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Addio al maestro Paolo Taviani, insieme al fratello Vittorio scelsero Sciara per il loro primo film

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Addio al regista Paolo Taviani, aveva 92 anni.

Quella dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani è stata una carriera costellata da grandi successi. Scelsero Sciara per la prima loro opera intitolata “Un uomo da bruciare”, dedicato alla memoria di Salvatore Carnevale, il sindacalista sciarese ucciso dalla mafia il 16 maggio del 1955. Da quel momento in poi, iniziò per loro una lunga carriera che li ha portati a raggiungere le alte vette del cinema internazionale.

“Con la morte del maestro Paolo Taviani – scrive l’Amministrazione Comunale di Sciara con una nota – si chiude una pagina importantissima della storia del cinema mondiale. Siamo orgogliosi del fatto che insieme al fratello Vittorio, scelsero Sciara come location del loro primo film per raccontare la storia del nostro Salvatore Carnevale. Il loro ricordo rimarrà sempre vivo nella memoria storica, e nei cuori di tutti noi sciaresi”.

Alla moglie Lina Nerli Taviani e ai figli Ermanno e Valentina, vanno le condoglianze della redazione di Esperonews.

Interrogazioni all’Ars sugli arretrati ai forestali: contributo della Uila Palermo

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“Apprezziamo i deputati regionali che in queste ore hanno presentato interrogazioni parlamentari sulla questione degli arretrati contrattuali, che il Comando Corpo Forestale intende illegittimamente togliere ai lavoratori forestali. Vogliamo al contempo dare un contributo ai deputati interessati evidenziando che la sentenza della Corte di Cassazione n. 355/2016, cui fa leva l’attuale dirigenza del Comando, non costituisce titolo di credito e neppure si pronuncia sull’accordo sindacale del 14 maggio 2009. La sentenza, peraltro, non risulta sia stata riassunta in giudizio dalla ricorrente Amministrazione, così come sentenziava la Cassazione. La sentenza è liberamente consultabile su internet. Ciò chiarito, resta da sapere quanto sta costando all’erario pubblico l’operazione di indebito recupero di arretrati percepiti legittimamente dai lavoratori tredici anni fa”. Lo dichiarano Giuseppe La Bua, Segretario Territoriale Uila Uil Palermo, e Michelangelo Ingrassia, componente dell’Esecutivo territoriale dell’Organizzazione sindacale.

San Mauro Castelverde: ex Sindaco Giuseppe Minutilla scrive lettera aperta ai propri concittadini

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Dopo le dimissioni, Giuseppe Minutilla, ormai ex sindaco di San Mauro Castelverde, scrive una lettera ai suoi concittadini per spiegare le ragioni della battuta di arresto. Una scelta che mai avrebbe immaginato considerato l’impegno, il sacrificio e la dedizione messa in campo e soprattutto i risultati ottenuti negli otto anni della sua amministrazione.

Minutilla, nella sua missiva, parte da un dato di fatto: San Mauro era un paese sconosciuto. Grazie all’impegno suo e di tanti altri, il paese è stato “collocato sulla cartina geografica” ed ha assunto un’altra immagine rispetto a quella “fosca” che lo annebbiava. Nonostante le difficoltà di tutti i piccoli paesi dell’entroterra e di montagna, è stato creato – scrive Minutilla – un modello San Mauro Castelverde accreditato e riconosciuto a tutti i livelli.

“Fuori siamo un modello – afferma l’ex primo cittadino nella lettera – dentro ci ingolfiamo con lotte intestine, presi come siamo dalle nostre meschinità, dai nostri sguardi piccoli, dai nostri egoismi; facciamo a gara per annullarci e seminare conflitto” dimenticandoci che un paese come il nostro per sopravvivere le battaglie le deve fare all’esterno, restando unito, coeso e compatto. “Nella mia azione di sindaco – continua Minutilla – ho sempre perseguito l’interesse del paese ottenendo risultati incontestabili e di fondamentale importanza: dalla strada San Mauro-Gangi alla S.P. 52 Bivio Convento-S.S.113, dalla messa in sicurezza della chiesa di S. Maria de Francis alla costruzione della nuova scuola elementare, alla Zipline, sino alla contestata autorizzazione per l’Altalena Gigante e tanto altro. Non mi sono mai accontentato del tirare a campare e ho provato, con tutte le forze attive del paese, a delineare finalmente una visione di sviluppo di lungo respiro, dove il turismo si incontra con le vocazioni produttive del territorio, in cui la cultura è strumento di rigenerazione sociale e civile; una visione al servizio degli operatori economici e produttivi del territorio, attenta alle associazioni del luogo, vicina alla domanda di socialità, di cura e di attenzione proveniente dai miei concittadini e concittadine. Oggi, per ragioni risibili, l’irresponsabilità di pochi non mi mette nelle condizioni di andare avanti nella mia azione di governo. L’opposizione, che ha un ruolo vitale per la democrazia, non si può svolgere sulla base di ragioni personali, mossi dal rancore e dall’invidia. C’è poco di alto e di nobile nella manovra operata contro la mia amministrazione e questo mi procura molto rammarico, molta delusione”.

