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Sciara, si presenta il libro di Michelangelo Nasca: “Fratel Biagio, il sorriso dei poveri”

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Sabato 17 febbraio alle ore 19,00 presso la Chiesa Madre di Sciara, verrà presentato il libro del giornalista vaticanista Michelangelo Nasca. L’evento è patrocinato dal Comune di Sciara, dalla Parrocchia “Sant’Anna”, da BCsicilia sezione di Sciara, Esperonews, Porta di Servizio, e dal gruppo “Gli Amici della Missione” di Sciara, modera il giornalista Roberto Immesi. Apriranno l’appuntamento, il sindaco di Sciara la dott.ssa Concetta Di Liberto, il parroco Don Nunzio Pomara, e l’assessore alla Cultura e Istruzione, prof.ssa Irene Marcellino.

Aveva tutto per fare una bella vita. Soldi, carriera, lavoro affianco al padre imprenditore. E l’ha vissuta fino a 26 anni quando rimase folgorato dalla povertà di tanti disoccupati e immigrati che circolavano per le strade di Palermo, la sua città.

Decise di abbandonare tutto e di ritirarsi sulle montagne siciliane per ritrovare se stesso e dare un senso alla propria esistenza. Dopo un lungo pellegrinaggio a piedi fino ad Assisi, abitato da una incredibile forza interiore, fondò la “Missione di Speranza e Carità” che ospita circa un migliaio di poveri e senza fissa dimora. Da autentico “buon samaritano” si è chinato sugli “scarti” dell’umanità e per loro ha macinato chilometri e chilometri anche per scuotere le coscienze dei politici e della gente.

Molti lo considerano e lo acclamano già come “il santo della porta accanto”. «Fratel Biagio – ha dichiarato mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo – è un dono grande e continuerà a provocarci intimamente e collettivamente».

San Mauro Castelverde, si è dimesso il sindaco Giuseppe Minutilla

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Il sindaco Giuseppe Minutilla si è dimesso. La scelta del primo cittadino è dovuta al grave stato di crisi politica che si è generato negli ultimi mesi in seno alla maggioranza consiliare che lo sosteneva. Una spaccatura che lo ha indotto a dire basta. Lo ha fatto con una lettera inviata ai suoi concittadini nella quale spiega la sua scelta.

“Una decisione – scrive Minutilla – che ho subito, visto che sette consiglieri di maggioranza sono passati all’opposizione, che pur andando contro l’interesse di San Mauro Castelverde è diventata inevitabile.”

Nella lunga lettera il sindaco ricostruisce tutta la storia e la vicenda che è legata ad alcuni episodi precisi.

“Quando poco più di tre anni fa mi sono ricandidato a sindaco, l’ho fatto per dare continuità al grande lavoro politico ed amministrativo degli anni precedenti. Abbiamo faticato non poco per comporre la lista ed infatti ne è nata solamente una. Da quel momento è stato un percorso di successi che mi auguro non vengano dispersi salvaguardando il lavoro fatto e consolidando le iniziative e progetti già in itinere.

Tutto sembrava andare per il verso giusto, anche se il disimpegno di buona parte dei “consiglieri dissidenti” si notava. Erano quasi sempre assenti alle iniziative che il Sindaco e la Giunta proponevano e tra gli assenti spiccava quella dell’ex vice sindaco nonostante, mai una volta, hanno lamentato di non essere stati informati e coinvolti. A febbraio del 2023 è iniziato il calvario. La Giunta comunale, ad eccezione dell’ex vice sindaco, approva l’idea progettuale di destinare una parte dell’area dell’ex convento alla collocazione della ormai famosa “altalena gigante” in considerazione anche della presenza a poca distanza della “Zipline” creando così il primo parco adrenalinico d’Europa. Per questa nostra scelta – scrive il sindaco – siamo stati contestati da sette consiglieri, guidati dall’ex vice sindaco, che hanno accusato la Giunta di avere favorito un avversario politico e il sottoscritto di avere interessi personali in quella operazione di valorizzazione turistica del paese che oggi è conosciuto in tutto il mondo anche grazie a questa iniziativa. Nonostante tutto, comprese indagini e ricerche di atti e azioni per dimostrare la mia complicità – scrive Minutilla – la Giunta comunale, ad eccezione dell’ex vice sindaco sempre assente, ha continuato ad amministrare con senso di responsabilità portando avanti diversi progetti ed iniziative. Oggi trovo paradossale che a fronte di tanti successi che hanno dato lustro al paese ci siano consiglieri comunali che hanno lavorato per sfiduciare il sindaco e indurlo alle dimissioni con il rischio di vanificare quanto di buono è stato fatto in questi anni. A questo punto – afferma il sindaco – sorge un interrogativo: a chi serve l’azzeramento di questa amministrazione? Non di certo alla Comunità di San Mauro che ha vissuto questi anni come una nuova primavera. Avranno la soddisfazione di scalfire la mia reputazione, di mandarmi in vacanza”, ma anche di scrivere questa triste pagine di storia politica di San Mauro Castelverde.”

