Un incendio è scoppiato in serata in Contrada Cortevecchia a Termini Imerese. Visibile da decine e decine di chilometri sta interessando una vasta area del monte San Calogero. Per diverse ore la strada statale 113 è rimasta chiusa al traffico per motivi di sicurezza. Sul luogo le squadre dei Vigili del Fuoco, la Forestale e la Protezione civile. La mala razza dei piromani ha colpito ancora: nessun dubbio infatti sulla natura dolosa dell’incendio. Come al solito hanno scelto il momento più opportuno per colpire, una giornata di forte vento e di sera quando il buio rende impossibile l’uso degli aerei antincendio.
Targa Florio Classica 2024: record di iscritti con parata di celebrità
Con la conferenza stampa di presentazione il presidente di Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, il direttore generale di ACI Sport Marco Rogano ed il Sindaco di Palermo Roberto Lagalla, hanno svelato i dettagli i motivi sportivi e culturali della Targa Florio Classica 2024, rievocazione storica in chiave sportiva della gara automobilistica più antica del mondo ed appuntamento decisivo del Campionato Italiano Grandi Eventi per auto storiche e moderne in programma dal 10 al 13 ottobre in Sicilia. Dell’affascinante e certamente selettivo percorso e degli aspetti tecnici ha parlato il Direttore di Gara Internazionale Marco Cascino. La gara si svolgerà in totale sicurezza grazie alla presenza di 300 commissari di percorso, messi a disposizione dalle associazioni sotto l’egida della delegazione regionale ACI Sport coordinata da Daniele Settimo, 30 mezzi di assistenza tecnica ACI Global ed una massiccia presenza di Forze dell’ordine dislocate lungo tutto il percorso.
Tre giorni attraverso meravigliosi luoghi leggendari con partenza e traguardo a Palermo. Si inizierà con il particolare fascino della provincia di Trapani, dove è prevista la novità del cretto di Burri, mentre sulle Madonie l’appuntamento immancabile con le strade del mito, sui 684,88 Km delle due tappe di venerdì 11 e sabato 12, il “Trofeo di Monreale” con passaggio sul tracciato della “Bellolampo – Passo di Rigano”, prima gara del grande Vaccarella, chiuderà la tre giorni siciliana e si disputerà su ulteriori 46,27 Km nella mattinata di domenica 13 ottobre.
Il numero di partecipanti all’edizione 2024 ha oltrepassato quota 230. Un numero record che testimonia il sempre crescente interesse verso un evento la cui partecipazione è sinonimo di fierezza e rende ciascun partecipante, parte di una storia che si tramanda al futuro. L’atteso appuntamento motoristico sarà l’ultimo atto del Campionato Italiano Grandi Eventi per auto storiche 2024. Ad impreziosire l’evento inoltre vi saranno le ammiratissime auto GT, ovvero le Gran Turismo stradali prodotte dal 1991 dal particolare pregio e interesse che si contendono l’ambito alloro del Campionato Italiano Grandi Eventi Regolarità Moderna così come le 70 “Rosse” del Ferrari Tribute to Targa Florio. Si tratta di concorrenti provenienti da quasi 20 nazioni diverse, dall’Europa agli Stati Uniti, dal Giappone all’Australia, dalla Thailandia all’Egitto, passando per il Messico ed il Canada, su modelli tra i più rari e preziosi del Cavallino Rampante.
In arrivo una parata di stelle. Poter partecipare a Targa Florio Classica equivale a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro di una leggenda del motorsport mondiale, ecco perché di anno in anno sempre più celebrità e nomi noti, figurano nell’elenco degli iscritti. Tra le fila di uno dei partner più autorevoli del grande evento targato ACI Sport come Tag Heuer vi saranno: Alberto Vassallo e Filippo Morano, rispettivamente di Car&Vintage e Gentlemensgram, su Porsche 356 Speedster, Giulia Pessani, Direttrice di Gentlemen, e Roberta Pasero di Vanity Fair su Porsche 992.2, e ancora l’attore e blogger Mariano Di Vaio e sua moglie Eleonora Brunacci su Porsche 911 4 Cabriolet 964. Sarà in Targa Florio Classica anche il cuoco di fama internazionale e personaggio televisivo Carlo Cracco che dividerà l’abitacolo della Mercedes 300 SL con Ezio Ronzoni, Amministratore Delegato di Banca Galileo, Geronimo La Russa, presidente di Automobile Club Milano su Mercedes Pagoda 250 SL che dividerà con Michele Monzini.
Tornerà in Sicilia l’attore statunitense Erik Haugen, interprete insieme a Penelope Cruz e Patrick Dempsey del Film Ferrari del regista Michael Mann. Haugen ormai “stregato dalla Sicilia”, tornerà per raccogliere materiale e informazioni per suo nuovo progetto di film documentario intitolato “The Grand Prix project” Journey back before Formula One, che racconterà la vita e le imprese sportive di Tazio Nuvolari, Enzo Ferrari ed Achille Varzi. L’attore sarà alla Targa Florio Classica con Vincenzo Ferrari su Ferrari GTS ufficiale del Ferrari Club Italia. Per gli appassionati di competizioni degli anni 90, sarà motivo di interesse vedere in Sicilia Karl Wendlinger, astro nascente della Formula 1 fino al 1994, quando un grave incidente ne compromise le stagioni a seguire. Wendlinger sarà ricordato dagli appassionati italiani per il celebre duello con Fabrizio Giovanardi nel finale di stagione del Campionato Italiano Superturismo del 1997. Il pilota tedesco sarà alla Targa Florio Classica 2024 su una Mercedes Benz 300SL del Mercedes Benz Heritage.
Novità. Cambia il quartier generale dell’evento che quest’anno sarà il Marina Yachting di Palermo sul monumentale waterfront del Molo Trapezoidale recentemente inaugurato e che lascerà a bocca aperta gli equipaggi della Targa Florio Classica grazie alla sua Marina, la fontana danzante musicale più grande d’Italia.
