Castelbuono, all’Associazione Spazioscena lo spettacolo teatrale “Le mille bolle blu”: storia di un amore omosessuale

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Giovedì 27 dicembre alle 21,15 presso la sala teatro di Spazioscena (Via Abruzzo, 10 – Castelbuono), l’associazione ospiterà lo spettacolo teatrale “Le mille bolle blu”, scritto dal giornalista del Giornale di Sicilia Salvatore Rizzo, diretto ed interpretato di Filippo Luna. 

Attore versatile e pluripremiato, Luna ha lavorato in ambito teatrale con registi del calibro di T.Salmon, G.Sepe, R.Guicciardini, P.Kerbradt, F.Scaldati, R.Andò; in ambito cinematografico è stato diretto da E. Crialese (Nuovomondo, Terraferma), Ficarra e Picone (La Matassa), Piazza e Grassadonia (Sicilian Ghost Story), S.Guzzanti (La Trattativa); sul piccolo schermo ha preso parte a “Il commissario Montalbano”, “Squadra antimafia Palermo – Oggi”, “Il commissario Maltese”. 
“Le mille bolle blu” è una storia d’amore omosessuale, clandestina, nata nella Palermo degli anni Sessanta che va avanti, parallela ad una vita cosiddetta “normale”, per trent’anni. Ha debuttato al Nuovo Montevergini del capoluogo siciliano e, dopo una serie di fortunate repliche, è stato ospitato da diversi teatri pubblici e privati in varie regioni italiane (dalla Lombardia al Veneto, all’Umbria) e in diversi festival (dalle Orestiadi di Gibellina a Taormina Arte). Per l’interpretazione di questo monologo, il protagonista, Filippo Luna, ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro 2010 per aver realizzato “una perfetta sintesi scenicoattoriale di emozione e disincanto”.
“Le mille bolle blu” racconta la storia di Nardino e Manuele, barbiere di borgata il primo, avvocato il secondo: si conoscono, giovanissimi, nel salone da barba dove Nardino fa l’apprendista sotto lo sguardo del padre e Manuele è figlio di un cliente facoltoso. E’ l’inizio degli anni Sessanta, quello, per l’appunto, in cui Mina impazza con “Le mille bolle blu”. Destinati a ruoli sociali e familiari prestabiliti (quelli di mariti irreprensibili e di padri premurosi) i due portano avanti per trent’anni una storia di sentimento e passione che si nutre anche della clandestinità in cui viene vissuta, che ne è linfa e tormento al tempo stesso. La morte di Manuele, per malattia, diventa il pretesto perché Nardino, nell’impossibilità di piangere apertamente l’uomo che ha amato e di gridare a tutti il proprio dolore, ripercorra alcune tappe di quei trent’anni, tra nostalgia e amarezza, rabbia e dolcezza. Un altare di ricordi che sancisce l’universalità di quel sentimento al di là di ogni barriera e di ogni preconcetto. Ingresso € 10 con tessera associativa E’ consigliata la prenotazione: Tel. 346 62 09 451 – [email protected].