Nella lunga lettera ai propri concittadini il sindaco Giuseppe Minutilla ha riservato un grande spazio ai ringraziamenti dedicati a tutti coloro che lo hanno collaborato, che sono stati al suo fianco con entusiasmo sincero, animati soltanto dal desiderio di lavorare per il bene comune, per San Mauro, per dare speranze e prospettive alle nuove generazioni. Un pensiero particolare è andato all’attuale vice sindaco Nino Daino, agli assessori Pina Caruso e Matteo Mazzola, ai consiglieri comunali Santina Pedevillano ed Enzo Farinella per il loro impegno, per l’affetto, l’amicizia e la solidarietà manifestata. Lo stesso ringraziamento lo ha rivolto ai dipendenti comunali che sono stati vicini all’amministrazione. “Non so se avremo modo di ritrovarci – conclude Giuseppe Minutilla; il mio  saluto vuole essere un arrivederci”.

Carnevale Madonie, domani l’appuntamento è a Pianello di Petralia Soprana

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Domani, martedì, il carnevale nelle Madonie è a Pianello di Petralia Soprana. L’appuntamento denominato “A Carnilivarata”, giunto alla nona edizione, è gemellato con il Carnevale delle Madonie di Castellana Sicula rinviato a domenica prossima 18 febbraio.

L’evento di Pianello continua ad essere organizzato dal Circolo Culturale Pianellese, guidato da Salvatore Sabatino, ed è patrocinato dal Comune di Petralia Soprana. Un appuntamento che coinvolge tutto il circondario considerato che oltre ai carri realizzati a Petralia Soprana ci saranno anche quelli realizzati ad Alimena, Bompietro, Castellana Sicula e Petralia Sottana.

Il programma prevede la sfilata di gruppi coordinati ed anche spontanei. Tra i coordinatori della manifestazione l’infaticabile Massimo Pinzino. L’appuntamento si annuncia coinvolgente e ricco di colori e allegria. La manifestazione prenderà il via alle 16.00 e si snoderà lungo il viale che attraversa la borgata di Pianello fino allo slargo davanti la delegazione comunale dove si concluderà con musica e balli.

Strage di Altavilla, arrestata coppia per ordine della Procura di Termini Imerese: sono complici del delitto

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Si chiamano Massimo Carandente e Sabrina Fina, convivente,  di 41 e 50 anni, entrambi di Palermo, le due persone fermate dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese con l’accusa di omicidio plurimo e soppressione di cadavere per la strage di Altavilla Milicia, dove Giovanni Barreca, 54 anni, ha ucciso la moglie Antonella Salomone, 31 anni, e i figli di 5 e 16 anni.

Da quanto emerso dalle indagini, anche sentendo la terza figlia diciassettenne, “risparmiata” dal padre perché ritenuta “non indemoniata” ma trovata in stato confusionale domenica mattina, nella casa di Altavilla Milicia sarebbe stato eseguito anche un rito esorcistico. Infatti Barreca avrebbe detto agli inquirenti, che doveva “liberare” la sua casa e suoi familiari dalla presenza del demonio. Secondo quanto  ricostruito dai carabinieri,  Carandente e Fina avrebbero istigato Barreca a commettere il triplice delitto. Il fermo, disposto dalla procura di Termini Imerese guidata da Ambrogio Cartosio, è stato eseguito ieri in tarda sera e gli indagati sono stati trasferiti nel carcere di Pagliarelli. Barreca, Carandente e Fina si sarebbero conosciuti in una chiesa evangelica. A quanto risulta erano tutti fanatici religiosi. Il triplice omicidio sarebbe maturato in questo contesto.

I due si erano stabiliti nella villetta dell’orrore con l’obiettivo di scacciare i diavoli. «Dicevano che i demoni erano dentro mia sorella e mio nipote, che dovevano essere bruciati e sepolti, noi pensavano in modo figurato», racconta il fratello di Antonella Salamone.

Da quanto emerge nella villetta sarebbe avvenuto un macabro rito, durato almeno 10 giorni e scandito da violenza e sofferenza. Chi è entrato nell’immobile riferisce di essersi trovato di fronte ad una «scena agghiacciante, di ferocia inaudita». Giovanni Barreca ha conosciuto Sabrina Fina e Massimo Carandente a Palermo. Frequentavano la stessa comunità da cui si sono distaccati per organizzare un gruppo di preghiera autonomo. Sarebbe stato Barreca a chiedere l’aiuto dei due amici, i quali avrebbero sostenuto di essere in grado di liberare le vittime possedute dal demonio. Ed ecco la decisione di organizzare il rito di purificazione di cui ha parlato, nelle poche parole pronunciate, la terza figlia diciassettenne di Barreca risparmiata dall’esplosione di violenza. «Hanno fatto un esorcismo per liberarci dal demonio», ha raccontato. È ancora sotto choc nella comunità protetta che la ospita. Barreca ha chiamato i carabinieri nella notte fra sabato e domenica per raccontare tutto e costituirsi. Era a Casteldaccia, un paese vicino. «Ho ucciso la mia famiglie, venite sono al bar», ha detto. In realtà moglie e figli erano morti da giorni.

