medicine, aveva ideato un ‘Index Medicus’, che adempiva a questa funzione in formato cartaceo, la cui consultazione pertanto era comunque lenta e faticosa. L’informatica ha risolto sia il problema della velocità di ricerca sia quello della fatica. La banca dati suddetta contiene circa 16 milioni di record, delle schede bibliografiche tratte da più di 5200 riviste scientifiche, pubblicate originariamente in trentasette lingue, ma ovviamente tradotte in inglese. Una interfaccia semplicissima rende possibile l’accesso a una mole impressionante di dati scientifici e clinici.

Lo scopo di questi programmi è ovviamente quello di fornire un supporto decisionale al medico – o al ricercatore in campo bio-medico – in qualunque specializzazione. Le tre caratteristiche che un sistema di questo tipo dovrebbe avere per essere uno strumento di reale utilità per il clinico sono la capacità di maneggiare una quantità molto grande di dati, integrandoli e selezionandoli; la capacità di collegare tra loro i dati, con una valutazione dei pro e dei contro di una data strategia clinica, e con la possibilità, ovviamente, di operare confronti con altri casi analoghi; e infine la capacità di esaminare tutte le possibili ipotesi relative a quel caso, che possano quindi spiegarlo e fornire le indicazioni strategiche più adeguate.

I Sistemi Esperti hanno rappresentato un ulteriore passo avanti nell’uso dell’informatica in medicina, nel senso che sembravano in grado di fare…tutto da soli. Inseriti i dati essenziali del paziente, della sua anamnesi e dei suoi sintomi elaboravano autonomamente, in base a tutti i dati presenti nelle banche dati, la diagnosi e l’ipotesi di terapia. In qualche modo, così, il medico diventava solo un inseritore di dati e il computer il vero clinico della situazione. Furono inventati sistemi esperti per qualsiasi specializzazione, ma una di quelle che per prima di aprì alle potenzialità offerte dall’informatica fu la psichiatria.

Già nei primi anni Settanta vennero studiate per esempio le possibilità di applicazione dell’informatica all’elaborazione dei test psicologici, o dei procedimenti di psicodiagnostica in generale. Uno dei più grandi successi in questo campo fu la formulazione di un sistema di valutazione definito Compiler Derived Global Judgment (CGI). Si trattava, in sostanza, di un programma che consentiva di elaborare un profilo dello stato mentale complessivo di un soggetto fondandosi su una base di dati forniti dal personale assistenziale. Poiché le informazioni sullo stato del paziente venivano registrate quotidianamente, il programma consentiva un’integrazione di alto livello tra tutte queste informazioni, con costi sorprendentemente bassi.

La difficoltà che il programma CGJ consentiva di superare era quella dell’arbitrarietà della valutazione. Normalmente in psichiatria venivano – e vengono – utilizzati strumenti quanto mai variabili di valutazione dello stato mentale di un soggetto: dall’esame generate (mediante colloqui standardizzati, come per esempio la PSE, Present Slate Examination, una scala composta da specifiche domande item che non differiscono dalle domande utilizzate di norma in un colloquio psichiatrico), o a indici di patologia-adattamento comportamentale. Il problema è poi quello di derivare un’immagine obiettiva dello stato mentale del paziente fondata su tutte queste informazioni. Questa visione d’insieme però può dipendere molto dall’operatore, dalle sue conoscenze, dal suo proprio stato mentale, dalla sua memoria, dalle sue specifiche esperienze cliniche. Spesso questo implica che i giudizi su uno stesso paziente, possono talvolta variare anche in maniera molto evidente, anche se il personale che somministra i test è altamente specializzato. Esiste, insomma, una grande variabilità collegata all’operatore. Un programma computerizzato no. Inserendo i dati nel computer si potevano ottenere due tipi di output: da un lato una breve sintesi narrativa dello stato del soggetto, inseribile nella cartella del paziente, dall’altro un set di venti punteggi che descrivevano numericamente il comportamento del paziente correlato a una misura «Standard» della norma.

