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Francesco Giunta, cittadino di Gangi e storico del Medioevo: un convegno a 100 anni dalla nascita

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Si è tenuto Gangi presso il Palazzo Bongiorno, un interessante convegno internazionale in ricordo del grande storico medievista originario di Gangi, Francesco Giunta, a 100 anni dalla sua nascita. Hanno preso parte all’incontro storici, funzionari archivistici della Soprintendenza, direttori di autorevoli riviste ed enti di ricerca storica, docenti e ricercatori universitari. Ad inaugurare la manifestazione, promossa dal Comune di Gangi e dall’Università di Palermo, il Sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello, l’Assessore comunale ai beni culturali Roberto Franco, il Presidente dell’Officina di Studi medievali Diego Ciccarelli e in rappresentanza della famiglia Giunta, Francesca Barbato. Presente la figlia del professore ed altri suoi eredi.

Ha introdotto e moderato gli interventi e il dibattito Maurizio Vesco della Soprintendenza Archivistica  della Sicilia – Archivio di Stato di Palermo. Previsti interventi di Henry Bresc insigne storico del medioevo mediterraneo e ordinario emerito di storia medievale presso l’Università di Parigi X Nanterrre. Si tratta della maggiore autorità sul tema. Ha pure relazionato sul tema Patrizia Sardina, docente associato in Storia medievale presso l’Università di Palermo. E’ inoltre intervenuto Ferdinando Maurici, attuale Soprintendente del Mare della Regione Sicilia, autore di numerose pubblicazioni di storia e archeologia medievale siciliana, spesso in collaborazione con il già citato Henry Bresc. E con una relazione su Gangivecchio e Gangi negli studi di Francesco Giunta, lo storico PHD Mario Siragusa (già presso la cattedra di Storia Contemporanea dell’Università di Palermo) che collabora da anni con la cattedra di storia contemporanea e di storia delle relazioni internazionali dell’Università Kore di Enna.

Chi era il prof. Giunta? Certamente una personalità autorevolissima nel campo degli studi sull’Età di mezzo in Sicilia. Diede un impulso significativo per lo sviluppo dell’archeologia medievale in Sicilia con la fondazione nel 1975 della Scuola Superiore di Archeologia e civiltà Medievali all’interno del Centro di cultura scientifica Ettore Majorana. Nel 1974, nella sua amata e natìa Gangi, condusse una  ricerca archeologica su Gangivecchio insieme a un team dell’Ecole Francaise, con la quale ha partecipato e coordinato analoghi scavi  a Brucato (dove in età medievale esistevano almeno due castelli o fortificazioni medievali) e Calatameth, insieme a Henry Bresc (che ne ha ricordato l’esperienza vissuta in comune). E’ stato membro del consiglio regionale dei beni culturali e presidente dell’Accademia di Scienze e lettere ed Arti di Palermo, nonché corrispondente dell’Academia di Buenas Letras di Barcellona (S. Naselli, Engio e Gangi, 1982, pp. 313 -315). Ha diretto la Scuola di Archeologia e di Civiltà Medievale del Centro “Ettore Majorana “ di Erice, inoltre membro in molte società storiche nazionali e internazionali. E’ stato autore di quasi un centinaio di studi sul Medioevo siciliano e mediterraneo. Fu un appassionato collezionista d’arte, nella sua cerchia di amici gli artisti Mino Maccari, Emilio Greco, Renato Guttuso, Bruno Caruso, lo scrittore Leonardo Sciascia. E’ morto il 26 ottobre 1994.

Tutela e valorizzazione del sito paleontologico pliopleistocenico di Altavilla Milicia: convegno promosso da Comune e BCsicilia

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Promosso da BCsicilia e dal Comune e con il patrocinio dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, dell’Università di Palermo, del Sistema Museale di Ateneo, dal Santuario Madonna della Milicia e dalla Società Paleontologica Italiana, si terrà mercoledì 6 novembre 2024 presso la Sala “Papa Benedetto XVI” nella Basilica Santuario della Madonna di Altavilla Milicia il convegno dal titolo “Altavilla Milicia: tesori del passato, sfide per il futuro. Tutela e valorizzazione del sito paleontologico pliopleistocenico siciliano”.

