Ospedale Giglio. Il M5S: non permetteremo di distruggere la sanità siciliana procedendo a colpi di chiusure di reparti, come sta accadendo al san Raffaele di Cefalù

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“La rivoluzione in sanità – dicono i componenti della commissione sanità di Palazzo dei Normanni, Francesco Cappello e Giorgio Ciaccio – non sia un bagno di sangue per i siciliani,”.

“L’applicazione del dm 70?”, continuano i due deputati. “Ci sta, se l’ottica è quella di migliorare la rete sanitaria, ma l’alibi dell’adempimento di legge non può essere il grimaldello per chiudere in maniera indiscriminata e soprattutto nebulosa. Una rivoluzione di questo genere, come l’ha chiamata lo stesso assessore, va fatta col massimo della trasparenza e non nella maniera carbonara come è stata condotta finora. E, soprattutto, senza l’acceleratore a tavoletta che porterebbe al sicuro disastro. Qui si rischia di lasciare cicatrici perenni sulla pelle dei siciliani, non possiamo permetterlo. “Naturalmente tutto ciò – continuano i due deputati – si apprende dalla stampa, poiché l’assessore non ha ancora reso partecipe la commissione sanità, forse perché sa che non permetteremo – dicono – di distruggere la sanità siciliana procedendo a colpi di tagli lineari o di chiusure di reparti, come sta accadendo al san Raffaele di Cefalù . Non vorremmo che la scarsa trasparenza porti a chiudere ciò che potrebbe rimanere in vita e a lasciare aperto ciò che andrebbe chiuso, ma che gode del salvacondotto dei soliti amici degli amici”. “Un potenziale caos. Ecco cosa succede a voler accontentare sia Roma che qualche amichetto in Sicilia”, commentano Giancarlo Cancelleri e il capogruppo Matteo Mangiacavallo. “Siamo davanti a un mix tra decreti nazionali e delibere regionali che crea un pastrocchio che si rivelerà ingovernabile. Si pensi a tagliare sugli sprechi, sugli obiettivi finti, sulle duplicazioni di reparti e a rimuovere dirigenti senza titoli. Tantissime cose in questa operazione ci lasciano perplessi come le celebratissime assunzioni con cui il Pd ha foraggiato la sua campagna elettorale sono letteralmente tramontate? Altro che rimpolpamento degli organici, qui si va verso nuovi licenziamenti. Probabilmente non è elegante dire ‘lo avevamo detto’, ma in casi come questo è pressoché inevitabile”