La Cultura della Thòlos in Sicilia. I tempietti: ovvero “Case degne di Eroi”

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Sono impianti architettonici che riproducono a scopo votivo recinti, capanne o edifici sacri a pianta circolare, con un foro apicale in corrispondenza del tetto, riccamente decorati nelle parti esterne, dell’ultima età del Bronzo/inizi età del Ferro, in Sicilia Centro-Occidentale. Si tratta di un segmento importantissimo della Storia dell’Architettura antica siciliana ancora totalmente sconosciuto al pubblico più attento, che merita di essere narrato, anche per il formidabile riscontro “reale” con impianti ipogei sparsi e dimenticati nella campagna siciliana e faticosamente ancora visitabili. E’ quello che stiamo cercando di divulgare: il racconto sintetico di questa inedita “Via delle thòloi”; un aspetto di grande fascino e bellezza della Sicilia sconosciuta, che ha almeno sette secoli di “grande storia in più” da raccontare rispetto a quella genericamente “Greca”, che conosciamo dai testi divulgativi. Quando nei libri scolastici si parla di questo contatto coloniale, “arrivo dei Greci”, questi reperti che raccontano di riti e culti molto ben studiati per esempio a Polizzello di Mussomeli (CL), si può ben dire che “erano già archeologia”. Fornisco riferimenti documentari che ci mettono in relazione diretta con importanti ambienti transmarini mediterranei: tempietto a tholos da Tell Mumbacat in Siria della tarda Età del Bronzo (Fig.1). Questo tipo di realizzazioni riproducevano architetture templari thòloidi vere che avevano l’apice forato con l’Oculus, per motivi sacrali collegati alla penetrazione della Luce a probabili date rituali. Una definizione suggestiva che può rendere bene l’idea della loro classificazione la ha data un importante studioso, John Boardman, nel cap. 3 del suo libro “Archeologia della nostalgia”: “Case degne di eroi”, con particolare riferimento al tempietto di Archanes, a Creta nei pressi di Cnosso (Fig. 2-3-4, datato 800 a.C.), del quale bisognerà primo o poi riparlare per smentire con prova archeologica certa l’ipotesi che il “foro” di sommità servisse da “imbocco in fossa per il granaio”. Rinvio gli interessati a leggersi bene la didascalia di Boardman che accompagna l’importante reperto (Fig. 3). E’ pertanto molto utile allora il confronto espositivo diretto con il tempietto da Polizzello (Fig. 5) all’Antiquarium di Mussomeli (CL). Parliamo della stessa “cosa”; con ogni evidenza molto importante.

Carmelo Montagna