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Cefalù: messa pasquale del Vescovo Marciante all’ospedale Giglio

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Sette anni di cammino pastorale nella Diocesi di Cefalù per monsignor Giuseppe Marciante, un cammino iniziato il 14 aprile del 2018 con prima tappa proprio la Fondazione Giglio di Cefalù.

L’anniversario dell’ingresso di mons. Marciante alla guida della Diocesi, è stato ricordato quest’oggi, in occasione della messa pasquale che il vescovo ha celebrato, in ospedale, con il personale sanitario e i pazienti.

“Qui si riceve la vita – ha detto il presule – ringraziando i sanitari per l’impegno profuso nella cura dell’ammalato. Quando il proprio lavoro viene fatto con generosità e amore, paragonandolo al profumo del Nardo, ha detto il vescovo – questo inonderà di vita chiunque viene accolto o viene in visita in questo ospedale che, non a caso, porta il nome di uno dei fiori più profumati: il Giglio”.

Presenti alla funzione il management della Fondazione Giglio con il presidente Victor Mario Di Maria, per il cda Giuseppe Guercio, il direttore generale Giovanni Albano, il direttore amministrativo Gianluca Galati, il direttore sanitario Gaetano Cimò, il sindaco di Cefalù, Daniele Tumminello, e le autorità militari.

“L’attenzione costante, posta da monsignor Marciante, verso il nostro l’ospedale – ha detto il presidente Di Maria – per noi rappresenta un ulteriore impegno a fare di più nel nostro quotidiano lavoro. Il settimo anniversario, rinnovato qui, sigilla ancora una volta un patto di prossimità tra il Pastore e chi vive un momento di fragilità”.

Al termine delle celebrazione, il consueto scambio di auguri, quest’anno con le colombe dell’azienda Fiasconaro, rappresentata da Nicola Fiasconaro a cui il Presidente Di Maria ha consegnato una targa per l’attenzione riservata alla comunità del Giglio.

La messa è stata concelebrata dal cappellano dell’ospedale mons. Sebastiano Scelsi e dal rettore del seminario diocesano Don Calogero Cerami.

Termini Imerese: premiati giovani poeti del concorso scolastico “Il Canto della Musa” promosso da Termini d’Arte

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Si è svolta sabato 12 aprile 2025, presso la Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria a Termini Imerese, la cerimonia di premiazione della VI Edizione del Premio di Poesia per le Scuole “Il Canto della Musa”, promosso dall’associazione culturale Termini d’Arte con il patrocinio dei Comuni di Termini Imerese e Caccamo.

L’evento, molto partecipato, ha visto la proclamazione dei giovani vincitori provenienti da diversi istituti scolastici del territorio, alla presenza di studenti, famiglie, insegnanti e rappresentanti delle istituzioni locali. La giuria, presieduta da Giuseppe La Spina e composta dai poeti Iana Carcara, Angelo Abbate e dalla poetessa Rita Elia, presidente di Termini d’Arte e ideatrice del concorso, ha valutato numerosi componimenti poetici suddivisi in tre sezioni: scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado.

I premiati

Per le scuole elementari, il primo premio è stato assegnato a Filippo Camarda dell’I.C. Karol Wojtyla di Santa Flavia. Secondo premio a Roberta Maria Flamia, stessa scuola, e menzione di merito a Raffaello Di Gesù dell’Istituto San Francesco d’Assisi di Palermo.

Per le scuole medie, ha vinto il primo premio Maria Isabella Scardina dell’I.C. Giovanni XXIII di Trabia. A seguire, Carlotta Maria Calcaterra (secondo premio), e un terzo premio ex aequo a Vallone Chantal e Antonina Lo Coco. Riconoscimenti della giuria sono andati a Myriam d’India e Gabriele Vito Misuraca. Menzioni d’onore a Emanuela Iannelli, Giorgia Artese, Federica D’India e Ginevra Lo Piparo.

Per i licei, il primo premio è stato conferito a Filippo Gullo del Liceo Classico Gregorio Ugdulena di Termini Imerese. Secondo e terzo posto rispettivamente a Eleonora Di Maria  e Federica Savojardo del Liceo delle Scienze Umane di Caccamo. Il Premio Giuria è andato ad Asia Benedetta Bordino del Liceo Artistico di Termini Imerese, mentre Sofia Fusco ha ricevuto una menzione d’onore.

Sezione speciale dedicata a Roberta Siragusa

Toccante la Sezione Speciale contro la violenza sulle donne, dedicata a Roberta Siragusa, giovane vittima di femminicidio. Il primo premio è stato assegnato a Virginia Pistone dell’Istituto Carlo Maria Carafa di Riesi (CL), mentre il secondo è andato a Lucrezia Mistretta del Liceo delle Scienze Umane di Caccamo.

