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Campofelice di Roccella, ordinanza di custodia cautelare per furto e detenzione illecita di armi

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I Carabinieri della Compagnia di Cefalù, coadiuvati nelle fasi esecutive dai colleghi di Frascati, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un sessantenne, originario della provincia di Agrigento da anni residente a Roma e già noto alle forze dell’Ordine, ritenuto responsabile di furto in abitazione.

L’attività investigativa condotta dai militari della Stazione di Campofelice di Roccella e della Sezione Operativa della Compagnia di Cefalù, scaturisce dal furto che l’indagato avrebbe commesso a Campofelice di Roccella, nel dicembre 2023, accedendo con una scala a una finestra al primo piano di un edificio, dove avrebbe sottratto una cassaforte con all’interno 2 fucili da caccia e oltre 20.000 euro in contanti.

L’indagine dei Carabinieri, avviata nell’immediatezza dei fatti, ha consentito anche mediante un attento sopralluogo dell’area interessata dall’evento criminale, di acquisire importanti elementi suffragati dal successivo sviluppo investigativo. L’indagato, di fatto irreperibile dallo scorso luglio, è stato localizzato e tratto in arresto mentre si trovava in uno studio dentistico nel quartiere di Tor Bella Monaca a Roma, è stato poi tradotto presso il Carcere Capitolino “Regina Coeli” in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

Sessualità e salute: la filosofia taoista

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L’interesse della scienza occidentale, in particolare della medicina moderna, nei confronti della sessualità è piuttosto recente.

In realtà i testi antichi non mancano di descrizioni di disfunzioni sessuali cui tentavano di dare un’interpretazione eziopatogenetica; ma è solo verso la fine del diciannovesimo secolo che si è cominciato a studiare la sessualità dal punto di vista medico. Brown-Sequard, un pioniere nell’ambito dell’endocrinologia, nel 1887 aveva presentato una relazione, alla Società di biologia di Parigi, nella quale descriveva gli effetti benefici che un estratto acquoso di testicolo di cane poteva esercitare sulla funzione sessuale – effetti, peraltro, che egli aveva sperimentato direttamente su se stesso!

Questa ricerca può essere considerata il primo passo verso lo studio della sessualità sul piano organico.

Si devono poi certamente a uomini della statura di Havelock Ellis e Sigmund Freud le prime speculazioni e le prime ricerche scientifiche su tale argomento, nonché il tentativo in genere di ‘dare un senso’ al sesso, astraendolo da quel mare magnum di pressapochismo e pregiudizio nel quale sino ad allora era stato immerso.

Basti pensare che, nella sua Psychopatia sexualis, Kraft-Ebing, uno dei più autorevoli psichiatri dell’Ottocento, riteneva che la masturbazione femminile fosse una grave perversione; e Fliess, amico e maestro del padre della psicanalisi, era convinto che la si potesse e dovesse curare con una fantasiosa, quanto irresponsabile operazione al nasi delle povere pazienti isteriche.

Si può dire che, sino alla metà del Novecento, le conoscenze sul sesso, sulla sua natura e gli aspetti psicofisiologici, erano semplicemente relegati al luogo comune, alla tradizione o addirittura sentito dire. Poi, con i primi studi (il rapporto Kinsey e successivamente le ricerche di Masters e Johnson), il sipario si cominciò a levare sul misterioso palcoscenico del sesso, interessando numerose discipline scientifiche, dall’endocrinologia, all’etologia, alla psichiatria.

Eppure ancora oggi manca, in occidente, una vera scienza – o forse sarebbe più opportuno dire una vera cultura – della sessualità: anche la recente sessuologia sembra solo un’astrazione e una sintesi di nozioni sul sesso troppo arraffazzonate e diseguali per poter costituire un corpus di conoscenze omogeneo.

Non accade così in altre culture, dove lo studio attento della sessualità ha sempre costituito una parte integrante della medicina, ma soprattutto una parte integrante della vita individuale e sociale, per cui appare del tutto scontato e consequenziale che essa rivesta un grande interesse per la scienza medica.

D’altra parte, trattandosi in genere di medicine olistiche, unitarie, una corretta valutazione della sessualità fa parte del retroterra culturale di queste civiltà. Non deve perciò stupire che la medicina tradizionale e la filosofia cinese hanno suggerito, per secoli, un’immagine della sessualità decisamente differente da quella occidentale.

Fra mito e realtà

Si è molto a lungo favoleggiato sulle conoscenze e le tecniche sessuali dell’Estremo Oriente; probabilmente ciò è dovuto al fascino esotico che sempre esercita questa parte del mondo, rivelandosi particolarmente stimolante per l’immaginario dell’uomo occidentale medio. Se ancora non bastasse, bisogna ricordare il grande contributo dato dalla prima traduzione, a opera dell’eclettico Sir Richard Burton, in piena epoca vittoriana, del Kama Sutra, un testo religioso indiano.

Il libro contiene tutte le norme che il dio Prajapati diede agli uomini per regolare il ‘kama’, l’amore, ai fini del raggiungimento della perfezione spirituale. Inevitabilmente, la stragrande maggioranza degli occidentali lo lesse come un vero e proprio prontuario delle posizioni amorose.