Partenza in Piazza Verdi nel cuore di Palermo. Giovedì 10 ottobre alle ore 18.00 gli equipaggi abbracceranno il calore del pubblico siciliano nello straordinario contesto di Piazza Verdi, di fianco al Teatro Massimo di Palermo per la cerimonia di Partenza. L’evento vedrà numerose presenze rinomate tra gli equipaggi e celebrerà il centenario della prima vittoria di Mercedes Benz avvenuta nella Targa Florio del 1924 e ricorderà le gesta dei piloti siciliani, da Vaccarella al barone Antonio Pucci, a 60 anni dalla sua prima vittoria in Targa Florio.
L’evento di rilievo mediatico di fama internazionale vede già l’accredito di numerose testate giornalistiche europee, costituisce uno strumento importante di promozione della Sicilia, della sua storia, della sua cultura, bellezza e ospitalità. Le fasi salienti saranno come sempre raccontate su ACI Sport Tv sul canale 228 di Sky e sul canale 52 di TV Sat.
Il Presidente di Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani: “L’ACI fu fondato per realizzare la Targa Florio. La Sicilia ha il primato di aver dato i natali all’Automobile Club d’Italia perché nel 1905, esattamente il 23 gennaio, veniva costituito il primo Club nazionale automobilistico su sollecitazione di Don Vincenzo Florio che, volendo realizzare la prima Targa Florio internazionale avvenuta il 5 maggio 1906, sottolineò come non fosse possibile iscriverla in quel contesto se non vi fosse un club automobilistico nazionale di riferimento. Uno degli innumerevoli primati che rappresentano l’epopea di un popolo ed un patrimonio, quale è Targa Florio, che vogliamo e dobbiamo implementare nel futuro”.
Il Direttore Generale di ACI Sport Marco Rogano: “Oltre 230 partecipanti è un numero che gratifica il lavoro ma soprattutto il prestigio e la storia della Targa Florio. Sarà un’edizione di grande cambiamento che, se da un lato rimane nel cuore della città con la cerimonia di partenza del Giovedì 10 ottobre da Piazza Verdi, cambierà quartier generale stabilendosi al Marina Yachting. Non abbandoneremo il dipartimento di ingegneria dell’Università degli Studi di Palermo, anzi, annuncio oggi che sarà il quartier generale della Targa Florio rally, prova del Campionato Italiano Assoluto Rally Sparco nel 2025. Tutto è possibile grazie all’interazione con il Comune di Palermo e la Città Metropolitana e con il sindaco Roberto Lagalla che darà lo Start in Piazza Verdi”.
Il Sindaco di Palermo Roberto Lagalla: “L’Amministrazione e la Città Metropolitana di Palermo sono onorati e lieti di accogliere una classica dell’automobilismo mondiale che avrà come luogo di riferimento la città di Palermo. Una città legata indissolubilmente tanto alla storia dei Florio, quanto alla tradizione sportiva della Targa come classica automobilistica. La Città Metropolitana e questa amministrazione si sono impegnate nella riqualificazione del manto stradale degli itinerari ed ha tra i suoi progetti in essere la riqualificazione delle Tribune di Floriopoli. La città accoglie e sente come propria un evento che fa riferimento alla Targa Florio e al nome dei Florio che in questa regione sono stati protagonisti di quella fase della Palermo ‘felicissima’ che viene ricordata dai libri di storia. Rinnoviamo i sensi della soddisfazione dell’amministrazione e della città rispetto a questa ulteriore presenza massiccia presenza di equipaggi, sportivi e addetti ai lavori che l’ACI consente di realizzare attraverso la Targa Florio Classica, in attesa che ulteriori iniziative possano essere realizzate in avvenire”.
Trabia, il MASCI all’eremo della valle della Speranza voluto da Biagio Conte
La Comunità MASCI di Trabia, sabato 5 ottobre, nell’ambito del c.d. “Tempo del Creato”, ha vissuto una intensa esperienza presso l’Eremo della valle della Speranza, nel bosco limitrofo al paese di Godrano.
La struttura, voluta dal frate laico Biagio Conte, è incastonato fra splendidi alberi di querce, roverelle e sughere di alto pregio naturalistico, ed è prossimo alla suggestiva valle Agnese. Il sito è pregno di una atmosfera di amabile silenzio e di armonia spirituale.
Nel corso della giornata si sono vissuti diversi momenti: la “liberazione” di due rapaci già curati presso il Centro di Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza, retto dal dott. Gianni Giardina, una escursione, dalla valle del Pero sino alla valle Agnese, in cui non sono mancati momenti di didattica ambientale, il pranzo conviviale, condiviso con i volontari della Missione di Speranza e Carità (coordinati da Vincenzo Deguardi) continuano a lavorare per rendere l’eremo sempre più interessante nella sua semplicità francescana.
Non sono mancati momenti e spazi di preghiera e meditazione personali e comunitari. La giornata si è conclusa con la celebrazione della messa, nella piccola cappella, presieduta da don Pino Vitrano (responsabile ed animatore spirituale della Missione e dello stesso eremo) con la partecipazione liturgica del frate francescano Fra Gesualdo.
Come tradizione la comunità trabiese ha acquistato e consumato solo prodotti locali (pane, carni, formaggi, etc.).
La verifica comunitaria della attività, svoltasi sotto la maestosa quercia di Abramo, ha dato voce a tutti i partecipanti, ed agli amici volontari dell’eremo, di esprimere i sentimenti, le emozioni, la gioia e le gratitudini, per la bella e significativa esperienza vissuta dagli adulti scout.