Targa e borsa di studio in memoria di Maria Angela Marramaldo

Nel corso della cerimonia, la Commissione Cultura di Termini d’Arte – presieduta da Giuseppe Bagnasco, con Vincenzo Cannata, Carmen Cera, Caterina Mastrosimone, Agostino Moscato, Gino Pantaleone e la Presidente Rita Elia – ha conferito la Targa e Borsa di Studio Maria Angela Marramaldo, in memoria della compianta dirigente scolastica, al maturando Francesco Facella dell’I.T.E.E. “Stenio”, sezione di Cerda.

Targa al giovane talento musicale Samuele Palumbo

Un riconoscimento speciale è stato inoltre consegnato al giovanissimo violinista Samuele Palumbo, talento musicale di Campofelice di Roccella, a cui è stata assegnata una targa per meriti artistici. Un omaggio alla dedizione, alla passione e al valore della musica nella formazione dei giovani.

L’impegno culturale di Rita Elia

Una menzione speciale va alla poetessa Rita Elia, presidente dell’associazione Termini d’Arte, la cui passione e dedizione alla promozione della cultura poetica tra i più giovani si confermano motore imprescindibile di questa iniziativa. Con sensibilità, competenza e visione educativa, ha saputo trasformare Il Canto della Musa in un appuntamento annuale atteso e significativo, capace di coniugare arte, riflessione sociale e crescita civile. L’iniziativa ha nuovamente dimostrato come la poesia, attraverso le voci dei ragazzi, possa essere strumento potente di espressione, memoria e speranza.

A rendere ancora più suggestiva la cerimonia è stata la declamazione delle poesie vincitrici da parte dell’attore Salvo Pirello, che ha saputo dare voce e intensità ai versi scritti dai ragazzi, restituendo al pubblico tutta la forza emotiva delle loro parole. E a conferire ulteriore eleganza, la giovane valletta Francesca Bevilacqua.

Salvina Cimino

(Foto di Salvatore Albamonte e Manuel Piscitello)

Golfo di Termini Imerese: Guardia Costiera di Porticello libera tartaruga marina “caretta caretta”

Nell’ambito delle iniziative promosse sul territorio per la ricorrenza annuale della Giornata del Mare, la Guardia Costiera di Porticello, borgo nel golfo di Termini Imerese, ha organizzato il rilascio in mare di un esemplare di tartaruga marina “caretta caretta”.

All’evento, svoltosi il giorno 10 aprile sulla spiaggia di Sant’Elia nel Comune di Santa Flavia, alla presenza di una rappresentanza di studenti della scuola media Karol Wojtyla di Porticello e dell’Amministrazione comunale di Santa Flavia, ha preso parte il personale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia  – C.Re.Ta.M .

Dopo aver spiegato agli studenti intervenuti le principali competenze della Guardia Costiera a tutela dell’ambiente marino e costiero e le attività svolte dal Centro Regionale di Recupero per le Tartarughe marine, nonché le modalità di gestione di tale specie marina in caso di ritrovamento in mare o in spiaggia, si è proceduto alla liberazione in mare di “Rachele”, una piccola tartaruga “caretta caretta” di 3,5 kg, ritrovata al largo della costa palermitana, in difficoltà per aver ingerito un amo da pesca ed affidata alle cure del personale del C.Re.Ta.M.

Tali eventi rappresentano un momento importante di sensibilizzazione a favore degli studenti affinché comprendano l’importanza di rispettare e proteggere l’ambiente marino e le creature che lo popolano.

Cefalù, Sonia Di Gaudio è la nuova Presidente del Lions Club

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Con voto unanime e per acclamazione, Sonia Di Gaudio è stata eletta nuova Presidente del Lions Club Cefalù. L’inizio ufficiale del suo mandato è previsto per il 1 luglio, dopo la suggestiva cerimonia del “Passaggio della Campana”, che segnerà il passaggio di consegne dal Presidente uscente, Ciro Cardinale. Nel corso dell’assemblea sono stati eletti anche i membri delle altre cariche direttive.
Il ruolo di Primo Vicepresidente sarà ricoperto da Silvana Leanza, mentre Vincenzo Garbo sarà il Secondo Vicepresidente. Il consiglio direttivo sarà composto da Carmelo Iraci, Cosimo Di Giorgio, Giuseppe Martorana, Giuseppe Neri, Paolo Solaro e Antonio Iachetta. Il Comitato GST sarà presieduto da Giuseppe Capuana, mentre la guida del Comitato GMT è stata affidata ad Alberto D’Agostino. La responsabilità della comunicazione e del marketing del Club sarà curata da Giacomo Sapienza.
Il Presidente Di Gaudio introduce già una significativa novità: la segreteria del Club sarà infatti gestita congiuntamente dai soci Carmelo Iraci e Giuseppe Capuana.