Burton, peraltro, non risparmiò commenti insoliti e piccanti sui costumi sessuali cinesi (sostenendo fossero omnifuentes, che si accoppiavano cioè con tutto), sollecitando un’immagine decisamente insolita circa il modo di vivere la sessualità in quella parte del mondo. Così l’Estremo Oriente in genere – dall’India, alla Cina, al Nepal – ha finito per rappresentare una sorta di mito sessuale per l’uomo medio. Viceversa, ben pochi sono stati gli sforzi compiuti al fine di comprendere cosa si celasse dietro le favole e i vaneggiamenti erotici (ed esotici) degli occidentali.

Sta di fatto che, per quanto riguarda la Cina, esiste in realtà una ricca tradizione culturale medico-sessuologica. Si ha conoscenza di almeno otto trattati sull’argomento, risalenti alla prima dinastia Han (206 a.C. circa-220 d.C.), i quali non ci sono giunti intatti, e noti in genere come Fang-zhonq (dentro la camera da letto) e Fanq-Zhong-shu (arte della camera da letto).

Quello che ci interessa, in questa sede, è discutere brevemente di quella che potremmo chiamare la ‘filosofia sessuale’ della cultura cinese tradizionale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la salute sessuale come  “l’integrazione degli aspetti somatici, affettivi, intellettuali e sociali dell’essere sessuato, in modo da pervenire a un arricchimento della personalità umana, della comunicazione e dell’amore”. Ed è proprio questa la chiave di lettura con la quale osservare, nel suo insieme, la cultura sessuale cinese, e mettere a confronto i due diversi modelli.

Una lotta contro il tempo

Per comprendere senza equivoci il senso della sessuologia tradizionale cinese, bisogna studiare la filosofia che in qualche modo ne rappresenta l’anima: il taoismo. Movimento di pensiero sulle cui origini storiche gli studiosi si sono ripetutamente interrogati, senza trovare risposte unanimi, esso ha una prima codificazione nel Tao Te Ching di Lao Tzu, risalente al VI secolo a.C. circa. Tradotto e interpretato in un numero incalcolabile di versioni, il Tao Te Ching detta le norme fondamentali di una filosofia che riportiamo con le belle parole di Jolan Chang:

“…Alla base della filosofia taoista c’è la credenza che l’energia e il momentum sono le fonti di tutta la vita. Nello schema universale delle cose noi esseri umani siamo piccole creature insignificanti e vulnerabili. A meno che non siamo in armonia con quelle fonti – la forza infinita della natura – non possiamo sperare di durare a lungo… Il Tao è la forza infinita della natura. La filosofia del Tao è il durare”.

In questa lotta contro il tempo – una lotta parsimoniosa, comunque, e sempre armonica – la sessualità aveva una funzione importantissima. Non a caso uno degli aspetti principali della filosofia taoista è il raggiungimento della longevità, e la storia dell’antica Cina è disseminata di esempi di imperatori che ne andavano alla ricerca. Le pratiche sessuali taoiste vanno inserite in tale contesto. Nell’antica medicina taoista si pensava che l’uomo potesse vivere centoventi anni e più, ma per raggiungere questo scopo (la longevità del cielo) bisognava seguire alcune e precise norme. Anzitutto difendersi dalle aggressioni esterne (caldo e freddo, per esempio), quindi da quelle interne (sentimenti eccessivi o inadeguati, alimentazione scorretta), infine era necessario rinvigorire la propria essenza vitale. L’uomo, o la donna, doveva nutrire lo spirito con la meditazione e la contemplazione, il proprio soffio vitale con una corretta respirazione, il corpo con alimenti e piante toniche, e infine nutrire l’essenza vitale con i cosiddetti esercizi della camera gialla, in altre parole: praticare il sesso secondo i criteri del Tao (la camera gialla era quella del mitico Huant.ti, il leggendario imperatore autore del testo forse più celebre dell’antica medicina cinese). È per questa ragione che la medicina taoista considerava l’atto sessuale come uno dei fattori più importanti per il mantenimento della salute psicofisica e spirituale, così come l’alimentazione, l’esercizio fisico o la meditazione.

Un modello olistico

Ovviamente, queste convinzioni si basavano su alcuni concetti teorici fondamentali della medicina tradizionale, che soli consentono una corretta interpretazione della sessualità, e che ci limiteremo appena ad accennare, data la complessità della teoria medico-filosofica cinese.

Ci rifaremo ai concetti di yin e di yang, la dottrina dell’opposizione delle forze cosmiche. Tale opposizione permea tutti gli aspetti della natura e del mondo, e domina quindi anche la sessualità. Da questo punto di vista lo yang può essere identificato con il seme, e con l’essenza seminale (jing). L’eiaculazione porta ad una perdita di jing e a una diminuzione dello yang. L’ideale sarebbe allora di avere rapporti senza eiaculare, non solo per conservare lo yang, ma anche per assorbire lo yin della donna, che ha una funzione fortificante. D’altra parte anche alla donna i canoni taoisti suggerivano di non raggiungere l’orgasmo, per conservare il proprio yin e accumulare lo yang dell’uomo.

L’astinenza non è invece consigliabile perché non accresce lo yang, e conduce alla morte. Da qui il consiglio di avere una vita sessuale molto attiva, ma con poche eiaculazioni. Questa pratica – nota in occidente come coiutus reservatus è la parte della tradizione sessuale cinese sicuramente più nota.