Secondo Barreca, Carandente e Fina avrebbero partecipato all’esorcismo e contribuito al triplice omicidio. Il reato di omicidio plurimo viene contestato in concorso a tutti e tre gli indagati. Il solo marito risponde anche della soppressione del cadavere della moglie, bruciata nel giardino della casa. La coppia respinge le accuse. L’avvocato Sergio Sparti, che li assiste, li ha incontrati in carcere. «Sono sconvolti e si professano innocenti. Attendiamo la convalida ma ci sono degli spunti per indagini difensive». La prima ad essere uccisa, probabilmente fra giovedì e venerdì scorsi, sarebbe stata Antonella Salamone. Solo l’autopsia potrà dare maggiori certezze sui tempi dei delitti. I resti carbonizzati sono stati trovati nel giardino della villetta dove la famiglia abitava. Le fiamme hanno divorato tutto, sono rimasti dei frammenti ossei, segno che il fuoco è rimasto acceso a lungo. Tra venerdì e sabato i protagonisti del rito sarebbero diventati i figli Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni. Non andavano a scuola da lunedì scorso. Gli insegnanti avevano chiamato e i due alunni avevano detto di sentirsi male. E la risposta non aveva destato sospetti. Il figlio sedicenne sarebbe stato incatenato, stretto in una morsa che gli ha tolto il respiro fino a ucciderlo. Entrambi i fratelli presentavano delle ecchimosi in vari punti del corpo, compatibili con i tentavi di liberarsi ma anche con i colpi subiti. Il rito di purificazione prevedeva il martirio, con delle atroci sofferenze a cui non avrebbero retto.

Al momento dell’arrivo dei carabinieri in casa c’era anche la figlia scampata al massacro. Sarebbe stata risparmiata perché in lei gli esorcisti non avevano riscontrato i segnali della presenza di Satana.
In attesa della convalida del fermo, prevista entro domani, si continua a indagare. Si scava nel gruppo di preghiera a cui avrebbero partecipato anche altre persone oltre ai tre fermati. L’ipotesi è che avessero dato vita ad una setta di fuoriusciti dalla comunità evangelica che frequentavano all’inizio. Si incontravano nella villetta dei Barreca per una rilettura delle Sacre scritture.

Partinico. “Dalle Città invisibili alla Città vivibile”: iniziativa con le scuole nel centenario della nascita di Italo Calvino

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Nell’ambito del centenario della nascita di Italo Calvino, si terrà giovedì 15 febbraio 2024 presso l’auditorium del Liceo Santi Savarino, in via Peppino Impastato a Partinico, l’iniziativa “Dalle Città invisibili alla Città vivibile”. Dopo i saluti di Lucia La Fata, Dirigente dell’istituto Santi Savarino e di Teresa Chimenti, Presidente BCsicilia di Partinico, sono previsti gli interventi di Maurizio Carta, Assessore all’urbanistica del Comune di Palermo e professore universitario, di Rita Cedrini, Docente Unipa e di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia. Saranno presenti: Pietro Rao, Sindaco di Partinico, Dorotea Speciale, Vice Sindaco, Erasmo Briganò, Presidente del Consiglio comunale, e i Dirigenti degli Istituti coinvolti. Coordinerà i lavori: Alessandra Sangiorgio, Responsabile del Liceo Classico. Alle ore 9,00 è prevista la presentazione dei progetti a cura degli studenti. L’iniziativa è organizzato da BCsicilia sezione di Partinico, in collaborazione con il Liceo Santi Savarino, l’ITC C. A. Dalla Chiesa, l’Istituto Corbino, l’IISS Danilo Dolci, il Centro Studi Ve.Gi.Di.Bri e con il patrocinio del Comune e della Città metropolitana di Palermo.

In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino, scrittore, narratore, intellettuale, antifascista, partigiano, nonché rappresentante del neorealismo, BCsicilia di Partinico ha proposto agli studenti un incontro/evento a conclusione di un percorso didattico svolto con gli insegnanti di italiano a seguito della lettura del libro “Le città invisibili” di Italo Calvino. L’approfondimento dei contenuti del volume è servito da stimolo per l’identificazione delle stesse quali luoghi di sensazioni, emozioni, profumi ed attualizzazione del senso/sostanza dei centri urbani di oggi. Il messaggio di Calvino è diventato in questo caso una pista di indagine per l’elaborazione di proposte di comunità vivibili, anche con riferimento alla propria città, dal punto di vista architettonico, artistico, ambientale, culturale, urbanistico e della sicurezza. La lettura del romanzo da cui sono scaturite riflessioni, dialoghi, confronti, approfondimenti con l’utilizzo di altri testi, la visione di documentari, e creando opportune correlazioni con la storia dell’autore, ha portato alla realizzazione di alcune proposte da parte degli studenti. Il concorso di idee dal titolo: “Come immaginiamo la città vivibile” infine prevedeva la realizzazione di un video della durata di 60 secondi, o di una performance culinaria, teatrale, artistica, poetica, musicale, tecnica. Gli elaborati proposti saranno premiati durante la mattinata dell’evento. Inoltre verranno letti alcuni brani dell’opera di Calvino scelti dalle singole scuole.

