Home Blog Page 4

8 e 9 giugno alle urne 37 comuni della Sicilia: nel nostro Comprensorio si vota a Bompietro e San Mauro Castelverde

0

Negli stessi giorni in cui gli italiani andranno alle urne per il rinnovo del Parlamento Europeo, 37 comuni siciliani sono chiamati a rinnovare i propri organi amministrativi. In otto centri si voterà con il sistema proporzionale mentre nei restanti 29 il sistema di attribuzione dei seggi è maggioritario. Gli elettori interessati sono 483.901. Le operazioni di voto si svolgeranno sabato 8 giugno 2024, dalle 15 alle 23, e domenica 9 giugno 2024, dalle 7 alle 23.

Nel nostro Comprensorio Termini Imerese, Cefalù, Madonie si voterà solamente in due Comuni, entrambi con il sistema maggioritario, Bompietro e San Mauro Castelverde.

Per la restante provincia di Palermo sono interessati al rinnovo di sindaco e consiglio comunale i comuni di: Bagheria, Bompietro, Borgetto, Cinisi, Corleone, Monreale, Palazzo Adriano, Roccamena, San Mauro Castelverde. Per la provincia di Agrigento: Alessandria della Rocca, Caltabellotta, Campobello di Licata, Naro, Racalmuto, Sant’Elisabetta. Per il Nisseno: Caltanissetta, Gela e Sommatino. Per la provincia di Catania: Aci Castello, Motta Sant’Anastasia, Ragalna, Zafferana Etnea. Per Messina: Brolo, Condrò, Falcone, Forza D’Agrò, Leni, Longi, Mandanici, Oliveri, Rometta, Spadafora. Per la provincia di Siracusa il solo comune di Pachino. Per la provincia di Trapani i comuni di: Castelvetrano, Mazara del Vallo, Salaparuta e Salemi. Nessun comune al voto nelle province di Enna e Ragusa.

L’elettore dovrà recarsi alle urne portando con sé la tessera elettorale e un documento di identità in corso di validità. Si possono esprimere una o due preferenze per i candidati al consiglio comunale; nel caso in cui vengano espresse due preferenze, queste devono riguardare candidati di genere diverso (un uomo e una donna). Se entrambe le preferenze dovessero appartenere allo stesso genere, la seconda verrà annullata. Il voto espresso per una lista si estende al candidato sindaco ad essa collegato, ma non viceversa. Si può esprimere la preferenza per un candidato sindaco e una lista ad esso collegata, ed esprimere anche la scelta di candidati al consiglio comunale; oppure si può esprimere la preferenza per un candidato sindaco e per una lista ad esso non collegata, con relative preferenze per i candidati al consiglio comunale.

“Maria e Rosalia: il dono, la speranza e il futuro”. Progetto a Petralia Sottana per i 400 anni della Santuzza

Presentato l’evento storico artistico che attraverso due donne, Maria SS Bambina e Santa Rosalia, unisce Petralia Sottana a Palermo. Un progetto che prevede un cartellone fitto di appuntamenti alcuni dei quali già iniziati. E’ già al lavoro Mirco Inguaggiato e i ragazzi dell’istituto scolastico di Petralia Sottana che, nell’ambito del laboratorio artistico, stanno realizzando un quadro delle due sante con il salgemma colorato.

“Maria e Rosalia: il dono, la speranza e il futuro – afferma il sindaco di Petralia Sottana Piero Polito – è un vero e proprio evento che nasce grazie alla sinergia con la città metropolitana di Palermo per coinvolgere la comunità tramite la musica, l’arte e tutto quello che è patrimonio comune tra Petralia Sottana e Palermo nel nome di santa rosalia e di Maria Bambina”

Per l’occasione è stato anche realizzato il logo rappresentativo della manifestazione, disegnato dall’artista Loredana Sabatino. Il soggetto scelto è un giglio che, simbolicamente, mette insieme le due figure di Maria SS Bambina, compatrona di Petralia Sottana e a Santuzza patrona di Palermo.

Due donne legate dal giglio che è simbolo di purezza e, allo stesso tempo, storico stemma di Petralia Sottana. Il Giglio di Roccia, così come spesso è stato chiamato il paese, sboccia in una serie di attività iconiche capaci di rendere speciale anche sulle Madonie il 400° anniversario dal ritrovamento delle spoglie della santa in una grotta sul monte Pellegrino che furono portate in città per liberarla dalla peste nera. Dal quel 14 luglio del 1624, Palermo continua a onorare la sua santa patrona così come Petralia Sottana Maria SS Bambina. “Maria e Rosalia: il dono, la speranza e il futuro” è il titolo del progetto che prevede tanti appuntamenti. L’ultima decade di giugno sarà dedicata al laboratorio creativo teatrale che avrà come tema: “Sulle orme di Maria SS. Bambina e S. Rosalia” che sarà curato da Claudia Quattrocchi (Associazione Culturale “Fuori di Testa”) e coinvolgerà i bambini iscritti all’Oratorio estivo “Beato Carlo Acutis” di Petralia Sottana che scopriranno le leggende su Maria SS. Bambina e S. Rosalia dalle quali realizzeranno un lavoro teatrale che metteranno in scena il 6 luglio presso Cine Teatro Grifeo il cui titolo è già scritto: I Cunti “Sulle orme di Maria SS. Bambina e S. Rosalia”.