Fondato nel 1968 per iniziativa del dottor Salvatore Calderone — che ne fu il primo Presidente — il Lions Club di Cefalù venne sponsorizzato dal Lions Club di Palermo, sotto il Governatorato del Professor Giuseppe Grimaldi, Presidente Internazionale del Lions Clubs International per l’anno 1994-1995. L’omologazione ufficiale avvenne il 22 gennaio 1969, mentre la cerimonia solenne di consegna della “Charter” si svolse il 24 aprile dello stesso anno. Da allora, il Lions Club Cefalù rappresenta un pilastro nella vita sociale e culturale della città, contraddistinguendosi per il costante impegno al servizio della comunità e per la sensibilità verso le fasce più fragili della popolazione. Un punto di riferimento non solo per Cefalù, ma per tutto il territorio circostante.

La Settimana Santa a Palermo tra musica, storia e devozione: “Le sette parole di Cristo” nella chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi

Un viaggio attraverso musica, storia e spiritualità attende il pubblico nel cuore di Palermo. Mercoledì Santo, 16 aprile, alle ore 21, la chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi si trasformerà in un palcoscenico d’eccezione per il concerto Le sette parole di Nostro Signore Gesù Cristo sulla Croce, composizione sacra di Charles Gounod (1818-1893) con il coro G.P. da Palestrina diretto da Giosuè D’Asta e Damiano Lauria all’organo.

 

Un evento unico che intreccia arte e fede, organizzato dall’associazione musicale Arturo Toscanini in collaborazione con l’associazione musicale Ars Antiqua, e che si inserisce in un momento di particolare significato storico e religioso: il centenario della Confraternita Maria SS. Addolorata degli Invalidi e Mutilati di Guerra. Al termine del concerto, ci sarà la possibilità di visitare la splendida chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi e i venerati simulacri della confraternita allestiti per il Venerdì Santo.

 

La serata si aprirà con l’esecuzione di alcuni brani organistici a tema eseguiti da Damiano Lauria, creando un’atmosfera di raccoglimento e contemplazione. Seguirà l’interpretazione del coro che darà voce a Le sette parole di Nostro Signore Gesù Cristo sulla Croce, un’opera di struggente bellezza che invita alla meditazione sulle ultime parole pronunciate da Gesù sulla croce. Il concerto sarà accompagnato da estratti dai 14 poemetti de “Le Chemin de la Croix” di Paul Claudel, selezione, traduzione e adattamento a cura del professore Giuseppe Cammarata. A rendere il tutto ancora più coinvolgente, le proiezioni di opere d’arte sacra curate dall’architetto Riccardo Messina, che trasformano lo spazio in un racconto visivo emozionante e suggestivo.

 

La confraternita Maria SS. Addolorata: cento anni di devozione e memoria

Fondata nel 1925 per offrire sostegno morale e spirituale ai reduci della Grande Guerra, la Confraternita Maria SS. Addolorata degli Invalidi e Mutilati di Guerra ha rappresentato per un secolo un punto di riferimento per la comunità palermitana. La sua missione si è sempre intrecciata con l’assistenza ai più deboli e con la valorizzazione della tradizione religiosa, custodendo preziose testimonianze di fede e cultura. Ancora oggi, la confraternita mantiene vivo il legame con le celebrazioni pasquali, rinnovando ogni anno il suo impegno nella preparazione delle solenni processioni della Settimana Santa.

 

La Settimana Santa a Palermo: un’esperienza unica tra fede e tradizione

Per chi visita Palermo nel periodo pasquale, la Settimana Santa è un’occasione imperdibile per immergersi nelle suggestive tradizioni locali. Le vie del centro storico si animano con le processioni delle confraternite, i cui simulacri, carichi di storia e spiritualità, vengono trasportati per le strade tra il suono struggente delle marce funebri.

Il concerto Le sette parole di Cristo offrirà ai presenti la possibilità di ammirare i simulacri già allestiti per le celebrazioni, permettendo di scoprire da vicino l’importante patrimonio artistico e devozionale della Confraternita di Maria SS. Addolorata degli Invalidi e Mutilati di Guerra. Un’opportunità unica per turisti e appassionati di cultura religiosa, che potranno vivere un momento di intensa bellezza e raccoglimento.

 

 

Dettagli dell’evento:

  • Titolo: Le sept paroles de Notre Seigneur Jesus-Christ Sur la Croix (CG 147, 1855)
  • Compositore: Charles Gounod (1818-1893)
  • Data: Mercoledì Santo, 16 aprile 2025
  • Ora: 21
  • Luogo: Chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi, Palermo
  • Costo: 10 euro
  • Biglietti disponibili on-line: https://oooh.events/evento/les-sept-paroles-gounod-biglietti/
  • Possibilità di acquistare i biglietti in loco prima dell’evento a partire dalle ore 20.

 

 

Coro G.P. da Palestrina

Il coro nasce con lo scopo di studiare e diffondere la musica medievale e rinascimentale, partendo dallo studio e dalla diffusione del canto gregoriano. Il coro svolge regolarmente attività concertistica dal 1984, proponendo brani di musica sacra e profana del periodo di riferimento, con o senza accompagnamento strumentale.

