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Non approvate quella mozione! Linguisti e dialettologi delle Università siciliane scrivono all’Unione dei Comuni delle Madonie

Il Consiglio dell’Unione dei Comuni delle Madonie il 20 maggio si discuterà se approvare una mozione che chiede alla Regione Siciliana che la lingua siciliana venga riconosciuta come lingua ufficiale della Regione e lingua primaria d’istruzione e quindi insegnata nelle scuole come prima lingua.

I linguisti e i dialettologi delle Università di Palermo, Messina e Catania e il Centro di Studi filologici e linguistici siciliani chiedono al Consiglio dell’Unione dei Comuni di non votare la mozione e di essere auditi sul punto per potere illustrare le proprie posizioni e proposte, frutto di decenni di studio del dialetto e del repertorio contemporaneo e di centinaia di ricerche e pubblicazioni.

Pubblichiamo il testo integrale diffuso dagli studiosi con primo firmatario Giovanni Ruffino (nella foto), Accademico della Crusca, linguista e dialettologo di fama internazionale e presidente del Centro di Studi filologici e linguistici siciliani.

A PROPOSITO DEL SICILIANO COME “LINGUA UFFICIALE” E DELLE MOZIONI COMUNALI

  1. Disperdere e recuperare

Chi non vorrebbe preservare la “lingua addotata dai patri”, come cantava Ignazio Buttitta? Le dichiarazioni che in questi ultimi decenni abbiamo raccolto nei progetti sociolinguistici ci dicono che intere famiglie siciliane, insegnanti, gente comune, hanno rinunciato alla trasmissione del dialetto e dei dialetti: un po’ per obbligo, un po’ per vergogna, un po’ per senso di inutilità, un po’ per esterofilia. Nel frattempo, i corsi accademici delle tre università siciliane – riconoscendo il valore dell’enorme patrimonio linguistico-culturale formatosi nei millenni nella più grande delle isole del Mediterraneo – hanno controbilanciato questa emorragia e questo velato fastidio proponendo corsi di dialettologia storica, di usi sincronici delle varietà dialettali, conoscenza e analisi degli autori della più grande tradizione letteraria, promuovendo convegni, laboratori sul campo, corsi di formazione per docenti, ricerche lessicografiche, onomastiche, geolinguistiche, collane editoriali sulle singole varietà dialettali e sulle varietà alloglotte (albanese e gallo-italico). E tutto questo spesso nel silenzio e nel disinteresse delle stesse istituzioni. Oggi si raccolgono quasi porta a porta i toponimi dialettali, ultimi relitti del rapporto fra parlanti e paesaggio siciliano, riscontrando entusiasmi non scontati anche nelle giovani generazioni. Il Centro di studi filologici e linguistici siciliani fu il promotore dei tre volumi apparsi nella prestigiosa collana “Meridiani” della Mondadori con la ricostruzione filologica dei testi della scuola di Federico II, testi in gran parte toscanizzati e su cui si fondò il fraintendimento del giudizio di Dante e si fondano tutt’oggi alcune delle “panzane a ruota libera” sulle lingue (per citare il grande linguista Tullio De Mauro) che possiamo leggere su giornali e social network. Una trasmissione radiofonica venne condotta con il fine di ripristinare una conoscenza documentata e consapevole e di preservare quanto costruito nei secoli: il compianto Roberto Sottile ne fu l’ideatore e il trascinatore, coinvolgendo decine di artisti e studiosi anche non siciliani.

