Il comune di Termini non ha i soldi per riparare la strada per la zona industriale e s’inventa un’idea originale: fare più multe ai cittadini

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Mancano i soldi per riparare le strade ed il sindaco Salvatore Burrafato trova una soluzione geniale: fare più multe ai cittadini. Una bella idea, non c’è che dire.

Da anni la strada di collegamento tra la città di Termini Imerese e l’agglomerato industriale è un colabrodo di buche e voragini, ma il Consorzio per le aree di sviluppo industriale non ha i soldi per ripararla, mentre aumentano le lamentele degli automobilisti e le loro richieste di risarcimento dei danni subiti dalle auto
cadute nelle “trappole” dell’asfalto. Ed allora che si fa? Burrafato ci pensa e ci ripensa ed alla fine ha un’idea brillante: facciamo pagare i costi ai cittadini. Come? Semplice: firmando un bell’accordo con il Consorzio, in base al quale il comune potrà piazzare lungo la litoranea tra Termini e la zona industriale alcune postazioni autovelox, in modo da appioppare ricche multe agli automobilisti più indisciplinati che supereranno il limite massimo di velocità fissato su quella
strada a 80 km/h. Con questi soldi il comune dovrebbe poi riparare le buche. Bella logica. Ed in tutto questo cosa ci mette di suo il Consorzio? Finora nulla. E se per ipotesi dopo gli autovelox gli automobilisti diventassero improvvisamente tutti ligi al codice della strada, che si fa? Senza multe incassate la strada non verrà più riparata? A tutto questo va poi aggiunto dell’altro, un episodio che potremmo chiamare di “schizofrenia istituzionale”. Mentre infatti il sindaco è intento a risolvere il problema buche, con l’idea brillante appena raccontata, un consigliere comunale della sua stessa maggioranza, Antonio Urbano, è diventato il collettore di lamentele e foto di denuncia della situazione di degrado in cui si trova la strada di collegamento con la zona industriale. Tanti cittadini si sono così lamentati con Urbano per la
situazione di abbandono della bretella stradale e pure lo stesso consigliere comunale ha raccolto sul suo profilo Facebook un ampio dossier fotografico di “perle” di degrado. Dove sta la logica in tutto questo? Chi ci capisce è bravo.