Previsto anche per il 22 giugno pomeriggio presso l’aula consiliare un convegno sull’attività dell’associazione SAMO, la Società per l’assistenza del malato oncologico.

Il 12 luglio il percorso si chiuderà con un concerto musicale che si terrà nello splendido anfiteatro della pineta comunale che vedrà sul palco le band “La Cicciuzzi” e i “Taberna Mylaensis” e Mario Incudine. Tutti gli artisti hanno scritto e cantato, negli anni, brani dedicati o collegati al culto di S. Rosalia. E’ previsto il pagamento di un ticket di 10 euro.

Tutti gli eventi sono finanziati dalla città metropolitana di Palermo con un bando del settore cultura. L’organizzazione della manifestazione è a cura del Comune di Petralia Sottana e dalla Asc Production.

Mons. Benedetto Rocco e la Gurfa di Alia

0

Studioso di valore della Gurfa fu Monsignor Benedetto Rocco (1926-2013), docente di “Sacra Scrittura” e “Patristica” alla facoltà teologica “S. Giovanni Evangelista” di Palermo, direttore nel 1980, studioso di lingue antiche tra cui l’ebraico, l’aramaico ed il fenicio; autore di testi sulle iscrizioni fenicie scoperte presso la “Grotta Regina” a Palermo, sui mosaici e sull’archivio della Cappella Palatina di cui fu gestore; si interessò degli ebrei in Sicilia dal tardo antico al medioevo. Vogliamo ricordarlo in particolare per il suo importante e coraggioso intervento del 1995 ad Alia, al Convegno La Gurfa e il Mediterraneo, dove sostenne posizioni “non allineate” rispetto alla vulgata, data per certa, della “fossa granaria medievale” degli “addetti ai lavori”.

Per memoria di archivio ne riportiamo le parti più significative, che condividiamo come posizione corretta di ricerca ancora adesso attuale, di quel suo intervento.

Nel merito di questa epigrafe che riporta nel testo, questo scrive Benedetto Rocco, in Mediterranei e Fenici alla Gurfa di Alia:

“PRIMA PARTE …E’ stata una delle costanti, nelle descrizioni popolari della Gurfa, la presenza di caratteri epigrafici incomprensibili, di scritte ‘geroglifiche’, o di qualcos’altro, il cui senso è sfuggito fino ai nostri giorni. (p.49) … L’esame linguistico, senza dubbio difficilissimo e ancora incompleto, ha rivelato che si tratta di iscrizione in lingua fenicia o -se si preferisce- in lingua punica, che è una variante occidentale del fenicio. Non essendo possibile ad alcuno stabilire la diretta provenienza dell’autore della incisione, continuiamo a chiamarla fenicia: il fenicio include il punico, il punico non include il fenicio. (p.50) … Vocalizzando il testo consonantico, traduciamo ‘Melqart’ al primo rigo, e ‘anche ad Astarte’ nel terzo rigo; altre consonanti isolate qua e à non ci danno per ora la possibilità di traduzione alcuna. Abbiamo la presenza di Melqart e Ashtart, una notissima coppia divina, adorata dai Fenici e certamente anche dai Cananei, dagli Aramei e dai Mesopotamici. Melqart più esattamente era venerato a Tiro (=Melk-Qart ‘il Re della Citta’ ); il culto di Astarte (p.51) spaziava in tutto il vicino oriente (in accadico era detta Ishtar). … Il significato completo dell’epigrafe ci sfugge, non essendo ancora letto il contenuto del secondo e quarto rigo; dello stesso primo rigo la lettura è parziale. Si può tuttavia prevenire ogni nostra legittima curiosità, ipotizzando o la trasformazione della Gurfa a luogo di culto fenicio, o l’offerta, da parte di un devoto, di un vistoso dono votivo, tale da richiedere una menzione speciale per i secoli futuri. Di più non possiamo dire, almeno per ora. L’acquisizione della presenza dei Fenici alla Gurfa apre la porta a mille considerazioni, alle quali difficilmente si potrebbe rispondere in questa sede. A chi sembrasse inedita la presenza dei Fenici nel territorio di Alia – come lo è del resto – presentiamo un quadro della Sicilia fenicio-punica, mettendo in evidenza tutte le località che fino ad oggi hanno restituito epigrafi fenicie. Partendo da nord ovest raggiungiamo Solunto, palermo, Monte Pellegrino, Grotta Regina e la sorella minore Grotta dei Vaccari, Montelepre, Monte Palmita, Erice, Favignana, Mozia, Marsala, Selinunte, Licata, tutte località costiere o prossime alla costa; in questi ultimi anni sono state identificate iscrizioni anche nell’interno dell’isola, precisamente a Castronovo (p. 52) ed ora anche ad Alia. Per la completezza della documentazione, non so resistere ad altro ricordo, che mi affiora alla memoria: a oriente delle Madonie, sui Nebrodi viene localizzata la città detta dai Greci Amestratus, che vale in fenicio ‘Am-Ashtart’, cioè ‘popolo di Astarte’, ed oggi è conosciuta come Mistretta. Non è sul mare, ma nell’interno. Tra Castronovo e Casteltermini viene localizzata Mytistratus, altro toponimo fenicio, distinto dal precedente, che vale ‘Muti-Ashatart’, cioè ‘Uomini di Astarte’. Neanche questa città è sul mare, ma nel centro dell’Isola. Checché ne abbiano pensato fino ad oggi gli storici e i cultori della civiltà ellenica in Sicilia, non si può eludere la presenza di due città di puro etimo fenicio, presenti in Sicilia là dove con ogni cura pseudo-scientifica si è cercato di cancellarle. Questi sono fatti, che non sopportano discussioni; si tratta ora di capire il senso e la portata di queste scomode presenze. Per essere completi, aggiungiamo che presso Musei e grandi collezionisti di numismatica vengono mostrate monete con la scritta Ras-Melqart, ossia una località detta in antico Capo di Melqart, la cui ubicazione rimane controversa: secondo alcuni studiosi sarebbe la vecchia Kephaloidion (‘piccolo capo’), cioè Cefalù, secondo altri sarebbe una città della costa meridionale tra Selinunte e Agrigento, possibilmente Eraclea Minoa, a causa dell’identificazione di Melqart con Herakles/Hercules della tradizione greco-romana. Chiediamo allo storico di rivedere le sue posizioni sugli insediamenti in Sicilia nell’antichità, per trovare posto anche alle nuove acquisizioni epigrafiche, e a quelle che seguiranno certamente in  futuro. Sono queste scoperte a (p. 53) liberarci da certa pigrizia mentale, che ci fa assuefare a dati storici non più difendibili e a considerare come acquisiti per sempre fatti ormai superati, anche se accreditati da appoggi di nomi famosi. Ci sembra che sia tempo di uscire dal pantano, per respirare aria libera e pura. (p. 54)