  1. False valorizzazioni di una lingua che non c’è

Dovremmo, dunque, essere contenti e gratificati da quanto sta accadendo in questi mesi in alcune realtà politico-amministrative che all’unanimità hanno approvato un documento “per la tutela e la valorizzazione del patrimonio linguistico siciliano”? Addirittura, circola un Disegno di legge regionale (disignu di liggi reggiunali?) a firma Lombardo, Di Mauro, Carta, Balsamo per il riconoscimento della “lingua siciliana” (riconoscimintu di la lingua siciliana?). Si parta da questa etichetta classificatoria: lingua. Posto che per i linguisti ogni codice verbale assume dignità di lingua e posto che ai promotori politici di questa avventura poco culturale e molto ideologica disdice l’uso della parola dialetto, si comprende dalla lettura della mozione che non si intende preservare affatto la ricchezza dei patrimoni locali e della trasmissione orale, ma si vuole imporre una alchemica lingua scritta (si parla di adozione di “un modello linguistico”), forgiata probabilmente sull’italiano attraverso un proliferare ovviamente finanziato di opere “in siciliano, con pellicole cinematografiche, programmi e serie televisive, trasmissioni radiofoniche, quotidiani, fumetti e libri”, imposta a scuola e veicolata dalle istituzioni pubbliche. Viene richiesta persino l’istituzione di “un comitato, in conformità alla Parte IV della CELRM, incaricato di pianificare, attuare e monitorare le misure previste” e, guarda caso, proprio la CELRM esclude proprio i dialetti e le lingue migranti.

  1. Iniziative didattiche e pericolose imposizioni sperimentali

La prima domanda è: perché? Le lingue si preservano in famiglia e negli usi quotidiani, fornendo le ragioni per non vergognarsene e per affiancarle a tutti gli altri codici necessari ad esprimersi e a vivere liberamente le proprie scelte in un mondo in trasformazione; si preservano grazie a tanti artisti che sono tornati in maniera creativa e non folklorica all’uso del dialetto nelle loro produzioni e in esso riconoscono un codice affettivo, ma anche di rivalsa sociale. Grazie ad un lavoro costante e consapevole dei corsi di linguistica, dialettologia e filologia delle Università siciliane, si sono formate generazioni di insegnanti che promuovono e incoraggiano a svolgere lavori comparati, che attuano con intelligenza ed equilibrio la L.R. 9/2011, nonostante le difficoltà riscontrate in questi anni. Nessuno di loro, però, reclama l’ora di dialetto e men che meno lo studio grammaticale del dialetto. E poi in quale varietà dialettale dovrebbero essere scritti i libri di testo? Qui sorge una contraddizione che gli entusiasti promotori non considerano: come si fa a preservare un patrimonio di differenze e di specialità attraverso un modello? E quale modello dovrebbe assurgere a siciliano-tipo? Il castelbuonese? Il castelterminese? Il galatino? Oppure si pensa di annullare tutte le differenze reali in nome di una lingua costruita a tavolino? La proposta che associazioni prive di autorevolezza scientifica chiedono che i comuni facciano propria, sarebbe la condanna a morte delle parlate locali, sacrificate sull’altare di convenienze ideologiche avulse da ogni conoscenza dei cambiamenti linguistici, dell’importanza delle percezioni dei parlanti, della trasmissione naturale all’interno delle comunità. La storia della Sicilia è storia di integrazioni, inclusioni, ma anche differenziazioni tra aree: qui è lo straordinario miracolo della sua bellezza e il senso della sua tutela. Se si crede – come noi crediamo – che la lingua sia il bacino in cui possono trovarsi tutti gli strati storico-linguistici che ci hanno plasmati, essa va conosciuta e apprezzata senza rivendicare forzature che la snaturerebbero. Ma vi è un’altra ancor più preoccupante contraddizione di tipo sociale: il testo della mozione allarma sul declino della lingua e sul fatto che non ci sia nessuno che la sappia leggere e scrivere, ma subito dopo incita all’uso del siciliano come lingua di istruzione primaria. Ciò significherebbe che i bambini, tutti i bambini, dovrebbero imparare contemporaneamente un nuovo idioma e a leggere e scrivere causando, come sottolinea continuamente l’UNESCO, uno spaventoso aggravio dei processi di alfabetizzazione, soprattutto nei contesti plurilingui come i nostri. Il sistema scolastico ha già troppe fragilità per sottoporlo ad ulteriori sperimentazioni. E siamo convinti che le famiglie apprezzerebbero che i loro figli studino la grammatica di un dialetto (quale?), in una scuola in cui i test INVALSI ci dicono di tante difficoltà con le lingue straniere e con lo stesso italiano? Cosa ne pensano le associazioni di insegnanti? Conoscendo gli assetti sociolinguistici, siamo propensi a credere che, potendo avere alternative, molti trasferirebbero i propri figli in una scuola in cui il siciliano non sia L1.