Il coro è composto da amatori, semiprofessionisti e professionisti ed avrà sempre questa peculiarità ed originalità: essere un coro di natura mista. Aspira, inoltre, a creare progetti di ricerca e formazione nell’ambito della musica d’insieme.

Il coro, un tempo chiamato “Exultate Deo”, ha una lunga storia alle spalle che inizia nel 1983 sotto la guida del maestro Giovan Battista D’Asta. Il debutto avviene nel 1984 con un concerto di musica rinascimentale sacra e profana presso la chiesa del SS. Salvatore a Palermo.

Tra gli eventi di rilievo più recenti si ricordano il concerto presso la cripta della Cattedrale di Palermo, il concerto Tenebrae Factae Sunt in memoria di Benedetto XVI, le partecipazioni al Festival di musica barocca nel 2023 e nel 2024 con la prima esecuzione a Palermo della messa del Primo Tuono di Antonio Lotti, l’invito ricevuto per il 130° anniversario della fondazione dell’Istituto dei Ciechi di Palermo e il worskhop di canto corale organizzato con il direttore emerito della Cappella Sistina il maestro Mons. Giuseppe Liberto.

Giosuè D’Asta è un musicista palermitano con una formazione accademica in filosofia, pianoforte, organo, composizione e direzione corale. Oltre ad essere direttore artistico dell’Accademia Musicale Ars Antiqua, è anche presidente dell’Associazione Musicale “Arturo Toscanini”. È organista presso la Cattedrale di Palermo, l’Istituto dei Ciechi e la Chiesa Senatoriale di Sant’Antonio Abate.

 

Damiano Lauria, pianista e organista, ha studiato presso il Conservatorio “V. Bellini” di Caltanissetta e ha partecipato a numerosi concorsi, ottenendo riconoscimenti. Svolge attività concertistica sia come solista sia in formazioni corali, e dal 2019 è organista presso la Chiesa Madre di San Cataldo.

 

Associazione musicale Arturo Toscanini

Fondata nel 1996, l’associazione musicale Arturo Toscanini nasce per diffondere, divulgare ed insegnare a far musica fuori dagli ambienti accademici, formali ed istituzionali, portando spesso la musica nelle periferie della città, facendo inoltre eseguire ed ascoltare repertori complessi anche a semplici amatori, sempre guidati, formati e sostenuti da professionisti.

Sin dagli inizi l’associazione ha organizzato concerti, festival e masterclass, collaborando con professionisti e musicisti che vivono l’esperienza artistica come espressione di bellezza, arginando ogni traccia di autoreferenzialità artistica, isteria accademica o aberrazione filologica.

«Oggi più che mai, vista la spiacevole ma costante crisi di iscrizioni nei nostri conservatori, c’è l’esigenza di tornare a far musica per il gusto di fare musica e diffonderla nei contesti apparentemente più lontani da un linguaggio musicale complesso – dice il presidente dell’associazione, Giosuè D’Asta –. Lo scopo è quello di avvicinare gli ascoltatori al grande patrimonio artistico che la musica occidentale ci ha consegnato, ma che rischia di essere dimenticato o avvertito come linguaggio assolutamente distante, senza memoria non c’è progresso, senza tradizione non c’è innovazione».

“Le tante vite di un sogno incompiuto”: esce l’ultima fatica autobiografica di Giuseppe Pippo Oddo

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Per le sollecitazioni e gli incoraggiamenti ricevuti da tanti amici, c’era proprio da aspettarselo che Giuseppe Oddo si decidesse a sottoporsi ad un’ulteriore fatica, ovvero a scrivere la sua autobiografia a cui ha voluto dare il titolo “Le tante vite di un sogno incompiuto. Riflessioni autobiografiche”. Il libro, pubblicato per i tipi della Navarra editore, verrà presentato a Palermo il 27 aprile nella splendida cornice di piazza Bologni in occasione della manifestazione La Via dei Librai. Il testo è arricchito da una appassionata prefazione di Dino Paternostro, corleonese, noto sindacalista della CGIL e dalla copertina dell’artista di Mezzojuso Nicola Figlia. Una pittura ad olio del 2024, nel suo caratteristico stile, dal titolo “Racconto di volti”, che bene si presta ad illustrare la moltitudine di personaggi incrociati dall’Autore nelle sue tante vite.

Il titolo del volume, per come ha argomentato l’Autore, è stato oggetto di prolungata meditazione; la narrazione, lineare nel procedere degli eventi e riflessiva in quanto ricca di osservazioni, ragionamenti, opinioni e stati d’animo, riesce a trasportare e coinvolgere il lettore nelle varie esperienze dell’intensa vita di Giuseppe Oddo: l’infanzia e l’adolescenza trascorsa a Villafrati, suo paese di nascita; l’attività politica a fianco della sinistra socialista; il lavoro sindacale quale funzionario della CGIL tra Palermo e Ragusa che lo portarono ad operare in vari settori, sempre a stretto contatto con i lavoratori. L’operosità e i risultati conseguiti gli procurarono l’approvazione e la stima di noti sindacalisti fra i quali Feliciano Rossitto, Vittorio Foa e Giuseppe Avolio.

