Coronavirus: da domani 20 marzo arrivano i controlli dell’esercito in Sicilia

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Sono ormai settimane che il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci chiede al governo nazionale l’intervento dei militari per fronteggiare

il continuo arrivo di persone allo stretto di Messina. Negli ultimi giorni infatti il numero dei contagiati nell’isola sta iniziando a crescere sempre di più fin quando non arriverà il tanto temuto picco (previsto tra circa una settimana) e la situazione potrebbe così degenerare. Ma il governatore non ci sta e sta battendo il pugno affinché il governo nazionale ponga la sua attenzione anche al sud e in Sicilia dove sono arrivate migliaia di persone dalle regioni del nord, alcune senza effettuare i dovuti controlli. Non bastano dunque i soli appelli o le denunce bensì controlli più serrati, in particolar modo nei grandi centri abitati come i capoluoghi di provincia e naturalmente allo stretto dove ogni giorni passano centinaia di persone che per comprovati motivi di lavoro devono oltrepassarlo. La Sicilia chiama ma ancora non è ben chiaro se il Viminale risponde poiché nella mattinata di oggi, Musumeci ha avuto un colloquio telefonico con il ministro dell’Interno Lamorgese nel corso del quale si apprende da una nota comparsa sulla pagina Facebook della Regione Siciliana: “Una parte dei militari dell’Esercito Italiano in servizio in Sicilia sarà da domani impiegata nelle pattuglie di vigilanza urbana e nei punti di arrivo dei passeggeri – si legge nella nota che prosegue – lo ha assicurato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, in un colloquio con il presidente della Regione Nello Musumeci – ed ancora – governatore dell’Isola aveva avanzato ieri un’ulteriore richiesta formale, in tal senso, al capo del Viminale, allarmato dalla crescita del tasso di contagio che da alcuni giorni si registra in Sicilia”. Intanto nella giornata di oggi si continuano a registrare nuovo contagi e un nuovo deceduto anche se il numero dei guariti continua lievemente a salire, i prossimi giorni e le prossime settimane saranno decisive. 
Giovanni Azzara