  1. Passi futuri

Quando si costruisce una strada si chiede la progettazione ad un ingegnere, quando si deve diagnosticare una malattia si chiede l’intervento di un medico specialista, quando si ritiene di dare centralità ad un sistema linguistico sarebbe bene se non seguire le indicazioni, almeno ascoltare gli specialisti e sapere cosa è stato fatto in questi anni. Chiediamo quindi a tutti i Comuni che hanno già approvato la mozione di ritirarla in autotutela e a quelli che si accingono a dibatterla di avviare un dibattito che coinvolga tutti, istituzioni, scuola, università, società civile. Noi ci impegniamo a promuovere entro l’anno un convegno in cui possano trovare voce anche altre realtà territoriali, nazionali e internazionali, dal titolo “Parliamo di dialetto siciliano, tra scuola, rivendicazioni identitarie, perdita e nuovi usi”. Se questo processo non diventerà motivo di un serio confronto scientifico, culturale, sociale, didattico, sorge, inevitabile, una seconda domanda: cui prodest?

Il Presidente, i Componenti del Consiglio Direttivo e del Consiglio Scientifico del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, i Docenti di Linguistica italiana e Dialettologia delle Università di Palermo, Catania e Messina.

https://www.csfls.it/res/

Palermo, 17/05/2025

IL PRESIDENTE DEL CENTRO DI STUDI

FILOLOGICI E LINGUISTICI SICILIANI

Giovanni Ruffino

Il vicesindaco di Cerda Giuseppe Amodeo nominato vice commissario della Lega per la provincia di Palermo

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Giuseppe Amodeo, 35 anni, di Termini Imerese, laureato in Scienze Politiche e da sempre impegnato in politica, è il nuovo vice commissario della Lega per la provincia di Palermo. Vice Sindaco di Cerda, Amodeo è un giovane amministratore radicato nel territorio che ha saputo dimostrare passione, competenza e visione politica.

Amodeo con un solido background politico maturato nel Palermitano non è un neofita della scena locale. La sua familiarità con le dinamiche territoriali, acquisita “sul campo” come egli stesso sottolinea, rappresenta un elemento di indubbio valore aggiunto in un momento in cui la connessione con le realtà locali diviene cruciale per ogni forza politica ambiziosa.

Le prime dichiarazioni del neo vice commissario Amodeo tracciano una linea programmatica chiara: “La Lega sta dimostrando di essere una realtà ben consolidata. L’impegno che metterò al servizio del partito – afferma Amodeo – va nella direzione di allargare il consenso e di coinvolgere quante più persone attorno al nostro progetto politico”.

L’inedita convergenza del ruolo amministrativo a Cerda con la responsabilità provinciale nella Lega conferisce ad Amodeo una prospettiva privilegiata. Egli si configura potenzialmente come un ponte tra le istanze concrete dei cittadini e le strategie del partito a livello più ampio. La sua esperienza nella gestione della cosa pubblica a livello locale potrebbe tradursi in una maggiore sensibilità verso le problematiche reali del territorio e la scelta di affidare un ruolo di rilievo a un giovane amministratore come Amodeo potrebbe essere interpretata come una precisa volontà di rinnovamento e di parlare un linguaggio più vicino alle esigenze delle nuove generazioni e delle comunità locali.

In un contesto politico in continua evoluzione, la capacità di un partito di rinnovarsi e di sintonizzarsi con le specificità del territorio rappresenta spesso la chiave per una crescita solida e duratura. La nomina di Amodeo – ha dichiarato il deputato regionale e capogruppo Lega all’ARS Salvatore Geraci – è un riconoscimento al lavoro svolto e un investimento sul futuro della Lega in provincia di Palermo”.