Si inizia alle ore 10 con i saluti istituzionali del Sindaco Giuseppe Virga, del parroco don Giosuè Lo Bue, dell’Assessore comunale alla Cultura Biagio D’Ugo, del Presidente del Consiglio Comunale Maria Rita Lazzara, di Michelangelo Guttadauria, Presidente del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Palermo, di Attilio Sulli, Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare dell’Università di Palermo e dell’on. Giuseppa Savarino, Assessore del Territorio e dell’Ambiente Regione Sicilia. A seguire sono previsti gli interventi di Mauro Agate e Attilio Sulli, del Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare dell’Università di Palermo dal titolo “La successione pliocenica delle Sabbie di Altavilla nel quadro dell’evoluzione geologica della Sicilia nord-occidentale”, successivamente sono previsti gli interventi di Stefano Dominici e Vittorio Garilli, Curatori delle collezioni di invertebrati del Museo di Geologia e Paleontologia , Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Firenze/Paleosofia APEMA che affrontano il tema “Sul fondo del mare di Altavilla, dinamica della deposizione e forme di vita di 2 milioni di anni fa” ed infine Alessandro Incarbona, Direttore del Museo Geologico G.G. Gemmellaro, Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Palermo dal titolo “Le collezioni storiche del Pliocene di Altavilla del Museo Geologico G.G. Gemmellaro”. Dopo il Coffee break i lavori riprenderanno con l’intervento di Carolina D’Arpa, Conservatore delle collezioni di invertebrati del Museo geologico G.G. Gemmellaro, Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Palermo, che relazionerà su “L’Associazione ad ostracodi di Altavilla Milicia: un sito di 2 milioni di anni fa e la sua rilevanza nelle ricerche contemporanee” a cui farà seguita la relazione di Fabio Cafiso, del Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare dell’Università di Palermo con il titolo “Analisi dei problemi di stabilità del costolone roccioso incombente sulla via Sottoserra” ed infine Maria Nunzia Urso, Presidente della sede di BCsicilia di Altavilla Milicia con un intervento dal titolo: “Valorizzazione: un’opportunità per la comunità”. Le conclusioni sono affidate ad Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia. Dopo il Lunch Break è prevista la visita al sito di sabbie gialle pliopleistocenico nel territorio di Altavilla.

Sono scettico… però faccio corna: qualche digressione sulla jettatura

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La jettatura (dal latino jactare = gettare) è uno di quei fatti che destano curiosità, scetticismo e momentaneo interesse un po’ in tutti. È, oltretutto, un luogo comune, un soggetto letterario, un argomento da utilizzare nelle maniere più varie. Coniato da un giurista napoletano, Antonio Valletta, il termine «jettatura» sta a indicare la capacità del tutto inconscia posseduta da alcuni individui di causare disgrazie agli altri, senza tuttavia averne alcuna intenzione. Lo jettatore non nutre alcun sentimento di malevolenza nei confronti di chi gli sta accanto; è il caso che fa sì che gli eventi, diciamo così, negativi colpiscano le persone che gli stanno vicine. Lui è solo un involontario portatore di sventura.

Letterati e scrittori si sono occupati spesso e volentieri di jettatura. Tanto per fare qualche esempio, Pirandello dedicò una sua opera teatrale ad una figura di jettatore e al suo dramma umano. Gautier scrisse a sua volta un romanzo nel quale veniva narrata la storia di uno jettatore che, senza volerlo, causa la morte della persona amata, e poi scopre di possedere questo sinistro potere. E via discorrendo.

Ma la jettatura, al di là della letteratura, esiste davvero? Non si tratta solo di superstizione, di una credenza popolare? È un fatto reale?

La tradizione popolare attribuisce allo jettatore tutta una serie di caratteristiche fisiche che dovrebbero farlo contraddistinguere a prima vista. Non tutti sono d’accordo, naturalmente, su quello che dovrebbe essere l’aspetto fisico dello jettatore; chi lo vuole pallido o addirittura di carnagione giallognola, chi preferisce ritenerlo alto, allampanato, con un’espressione assente e depressa, chi invece nota nello jettatore tutta una serie di caratteristiche sgradevoli o malevole. Un particolare fondamentalmente uniforme riguarda lo sguardo dello jettatore, poiché sembra – dice la tradizione – che lo jettatore abbia il suo strano potere nello sguardo. Un leggero strabismo, o un difetto di vista possono essere segni prioritari di questa capacità tutt’altro che piacevole. Gli occhiali scuri completano questa figura folkloristica.