“SECONDA PARTE  Se fino a questo momento, attraverso il linguaggio delle epigrafi, siamo partiti dal secolo scorso e siamo approdati al sec. V a.C. per la storia della Gurfa, in questa seconda parte guadagneremo altri 1000 anni con il linguaggio delle comparazioni. metteremo a confronto la Gurfa e Micene … Le tombe fuori le mura sono nove, tutte a tholos; fra queste la più conosciuta e ammirata è la cosiddetta ‘tomba di Agamennone’ o ‘tesoro di Atreo’. … Tra le nove tombe a tholos di Micene solo il ‘tesoro di Atreo’ ha una seconda camera di dimensioni normali, a cui immette una porta laterale e un corridoio di pochi metri di lunghezza. Solamente ad Orchòmenos in Beozia si trova un modello con tutti e tre gli elementi suddetti: dromos di accesso, tholos (p.54) (ormai in parte distrutta, in parte restaurata fin dove possibile), e camera laterale che era, come a Micene, la vera e propria tomba. … Torniamo alla Gurfa. Dimentichiamo per un istante le quattro stanze superiori con la scala di accesso esterna, e osserviamo i due vani del piano terra: sono esattamente disposti come nel ‘tesoro di Atreo’. … Ci troviamo, a giudizio di chi vi parla, davanti a una tomba monumentale in tutto simile, direi più che simile, a quella di Micene e a quella di Orchòmenos. Le misure, che tutti conosciamo, sono sbalorditive: raggio della tholos m.12,30×13,35; altezza m.16,35. la camera sepolcrale, col noto soffitto a due spioventi, è un pò più bassa di quella di Micene, che si pensa fosse decorata come quella di Orchòmenos. Se fino ad oggi Micene e Orchòmenos sono state considerate le due gemelle per la presenza di tutti gli elementi sù elencati, oggi dobbiamo dire che Micene, Orchòmenos e la Gurfa d’Alia formano un trio archeologicamente compatto. Sono le tre sorelle maggiori della serie, quelle che hanno ereditato con tratti (p. 55) più decisi il modello atavico; o, se si preferisce, quelle che hanno innovato, con una camera laterale, la tradizionale struttura architettonica funeraria. Anzi, a parte ogni idea di campanilismo o di trionfalismo, si deve dire che la tholos -tra quelle finora conosciute- più alta al mondo è quella di Alia, perchè supera Micene in altezza per almeno due metri. La presenza della  camera mortuaria, necessariamente oscura, ci suggerisce quale poteva essere l’uso della tholos: l’ultima sosta del cadavere prima della sepoltura definitiva; preghiere rituali da parte dei sacerdoti; sacrificio per i defunti; banchetto funebre dei congiunti; ricorrenze annuali o decennali; ed altro ancora. Una volta affidato alla sua ‘camera per l’eternità’ il defunto non veniva più disturbato nel suo sonno ultramondano, se non dall’ingresso eventuale di altri defunti dello stesso rango, al lume di (p. 56) candele; ovviamente una tomba così monumentale non veniva scavata se non per i capi e i notabili di quelle antiche società. (p. 57) … Verrà anche il tempo in cui sarà abolita la destinazione al culto della tholos, e in quella occasione avverranno altri cambiamenti (p. 59) Quanto all’epoca della Gurfa antica, cioè la primitiva, possiamo ragionare per deduzione: se a Micene e ad Orchòmenos, come a Pylos, queste tombe sono state archeologicamente datate alla seconda metà del 2° millennio a.C., la Gurfa bisogna datarla al più tardi al 1.500 a.C., perchè ad esse contemporanea, se non anteriore per una maggiore arcaicità (p. 61) …Un’ultima brevissima parola, proprio sulle ‘enti’, che scavarono la Gurfa. Non è necessario, allo stato attuale delle ricerche, pensare agli Achei o Micenei o Egeo-cretesi o ad altri popoli, di cui ci è giunto il nome, Indoeuropei, Asiani o Semiti. In questo campo più che la facile e corposa erudizione vale l’intuito del genio e il dato archeologico interpretato con rigore e saggezza. Costruzioni a tholos, più o meno simili o dissimili nella struttura portante, pur con le varietà esecutive dovute al temperamento, alla cultura o al clima, si trovano disseminati in tutto il bacino del Mediterraneo: nella Grecia arcaica ed in Sicilia, in Sardegna, a Pantelleria, a Malta, nell’Italia Centrale, nel Nordafrica … Dagli storici i popoli anteriori agli Indoeuropei sono chiamati ‘mediterranei’, e in mancanza di un termine più adeguato, ‘mediterranea’ è chiamata la loro lingua. ‘Mediterranei’ per il momento chiamiamo ancora i costruttori della Gurfa. B.R. (p.62)”

Da: Benedetto Rocco, Mediterranei e Fenici alla Gurfa di Alia, in AA.VV., La Gurfa e il Mediterraneo. Convegno di studi storico-archeologici sulle Grotte della Gurfa, ed. Comune di Alia, 1995 (ristampa PA-2001), pp. segnate.

Mons. Benedetto Rocco (1926-2013)

Carmelo Montagna

Termini Imerese, cinesi interessati a riaprire l’ex stabilimento Fiat

0

Lo stabilimento Fiat di Termini Imerese è stato abbandonato da anni dall’azienda torinese. Successivamente è subentrata la Blutec ma senza nulla di fatto, ed ora l’impianto è in attesa di ospitare una nuova produzione di vetture.

Dopo diversi tentativi di “ripartenza”, tutti falliti clamorosamente, a breve potrebbe tornare a produrre auto grazie a costruttori cinesi. Le case automobilistiche del gigante asiatico stanno infatti visionando alcune fabbriche dismesse in Europa, ed hanno individuato dei siti in Polonia e in Spagna. Attenzione anche all’Italia, dove sono diverse le fabbriche non più attive, a cominciare proprio da quella di Termini Imerese.

Nel frattempo si è risolta la questione relativa all’attuale proprietà del sito, andata definitivamente a Pelligra in cambio di 8,5 milioni di euro, impegnatasi altresì ad assumere 350 dipendenti ex Blutec.