Sclafani Bagni, recuperato il cadavere di un escursionista colpito da infarto
I tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano sono intervenuti a Sclafani Bagni per prelevare da una zona impervia nei pressi delle terme il cadavere di un escursionista toscano. L’uomo, un sessantasettenne di Carrara, stava percorrendo la Via Francigena siciliana in compagnia di un amico medico quando ha accusato forti dolori al petto e si è accasciato a terra. Il compagno, compresa subito la gravità della situazione, ha chiamato il Numero Unico di Emergenza 112.
La centrale del 118, trattandosi di un intervento sanitario in ambiente impervio, ha allertato il Soccorso Alpino per un uomo con sospetto infarto in corso. Da Palermo sono partite subito due squadre del SASS quando un altro medico, sbarcato intanto sul posto dall’elicottero della Seus, ha prima tentato di rianimarlo ma alla fine ne ha constatato il decesso.
A quel punto gli uomini del Soccorso Alpino, autorizzati dai carabinieri e dal magistrato di turno, non hanno potuto fare altro che raggiungere il luogo della disgrazia, imbarellare la salma e trasportarla sulla strada.
In caso di incidenti su pareti di roccia, sentieri, ambienti montani, ambienti innevati, scogliere, in grotte e gole fluviali o in caso di persone disperse in ambiente montano, impervio e ostile, per allertare il Soccorso Alpino è necessario chiamare il Numero Unico di Emergenza (NUE) 112, specificando che si richiede un intervento di soccorso sanitario in ambiente montano o impervio. L’operatore del #NUE112, applicando la specifica “Procedura operativa ambienti montani ed impervi”, trasferirà la chiamata di soccorso alla Centrale Operativa del 118, la quale provvederà ad allertare il Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS).
Venere in azione: miti e realtà degli afrodisiaci
Da sempre circondati da un alone di mistero, gli afrodisiaci destano tuttora la curiosità di chi vuole «insaporire» la propria vita sessuale.
Ne abbiamo sentito parlare un po’ tutti, anche se con molta approssimazione e, talvolta, sottovoce. Vediamo quali sono le sostanze, le piante e gli alimenti in grado di soddisfare i più intimi desideri.
D’altra parte queste misteriose sostanze sembrano essere ingredienti obbligati di storie ed avventure erotiche, e la loro stessa denominazione rimanda al ricordo di spezie orientali, vicende piccanti e appassionati appuntamenti d’amore.
In realtà, con questa denominazione si indica un gruppo di sostanze in grado di stimolare il desiderio sessuale e di migliorare, nell’uomo come nella donna, le capacità amatorie.
Dal punto di vista storico si tratta sicuramente di farmaci tra i più antichi, diffusi un po’ dappertutto, a qualunque latitudine: tutte le civiltà li conoscevano anche in epoche remote.
Questo si spiega facilmente se pensiamo che il loro uso serviva a migliorare le prestazioni sessuali, o a far rinascere desideri sopiti.
A dimostrazione del fatto che la sessualità è un aspetto importante dell’esistenza umana non occorre nessun discorso filosofico, ma semplicemente l’osservazione della diffusione di credenze relative ai poteri erotizzanti di certe sostanze.
Il nome stesso è legato alla loro presunta funzione: deriva infatti da Afrodite, l’appellativo greco di Venere, dea dell’amore che, secondo la mitologia, sarebbe «nata» dalla spuma delle onde marine.
Eppure, nonostante la lunga storia e l’ampio uso attraverso i secoli, queste sostanze sono state per molto tempo – ed in parte lo sono ancora – ignorate sia nei trattati di farmacologia, sia semplicemente dalla letteratura divulgativa.
Documentarsi, quindi, è difficile, mentre cadere nei luoghi comuni è facilissimo.
Ma che cosa ci si aspetta da un afrodisiaco?
Secondo uno dei miti più diffusi tali sostanze riuscirebbero a trasformare tutti in Casanova e in Messaline, aumentando a dismisura le capacità amatorie.
Cominciamo col dire che questo, in buona misura, non è vero. È vero invece che certe sostanze stimolano le capacità erotiche, o semplicemente aiutano a vivere più serenamente la sessualità.
Al pari di tanti altri rimedi, sia naturali che artificiali, gli afrodisiaci vanno però considerati tutto sommato dei farmaci, delle sostanze, cioè, estranee all’organismo che, in condizioni di assoluta normalità, dovrebbe provvedere solo ai propri bisogni.
Ma la sessualità non è una funzione esattamente come le altre.
È capricciosa, dipende da una serie di fattori spesso imponderabili (fisici, psicologici, ambientali, culturali, affettivi, e chi più ne ha più ne metta), e talvolta non asseconda il desiderio, anche quando, almeno in apparenza, tutto sembra andare per il verso giusto.
Allora gli afrodisiaci possono rimettere in moto più velocemente una sessualità annoiata, ridestare briosamente un desiderio sonnecchiante o semplicemente «abbassare la soglia» degli stimoli sessuali. In altre parole, rendere eccitanti le piccole cose che normalmente, in amore, lo sono, ma che in certi momenti possono lasciare del tutto indifferenti.
Al tempo stesso va tenuto presente che le sostanze afrodisiache non sono «farmaci del sesso». In caso di disfunzioni sessuali bisogna sempre rivolgersi al medico perché i disturbi in tale sfera possono essere indicativi di patologie anche multi-fattoriali (diabete, vasculopatie, problemi urologici) che vanno comunque diagnosticate e curate senza cedere alla tentazione del “fai da te”. Non stiamo parlando, quindi, di farmaci, o di potenti elisir d’amore, ma solo di sostanze, spesso consumate abitualmente a tavola (cibi, aromi, spezie) che sono state associate dalla tradizione popolare, e talvolta dalla medicina stessa, a buone prestazioni amorose.
