Storia, devozione e tradizione: Sant’Agata Patrona di Montemaggiore Belsito

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Il 13 settembre 1642, Papa Urbano VIII, con una bolla papale, proclamò ufficialmente Sant’Agata patrona principale e protettrice di Montemaggiore Belsito. La decisione scaturì da una richiesta congiunta del clero e della popolazione locale, con il consenso del Principe di Baucina, Giovanni I, allora signore feudale del territorio. La proclamazione, sebbene priva di documentazione dettagliata, attestava una devozione già profondamente radicata e la speranza che il patrocinio della santa portasse benedizioni alla comunità.

In quegli anni, la guida spirituale della parrocchia di Montemaggiore era affidata al sacerdote Girolamo Ortolano, che svolse un ruolo di rilievo nella diffusione e nel consolidamento del culto agatino. A partire dal 1642, il 5 febbraio divenne giorno di precetto, con solenni celebrazioni in onore della santa. Questa disposizione fu poi formalmente ratificata il 28 gennaio 1644, su richiesta del sacerdote don Giuseppe Cangialosi e con l’autorizzazione del Vescovo di Cefalù, monsignor Pietro Corsetto.

Il Principe di Baucina, Giovanni I, esponente della famiglia Montalto, ebbe un ruolo determinante nel consolidamento dell’assetto religioso e amministrativo del paese. La sua influenza non si limitò alla conferma del culto di Sant’Agata, ma si estese alla gestione della vita locale fino alla sua morte, con il titolo che rimase nella famiglia anche dopo la sua estinzione.

Nel corso dei secoli, il culto di Sant’Agata ha continuato a rappresentare un riferimento fondamentale per la comunità. La chiesa principale del paese venne dedicata alla santa, come testimoniato da diversi documenti storici, tra cui quelli dell’Abate Don Rocco Pirri e del frate Benedetto De Passafiume, che confermarono l’intitolazione ufficiale.

Secondo una tradizione locale, seppur priva di riscontri documentari, la scelta di Sant’Agata come patrona sarebbe legata a un episodio leggendario: si narra che, durante il trasferimento da Palermo a Catania, la santa si fermò nei pressi di Montemaggiore, e il masso su cui si sarebbe seduta divenne oggetto di venerazione. Ancora oggi, un tratto della trazzera regia che attraversa l’ex feudo “Battaglia”, in territorio di Montemaggiore Belsito e che dal lato sud porta a Catania, è tutt’oggi denominato “Serra di Sant’Agata”.

Nel 1837, il Consiglio comunale confermò il patrocinio della santa e, in occasione della riorganizzazione della toponomastica, le dedicò una delle vie principali del paese, ribattezzandola “Corso Sant’Agata”. Tuttavia, con il tempo, la solennità della celebrazione diminuì, soprattutto dopo l’elezione del SS. Crocifisso a compatrono, che divenne la principale figura religiosa del paese. Pur senza processioni, la venerazione per Sant’Agata è rimasta viva, soprattutto tra le madri che la invocavano per la protezione del seno e la salute dei figli.

Dopo una fase di declino, il culto conobbe una ripresa grazie all’impegno di monsignor Cruciano Sclafani, che negli anni recenti ha promosso la “Festa di Sant’Agata”, con eventi religiosi e culturali, tra cui il “Premio Sant’Agata”, un concorso scolastico volto a diffondere la conoscenza della santa tra i più giovani. Nel 1989, il parroco e il Consiglio Pastorale fecero realizzare una nuova statua della santa, opera dello scultore Leonardo Cannella, e la festività venne celebrata con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo di Cefalù, mons. Rosario Mazzola.

Ancora oggi, il culto di Sant’Agata continua a essere molto sentito, sia tra i residenti che tra i montemaggioresi emigrati all’estero, che mantengono viva la tradizione con la Festa dell’Emigrante, un momento di preghiera e incontro in suo onore, riprendendo antiche usanze come il pellegrinaggio e le celebrazioni religiose.

Santi Licata

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