Ma il senso del discorso sessuale taoista non può certamente esaurirsi in così poco. Ha, al contrario, una dimensione ben più profonda, che lo connota come atto relazionale, come ricerca del piacere, dove non esiste repressione e senso di colpa, in cui l’aspetto fisico, psicologico e affettivo si integrano, in una visione olistica che non trova riscontro in occidente – e, tutto sommato, nemmeno in epoca moderna. La via che la sessuologia taoista indica è una via che conduce all’armonia, alla conciliazione degli opposti; un modello fusionale e universale dell’amore. Per citare ancora Chang: “Secondo il taoismo… non può esservi soluzione ai problemi del mondo senza un sano approccio all’amore e al sesso… senza l’armonia di Yin e Yang, fontana della vita e della gioia, non restano che morte e distruzione”.

Occidente e Oriente a confronto

Ben lungi dall’essere una serie di pratiche più o meno strane, la sessualità taoista poggia su un modello relazionale estremamente ricco e complesso.

E di sicuro la storia sembra dare ragione a questa visione. Scrive H.R. van Gulik, sinologo e fra i massimi studiosi della sessuologia tradizionale cinese: «Con ogni probabilità è stato grazie a questo atteggiamento mentale (considerare l’atto sessuale come parte dell’ordine della natura… mai associato con un senso di peccato o di colpa morale), unito alla quasi completa mancanza di repressione, che la vita sessuale degli antichi cinesi è stata, nel suo insieme, notevolmente sana, libera dalle aberrazioni e anormalità patologiche che troviamo in tante grandi culture antiche ».

Non solo. La stessa moderna cultura occidentale, come accennavamo in apertura, ha cominciato a occuparsi del sesso solo di recente; e se da un lato se ne è appropriato per farne oggetto di studio, dall’altro lo ha ancora più colpevolizzato e confinato nella medicalizzazione. La psichiatria ha avuto un bel da fare a catalogare una serie di aberrazioni, perversioni, devianze, che non trovano riscontro nell’antica cultura cinese, tranne, secondo l’autorevole parere di Needham, il feticismo e l’abitudine di bendare i piedi, “sconosciuta prima del X secolo e oggi totalmente scomparsa”.

Diverso è anche l’atteggiamento nei confronti della pornografia, totalmente ignorata nel senso occidentale del termine. L’immagine erotica veniva anzi utilizzata come strumento ‘pedagogico’ per le giovani coppie. Un esempio poetico di questa usanza ci viene offerto dal romanzo Il tappeto da preghiera di carne, di Li Tu, un poeta e drammaturgo cinese vissuto durante la dinastia Ming, contemporaneo di Shakespeare.

Il libro racconta la storia del rapporto di coppia di un giovane studioso, Wie-yang-sheng, e della giovane Yu-Hsiang. La giovane è stata educata con estrema severità di costumi e quindi rivela una eccessiva ‘pruderie’. Per educarla all’arte dell’amore, il marito compra un costoso album erotico, per sfogliarlo assieme alla moglie, e grazie a questa strategia la giovane Yu-hsiang riceve la propria educazione sessuale.

Una filosofia sostanzialmente fatta di accettazione e libera, quindi una visione della sessualità come dono, in un costante tentativo di riequilibrare gli opposti: questa la visione taoista del sesso. Riguardo alle pratiche specifiche, bisogna anche qui considerare quali effetti reali abbiano avuto.

“Le teorie taoiste dell’amore – scrive Gulik – hanno costituito in tutte le epoche il principio fondamentale dei rapporti sessuali cinesi, con la curiosa conclusione che per oltre duemila anni il coitus reservatus deve essere stato ampiamente praticato in Cina, senza che ciò incidesse negativamente, a quanto pare, sulla procreazione o sulla salute generale della razza.”

Per rendersi conto delle differenze culturali, basti pensare che persino Freud – sicuramente un pioniere indomito nel richiamare l’attenzione sull’importanza della sessualità – riteneva che il coitus reservatus fosse una pratica pericolosa che esponeva l’uomo o la donna al rischio di nevrosi d’angoscia.

Si tratta certamente di un’ulteriore testimonianza di due modi diversi di considerare la sessualità. D’altra parte lo stesso Freud riteneva che fosse la civiltà, con la repressione degli istinti sessuali, a produrre le manifestazioni del nervosismo moderno; intuendo qualcosa che era già ampiamente noto, in tutt’altra epoca, ai medici taoisti.

Forse, ancora una volta, la medicina tradizionale, e la filosofia che la sottende, può mostrarci modi diversi di valutare la realtà e di costruire un nuovo modello del mondo.

Giovanni Iannuzzo

Alcol e giovani, un convegno a Collesano

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L’alcol, con il tabacco, è la sostanza psicoattiva più utilizzata in Italia ed in Europa. Circa il 10 per centro della popolazione mondiale ha un problema correlato all’uso di alcol. Dai dati dell’Istituto superiore di sanità emerge che in Italia 8 milioni di persone hanno consumato alcolici in modo

rischioso e circa 800.000 presentano un consumo dannoso. Ragazze e ragazzi che iniziano ad utilizzare alcol, tabacco e droghe a 13 anni hanno il 43 per cento di probabilità in più di diventare tossicodipendenti di una persona che inizia dopo i 20 anni.