Alimenti afrodisiaci
I cibi, di origine animale o vegetale contengo spesso sostanze afrodisiache. Fra quelli di origine animale, un esempio classico era la cacciagione, decantata come alimento principesco persino dal famoso medico e antropologo Paolo Mantegazza, che la consigliava anche agli anziani. In effetti, l’effetto enfatizzato da Mantegazza (ma lui non lo sapeva ancora) è presumibilmente dovuto all’elevato contenuto in fosfolipidi di questo alimento. Il fosforo è infatti una sostanza dotata di potente attività afrodisiaca. Oggi, però, ovvie considerazioni etiche ed ecologiche sopravanzano di gran lunga quelle gastronomiche. Ma di fosforo sono ricchi (in forma assimilabile) pesce e uova fecondate (di aringa, tonno e carpa). Altrettanto utili sono da considerare granchi, ricci di mare (le uova soprattutto), mitili, ostriche.
A proposito di uova e di pesce è bene ridimensionare il mito del caviale, da sempre considerato un potente afrodisiaco. In realtà si tratta di uova di pesce d’acqua dolce, il che cambia abbastanza il suo contenuto di principi stimolanti.
Certo, sempre meglio della lattuga (che ha notoriamente un effetto anti-afrodisiaco), ma bisogna stare attenti a non prendere lucciole per lanterne. È infatti ancora da decidere se i presunti effetti del caviale siano dovuti a sue proprietà specifiche o al «contorno»: champagne, atmosfera particolarmente intima e romantica, emozioni da violino tzigano. Il calcolo costi-efficacia è sicuramente in rosso. Meno «in», ma ugualmente «piccanti» al punto giusto, sembrano essere le lumache, note per questo loro intrigante potere sin dall’epoca di Plinio, il famoso naturalista latino del I secolo d.C. che ne consigliava vivamente l’uso.
Raffinatezze romane
Alimenti dalle famose – e quasi ovvie – virtù afrodisiache sono i testicoli animali. Senza ricorrere alle raffinatezze dei romani, che preferivano testicoli di iena conditi con il miele, ci si può accontentare di semplici testicoli di montone, per cucinare i quali esistono varie ricette.
La loro efficacia è stavolta comprovata persino nella storia della sessuologia. Infatti, nel secolo scorso, i primi studi sull’endocrinologia sessuale furono avviati da un anziano scienziato, il celebre Brown-Sequard, che, a un congresso della Società di Biologia, affermò di essere riuscito alla sua non più verde età a ridestare il desiderio, e anche qualcos’altro, mediante l’ingestione di un estratto testicolare di cane. La trovata di Brown-Sequard ha aperto la strada allo studio degli ormoni sessuali, ma nello stesso tempo rassicura sull’efficacia di certe ricette.
Infine, le uova. Tradizionalmente collegate al desiderio sessuale (e alle fatiche del talamo: basti pensare al classico zabaglione, o all’uso antico di donare delle uova allo sposo alla prima notte di nozze), sono in effetti dotate di potenzialità afrodisiache. Naturalmente vanno benissimo le uova di gallina, ma ancora più rinomate sembrano essere quelle di piccione o di quaglia. In effetti non si tratta di una semplice diceria: il rosso d’uovo contiene numerose sostanze, tra le quali un posto preminente spetta al gruppo delle lecitine. Queste sostanze sono direttamente implicate nella trasmissione nervosa (la colina, contenuta nell’uovo, è un precursore dell’acetilcolina un neurotrasmettitore fondamentale). L’albume contiene soltanto ovoalbumina, e non sembra avere alcun effetto sull’efficienza sessuale.
L’elenco potrebbe continuare a lungo, ma sarebbe sostanzialmente inutile, visto che le ulteriori sostanze afrodisiache consigliate – a parte quelle che abbiamo elencato – desterebbero qualche divertevoli perplessità. Vi sono, per esempio, alcuni tipi di ragno il cui effetto sulle prodezze amorose sembra garantito. O i nidi di rondine. O le vulve di scrofa.
Chi volesse poi un tocco esotico, può provare a mangiare larve di vespa (nelle Antille assicurano che sono efficacissime), corno di rinoceronte o, se fosse irreperibile nelle erboristerie, corno di cervo… e pazienza se per queste credenze senza alcuna base scientifica si alimenta un mercato del tutto illegale. Se invece non avete una predilezione particolare per i cibi animali, potete rivolgervi al mondo vegetale. Le sorprese non sono finite.
Le piante dell’amore
Una delle piante più celebri, l’assenzio (Artemisia absinthium), dà il nome a un altrettanto famoso liquore, noto per avere devastato fisicamente poeti ed artisti nell’Ottocento (fra gli altri Charles Baudelaire). Le sue virtù di afrodisiaco sono vantate quindi da tempo, ma di certo l’unica cosa accertata dal punto di vista medico è la sua nocività. Sicuramente meno pericolosi sono invece due alimenti consumati più o meno abitualmente: il cacao e la cioccolata. Sostanze «calde» per antonomasia, sembrano in grado di riscaldare anche le virtù erotiche. Meglio ancora se unite ad una spezia in uso abbastanza comune: la cannella. Sempre alla categoria delle spezie appartiene un altro afrodisiaco naturale, il chiodo di garofano, boccioli fioriti, cioè, del Caryophylus aromaticus. Una ricetta, detta «pastiglie di Napoli», fornisce vere e proprie compresse – a base di cannella, zucchero, zafferano, muschio eccetera.