Una prima precisazione da fare, trattando dell’argomento, riguarda la distinzione tra jettatura e malocchio, spesso confuse tra loro. Il malocchio è – secondo la tradizione popolare – la capacità di un individuo di danneggiare gli altri deliberatamente, attraverso un determinato atto volitivo. Chi «getta il malocchio» lo fa di proposito per danneggiare gli altri. Lo jettatore, invece, non sa nulla della sua capacità: sono gli eventi che gli occorrono a fargli rendere conto d’avere questo strano potere e poco invidiabile potere; la differenza quindi, – in termini di intenzionalità, presente nel malocchio, ma non nella jettatura – è sostanziale.

Se la letteratura è ricca di narrazioni relative a questo problema, non esiste molto materiale scientifico su questo «potere», vero o falso che sia. Il testo fondamentale è senza dubbio la Cicalata sul malocchio e sulla jettatura, del già citato Valletta che, sul finire del settecento scrisse questo opuscolo. Valletta, da buon napoletano, non sembra avere dubbi sulla esistenza della jettatura, anche se nel suo libretto ne parla con quel tono distaccato e umoristico che (sempre secondo la tradizione popolare) sembra essere necessario per evitare di esserne vittima. Ci crede perché gli accaddero dei fatti familiari che lo convinsero della realtà della jettatura. I fatti occorsigli sono due: la morte di una figlia, guardata da uno jettatore, e una disavventura riguardante la sua carriera. Valletta aveva preparato un memoriale da presentare al re delle Due Sicilie per ottenere alcuni vantaggi nella sua carriera accademica. Preparato questo memoriale, poco prima di partire ne parlò con un amico che era purtroppo uno straordinario jettatore. Ebbene, il suo viaggio fu costellato da imprevisti, intoppi, incidenti. Infine, giunto alla reggia di Caserta, Valletta si accorse di aver perso il suo prezioso memoriale! Ma la jettatura che sembra non risparmi nemmeno i monarchi superstiziosi: ebbe un effetto ancora più tragico proprio su Ferdinando II di Borbone, re di Napoli e fervido credente della jettatura. Ferdinando riteneva che tutti i preti, per il semplice fatto d’essere tali, fossero degli jettatori straordinari. Se vedeva un cappuccino per strada non poteva fare a meno di fare gli scongiuri. Il caso volle che mentre stava per lasciare la reggia di Caserta per il matrimonio di Maria Sofia Amalia di Baviera col Duca delle Calabrie, incontrasse due cappuccini, che lo salutarono rispettosamente. Il re si convinse che quel viaggio sarebbe stato perseguitato dalla jella. Per una pura coincidenza (forse…) quel viaggio fu forse il peggiore che re Ferdinando avesse mai compiuto; per giorni imperversò il maltempo, il re, sofferente di cuore, fu costretto a camminare in mezzo al gelo perché le strade erano ghiacciate; la sua sofferenza si aggravò a tal punto che, giunto a Bari, dovette essere ritrasportato via mare sino a Napoli, dove si spense. Coincidenze, dite voi? Forse. Però il fenomeno ha ricevuto anche l’attenzione di qualche studioso di parapsicologia. Sentiamo, per esempio, cosa scrive in proposito Renee Hynees che al problema ha dedicato un breve capitolo in un suo libro:

«…la jettatura… sarebbe un potere involontario di cui il disgraziato possessore non ha controllo e che avrebbe l’effetto di portare sfortuna a chi viene in contatto con lo jettatore. Una volta era considerato superstizioso parlare di alcuni individui “scalognati”, che si attirano la disgrazia, ma adesso lo stesso concetto ha assunto rispettabilità, purché si segua il lessico di moda e si usi il termine: portato agli incidenti. Questa caratteristica è ufficialmente ammessa come un rischio che può essere presente tra gli operai delle fabbriche, e gli psicologi industriali hanno studiato a fondo il problema. La tendenza ad avere incidenti deriva da varie fonti inconsce, compreso il bisogno di punirsi per espiare qualche colpa. Non molto dissimile dal concetto di individuo portato agli incidenti è quello di Giona, l’uomo che minacciava la nave, l’uomo che con la sua sfortuna personale coinvolgeva i compagni. Si vede facilmente come un operaio portato agli incidenti in un impianto atomico potrebbe diventare un Giona in formato gigante, capace di provocare disastri tali non solo da colpire i compagni di lavoro ma da devastare una regione.

Ora, lo jettatore non è necessariamente portato agli incidenti, per quanto riguarda se stesso. Proietta questa sua tendenza sull’ambiente circostante. È uno sfortunato per procura, un Giona le cui disgrazie capitano solo a chi gli sta vicino, capro espiatorio, lo voglia o no, in cui si risolvono i suoi conflitti: se è in viaggio sono i bagagli del suo amico, non i suoi, a cadere inspiegabilmente in mare; se entra in una stanza, è sulla testa di un ignaro passante che cade il vaso di azalee messo in bella vista sul davanzale; e così via».

Per la Hynees la spiegazione del fenomeno starebbe in una capacità di natura psicocinetica.

In effetti la capacità di provocare eventi negativi involontariamente può interessare lo studioso di parapsicologia, se è vero, come le ricerche in questo campo sembrerebbero evidenziare, che i poteri della mente vanno ben al di là delle cognizioni comunemente date per acquisite. Come se non bastasse, teorie come quella della sincronicità di C.C. Jung – che afferma che eventi apparentemente casuali sono correlati tra loro da nessi di natura acausale – fanno riflettere sulla possibilità che strani accadimenti che possono essere ritenuti casuali, abbiano invece una loro logica intrinseca. E inoltre: nel fenomeno della jettatura, posto che esso esista davvero, non potrebbero essere implicati dei meccanismi ‘paranormali’ non intenzionali?

La stessa non intenzionalità si riscontra nella jettatura. Tanagras, uno studioso greco che analizzò il fenomeno indirettamente, analizzando una serie di casi di cui aveva sentito parlare, espresse una teoria che è rimasta come teoria della psicobolia, o – dal greco – del «lancio psichico».

Secondo Tanagras – che fu una figura di primissimo piano nel panorama della ricerca psichica ai suoi primordi, fondatore della Società Ellenica per la Ricerca Psichica e membro della Society for Psychical Research di Londra – lo jettatore provoca fenomeni di jettatura semplicemente realizzando i suoi desideri inconsci. Questi desideri si concretizzerebbero per mezzo di eventi paranormali, creando quindi attorno all’individuo in questione tutta una serie di fatti spiacevoli provocati dai suoi inconsci desideri. La teoria di Tanagras è suggestiva. Poniamo che uno jettatore abbia represso degli istinti aggressivi; questo suo desiderio inconscio attiverebbe questa forma di psicobolia. Per mezzo di psicocinesi, telepatia o altre manifestazioni paranormali potrebbe provocare un putiferio intorno a se. Una persona che si trova a transitare sotto la finestra potrebbe ricevere un vaso di fiori in testa (psicocinesi?) oppure finire sotto una macchina (suggestione telepatica?), andare incontro a tutta una serie di spiacevoli incidenti provocati inconsciamente dallo jettatore.

A questo punto ci sarebbero alcune considerazioni da fare. Consideriamo il caso di un individuo che sia un super-jettatore, una specie di Superman della disgrazia. Questo individuo entra in un locale e subito dopo il locale crolla. Si imbarca su una nave e la nave naufraga. Va ad assistere a una corsa di cavalli e il suo favorito si azzoppa, e via dicendo. È protagonista, cioè, di tutta una serie di sciagure la cui portata è tale da essere difficilmente spiegabile in maniera sopra esposta. Vi immaginate una nave che affonda per psicocinesi? O una suggestione telepatica tanto forte da farla involontariamente danneggiare dall’equipaggio? Simili capacità potrebbero certamente essere utilizzate per fini bellici! I fatti che la parapsicologia ha accertato sperimentalmente ci dimostrano che ciò, allo stadio attuale delle conoscenze, è tutt’altro che possibile.