Tra i venti fattori analizzati dal computer, alcuni – come il comportamento accettabile, la disorganizzazione, il comportamento antisociale, la depressione e l’ansia – fornivano dati molto importanti, senza necessità di complicati metodi di rilevazione. In sostanza il programma consentiva una valutazione «obiettiva» e abbastanza attendibile del paziente. Il Sistema infatti forniva indici di cambiamento nello stato del soggetto, utili per una valutazione clinica: per un paziente depresso, per esempio, si poteva stabilire se vi fosse stato o meno qualche cambiamento nel suo stato mentale, un alleviamento dei sintomi, o nessun mutamento.

II programma CGJ risale al 1970, anno in cui ne venne data comunicazione sull’American Journal of Psychiatry. Sebbene avesse subito suscitato discreti entusiasmi, è abbastanza significativo il fatto che sino a oggi, contrariamente a quanto accade in altri ambiti medici, i sistemi esperti in psichiatria abbiano tutto sommato segnato il passo. In realtà sistemi come il CGJ non si configurano come autentici «sistemi espetti», bensì come metodi per una elaborazione standardizzata di dati, con una notevole capacità di integrazione delle informazioni. Sistemi simili, ma più evoluti, oggi ampiamenti disponibili sul mercato, presuppongono per esempio la valutazione computerizzata dei risultati psicodiagnostici. Ma da questo ai veri sistemi esperti il passo è lungo.

In realtà, la realizzazione di sistemi esperti in psichiatria incontra tutta una serie di problemi, più facili da risolvere in altre discipline mediche. Il fondamentale è probabilmente quello della «pattern recognition», ovvero del riconoscimento di un modello. Perché un sistema esperto possa realmente funzionare infatti, è necessario che sia in grado di discriminate un certo numero di informazioni in base a un modello prestabilito.

Nel caso della medicina, le informazioni che vanno discriminate sono i sintomi, i dati bio-umorali, quelli elettrofisiologici. Il modello è quello che chiamiamo malattia o sindrome. II compito del sistema esperto sarebbe, quindi, in generale, quello di riconoscere un modello in base a un dado input. Facciamo un esempio. Se il sistema esperto è programmato per il riconoscimento di una malattia infettiva, esso richiederà una serie di dati in ingresso: potranno essere la presenza di febbre, la sua distribuzione giornaliera, l’eventualità di dolori, di brividi, le misure delle YES, della proteina C reattiva e tutta una serie di altri parametri, in base ai quali poi potranno essere richiesti ulteriori dati. In presenza, per esempio, di valori elevati di VES, TAS e proteina C Reattiva, può essere richiesto l’inserimento del dato “tampone faringeo”, e se questo risultasse positivo verranno reclamati alcuni altri dati, per esempio cardiologici. Ciò comporta il fatto che il sistema esperto si stia orientando in direzione del modello «febbre reumatica», che sia in grado, cioè, di riconoscerne il pattern.

Se questo può andar bene per la cardiologia, le malattie infettive o, poniamo, la neurologia, per la psichiatria si presentano tutta una serie di problemi. Il fondamentale è proprio quello dell’input, delle informazioni da fornire al sistema e della loro reale fruibilità. Si tratta di un problema storico della psichiatria. La natura del sintomo psichiatrico infatti spesso è per sua stessa natura sfuggente. Il sintomo psichico in genere è espresso come «sensazione», «impressione», come «vissuto›, e, in quanto tale, risente di un’eccezionale variabilità. C’è una differenza enorme nel significato di questi termini, da persona a persona. Per decifrarne il senso occorre la partecipazione attiva dello psichiatra al colloquio, per tradurre il senso che il paziente stesso attribuisce ai suoi sintomi. Una cosa è dire “Dottore ho le vertigini”, altra cosa l’affermare “Dottore, certe volte mi sento strano, come se tutto mi desse le vertigini». Parole, che possono voler dire la stessa cosa o cose completamente diverse.