Da questo approssimativo elenco sembra che le piante dotate di effetti afrodisiaci siano necessariamente esotiche. Ma non è così: la passione nasce anche da vegetali nient’affatto aristocratici. Per esempio dalla comunissima e talvolta bistrattata cipolla: è una vera miniera di sostanze farmacologicamente attive. Oltre a una ingente quantità di vitamina C, contiene sali minerali e varie sostanze organiche. Per essere efficace, però, va mangiata preferibilmente cruda, magari condita con olio e sale, o cotta sotto la cenere. Una curiosità: sembra che la sua coltivazione sia proibita nei monasteri tibetani, proprio perché renderebbe arduo mantenere il voto di castità. Con tutto quello che ne conseguirebbe…
Potenti effetti ha anche l’aglio: ricchissimo di proprietà e di sostanze farmacologicamente attive, in particolare l’allicina, ha una dimostrata azione afrodisiaca, sebbene il suo ‘profumo’ non sembrerebbe consigliarne l’uso prima di un incontro amoroso…
Anche le fave, altrettanto poco aristocratiche, sembrano ben piazzate nella classifica degli afrodisiaci, e questi effetti sono noti sin dall’antichità. San Gerolamo ne proibiva l’uso ai religiosi perché esse…in partibus genitalibus titillationem producunt, indurrebbbero insomma all’autostimolazione delle parti genitali. Si possono preparare in diversi modi, e oltretutto sono poco costose…
Certo, se il problema è il prezzo, non sarà facile portare sulla tavole di Venere un altro vegetale che sembra avere virtù sessualmente stimolanti: il tartufo. Sia nero (come quello più comunemente consumato) sia bianco (come preferivano i Romani), le sue proprietà afrodisiache sono state celebrate persino da Casanova che di queste cose sicuramente se ne intendeva. Altri funghi – compreso il comunissimo porcino – possiedono le medesime proprietà.
Una speciale considerazione merita poi una pianta regina degli afrodisiaci: il sedano. Mangiato crudo o cucinato in modi diversi possiede notevoli effetti stimolanti. Oltretutto si tratta di una pianta ricchissima di principi medicamentosi: vitamina A e C soprattutto, ma anche molte altre, tra le quali la cumarina, una sostanza muschiosa presente anche in un’altra erba afrodisiaca, il fieno greco.
Certo, il campionario di piante afrodisiache è vastissimo. Il rosmarino possiede una generale azione tonificante mentre peperoncino e pepe (sia bianco sia nero) sono da sempre ritenuti, anche a ragione, buoni stimolanti. Lo sono anche i pinoli, però, o almeno così ci assicurano le tradizioni arabe.
L’Oriente ha però una farmacopea afrodisiaca leggendaria: ci riferiamo a piante veramente esotiche, come l’arcinoto ginseng e il meno celebre hoang-nan. Il ginseng (il termine significa in cinese «meraviglia dell’universo») è una radice di forma allungata che appartiene a una pianta selvaggia, la Ponax quinquefolium, che cresce nelle regioni desertiche della Manciuria, ma anche in Corea, che ne fornisce una specie particolarmente pregiata. I suoi effetti sono a volte «gonfiati» dalla pubblicità, ma gli studi farmacologici hanno accertato che il ginseng contiene davvero molti principi attivi, alcuni dei quali sono in qualche modo assimilabili agli ormoni sessuali maschili, il che ne spiega gli effetti sulla sessualità. Inoltre il ginseng contiene altre sostanze ad azione genericamente stimolante, come la panaxina e l’acido panaxico. E’ realmente un potente tonico naturale a prescindere dai suoi dichiarati effetti afrodisiaci specifico.
L’hoang-nan è invece una pianta originaria del Vietnam. Contiene alcaloidi della stricnina e della brucina e possiede un riconosciuto effetto afrodisiaco. A differenza del ginseng, ormai esportato in tutto il mondo più o meno come la Coca-Cola, è abbastanza difficile da trovare. Viene utilizzato in polvere o sotto forma di estratto liquido.
E’ inevitabile, dopo questo lungo elenco di sostanze dagli effetti veri o presunti, qualche riflessione antropologica. Come abbiamo visto, l’uso di sostanze afrodisiache è antichissimo. Ma perché mai la nostra specie si è tanto affannata a cercare e sperimentare sostanze capaci di potenziare il desiderio e le performances sessuali? La risposta la si può trovare nell’arcaica convinzione, sostanzialmente maschile, del sesso come espressione di potere individuale o sociale. La virilità è stata considerata, sin dalle origini della civiltà, fondamentale espressione del potere maschile: essere virili significava potersi riprodurre efficacemente in epoche storiche nelle quali la fertilità, sia maschile che femminile, era una condizione essenziale per rafforzare il proprio status economico e sociale, ma anche espressione di forza e bellicosità, che non a caso spesso veniva celebrata da culti fallici. Sigmund Freud, in una delle sue opere più affascinanti, ‘Totem e tabù’ tentò di descrivere queste atmosfere istintuali, al tempo stesso sessuali e aggressive che, un tempo reali, sarebbero poi state, col procedere della civiltà, ‘spostate’ nell’inconscio. Il potenziamento della virilità era quindi una priorità assoluta. Sebbene mitigato, ci portiamo ancora appresso questo ‘modello’ mentale, persino nel linguaggio comune. Per dire che un uomo è forte o di spessore diciamo che ‘ha le palle’, o è “cazzuto” e quindi è virile. E un famoso politico italiano sosteneva, anni fa, che il suo ‘movimento’ “ce l’aveva duro”, per enfatizzarne la forza. Insomma, la virilità è un valore da mantenere o da rafforzare a tutti i costi. Le sostanze afrodisiache hanno proprio questa funzione simbolica. Incentivano l’illusione di essere, come nella vecchia pubblicità di un noto profumo, uomini che non devono chiedere mai…
Giovanni Iannuzzo
La Gurfa di Alia e la Petra di Calathansuderi a Comitini: misteri sulla Via della Thòlos
Materiali, non richiesti, per una possibile ed inedita esercitazione di Iconologia applicata ad Ipogei di Grande Architettura Clandestina (G.A.C.), in un corso di Storia dell’Architettura Antica, di una non precisata Università siciliana (se c’è).
