Ragazza morta a Caccamo, intervista al catechista Catalin Dioguardi: “nulla lasciava presagire tutto ciò”

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Dopo quanto accaduto, la città di Caccamo è ancora incredula e senza parole perchè “nulla lasciava presagire tutto ciò”, questo è quanto ci racconta Catalin Dioguardi,

giovane catechista, volontario, studente di giurisprudenza presso la LUMSA a Palermo ed ex catechista di Pietro Morreale. Con Catalin si può probabilmente intuire qual è il pensiero dei giovani di fronte a questa tragedia.

Catalin, cosa è successo ?

“La mia espressione “nulla lasciava presagire tutto ciò” sta proprio a significare il fatto che un ragazzo che era molto bravo, attento e abbastanza sveglio e buono è cambiato probabilmente a cusa di una società che non risponde alle esigenze dei giovani e che non è più inglobata di valori come rispetto, legalità e bene comune ma è tutto incentrato su quello che è quel vortice tecnologico dove tutto è affidato al mare, spesso oscuro dei social network che danno anche un’influenza negativa. Il ragazzo probabilmente è stato frutto anche di questa influenza negativa della società in cui viviamo”. 

Diciassette anni e ancora una vita davanti, che ricordo hai di Roberta ?

“A Roberta è stata tolta la vita e lei era una ragazza piena di vita, sorridente, solare insomma una ragazza che si faceva davvero volere bene soprattutto per la sua umiltà. Proprio ieri ho sentito il fratello della ragazza, Dario, mostrandogli affetto e vicinanza perchè Roberta era piena di vita e di sogni, uno di questi era sicuramente la danza”.

Cosa pensano i ragazzi ?

“Penso che i giovani avranno un grande insegnamento da questa tristissima storia e lo vedo perchè già diversi ragazzi del liceo delle Scienze Umane di Caccamo mi hanno contattato poichè vogliono organizzare delle iniziative in ricordo di Roberta, in particolar modo i rappresentanti d’istituto si sono riuniti per organizzare già domani un’iniziativa in suo ricordo, un primo gesto a parer mio atto a punire questo gesto disumano che è stato compiuto su Roberta, ribadisco, di un gesto disumano si tratta”. 

Vuoi dire qualcosa a tutti i giovani ?

“Anche io sono un ragazzo e in quanto tale voglio lanciare un messaggio ai giovani, invitandoli ad avere una cultura e dei valori sani i quali devono essere incardinati dentro lo studio, i rapporti umani con le persone, a scuola nelle famiglie cercando di mettere da parte i cellulari e trarre sempre il meglio di quello che i nostri genitori e la società vuole darci. Ci sono tanti aspetti positivi che esistono, il volontariato ad esempio, esistono un sacco di associazioni che denunciano i maltrattamenti sulle donne o associazioni come l’UNITALSI che insegnano proprio a condividere le sofferenze delle persone ammalate e che aiutano sicuramente a vivere meglio”.
Giovanni Azzara