Già nella pratica clinica corrente, la stessa utilizzazione di mezzi tendenti a «razionalizzare» i sintomi del malato psichiatrico hanno affrontato grossi insuccessi: uno dei test più «standardizzati», come l’MMPI, ha dimostrato un numero assai consistente di limiti, mostrando come in realtà la standardizzazione è difficile. Persino gli strumenti già standardizzati, come il DSM, il Manuale Statistico e Diagnostico dell’American Psychiatric Association, oggi alla sua quinta edizione riveduta, presenta consistenti limiti interpretativi, anche se è prezioso perché fornisce almeno una griglia che aiuta a formulare una diagnosi. Ma non sempre ciò è sufficiente: per distinguere tra una ‹allucinazione» e una «pseudo-allucinazione», trae delirio lucido del paranoico e l’illusione del depresso grave, tra 1’angoscia di disgregazione dello schizofrenico e altre forme gravi di angoscia, occorre che lo psichiatra si faccia strumento di misura di quella data, specifica situazione.

Non è un caso che la psichiatria clinica dia tanta importanza ai «colloqui» col paziente che, com’è noto, non seguono sempre dei parametri prefissati. Per quanto possa adeguarsi a norme standardizzate, il colloquio psichiatrico risente di un’unità di misura particolarissima, che è l’intervistatore stesso, i suoi vissuti, il suo training, la sua percezione del mondo. Spesso è la sfumatura a consentire la diagnosi, e la sfumatura non e magari espressa, non è quantificabile, richiede un’immedesimazione e un’empatia che afferiscono più all‘intuito dello psichiatra che alla sua formazione scientifica. Questo diviene il più formidabile ostacolo per l’informatizzazione della psichiatria.

La difficoltà è nella stessa formulazione di un algoritmo per un colloquio psichiatrico, e quindi di un diagramma di lusso. Le tre caratteristiche fondamentali di un algoritmo, infatti, sono: che un’istruzione sia ben definita e non ambigua; che sia eseguibile in un tempo limitato; che l’intero processo si concluda dopo un numero definito di istruzioni eseguite. La prima di queste tre regole basilari è messa in discussione dalla natura stessa del colloquio psichiatrico. Quanti sono i tipi di istruzione derivanti dall’intervista psichiatrica che possono essere considerati «definiti» e «senza ambiguità»? Per rendersene costo basta considerare il termine «ansia» e il numero enorme di variazioni che esso comporta; per citarne alcune, l’ansia può essere nevrotica, psicotica, esistenziale, psichica, somatica, libera o legata a un oggetto…

«Rapporti in forma narrativa», scrivono Strebel e Glueck, i creatori del CGJ, «sono difficili da quantificare, creando incertezza nella comparazione della diagnosi, del trattamento e della prognosi di pazienti con disturbi apparentemente simili». In effetti è vero, ma questa è probabilmente una caratteristica dello specifico contesto in cui la psichiatria – e le discipline ad essa affini – svolgono la loro azione.

Questo è attualmente lo ‘stato dell’arte. Resta però una domanda intrigante, ovvero: gli attuali, strabilianti sviluppi dell’Intelligenza Artificiale potranno modificare questa situazione? Potranno, cioè, riuscire a superare quei problemi di ‘umanizzazione’ così importanti nella relazione terapeutica fra lo psichiatra i suoi pazienti? Un computer potrà mai essere autenticamente empatico, potrà gestire quel ‘fattore umano’ che è fondamentale in tale relazione? E’ una domanda ancora senza risposta. Ma non mi piacerebbe affatto, perché per quanto complessa, efficiente e raffinata sia, una macchina è e deve restare e pur sempre una macchina, un prodotto dell’ingegno umano, ma senza affettività, senza emotività, senza anima. Senza quelle caratteristiche cioè che, per dirla con Michael S. Gazzaniga, famoso neuroscienzato cognitivo, ci rendono unici.