Riservandoci di tornare a ragionarci con più documentazione mettiamo due strutture architettoniche ipogeiche, dedaliche e misteriche di grande fascino, a confronto nella protostorica valle del Platani-Halykos, sulla nostra Via della Thòlos.
Sono la Gurfa/Urfa di Alia e gli ingrottati della parte bassa al piano terra e primo livello della Petra di Calathansuderi, a Comitini.
I disegni dei rilievi a confronto, fuori scala, sono tratti da:
– Vittorio Giustolisi, La Petra di Calathansuderj e la ‘Statio Pitiniana’ , Centro di Documentazione e ricerca per la Sicilia antica Paolo Orsi, ed. 1988 – Palermo.
– Pietro Marescalchi e Monica Modica, in AA.VV. La Gurfa e il Mediterraneo – Atti del Convegno di Studi storico-archeologici sulle Grotte della Gurfa (Dicembre 1995), ristampa ed. 2001, Comune di Alia.
Fig. 1 – Pianta del piano terra della “Petra”.
Fig. 2- Pianta del piano terra della “Gurfa”.
Fig. 3 – Pianta del 1° livello della “Petra” (il vano 5 è collegato verticalmente con il sottostante vano 1; quello 6 con l’ambiente a thòlos n. 3).
Fig. 4 – Pianta del 1° livello della “Gurfa” (il vano C è collegato verticalmente con il sottostante “vano a tenda”; quello D con l’ambiente a thòlos orizzontalmente).
Fig. 5 – Sovrapposizioni del livello primo su quello sottostante alla “Petra”.
Fig.6- Sovrapposizioni del livello primo su quello sottostante alla “Gurfa”.
Come giudizio di sintesi immediato che scaturisce dal semplice confronto visivo fra le due strutture, a quattro “stanze” superiori collegate con due ambienti, uno quadrangolare ed uno a thòlos, al livello inferiore, ci sembra di potere affermare che i punti di contatto e similitudine fra le due progettazioni e realizzazioni ‘dedaliche’ sono, assieme ai loro Misteri, quantomeno impressionanti.
Come indizio sapienziale e per brevità ci affidiamo alla seguente citazione, per rafforzare possibili ipotesi, da verificare, su destinazioni rituali e sacrali delle due straordinarie architetture rupestri, oltre quello che pensiamo di avere già ‘dimostrato’ per la Gurfa.
“La società minoica era governata da una casta sacerdotale, rappresentata da un ‘Re sacro’ o ‘grande sacerdote’ chiamato Minosse, probabilmente eletto da un’assemblea nobiliare e sacerdotale, come in uso dagli Hittiti. …Da molti idoli ritrovati si apprende che i Minoici pregavano a mani alzate o unite e su alcuni vasi compare la figura di un uomo alato (come un angelo) che offre le proprie mani al defunto. Le tombe sembrano vasche con il coperchio ed il culto dei morti riprendeva in parte la tradizione egizia con vasi e lampade ad olio, i crateri (vasi bassi e larghi) per i cibi e alcune brocche per il vino. I minoici credevano nella reincarnazione (culto orfico) e temevano che se l’anima del defunto fosse tornata nel suo vecchio corpo, costui doveva essere dissetato e nutrito, le lampade ad olio per trovare la via di uscita dalla tomba, solitamente scavata nella roccia morbida o addirittura in grotta naturale. Le grotte utilizzate come templi sotterranei, erano dedicate al culto della Dea Madre-Terra ed erano composte da un altare o panca con appoggiati gli idoli e le corna, circondato a sua volta da un Temenos (recinto sacro), con condotti verso piccole stanze scavate, per accogliere tombe e voti (doni). Tutto il tempio sotterraneo era gestito da Sacerdoti e da Sacerdotesse. …Lo stile principale di questi templi è il Temenos con altare e stele di pietra (con inciso il simbolo dell’asterisco ‘ * ‘ il cielo e la terra con il simbolo della doppia ascia). I templi incorporati nei grandi palazzi erano invece composti sostanzialmente da quattro camere (ingresso, lustral basin, santuario e magazzino):
- il fedele entrava nella prima camera d’ingresso, depositava il proprio voto (dono), che i sacerdoti poi riponevano l’offerta nei magazzini del tempio
- Il fedele entrava nel lustral basin e si purificava, il bagno era composto da pietre levigate e l’acqua giungeva alla vasca tramite delle tubazioni da una o più cisterne
- il fedele ora pronto e purificato accedeva al santuario a volte anche sotterraneo in una cripta, dove poteva pregare gli idoli, appoggiati su altari o panche ed il braciere sacro che non doveva mai spegnersi
Il Megaron di origine Minoica, rappresentava la sala sacra dei ricevimenti con i pilastri o le colonne lignee ed un braciere, i Micenei continuarono questo utilizzo semplificandone le rifiniture, nel successivo periodo Geometrico il Megaron divenne la stanza principale con le varie colonne pere sorreggere il soffitto (tipica casa Omerica) e nel periodo Arcaico lo ritroviamo ulteriormente ridotto a stoe (portico e colonnato) e propileo classico (ingresso colonnato alle acropoli o alle zone sacre)”. (dal sito: www.latlantide.it/storia_micene 4.htm , ricerca del 25.6.2004)
Forniamo per correttezza i ‘dati ufficiali’ sulla Petra di Calathansuderi. Le notizie storiche si hanno solo dal 1295 ma le tombe a forno e i ritrovamenti archeologici sparsi attorno alla rupe confermano l’esistenza di un villaggio preistorico con ceramica frammentata dell’età del Bronzo. Il museo Antiquarium, allestito all’interno del Palazzo Bellacera di Comitini, raccoglie i reperti archeologici ritrovati nella zona. Attribuito al periodo bizantino, per probabile riuso, è il complesso di ambienti e gallerie su più livelli, che danno origine a una fortezza preposta al controllo del territorio e delle vie di comunicazione che lo attraversavano; funzione che venne mantenuta dal XIII secolo e sicuramente fino al 1558, per come ne attesta il Fazello. (Vedasi la scheda Calatasudemi, in: AA.VV., Castelli medievali di Sicilia, ed. Regione Siciliana-Ass.to BCA-PI, pag.111, oppure https://livingagrigento.it/it_IT/Cultura/main/cultura?strutt_id=1308_SP-51—92020-Comitini__-IL-SITO-ARCHEOLOGICO-PETRA-DI-CALATHANSUDERJ )
Fig. 7 – Parete dell’insediamento rupestre della Gurfa di Alia.
