Scontro aperto tra istituzioni sulla scuola. Niente chiusura a Palermo, dopo il botta e risposta tra Orlando, Razza e Lagalla

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La preoccupante crescita della curva pandemica nell’isola cui assistiamo da settimane, ha portato alla decisione di molti sindaci di chiudere temporaneamente le scuole per procedere a sanificazione.

Abbiamo dato conto delle tante ordinanze contingibili e urgenti dei sindaci di Termini Imerese, Bagheria, Misilmeri, Alimena, San Giuseppe Jato, Belmonte Mezzagno, Villabate; in tutti questi comuni si stanno adottando o si sono già adottate misure di contenimento del virus, a partire dalla chiusura di alcuni o addirittura di tutti i plessi scolastici.
Ha fatto scalpore ieri la decisione di Leoluca Orlando, storico sindaco di Palermo, di chiudere tutte le istituzioni scolastiche in cui si opera in presenza. “Preso atto del mancato invio di notizie circa lo stato delle strutture ospedaliere in città e della tenuta del sistema sanitario complessivamente a livello regionale, con possibile ricaduta gravissima sulle condizioni di sicurezza dei cittadini, e preso atto del considerevole aumento dei contagi in tutta la Regione oltre che nella città e nell’area metropolitana di Palermo, ho deciso a malincuore di disporre a partire da lunedì prossimo la chiusura di tutte le scuole dell’obbligo della città”, ha scritto il primo cittadino nell’annunciare questa decisione drastica.
Nella lunga missiva rivolta ai cittadini, il sindaco Orlando ha affermato: “Lo annuncio già oggi perché le famiglie, i dirigenti scolastici e gli insegnanti possano prepararsi per tempo e non trovarsi di fronte ad un provvedimento dell’ultimo minuto. È una decisione presa con sofferenza perché sono conscio che la didattica a distanza per quanto possa essere svolta con professionalità e passione, non può garantire quel rapporto umano fra docenti e studenti e quel rapporto di socialità fra i giovani che sono parte integrante del processo di apprendimento”.
Lo stesso Orlando ha infine sottolineato di non essere in grado di prevedere la durata della chiusura degli istituti: “Questo è un provvedimento temporaneo perché ancor di più da lunedì si farà un monitoraggio puntuale e preciso dell’andamento dei contagi e, auspicabilmente, della situazione delle strutture ospedaliere, i cui dati saranno valutati perché la chiusura possa essere limitata al minimo indispensabile. Mi spiace, lo sottolineo ancora una volta, aver dovuto prendere questa decisione, ma non penso sia più possibile rinviare assunzioni di responsabilità che gravano sui nostri figli e nipoti”.
A stretto giro di posta è arrivata la reazione della Regione, con le dichiarazioni degli assessori Razza e Lagalla. Il primo ad attaccare duramente il provvedimento del sindaco di Palermo è stato Ruggero Razza, assessore alla Salute della giunta Musumeci. “Il Sindaco di Palermo conosce quotidianamente i dati, non alimenti paura” ha esclamato Razza, rincarando la dose: “I palermitani devono sapere che ogni giorno il loro sindaco partecipa ad un vertice in Prefettura con Asp e commissario per l’emergenza, quindi quotidianamente viene reso edotto sulla situazione sanitaria e sull’attuazione del piano ospedaliero. Se ha particolari richieste ulteriori le ponga in quella sede”.  L’assessore Razza ha inoltre continuato: “Non ha compreso il sindaco che non è tempo di istituzioni contro istituzioni. Ho dato mandato al commissario Covid di prendere ancora una volta contatto con il Comune, così non ci saranno più fraintendimenti. Già una volta ha dovuto prendere tardivamente atto che l’Asp invia ogni giorno i dati sui contagi, non penso serva alimentare paure quando basta semplicemente alzare il telefono”.  Anche l’assessore all’Istruzione regionale Roberto Lagalla ha attaccato frontalmente il primo cittadino palermitano: “Pur avendo riguardo alle sue preoccupazioni, mi risulta che il sindaco Orlando riceva regolarmente e giornalmente dall’ASP di Palermo aggiornate notizie sull’andamento della situazione epidemiologica che il governo regionale monitora attraverso il Commissario Covid e le strutture tecniche a sua disposizione. Ove il suo provvedimento dovesse essere assunto unilateralmente e senza il conforto della pertinente autorità sanitaria, il sindaco di Palermo si assumerebbe una grave responsabilità, generando inopportunamente ulteriore ed immotivato allarme sociale e privando gli alunni e le famiglie del fondamentale diritto allo studio, per il regolare esercizio del quale i docenti e il mondo della scuola hanno profuso e stanno profondendo dedizione e sacrifici”.
Poche ore fa il colpo di scena: nel corso di una video conferenza svoltasi nel pomeriggio, infatti, Leoluca Orlando ha dichiarato che le scuole di Palermo per il momento non chiuderanno. E’ sospesa, quindi, la firma dell’ordinanza che il primo cittadino aveva annunciato ieri di voler firmare, in relazione al preoccupante aumento dei contagi da Covid 19 a Palermo.
Il sindaco ha reso noto il costante aumento dei decessi a Palermo, in rapporto alla media degli anni scorsi (oltre il 25% in più nella seconda metà di ottobre) “a conferma della correttezza della preoccupazione che stiamo esprimendo per la tenuta delle condizioni di sicurezza per la popolazione, anche in rapporto al sistema sanitario”.
Rispetto all’annunciata, contestata chiusura delle scuole, il sindaco ha comunicato di avere oggi parlato a lungo con i ministri della Salute e della Scuola, Roberto Speranza e Lucia Azzolina, dai quali ha “avuto rassicurazioni sull’aumento dell’attenzione alla situazione della scuola in Sicilia, con l’incremento dei controlli e dello screening”.
Analogamente, dal presidente Musumeci è stata data assicurazione che “già da questo fine settimana non ci sarà in Sicilia alcuna deroga al DPCM e, pertanto, saranno vigenti già da domani le limitazioni alle attività commerciali nei giorni festivi e prefestivi”. Rassicurato circa la costante trasmissione di dati accurati sui contagi e sulla situazione degli ospedali, il sindaco ha, quindi, confermato di aver sospeso la firma, “pronto però ad emettere ogni utile ordinanza nel caso in cui dovessi riscontrare una sottovalutazione della situazione”.
Anna Maria Alaimo