Giovanni Iannuzzo

Notti di BCsicilia: Alia, si presenta libro “I Signori dell’acqua” di Francesco Teriaca

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Nell’ambito della manifestazione “Le Notti di BCsicilia” si presenta domenica 4 agosto 2024 alle ore 18.30 presso il Museo Civico di Alia il libro “I Signori dell’acqua” di Francesco Teriaca.  Dopo i saluti di Antonino Guccione, Sindaco di Alia, e di Lucia Paola Miceli, Assessore ai Beni Culturali è prevista la presentazione di Elisa Chimento, Presidente della Sede di BCsicilia di Alia. Letture a cura di Vilma Vannetti, Docente di lingue. Sarà presente l’Autore. L’iniziativa è promossa da BCsicilia in collaborazione con il Comune di Alia. A seguire aperitivo al tramonto e intrattenimento musicale   con il duo Enneagon.

Il libro. Negli anni Ottanta a Palermo si è scatenata quella che dagli storici è stata definita la seconda guerra di mafia. Solo nel 1982 i morti ammazzati nel capoluogo dell’Isola furono più di duecento. Quegli anni diedero anche vita a un filone investigativo particolarissimo relativo alla connessione mafia, politica, appalti. Un segmento importante della vita socio-economica della città, che diede luogo alla stagione dei grandi appalti che in un intreccio particolare coinvolgeva uomini delle istituzioni, mafiosi e imprenditori. A questo nuovo filone lavora Francesco Albanese un maresciallo dei carabinieri in servizio alla caserma Carini di Palermo, il quale, con metodi non ortodossi e per questo innovativi, riesce a trovare il fil rouge che lega politica, affari e il lucroso mondo degli appalti edili. Un’indagine difficilissima tra agguati, colpi di scena ed efferati delitti, che andrà a disarticolare le cosche mafiose che andranno successivamente a giudizio nel maxi processo del 1986. Sullo sfondo una città coprotagonista della storia in trasformazione ma che non sa ancora di vivere i prodromi di quell’entusiasmante avventura politica che sarà definita la primavera di Palermo, in cui forze dell’ordine, magistratura e istituzioni si scoprono finalmente uniti nella ritrovata coscienza volta a perseguire giustizia e legalità.

L’autore. Francesco Teriaca è nato ad Alia. Allievo degli storici Francesco Renda e Paolo Viola, a Palermo ha completato i suoi studi universitari nel campo delle scienze politiche e della storia contemporanea. È dirigente del Comune di Palermo presso cui ha ricoperto incarichi in diversi settori dell’Amministrazione. Appassionato di storia e cultura immateriale, coltiva interessi vari in campo artistico e letterario, prediligendo la ricostruzione storica di ambito siciliano. Tra le sue opere, i saggi Per la sicurezza della Città. Un secolo di storia del Corpo di Polizia municipale di Palermo (2008) e Le arti e i mestieri edili a Palermo dalle antiche corporazioni alle maestranze comunali (2018). Per la narrativa a sfondo storico, il romanzo Croce di Pietra (2018), è il primo di una trilogia che comprende due sequel pubblicati da Edizioni Ex Libris, Fontanamurata (2019) e I Costanza (2022). Per la collana “La biblioteca ideale” di Edizioni Ex Libris, ha pubblicato anche il romanzo storico Je suis Ducrot (2019) liberamente ispirato alla vita di Vittorio Ducrot. Con I segreti del lago del Principe (2021) e Delitto alla Gurfa (2023), ha inaugurato un nuovo filone letterario giallo-poliziesco, sempre a sfondo storico e di ambientazione siciliana. Il romanzo storico I Signori dell’Acqua si colloca fra i gialli polizieschi d’inchiesta, in cui le indagini, liberamente ispirate a fatti reali, sono volte a scoprire l’intreccio mafia-politica-affari negli appalti pubblici nella città di Palermo.