Per le tante competenze acquisite ricevette altri prestigiosi incarichi: consulente nazionale di Turismo verde; insegnante di legislazione agrituristica e cultura del territorio in qualità di esperto all’IPSA di Partinico; insegnante di legislazione agrituristica e cooperativistica presso l’Istituto Professionale di Stato per i servizi commerciali e turistici “Saverio Friscia” di Sciacca; collaboratore del CRESM per il recupero alla cultura della legalità presso la Casa circondariale “Pagliarelli” di Palermo; coordinatore di una ricerca antropologica dell’Associazione contro la droga di Partinico.

Assai notevole l’intensa laboriosità e il dinamismo culturale: ha organizzato numerosi eventi in vari comuni siciliani di cui, peraltro, è stato relatore; storico per passione, è autore di un considerevole numero di saggi storici, romanzi, studi sull’agriturismo e,  ancora, di prefazioni a numerose pubblicazioni di altri studiosi. Le opere di cui è autore gli hanno procurato sempre l’attenzione e significativi riconoscimenti da parte di illustri storici come, ad esempio, Francesco Renda e di altri eccellenti intellettuali tra i quali Corrado Barberis, presidente dell’Istituto nazionale di sociologia rurale e, ancora, dei media, di istituzioni scientifiche e confederazioni sindacali. Non ultimi da segnalare i prestigiosi premi letterari che hanno colto l’essenza del suo impegno civile e culturale. Ha sempre mostrato, nei settori e materie dove ha operato, grande competenza, capacità organizzativa, passione vera, vigore nel perseguire gli obiettivi prefissati, coerenza e salvaguardia culturale in ogni atto del suo impegno civile. Oggi, pertanto, all’età di 84 anni già compiuti, era quasi un obbligo che Giuseppe Oddo regalasse ai lettori la sua autobiografia.

In questo scritto l’Autore narra la propria vita con accurata descrizione e una straordinaria ricchezza di particolari; rivive con la mente una successione di eventi conservati e cristallizzati nella sua memoria e ricorre alla ricerca della relativa documentazione laddove è stato necessario. In tutta l’opera, i fatti raccontati ricadenti nell’ambito familiare e della sua attività pubblica (politica, sindacale e culturale) vengono contestualizzati con gli avvenimenti più rilevanti del momento; vicende significative che, talvolta, hanno segnato il corso della storia. Le profonde riflessioni su questi accadimenti attestano la sua onestà di libero pensatore: con elegante sobrietà valuta episodi e comportamenti, racconta dei molteplici successi riscossi e di cui è estremamente orgoglioso e, con la stessa accortezza, riporta anche i momenti tristi, le contrarietà e le amarezze subite.

Non mancano nel testo episodi divertenti che talvolta lasceranno increduli i lettori e che contribuiscono ad arricchire il testo rendendolo particolarmente avvincente.

Il segreto della bellezza del volume sta nell’approccio metodologico di abile saggista di cui Oddo è un grande conoscitore. Un intellettuale che sa usare il linguaggio appropriato a seconda della tipologia della narrazione e l’uso di vocaboli tecnici laddove si rende necessario.

Con questi presupposti le pagine del libro brulicano di una miriade di personaggi della nostra storia politica e sociale, specialmente di sindacalisti, di storici, intellettuali e celebri personalità che spesse volte Giuseppe Oddo ha avuto occasione di incontrare e conoscere. E, ancora, durante la lettura incontriamo i nomi di tante persone protagoniste in altri contesti che meritano di essere ricordate per determinate vicende, come ad esempio Placido Rizzotto, scomparso recentemente, personaggio simbolico dell’antimafia militante, nipote dell’omonimo eroe contadino sindacalista di Corleone. Come pure non manca la presenza di cari amici nel ricordo di piacevoli avvenimenti. Tra questi Antonella Azoti, scomparsa durante la pandemia, figlia di Nicolò Azoti segretario della Camera del lavoro di Baucina, ucciso dalla mafia nel dicembre del 1946. Antonella  dedicò la sua esistenza per restituire giustizia a suo padre.

Le riflessioni che Oddo ci propone nella loro complessità attraversano, dunque, la sua esistenza e trovano pienamente riscontro nell’aforisma di Carl Gustav Jung: Il viaggio più difficile di un essere umano è quello che lo conduce dentro sé stesso alla scoperta di chi veramente egli è. Un aforisma, inserito a principio della sua opera, molto profondo che sembra proprio a misura dell’Autore. Ma non è il solo. Nel volume, infatti, sistematicamente sono riportate altre frasi celebri che seguono il titolo delle quattro parti in cui è suddivisa l’opera e le ritroviamo anche ad inizio di ogni capitolo; in qualche modo guidano il lettore a cogliere anticipatamente il contenuto delle pagine seguenti.