Giuseppe Minutilla è deluso ma non si scoraggia e nella lettera ai propri concittadini promette di continuare ad essere al servizio del paese con nuovo slancio. Il percorso intrapreso non può fermarsi qui e quanto costruito non può essere perduto. “Chi oggi fa correre un simile rischio alla nostra comunità – dice Minutilla – non dimostra un attaccamento reale a San Mauro. Costoro avrebbero avuto tempi e modi per esercitare il dissenso in maniera costruttiva, hanno però preferito forzare la mano facendo precipitare il paese dentro a una crisi politica di cui soltanto loro hanno sentito il bisogno”.  Giuseppe Minutilla non si demoralizza e  guarda già ai prossimi mesi convinto che San Mauro Castelverde possa proseguire con ottimismo e convinzione su quelle traiettorie di futuro che qualcuno, con incoscienza e improntitudine, vorrebbe bloccare.

Giornale di Cefalù: Giuseppe Salvaggio è il Presidente dell’Azione Cattolica

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Un provvedimento del vescovo di Cefalù mons. Giuseppe Marciante dispone la nomina di Giuseppe Salvaggio, Presidente diocesano dell’Azione Cattolica per il triennio 2024 – 2026. Per Salvaggio si tratta di una conferma, avendo già ricoperto l’incarico nel triennio precedente. Nell’intervista al Giornale di Cefalù gli impegni imminenti e l’appuntamento con Papa Francesco.
L’associazione culturale Polis Kephaloidion ha rinnovato il consiglio direttivo: intervista al presidente Massimo Portera. “L’eredità universale di Ruggiero II – un ponte tra la Sicilia e la Calabria. Rapporti ed economia al tempo dei Normanni” è il tema della quinta edizione del Convegno organizzato da Archeoclub e svoltosi nel palazzo vescovile: gli interventi di padre Salvatore Vacca e don Pietro Piraino.
Un convegno internazionale di studi sulle “Catastrofi mediterranee” con i contributi delle Università di Palermo, Torino, Messina, Cagliari, Udine, Modena e Reggio Emilia, Enna, Napoli, Padova. Gli interventi di Antonio Franco del Mandralisca, di Francesco Paolo Tocco, dell’Università di Messina e di Anna Chiara Monaco, dell’Università di Napoli.
Il Giornale di Cefalù – anno 41 n. 1784 – videonotiziario – web diretto e condotto da Carlo Antonio Biondo; da giovedì 29 febbraio 2024 può essere seguito e rivisto su facebook adrianocammarata e sul canale you tube Carlo Antonio Biondo. Archivio Giornale su cammarataweb; link su tutti i social.

Undici docenti di istituti superiori turchi, spagnoli e polacchi in visita sulle Madonie 

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Undici docenti di istituti superiori turchi, spagnoli e polacchi da oggi sono in visita sulle Madonie su invito dell’Ente Parco nell’ambito del programma Erasmus “Repair the world”.
Per alcuni giorni,  la delegazione visiterà il territorio per comprenderne il valore naturalistico, apprezzarne le bellezze e conoscere i progetti avviati dall’Ente in difesa della biodiversità. Studiando le Madonie, i docenti potranno in futuro elaborare presso gli istituti di provenienza nuovi piani didattici per insegnare, a loro volta, ai propri allievi  come difendere la Natura.
“Prosegue – ha affermato il Commissario dell’Ente Salvatore Caltagirone – oggi, nel corso del primo incontro istituzionale tenutosi a Palazzo Pucci Martinez a Petralia Sottana – l’impegno del Parco delle Madonie per la didattica naturalistica, in linea con le Direttive della rete mondiale dei Geoparchi UNESCO, di cui le Madonie fanno parte, e che promuovono l’educazione ambientale per i cittadini del futuro”.
“Dall’Abies nebrodensis al piano contenimento ungulati, e non solo, il Parco – ha continuato Caltagirone – ha avviato negli anni importanti progetti pilota di tutela ambientale, progetti che hanno posto l’Ente come soggetto di riferimento internazionale nella difesa della Biodiversità. Attraverso questa esperienza  si rafforza la cultura della tutela ambientale. Lo scambio di esperienze sarà reciproco, poiché anche noi  prossimamente andremo a studiare le loro esperienze”.