 

Personalità e adattamento nell’anziano

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Nella valutazione psichiatrica dell’età senile, di quello cioè che viene comunemente chiamato invecchiamento, possono essere adottati sostanzialmente due punti di vista. Il primo considera l’invecchiamento come fatto fisiologico, legato ad una condizione di minorazione fisica e psichica, e quindi risolve in qualche modo il problema considerando i problemi dell’adattamento nell’età senile come conseguenza inevitabile di un fatto fisiologico.

Il secondo punto di vista, invece, arricchisce questa valutazione attribuendo nuove caratteristiche e nuovi connotati umanistici, antropologici, filosofici psicologici ed esistenziali a questa fase della vita. Queste due visioni dello stesso problema possono essere esemplificate come psicologia nomotetica la prima, come psicologia idiografica la seconda (Barucci). Adottando il secondo punto di vista (ideografico), è ovvio che le valutazioni dei problemi psicologici e psichiatrici che caratterizzano l’età senile devono essere profondamente diverse. Se dal punto di vista di una psicologia nomotetica, i problemi psichiatrici dell’anziano sono la conseguenza quasi obbligata di un deterioramento di strutture e quindi di funzioni più o meno specifiche che producono un cambiamento nel soggetto, dal punto di vista di una psicologia idiografica va tenuto presente che insieme al cambiamento del soggetto vi è un cambiamento nell’ambiente: non cambia solo chi invecchia, ma cambia anche il contesto, l’ambiente, la prospettiva, in un continuum che non può essere sottovalutato. A tale continuum appartengono ovviamente anche le personalità, nel senso che i tratti, i caratteri, le tendenze individuali vengono amplificate in un momento della vita che, oltre ad assumere un significato simbolico specifico, è anche caratterizzato da un cambiamento reale nel funzionamento delle strutture cerebrali e ad una modificazione delle funzioni psicologiche.

Si comprende bene, allora, come l’adattamento della persona in età senile sia di particolare rilevanza, oscillando tra la psicologia di una specifica fase della vita e il tratto psicopatologico. Molte situazioni tipiche dell’età senile, infatti, sono epifenomeno del divenire individuale, e non possono essere se non riconsiderate nel contesto di una lettura psicologica dell’invecchiamento.

Se ciò rappresenta uno dei ‘confini’ del problema, l’altro è sicuramente rappresentato dalla psicopatologia, che può essere letta e discussa in due differenti accezioni: da un lato l’eventuale presenza di psicopatologia individuale, che la situazione esistenziale della senilità incrementa e potenzia, rilanciandola sul versante clinico; dall’altro l’insorgenza di tratti psicopatologici specifici della senilità, o in certo qual modo caratteristici di tale fase della vita.

Tra questi due confini, psicopatologia individuale e condizionamenti socio-psicologici propri dell’invecchiamento, esitano un gran numero di situazioni, più o meno specifiche, più o meno chiare, transitorie o permanenti, esplosive o croniche. E’ in questa terra di confine che va trovata la chiave di lettura più opportuna del rapporto tra personalità e adattamento in età senile.

Quando parliamo di adattamento nell’età senile è ovvio che ci confrontiamo con un problema assai simile a quello rilevato nell’adolescenza: la necessità cioè di reagire ai cambiamenti, di una riorganizzazione personale, sociale, relazionale che è resa indispensabile dalla fase dell’esperienza vitale vissuta dall’anziano. Questo significa, per esempio, far fronte alla necessità di una integrazione delle perdite subite col tempo sul piano affettivo e interindividuale, mettere in atto una riorganizzazione del proprio esistere, in qualche modo del proprio ‘essere nel mondo’, in un contesto che tende all’impoverimento affettivo, esperire una ristrutturazione delle proprie esigenze individuali anche in base all’attesa sociale, e al paradigma imperante sulla vecchiaia.

Di certo, viviamo in una società che sinora non sempre ha prestato la dovuta attenzione al problema della senilità: l’orientamento produttivistico, l’utilitarismo eretto a valore etico, l’enfatizzazione delle performances come modalità di recupero e affermazione della propria identità, non appaiono particolarmente favorevoli alla riorganizzazione psicologica dell’anziano, al quale peraltro è stato anche tolto il privilegio antico di avere un posto ed un ruolo sociale importante: quello di saggio, di consigliere, di testimonianza vivente di una esperienza biografica che poteva essere utilizzata come chiave di lettura ed interpretazione di altre esperienze. Allora, la necessità di un adattamento spesso è ostacolata da obiettivi modelli sociali e relazionali, il che significa che proprio in questo sforzo di adattamento l’anziano rischia l’evento psicopatologico. D’altra parte, come accennavamo più sopra, la terra di confine tra psicologia e psicopatologia è estremamente vaga, difficilmente demarcabile, per cui la distinzione tra eventi puramente psicologici ed eventi psicopatologici è spesso assai sfumata.