È il caso di citare l’aforisma di Cesare Pavese che recita Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei, resta ad aspettarti. Ma non è facile starci tranquillo. Un’affermazione che ci rimanda al suo paese d’origine: ad attenderlo è la sua Villafrati a cui Giuseppe Oddo è rimasto sempre fortemente legato anche quando è andato ad abitare altrove. Prova ne sia che ha continuato a riflettere sulle problematiche che hanno rallentato e rallentano lo sviluppo del proprio paese, estendendo il suo pensiero all’intero comprensorio e proponendo soluzioni e modalità di riscatto. La comunità villafratese, va detto, ha influito in modo determinante sulla sua formazione di uomo. Ne è conferma quando egli afferma che la sua “più grande fortuna è stata nascere a Villafrati” da una famiglia di modeste condizioni economiche che gli ha trasmesso un ricco patrimonio di valori: – “cultura della solidarietà e dell’attenzione verso i più deboli”; – “la tenacia, gli ideali di libertà e di giustizia, assieme al coraggio di reagire alle prepotenze e sfidare i suoi stessi limiti”.

Valori che in realtà non tardarono a rivelarsi quando ancora bambino si ritrovò, inconsapevolmente, a sfilare con gli adulti, gridando slogan per sollecitare la riforma agraria e indossando un fazzoletto rosso al collo che per l’occasione gli avevano dato. Questo, come tanti altri eventi, lo portarono a divenire un “attento osservatore e partigiano al limite del fanatismo infantile” e a sostenere il movimento contadino allora in fermento.

Un segnale più che illusorio destinato verso “una missione importante” che, come egli racconta, ebbe nel 1959 quando, da pendolare per frequentare il liceo classico a Palermo, fu protagonista di una protesta riguardo la convalida di biglietti e abbonamenti sulla corriera dell’AST e il suo nome fu citato per la prima volta in un trafiletto del quotidiano L’Ora; un fatto non tanto secondario in quanto contribuì non poco alle sue “successive scelte di vita, private, civili e culturali”. Tempo che non tardò ad arrivare quando conseguì il diploma di laurea in giurisprudenza, che, ovviamente, segnò il momento fondamentale sul percorso da seguire nella ricerca di un lavoro.

Le opzioni che il giovane Pippo Oddo ebbe a valutare furono tante, ma le “illusioni” presero forma in considerazione che, dalla primissima gioventù, si era avvicinato alla politica attiva ricoprendo già le cariche di membro del comitato direttivo provinciale del PSIUP e di consigliere comunale a Villafrati. Propizia fu allora la proposta della CGIL di essere assunto inizialmente come funzionario nella FILLEA di Palermo, per assurgere nel tempo altre responsabilità, e lui accettò volentieri. Un lavoro che realmente rispondeva alle sue aspirazioni di dare voce e di mettersi a difesa dei diritti negati ai lavoratori e agli operai e al riscatto delle misere condizioni di vita delle classi più deboli. Attribuzioni sindacali che gli consentirono di mettere in campo tutte le sue potenzialità e di agire a fianco di lavoratori-operai per dare loro dignità nel conseguimento di diritti fino allora negati. Da rilevare, in merito, la grande responsabilità assunta tra gli anni ’60 e i ’70 per la risoluzione delle vertenze che si affrontavano nelle fabbriche e nei cantieri edili e l’attività frenetica per l’applicazione dello Statuto dei diritti dei lavoratori dopo l’approvazione della legge n. 300/1970. Se questo fu l’inizio, l’entusiasmo e la determinazione lo portarono a cimentarsi anche su altre problematiche: dall’antimafia sociale, alla forestazione e al riassetto del territorio e delle zone marginali, dai grandi bacini irrigui e dei laghetti collinari, all’occupazione giovanile, dallo stato sociale e della tutela sindacale dei diritti previdenziali, all’emigrazione e ancora alla promozione agrituristica e alle iniziative per lo sviluppo locale.

Nell’intensa attività svolta, in particolare, meritano di essere ricordate le dure battaglie combattute da Oddo a fianco dei braccianti agricoli di molti Comuni del palermitano per la risoluzione di varie controversie. Memorabile la vertenza messa in atto sul finire del 1972 per la firma del contratto integrativo dei braccianti del settore agrumicolo che trovò la forte resistenza della controparte, cioè degli agrari che mostrarono il loro provocatorio atteggiamento mafioso. Atteggiamento che contribuì a inasprire il comportamento dei braccianti, anche per le considerazioni espresse da Oddo che temeva, essendo imminente la raccolta, che se non avessero firmato il contratto entro la fine dell’anno, avrebbero dovuto aspettare la campagna agrumicola successiva per avere di nuovo un forte potere negoziale. Da qui lo slogan: “O il contratto o il Natale in piazza!”. E in piazza scesero i braccianti di vari centri costieri: Bagheria, Ficarazzi, Belmonte Mezzagno, Villabate e le borgate di Palermo. Le manifestazioni determinarono l’intensa frenesia di Pippo Oddo che, in qualità di rappresentante sindacale, si mosse da un centro all’altro per coordinare le molteplici manifestazioni e combattere anche il fenomeno del caporalato che andava alla ricerca dei crumiri per portarli negli agrumeti sottoponendoli a un lavoro faticoso ed estenuante.