E allora qual è la soluzione?

Il soggetto in questione, lo jettatore, potrebbe avere la imbarazzate capacità di dirigersi, senza rendersene conto, verso eventi spiacevoli. La nave, cioè, sarebbe tranquillamente affondata anche senza la sua presenza, ma proprio questa sua capacità gli ha fatto prendere la decisione di imbarcarsi giusto su quella nave. E così pure la sala da ballo nella quale egli si trovava sarebbe andata a fuoco lo stesso, ma questa sua strana percezione extrasensoriale l’ha indirizzato verso quel locale e non un altro. Una inconscia Cassandra, insomma, più che un apportatore di sventura.

Una attendibile spiegazione della jettatura può essere probabilmente trovata fondendo le due ipotesi: inconsci desideri espressi per mezzo capacità paranormali particolarmente attive nel selezionare eventi spiacevoli. Ma a questo punto torna la stessa domanda che ci eravamo posti all’inizio dell’articolo: la jettatura esiste davvero?

Questa possibilità è scientificamente inconcepibile. È invece molto più probabile che il caso in questi presunti fenomeni giochi un ruolo molto importante.

Forse è la stessa cosa che Ernesto De Martino, il notissimo etnologo italiano, diede per scontata quando, insieme ad alcuni collaboratori, si recò in un paesino lucano per studiare un tipico personaggio locale, uno zampognaro. Il paesino era notoriamente una «capitale» della jettatura, tanto che si riteneva che non solo i migliori jettatori appartenessero a quella comunità, ma che il paesino stesso (le sue case, le sue strade, le sue piazze) fosse foriero di disgrazia.

Quale che fosse la verità, non appena il gruppo di De Martino giunse in loco, fu avvolto da una vera nube di eventi spiacevoli: lo zampognaro era morto poco tempo prima (era stato travolto da un camion), uno dei membri della spedizione si ammalò stranamente, un altro sentì i fiammiferi accenderglisi in tasca, un altro ancora cadde a capofitto dalle scale dell’albergo…insomma De Martino e i suoi collaboratori dovettero fare fagotto in fretta e furia e andarsene. Senza dubbio l’ipotesi delle coincidenze è rassicurante ed anche la più scientifica. Comunque la prudenza in questi casi non guasta mai. E forse un bel corno rosso neppure…

Giovanni Iannuzzo

“Alzati e cammina”: a Carini un’opera dello scultore barese Vito Gurrado

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La recente visita del poliedrico scultore barese Vito Gurrado in Sicilia ha lasciato un’impronta indelebile nel Vicolo dei Fiori di Carini, uno spazio urbano riqualificato dall’imprenditrice Giusy Musso. Invitatovi per una serie di incontri istituzionali, il maestro Gurrado, fervido attivista del movimento culturale Home of Art, fondato da Francesco Notaro, ha voluto donare alla città un bassorilievo unico nel suo genere. Realizzato in poche ore utilizzando materiali di riciclo trasformati con maestria, l’opera intitolata Talitha kum porta inciso, in lingua aramaica, il potente messaggio cristico “Alzati e cammina”, un invito profondo al risveglio e alla rinascita spirituale. Vito Gurrado, noto per l’impegno civico e culturale, ha scelto di installare pubblicamente il bassorilievo come simbolo di purezza, legalità e rinnovamento, condividendo così un dono prezioso con la comunità di Carini. Quest’opera celebra l’alto senso civico e l’impegno dall’imprenditrice Giusy Musso nel recupero del patrimonio culturale, offrendo ai residenti un monito visibile verso una vita più autentica e consapevole.

Il tutto s’inserisce in due progetti di respiro internazionale dello scultore barese, ovvero quello del museo diffuso di arte moderna e contemporanea (il Vito Gurrado Museum) destinato a portare l’arte tra le persone, in luoghi pubblici e accessibili unitamente al “No waste philosophy” concepito per recuperare,  riutilizzare e quindi trasformare i materiali di scarto ed i materiali poveri in appunto, vere e proprie opere d’arte, installazioni ed opere monumentali.

