L’autorità ecclesiale chiude i Servi dell’Amore Misericordioso: soppressa la più bella esperienza di fede degli ultimi decenni in Sicilia

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Alla fine sono riusciti a chiuderla. Hanno soppresso la più bella esperienza di fede degli ultimi decenni in terra di Sicilia. Le attività della comunità dei Servi dell’Amore Misericordioso che vivevano il Vangelo in maniera coerente e radicale, proponendo un modello di chiesa accogliente, solidale, comunitaria, sono “sospese”. La comunicazione ufficiale dello scioglimento in uno scarno comunicato dove si legge: “In attesa di rendere esecutive le decisioni riguardanti l’Associazione pubblica di fedeli di diritto diocesano Servi dell’Amore Misericordioso e il suo fondatore, assunte d’intesa con il Dicastero per le Chiese Orientali, il Commissario pontificio plenipotenziario e Superiore generale pro tempore della medesima aggregazione, comunica quanto segue. Sono sospese, dalla data odierna, nel territorio dell’Eparchia e nelle altre Chiese locali, tutte le attività pubbliche dell’Associazione Servi dell’Amore Misericordioso, nonché il coinvolgimento dei membri e del fondatore in celebrazioni liturgiche e in iniziative di catechesi, di spiritualità e di formazione. Piana degli Albanesi, 8 marzo 2025”.

Non sono bastate le 2000 firme raccolte con una lettera indirizzata al Papa, gli appelli, le testimonianze, le preghiere: si evinceva fin dall’inizio una feroce determinazione ad andare contro la comunità con lo scopo preciso di annientarla. Ma questo odio cosa ha a che fare con la bontà e la dolcezza della fede?

Se veramente la comunità avesse commesso degli errori bisognava inviare un “visitatore” saggio, comprensivo, per eventualmente “correggere” con mite determinazione e indirizzare la comunità verso il giusto cammino. Invece il vergognoso obiettivo, vigliaccamente celato fin dall’inizio era uno solo: porre fine alla comunità dei Servi. E una chiesa che chiude una esperienza come quella dei “Servi dell’Amore Misericordioso”, non è in grado di leggere i segni dei tempi, è una chiesa senza speranza e senza futuro.

La cattiveria, la malvagità, l’ invidia hanno avuto la meglio sulla bontà, la freschezza, l’entusiasmo, di uno straordinario cammino ecclesiale avallato, fino a poco tempo fa, da tanti sacerdoti, vescovi e cardinali. Parafrasando il celebre romanzo “Il Nome della Rosa” di Eco si potrebbe dire che l’Anticristo ha ottenuto una nuova vittoria.

Ma ai detrattori della comunità di Piana degli Albanesi vogliamo dire che si rassegnino, hanno ottenuto una vittoria di Pirro. Se la storia, e soprattutto la storia della Chiesa, ci ha insegnato qualcosa è che questo genere di esperienze non possono essere fermate, possono essere osteggiate, contrastate, screditate, perseguitate, ma alla fine risorgono e segnano la storia. E gli accusatori saranno condannati all’oblio (Dante avrebbe fatto di peggio) e additati come squallidi individui di cui vergognarsi.

A molti resta il dubbio se Papa Francesco sa di questa decisione, perché sarebbe in netta contraddizione, nello stile e nei contenuti, con il modello di chiesa che ha proposto in tutti questi anni. Spetta sottolineare che la decisione della soppressione arriva proprio durante il periodo di malattia del Santo Padre ricoverato al Gemelli, perché qualcuno degli accusatori è stato chiamato a Roma per rispondere delle proprie denunce ed è stato un poco “strapazzato”, c’è inoltre da aggiungere che è soprattutto durante i “vuoti di potere” che vengono commesse le più vergognose ed inconfessabili nefandezze.

Da parte nostra vogliamo esprimere la più grande solidarietà ai “Servi dell’Amore Misericordioso”, ai loro familiari e a tutte le persone che hanno condiviso questi anni, per il difficile momento che sono costretti ad attraversare.

Avete suscitato una grande speranza, siete un punto di riferimento per molti giovani e per molte famiglie, tanti, grazie a voi, hanno riscoperto la propria fede, adesso occorre trovare forme che vi permettano di sopravvivere in questa camminata nel deserto che vogliamo sperare sia molto breve. Non abbattetevi, siete denigrati da “sepolcri imbiancati”, gente che ormai non crede nemmeno in quel Dio che fa finta di predicare. Non arrendetevi, questo territorio ha bisogno di voi, questa Sicilia ha bisogno di voi. E per quanto possa apparire incredibile in questo momento: questa chiesa ha bisogno di voi.

Alfonso Lo Cascio

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