Fu la vittoria!

Il contratto venne firmato prima del 25 con grande soddisfazione di tutti e il Natale venne festeggiato a casa nel calore di ogni famiglia.

Tuttavia, nonostante i numerosi successi conseguiti dal Nostro sul campo, le mutazioni interne al sindacato per la fine di una fase storica con le significative conquiste nell’applicazione dello Statuto dei diritti dei lavoratori, lo indussero a continuare a occuparsi di politica ma in un ambito più ristretto, aspirando a ricoprire la carica di primo cittadino di Villafrati, evento che non si realizzò.

In questa fase della sua vita iniziò una seria introspezione sulla sua identità di uomo al servizio delle minoranze e mette mano alla ricostruzione dei ricordi personali e di famiglia incominciando dalle vicende del bisnonno cospiratore antiborbonico. Capisce, quindi, che era necessario contestualizzare le proprie esperienze e i propri ricordi iniziando da una ricerca sull’identità del paese in cui era nato. E questa fu la premessa di un’altra fase delle sue tante vite che si realizzerà pienamente nella futura condizione di pensionato attivo (1996). Dopo una lunga ricerca archivistica, Oddo scrive il suo primo libro di storia: “Lo sviluppo incompiuto. Storia di un comune rurale della Sicilia occidentale. Villafrati 1596 – 1960”, pubblicato nel 1986.

Da quel momento la ricerca archivistica e bibliografica diventa la sua più grande passione, tanto da scrivere e pubblicare, come già ricordato, numerosi libri. Tra questi il romanzo storico “Memoriale di un vecchio portabandiera” pubblicato nel 2012, ispirato, appunto, alle vicende risorgimentali del proprio bisnonno che venne condannato a morte con commutazione della pena a 18 anni di carcere duro per aver partecipato nel 1856 quale portabandiera della rivolta antiborbonica capeggiata dal corleonese Francesco Bentivegna.

Già sulla scia dei saggi storici e per l’innata sensibilità verso i valori risorgimentali, proprio sull’eroe corleonese, nel 2006, Oddo aveva pubblicato un altro interessante studio “L’utopia della libertà. Francesco Bentivegna, barone popolare”.

Quelle citate, sono tutte, senza dubbio, opere di grande pregio ma la fatica maggiore doveva ancora venire alla luce, allorquando si accinse a scrivere “Il miraggio della terra”, un’opera davvero monumentale suddivisa in quattro volumi che ricostruisce un periodo storico lungo 202 anni che va dalla seconda metà del Settecento alla fine degli anni Sessanta del passato secolo e che segnarono la fine della civiltà contadina. In definitiva un’opera che racchiude gli studi e la passione di una vita se pensiamo che il primo volume venne pubblicato nel 2010 e l’ultimo nel 2021, ovvero in un periodo di 11 anni. Le molteplici presentazioni dei singoli volumi, di cui la prima nell’Aula magna della Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo e fino all’ultima, hanno sempre riservato all’Autore grandi apprezzamenti da parte di rinomati intellettuali e storici che gli hanno regalato grandi soddisfazioni.

Soddisfazioni e gioie di una intera vita che, però, se si considera il titolo dell’autobiografia, un “sogno incompiuto” non sono state sufficienti a rendere Oddo pienamente appagato in quanto consapevole di non aver potuto mettere un punto definitivo ad alcuni dei suoi ideali giovanili e di uomo maturo. Incompiuto nei suoi pensieri rimane “il contrasto alla mafia (che è precondizione essenziale di ogni ipotesi di sviluppo economico, sociale civile e democratico)”. Incompiuto rimane, altresì, lo sviluppo eco-sostenibile del paese dove è nato e dei centri del circondario; apprezza tutto quanto possa servire a questo scopo soprattutto quando viene a conoscenza di progetti indirizzati a rendere realizzabili i suoi sogni, benché sia consapevole che, per questioni anagrafiche, non avrà la soddisfazione di vederli realizzati.

A coronamento di una brillante e sapiente vita culturale, comunque, c’è quest’ultima ponderosa opera autobiografica sulla quale l’Autore ha cominciato a riflettere circa tre anni fa. Un’opera che, non ci sono dubbi, sarà accolta calorosamente dai lettori che ne apprezzeranno i contenuti e ammireranno con rinnovata stima la passione profonda e la caparbietà infusa dal professore in ogni sua azione. Tenacia con la quale ha saputo affrontare ogni ostacolo e impedimento senza cedimenti per il raggiungimento di obiettivi indirizzati alla giustizia sociale, al bene comune e allo sviluppo territoriale.