Nella foto lo scultore barese Vito Gurrado con l’imprenditrice Giusy Musso.

Termini Imerese, si parla di percorsi viari sui Nebrodi tra antichità ed età moderna al Corso di Archeologia promosso da BCsicilia

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Si terrà sabato 2 novembre 2024 alle ore 16,30 la quinta lezione del Corso di Archeologia: Topografia e viabilità nelle terre antiche di Sicilia, promosso da BCsicilia, in collaborazione con il Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo, il Parco Archeologico Imera, Solunto, Iato, la Parrocchia San Nicola di Bari e l’Università Popolare di Termini Imerese. Dopo la presentazione di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia, è prevista la conferenza dal titolo “Serra serra: percorsi viari sui Nebrodi tra antichità ed età moderna” che sarà tenuta da Francesco Saverio Modica, Dottorando in Topografia Antica, dell’Università degli Studi di Palermo. E’ possibile seguire la lezione in presenza presso la Chiesa del Monte in Via Mazzini a Termini Imerese oppure in Live streaming.

Il Corso prevede 10 lezioni e 5 visite guidate. I successivi incontri riguarderanno “Viabilità e dinamiche insediative nella cuspide nord-orientale della Sicilia: collegamenti e percorsi interni tra il Mar Tirreno ed il Mar Ionio”, “Topografia cristiana”, “La viabilità interna nella Sicilia romana: il caso della Catina-Agrigentum”, “Novità e prospettive di ricerca, tutela e valorizzazione sul tracciato della Via Catina-Thermae e della Via Valeria”, “Viabilità e insediamenti nella Sicilia medievale. La Sicilia interna tra i Nebrodi e gli Erei”. Previste inoltre visite guidate ai siti archeologici di Halaesa (Tusa), Delia, Sophiana (Mazzarino). A gennaio infine visita guidata a Pompei ed Ercolano. Alla fine del Corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Per informazioni: Tel. 346.8241076 – Email: [email protected]. Facebook: BCsicilia.

Lo studio sulla viabilità antica nel territorio dei Nebrodi è consequenziale alla ventennale attività di ricerca operata nel comprensorio di Halaesa. A partire dal 2018 è stata avviata una campagna di re-survey: questa, oltre a mostrare le modifiche del paesaggio nell’arco di un ventennio nonché le condizioni di visibilità dei siti ha costituito l’occasione per verificare ulteriormente alcune ipotesi legate alla viabilità del comprensorio alesino e indagare le valli circostanti ai fini della comprensione di una rete viaria secondaria che non congiunge costa ed entroterra ma i siti d’altura valicando le dorsali e superando vallate. Verrà affrontata la metodologia applicata alla scoperta e alla comprensione di questi percorsi e verranno mostrati alcuni casi studio.

Francesco Saverio Modica si è laureato in Beni Culturali indirizzo Archeologico presso l’Università degli Studi di Catania, in archeologia, in doppio titolo di laurea, presso le Università degli Studi di Palermo e Gottinga ed è dottorando in Scienze della Cultura all’Università degli Studi di Palermo.

Prende parte alle attività di ricerca del Topografia Antica, diretto dal prof. Aurelio Burgio, tra le quali la missione archeologica ad Halaesa Arconidea.

Gratteri, inaugurato nuovo museo

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“La collaborazione tra Ente Parco delle Madonie, Comune di Gratteri e Soprintendenza consegna alla cittadinanza un gioiello culturale che arricchisce di testimonianze importanti il sistema di conoscenze sulla storia ed identità locale”.
Lo ha detto il commissario straordinario dell’Ente Parco delle Madonie Salvatore Caltagirone inaugurando oggi a Gratteri il MAAG, il nuovo museo locale che con una sezione archeologica ed una naturalistica apre nuovi spunti di riflessione sulla storia e sulla natura locali.
Il Museo di Gratteri, ricco di reperti archeologici, faunistici ed entomologi e con una organizzazione espositiva moderna, è frutto di un lungo progetto finanziato dall’Ente Parco.
“Grazie all’impegno sinergico degli Assessorati regionali Territorio e Ambiente e Beni culturali,  il Parco ed il Comune di Gratteri – ha proseguito Caltagirone – hanno da oggi un nuovo attrattore destinato, grazie al suo linguaggio semplice ma efficace, a costituire un punto fermo anche per la didattica. Il Museo sarà proposto perché diventi parte integrante del percorso del Geoparco Mondiale Unesco Madonie, destinato ad arricchire l’offerta culturale per i visitatori dell’area madonita”.