 

 

Gangi, 100 mila euro dalla Protezione Civile per la messa in sicurezza del fiume

0

Il comune di Gangi ha ottenuto, dalla Protezione civile regionale, un finanziamento di oltre 100 mila euro per interventi e messa in sicurezza del fiume Gangi che si trova ai piedi dell’abitato. I lavori, nell’alveo del fiume, interesseranno il tratto a partire da contrada Piano e verso la zona a valle della provinciale 14, denominata “Sotto Gangi-Calascibetta”. Si tratta di interventi previsti dalla protezione civile per superare la situazione di criticità che si era determinata a seguito degli eccezionali eventi meteorologici del novembre del 2018. Nei giorni scorsi il dipartimento regionale della protezione civile per la provincia di Palermo ha notificato l’avvenuto finanziamento che arriva dopo lo stato di calamità riconosciuto dal Consiglio dei Ministri.

“Sono interventi importanti e necessari che interessano l’alveo del fiume Gangi ai piedi dell’abitato – ha detto il sindaco Giuseppe Ferrarello – ringrazio il dipartimento regionale della protezione civile, e per l’impegno profuso i nostri tecnici Giovanni e Antonio Vena e la nostra esperta in materia di “Protezione Civile” Maria Carmela Palmeri.

Trabia, torna il corteo storico organizzato dall’I.C. “Giovanni XXIII”

0

Il 1° Giugno 2024 torna il corteo storico “Trabia e i Lanza”. Anche quest’anno l’ Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII”, sotto la guida dalla dirigente Giusi Conti e con la preziosa collaborazione del Comune di Trabia, propone lo spettacolo di rievocazione storica sui Lanza, ormai giunto alla diciannovesima edizione. Le precauzioni dovute al Covid avevano imposto che anche  la celebrazione del ventennale dalla prima edizione , nel giugno 2022, si svolgesse all’interno del perimetro scolastico. Oggi l’iniziativa  torna ad svolgersi lungo il Corso La Masa e fino a Piazza Lanza,  con una veste rinnovata, sotto la direzione artistica del prof. Mauro Bondì, riprendendo le fila del passato e innovando anche grazie ad alcune esperienze degli ultimi anni, quale la Mostra degli abiti del Corteo, che ha trovato la sua definitiva collocazione all’interno dei locali della Biblioteca Comunale di Trabia.

Il corteo  fu istituito nel 2002, per volere dell’allora dirigente Pasquale Bova e grazie alle intuizioni del prof. Walter Maria Lombardo. Da allora, la manifestazione è diventata un punto di riferimento fisso nella vita della comunità scolastica locale e per tutti i trabiesi, che oggi, singolarmente o in Associazioni come la Pro Loco, Motor Passion e Joyful Dance, hanno dato un importante contributo alla realizzazione del progetto.

La rievocazione storica in abito d’epoca ripercorre circa mille anni, dalla dominazione arabo-normanna in Sicilia (periodo in cui si inseriscono le prime testimonianze sulla produzione di pasta fresca) fino ad arrivare alle rocambolesche vicende del principe Raimondo Lanza, passando per l’età moderna e per l’epopea risorgimentale.

Le novità vedranno il corteo articolarsi in maniera differente rispetto al passato, con quadri e postazioni itineranti. La conclusione della manifestazione invece sarà affidata al “Concerto dei Maestri”, in cui i 7 Maestri che insegnano presso l’IC “Giovanni XXIII” accompagneranno un coro di circa 100 alunni, per l’esecuzione di musiche originali composte proprio per il Corteo Storico dal Maestro Nunzio Ortolano, da cui saranno diretti.

Caccamo, taglio del nastro per la nuova sede dell’I.P.S.S.E.O.A.

0

L’ Alberghiero di Caccamo intitolato a “Mico Geraci” ha un nuovo edificio con un piano terra con loggia esterna, atrio, area informazioni, i nuovi laboratori di sala e cucina per esercizi di ristorazione ed un primo piano con sala docenti, servizi igienici e le diverse aule didattiche.

Oggi all’inaugurazione erano presenti numerose autorità civili e militari: il Sindaco di Caccamo Franco Fiore, il dott. Lo Galbo in rappresentanza del Sindaco di Città Metropolitana Lagalla, il dott. Federico Passaro per l’USR Sicilia a nome di D.G Giuseppe Pierro, il dott. Toti Cecala presidente del Consiglio Scolastico Provinciale e diversi Dirigenti Scolastici tra cui la dott. Marilena Anello e la Preside Caterina La Russa. Erano presenti anche i familiari del Sindacalista Mico Geraci. A benedire i locali don Giorgio Scimeca che insieme a don Raimondo Abbandoni (uno dei fondatori di questo indirizzo a Caccamo) e don Giacomo Milianta hanno partecipato all’evento. Inoltre erano presenti membri della giunta comunale, consiglieri comunali e precedenti amministratori locali, come gli ex Sindaci Di Cola e Galbo.