Salvina Cimino

Un laboratorio del gusto sulla Carota Novella di Ispica IGP. Per gli studenti del “Ferraris” di Ragusa un’esperienza formativa unica

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Si è svolto presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Galileo Ferraris” di Ragusa, il secondo dei quattro seminari organizzati dal Consorzio della Carota Novella di Ispica IGP, al fine di raggiungere al meglio e con delle sessioni dedicate più tecniche, gli operatori del settore del canale Ho.Re.Ca. nel territorio di produzione della carota. Gli studenti del “Ferraris” hanno fatto un’esperienza formativa unica: un laboratorio del gusto dedicato alla Carota Novella di Ispica IGP, guidati dal dott. Giovanni Marino, responsabile del laboratorio sensoriale del CoRFiLaC (Consorzio per la Ricerca nel settore della Filiera Lattiero-Casearia e dell’agroalimentare), panel leader ed esperto di riferimento nel settore. “Gli studenti hanno avuto l’opportunità di avvicinarsi al mondo dell’analisi sensoriale, disciplina innovativa ed intercettiva valutando la Carota Novella di Ispica IGP attraverso i 5 sensi – sottolinea  Marino – concentrandosi in particolare sui quattro attributi fondamentali della qualità sensoriale: colore, odore, aroma e croccantezza. Un’attività coinvolgente – conclude – che ha stimolato il gusto e la consapevolezza sensoriale degli studenti”. “Questo evento – dichiara il Dirigente Scolastico Prof. Ing. Rosario Biazzo dell’Istituto di istruzione superiore “Galileo Ferraris” di Ragusa – si inserisce a pieno titolo in un vasto programma di attività didattiche che accompagnano l’attività formativa offerta dal nostro Istituto e la completano, al fine di dare ai nostri ragazzi quelle competenze e quelle abilità oggi richieste da un mercato sempre più competitivo. Abbiamo sempre creduto in una formazione quanto più rispondente alle richieste del mercato e, per questo motivo, continuiamo ad investire in una formazione in aula e fuori aula con esperienze lavorative sempre più professionalizzanti per lo sviluppo di un tessuto relazionale con il nostro territorio e, soprattutto – conclude Biazzo – con realtà di eccellenza quali il Consorzio di tutela della Carota Novella di ispica IGP”. Il Prof. Rosario Mauro, docente di Orticoltura e floricoltura all’Università di Catania, nel corso del suo intervento, ha riservato uno spazio alle principali peculiarità qualitative della Carota Novella di Ispica, sia sotto il profilo organolettico, sia sotto quello nutrizionale ed igienico-sanitario, evidenziando come “tali caratteristiche derivino dal profondo legame tra la coltura e il suo ambiente di coltivazione, che ne influenza in modo determinante l’unicità e il pregio”. Massimo Pavan, presidente del Consorzio di Tutela IGP che raggruppa tutti i produttori e confezionatori della Carota Novella di Ispica evidenzia che “la bontà, la croccantezza e il sapore sono alcune caratteristiche molto apprezzate della Carota Novella di Ispica IGP. Il consumatore rimane entusiasta quando l’assaggia, poiché sente veramente il profumo della terra, la fragranza erbacea della carota. Grazie a questo territorio – aggiunge Pavan – riusciamo ad ottenere un prodotto veramente buono da mangiare. Inoltre, grazie anche ai sali minerali che sono presenti nei terreni dell’areale della Carota Novella di Ispica IGP, rispetto ad altri areali, abbiamo decisamente una marcia in più e il consumatore lo riconosce perché vediamo che ogni anno il Consorzio aumenta le vendite del prodotto”.

Lo chef Peppe Giuffrè ha proposto piatti prelibati dove la Carota Novella di Ispica IGP, è stata la protagonista indiscussa, passando dal “dolce” al “salato”, dalla cassata al tramezzino. “La cucina è passione e dedizione – afferma Giuffrè – ma la cucina è anche entusiasmarsi con una carota. Poi se questa carota è la novella di Ispica IGP, vi ho detto tutto. Oggi la mia grande emozione è di avere fatto qualcosa con dei grandi personaggi che sono questi ragazzi che si approcciano a questo mondo del food”.   Questo ortaggio dalle caratteristiche peculiari, viene promosso dal Consorzio di Tutela IGP attraverso il progetto “La carota novella d’Ispica IGP in Ho.Re.Ca.” finanziato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF). I prossimi seminari si svolgeranno il 16 maggio a Palermo e si concluderanno il 20 maggio a Enna.

