Santa Rosalia, i palermitani ed il Festino al tempo del Covid

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Da quasi quattro secoli il mese di Luglio a Palermo è dedicato ai festeggiamenti in onore dell’amata patrona santa Rosalia, la Santuzza. Da quella prima processione avvenuta nel lontano 1625, il culto per la santa palermitana è cresciuto in fasto ed onori:

il culmine è sempre stato rappresentato dalle maestose, teatrali processioni che vedono coinvolta la cittadinanza intera tra il 14 ed il 15 luglio. Un tributo che inizia  il 14 con il lento passaggio del Carro Trionfale per le vie del Cassaro tra la folla in festa che lo accompagna  fino al mare dove, a notte fonda, un tripudio di fuochi d’artificio segna il passaggio dall’oscurità  alla luce, dalla morte alla vita e che continua il 15 con la processione della vara, l’imponente arca argentea fatta costruire dal senato palermitano nel 1631, che custodisce le sacre reliquie.
Ma l’edizione 369 del Festino di santa Rosalia è decisamente fuori da ogni schema conosciuto; a causa dell’emergenza Covid-19, tutt’altro che rientrata, la festa più amata dai palermitani si smaterializza dai tradizionali percorsi e adotta modalità alternative, inedite.
Gli organizzatori hanno dovuto rinunciare praticamente a tutto ciò che fino ad adesso è stato caratteristico del Festino, per attenersi alle norme anti assembramenti: niente carro trionfale, ali di folla, bancarelle, fuochi d’artificio. Per donare ai palermitani l’atmosfera del Festino in totale sicurezza la regista Costanza Quatriglio ha realizzato l’instant film «Palermo sospesa- c’è il Festino che non c’è». L’opera della Quatriglio, realizzata su invito del Comune e della Curia di Palermo, ha coinvolto il Centro sperimentale di cinematografia, l’Accademia di Belle arti ed il Teatro Massimo e consiste in tre atti di 25 minuti ciascuno, che raccontano di una città deserta che si rianima e delle suggestioni di “una città sospesa in cui il quotidiano, il sacro e il mito sono intimamente connessi al culto della sua Santuzza“.  La regista ha dichiarato: “Abbiamo coinvolto le migliori energie creative di Palermo perché in questo momento ognuno deve fare la sua parte”. Il film «Palermo sospesa – Il Festino che non c’è»  sarà trasmesso da tutte le emittenti televisive che ne faranno richiesta, raccogliendo il segnale dall’Assessorato alle Culture che lo distribuirà gratuitamente.
Il sindaco di palermo  Leoluca Orlando  ha preso parte, a Palazzo delle Aquile, alla cerimonia di affidamento della città a Santa Rosalia celebrata dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice unitamente al tradizionale omaggio floreale dei Vigili del Fuoco alla statua della Santuzza ed ha omaggiato la santa patrona offrendo le tradizionali rose, alla presenza di pochi curiosi che hanno applaudito al grido di “Viva Palermo e Santa Rosalia”. Il sindaco Orlando è certo che quello del 2020 sarà un Festino “partecipato come quelli degli anni scorsi. Un Festino diverso ma che certamente ci sarà nella passione e nella devozione dei palermitani e di tanti devoti della Santuzza nel mondo”. E ancora “Il Festino non c’è ma resta immutato l’amore dei palermitani per Santa Rosalia, e per la vita in generale”. Orlando non ha tuttavia rinunciato a rispondere alle polemiche sui costi: “Festeggiamenti meno costosi di sempre. Santa Rosalia ci ha protetti dall’ennesima peste, quella del Coronavirus”.
Tali polemiche sono state innescate da Sabrina Figuccia, consigliere comunale dell’Udc: “Non sarà sicuramente l’edizione più costosa della storia, ma spendere ben 118 mila per un ‘Festino che non c’è’ appare francamente eccessivo”. La Figuccia ha inoltre dichiarato che: “71 mila euro vanno al Centro sperimentale di cinematografia per la realizzazione del film che sarà trasmesso stasera (chissà, magari sarà un capolavoro che l’Italia potrà candidare ai prossimi Oscar…), 19 mila euro alla ditta che ha installato le luminarie, 5 mila euro per l’unico fuoco d’artificio (forse è realizzato con polvere d’oro…) e 22 mila euro per le liturgie religiose (che la Chiesa costasse parecchio era risaputo, ma non così tanto…) per un totale appunto di 118 mila euro, somma che sarà cavata fuori dalla tassa di soggiorno, che per quest’anno farà incassare al Comune 190 mila euro”.
L’aspetto religioso del Festino di santa Rosalia quest’anno è ancor più esaltato e dall’interno della Cattedrale di Palermo il vescovo Corrado Lorefice pronuncia il suo discorso davanti ad una piccola platea. Si rivolge a tutti i palermitani e dona loro una “benedizione” speciale, per trasmettere un messaggio di liberazione e speranza.
In un panorama attuale ancora per certi versi tragico a causa dell’emergenza sanitaria, monsignor Lorefice parla a Rosalia, la “Santa della pandemia”, colei che nel 1624, con il suo intervento miracoloso e risolutivo, liberò Palermo dalla peste. “Sarà un Festino diverso – ha detto Lorefice – e penso che ci porti più ad una dimensione di interiorizzazione perché è dal profondo del cuore che dobbiamo eventualmente ripensare una città liberata da questa peste, da questa pandemia ma anche dalle sue conseguenze. E’ un momento in cui dobbiamo custodire una grande prossimità e lavorare insieme perché Rosalia ci chiede di continuare ad amare questa città, con i fatti, non con le parole”.
Malgrado qualche comprensibile  malumore, i palermitani hanno diligentemente accettato le nuove regole del “Festino che non c’è”.
Non ci saranno bagni di folla ma di certo, nel rispetto delle norme, nessuno rinuncerà alle ghiottonerie tipiche dell’evento: babbaluci, calia e simenza, torrone, cubbaita e gelato di campagna saranno di certo apprezzati come tradizione vuole.
Anna Maria Alaimo