Partendo da questi dati partirà il convegno del 19 settembre alle 8,30 nei locali comunali in vicolo Castello a Collesano, intitolato “I rischi correlati all’uso di Alcol: per una prevenzione efficace e innovativa nel mondo giovanile”.

L’appuntamento si pone l’obiettivo di promuovere l’importanza dell’informazione e della prevenzione nel mondo giovanile, che rappresenta un target estremamente vulnerabile ai rischi legati al consumo di bevande alcoliche. Rischi spesso assunti inconsapevolmente e sempre più frequentemente influenzati dalle pressioni sociali, mediatiche, pubblicitarie, familiari.

Interverranno, tra gli altri: la sindaca di Collesano Tiziana Cascio, il dirigente generale Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico dell’assessorato della Salute Salvatore Requirez, il dirigente Servizio 5 “Promozione della Salute” Dasoe ((Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico) dell’Assessorato della Salute Francesco Grasso Leanza, il direttore Distretto Sanitario numero 33 di Cefalù, Asp Palermo Amedeo Casiglia, il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Collesano Sergio Picciurro, la direttrice U0c9 Dsm Dipendenze Patologiche Npia (Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) Asp Palermo Francesca Picone, il direttore Uoc (Unità Operativa Complessa) Dipendenze Patologiche Asp Palermo Giampaolo Spinnato, il Responsabile Uos Serd (Servizi per le Dipendenze patologiche) Area 2 Asp Palermo Gaetano Pitti.

Il convegno è organizzato da Assessorato della Salute Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico – Servizio 5 Promozione della Salute. La segreteria organizzativa è di Borzì viaggi.

L’evento ha ottenuto il patrocinio gratuito da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo.

Viaggi di Gusto 2024: le eccellenze della Sicilia “di mezzo” allo Stand Florio

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Ultima tappa per i gastronauti di  “Viaggi di Gusto 2024”, allo Stand Florio in via Messina Marine, 40 a Palermo, giovedì 19 settembre alle 20,30, con le eccellenze della Sicilia “di mezzo”, la provincia dei Castelli di Caltanissetta  e dintorni con ben tre presidi Slow Food presenti alla serata. Ambasciatori del territorio, i vini bio di Masseria del Feudo della famiglia Cucurullo, in contrada Grottarossa, nell’antico feudo di Principi Branciforte. Giunta alla quarta generazione con Carolina e Francesco, l’azienda che negli anni ha diversificato la sua produzione, oggi produce in 15 ettari vitati in bio, a circa 500 metri in collina, otto etichette che esaltano i vitigni autoctoni con Grillo, Nero D’ Avola, Syrah, Nerello Mascalese e Frappato. In degustazione, il “Sely” rosato di Nero D’Avola, metodo ancestrale, il “Voce di Lago” Grillo 100%, con la sua freschezza e mineralità e il Via Rossa, Nero D’Avola in purezza dal gusto vellutato. Carolina Cucurullo condurrà gli ospiti in un viaggio affascinante alla scoperta della storia della sua azienda di famiglia in una terra in cui l’innovazione ha dato sostegno alla tradizione.

Guest star della serata, i ragazzi di “N’Arancina Speciale ” della cooperativa sociale Etnos, presieduta da Fabio Ruvolo, che rappresenterà l’Italia al primo G7 sulla disabilità che si terrà ad ottobre in Umbria. Con i ragazzi “speciali”, l’arancina è simbolo tangibile d’inclusione in cui tutti possono trovare il proprio posto nel mondo, ciascuno con le proprie abilità, dalla produzione alla vendita, il laboratorio di via Rosso di San Secondo a Caltanissetta, è fucina di speranza. Realizzate esclusivamente con prodotti tipici del territorio siciliano, l’arancina diventa sì ambasciatrice della Sicilia ma soprattutto esempio  di buone pratiche contro l’isolamento.

Da Caltanissetta a Licata nella provincia di Agrigento, protagonista  dello show cooking  dello chef resident Gaetano La Mantia, la pasta a forma di Sicilia di Tony Rocchetta, Custode Ufficiale della Chiattulidda, una delle varietà autoctone di grano oggi iscritta al Registro Nazionale dei semi di conservazione. Founder di “Quintessenza”, nel suo agriteatro didattico fa “mettere le mani in pasta” a grandi e piccini, legando memoria e futuro per la biodiversità.

Il primo piatto creato live, si arricchirà delle specialità di Marcello Maira che nella sua azienda “Maira Bio” tramanda la passione per la terra, valorizzando le colture locali, la filiera corta e la genuinità di prodotti freschi senza l’utilizzo di sostanze chimiche. Imperdibili, il succo di melograno, la crema di melenzane ed il sugo di pomodoro seccagno senza aggiunta di zuccheri. Curiosità: i suoi uliveti di circa 600 anni, Presidio Slow Food Olivi Secolari.