Nella foto (da sinistra): Giovanni Marino, Massimo Pavan, Rosario Biazzo e Rosario Mauro.

A settembre inizieranno le riprese del film dedicato al giornalista termitano Cosimo Cristina

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Inizieranno subito dopo l’estate le riprese del film dedicato alla vita del giovane giornalista termitano Cosimo Cristina, ucciso dalla mafia il 5 maggio del 1960 nella galleria ferroviaria di contrada Fossola tra Trabia e Termini Imerese.

La casa di produzione e distribuzione cinematografica “CinemaSet” continua la sua ascesa nel panorama cinematografico italiano ma, soprattutto, internazionale, con la presentazione ufficiale del suo nuovo progetto filmico, “L’Insabbiato” al 78° Festival di Cannes 2025, all’interno del prestigioso Italian Pavilion presso l’Hôtel Majestic Barrière. Una selezione di grande rilievo che ha visto la partecipazione del regista Rosario Petix, della giovane attrice veneziana Gioia Biraku, del produttore e distributore catanese Antonio Chiaramonte e dei coproduttori Sileo Productions e VeniSet, a dimostrazione della solidità produttiva del progetto. “L’Insabbiato” è tratto dal libro “Gli Insabbiati” di Luciano Mirone, con prefazione di Rita Borsellino. Ambientato in Sicilia tra gli anni ’50 e ’60, il film racconta la vera storia del giovane giornalista Cosimo Cristina, assassinato per aver osato denunciare i rapporti tra mafia e politica. Un film civile, una denuncia, ma anche un atto d’amore verso il giornalismo, la memoria storica e la verità. Un cast eccezionale darà corpo e voce a questa storia dimenticata: Fabrizio Ferracane, Alessio Vassallo, Manuela Ventura, David Coco, Lucia Sardo, Filippo Luna, Giovanni Alfieri, accanto alla giovanissima Gioia Biraku e a molti altri interpreti siciliani. “Negli anni CinemaSet ha costruito un’identità forte e riconoscibile, grazie a un team compatto, collaboratori di valore e un vivaio di talenti che abbiamo saputo coltivare ha commentato Antonio Chiaramonte, produttore e anima di “CinemaSet” – Tanti progetti indipendenti, spesso ignorati dal circuito distributivo, hanno trovato in noi un alleato credibile. La nostra partecipazione a Cannes è anche un gesto d’amore verso la Sicilia, che abbiamo rappresentato con orgoglio. Promuovere il mio o meglio ancora il nostro territorio è parte integrante della nostra missione: le sue bellezze uniche meritano di essere vissute e raccontate anche attraverso il Cine-Turismo.” Dopo i due premi ricevuti alla Mostra del Cinema di Venezia (2021 e 2022) con due progetti filmici meravigliosi, oltre al Taormina Film Fest 2013 e al Concerto di Natale in mondovisione con la Rai, sempre nel 2013, la presenza al 78° Festival di Cannes, segna una nuova pietra miliare nella crescita di “CinemaSet”. Un percorso coerente, etico e rivolto ai giovani. “Il futuro non parte più da noi ma dai giovani – sottolinea Chiaramonte – Ed è su di loro che dobbiamo investire. Questa è sempre stata la mia premessa.” L’Insabbiato sarà girato dopo l’estate di quest’anno, quasi interamente in Sicilia, con alcune sequenze previste a Roma. Una produzione che unisce memoria, verità e visione, pronta a raccontare al mondo, una pagina dimenticata della nostra storia.