A19 Palermo-Catania, riapre il viadotto Cannatino tra gli svincoli di Buonfornello e Scillato

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È stato riaperto stamattina al traffico il viadotto Cannatino, lungo l’autostrada A19 “Palermo-Catania”, tra gli svincoli di Buonfornello e Scillato, in direzione del capoluogo etneo. Con il completamento dei lavori, è stato rimosso il cantiere che, dopo un periodo di fermo, era ripartito a marzo scorso, grazie alla forte accelerazione impressa dalla struttura commissariale guidata dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. Le attività del cantiere riprenderanno ai primi di settembre, nella carreggiata in direzione Palermo.

I lavori eseguiti sul viadotto Cannatino – nel rispetto degli impegni assunti da Anas, società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane – hanno interessato 13 campate per una lunghezza complessiva di 436 metri e riguardano il rinforzo delle solette esistenti per l’intera larghezza dell’impalcato; l’impermeabilizzazione dell’estradosso degli impalcati; la realizzazione di una nuova pavimentazione in conglomerato bituminoso.

L’intervento, per un investimento complessivo di 4 milioni e 750 mila euro, prevede il rinforzo delle solette esistenti per l’intera larghezza dell’impalcato, i risanamenti corticali su alcuni elementi in calcestruzzo armato, l’impermeabilizzazione degli impalcati, la regimentazione delle acque di piattaforma, la sostituzione dei giunti di dilatazione e la realizzazione di una nuova pavimentazione.

«Cerchiamo di garantire – afferma il presidente della Regione, Renato Schifani – le migliori condizioni di circolazione, favorendo gli spostamenti con maggiore sicurezza e fluidità in un momento di intenso traffico nell’isola, durante l’esodo estivo, sospendendo per qualche settimana le attività di ammodernamento del tratto autostradale. Un altro cantiere chiuso, un altro passo avanti verso il raggiungimento dell’obiettivo finale, che resta sempre quello di completare finalmente i lavori e avere, dopo tanti anni, un’infrastruttura sicura e efficiente».

Viabilità sulle alte Madonie, interrogazione parlamentare dell’on. Faraone di Italia Viva

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Dopo le denunce ai vertici Anas e la lettera al Presidente della Regione Schifani sullo stato di degrado della viabilità delle alte Madonie del Consigliere comunale di Gangi e presidente provinciale di Italia Viva Giandomenico Lo Pizzo arriva l’interrogazione parlamentare al Ministro Salvini dell’on. Davide Faraone.

Lo spunto è lo stato di abbandono di un tratto della S.S. 290 al km 6+400 per chiedere conto di quali iniziative sono messe in campo dall’Anas e dal Governo nazionale per garantire una viabilità che non penalizzi ulteriormente le aree interne della Sicilia, in particolare quella della S.S. 120 “Dell’Etna e delle Madonie” e quella della S.S. 290 “Di Alimena”.

“Appare davvero sorprendente che ANAS S.p.A., in un tratto di strada statale di sua competenza con notevole traffico, non provveda ad una adeguata pavimentazione della strada – afferma il parlamentare renziano nella sua interrogazione presentata il primo agosto – Le comunità che risiedono nelle aree interne madonite, già penalizzate per la carenza di adeguati servizi pubblici di trasporto, meritano almeno di avere la fruibilità in sicurezza della viabilità delle strade interne”.

“Ringrazio Davide Faraone che da sempre ha dimostrato sensibilità e attenzione per le problematiche che impediscono lo sviluppo di tutti i territori siciliani, in particolare delle Madonie. Quello che succede sulla S.S. 120 e sulla S.S. 290 ci lascia semplicemente esterrefatti. Auspichiamo interventi in tempi brevissimi e risolutivi” così chiude il segretario provinciale di Italia Viva nonché consigliere dell’Unione dei Comuni delle Madonie.

Nella foto il parlamentare Davide Faraone e il Consigliere comunale Giandomenico Lo Pizzo.

Caccamo, al via il programma estivo grazie ai contributi dell’Assessorato Beni Culturali e della Città Metropolitana

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“Finalmente ci siamo! Soltanto oggi siamo stati in grado di definire e pubblicare il programma estivo, grazie ai contributi ricevuti sia dall’Assessorato Beni Culturali che dalla Città Metropolitana, contributi che ci sono stati confermati soltanto qualche giorno fa”. Lo hanno affermato il sindaco di Caccamo Franco Fiore ed il vice sindaco Patrizia Graziano annunciando la pubblicazione del cartellone promosso dal Comune per i mesi di agosto e settembre 2024.