A19 Scillato. Camion fermo per ragioni sconosciute nell’unica corsia causa rallentamenti

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Rallentamenti sull’autostrada A19 in direzione Palermo.

Un camion è fermo poco dopo l’area di servizio di Scillato, nell’unica corsia di scorrimento. Non si conoscono le dinamiche di quanto accaduto. Sul posto sono presenti gli uomini della Polizia di Stato, dei Vigili del Fuoco e dell’Anas.

Traffico rallentato.

Altavilla Milicia, lo sfincione di Gioacchino Gargano della pizzeria Saccharum conquista il premio “Pizza e Mediterraneo”

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Gioacchino Gargano, della pizzeria Saccharum ad Altavilla Milicia, a pochi chilometri da Palermo, conquista tutti con il suo sfincione e riceve il prestigioso premio “Pizza e Mediterraneo”. L’occasione è la presentazione della prima edizione della nuova Guida Pizza & Cocktail Bar D’Autore di Identità Golose. Un importante riconoscimento per  il giovane pizzaiolo siciliano che ha scalato velocemente l’olimpo delle pizze raccontando il suo territorio attraverso ingredienti eccellenti e impasti innovativi.
La nuova guida Pizza & Cocktail Bar D’autore di Identità Golose ha voluto premiare il lavoro di valorizzazione delle ricette tradizionali e di ricerca delle materie di Saccharum con la seguente motivazione: “Il Mediterraneo è la nostra patria, la pizza una delle sue modalità espressive. Vogliamo premiare un pizzaiolo che ha saputo cogliere questo legame, recuperando il racconto delle tante pizze – o per meglio dire sfincioni – della sua Sicilia”.
Ingredienti semplici e impasti preparati a regola d’arte esaltano prodotti locali d’eccellenza, tra cui spicca il lavoro di ricerca e selezione delle conserve di mare, dove viene valorizzato il lavoro di pescatori e piccoli produttori locali che ogni giorno con passione lavorano tutto il meglio che il mare della costa Tirrenica siciliana ha da offrire. Rapporti umani, prima ancora che commerciali che lo chef cura personalmente. Le acciughe di Aspra, ingrediente fondamentale dello sfincione bagherese, sono un’antica eccellenza ittica siciliana e vengono prodotte a pochi kilometri di distanza dalla pizzeria, con una ricetta perfezionata dallo chef, così come il tonno sott’olio, la bottarga o l’allaccia, o il capone utilizzati nelle sue ‘pizze di mare’ che raccontano il Mediterraneo. Il menù di Saccharum è un tripudio di sapori di terra e di mare e anche un concreto sostegno alle comunità di pescatori del territorio e alla valorizzazione del loro patrimonio culturale e gastronomico.
“Una grande gioia – racconta con gioia Gioacchino Gargano – mi riempie d’orgoglio ricevere un premio per il lavoro di valorizzazione e ricerca delle pizze tradizionali e del pescato locale del mio piccolo territorio. Molte volte diamo per scontato quello che abbiamo sotto gli occhi, invece mi sono reso conto che è la diversità e il racconto delle nostre radici che ci rende unici. Lo sfincione è una pizza molto lievitata e spugnosa che ancora oggi si prepara in casa soprattutto durante il periodo natalizio, ma che oltre il palermitano quasi nessuno conosce. Avere suscitato curiosità e attenzione sulla pizza della mia infanzia è un’emozione grandissima”.
Gioacchino Gargano, ha attentamente studiato ricette e tradizioni della Sicilia occidentale per offrire una panoramica completa non solo delle differenti versione di sfincione, ma anche di rianata e tabbisca, altre tipologie di pizze tradizionali diffuse a Trapani e a Sciacca. La speciale sezione del menù di Saccharum è un viaggio che comprende: una versione di sfincione con impasto di farina evolutiva, lo sfincione bagherese, lo sfincione palermitano, la focaccia messinese, la rianata trapanese e la tabbisca di Sciacca.

