“Un paradiso popolato da diavoli”: nuovo libro di Antonino Cangemi dedicato alla Sicilia

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Antonino Cangemi, collaboratore di diverse testate e autore di più di un saggio sulla Sicilia, ci propone il volume “Un Paradiso popolato da diavoli”, un saggio dal titolo accattivante ma anche un po’ inquietante.

La frase del titolo è di Alexandre Dumas padre ed è riferita alla Sicilia e mette in luce le contraddizioni della nostra terra.

L’idea nasce dal desiderio di raccogliere, rivisitandoli e arricchendoli, una serie di articoli scritti per varie testate, la maggior parte per il Giornale di Sicilia.

Il libro è un viaggio nell’Isola vista da chi – letterati, pensatori, musicisti, artisti di varie discipline noti e meno noti – l’ha visitata. Non è solo un viaggio nei luoghi ma anche nel tempo: si va dall’antichità greca col primo “laboratorio politico in Sicilia” – quello (fallito) di Platone a Siracusa –  ai tempi dei romani per incontrare Cicerone questore di Lilibeo e poi avvocato dei siciliani nel processo contro Verre, dai musulmani nell’Isola – da sempre crogiolo di civiltà diverse – a Dante che la canta senza mai esserci stato, da Caravaggio che vi cerca rifugio a Goethe che vi trova “la chiave di tutto”. Per arrivare al secolo scorso passando per l’Ottocento e conoscere tante Sicilie diverse. Nel libro non mancano le curiosità: la “sicilianità” di Shakespeare, le origini siciliane dell’Odissea secondo Samuel Butler, il soggiorno di David H. Lawrence e le dicerie sull’amante di Lady Chatterley, le leggende legate all’ammiraglio Nelson; né i misteri: i gialli sulle scomparse di Ippolito Nievo, August von Platen, Raymond Roussel, gli scandali dell’abbazia a Cefalù di Aleister Crowley.

Infine, risaltano anche le indagini storico-sociologiche di Franchetti e Sonnino, le analisi di Guido Piovene, le denunce di Carlo Levi e di Danilo Dolci, le testimonianze sulla mafia di Renato Candida (il capitano Bellodi de Il giorno della civetta), le intuizioni tra vocazione lirica e antropologica di Pasolini.

Sebbene si tratti di un saggio divulgativo, il libro – ci dice Cangemi – è frutto di attente ricerche, svolte con diletto ma con impegno e non senza fatica. L’auspicio è che il lettore s’avventuri piacevolmente nella navigazione per la Sicilia – nel suo passato più remoto fino al Novecento.

Giuseppe Meli