Dal castello di Mussomeli a quello di Falconara, dal Castello  Svevo di Gela al Cannuni di Mazzarino, “Viaggi di gusto” fa tappa nelle colline di Serradifalco con gli oli evo, blend e monovarietali, di Arkè della famiglia Diliberto. Daniela e Salvatore insieme ai cugini Sabrina e Salvatore, sono la terza generazione di una famiglia che ha nell’amore e nella cura del prodotto principe della Dieta Mediterranea, la sua mission. Dal campo alla trasformazione sino al confezionamento, chiudono l’intera filiera produttiva organizzando anche corsi di degustazioni dell’olio e visite nell’oleificio per gli appassionati di olioturismo. La new generation di Arkè fa scelte green con  macchinari all’avanguardia per il  risparmio idrico ed energetico con anche, tra l’altro, il riutilizzo dei noccioli come combustibile. Da mangiare anche con gli occhi il territorio di Caltanissetta per la bellezza incontaminata delle sue sette Riserve naturali, per escursioni outdoor  presentate da Irene Bonanno, esperta guida turistica e naturalistica. Il racconto di Stefania Falzone dell’agriturismo “Terra delle antiche solfare”, tra San Cataldo e Serradifalco, nell’area delle ex miniere di zolfo Apaforte-Stincone con reperti dell’attività mineraria solfifera, intreccia il passato recente del polo industriale minerario con le storie sofferte dei carusi,

Tra degustazioni e gastrostorie, Viaggi di gusto fa tappa nell’azienda agricola biologica di Luca Cammarata che, lasciato il posto all’Asp di Caltanissetta decide nel 2000 di seguire la sua passione per la zooctenia. Custode della capra  girgentana dalle caratteristiche corna, a rischio di estinzione, abbraccia i  principi di imprenditoria etica e il metodo biologico. Le capre di Luca e Aldina Cammarata si nutrono esclusivamente nei 60 ettari di pascolo aziendale certificati biologici, garantendo così tracciabilità del prodotto realizzato con latte crudo non pastorizzato.Un alimento vivo da cui  Luca ricava diverse qualità di formaggio caprino, come formaggi freschi, semistagionato e stagionati in crosta fiorita e la tradizionale ricotta di capra dal gusto  genuino e inimitabile.

Protagonista, “l’oro rosso” di Sicilia dell’azienda Arkania di Lugi Baldi. Da Marianopoli all’Oscar Green Sicilia, era il 2022 quando Luigi Baldi si fa notare per lo zafferano che coltiva nella sua azienda nella “terra di mezzo” , tra i territori degli arcani e dei sicani. Il suo zafferano così prezioso, appena un fazzoletto di 1 ettaro per raccoglierne, a mano, 2 kg e mezzo, lo esporta in Germania, a New York, in Irlanda, conquistando le cucine degli chef stellati. Ha creato una filiera con piccole realtà agricole siciliane e da qui  nascono produzioni gourmet di marmellate di arance o di limoni,  di miele ed ancora di pesti di carciofi o di zucchine con lo zafferano. Scrigno di gusto, “Arkania” è nel circuito di Le Vie dei Tesori.

Immancabile il dolce iconico di Caltanissetta: croccante e friabile, dolce e goloso senza essere stucchevole, sua maestà, il torrone nisseno, Presidio Slow Food. Con il maestro artigiano, il  “torronaro” Davide Scancarello di “Tentazioni e sapori”, presidente dell’Associazione produttori del torrone nisseno, si punta al riconoscimento dell’IGP per saldare il legame identitario con il territorio. Tre soli ingredienti, miele di ape nera sicula, mandorle e pistacchi di Sicilia ed un procedimento lungo e complicato con oltre otto ore di lavorazione, a fuoco molto basso, oggi come oltre un secolo fa, per un’eccellenza conosciuta in tutto il mondo. La colonna sonora della serata è affidata alla splendida voce di Laura Vassallo accompagnata dalla chitarra di Emilio Garofalo. Costo della degustazione: 18 euro. Prenotazioni: sito dello Stand Florio: www.standflorio/appuntamenti-calendario-eventi. Su whatsapp 3515702022 – 3316839173. Via email [email protected].

Termini Imerese, undicesima edizione del Premio Nazionale di Poesia Himera promosso da Termini d’Arte

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Si è svolta a Termini Imerese l’undicesima edizione del Premio Nazionale di Poesia Himera, organizzato dall’Associazione Culturale Termini d’Arte. L’evento, condotto dalla presidente dell’associazione Rita Elia, ha celebrato la bellezza della poesia e della cultura, con una particolare attenzione alla Sicilia, alla sua archeologia e ai beni culturali e ambientali.

La cerimonia, ospitata nella suggestiva cornice della Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, ha visto la partecipazione di numerosi poeti e personalità della cultura, accomunati dal desiderio di promuovere e valorizzare l’arte poetica.

La premiazione ha visto trionfare artisti provenienti da tutta Italia, selezionati da due commissioni di giuria. La Sezione Speciale Himera, dedicata all’archeologia e ai beni culturali siciliani, è stata presieduta dall’archeologo Nunzio Allegro, e da Fortunata Flora Rizzo e Manuela Sinatra. Tra i premiati, una segnalazione di merito è andata a Rolando Perri di Cosenza per il libro “Un francese sotto il cielo di Thrinakìa”, mentre una menzione d’onore è stata conferita a Maria Teresa Ardizzone di Palermo per “Palermo coi miei occhi”.

La sezione dedicata alla poesia in lingua italiana, presieduta dall’antropologo Ignazio Buttitta e composta da Giuseppe Bagnasco, Francesco Federico, Teresa Riccobono e Lucia Lo Bianco, ha visto la seguente classifica:

– 1° classificato: Vittorio Di Ruocco di Pontecagnano Faiano (SA) con la poesia “Anima mia raggiungimi in silenzio”.

