Una signora di 96 anni dopo che si è vista rifiutare il pagamento di un suo assegno ad un idraulico dalla sua banca, dove è cliente da 31 anni, scrive una esilarante lettera all’Istituto Bancario. La nota è tristemente rappresentativa dei rapporti quotidiani tra utenti, spesso impotenti e costantemente umiliati, e gli istituti di credito ogni giorno più arroganti. Con condizioni sempre sbilanciati a favore del primo.
Alla cortese attenzione dell’Istituto Bancario,
desidero ringraziarvi di cuore per aver rifiutato il pagamento del mio assegno al mio idraulico, lo scorso mese.
Secondo le mie stime, la somma sul conto è arrivata circa tre nanosecondi dopo che lui ha presentato l’assegno allo sportello. Capisco, tuttavia, che questo lasso di tempo vi sia risultato inaccettabile, soprattutto considerando che il trasferimento mensile dal mio conto di risparmio – attivo da appena trentun anni – non fosse stato ancora registrato.
Devo ammettere che la vostra prontezza nel cogliere quell’attimo di vuoto sul mio saldo è stata ammirevole, così come lo è stata l’energia con cui mi avete addebitato 30 euro di penale per l’accaduto. Grazie! Mi avete aperto gli occhi su quanto poco attenta sia stata nella gestione delle mie finanze.
Riflettendoci, mi sono accorta di come, negli anni, io abbia sempre risposto alle vostre lettere, alle telefonate, persino agli SMS. Voi invece, avete deciso di farmi parlare solo con robot, messaggi registrati e tasti da premere a caso… una vera dimostrazione di calore umano.
Così ho pensato: perché non adeguarmi anche io al vostro stile di comunicazione impersonale?
Da oggi in poi, i miei pagamenti mensili (mutuo, utenze e prestiti) non saranno più automatici, bensì inviati tramite assegni cartacei, indirizzati esclusivamente a un dipendente in carne e ossa che voi dovrete nominare e comunicarmi per iscritto.
Naturalmente, la busta sarà contrassegnata come riservata e personale, e qualsiasi apertura da parte di soggetti non autorizzati verrà considerata violazione di corrispondenza, ai sensi della legge postale.
Allego inoltre un modulo conoscitivo di 8 pagine da restituire debitamente compilato, in modo da conoscere il vostro dipendente quanto voi avete imparato a conoscere me. Sono richiesti dati personali, situazione patrimoniale, stato di salute certificato da un notaio, e un’autocertificazione sui livelli di stress causati da clienti ottantenni (e oltre).
In seguito, fornirò al vostro incaricato un PIN personale di 28 cifre, che dovrà comunicare ogni volta che interagisce con me. Scusatemi se è lungo, ma l’ho elaborato ispirandomi al numero esatto di tasti che mi tocca premere per ascoltare il saldo del mio conto tramite il vostro servizio telefonico automatico.
E ora, per pareggiare i conti, anche voi dovrete affrontare il mio nuovo sistema telefonico:
Premi 1: Per prendere appuntamento con me.
Premi 2: Per sapere se l’assegno è stato spedito.
Premi 3: Per essere trasferiti in salotto (se ci sono).
Premi 4: Per essere trasferiti in camera da letto (se sto dormendo).
Premi 5: Per essere trasferiti in bagno (se sono… occupata).
Premi 6: Per parlare con me sul cellulare (ma solo se rispondo).
Premi 7: Per lasciare un messaggio criptato sul mio computer. (La password verrà inviata separatamente, solo al mio contatto di fiducia.)
Premi 8: Per ascoltare di nuovo il menu. E pentirvi di aver chiamato.
Tutte le chiamate per reclami o richieste generiche verranno messe in attesa indefinita e gestite da un sistema automatico a pagamento. Sì, avete letto bene: a pagamento.
L’attivazione del mio servizio di risposta prevede una tassa fissa di 50 euro, che vi chiedo gentilmente di accreditarmi ogni volta che cercate di contattarmi.
Con stima e un pizzico di ironia,
Una (non più tanto paziente) cliente di 96 anni.