Caccamo: ucciso dalla mafia a colpi di accetta. A 70 anni dall’omicidio di Piano Margi si commemora Filippo Intili

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“Filippo Intili (1901/1952) – mezzadro. Ucciso da mano mafiosa, si batté per la legalità e la giustizia. La sua memoria spezzi ogni pavido silenzio”.

Questo è ciò che si sulla lapide della tomba di Intili, e narrano il coraggio di un contadino caccamese, barbaramente ucciso dai mafiosi del posto, per essersi ribellato ai loro soprusi.
Filippo Intili era un contadino, originario di Montemaggiore Belsito, ma viveva e lavorava a Caccamo, con la moglie ed i tre figli. Nell’ottobre del 1944 era stata introdotta la riforma agraria dal Decreto Gullo: i proprietari ed i mezzadri non dovevano più dividere il raccolto a metà, ma il 60% doveva andare ai contadini, mentre il 40% ai proprietari.
Purtroppo nelle campagne di Caccamo, ancora nel 1952, si continuava a dividere il raccolto a metà, come se il Decreto Gullo non fosse mai esistito.
Intili, che coltivava a mezzadria dei terreni di proprietà del Comune, (terre gestite in affitto da Pietro Catanese, che le aveva a sua volta in sub affitto da Lorenzo Di Gesù), decise di applicare la Legge e di dividere il raccolto al 60% per se stesso, 40% ai gestori.
Sorpreso da solo in contrada Piano Margi, (nella zona della borgata San Giovanni Li Greci), il 7 agosto 1952, Intili fu aggredito ed ucciso con la sua stessa accetta. Il figlio lo ritrovò il giorno seguente in bagno di sangue, con la testa spaccata. I colpevoli non furono mai assicurati alla giustizia e gli unici due indiziati prosciolti per insufficienza di prove.
Omertà e paura fecero calare il silenzio sul caso, fino al 1999, quando la Regione Siciliana riconobbe Filippo Intili, vittima innocente della mafia.
A distanza di 70 anni dal delitto consumato a Piano Margi, l’8  agosto 2022, presso il cimitero comunale di Caccamo, Intili sarà ricordato dalle autorità locali con una celebrazione alla quale interverrà anche uno dei suoi discendenti, il nipote Salvatore Intili.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco Franco Fiore e dell’assessore alla Cultura Patrizia Graziano, interverranno: il nipote della vittima, i responsabili della CIGL di Caccamo, Termini Imerese e Palermo (Francesca Rosella Musico, Laura Di Martino e Dino Paternostro), la sindacalista caccamese Concetta Minerva.  Nel corso della manifestazione il giovanissimo poeta Edoardo Geraci, declamerà i versi del componimento con il quale si è aggiudicato il VII Premio Nazionale di Poesia “Padre Pino Puglisi”. Mentre il frate domenicano Padre Giovanni Calcara curerà un momento di preghiera e di riflessione. L’evento commemorativo sarà animato dalle musiche eseguite dalla violinista Maria Concetta Guzzardo.

1 COMMENT

  1. Troppe morti ha costellato un tragico capitolo della storia di Sicilia, nell’intero 900, l’omertà e il clima di consenso alla criminalità e alla cultura mafiosa, faceva da scenario ideale a coloro che continuavano a esercitare violenze di ogni tipo per far rispettare una loro legge. Pur non potendo abbassare la guardia, bisogna ricordare ai politici e alla società civile di oggi che il fenomeno non è stato sconfitto e che bisogna tenacemente continuare a diffondere la cultura dell’antimafia alle giovani generazioni, affinché si possa sperare che, come affermava Giovanni Falcone, la mafia essendo un fenomeno umano avrà una fine.

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