– 2° classificato: Salvatore Alaimo di Campobello di Licata per “Il vento del deserto”.

– 3° classificato: Stefano Baldinu di San Pietro in Casale (BO) con “Fra il grido e l’infinito”.

Il Premio Giuria è stato assegnato ad Angelo Abbate di Bagheria per la poesia “I vecchi e il cielo”. Le menzioni d’onore sono andate a Salvatore Ferla, Luisa Di Francesco, Garito Vincenza Veronica, Jana Carcara e Nunzia Calà.

Per la poesia in lingua siciliana e nei vernacoli d’Italia, i vincitori sono stati:

– 1° classificato: Marcello Lo Iacono di Siracusa con “Ciauru anticu”.

– 2° classificato: Dorotea Matranga di Bagheria per “Lu misteri di la matri”.

– 3° classificato: Francesca Picciurro di Palermo con “Moriri jennu a travagghiari”.

Una menzione d’onore è stata assegnata a Bernardo Carollo di Castellammare del Golfo per “L’urtimi culura”.

Nella sezione dedicata alla raccolta di poesia edita in lingua italiana, Patrizia Amalfi di Carini ha ottenuto il primo premio con la raccolta “L’amore capovolto”. Il secondo premio ex aequo è andato a Pietro Manzella con “Spes” e Angelo Guarnieri con “Attimi”, mentre il terzo posto è stato assegnato a Sandra Vita Guddo per “Amo il chiaroscuro”. Anche Vittorio Di Ruocco ha ricevuto il Premio Giuria per la raccolta “La danza delle anime”, e le menzioni d’onore sono state conferite a Marilina Giaquinta per “Addimora”.

L’evento è stato arricchito da un momento di grande emozione: la consegna del Premio alla Cultura all’artista Salvo Piparo. Piparo, noto per la sua attività teatrale e per il suo impegno nella valorizzazione della tradizione culturale siciliana, che ha saputo incantare il pubblico con la sua energia e passione.

Le poesie vincitrici sono state interpretate magistralmente da Nicasio Catanese.

Questa edizione del Premio Himera si è rivelata anche una opportunità per celebrare non solo la poesia, ma anche la memoria di Giuseppe Catanzaro, figura di spicco della cultura termitana, il cui ricordo è stato onorato, alla presenza dei suoi familiari, con profondi gesti di stima e affetto da parte di tutti i partecipanti.

La manifestazione si è conclusa in un clima di grande soddisfazione e partecipazione, grazie soprattutto alla dedizione e alla visione della presidente dell’Associazione Culturale Termini d’Arte, Rita Elia che con straordinaria cura e passione ha saputo orchestrare un evento che non solo celebra l’arte poetica, ma diviene anche un omaggio alla cultura, alle tradizioni e alla memoria collettiva. Il Premio Himera, sotto la sua guida, si conferma un appuntamento di eccellenza, capace di unire sensibilità artistiche e valorizzare il patrimonio culturale siciliano.

Salvina Cimino

Foto: Franco Antonio Loiacono

A Gangi avviato corso di alfabetizzazione per stranieri, firmata convenzione tra il CPIA, Comune di Gangi e istituto comprensivo Francesco Paolo Polizzano

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Avviato a Gangi corso di alfabetizzazione per stranieri, firmata convenzione tra il CPIA (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti), Comune di Gangi e istituto comprensivo Francesco Paolo Polizzano.Già 21 gli studenti che frequentano le lezioni.

Una necessità quella dell’attivazione dei corsi dall’arrivo nel comune madonita di diversi giovani argentini che hanno preso la residenza per acquisire la cittadinanza italiana. Si tratta di ragazzi discendenti di avi italiani, molti di origine gangitana. Ad organizzare i corsi è il CPIA Palermo 2 che ha sede amministrativa a Termini Imerese.

Il Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti è una tipologia di istituzione scolastica autonoma dotata di un proprio organico e di uno assetto didattico/organizzativo focalizzato sull’apprendimento permanente. La didattica prevede percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana finalizzato al rilascio dell’attestazione di conoscenza della lingua italiana, con la possibilità del conseguimento del titolo conclusivo del I ciclo di Istruzione (ex licenza Media) ma anche un secondo percorso didattico per l’assolvimento dell’obbligo formativo e finalizzato al rilascio di certificazioni delle competenze legate al pieno esercizio della cittadinanza attiva.

Sono 21 i ragazzi già frequentanti il corso – ha detto il sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello – a questi giovani stranieri vogliamo offrire la possibilità di imparare la lingua italiana e facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro. Si tratta di giovani con un livello di istruzione elevato. Abbiamo avuto, e per questo lo ringrazio, la disponibilità del preside dell’istituto comprensivo “Polizzano”, il professor Francesco Serio, che ci ha concesso i locali della scuola elementare del plesso di San Paolo. Questi corsi sono anche un’importante momento di socializzazione e potranno essere seguiti anche da cittadini italiani che ne hanno necessità. Ringrazio per l’impegno e la collaborazione nell’aver raggiunto questo obiettivo la presidente del consiglio comunale Concetta Quattrocchi e l’assessore alla pubblica istruzione Roberto Franco e ancora per la disponibilità il dirigente del Cpia Fabio Pipitò”.