Fig. 8 – Parete dell’insediamento rupestre della “Petra” di Comitini, con i due livelli in basso, presi in analisi ma molto rovinati nel tempo.
Carmelo Montagna
I sindaci delle Madonie presenti ad Assisi per la Festa di San Francesco 2024
Tantissimi i fedeli giunti da ogni parte della Sicilia per rendere omaggio al Santo Patrono d’Italia, San Francesco d’Assisi.
Tra le autorità presenti, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani il quale ha lanciato un appello forte e sentito perché il mondo torni ad ascoltare le ragioni della pace e ad impegnarsi, nel nome e nel segno di san Francesco. «Il momento che stiamo vivendo – ha detto Schifani – è difficile. L’attualità ci affligge con la crudeltà di vicende belliche nelle quali innocenti vengono sterminati ogni giorno, con conflitti che rischiano di deflagrare in una spirale irrefrenabile. Oggi deve essere un giorno di preghiera forte e consapevole, perché il mondo possa fermarsi a riflettere, perché si evitino escalation che colpiscono noi, ma anche le generazioni future. Il nostro Paese si sta comunque impegnando, all’interno dell’alleanza atlantica, perché si torni alla ragione. Ma lo scenario internazionale si complica sempre di più, con l’allargamento dei conflitti in atto. Un quadro che diventa sempre più preoccupante. Preghiamo, allora, per gli ultimi, per una democrazia sana e per la pace. Quella pace che san Francesco ha sempre invocato nella sua missione quotidiana».
Oltre 200 i sindaci presenti per l’occasione, tra questi anche i primi cittadini del comprensorio madonita e Valle del Torto. Abbiamo incontrato i comuni di Cefalù, Castelbuono, Bompietro, Gratteri, Blufi, Lascari, Gangi, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Sciara, Caccamo, Alia, Alimena, Pollina e altri ancora con a seguito il gonfalone di ogni comune, ua bella presenza nella “città serafica”.
Contro il Parco eolico: assemblea cittadina a Racalmuto
A Racalmuto è in fase di formazione un comitato cittadino che sta mettendo insieme le forze per trattare dell’erigendo parco Eolico che verrebbe costituito con pali di altezza smisurata i quali oltre a non apportare alcun giovamento al costo dell’energia dei cittadini dell’intero comprensorio non farebbe altro che rovinare il paesaggio del Monte Castelluccio intaccandone anche le peculiarità floro/faunistiche insistendo in quei luoghi tra le altre cose anche un prezioso lecceto che, seppure ormai ridotto allo stremo dalla continue offese dell’uomo, conserva il genoma di alberi vecchi di almeno 500 anni. L’installazione di questa struttura “monstre” inoltre vanificherebbe gli sforzi operati in questi anni dalle amministrazioni locali di Racalmuto per accreditarsi come un paese a sviluppo turistico. Tra le istanze che il comitato intende presentare nel corso dell’assemblea cittadina che si terrà il giorno 7 ottobre 2024 presso il castello chiaramontano a Racalmuto in piazza Umberto, verrà reso noto che il parco viola la distanza imposta dalla legge dai siti storico-culturali di Fra Diego e del Castelluccio svevo, per cui si verrebbero a rovinare le prospettive e la visibilità della grotta di Fra Diego e del Castelluccio di Racalmuto, disturbando l’abitabilità delle contrade Gargilata, Curma, Fra Diego, Gessi caduti e Castelluccio luoghi di residenza di parecchie famiglie oltre che abitazioni stagionali di campagna.
Proposta di lavoro garantita sulle Madonie dopo il diploma? A Castelbuono i corsi della “Fondazione I.T.S. Academy Jobsfactory Madonie”
ITS MADONIE forma profili richiesti dalle imprese massimizzando la possibilità per i giovani di trovare subito un’occupazione. Diverse le partnership con le migliori aziende del territorio siciliano. L’Open Day a Castelbuono il 16 ottobre alle ore 15:00 presso “Palazzo Failla” in Via Giuseppe Garibaldi, 67.
Una formula vincente per entrare immediatamente nel mondo del lavoro: studi il primo anno, fai uno stage e metti in pratica il secondo anno, e al terzo anno vieni assunto.
ITS Academy JobsFactory Madonie propone un percorso formativo che prepara i ragazzi neodiplomati ad acquisire competenze pratiche e ad entrare nel mondo del lavoro con una professionalità solida e qualificata. L’innovativo programma di studi offre agli studenti un’opportunità preziosa: studi il primo anno, fai uno stage e metti in pratica il secondo anno, per poi ottenere una proposta di lavoro concreta al terzo anno. Questa formula è la soluzione ideale per giovani talenti alla ricerca di una carriera stabile e qualificata.
ITS Academy JobsFactory Madonie punta sull’esperienza diretta come fulcro del suo programma formativo. La sede di Castelbuono offre ai neodiplomati l’opportunità di specializzarsi senza dover lasciare il proprio territorio, garantendo un accesso immediato al mondo del lavoro.
Quali sono i corsi ITS Academy JobsFactory Madonie?