«Ci aspetta un anno scolastico vivace e produttivo, anche sotto il punto di vista strutturale che vede uno spazio importante e strategico a disposizione dei nostri studenti, ma anche della città», dice il dirigente scolastico prof.ssa Graziano. Che poi prosegue: «Ai nostri studenti che oggi hanno varcato per la prima volta la soglia della nostra scuola ricordo di essere sempre orgogliosi di un Istituto che non solo li formerà professionalmente, ma che soprattutto li accompagnerà nella crescita per diventare uomini e donne inclusivi, cittadini del mondo, grazie alla costante collaborazione con le istituzioni, gli enti e le associazioni del territorio».

Il Sindaco Franco Fiore afferma che con la presenza dell’Alberghiero «Caccamo diventa un polo professionale d’eccellenza capace di combinare la formazione tecnica con quella culturale, assicurando un apprendimento moderno in linea con i nuovi trend, la nostra, continua il Sindaco, è una scuola inclusiva, in cui nessuno deve restare indietro, nella convinzione che siamo tutti unici e irripetibili, ma con le stesse opportunità nella diversità, e siamo impegnati nella promozione di una sensibilità ecologica».

Collesano, “Dedicato a…Amphicar”: evento in ricordo della vittoria nella 60° edizione della Targa Florio

0

Sabato pomeriggio 1 Giugno al Museo della Targa Florio di Collesano guidato dal Conservatore Michele Gargano, si svolgerà l’evento “Dedicato a…Amphicar (Eugenio Renna) e Armando Floridia”, in ricordo della vittoria nella 60° edizione della Targa Florio. Era quella dell’anno 1976, di “Amphicar”, pseudonimo di Eugenio Renna, e Armando Floridia che si classificarono primi assoluti con la Osella Bmw PA 4 2000 spider davanti a Carlo Facetti e Gianfranco Ricci su Lancia Stratos e Franco Bernabei e “Apache”, pseudonimo di Alfonso Merendino, su Porsche Carrera RSR 3000 coupè. Il giro più veloce del piccolo circuito delle madonie di 72 km di quell’edizione fu registrato proprio da Amphicar in 37’24″6 alla media di 115,477 kmh.

Con inizio alle Ore 17:00, faranno da cornice una Kermesse di vetture della casa di Stoccarda del “Porsche Club Trinacria” schierate lungo il Corso. Alle 18,00 seguirà la visita al “Museo della Targa Florio.

L’evento patrocinato dal Comune di Collesano. Alle 19,30 inizierà la cerimonia che avrà luogo presso l’aula consiliare, Interverranno: il Sindaco Tiziana Cascio, il Conservatore Michele Gargano, Vincenzo Prestigiacomo, Armando Floridia, Totò Riolo, Salvatore Requirez. Saranno presenti come ospiti: la figlia Rossella Renna con i familiari di Amphicar e l’ex Pilota Armando Floridia, ai quali verranno  conferiti dei  premi  in presenza dell’Amministrazione Comunale.