Quest’ultimo sforzo letterario, possiamo essere certi, gli avrà procurato tanta fatica ma durante la stesura è stato supportato sia dall’incoraggiamento ricevuto da tanti amici ed estimatori sia dalla consapevolezza dell’apprezzamento del suo lavoro come dimostrano i prestigiosi premi ricevuti nel 2021: il premio antimafia “Salvatore Carnevale” e il premio “Gaia” per la valorizzazione del territorio siciliano.

Sarà l’ultima opera? Forse! Ma, certamente, continuerà a scrivere eccellenti piccoli saggi e prefazioni a lavori di altri studiosi che gli procureranno, certamente, altre rilevanti gratificazioni. E chissà! Pippo Oddo è uomo dalle mille sorprese. Che non abbia già in mente un nuovo progetto?

Domenico Gambino

Termini Imerese, sulla A19 carrello con canoe si ribalta a causa del forte vento

Nel pomeriggio di oggi, attorno alle ore 17, un incidente ha causato il blocco temporaneo del traffico sull’autostrada A19 Palermo-Catania, in direzione Palermo. Il sinistro è avvenuto tra gli svincoli di Trabia e Termini Imerese, dove un carrello che trasportava canoe si è ribaltato a causa del forte vento che ha investito la zona.

L’Anas, in una nota ufficiale, ha comunicato che l’incidente ha coinvolto un mezzo pesante, il cui carico si è disperso lungo la carreggiata, rendendo necessaria l’interruzione della viabilità.

“Sull’autostrada A19 Palermo-Catania il traffico è temporaneamente bloccato in direzione Palermo. Nell’incidente, su cui sono in corso accertamenti, è coinvolto un mezzo pesante che ha disperso il carico in carreggiata. Sul posto è presente il personale Anas oltre alle forze dell’ordine per liberare la strada e ripristinare la normale viabilità nel più breve tempo possibile” si legge in una nota dell’Anas.

A19, al via lavori per liberare restringimento a Bagheria e Casteldaccia

Sono iniziati i lavori per la rimozione del restringimento di carreggiata di circa un chilometro presente sull’autostrada Palermo-Catania, all’altezza dello svincolo di Bagheria, in direzione del capoluogo siciliano. L’intervento è stato disposto dal commissario straordinario per il Piano di manutenzione dell’A19, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in vista delle imminenti festività pasquali. L’obiettivo è quello di garantire la massima fluidità del traffico e agevolare gli spostamenti degli automobilisti, riducendo al minimo la presenza di cantieri lungo le principali arterie stradali.

I lavori proseguiranno senza sosta per consentire la piena fruibilità del tratto autostradale entro lunedì, martedì al massimo. A seguire verranno rimossi i due cantieri all’altezza di Casteldaccia, in entrambe le direzioni di marcia per un totale complessivo di circa 600 metri.

Sciara, tutto pronto per la 45° edizione della Via Crucis Vivente, martedì 15 aprile 2025

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Anche quest’anno, a Sciara, si rinnova una tradizione che ha il sapore della fede, dell’impegno e della bellezza condivisa: martedì 15 aprile, alle ore 20.30, prenderà vita la rappresentazione Vivente della Passione di Cristo, organizzata dalla Parrocchia Sant’Anna in collaborazione con il gruppo Shalom e il Comune di Sciara.

Una storia lunga 45 anni, iniziata con semplicità e cresciuta anno dopo anno grazie all’amore e alla dedizione di centinaia di volontari. Non attori di mestiere, ma uomini e donne, bambini e anziani che, sera dopo sera, provano, costruiscono, riflettono, pregano. Come afferma il regista Erasmo Muscarella: “È bello ricordare che non sono attori professionisti ma persone comuni, unite da una fede profonda e dalla volontà di donare qualcosa alla propria comunità. A loro va il mio grazie più sincero. Un ringraziamento speciale anche a Padre Nunzio Pomara, vera guida spirituale e motore instancabile dell’iniziativa, al Sindaco, all’Amministrazione Comunale, all’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana, alle aziende locali, alle Forze dell’Ordine e a tutti i volontari. Senza di loro, nulla sarebbe possibile.”

Con oltre cento figuranti, tra costumi curati nei minimi dettagli e scenografie che trasformano le vie cittadine in luoghi sacri, la Via Crucis si snoderà a partire dalla Chiesa Parrocchiale di Via Roma. Un percorso emozionante che vuole essere molto più di una rappresentazione: è infatti un invito alla riflessione, alla comunione e alla riscoperta del senso più profondo della Pasqua.

Un invito dunque ad avere il cuore aperto e lo sguardo attento, per lasciarsi toccare da una Passione che, ancora oggi, riesce a parlare a ciascuno di noi.