I corsi proposti si concentrano su uno dei settori di eccellenza della Sicilia: il Food and Digital Marketing. Sono progettati per formare professionisti pronti ad affrontare le sfide del mercato globale. Due indirizzi specifici guidano l’offerta formativa:
- Food and Digital Marketing – plus Sales: per chi desidera specializzarsi nella ricerca di nuovi mercati e clienti utilizzando tecniche di digital marketing all’avanguardia. Gli studenti impareranno a sviluppare strategie commerciali efficaci, identificare opportunità di business e promuovere le eccellenze del food siciliano su scala nazionale e internazionale.
- Food and Digital Marketing – plus Sport: il secondo indirizzo è focalizzato sull’alimentazione per atleti e sportivi, un settore di nicchia caratterizzato da prodotti locali a km zero, spesso con costi elevati. Gli studenti impareranno a superare le sfide legate al marketing e alla vendita, contribuendo alla crescita delle realtà sportive che valorizzano questi prodotti.
Un trampolino di lancio verso il mondo del lavoro sulle Madonie
Al termine dei corsi, gli studenti otterranno una specializzazione tecnica che permetterà loro di entrare immediatamente nel mondo del lavoro rimanendo sulle Madonie, alimentando così la “restanza”. Grazie al contatto diretto con aziende partner di rilievo, i partecipanti riceveranno una proposta di lavoro concreta, coerente con le competenze acquisite durante il percorso formativo. ITS Academy JobsFactory Madonie non è solo un luogo di apprendimento teorico, ma un vero e proprio trampolino di lancio verso una carriera solida. Collaborazioni con aziende siciliane importanti, tra cui Giaconia Srl (guarda qui il video dell’incontro aziendale), Awe Sport Education, Camplus Palermo, Gambero Rosso, e molte altre, offrono agli studenti l’opportunità di confrontarsi con il mondo del lavoro già dal primo anno di studi.
«Una importantissima – dichiara il dott. Giosuè D’Asta presidente ITS Academy JobsFactory Madonie – occasione da non perdere per rimanere ed investire sul nostro territorio che tanto ha da offrire ed evitare quindi di continuare a mandare i nostri talenti lontano dalla propria casa ed evitare quindi che con il caro affitti, tra i vari problemi, non riescano a vivere dignitosamente. Stipendi bassi e costo della vita altissimo. Qui il lavoro c’è, noi siamo pronti a creare futuro con loro e per loro: vi aspettiamo a braccia aperte, cogliete al volo questa importante occasione».
Requisiti di ammissione e iscrizioni
Per partecipare ai corsi è sufficiente essere in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado. Le iscrizioni sono aperte fino al 26 ottobre e i posti sono limitati.
Come iscriversi:
- Compilare il form online sul sito di ITS Madonie: https://itsmadonie.it
- Scrivere su WhatsApp al numero 337 1472792
- Inviare una mail a [email protected]
Gangi, al Santuario dello Spirito Santo la III Settimana della Fede
Sta per prendere il via la III Settimana della Fede che si terrà nel Santuario dello Spirito Santo dal 7 al 13 ottobre prossimi. Un evento fortemente voluto da don Giuseppe Amato (nella foto), Rettore del Santuario e Direttore del Servizio Pastorale Sociale del Lavoro della Diocesi di Cefalù. Ormai da tre anni, questa iniziativa, è un’occasione che permette a tanta gente di interrogarsi sui temi centrali della fede cristiana, sul dialogo col mondo nel pieno mandato del Vaticano II e con lo stile sinodale insito proprio nella identità e nella missione della Chiesa, in particolare vengono offerti spunti di riflessione per rendere sempre più concreto l’agire dei cattolici nella società. “Ho sempre voluto che il nostro santuario fosse un punto di riferimento nel territorio non solo dal punto di vista religioso – dichiara don Giuseppe – ma anche culturale e sociale. Le diverse iniziative avviate ci hanno permesso in questi anni di intraprendere la giusta direzione”
Il tema scelto è: “#CristianiOggi: gente di speranza o gente disperata?”, e si prospetta davvero interessante, in un tempo in cui alberga la disperazione per le diverse vicissitudini che le piccole e grandi comunità devono affrontare. I paesi sono sempre più poveri, le chiese sempre più vuote, i modi tradizionali di vivere la fede appaiono insufficienti e il linguaggio delle nuove generazioni è sempre più complicato da interpretare per una Istituzione plurisecolare.
In questa cornice, si terranno le relazioni del prof. Franco Garelli, noto sociologo di fama internazionale, della Biblista Rosanna Virgili, voce femminile della teologia italiana, del prof. Giuseppe Notarstefano, Economista e Presidente nazionale di Azione Cattolica, di P. Gianni Notari, Direttore dell’Istituto Politica “P. Arrupe” di Palermo e del Dott. Vincenzo Morgante, Direttore di TV 2000. L’apertura e la chiusura dei lavori saranno affidate rispettivamente a don Giuseppe Licciardi Vicario Generale della Diocesi di Cefalù e al Vescovo Mons. Giuseppe Marciante che, fin dal suo nascere, ha fortemente caldeggiato questa iniziativa ritenendola di forte carattere evangelizzatrice per le nostre Comunità cristiane. “Sono onorato che i relatori abbiano risposto al nostro invito e noto come, ogni giorno, cresce l’interesse verso la Settimana della fede da parte di tanti – ci dice ancora don Giuseppe. Abbiamo anche raccolto, attraverso un questionario, diffuso nelle pagine social, alcuni spunti interessanti per le tematiche del prossimo anno. Ringrazio di cuore la mia Comunità che risponde con generosità a questi momenti, il che fa bene sperare. Il nostro vuole essere un tempo di dialogo di condivisione tra diverse visioni della Fede, del Mondo, della Società, della Chiesa, in questa diversità lo Spirito Santo saprà fare la giusta sintesi e seminare i buoni frutti nella vita di ognuno”.