Piacenza, caserma dei Carabinieri sequestrata. Il Comandante agli arresti domiciliari è originario di Petralia Sottana

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Un’inchiesta a tratti senza precedenti quella condotta negli ultimi sei mesi dalla Procura della Repubblica di Piacenza e che ha travolto la caserma “Levante”. È la prima volta in Italia che una caserma viene messa sotto sequestro.

Misure cautelari per dieci militari, di cui cinque in carcere e uno agli arresti domiciliari, per reati definiti “impressionanti”. I provvedimenti nell’operazione hanno riguardato in totale 23 persone di cui, come si diceva dieci carabinieri: oltre ai sei arrestati, tre hanno l’obbligo di presentazione alla polizia (più un agente della Guardia di finanza) e uno l’obbligo di dimora. Solo un militare di quella caserma è rimasto pulito. Il comandante finito agli arresti domiciliari è il maresciallo maggiore Marco Orlando, 50 anni, originario di Petralia Sottana.
La lista dei reati contestati agli indagati è decisamente lunga: spaccio, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personale aggravate, peculato, abuso d’ufficio, rivelazione ed uso di segreto d’ufficio, falso, perquisizioni ed ispezioni personali arbitrarie, violenza privata aggravata. “Siamo di fronte a reati impressionanti – ha rimarcato il procuratore della Repubblica – se si pensa che sono stati commessi da carabinieri. Si tratta di aspetti molto gravi e incomprensibili agli stessi inquirenti che hanno indagato. Una serie tale di atteggiamenti criminali che ci ha convinto a procedere anche al sequestro della caserma dei carabinieri per futuri accertamenti”.”Tutti gli illeciti – ha concluso – più gravi commessi durante il lockdown. Comportamenti criminali, in quella caserma nulla di lecito”. E per non farsi mancare nulla gli indagati hanno organizzato pure un’orgia con tanto di prostitute ospitate in caserma.
Per i militari coinvolti il Comando generale dell’Arma ha disposto “l’immediata sospensione dall’impiego e ha contestualmente disposto la “valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico”. Mentre il comandante generale Giovanni Nistri ha dichiarato: “Sono reati gravissimi e per questo procederemo con il massimo rigore e la massima severità per individuare le responsabilità dei singoli”.