Tentata estorsione a tre sorelle, i Carabinieri su richiesta della Procura di Termini Imerese arrestano i presunti responsabili

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Il provvedimento su richiesta della Procura e del GIP del Tribunale di  Termini Imerese.

Secondo le indagini le donne sono state oggetto di reiterate violenze e minacce finalizzate a cedere la proprietà o la gestione dell’azienda agricola. I carabinieri hanno arrestato Simone La Barbera, detto il “lungo”, Antonino Tantillo detto “Nenè” e Liborio Tavolacci accusati in concorso di tentata estorsione ai danni di tre sorelle imprenditrici Irene, Gioacchina, Marianna Napoli e Gina La Barbera di Mezzojuso. Le indagini avviate nel 2015 hanno permesso di appurare una serie di circostanze che da tempo avevano tolto la serenità alle sorelle Napoli, che dopo la morte del padre risalente al 2006, ereditarono le sue proprietà. Ma da allora fu l’inizio di un incubo.
Lungo la lista dei danneggiamenti a danno delle tre donne. Secondo quanto accertato dalle indagini più volte sono stati aperti dei varchi nella recinzione per fare entrare degli animali e danneggiare il raccolto. E’ stato divelto il lucchetto del casolare di campagna e sono stati uccisi due cani. Antonino Tantillo avrebbe anche teso un agguato a Irene e Gioacchina Napoli bloccando l’automobile. Le donne appena scese sono state investite da numerose pietre. A questa aggressione era presente Epifanio Mastropaolo che convinceva le giovani Napoli a non denunciare Tantillo, portandole dal defunto mafioso Nicola La Barbera Nicola, detto “Don Cola” che ordinava momentaneamente la cessazione delle invasioni dei terreni delle Napoli.  Alla sua morte, però, l’incubo delle tre sorelle tornò con tutta la sua prepotenza e ricominciarono i danneggiamenti.
Ma le sorelle oltre alle estorsioni hanno dovuto subire in questi anni l’isolamento del paese che non ha espresso nessuna solidarietà, anzi i concittadini hanno dato vita a un comitato per la difesa del buon nome di Mezzojuso.