Montemaggiore Belsito, un progetto sul Turismo delle Radici

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A Montemaggiore Belsito, un piccolo comune nel cuore delle Madonie, il Museo Etno-antropologico Giovanna Bellomo rappresenta una tappa fondamentale per chi desidera conoscere la storia rurale e artigianale del territorio. Inaugurato nel 2014, il museo raccoglie circa 500 oggetti storici che testimoniano la vita quotidiana e le tradizioni delle generazioni passate. Tra questi, strumenti di lavoro tradizionali, arredi e utensili che raccontano storie di fatiche e mestieri, ma anche di affetti e relazioni familiari.
Il museo è ospitato all’interno del Centro Polifunzionale “Giovanni Paolo II”, una moderna struttura che, dal 2008, accoglie anche la Biblioteca Civica “Il Ponte”. Il nome del museo omaggia la figura di Giovanna Bellomo, una figura di spicco nella comunità scolastica e culturale di Montemaggiore Belsito. La sua creazione, voluta dal prof. Leonardo Runfola, ha avuto come obiettivo non solo la conservazione del patrimonio materiale, ma anche la trasmissione di una memoria storica che rischiava di andare perduta a causa dei cambiamenti sociali e tecnologici.
Un altro aspetto importante del museo è il suo inserimento nella Rete “Musea”: un circuito che unisce i musei delle Madonie, con l’obiettivo di creare una rete culturale che preservi e promuova le tradizioni locali. Inoltre, il museo si inserisce nel progetto di un eco-museo, che non solo raccoglie oggetti storici, ma contribuisce anche a tutelare e valorizzare l’identità culturale del territorio.
Oltre alla funzione di conservazione, il museo è un centro culturale attivo, che propone mostre temporanee, laboratori didattici e iniziative per le scuole. Ma oggi, il museo si trova anche al centro di un progetto di ampio respiro: il turismo delle radici, che intende valorizzare la memoria storica degli emigrati siciliani e favorire il ritorno delle generazioni successive alla ricerca delle proprie origini.
Il 21 maggio 2025 si è svolto un incontro con il Presidente della Rete Musei Siciliani dell’Emigrazione, dott. Saija e la Vicepresidente del GAL ISC Madonie, dott.ssa La Giusa volto a sviluppare attività legate al Turismo delle Radici presso il nostro Comune e sul progetto per la creazione di un Museo Diffuso attraverso l’utilizzo di APP (Già finanziato con fondi FOSMIT). Questa l’intervista confronto.

Alessandro Galbo: “Ci troviamo qui al museo etno-antropologico insieme al professor Saija, presidente della Rete Musei sull’Emigrazione Siciliana, e la dottoressa Laggiusa, vicepresidente del GAL, con il prof. Siragusa, per un progetto che riguarda il turismo delle radici, giusto?”
Pina La Giusa: “Sì, giusto. Il GAL Madonie ha pensato di promuovere il turismo delle radici creando una sezione dedicata all’emigrazione di ogni paese che aderirà al progetto. Montemaggiore Belsito ha deciso di partecipare. L’obiettivo è creare un punto dove si racconti la storia dell’emigrazione di Montemaggiore e Belsito, digitalizzare gli archivi storici, a partire dal 1860, per permettere a chi viene a scoprire le proprie radici di individuare subito i propri antenati. Grazie alla Rete dei Musei, che ne parlerà meglio il presidente, si ha anche la possibilità di scoprire cosa hanno fatto questi emigrati in America. È un progetto che il GAL ha voluto promuovere, e molti paesi hanno aderito. Vi faccio i complimenti per questa bella realtà museale e per il vostro impegno. Grazie.”
Alessandro Galbo: “Grazie a voi.”
Marcello Saija: “Credo che la richiesta del Comune di Montemaggiore Belsito di entrare a far parte della Rete dei Musei sull’Emigrazione Siciliana meriti la massima attenzione, perché ho visto la cura con cui è stato fatto questo museo. Ce ne sono molti che raccontano la civiltà contadina, ma la cura e la dovizia di materiali con cui è stato realizzato questo museo meritano particolare attenzione. Un museo dell’emigrazione è lo strumento più adeguato per il turismo delle radici, perché le persone che vengono qua vogliono sapere quasi sempre la storia dell’emigrazione della loro famiglia, prima del primo evento migratorio. Avere qualcuno della seconda, terza o quarta generazione che viene qui a riscoprire le proprie radici significa alimentare un flusso di gente che ritorna in questo paese. E questo non ha solo un valore economico, perché c’è gente che compra una casa per ritrovare le proprie radici, ma anche un valore culturale, perché avviene un incontro tra la cultura del paese di provenienza e quella consolidata nel paese di arrivo. La fusione di questi due momenti è sicuramente una cosa da conservare e da valorizzare.”
Alessandro Galbo: “Professore, ci impegneremo a portare avanti questo progetto?”
Riccardo Siragusa: “Sicuramente, come abbiamo sempre fatto. La cultura è al centro del progetto di Montemaggiore e di tutte le attività del Comune. Non solo il museo, ma tutto Montemaggiore diventerà un museo diffuso nel quale racconteremo la storia di Montemaggiore, delle sue tradizioni e di chi, andando e ritornando, racconta ancora la storia di Montemaggiore in giro per il mondo.”
Alessandro Galbo: “Con il progetto FOSMIT…”
Riccardo Siragusa: “Abbiamo appena ricevuto il finanziamento per un progetto con il Fondo delle Montagne che permetterà, attraverso un’App, di leggere la storia di Montemaggiore, di vedere il museo attraverso fotografie e video. Ci sarà anche una narrazione che renderà Montemaggiore un ‘museo diffuso’, permettendo a chiunque venga, come visitatore o come turista delle radici, di scoprire e comprendere meglio la sua storia, la storia della comunità e delle famiglie.”
Marcello Saija: “Complimenti, la direzione giusta a mio avviso.”
Alessandro Galbo: “Grazie.”
Pina La Giusa: “Grazie a voi.”
Il Museo Etno-antropologico Giovanna Bellomo e il progetto di valorizzazione del turismo delle radici offrono a Montemaggiore Belsito l’opportunità di diventare una meta di interesse per chi desidera riscoprire le proprie origini siciliane. La creazione di una rete di musei, in collaborazione con il GAL Madonie e la Rete dei Musei sull’Emigrazione Siciliana, consente di esplorare la storia e le tradizioni delle Madonie, in particolare l’importante fenomeno dell’emigrazione, che ha segnato in modo indelebile la storia sociale ed economica della regione. Con l’impegno delle istituzioni locali, questo progetto rappresenta una risorsa non solo culturale, ma anche economica, destinata a rafforzare il legame tra la Sicilia e le sue comunità emigranti sparse nel mondo.
Santi Licata

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