La presidente del consiglio comunale Concetta Quattrocchi e l’assessore alla pubblica istruzione Roberto Franco dichiarano: “Questo percorso formativo proposto permetterà di raggiungere e sviluppare non solo le competenze linguistiche di base utili nel quotidiano, ma anche quelle culturali e sociali che sono patrimonio irrinunciabile di ciascun individuo e che consentiranno di raggiungere il proprio benessere personale. Sarà, sicuramente, un forte momento arricchente che rafforzerà ulteriormente i legami tra i nostri ospiti e la comunità gangitana”.

Il seminarista caccamese Giuseppe Giovanni Randazzo sarà ordinato diacono ad ottobre 2024

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La Chiesa di Palermo gioisce per l’arrivo di nuovi 4 diaconi, tra questi il caccamese Giuseppe Giovanni Randazzo.

Il futuro diacono Giuseppe Giovanni Randazzo con lo zio Don Francesco Nicasio Cassata

Dopo gli studi alla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” di Palermo e presso lo Studio Teologico di Catania, Randazzo verrà ordinato Diacono il prossimo 19 ottobre 2024 alle ore 10:00 presso la Cattedrale di Palermo. A darne notizia è la pagina ufficiale del Seminario Arcivescovile di Palermo, insieme a Giuseppe Randazzo saranno ordinati diaconi: Francesco Causa, Giovanni Russo e Salvatore Pio Greco.

A presiedere la celebrazione sarà l’arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice.

A Giuseppe Giovanni Randazzo vanno gli auguri della redazione di Esperonews: Ad multos annos!

A Geraci Siculo, inaugurata la piscina all’interno della Comunità San Pio

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Una piscina esterna, con copertura e spogliatoi a più di mille metri sul livello del mare è stata inaugurata ieri pomeriggio a Geraci Siculo in presenza dell’assessore regionale alla Famiglia e alle Politiche Sociali Nuccia Albano, del deputato regionale Marco Intravaia e delle autorità civili e militari. A fare gli onori di casa il sindaco Luigi Iuppa che ha ripercorso le tappe, decisamente veloci, che hanno portato alla progettazione, realizzazione e consegna dell’opera.

“La storia di questa piscina inizia alla fine del 2022, quando abbiamo partecipato a un bando del Pnrr che prevede il potenziamento delle strutture sociali – ricorda Iuppa. – Abbiamo pensato a una piscina accanto a questo centro che ospita dei ragazzi con deficit cognitivo e con disagio psichico, ma che è anche una struttura residenziale per minorenni e giovani adulti riconosciuta dal Ministero di Giustizia. L’intenzione è quella di metterla anche al servizio dell’intera cittadinanza, per rafforzare quel percorso di integrazione che grazie alla collaborazione fra Comune e Comunità di San Pio, da anni è in corso nel nostro territorio.”

“È difficile vedere altrove una piscina esterna a 1.077 metri di altezza sul livello del mare – prosegue Iuppa – ma l’opera è stata concepita e realizzata, vorrei sottolineare in tempi da record, con le più moderne tecnologie di costruzione. È del tutto automatizzata, con il riuso dell’acqua e dei pannelli solari che ci permettono anche di pensare al risparmio energetico. Un grazie a tutti coloro che hanno partecipato a questo percorso, dalla Regione Siciliana, ai nostri uffici comunali, ai progettisti e all’impresa che ha realizzato i lavori”.

“Un esempio di buon governo – afferma Nuccia Albano, assessore regionale alla Famiglia e alle Politiche Sociali. –  Il nostro assessorato sarà al fianco del Comune per promuovere e supportare questa realtà che servirà per i soggetti disabili, persone più sfortunate di noi e per cercare di dare a questa comunità più servizi possibili per permettergli una vita dignitosa”.

“Un doveroso segnale di ulteriore attenzione per questo territorio da parte delle istituzioni – afferma il deputato regionale Marco Intravaia. – Oggi abbiamo inaugurato una importante infrastruttura sportiva e questa è una giornata particolarmente bella ed emozionante perché lo facciamo all’interno di una comunità che ospita ragazzi meno fortunati di noi, ma che si apre a tutti i ragazzi del paese. Questo favorisce un veloce re-inserimento nella società di questi giovani. Permettetemi di fare i complimenti al sindaco Iuppa e alla sua amministrazione comunale per aver raggiunto un altro importante obiettivo”.

 “Un’opera che mancava nella nostra struttura sia per la forma riabilitativa che per quella sportiva. – afferma Pino Corradino, presidente cooperativa Primavera che gestisce la Comunità San Pio. “Ospitiamo circa 60 ragazzi con disabilità o disagi psichici, ma anche alcuni altri ragazzi che arrivano per trascorrere qui il periodo assegnato in esecuzione penale esterna. Si tratta di ragazzi minorenni che hanno commesso dei reati a cui, però, il Codice penale dà la possibilità di reintegrarsi nella società attraverso dei percorsi socio-riabiltativi.”

“Ringrazio i numerosi imprenditori madoniti che stano sostenendo queste iniziative e che permettono di far lavorare questi giovani nelle loro imprese – conclude Corradino. –  Questi giovani, così, avranno maggiori possibilità di potersi inserire nuovamente nella società. In fondo lo scopo del nostro ordinamento e di strutture come la nostra è esattamente questo”.