Alia, Bizantini, Islamici e Cavalieri Teutonici alla Gurfa

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Alla Gurfa di Alia, fra Preistoria, Medioevo e Misteri, dati certi rimangono la compresenza nel sito genericamente dato per “medievale”, di una necropoli protostorica, di ambienti a thòlos di cultura egeo-micenea; sono da collegare con ragionevole certezza ai rinvenimenti sporadici di armi e bronzi micenei dalla limitrofa stazione di Valledolmo durante i lavori per la costruzione della ferrovia di fine ‘800, studiate da Paolo Orsi e citate nel 1958 da Luigi Bernabò Brea, poi inspiegabilmente “scordate” nei depositi del Museo Archeologico di Siracusa prima e di Agrigento poi, fino alle recente e meritevole attenzione scientifica di Massimo Cultraro che se ne sta occupando nel contesto giusto. Nel mio modesto contributo di indagine vi ho rinvenuto e pubblicato, tra l’altro, un Tridente (Fig.1), sicuramente antichissimo, un monogramma Cristiano IHS (Fig.2), sicuramente “medievale”, incisi sulle pareti di scavo esterno, a poca distanza ed a ridosso dell’accesso alla thòlos monumentale, oltre che due piccole Croci sovraincise a parete nella seconda stanza del piano superiore.

Fig. 1 – Sagoma incisa del Tridente su parete esterna a sinistra dell’accesso alla thòlos.

Fig. 2 – Incisione con IHS sullo stipite sinistro del vano d’accesso alla thòlos.

Fra i tanti “misteri” degli ipogei della Gurfa, anche a partire da questi “graffiti parlanti” che ne segnano la ininterrotta e millenaria continuità d’uso, va ricordato il contrasto apparente di due posizioni:

a) la più volte citata posizione ufficiale dell’Assessorato Regionale Beni Culturali, con il Decreto Assessoriale n. 8410 del 3.12.2009 “Carta regionale dei luoghi dell’identità e della memoria”, sui “Luoghi del Mito in Sicilia”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale Regione della Siciliana 3 del 22.1.2010 , che riconosce il prestigio del “Genius loci” protostorico e la “presenza identitaria” di Dedalo e Minosse alla Gurfa;

b) la posizione espressa, almeno fino ad ora, dalla Soprintendenza Archeologica di Palermo sulle cosiddette “Grotte della Gurfa”, che così si riassume: ” … l’insediamento rupestre non sembra frutto di un unico atto progettuale ma di almeno tre momenti distinti: inizialmente, sulla parte meridionale del rilievo sono state scavate alcune sepolture ‘a grotticella’ databili all’Età del Bronzo (II millennio a.C.); in seguito, forse in età altomedievale (V-X secolo d.C.) potrebbe essere stato realizzato il grande vano campaniforme … In età normanna il casamento entrò a fare parte dei possedimenti dell’Ospedale di San Giovanni dei Lebbrosi di Palermo e più tardi la Gurfa fu compresa tra i beni della Magione e dei Cavalieri Teutonici, che gestivano i possedimenti della stessa chiesa e a cui l’Ospedale di San Giovanni dei Lebbrosi era passato con tutti i suoi beni rurali; il valore produttivo e strategico del vasto territorio del feudo fui sottolineato anche dalla presenza alla Gurfa di un Precettore dell’Ordine militare, che gestiva i beni del territorio e da cui dipendevano i possedimenti teutonici del comprensorio”. (1)

La Gurfa, nei documenti d’archivio disponibili, è data per certo come popoloso e florido casale ‘arabo’ già esistente nel 1150, quando fu concesso dal Re Guglielmo allo Spedale dei Lebbrosi di Palermo. Successivamente il Casale entrava a fare parte dei possedimenti dell’Ordine Teutonico a cui lo Spedale dei Lebbrosi passava con tutti i suoi beni. Quindi alla Gurfa, come in tutta l’area gravitante sull’insediamento fortificato di Castronovo di Sicilia (PA), è attestata la presenza dell’Ordine Teutonico, che era strutturato in Commende, stanziate in Sicilia a  Palermo, Messina, Agrigento e Castronuovo, oltre  quelle rurali nei feudi di Margana (vicino a Vicari, PA), Risalaimi (Marineo, PA), Gurfa (Alia, PA) e Meselarmet (Salemi, TP). (Fig.3)

Fig. 3 – I possedimenti dell’Ordine Teutonico in Sicilia. Immagine da: A. Giuffrida, H. Houben e K. Toomaspoeg, “Atti del convegno internazionale di studio-Agrigento, 24-25 marzo 2006”, ed. Mario Congedo, Galatina 2007, p. 213.

