Manifesto del gruppo consiliare “Campofelice Libera” pone alcuni interrogativi all’amministrazione Vasta

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Il gruppo consiliare Campofelice Libera con un manifesto affisso domenica nelle vie paesane, ha posto alcuni interrogativi e riflessioni sull’operato dell’amministrazione a 6 mesi dal rimpasto di giunta attuato dal sindaco Francesco Vasta. Il gruppo, formato da quattro consiglieri comunali, è nato il 18 settembre dello scorso anno con un documento in cui spiega il ruolo che avrebbe svolto nell’attività politica campofelicese, quello di “difensore di valori, di principi e di programmi su cui nel 2006 e nel 2011 confluirono molteplici e diverse esperienze politiche al solo fine di garantire una nuova, e più proficua, stagione politico–amministrativa” e ha dichiarato di avere come obiettivo quello di collaborare con l’amministrazione per l’attuazione delle linee programmatiche del programma della lista “Campofelice-Vasta sindaco”.

 Nel documento i quattro consiglieri prendono “atto di una serie di importanti traguardi” tra i quali il finanziamento del nuovo depuratore che dovrebbe risolvere l’annoso problema che la cittadina riscontra soprattutto nel periodo estivo, quando il depuratore attuale deve sopportare un’utenza più che triplicata, e il finanziamento dell’impianto sportivo polivalente di C.da Stretto. Ultimo in ordine di tempo, e avvenuto dopo la pubblicazione del manifesto, il finanziamento da quasi un milione e mezzo di euro per il consolidamento e il risanamento ambientale a valle di Via Belvedere. “Riteniamo – scrivono i quattro consiglieri – che il vero problema politico che si pone oggi alla nostra attenzione, non sia quello dell’aumento o delle diminuzioni delle indennità di carica degli Amministratori, (in riferimento ad un volantino affisso per le vie del paese e al quale il sindaco ha risposto con una lettera aperta a tutta la cittadinanza) bensì quello di capire se una discussione sulle stesse indennità di carica non sia un indice di un malcontento popolare sull’operato della nuova Amministrazione”. E continuano “non possiamo sottacere in merito a numerosi altri aspetti e programmi che, ad oggi, sembrano essere stati messi da parte”. Ed iniziano ad elencare alcune questioni ancora aperte. La prima questione posta è quella sulla situazione dei terreni ex AFEM per la quale denunciano il mancato rispetto degli accordi che il Consiglio Comunale, con l’approvazione del Protocollo d’Intesa poi sottoscritto dall’Amministrazione, aveva stipulato con la proprietà AFEM. I consiglieri di “Campofelice Libera” scrivono nel manifesto “Ci chiediamo perché nonostante i decreti degli Enti Competenti volti alla immediata bonifica di quel sito, così dannoso per la salute dei concittadini, non siano ancora partiti i lavori per la bonifica stessa. E perché la proprietà ex Afem non ha ancora dato il via a tutte quelle fasi preliminari per la realizzazione del complesso tematico (autodromo – albergo tematico – museo Aci della Targa Florio), quali, per esempio, la dismissione totale delle strutture esistenti in quell’area? Forse sono cambiati i programmi? Pensiamo proprio di no, atteso che un accordo in tal senso era stato siglato con l’approvazione del Consiglio Comunale nell’aprile 2011, con l’approvazione del massimo organo di rappresentanza della collettività”. La seconda riflessione si concentra sulla valorizzazione della Torre Roccella. Per il gruppo consiliare le iniziative intraprese fino ad oggi sono insufficienti per la mancanza di una linea programmatica sul monumento simbolo della cittadina che, dopo alterne vicende, è tornata di proprietà del comune: “Con riferimento alla Torre Roccella, ci chiediamo, a parte l’esposizione dei burattini ed il circuito delle Torri costiere di tutta la Sicilia, cosa si è fatto per valorizzare realmente la nostra Torre”. Non mancano poi da parte del gruppo consiliare le critiche sulla questione rifiuti, così come da altri gruppi e comitati cittadini. “Gli asini ci sembrano una soluzione forse folkloristica e null’altro, ma in tempi di tagli della spesa e di crisi economica, tutto si può fare, fuorché folklore – scrivono -. Quali benefici hanno portato?”. Spiegano che “l’eventuale risparmio” sui mezzi che giustifica l’operazione “andrebbe suddiviso fra tutti i Comuni soci dell’ATO. Mentre invece i costi degli asini vengono addebitati come servizio supplementare esclusivamente al Comune di Campofelice di Roccella”, così come i costi delle cooperative di cui fanno parte gli operatori. I “camioncini – rilevano i quattro consiglieri – continuano a passare per le vie di Campofelice, a dispetto del risparmio di costi per benzina e assicurazione dei mezzi”. Il documento si sofferma poi sulla questione lavoro. Il primo problema posto è quello del raddoppio ferroviario e dei lavoratori della Cefalù 20, società alla quale sono stati appaltati i lavori. I consiglieri si chiedono se “Resterà un’altra ferita aperta sul nostro territorio? Che fine faranno questi lavoratori? Perché l’amministrazione non pone in essere azioni forti contro la Cefalù 20 come quelle portate avanti con la Società che gestiva le “Madonie Golf Club”?” in riferimento al rallentamento dei lavori e alla messa in cassa integrazione dei lavoratori. Viene poi fatto riferimento alla situazione del lavoratori de “Le Madonie Golf” per la quale si chiede all’Amministrazione quali sono le azioni intraprese dopo la dichiarazione di fallimento della società. I consiglieri di Campofelice Libera ritengono di “avere il dovere, quali Consiglieri Comunali, di rivolgere a Voi, componenti della Nuova Amministrazione di questo Paese, alcuni tra gli interrogativi più ricorrenti tra le menti dei nostri concittadini che minano ogni giorno di più la credibilità nei confronti di una Amministrazione che, nata al di fuori della sovranità del responso elettorale, anche dal punto di vista della fattività, presenta numerosi deficit e lacune” e chiudono il documento con una richiesta forte. “Ci aspettavamo di più da questa nuova squadra di “tecnici” così asseritamente qualificata; noi non ci sentiamo Campioni della Politica ma, per amor di popolo, non fatelo nemmeno Voi e scendete da un piedistallo che si alza ogni giorno di più e vi allontana dai bisogni e dalle esigenze di un intero popolo”.

Dario Barà