Amphicar (Eugenio Renna) nato a Palermo nel 1945. Ha debuttato nelle competizioni nel 1965 giovanissimo non appena i regolamenti dell’epoca glielo consentirono, un anno dopo aver conseguito la patente di guida con  una Fiat 500. Nel 1967 la prima partecipazione alla Targa Florio già con lo pseudonimo di “Amphicar” (come l’auto anfibia che suscitò tanta curiosità al suo primo apparire). Al volante di una Fulvia HF in coppia con Pippo Garofalo si piazzarono 4° di classe e 16° assoluti. Lo stessa coppia si ripropone l’anno successivo stavolta su una Lancia Sport Zagato con la quale si piazza 2° di classe. Amphicar inizia a farsi notare e la squadra Lancia, diretta da Cesare Florio, gli propone di correre con loro alla 12 Ore di Sebring ma è costretto a rifiutare per impegni familiari. In quello stesso anno si laurea Campione Italiano Turismo. Nel 1969 con una Porsche 911/2000 preparata a Stoccarda da Mitter,  in Sardegna alla Coppa Città di Iglesias ottenne la prima di numerose vittorie assolute. Il 1971 fu uno degli anni migliori per l’automobilismo siciliano. Amphicar disputa 14 gare e ne vince nove facendo registrare pure sette record. Con l’Abarth SEO 10 vince il secondo titolo tricolore stavolta fra le Sport. A Roma in occasione della premiazione dei Campionati Siciliani con lui ci sono Nino Vaccarella, Raffaele Restivo, Enzo Mirto Randazzo, Roberto Bordonaro, Salvatore Barraco. Tranne il Preside Volante erano tutti piloti della Scuderia Pegaso. Da questa indimenticata e gloriosa scuderia palermitana passa successivamente all’altrettanto apprezzato (ed ancora attiva e vincente) Ateneo. Con i cui colori, in coppia con Armando Floridia, nel 1976 vince con l’Osella PA6  la “Targa Florio”, dopo che sempre in coppia si erano piazzato secondi l’anno prima (con la Chevron B21) dietro ad Arturo Merzario e Nino Vaccarella. Nello stesso periodo con Floridia disputarono con l’Osella alcune prove del Campionato Mondiale Marche ottenendo lusinghieri risultati che li portarono alla ribalta nazionale. Fra questi il 4° posto assoluto (primi degli italiani) alla 1000 Km di Monza al termine della quale restò celebre la loro partecipazione alla Domenica Sportiva (che ai tempi era il programma TV più seguito), poi sesti a Pergusa nella Coppa Florio e ad Imola, con un sesto posto finale nel mondiale. Nel 1979  dopo la partecipazione al Giro d’Italia (in coppia con Luigi Moreschi su una Bmw Silhouettes) scopre le “note” e nasce un nuove amore per i rallies (dopo le esperienze pionieristiche di qualche anno prima). Mette in piedi la squadra dei Concessionari Opel di Sicilia e nel 1980 con Fabrizio Schermi alle note su un’Ascona SR  domina il Gruppo 1 e diventa uno dei protagonisti assoluti. Confermandosi tale nella stagione successiva con una super Porsche 911 Carrera RSR preparata dalla Sportwagen di Noce. Con i colori del Team Floridia vince Due Mari, 12 Ore Notturna di Campobello di Mazara,  Proserpina e Salento. Approda così alle finali nazionali ma a “Messina” subisce una squalifica non priva di polemica e deve rinunciare al titolo tricolore. Nello stesso anno con la medesima Porsche Gruppo 4 alternandosi al volante con Mauro Pregliasco e Schermi alle note vince il “Giro di Sicilia”. Gara dove si imporrà di nuovo nel 1989, 1990 e 1991 ma stavolta al volante della Jaguar E (in coppia con “Wise” nell’edizione di mezzo e sempre con Schermi nelle altre due), con la quale a partire dalla metà degli anni ’80 si era dedicato. Vincendo anche tre volte consecutive la Targa Florio Storica: 1992 (con Magliocco alle note), 1993 (in coppia con Wise) e 1994 (con Patrizia Mauro sul sedile di destra) sempre con la Jaguar E-Type. Furono quelle le sue ultime gare – comprese un paio di gare in off-road tanto per non farsi mancare nulla – prima di appendere il casco al chiodo.

Armando Floridia è nato a Palermo nel 1944. Ha partecipato otto volte alla Targa Florio con vetture Chevron, Osella e Porsche. Nel 1967 ha gareggiato su Porsche 356 in coppia con Francesco Troja, usando lo pseudonimo di “Black and White”, nella classe 1600 per la Scuderia Pegaso; nel 1968 in coppia con Carlo Randazzo su Porsche 911; nel 1969 in coppia con Marchiolo e si ritira per incidente. Nel 1972 gareggia in coppia con Schmidt con una Porsche 914 ed è 10º assoluto; nel 1973 con una Chevron per la Brescia Corse; nel 1974 in coppia con Veninata su Chevron e si ritirerà. Nel 1975 si classifica secondo assoluto dietro la coppia Merzario-Vaccarella correndo insieme ad Eugenio Renna (che correva con lo pseudonimo di “Amphicar”) con la Chevron B26. Nel 1976 vince la Targa Florio sempre  in coppia con Eugenio Renna su Osella PA4. Nello stesso Anno, sempre in coppia con Amphicar, alla 4 ore di Monza piazzandosi 4º assoluto valida per il Campionato Mondiale Marche. Ha corso inoltre a Imola e Pergusa.

Uefa Europa Conference League 2024: maledizione per la Fiorentina, seconda finale persa consecutivamente, vince l’Olympiakos

0

Quella di Atene è stata la seconda delle tre finali europee stagionali, ultimo atto della Conference League che ha visto confrontarsi due squadre di grande prestigio e storia: Fiorentina e Olympiacos.

I viola guidati da Italiano sono scesi in campo in maniera caparbia, per rivendicare la finale precedente persa l’anno scorso contro il West Ham allo scadere per 1-2. I biancorossi di Mendilibar per entrare nella storia , visto che in caso di vittoria l’Olympiacos porterebbe a casa il primo trofeo europeo della storia di un club greco. Match bollente con la tensione massima iniziato alle ore 21:00 all’ OPAP Arena di Atene.