Per capirne di più e meglio, citiamo da un importante intervento sui Cavalieri Teutonici alla Gurfa/Gulfa di Alia, di Giulia Rossi Vairo: “… Nel Medioevo, tutti i feudi della provincia siciliana dell’Ordine … furono muniti di queste tipologie di edifici che si potrebbero definire come casali fortificati. Un caso molto singolare è rappresentato dal feudo della Gulfa al cui centro si trovava un gruppo di grotte altomedievali, utilizzate come fortificazioni dagli Arabi nel corso della loro insurrezione contro Federico II (nel 1219). I Teutonici non sono intervenuti sulle grotte, limitandosi ad innalzare un muro difensivo davanti al loro ingresso, di cui oggi si vedono ancora le tracce del basamento”. (2)

Nel condividere l’attestazione autorevole, “I Teutonici non sono intervenuti sulle grotte”,  aggiungo questa altra importante considerazione a margine sul tema: che la stessa attribuzione a “fossa granaria medievale” dello spettacolare ambiente campaniforme della Gurfa, data per certa sulla base di una attribuzione dell’importante medievista H. Bresc (3) – che pare non sia mai stato in visita alla Gurfa ma ne abbia avuto notizia riportata sulla base di disegni sommari, oltre che dai dati di archivio sulla notevole produzione cerealicola riferita però al feudo Gurfa – si basa su una cartografia riportata nel suo testo di riferimento, in cui il sito “Gulfa/Gurfa” viene addirittura censito come “castello” (!). (Fig.4)

Fig. 4 Particolare della mappa sulle fosse granarie nella Sicilia medievale, con la Gulfa/Gurfa segnata come “castello”, dal testo di E. Bresc citato in nota (3)

Tiriamone qualche utile conclusione facendo dunque questo ragionamento: per il complesso di indizi e riferimenti alla sofisticata conoscenza  rituale e simbolica, in effetti quel suggestivo ambiente campaniforme della Gurfa, con tutto il resto che si spiega solo a partire da esso  (cripte, vasche e cisterne per abluzioni, vani di rituale, croci/IHS sulla soglia), potrebbero teoricamente averlo costruito i Cavalieri Teutonici (fondati nel 1198), se non fosse per il fatto contrario che la Gurfa attuale è attestata già in documenti del 1150 quando fu concessa dal re Guglielmo allo Spedale dei Lebbrosi di Palermo. Quindi la spiritualità Templare di sensibilità tedesca trovò nel sito quello che di mistico rituale ed eroico cercava … già fatto. E lo riusò, riadattandolo, nel rispetto profondo della memoria storica e dell’originario “genius loci”.

Per quanto riguarda quindi la generica attribuzione degli ipogei, ed in particolare del monumentale ambiente campaniforme tholoide forato in alto, a “fossa granaria” di epoca “post-antica o medievale”, ancora adesso sostenuta da qualche studioso in assenza di reperti e datazioni da scavo archeologico, è utile riportare e riflettere sulla citazione di Biagio Pace, probabilmente alla base dei successivi “equivoci” sui “trogloditi/bizantini” della Gurfa: “Altri gruppi trogloditici affini sono diffusi nelle riposte cave del siracusano e d’altre località della Sicilia. … le grotte di Gulfo in vicinanza di Alia, sfuggite fin’ora agli studiosi … E’ sperabile che nuove segnalazioni permettano una più compiuta conoscenza di così originali testimonianze della vita sociale d’età bizantina. Ritiene l’Orsi che ‘questi trogloditi fossero discendenti … dagli antichi siculi’ di cui rimasero sempre dei nuclei attardati; il che non ha bisogno di commenti, rispondendo appieno alla conoscenza della demografia siciliana quale appare nella nostra ricerca. Non sarà difficile ammettere con l’Orsi che, il loro cristianesimo fosse ancora fornito di elementi pagani, e fra di loro s’incontrassero di frequente quegli eremiti veggenti in Dio … dediti alla contemplazione e alle penitenze, che fino al secolo X abbondavano in Sicilia, a detta di uno scrittore, come i prodotti del suolo …” (4)