Proprio la caratteristica sfumata della psicopatologia francamente connessa alla senilità può porsi al centro di una riflessione sulla esistenza stessa di una psicopatologia senile in quanto tale. Certo, adottando un criterio di valutazione biologistico, è difficile sfuggire alla tentazione di una equazione tra invecchiamento, deficit funzionali delle strutture cerebrali, e maggiore predisposizione alla psicopatologia. Ma da un punto di vista più globale, più ‘olistico’, ci si rende conto che una simile valutazione è perlomeno azzardata. E’ vero infatti che nell’età senile è possibile evidenziare quadri clinici specifici (dalla depressione maggiore, alla psicosi), ma questo è tipico di tutte le fasi della vita, e non si rilevano particolari predisposizioni dovute all’età senile in se. Certo, è chiaro che attraversando l’anziano un periodo di delicato rimodellamento egli è esposto a rischi per la salute mentale, ma è chiaro che essi sembrano delineare un quadro quanto mai sfumato, e non una correlazione di causa ed effetto. Da questo punto di vista appare importante una valutazione della colonna centrale della psicopatologia cosiddetta senile, che è la depressione.

Non pare poi esserci una relazione di causa ed effetto così rilevante e così marcata, e più che di depressione è forse assai spesso il caso di parlare di quadri di natura ipotimica, di risposte ad eventi esistenziali, di risposta, appunto ad uno sforzo di adattamento.

E’ in questo senso che possono per esempio essere riletti anche dati epidemiologici che vogliono che la terza età sia associata a un maggior numero di sintomatologia depressiva.

In questo contesto si inserisce certamente anche il problema, tuttora dibattuto, della comorbidità tra ansia e depressione nella popolazione generale. D’altra parte, esistono buone evidenze che almeno nell’85 % dei casi ansia e depressione possono essere agevolmente distinte in base ai sintomi, ai segni e alle caratteristiche di personalità. In base a questi dati appare evidente che ansia e depressione possano essere considerati come stati patologici differenti, aventi vari gradi di comorbidità – cioè varie possibilità di presentarsi contemporaneamente. Tali gradi di comorbidità sembrano modificarsi nell’età senile, in direzione di una maggiore prevalenza depressiva, a fronte di una più limitata prevalenza di patologia ansiosa associata alla depressione. Ma questo è un dato generale, la condizione connessa ad uno status. Se invece andiamo a valutare con maggiore attenzione la possibilità dell’esistenza di una vera psicopatologia senile, ci dobbiamo confrontare col fatto, più sopra accennato, che i fattori di personalità sembrano avere una funzione rilevantissima in senso patoplastico, cioè nel determinare, per così dire, le modalità espressive del disturbo.

Proprio perchè la senilità è il momento in cui si manifestano scompensi di vario ordine – sul piano biologico, relazionale, adattivo, interpersonale, affettivo – tale condizione può facilitare l’emergere di assetti patologici della personalità che, sino a quel momento, sono stati compensati, comunque integrati e dissimulati. Questo problema è stato indirettamente affrontato nel più importante sistema diagnostico, elaborato dall’American Psychiatric Association e poi adottato in tutto il mondo occidentale, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, familiarmente citato col suo acronimo DSM, seguito dal numero di revisioni effettuate sul testo). Nella sua terza edizione riveduta, viene infatti suggerito che: “Le manifestazioni dei Disturbi di Personalità sono generalmente riconoscibili durante l’adolescenza, o ancora più precocemente, e continuano per la maggior parte della vita adulta, sebbene possano divenire meno evidenti nell’età media o nell’età avanzata”.

Una simile valutazione parrebbe sufficientemente impropria da suggerirne una rilettura anche in senso puramente nosografico. Ed infatti sempre il DSM, ma nella sua quarta revisione, ha rivalutato il problema in termini assai più appropriati, a dimostrazione della validità dell’assunto che le condizioni tipiche della senilità, al contrario di quanto suggerito precedentemente, possono incentivare ed attivare tratti patologici di personalità, magari presenti sin dall’adolescenza.

“Alcuni tipi di Disturbi di personalità (in particolare i disturbi di Personalità Anticosociale e Borderline) tendono a rendersi meno evidenti o ad andare incontro a remissione con l’età, mentre questo sembra meno vero per alcuni altri tipi (per es. disturbi Ossessivo-Compulsivo e Schizotipico di Personalità)”.

D’altra parte il Disturbo di personalità, non ha quindi rilevanza clinica, non presenta sintomi evidenti e viene, per questo, abitualmente sottovalutato.  Esso, per condizioni legate ad un contesto esistenziale adeguato e facilitante, può anche non essersi mai manifestato, pur essendo magari presente sin dall’adolescenza. La senilità, con i mutamenti che provoca ed impone, con la necessità di un riassestamento a vari livelli, con l’emergere di nuovi fattori di stress psicosociali può provocare l’emergere di un disturbo di personalità sino ad allora perfettamente mimetizzato. Ovviamente la senilità è condizione esistenziale nella quale possono anche emergere disturbi clinici, che giungono pertanto all’osservazione psichiatrica per la loro rilevanza sintomatologica. Si può dire pertanto che sembrano esistere disturbi nevrotici nell’anziano (il nevrotico invecchiato) e disturbi nevrotici dell’anziano (vecchi che diventano nevrotici).