Concluso il workshop internazionale del programma Erasmus. Acqua Geraci partner per lo sviluppo urbano sostenibile

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Lunedì 12 maggio si è concluso, dopo cinque intensi giorni di attività, il workshop internazionale “Territorial Innovation – Urban Amplifiers”, promosso nell’ambito del programma Erasmus+ BIP – Blended Intensive Programme. L’iniziativa ha visto la partecipazione di studenti e docenti provenienti da sette prestigiose università europee: Università degli Studi di Palermo, Leibniz University Hannover, College of Arts and Design of Barcelona, Estonian Academy of Arts, TU Delft, University of Ljubljana e Università Politecnica delle Marche.

Durante il workshop, organizzato dal Dipartimento di Architettura, i partecipanti hanno esplorato la complessità della realtà urbana di Palermo, confrontandosi con le sue sfide sociali, economiche e ambientali, tipiche delle città mediterranee. In un clima di cooperazione e scambio culturale, i gruppi di lavoro – composti da studenti di tutte le università partecipanti – hanno elaborato proposte progettuali innovative per la rigenerazione del centro storico del capoluogo siciliano.

Le idee presentate hanno interessato quattro ambiti urbani strategici: Vucciria, Kalsa, Gran Cancelliere e Albergheria, puntando a interventi mirati di rigenerazione urbana e umana.

Alla Vucciria, i progetti hanno affrontato il tema della riconnessione urbana, proponendo il riutilizzo creativo degli spazi in attesa di trasformazione e l’elaborazione di una nuova brand identity attraverso il design.

Alla Kalsa, l’equilibrio tra abitanti e turismo è stato il fulcro per ripensare piazza Magione, l’ex Collegio di Santa Maria della Sapienza e le aree abbandonate, con l’obiettivo di creare una rete urbana connessa e funzionale.

All’Albergheria, i progetti hanno messo al centro il mercato di Ballarò, cercando di coniugare le sue potenzialità turistiche con nuove funzioni e servizi per la comunità, promuovendo inclusione e qualità degli spazi pubblici.

Nell’area del Gran Cancelliere, via del Celso e piazza delle Vergini, le proposte hanno valorizzato le connessioni tra luoghi storici e servizi culturali e formativi, riscoprendo il ruolo dell’acqua nella rigenerazione urbana e nella ricostruzione delle comunità locali.

A supporto dell’iniziativa, Acqua Geraci ha affiancato le attività del workshop in qualità di partner territoriale. L’intervento si inserisce nella più ampia strategia di responsabilità sociale e ambientale di Acqua Geraci, da sempre attenta a sostenere progetti di innovazione, crescita culturale e sostenibilità. Questa collaborazione nasce in linea con l’Obiettivo 11 dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, volto alla costruzione di città e comunità inclusive, sicure, resilienti e sostenibili, e in coerenza con i principi ESG (Environmental, Social, Governance), che incoraggiano sinergie tra aziende, università e istituzioni pubbliche per affrontare insieme le sfide del futuro.

Regione finanzia lavori di efficientamento energetico per oltre 2 milioni in otto Comuni del Comprensorio

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Finanziati dalla Regione Siciliana interventi di efficientamento energetico degli impianti di illuminazione pubblica in alcuni Comuni del Comprensorio Termini Imerese, Cefalù, Madonie. Nello specifico, a Caccamo, Collesano, Gangi, Geraci Siculo, Montemaggiore Belsito, Petralia Sottana, Scillato e Sclafani Bagni. I lavori permetteranno di migliorare i livelli di assorbimento elettrico, diminuendo la quantità di energia consumata dai lampioni e dagli altri sistemi utilizzati per illuminare strade, piazze e aree pubbliche.

I fondi, pari a 2.176.500 euro, sono finanziati dall’assessorato regionale dell’Energia, con risorse dell’Azione 4.1.3. del Po Fesr Sicilia 2014-2020, riprotetti nella Sezione speciale 2 del programma Psc. La fine dei lavori è prevista per il 2026.