Trovo perfettamente adeguata e corretta la risposta in proposito alla complessa problematica, fornita dalla seguente autorevole citazione che faccio mia per brevità:

“La tesi del Pace, tendente a individuare nell’epoca bizantina l’esistenza di nuclei familiari abitatori di caverne, magari discendenti dagli antichi trogloditi, non cozza con l’ipotesi di un’origine preistorica delle Grotte della Gurfa, le quali, grazie alla loro disposizione interna e posizione geografica, sono state abitate sino ai nostri tempi. Lo studioso non tratta l’importante problema di una loro collocazione nel tempo. La qualcosa lo avrebbe impegnato in ulteriori ricerche. E, non avendo elementi, si guarda bene dal datarle in epoca bizantina. Il riferimento a Paolo Orsi potrebbe essere un dato per cogliere qualche sua supposizione, ma non si pronuncia in maniera manifesta. E non ci resta che prenderne atto”. (5)

Possiamo quindi ragionevolmente concludere che la fonte di Biagio Pace, tendente a individuare nell’epoca bizantina l’esistenza di abitatori di quelle “grotte”, per discendenza diretta o attardata dagli antichissimi costruttori, non esclude l’ipotesi di un’origine preistorica dei nostri ipogei e Thòlos della Gurfa.

Per chi volesse saperne di più sui Cavalieri Teutonici dalle nostre parti rimando a: Antonino Sala, L’Ordine Teutonico in Sicilia. 1197-2019,  Ed. Thule 2019, che contiene anche un mio breve intervento proprio sulla Gurfa.

Carmelo Montagna

Note.

(1) S. Vassallo e R.M. Cucco (a cura di), Archeologia. I siti dell’entroterra. Le mappe del tesoro. Venti itinerari alla scoperta del patrimonio culturale di Palermo e della sua provincia. Vol. n. 3. Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo-Regione Siciliana, Assessorato dei beni culturali e dell’Identità siciliana, 2015, intervento siglato M.C., pp. 26-27.

(2) Giulia Rossi Vairo, Le testimonianze storico-artistiche dell’Ordine Teutonico in Sicilia,  in: AA.VV., I Cavalieri teutonici tra Sicilia e Mediterraneo, a cura di A. Giuffrida, H. Houben e K. Toomaspoeg,  “Atti del convegno internazionale di studio -Agrigento, 24-25 marzo 2006”, ed. Mario Congedo, Galatina 2007, pp. 208-209.

(3) H. Bresc, Fosses à grains en Sicile (XIIe – XVe siècle), in M. Gast, F. Sigaut (a cura di), Les techniques de conservation des grains à long terme. Leur rôle dans la dynamique des systèmes de cultures et des sociétés, Paris, 1979, pp. 113-121.

(4) Biagio Pace, Arte e Civiltà della Sicilia Antica, ed. Società Editrice Dante Alighieri, prima edizione 1935. Opera consultata, ristampa anastatica del 1981 Vol. IV , ed.1949, pp. 269-270.

(5) E. Guccione, Storia di Alia 1615-1860, Salv. Sciascia Editore, 1991, p. 38. L’autore affronta il problema delle Grotte della Gurfa, con approfondita citazione di fonti, al paragrafo 5 del Capitolo 1, pp. 29-39.

Termini Imerese, al via Corso di Scrittura creativa

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Inizia martedì 5 marzo 2024 il Corso di Scrittura creativa che sarà tenuto dalla prof.ssa Sandra Guddo. Sono previste cinque lezioni che si terranno, oltre il 5 marzo, martedì 12, lunedì 18, lunedì 25 e martedì 2 aprile. Questi gli argomenti che verranno affrontati: “Introduzione al corso di Scrittura creativa: le due T. Come trovare l’ispirazione”, “Come scrivere un racconto o un romanzo”, “Come rendere un testo più avvincente”, “Scrivere tante stesure del testo quante siano necessarie”, “Dal processo di revisione alla pubblicazione”. Le lezioni si terranno dalle ore 17,00 alle ore 18,30 in via Bevuto, 29 a Termini Imerese. Presentazione del dott. Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia. L’iniziativa è promossa dall’Università Popolare di Termini Imerese e da BCsicilia. Per informazioni ed iscrizioni: tel. 346.8241076 – email: [email protected].