Coronavirus: da Cefalù a Calatafimi con il carretto siciliano, un viaggio spirituale sulle orme del passato

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Si può partire da Cefalù per affrontare un viaggio spirituale con il carretto siciliano durante la pandemia? Questa è stata la scommessa di Giampiero Amato, giovane cantautore,

polistrumentista e carrettiere di quinta generazione il quale dopo i duri mesi in zona rossa, ha deciso di affrontare questo importante viaggio che gli ha cambiato la vita. La vita ai tempi del coronavirus è stata ed è difficile per tutti, tuttavia gli operatori dello spettacolo e delle cultura in generale, ne hanno sofferto e purtroppo i postumi non saranno passeggeri perchè le perdite in questo anno e mezzo sono state ingenti e per chi vive di musica la batosta è stata forte. La vita però insegna a rialzarci e ci da sempre una possibilità per poter cambiare le proprie stelle.

Partire per andare dove? Cefalù è stata la tappa di partenza per Giampiero Amato con destinazione un luogo particolare, il Santuario della Madonna di Giubino, luogo che per Amato rappresenta il ritorno alle origini poichè la sua famiglia, oggi risiedente alle pendici delle Madonie, viene da Calatafimi Segesta, luoghi che per tutti i siciliani riportano alla memoria degli antichi fasti che affondano le radici nella Magna Grecia. Durante il suo viaggio, qualche volta tortuoso e pesante, ha attraversato paesi come: Termini Imerese, Palermo, Capaci, Terrasini, Castellammare e infine Calatafimi Segesta fino al Santuario. Legenda vuole che la nascita del Santuario sia dovuta ad una disputa con i vicini alcamesi, a seguito del ritrovamento del bassorilievo nel bosco che separa i territori di Alcamo e Calatafimi. Il quadro, posto su di un carro trainato da buoi, fu per volere della Madonna stessa, portato a Giubino. Lì, infatti, si fermò il carro guidato dai soli animali, era la fine del 1400 circa. Giunto al Santuario ha deposto un mazzo di rose in segno di devozione e ringraziamento per averli accompagnati spiritualmente in questo viaggio nel passato, verso di Lei.

“Questo viaggio – ci racconta Giampiero Amato – ha senz’altro cambiato la mia vita, il mio modo di vedere e pensare alla vita stessa, mi ha prepotentemente rafforzato e consolidato le mie sensazioni e i miei sentimenti, ho vissuto momenti di tensione, momenti di serenità e felicità pura, momenti di intensa riflessione, momenti di spensieratezza nonostante la costante e mai interrotta attenzione al mio destriero, e momenti di forte commozione per la profonda sintonia e intesa con il mio cavallo (Giuliano) che non mi ha mai abbandonato nei momenti difficili ed estremi affrontati insieme, nel vederlo costantemente attivo e volenteroso dando forza da perno centrale della nostra squadra, nel non tirarsi mai indietro al mio richiamo di partenza, alle mie indicazioni di andatura”. Dopo ha portato la sua arte anche alle Saline di Trapani ma non finsice qui, chissà cosa succederà a breve, do certo sarà qualcosa di emozionante e che sarà da input a tutti coloro che non si arrendono e che trovano il lato positivo anche in questo duro momento per il mondo intero.
Giovanni Azzara

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