«Sono molto soddisfatto di questo risultato – dice l’assessore Francesco Colianni – perché finalmente sono state sbloccate risorse importanti e molto attese dai Comuni interessati. Ridurre l’assorbimento elettrico significa risparmiare energia, abbatterne i costi e diminuire l’impatto ambientale della pubblica illuminazione. Questi interventi, quindi, rientrano a pieno titolo nella direzione segnata dalla politica energetica del governo Schifani, che mira a ridurre il fabbisogno delle utenze regionali, con il duplice vantaggio di semplificare la loro decarbonizzazione e liberare risorse economiche che potranno essere utilizzate per altre finalità».

Giornale di Cefalù: ‘Ntinna a mare, nasce  nuova associazione

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La tradizione della ‘Ntinna a mare va avanti e si rinnova. Far conoscere la ‘Ntinna al mondo e dare un bel motivo in più per venire a Cefalù. Valorizzare la marina, la sagra del pesce, la scuola: questi i progetti della nuova associazione di promozione sociale. Intervista al presidente Gianfranco D’Anna, al vicepresidente Sandro Gugliuzza e al segretario Giovanni Brocato (nella foto). Fondazione Airc: per la “festa della mamma” vendute tutte le azalee. Un riconoscimento generale del valore della ricerca contro i tumori. Ne parla la responsabile Airc Angela Lombardo. “Vera”: incamminarsi sempre verso l’orizzonte senza fermarsi mai. Il valore dell’utopia. Chi lucra sui migranti? Il perenne traffico delle armi. La lettura di questi grandi temi della giornalista Carmen Lasorella. Regalare scuole ai ragazzi, costruire pozzi nei villaggi del Kenya. Quando si trova a Roma ha nostalgia dell’Africa e quando è in Africa sposta sempre di qualche mese il biglietto di ritorno in Italia. La storia della giovane e timida pianista Clemen: “l’amore non sceglie” dice l’attrice Laura Ephrikian.
Questi i servizi principali del Giornale di Cefalù – anno 42 n.1840 – videonotiziario – web diretto e condotto da Carlo Antonio Biondo; dal 15 maggio 2025 su facebook profilo Adriano Cammarata e sul canale you tube Carlo Antonio Biondo. Archivio Giornale su cammarataweb; link su tutti i social.

Cefalù, intervento del Soccorso Alpino Siciliano per soccorrere una turista infortunata sulla Rocca

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Squadre del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano ancora una volta in azione sulla Rocca di Cefalù per soccorrere una turista infortunata. La donna, una settantasettenne tedesca, in questi giorni in vacanza nella cittadina normanna ospite di un’amica, era in escursione sola e, dopo aver raggiunto la cima, stava tornando giù quando, nel tratto tra il castello ed il tempio di Diana, è scivolata sul sentiero finendo rovinosamente a terra e procurandosi un trauma alla caviglia. Accertato che non era più in grado di proseguire a piedi, lei stessa ha telefonato al Numero Unico di Emergenza 112. La centrale del 118, trattandosi di un intervento sanitario in ambiente impervio, ha allertato il Soccorso Alpino che ha inviato subito tre squadre da Palermo e dalle Madonie. Giunti sul posto, i tecnici del SASS hanno immobilizzato il piede della donna, l’hanno caricata in barella e portata a spalle fino alla strada dove ad attenderli c’era un’ambulanza del 118 che ha trasferito la turista all’ospedale “Giglio”.

Solo la scorsa settimana nella stessa zona era stato portato a termine un intervento congiunto con l’82° centro SAR del 15° Stormo dell’Aeronautica Militare per recuperare una sessantunenne olandese che, scivolando, si era procurata un importante trauma ad un arto inferiore.

Il 7 aprile era toccato ad una ventiduenne francese caduta nei pressi del tempio di Diana con la sospetta frattura scomposta della caviglia sinistra, recuperata in elicottero.

Due giorni dopo i tecnici del Soccorso Alpino era intervenuti a piedi per recuperare un turista statunitense sessantenne stroncato da un malore.