I fattori di personalità possono pertanto influenzare l’insorgenza e la forma dei disturbi mentali nell’anziano, e questo ne spiega la variabilità sintomatologica e l’espressività clinica, anche se si può concordare sul fatto che le circostanze patogenetiche sono sostanzialmente uniformi: lo stress psicosociale, il mutamento delle condizioni di vita, in una parola la vulnerabilità tipica dell’anziano sono i fattori che possono scatenare lo scompenso psicopatologico, sostenuto, incrementato e direzionato da disturbi di personalità, sino a quel momento ben compensati, nel contesto di una situazione di generale equilibrio. Insomma la personalità in qualche modo condiziona e ‘modella’ i disturbi psichiatrici dell’anziano. Nulla di nuovo. E’ un concetto che, in fondo, è perfettamente espresso da un famoso proverbio italiano: “Chi nasce tondo non può morire quadrato”…

Giovanni Iannuzzo

Carini, “Innamorati del tuo quartiere”: iniziativa per esplorare la potenzialità di uno spazio pubblico

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A Carini, il 14 febbraio 2024 alle ore17,30, in via Lanza, nota come Vicolo dei Fiori, si terrà l’evento: “Innamorati del tuo quartiere”. la stradina diventa per un pomeriggio un punto di riferimento e d’interessi collettivi, in cui i partecipanti avranno l’opportunità di esplorare e riscoprire il valore dello spazio pubblico all’interno del proprio quartiere.  Previsti gli interventi del Sindaco Giovì Monteleone e l’Assessore comunale Salvatore Badalamenti

L’iniziativa, promossa dall’imprenditrice Giusy Musso, col patrocinio del Comune di Carini, mira a promuovere la partecipazione attiva dei cittadini nella valorizzazione del proprio ambiente urbano. Per informazioni tel. 3897969514 – Email: [email protected].

Su quello “strano granaio” della Gurfa di Alia

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La ‘Gurfa’ di Alia si trova nel cuore della Sikania protostorica. In particolare il suo monumentale ambiente campaniforme con Oculus zenitale offre suggestioni confrontabili con il ‘Tesoro di Atreo’ a Micene, come era stato già messo in evidenza da Silvana Braida e Benedetto Rocco. Le risposte ‘ufficiali’ alle domande ‘originarie’ che il sito  pone continuano ad essere contraddittorie: un ‘granaio’ di un generico ‘medioevo’ per la Soprintendenza Beni Culturali; mentre l’Assessorato BB.CC.AA. Regione Siciliana certifica (D.A. n. 8410/2009) la sua appartenenza all’itinerario siciliano dei ‘Luoghi del Mito di Dedalo e Minosse’. In assenza di scavi sistematici il dibattito specialistico si è smarrito nella confusione di ipotesi contrastanti. Da architetto e storico dell’arte, sulla base di osservazioni dirette dei fenomeni luminosi agli Equinozi ed ai Solstizi, scaturite anche dal confronto con strutture megalitiche dell’età del Bronzo in siti similari, sono pervenuto a conclusioni di sintesi che provo a riassumere, in due puntate.

Gurfa. Esterno

A circa 70 km da Palermo, dove inizia la Valle del Platani/Halykos, verso Agrigento, perso nell’abbandono del latifondo contadino siciliano, c’è un sito archeologico straordinario. Sono le “Grotte della Gurfa”, che “grotte” in realtà non sono ma “Palazzo” scavato in roccia, nel contesto di una necropoli antichissima, abitata e riusata fino ai giorni nostri. Me ne occupo da un ventennio circa da architetto e storico dell’arte. Sono arrivato a delle conclusioni come da bibliografia, che adesso si rafforzano a seguito di osservazioni più proprie di carattere interdisciplinare che vado mettendo a sistema anche in questa rubrica divulgativa.

La Gurfa è stazione terminale di una autentica “Via della Thòlos” in Sicilia, da ri-mettere nel cassetto giusto della ricerca storico-artistica, oltre la generica attribuzione a “fossa granaria” di un “medioevo rupestre troglodita”. Di certo c’è l’evidenza archeologica di reperti molto antichi, ritrovati durante i lavori di costruzione della ferrovia Palermo-Catania, attorno al 1882, proprio a ridosso della Gurfa e noti come “Bronzi di Valledolmo”; oggetti di grande interesse per la storia del territorio; per ricostruire i contatti tra i primi esploratori egeo-micenei e le regioni interne della Sicilia “prima dei Greci”. Questo ne scrive, per esempio, Ernesto De Miro:

“Fra il 1400 e il 1200 a.C. si sviluppa nell’Isola la cultura di Thapsos … cultura indigena aperta ai contatti con il mondo egeo, nonché con le Eolie e con Malta… E’ questo il momento in cui anche la zona centro-meridionale dell’Isola rivela contatti con il mondo miceneo (anfora del Mic.IIIA dalla marina di Agrigento, XIV secolo a.C.), quale si sviluppa in seguito nel XIII-XII secolo a.C. (Caldare, Milena: tombe a tholos e materiali del Mic.IIIB-C), nella media Valle del Platani: area che si è rivelata di particolare interesse per il problema del sostrato egeo della Sikania e per lo studio dell’impatto tra la cultura egeo-micenea e l’ambiente indigeno sino a epoca storica. Questi contatti non si sarebbero  esauriti nell’ambito commerciale; piuttosto la presenza nell’area anche di una articolata iconografia tombale micenea, che giunge sino ai tipi di S.Angelo Muxaro; certe persistenze nell’ambito della ceramica della prima Età del Ferro (S. Angelo Muxaro, Polizzello, Sabucina) con collegamenti tipologici con Creta minoico-micenea, in uno con la tradizione letteraria riferita alla venuta di Minosse in Sicilia e al re sicano Cocalo, tradizione gravitante sul territorio agrigentino e sul corso del Platani… l’area di presenza di tale cultura va dalla grande necropoli del Desueri alle necropoli in territorio di Canicattì e Campobello di Licata, al villaggio di capanne di M.Sabucina nella media Valle del Salso, a quello di Naro e di Monte Castellazzo di Palma di Montechiaro, alla stessa ‘collina dei Templi’ di Agrigento, prossima al mare, sino alla necropoli di Valledolmo nell’alta Valle del Platani” (1)

Non è fuori luogo fare notare che quel rinvenimento dei “bronzi micenei di Valledolmo” è avvenuto proprio a ridosso degli ipogei della Gurfa.

Spada cerimoniale, “Bronzi di Valledolmo”, circa 1300 a.C. Museo Archeologico Agrigento (Fonte: M. Cultraro)

Altrettanto certa è la presenza della “cultura della Thòlos” alla Gurfa, attestata archeologicamente  nella necropoli del Bronzo antico da almeno un “reperto”: la piccola tomba a thòlos posta ad una ventina di metri a sinistra dell’ambiente campaniforme con Oculus zenitale, che risulta essere la thòlos più grande del Mediterraneo. (2)

Gurfa. In basso “Fori/Occhi”, sopra la tomba a tholos censita da F. Tomasello

Carmelo Montagna

Note al testo:

(1) E. De Miro, Profilo storico-archeologico della Sicilia Centro Meridionale,  in: V.Tusa/E.De Miro, Itinerari archeologici – Sicilia occidentale, ed. Newton Compton, 1983, pp.113-114.

(2) Francesco Tomasello, “Le tombe a tholos della Sicilia centro meridionale”, Cronache di Archeologia 34-35/1995-96, ed.CNR-Università di Catania, 1997, p. 146.

Altavilla Milicia, uccide la moglie e i due figli: voleva liberarli dai demoni

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Ad Altavilla Milicia un uomo di 54 anni, Giovanni Barreca, ha ucciso la moglie Antonella Salamone e i due figli Kevin e Emanuel di 16 e 5 anni. Un’altra figlia di 17 anni è riuscita a salvarsi. L’uomo, dopo il delitto, ha chiamato i carabinieri e si è fatto trovare a Casteldaccia dove è stato arrestato. Ma le vittime sembra fossero morte da almeno 36 ore quindi la strage sarebbe avvenuta probabilmente venerdì. La donna è stata bruciata e sepolta vicino alla casa, mentre i figli sono stati strangolati con delle catene.

Gli inquirenti seguono la pista della setta religiosa. “Volevo liberarli dai demoni”, ha detto ai carabinieri Giuseppe Barreca, definito un “fanatico religioso” e che avrebbe agito per aver sentito “presenze demoniache” in casa durante la notte.

Sul posto, oltre ai militari del reparto operativo che stanno ricostruendo l’accaduto, sono presenti anche i Ris. Nel delitto sarebbe coinvolta anche una coppia di conoscenti, che si sospetta possa avere avuto un ruolo: assieme a Giovanni Barreca, infatti, sono stati portati in caserma per essere interrogati da carabinieri. La coppia, marito e moglie, vive a Palermo: gli inquirenti stanno analizzando alcuni messaggi sui social tra loro due e Barreca.

Barreca sarebbe un fanatico religioso. La terza figlia di 17 anni, che è riuscita a salvarsi avrebbe assistito ai fatti, è stata soccorsa dal personale del 118, dopo essere stata ritrovata in stato di shock. E’ stata lei a raccontare che il padre durante la notte si sarebbe svegliato farneticando di aver percepito presenze demoniache in casa e non è chiaro perché lei sia stata risparmiata. La ragazzina, unica superstite, si è alzata dal letto intontita e ha visto i corpi dei fratelli.