“Siamo tutti consapevoli, ormai, della grave situazione di dissesto finanziario in cui versa il nostro Comune e dell’impossibilità ad attingere a fondi propri. Operando come un “Buon Padre di famiglia” abbiamo lavorato per ottenere finanziamenti sovracomunali, si tratta di somme che abbiamo interamente destinato agli eventi estivi. – Hanno sottolineato il primo cittadino e l’assessore al Turismo ed alla Cultura. – Ci scusiamo con i cittadini per il ritardo e per l’esiguità delle iniziative, siamo certi che ogni cittadino caccamese comprende bene le difficoltà finanziarie che sta attraversando l’Ente, situazione che, inevitabilmente, limita nelle azioni. Con i fondi ottenuti dalla Regione e dalla Provincia abbiamo ritenuto opportuno concentrare le energie e il maggior carico economico sulla manifestazione simbolo ed orgoglio della cittadina, maggiormente legata alla storia e all’identità della nostra comunità: “La Castellana di Caccamo 2024”, che avrà luogo la sera del 17 agosto. Anche questa edizione sarà realizzata in collaborazione con la locale Pro Loco “Giorgio Ponte” che da sempre se ne occupa riscuotendo enorme successo. Particolare importanza religiosa e civile riveste l’Anno Santo di San Nicasio proclamato per Caccamo in occasione del IV Centenario dalla liberazione dalla peste e dell’elezione a Patrono della Città, fatti accaduti e vissuti dai nostri antenati nel 1624. I numerosi caccamesi, che rientrano in paese in occasione della tradizionale Fiera di San Nicasio, saranno allietati, la sera del 25 agosto da uno spettacolo di cabaret del famoso comico siciliano Sasà Salvaggio”.

Gangi, “Il suono oltre le Barriere”: spettacolo con potente messaggio di inclusione sociale

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Si svolgerà a Gangi il 2 Agosto alle ore 21,30 in Piazza del Popolo lo spettacolo “Il suono oltre le Barriere” III edizione. L’iniziativa prevede il susseguirsi di performance teatrali e musicali di cui saranno protagonisti indiscusse le persone con esigenze speciali.

Lo spettacolo, scritto da Maria Giovanna Meli, è frutto della sinergia tra quelle che sono le principali realtà che contribuiscono all’inclusione sociale e culturale.

Mario Botta, presidente dell’associazione dimensione Uomo, afferma: “Un evento imponente e corale reso possibile dalla collaborazione tra Associazione Dimensione Uomo di Gangi, Centro di Riabilitazione e Centro Socio-educativo Il Triangolo della Salute di Bivio Madonnuzza, la Comunità San Pio di Geraci Siculo, i bambini della V A del Don Bosco di Gangi”.

“Oltre ai tantissimi volontari e ad una equipe di professionisti psicologi, educatori, pedagogisti, fisioterapisti – afferma l’autrice Maria Giovanna Meli – lo spettacolo vedrà protagonisti anche un cast di attori e cantanti che con maestria e sensibilità faciliteranno le performance  eseguite dai disabili Miriam Serio, Santi Canalicchio, Emanuele Barberi, Dario Scarpati, Daniele Paternò.

Un evento imperdibile sulle Madonie, non solo un momento di intrattenimento e svago ma un potente messaggio di inclusione sociale, emblema di una comunità dove tutti possano avere “visibilità” ed essere riconosciuti per le loro risorse e  talenti”. La parte musicale sarà cura di Daniele Paternò e Marilina Sauro.

L’iniziativa è parte del cartellone estivo, Estate per Tutti 2024, ciclo di eventi estivi inclusivi, sostenuti dalla Fondazione con il Sud, nell’ambito del Progetto Borghi Accessibili per Tutti.