Esilarante lettera di una signora di 96 anni alla sua banca: tristemente rappresentativa dei rapporti tra clienti e istituti di credito

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Una signora di 96 anni dopo che si è vista rifiutare il pagamento di un suo assegno ad un idraulico dalla sua banca, dove è cliente da 31 anni, scrive una esilarante lettera all’Istituto Bancario. La nota è tristemente rappresentativa dei rapporti quotidiani tra utenti, spesso impotenti e costantemente umiliati, e gli istituti di credito ogni giorno più arroganti. Con condizioni sempre sbilanciati a favore del primo.

Alla cortese attenzione dell’Istituto Bancario,

desidero ringraziarvi di cuore per aver rifiutato il pagamento del mio assegno al mio idraulico, lo scorso mese.

Secondo le mie stime, la somma sul conto è arrivata circa tre nanosecondi dopo che lui ha presentato l’assegno allo sportello. Capisco, tuttavia, che questo lasso di tempo vi sia risultato inaccettabile, soprattutto considerando che il trasferimento mensile dal mio conto di risparmio – attivo da appena trentun anni – non fosse stato ancora registrato.

Devo ammettere che la vostra prontezza nel cogliere quell’attimo di vuoto sul mio saldo è stata ammirevole, così come lo è stata l’energia con cui mi avete addebitato 30 euro di penale per l’accaduto. Grazie! Mi avete aperto gli occhi su quanto poco attenta sia stata nella gestione delle mie finanze.

Riflettendoci, mi sono accorta di come, negli anni, io abbia sempre risposto alle vostre lettere, alle telefonate, persino agli SMS. Voi invece, avete deciso di farmi parlare solo con robot, messaggi registrati e tasti da premere a caso… una vera dimostrazione di calore umano.

Così ho pensato: perché non adeguarmi anche io al vostro stile di comunicazione impersonale?

Da oggi in poi, i miei pagamenti mensili (mutuo, utenze e prestiti) non saranno più automatici, bensì inviati tramite assegni cartacei, indirizzati esclusivamente a un dipendente in carne e ossa che voi dovrete nominare e comunicarmi per iscritto.

Naturalmente, la busta sarà contrassegnata come riservata e personale, e qualsiasi apertura da parte di soggetti non autorizzati verrà considerata violazione di corrispondenza, ai sensi della legge postale.

Allego inoltre un modulo conoscitivo di 8 pagine da restituire debitamente compilato, in modo da conoscere il vostro dipendente quanto voi avete imparato a conoscere me. Sono richiesti dati personali, situazione patrimoniale, stato di salute certificato da un notaio, e un’autocertificazione sui livelli di stress causati da clienti ottantenni (e oltre).

In seguito, fornirò al vostro incaricato un PIN personale di 28 cifre, che dovrà comunicare ogni volta che interagisce con me. Scusatemi se è lungo, ma l’ho elaborato ispirandomi al numero esatto di tasti che mi tocca premere per ascoltare il saldo del mio conto tramite il vostro servizio telefonico automatico.

E ora, per pareggiare i conti, anche voi dovrete affrontare il mio nuovo sistema telefonico:

Premi 1: Per prendere appuntamento con me.

Premi 2: Per sapere se l’assegno è stato spedito.

Premi 3: Per essere trasferiti in salotto (se ci sono).

Premi 4: Per essere trasferiti in camera da letto (se sto dormendo).

Premi 5: Per essere trasferiti in bagno (se sono… occupata).

Premi 6: Per parlare con me sul cellulare (ma solo se rispondo).

Premi 7: Per lasciare un messaggio criptato sul mio computer. (La password verrà inviata separatamente, solo al mio contatto di fiducia.)

Premi 8: Per ascoltare di nuovo il menu. E pentirvi di aver chiamato.

Tutte le chiamate per reclami o richieste generiche verranno messe in attesa indefinita e gestite da un sistema automatico a pagamento. Sì, avete letto bene: a pagamento.

L’attivazione del mio servizio di risposta prevede una tassa fissa di 50 euro, che vi chiedo gentilmente di accreditarmi ogni volta che cercate di contattarmi.

Con stima e un pizzico di ironia,

Una (non più tanto paziente) cliente di 96 anni.