Termini Imerese, Controllo straordinario dei Carabinieri

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I Carabinieri del Reparto Territoriale di Termini Imerese, allo scopo di incrementare la percezione del livello di sicurezza da parte dei cittadini, hanno svolto un’estesa attività di controllo per il contrasto verso quei reati connessi al traffico di stupefacenti, contro il patrimonio e contro la persona.

In particolare, il dispositivo straordinario di controllo ha coinvolto le donne e gli uomini dell’Arma mediante il dispiegamento di pattuglie della Sezione Radiomobile, delle Stazioni di Termini Imerese e Trabia, dei militari della Sezione Operativa e con lo specifico supporto delle componenti specialistiche del N.A.S. e del Nucleo Cinofili giunte dal capoluogo.

A Termini Imerese i Carabinieri della Stazione, con il supporto di un’unita cinofila del Nucleo di Palermo Villagrazia, hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, un 27enne, del luogo, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Nella perquisizione della sua abitazione, sono stati sequestrati 10 grammi di hashish già confezionata e suddivisa in dosi, vario materiale per il confezionamento, nonché oltre 800 euro ritenuti provento dell’attività di spaccio.

Sono stati allestiti diversi posti di controllo lungo le principali arterie di comunicazione identificando 250 persone e verificati 160 veicoli, attività nel corso della quale sono state elevate 10 contravvenzioni per violazioni al codice della strada cui totale ammonta a oltre 11.000 euro; inoltre sono state sequestrate due autovetture per aver circolato prive dell’assicurazione obbligatoria e due persone sono state deferite alla Procura della Repubblica per guida senza patente commessa con la recidiva specifica nel biennio.

Un giovane, trovato in possesso di una modica quantità di hashish, è stato segnalato alla Prefettura di Palermo come assuntore di sostanze stupefacenti per scopi non terapeutici.

Inoltre i militari hanno denunciato un minore per avere contravvenuto alle prescrizioni del daspo urbano, poiché sorpreso a frequentare alcuni luoghi del centro storico termitano a lui inibiti.

Ai titolari di un noto pub del centro, a seguito di verifiche da parte dei militari del N.A.S., sono state elevate due contravvenzioni, per un importo totale di 4.000 euro, per violazioni sulla sicurezza alimentare.

Termini Imerese: formalizzato il passaggio di Blutec al gruppo Pelligra

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«Un giorno importante per la Sicilia e un segnale significativo per la politica industriale del Paese. È stato formalizzato il trasferimento di Blutec al gruppo Pelligra. Termini Imerese può tornare ad essere un polo produttivo grazie a un investimento estero, con una soluzione per tutti i lavoratori, da tredici anni in cassa integrazione. Nessuno è rimasto indietro. Impegni mantenuti».

Ad annunciare il trasferimento di Blutec al gruppo Pelligra Italia, con un post sui social, è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

“Ricordando la Festa dei Morti”: iniziativa di BCsicilia a Isola delle Femmine per la tradizionale ricorrenza dei defunti

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In occasione della ricorrenza della Festa dei Morti, BCsicilia di Isola delle Femmine, in collaborazione con Memoranda, organizza una mostra sulla suggestiva tradizione legata ai defunti. L’iniziativa dal titolo “Ricordando la Festa dei Morti” è una esposizione di antichi giocattoli della collezione di Agata Sandrone e Francesco D’Attardi, con il tradizionale cannistru, un cesto colmo di dolciumi di ogni genere e in particolare u Pupu ri zuccaru. La mostra ospitata presso la Casa Museo Joe Di Maggio in via Cutino, 14 a Isola delle Femmine si terrà venerdì 1 novembre  2024 dalle 10,00  alle 13,00  e dalle 16,00 alle 18,00, Inoltre sabato 2 e domenica 3 dalle 10,00 alle 13,00. L’ingresso Libero. Per informazioni e prenotazioni: Tel. 320.9089061 Email: [email protected] Fb: BCsicilia Isola delle Femmine.

