Antonio Presti ha annunciato la riapertura de “La Stanza di Barca d’Oro”, straordinaria opera dell’artista giapponese Hidetoshi Nagasawa, parte integrante del celebre percorso di arte contemporanea Fiumara d’Arte. Chiusa su decisione dello stesso Presti il 16 giugno del 2000 — in adempimento al volere testamentario che prevedeva la sua riapertura solo dopo cento anni, e comunque non prima del 2100 — l’opera tornerà ora visibile con grande anticipo: sarà visitabile da maggio del prossimo anno, per un periodo limitato di circa due mesi.
Una scelta inaspettata, che rappresenta un dono prezioso per tutti i “cercatori di bellezza”.
Realizzata nel letto del fiume Romei, nel comune di Mistretta, scavata direttamente nella parete di una montagna, La Stanza di Barca d’Oro è una delle opere più intense e misteriose dell’intero progetto Fiumara d’Arte. Una camera ipogea, nera e lucida, avvolta dal silenzio, da cui si percepiscono solo flebili echi della natura esterna. Al centro dello spazio, sospesa al soffitto e rovesciata secondo un’antica simbologia giapponese, si trova una barca delineata da lamiere metalliche e rivestita di foglie d’oro. Un albero maestro in marmo rosso la collega al suolo, completando un’immagine che rimanda con forza all’alchimia, alla trasformazione, al percorso iniziatico della materia.
L’intera opera è intrisa di spiritualità orientale: Nagasawa, definito “l’artista del silenzio”, immaginò questa stanza come un luogo destinato a essere sepolto e dimenticato, affinché potesse continuare a esistere attraverso la sola energia del pensiero, come memoria viva dello spirito umano.
Nulla in quest’opera è lasciato al caso. La collocazione stessa — incastonata nel fianco della collina, accanto a un antico torrente — evoca il viaggio, tema centrale della poetica dell’artista. Nell’antichità, infatti, l’acqua era considerata la via più sicura per spostarsi: la barca diventa così simbolo di passaggio, di vita e di ciò che la trascende.
La Stanza di Barca d’Oro è un’opera concettuale, nata per fondersi con la terra, sigillata da una porta e ricoperta di terra in un gesto che la rende parte del paesaggio. Un’opera che esiste anche senza essere vista, grazie al suo potere evocativo e al legame profondo tra arte e natura.
Nel 2000, la sua chiusura fu celebrata con una cerimonia intensa e simbolica, alla presenza di artisti, intellettuali, critici e appassionati. Nessun politico fu invitato: una scelta precisa di Presti, che denunciò allora i tentativi di “distruggere non una singola opera, ma un intero progetto etico, in nome di un presunto deturpamento del paesaggio — non materiale, ma di pensiero”.
Ora, dopo venticinque anni, quella porta si riapre. Non per caso, ma per scelta. E quel gesto, come l’opera stessa, parla ancora di bellezza, memoria e resistenza.
Alfonso Lo Cascio
Stanza di barca d’oro.
Hidetoshi Nagasawa.
Visitatori nella Stanza di barca d’oro.
Chiusura della Stanza di barca d’oro.