Allarme cinghiali, a Cefalù i cittadini si mobilitano: e per quelli del monte San Calogero chi ci pensa?

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Recinzioni divelte, staccionate fracassate, orti domestici e non, completamente distrutti e se non bastasse anche uccisioni di animali da fattoria, questi sono solo alcuni dei danni che i cinghiali o anche detti cinghio-maiali consumano troppo spesso sulle Madonie e da qualche anno a questa anche il monte San Calogero è infestato da questi suidi che cominciano a far paura. Si perché i cinghiali non temono nulla neppure l’uomo che vedono anzi come un ostacolo, a tal proposito i cittadini di Cefalù, nella petizione popolare si sono detti preoccupati per quanto accaduto anni addietro quando i cinghiali hanno ucciso anche una persona, un fatto che non doveva accadere e non dovrà accadere in futuro.

Oltre ai danni che questi animali perpretano, fanno sorgere anche un altro problema quello del bracconaggio, si perché è inutile nasconderlo i cinghiali sono delle succulente prede da catturare in particolar modo per la loro carne prelibata ma perché allora creare problemi su problemi? Basterebbe che gli amministratori locali insieme con le varie associazioni e il Corpo Forestale della Regione Siciliana si sedessero ad un tavolo per fare il punto della situazione e riuscissero a trovare un accordo comune per provare ad arginare questa dei cinghiali che è diventata adesso una situazione quasi insostenibile. Non è una notizia nuova che i cinghiali in tutta Italia sono aumentati di numero, infatti secondo quanto stimato lo scorso anno dalla Coldiretti, i danni si aggirano intorno a 100 milioni di euro.

Quali dunque le soluzioni? Prima di “imbracciare l’artiglieria” sarebbe opportuno provvedere ad un censimento degli animali, perché di fatto nessuno ne conosce il numero e nessuno sa come intervenire in caso di attacco a persone, animali o terreni coltivati, poi ancora si potrebbe pensare a dei recinti di cattura in modo tale da intrappolare gli animali e poi rilasciarli altrove lontano da quanti prima citati. Le persone dunque non vogliono risarcimenti dei danni ma ciò che viene chiesta adesso è la sicurezza per con l’andare del tempo il problema potrebbe peggiorare e gli scenari che si prospettano non sono per nulla rosei.
Giovanni Azzara 

2 COMMENTS

  1. salve, voglio sottolineare che quello che i cinghiali riescono a fare e a distruggere è in pensabile io parlo per esperienza personale è segnalo che nella mia campagna a Sciara in contrada giardinaccio già da quattro anni non posso fare alcun tipo di coltivazione perchè loro…i cinghiali mi distruggono tutto chi non è vicino al fuoco giustamente non si brucia e non ci crede non mi voglio più dilungare ancora, ma aggiungo che e pericoloso pure andare nella mia campagna e bisogna stare sempre molto attenti e guardarsi davanti e di dietro per la paura che ti possono comparire da un momento all’altro bisogna che le autorità si interessano un po e prendano la cosa sul serio ma come dicevo sopra chi non è vicino al fuoco non si brucia.

  2. Premessa : commento redatto con finalità fra il serio ed il faceto, con finalità equamente distribuite fra l’umorismo e la soluzione del problema.
    Dissento categoricamente dalla proposta di “provvedere ad un censimento degli animali” perché trattasi di una proposta che come unico effetto, quello di menare il can per l’aia. E poi, si vuole forse istituire l’ufficio censimento nei boschi infestati ed ivi distribuire i modelli per il censimento, da compilare in stampatello con penna nera, e restituire all’apposito ufficio “all’uopo costituito”??? E’ chiaro, tutto da espletare a cura dei suidi, previo apposito corso di alfabetizzazione.
    In Italia siamo capaci di creare burocrazia anche nel tentativo di risolvere il problema dei cinghiali, ma cosa aspettiamo che si ripetano gli eventi luttuosi che si sono verificati in passato ???
    Ma non è un dato già acquisito l’abnorme proliferazione dei suidi ?
    Ed allora, non chiamiamolo più bracconaggio, ma legittima difesa, arginamento del problema.
    Smettiamola di menare il can per l’aia.
    Si dia pure il permesso di “imbracciare l’artiglieria” .

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