La tradizione della festa dei morti, negli ultimi anni, sta smarrendo i connotati culturali tipici siciliani. In passato, le festività religiose erano tappe importantissime sia per le comunità di fedeli, sia per i lavoratori, in quanto i giorni di festa segnavano le pause di riposo dalle pesanti fatiche nei campi. Il 2 Novembre era il giorno dei morti, una festività tanto cara soprattutto ai bambini perché, a differenza di oggi, in Sicilia, fino a qualche ecennio fa, non esisteva ancora l’usanza di scambiarsi regali la vigilia di Natale, per cui questa era l’unica occasione per ricevere doni.
Contrariamente a quanto possa sembrare, in passato non era una giornata di lutto, ma di festa, soprattutto per i bambini che ricevevano in dono dai “morticini”: giocattoli e dolci.

La notte tra l’1 e il 2 novembre  accendevano un lumino davanti la foto dei loro cari defunti, recitando preghiere come il Padre Nostro e un’antica orazione siciliana riportata negli iscritti del Pitrè: «Armi santi, armi santi, io sugnu uno e vuatri siti tanti: mentri sugnu ‘ntra stu munnu di guai, cosi di morti mittitiminni assai»(Anime sante, anime sante, io sono uno e voi siete tanti; mentre sono in questo mondo di guai regali dei morti mettetene in abbondanza), prima di coricarsi per la notte  mettevano le scarpe sotto il letto e un cesto di vimini.
La mattina del 2 i bambini si svegliavano molto presto, e il primo pensiero era quello di guardare sotto il letto, dove dentro le scarpe trovavano delle monetine e qualche dolcetto, mentre nella cesta scoprivano frutta secca, biscotti e  un  pupo di zucchero, per i più fortunati qualche abito o dei giochi che potevano essere di legno o di latta e per le bambine delle bambole di pezza.
Lo scopo della sede di BCsicilia di Isola delle Femmine, presieduta da Agata Sandrone, è quello di non far perdere la tradizione siciliana del 2 Novembre, mettendo in mostra  il famoso cannistrù, e al centro verrà  dedicato alla “pupaccena” o “pupo ri zuccaru” che sarà rappresentata da un paladino, attorno  al quale verrà  posta la frutta secca  castagne, noci, mandorle , fichi secchi, melograni e i sorbi. Accanto a questi frutti non manceranno i tradizionali  biscotti, i taralli, i tetù, le reginelle e i mostaccioli (detti anche ossa ri morti), ultimo elemento la frutta martorana. Faranno da contorno antichi giocattoli dal periodo delle nostre nonne.

Giornale di Cefalù: in aumento i reati informatici

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Aumento esponenziale dei reati informatici. I giovani avvocati si confrontano sulla proliferazione dei crimini on line. Pregi e carenze della nuova legge n.90 in vigore dal 17 luglio. Intervista all’avv. Carmen Muffoletto (nella foto), Vicepresidente AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati). Lavori doppio binario: timori allo Spinito. I 5 consiglieri di minoranza chiedono la convocazione urgente del Consiglio Comunale. Holidu premia Cefalù, unica città siciliana nella top 30 del ponte di Ognissanti. Teatro Cicero, riprendono gli appuntamenti degli Amici della Musica: la pianista Kiana Reid il 31 ottobre e poi 3 concerti a novembre e 4 a dicembre: nostra intervista ad Angela Gugliuzza.
Questi i servizi principali del Giornale di Cefalù – anno 41 n.1815 – videonotiziario – web diretto e condotto da Carlo Antonio Biondo; dal 31 ottobre 2024 su facebook profilo Adriano Cammarata e sul canale you tube Carlo Antonio Biondo (https://youtu.be/2irPwUSSmvc). Archivio Giornale su cammarataweb; link su tutti i social.