“Neanche una nota stonata”: la storia dell’Associazione Amici della Musica di Termini Imerese

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L’Associazione Amici della Musica di Termini Imerese è ormai un pezzo di storia della città, posta a cavallo tra due secoli: il XX e il XXI. E come tale ha rappresentato e rappresenta la testimonianza dell’impegno profuso da tanti volontari e melomani, primo fra tutti l’infaticabile Rosario Quattrocchi.

Sono numerose le generazioni di giovani che nell’Associazione hanno trovato lo sbocco e lo sfogo della loro carica umana e del bisogno di essere protagonisti e non semplici comparse di un mondo sempre più omologato alle esigenze del profitto e ai fantasmi delle intermittenti e spesso irraggiungibili luci della ribalta.
L’Associazione Amici della Musica “G. Mulé” è stata ed è presente in città come fondamentale protagonista e promotrice della cultura, ma sempre senza il rimbombare della grancassa e con tale discrezione da apparire quasi scontata, naturale, parte del paesaggio.
Anche per questo meritava di essere riscoperta e di essere raccontata per quello che ha donato alla nostra comunità senza escludere nessuno, anzi coinvolgendo tutti, di ogni età, stato sociale, interessi.
Per fare questo, occorreva sottrarre dalla polvere del passato gli spartiti e gli strumenti musicali riposti nelle casse e nei cassetti della memoria, lucidare gli ottoni, mettere in tensione le corde, comporre una ouverture di un’opera già scritta e che era doveroso rappresentare nella sua interezza.
Questo compito, non facile, per certi versi improbo stante la vastità della materia e del materiale da spulciare, selezionare e mettere assieme organicamente, non poteva che essere affidato a un ricercatore incurante dell’incalzare del tempo, dotato di grande sensibilità per l’argomento da trattare, elegante nella scrittura e capace di esporre con la semplicità che invoglia alla lettura, anche i più restii: Giuseppe Catanzaro. È lui l’autore di “Neanche una nota stonata”, diario, album fotografico, libro di storia. Corposo e zeppo di flash, ma anche di “intermezzi” su una miriade di iniziative, appuntamenti, manifestazioni, incontri, viaggi, concorsi, tutti andati a buon fine, senza smagliature, errori, disguidi, in pratica: senza una “nota stonata”.
A chi lo ha letto, in genere è capitato quanto accaduto a me stesso: dalla prima pagina si è ritrovato all’ultima senza accorgersi del tempo trascorso, curiosando tra le foto di artisti, musicisti, giovani del gruppo folcloristico, bambini alle prese col canto corale, rammentando momenti in cui sei stato presente, individuando volti sui quali oggi si è caricato qualche lustro, risentendo musica e cantanti, melodie e duetti, note di tristezza e di gioia, pianoforti, archi, ottoni, organi, in un tripudio di vita e di amore.
Enzo Giunta