Da Sciara a Parigi per studio: l’università, il coprifuoco e il lockdown

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Che si tratti di una fuga di cervelli o l’occasione per un ragazzo di fare un’esperienza di studio all’estero e quindi iniziare ad avere una certa indipendenza anche fuori dal proprio paese,

sono circa 60.000 i ragazzi che attualmente sono iscritti nelle università estere o vi sono per un periodo. Oggi esistono davvero tante occasioni per vivere questa esperienza, fantastica a detta di molti giovani, fuori dal proprio paese di provenienza, esistono infatti diversi progetti per gli studenti che intendono avviare questo percorso e ciò è possibile anche grazie alla Comunità Europea che ne propone diversi ogni anno. Tutto quanto molto bello e senza dubbi affascinante, tuttavia come purtroppo ben sappiamo, stiamo attraversando questa ora buia in tutto il mondo perchè il virus non risparmia nessuno e non vede frontiere, in qualche modo però la vita deve continuare e i ragazzi sentono sempre più la necessità di studiare per creare il proprio avvenire. Ma come si studia all’estero in tempo di pandemia ? Abbiamo parlato con Salvatore Grisitina, giovane ragazzo di Sciara 23 anni, classe 1997 il quale si trova attualmente a Parigi proprio per studiare. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao Salvatore, grazie per aver accettato di raccontarci come vive uno studente italiano all’estero in questo particolare periodo. Non perdiamoci in chiacchiere perché l’argomento è interessante: cosa studi?

Ciao Giovanni, grazie a voi. Attualmente studio per un “Master Degree in Computer Science”, che poi non sarebbe altro che la laurea magistrale in Informatica. Solo che sto ultimando il mio percorso di studi a Parigi all’univeristà Gustave Eiffel che si trova nella cittadella universitaria di Champs-sur-Marne.

Sei legato da una passione in particolare o hai scelto questa strada per altri motivi ?

Indubbiamente il mondo dell’informatica sta alla base della società odierna e anche di quella futura, ma non ho deciso di intraprendere questa strada solo per assicurarmi un buon lavoro. Già da piccolo mi affascinava il mondo tecnologico e tutto ciò che ruota attorno ad esso. La scelta di seguire il corso di laurea in informatica è stata una naturale conseguenza delle mie passioni.

Bene, quando in Italia abbiamo avuto il lockdown generalizzato tu ancora eri a Sciara, quando hai saputo che saresti partito per l’Erasmus cosa pensavi ? Quali erano i tuoi pensieri in merito a questa esperienza di studio all’estero ?

Quando sono stato scelto per andare a studiare in Francia per una conseguire una doppia laurea, non ti sto a descrivere la gioia che ho provato in quei momenti in quanto nel nostro dipartimento è risaputo che questa è definita un’esperienza importante e unica nella vita. Un’esperienza che ti forma e ti migliora su tutti i punti di vista.

Passa l’estate e parti per la Francia, avevi qualche preoccupazione legata alla pandemia e a quanto avrebbe influito sul tuo studio ?

Poco prima di partire i casi aumentavano in maniera non indifferente. Capisci bene che oltre le classiche e normali paure di intraprendere un’esperienza simile all’estero, si aggiungeva questa ulteriore preoccupazione, ma appunto per l’unicità dell’occasione stessa ho deciso di coglierla; anche con questi contro. Per quanto riguarda lo studio, la mia più gande paura era che la situazione degenerasse cosi velocemente da non potere iniziare completamente il semestre, però poi alla fine tutto è andato per il meglio e speriamo che il tutto si risolva quanto prima perchè come avrete appreso dai mezzi di comunicazione, la situazione qua in Francia non è delle migliori, anzi forse la peggiore d’Europa.

Solitamente per i giovani, andare a studiare fuori è un momento di apprendimento, di svago ma anche di divertimento. Hai vissuto l’esperienza del coprifuoco, adesso però il presidente Macron ha annunciato il secondo lockdown, che per te di fatto sarebbe il secondo, rispetto a noi che siamo qui in Italia: che sensazione si prova e quanto influisce il tuo modo di vivere questo periodo di studio all’estero?

Qui l’aria del lockdown  si respirava già da un po’ quindi tutti ce lo aspettavamo, anzi ci chiedevamo come ancora non avessero chiuso tutto. Noi comunque da parte nostra, tendenzialmente limitavamo le uscite quanto più possibile nelle ultime settimane quindi da questo punto di vista è come se l’esperienza non fosse vissuta appieno. Nonostante questo, il clima qui è sempre molto stimolante, siamo a contatto con ragazzi di tutte le nazionalità e i nostri professori sia italiani che francesi sono sempre pronti a darci una mano considerata la situazione.

A tal proposito, cosa dicono i tuoi familiari ? Sono preoccupati ?

Sì lo sono, ma sanno che sono abbastanza responsabile, anzi colgo l’occasione per salutarli e rassicurali del fatto che stiamo davvero molto attenti. 

Usi la mascherina ?

Certo, è la mia migliore amica!

Al di là di questo momento storico che stiamo attraversando, consiglieresti ai tuoi amici un periodo di studio all’estero ?

Fatelo! Vi apre la mente, vi permette di imparare nuove lingue e anche la possibilità di conoscere persone stupende che vi ricorderete per sempre.

Cosa ti manca del tuo paese ?

Ovviamente solo la pizza. Scherzi a parte, mi mancano le persone che fanno parte della mia vita, come la mia ragazza, la mia famiglia e tutti i miei amici.

Vuoi lanciare un messaggio ai giovani ?

Ragazzi, semplicemente se vi si presenta una qualsiasi possibilità nella vostra vita, non siate avventati nelle vostre decisioni, siate il più razionali possibili, chiedete l’opinione di chi vi sta più vicino, ma comunque cercate di realizzare le possibilità che vi vengono poste e non esitate a buttarvi! Purtroppo questo non vi assicura una vita senza errori o brutte esperienze, ma almeno non vivrete con un eterno rimorso di non aver colto una possibilità.
Giovanni Azzara