Primo tempo favorevole per i viola


Match lungo e contrastante già dai primissimi minuti quello che ci ha offerto quest’ultimo appuntamento della Uefa Conference League, la prima occasione è per i greci con Podence che ha provato un’invitante colpo da biliardo sull’angolino basso a destra, ma è stata alla grande la risposta di Terracciano che ha messo in corner. Fiorentina che poi è riuscita a reagire trovando anche delle occasioni importanti, tra cui una con Bonaventura, il centrocampista ex Milan ha avuto un’opportunità da buona posizione, ma il suo piazzato è stato troppo centrale per impensierire Tsolakis.

Secondo tempo statico

Secondo tempo invece più studiato da entrambe le squadre, utili i consigli degli allenatori nell’intervallo che hanno sicuramente chiuso più spazi per evitare capovolgimenti di fronte improvvisi, anche se le occasioni non sono mancate . Match importantissimo anche per un protagonista che ha vestito entrambe le maglie , si tratta dell’attaccante montenegrino Stevan Jovetic, la punta dell’Olympiacos è una vecchia conoscenza della nostra serie A, dove si è distinto proprio con la Fiorentina ma anche con la casacca nerazzurra dell’Inter indossando anche la maglia numero 10. Non sono bastati i 90 minuti alle due squadre per sbloccare la partita , così alla fine dei 7 di recupero l’arbitro Artur Soares Dias manda le squadre ai supplementari. I calciatori sono stremati, grande volontà di vittoria da parte di entrambe le squadre, supplementari senza particolari emozioni fino al minuto numero 116. Azione insistita dai biancorossi che riescono a trovare con un cross la testa dell’attaccante in maglia 9 El Kaabi che di testa trova la porta, battuto Terracciano e Olympiacos che passa in vantaggio a 4 minuti dai rigori. Dopo il gol c’è stato un lungo check al Var per valutare la posizione dell’attaccante marocchino al momento del cross. Dopo tanta attesa il gol viene convalidato, tra la disperazione viola e le urla di gioia dei tifosi greci, arrivati in grandi quantità all’Opap Arena.

Finale amaro

La fiorentina ha provato il tutto per tutto nei 5 minuti di recupero per aggrappare il pareggio che li avrebbe portati a giocarsela ai calci di rigore , mal al minuto 125 l’arbitro mette il fischietto in bocca e fischia la fine, L’Olympiakos ha fatto la storia vincendo il primo trofeo europeo della sua storia , ottimo rendimento della squadra di Josè Mendilibar che prima dell’approdo in finale eliminò anche l’Aston Villa a sorpresa, secondo trofeo europeo per il tecnico spagnolo dopo la finale di Europa vinta col Siviglia nel 2023 contro la Roma a Budapest. Discorso diverso per Vincenzo Italiano, che si qualifica in ben due finali di Conference di fila perdendole entrambe allo scadere, duro colpo da digerire per i Viola che hanno però disputato un ottimo percorso.

Francesco Peri

Estorsione e sfruttamento del lavoro in due istituti paritari di Cefalù e Termini Imerese: sequestrati beni per 1 milione di euro

0

I Carabinieri della Compagnia di Cefalù hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di sequestro preventivo emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese su richiesta della Procura della Repubblica.

L’odierna attività segue quella condotta dal medesimo comando dell’Arma nello scorso mese di aprile per la quale è stata notificata la misura cautelare nei confronti di 5 indagati (1 agli arresti domiciliari, 4 interdittive del divieto di esercitare attività professionale e imprenditoriale nel settore dell’insegnamento per 12 mesi) accusati a vario titolo di estorsione e sfruttamento del lavoro all’interno di due istituti paritari di Cefalù e Termini Imerese facenti capo ad una cooperativa esercente attività di istruzione di secondo grado.

Le vittime, insegnanti e personale ATA (personale amministrativo, tecnico e ausiliario) obbligate mediante minaccia, oppure avvantaggiate dalla necessità di ottenere i punteggi per accedere alle graduatorie pubbliche per le successive assunzioni, nonché dal loro stato di bisogno connesso alla crisi economica ed occupazionale, avrebbero prestato la loro attività lavorativa in difformità ed in misura sproporzionata alla contrattazione nazionale se non finanche a titolo gratuito, restituendo la retribuzione formalmente ottenuta per il lavoro prestato.  Le indagini condotte, oltre a delineare il quadro investigativo sopra descritto, hanno permesso di quantificare in oltre un milione di euro il danno derivante dalle violazioni in materia contrattuale tanto nei confronti delle vittime quanto dell’interesse pubblico.

Il provvedimento ha disposto il sequestro dei conti bancari nonché dei beni immobili riconducibili alla predetta cooperativa e ai singoli indagati.

Nella medesima circostanza il Tribunale di Termini Imerese ha nominato un commissario giudiziale per garantire la prosecuzione dell’attività scolastica nell’interesse degli studenti e a ripristino di una situazione di diritto all’interno dei singoli istituti.