Kevin ed Emanuel, rispettivamente di 16 e 5 anni, sono stati strangolati dal padre che avrebbe ucciso prima il più piccolo per poi strangolare con una catena il più grande. La catena è stata trovata vicino al corpo di Kevin e si presume sia stata utilizzata anche per soffocare Emanuel. I figli sarebbero stati uccisi venerdì. Per quanto riguarda la donna, l’ipotesi è che Barreca l’abbia fatta a pezzi e bruciata prima di chiamare il 112: questa possibilità è emersa dalla prime parole che l’uomo ha detto di fronte ai carabinieri.

Giovanni Barreca e la moglie appartenevano alla comunità evangelica di Altavilla Milicia, che hanno frequentato con una certa assiduità fino al lockdown per la pandemia, nel 2020. Poi il pastore della chiesa racconta di non averli più visti. A quanto pare Barreca si era avvicinato, via social, a Roberto Amatulli, un parrucchiere barese autoproclamatosi pastore evangelico, guaritore ed esorcista, che affermava di essere in grado di scacciare il demonio.

La pista della setta è al momento una delle ipotesi al vaglio degli investigatori. Tra i sospetti, allo stato al vaglio di chi indaga, infatti, c’è quello che l’uomo possa aver agito anche per adesione a eventuali sette o gruppi di fanatismo religioso. Il delitto potrebbe essere avvenuto alcuni giorni fa, e non nella notte tra sabato e domenica come si era inizialmente pensato.

“Non riusciamo a capire come sia stato possibile tutto questo. Sapevamo di liti come ce ne sono in tutte le famiglia ma non potevamo pensare che potesse succedere quello che è accaduto”. Lo dicono due parenti dei bambini uccisi da Giovanni Barreca. “Lui era molto religioso. Lavorava tanto. Lei faceva la badante. Lui cercava di accontentarla in tutto. Ancora non riusciamo a comprendere. Ora cerchiamo di abbracciare mia nipote”, hanno aggiunto.

“Avevano problemi economici”, hanno raccontato Salvina Licata ed Elisabetta Cassano, zia e nonna di Antonella Salamone. Le due riferiscono che la famiglia abitava ad Altavilla Milicia da circa 5 anni. Prima aveva vissuto a Novara, dove vivono da molti anni alcuni parenti dell’indagato. Barreca è originario di Palermo, mentre la moglie Antonella Salamone era nata ad Aragona, in provincia di Agrigento. Con la famiglia fino a qualche tempo fa aveva vissuto anche la madre malata di Giovanni Barreca, che ora si trova in una casa di cura a Palermo. “Ero stata da loro per qualche giorno, ho visto che litigavano a volte. Sono andata via perché non c’era una situazione serena”, dice la nonna di Antonella.

Saranno sospesi tutti gli eventi previsti per il carnevale e verrà indetto il lutto cittadino nel giorno dei funerali delle vittime. Lo ha annunciato il sindaco di Altavilla Milicia, Giuseppe Virga. “Voglio esprimere il cordoglio della comunità nei confronti delle famiglie coinvolte in questo tragico fatto”, ha detto il primo cittadino.

San Mauro Castelverde, nel 2023 la raccolta differenziata ha raggiunto il 70,86%

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Nel corso dell’anno 2023 San Mauro Castelverde ha fatto segnare un dato senza precedenti nel campo della raccolta differenziata raggiungendo una percentuale media del 70,86%. Questo traguardo rappresenta un passo significativo verso la creazione di un futuro sostenibile e testimonia l’impegno collettivo nei confronti dell’ambiente. Grazie agli sforzi congiunti delle autorità locali e dei cittadini consapevoli, la raccolta differenziata si è trasformata da un obiettivo ambizioso a una realtà tangibile.

“L’anno 2023 è da incorniciare – afferma il sindaco Giuseppe Minutilla (nella foto) – tutti i mesi hanno fatto registrare percentuali che non sono mai scese sotto il 59% (novembre) e sono arrivate al 94,50% (giugno) mantenendo una media del 70% durante tutto l’anno. Tutto ciò fa capire che la comunità ha abbracciato l’idea di una società più sostenibile.”

Gli abitanti di San Mauro Castelverde hanno dimostrato un notevole impegno nel separare correttamente i rifiuti e nel supportare le attività di riciclo. Questa consapevolezza collettiva ha avuto un impatto positivo sulla quantità di rifiuti smaltiti in discarica, riducendo significativamente l’impatto ambientale negativo.

Tuttavia, nonostante questo risultato, la strada verso una società completamente sostenibile non è ancora terminata. È fondamentale che la comunità mantenga vivo questo spirito di impegno e cooperazione per garantire che la raccolta differenziata continui a crescere e a migliorare nel tempo. Il 70,86% raggiunto nel 2023 deve essere solo un punto di partenza per obiettivi ancora più ambiziosi.

“Il progresso nella raccolta differenziata – conclude Minutilla – dimostra che quando la società si unisce per un obiettivo comune si possono raggiungere risultati importanti. La comunità può guardare al futuro con ottimismo, consapevole del proprio potere di fare la differenza”.