Parco delle Madonie e Facoltà di Architettura di Palermo: una convenzione per il recupero dei centri urbani e degli insediamenti

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L’Ente Parco delle Madonie e il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo hanno avviato una collaborazione scientifica e di ricerca nell’ambito del recupero e della valorizzazione del patrimonio architettonico e urbano, con particolare attenzione alla fruizione, alla partecipazione, alla sostenibilità ecologica ed energetica ed al benessere dell’uomo per una rigenerazione sostenibile degli insediamenti. Nella collaborazione è già coinvolto un gruppo di docenti di varie discipline pertinenti cui potranno aggiungersene altri, dello stesso Dipartimento, secondo le necessità tematiche che si andranno prospettando.
Il Dipartimento realizzerà attività didattiche, di ricerca e di terza missione, anche mediante il coinvolgimento di studenti e laureandi, nell’ambito del recupero dei centri urbani e degli insediamenti.

Precise azioni di sviluppo saranno basate sul riconoscimento dei valori del patrimonio architettonico e urbano, sulle politiche di partecipazione delle comunità e per la rigenerazione sostenibile dei centri urbani.
“Con un approccio interdisciplinare – spiega il commissario dell’Ente Parco, Salvatore Caltagirone si valuteranno i sistemi urbani con riferimento al recupero e al restauro di edifici e spazi urbani, all’accessibilità e all’inclusione sociale, all’uso circolare e alla produzione delle risorse quali acqua, energia, rifiuti. Essere Geopark Unesco ed essere anche Parco delle Madonie significa stimolare l’analisi e lo studio del territorio e dei suoi centri urbani, che sono in ultima istanza i contenitori umani del sistema Madonie, un luogo di arte, storia e tradizioni, di cui l’architettura è piena espressione”.

L’Ente Parco contribuirà alla realizzazione delle attività attraverso la condivisione di ogni documentazione di cui è in possesso e partecipando alle interlocuzioni necessarie ad un pieno svolgimento delle attività, con la collaborazione delle proprie risorse umane e tecniche.
L’Ente Parco si impegnerà ad agevolare i rapporti con i comuni, gli enti e le associazioni del territorio di propria competenza che siano attori di specifici processi di studio e di proposta.

L’Ente Parco potrà ospitare studenti dei Corsi di Studio e dei Dottorati attivati dal Dipartimento con temi per occasioni di tesi di laurea e di dottorato nell’ambito della convenzione. Il Dipartimento collaborerà alla individuazione di programmi e bandi di interesse comune tra le parti che possano finanziare l’attuazione di studi e ricerche, dei progetti e degli interventi e coadiuverà l’Ente Parco per la redazione delle candidature ai finanziamenti.
Ente Parco e DARC infine potranno concordare l’organizzazione di eventi, manifestazioni socio-culturali, didattiche e scientifiche e valutare l’istituzione di concorsi finalizzati all’incentivazione degli studenti attraverso il conferimento di premi e/o borse di studio.

Sicurezza e morti sul lavoro: assemblea pubblica a Campofelice di Roccella

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“Si può ancora morire di lavoro?” è il titolo di un’assemblea pubblica in programma oggi venerdì 13 settembre a partire dalle 17.30 a Campofelice di Roccella. L’iniziativa è stata fortemente voluta dall’Unione dei Giovani di Sinistra (Ugs) – organizzazione giovanile di Sinistra Italiana – assieme a Cgil e Fillea Cgil di Palermo.

In un anno drammatico per le morti sul lavoro nel palermitano – con le cinque vittime nella strage di Casteldaccia – a Campofelice di Roccella hanno perso la vita due operai edili. A febbraio Mario Cirincione, 50 anni, è stato travolto da un muro nel cantiere in cui lavorava. A giugno Giovanni Terrana, 64 anni, è caduto da un ponteggio. Due vittime in pochi mesi che si aggiungono alla lunga lista di caduti sul lavoro in Sicilia e nel resto del Paese.

Nel mese di luglio scorso Sinistra Italiana ha presentato alla Camera un’interrogazione parlamentare, a firma del deputato Francesco Mari e ancora senza risposta, indirizzata al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali sulla morte di Mario Cirincione.

“Occorre una riflessione – scrivono i promotori – su un sistema inefficiente di regole e controlli, sulle tutele dei lavoratori e le condizioni in cui operano ogni giorno, sulla formazione per la sicurezza e le responsabilità, sugli strumenti normativi e le azioni necessarie per fermare una strage continua”.

Di questo si parlerà nel corso della tavola rotonda promossa da Ugs e Cgil. Il luogo scelto ha un alto valore simbolico per la comunità di Campofelice di Roccella: a piazza Caduti sul Lavoro è collocato un cippo commemorativo che ricorda i tre operai morti nel 1982 in un gravissimo incidente all’Acciaieria Afem.

All’assemblea pubblica del 13 settembre parteciperanno il segretario regionale di Sinistra Italiana Pierpaolo Montalto; il segretario provinciale Cgil Francesco Piastra; il segretario provinciale Fillea Piero Ceraulo; Eduardo Costaiola (Spresal Palermo); Riccardo Marotta (Rlst Asso Palermo) e i militanti di Ugs Salvatore Alessandro Ficano e Maria Grazia Li Volsi. Modera l’incontro il giornalista Marcello Longo.