Progetto “Le Repubbliche marinare”: visita guidata a Venezia organizzata da SiciliAntica

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Nell’ambito del progetto “Le Repubbliche marinare”, organizzato da SiciliAntica, in collaborazione con ATC l’Associazione che viaggia…, dopo la visita tenuta tre anni fa ad Amalfi, successivamente a Pisa e l’anno scorso a Genova si svolgerà dal 29 al 31 gennaio 2015 l’ultima tappa del progetto:

la visita guidata a Venezia. La mattina del primo giorno è prevista, dopo aver attraversato alcuni rii e calli, la visita all’Insula dei Frari che ha come centro artistico e spirituale la maestosa Basilica dei Frari, addossata all’antico convento dei Frati Minori, oggi adibito ad Archivio di Stato, che conserva preziose documentazioni sulla storia d Venezia. La Basilica è un esempio gotico di grande armonia e bellezza ed è ritenuta la chiesa più ricca di opere d’arte dopo quella di San Marco. Il suo gioiello artistico più prezioso è sicuramente la pala di Tiziano raffigurante l’Assunta, che il Canova definì “il più bel quadro del mondo”. La visita procede con la Scuola grande di S. Rocco, fondata nel 1478 e subito riconosciuta dal Consiglio dei Dieci della Serenissima. S. Rocco conserva al suo interno la splendida decorazione pittorica originale del Tintoretto. La visita procede con una passeggiata attraverso il sestiere di San Polo fino a Rialto, da sempre cuore commerciale della città. Il suggestivo Ponte di Rialto è il più antico e celebre di Venezia, ed è diventato uno dei simboli architettonici della città. E’ percorso da tre gradinate parallele: quella al centro è fiancheggiata da doppie arcate, occupate da botteghe su entrambi i lati, mentre quelle laterali sono decorate da rilievi del sec. XVI. Il secondo giorno è prevista la passeggiata, su taxi acqueo, lungo il Canal grande, la principale via d’acqua che attraversa Venezia, e che Philippe de Commynes ha definito “la strada più bella e meglio edificata che esista in tutto il mondo”, dove si affacciano i palazzi, le chiese e gli edifici più belli della città. Sul Canal Grande si affacciano una serie di sontuosi palazzi gotici, rinascimentali e barocchi risalenti al XIII e al XVIII sec. che costituiscono uno splendido scenario a cielo aperto. Alla fine del percorso si arriva al centro del potere religioso e politico di Venezia, nella celeberrima Piazza S. Marco, emblema della città e da sempre centro della sua vita pubblica. La piazza, che Napoleone definì “il più bel salotto del mondo”. Di forma quasi rettangolare, ha come sfondo la Basilica di S. Marco con l’isolato campanile, il più alto della città. Il lato settentrionale della piazza è delimitato dalle Procuratie Vecchie, lungo edificio eretto nel sec. XII e ristrutturato a partire dal 1514, affiancato a est dalla Torre dell’Orologio, realizzata alla fine del Quattrocento. Di fronte, sul lato meridionale della piazza, si trovano le Procuratie Nuove, iniziate nel 1582. Visita guidata alla Basilica di S. Marco, fulcro della vita religiosa e pubblica della città, luogo ove venivano consacrati i dogi, è uno dei principali simboli di Venezia e della sua storia. Fondata nel sec IX per custodire il corpo dell’evangelista Marco, patrono della città, trafugato da Alessandria d’Egitto nell’828 è un superbo esempio di stile romanico-bizantino. L’imponente interno è tipicamente bizantino, a croce greca, a tre navate, divise da colonnati sopra i quali corrono i matronei; poderosi arconi sostengono le cinque cupole. I mosaici a fondo oro, che decorano le superfici murarie superiori e le cupole, rappresentano una delle principali ricchezze della Basilica. Opera di artefici bizantini e veneziani dei sec. XII-XIV, furono in parte rifatti nei sec. XVI-XVII su cartoni di Tiziano, Tintoretto, Veronese e altri. Il presbiterio è rialzato sulla cripta e chiuso da un recinto marmoreo (iconostasi), sormontato da statue opera degli scultori Dalle Masegne (1396). L’altare maggiore, che racchiude il corpo di S. Marco, è sostenuto da quattro colonne di alabastro istoriate con capitelli del sec. XII. Dietro è la famosa Pala d’Oro, lavoro di oreficeria bizantina e veneziana tempestata di smalti e gemme. La visita procede con il Palazzo Ducale, straordinario esempio di architettura civile gotica veneziana, dimora del Doge e sede delle più alte magistrature statali. E’ il luogo-simbolo della città, la più alta rappresentazione della potenza e dello splendore della Serenissima. L’edificio, fondato come castello nel IX sec. e assunta la forma attuale nel XIV e XV sec., si struttura in una grandiosa stratificazione di elementi costruttivi e ornamentali. Attraverso la Porta della Carta, opera gotica, si accede al bellissimo cortile. Sul lato d’ingresso si innalza l’arco Foscari, opera di gusto gotico del 1470 e di fronte si trova la Scala dei Giganti, capolavoro dell’arte rinascimentale, con le statue di Marte e Nettuno, davanti alle quali il doge neoeletto giurava fedeltà alle leggi. Da una scala a sud-est del portico si sale alla loggia gotica, che, attraverso la magnifica Scala d’Oro, conduce al primo piano nobile, le cui sale, decorate da dipinti di Giovanni Bellini, Tiziano, Carpaccio, formavano l’appartamento ducale. Salendo al secondo piano nobile, si inizia dall’atrio quadrato: nel soffitto ligneo tele di Jacopo Tintoretto, alle pareti dipinti di Veronese e Francesco Bassano. La visita prosegue attraverso la Sala delle Quattro Porte, dove si può ammirare il doge Grimani in ginocchio davanti alla Fede, celebre opera di Tiziano. Si continua nell’Anticollegio, le cui pareti sono decorate da quattro pannelli di Tintoretto e da una tela di Paolo Veronese, dal quale si accede alla Sala del Collegio: alle pareti tele di Tintoretto e Veronese, mentre nel soffitto intagliato si trovano pannelli del Veronese. Si arriva nella Sala del Consiglio dei Dieci i cui soffitti intagliati e dorati, conservano pannelli di Paolo Veronese. Si passa poi nella sala della Quarantia Civil Vecchia e nella sala dell’Armamento, nella loggia successiva statue di Adamo ed Eva scolpite da Antonio Rizzo nel 1464. Da qui si arriva infine alla Sala del Maggior Consiglio: alle pareti, dipinti e un fregio con 76 ritratti di dogi. Al centro del soffitto, Apoteosi di Venezia del Veronese. Scendendo dalla Loggia, si visitano le Prigioni Vecchie, dette i pozzi, anguste celle, umide e scure. Attraversando il ponte dei Sospiri, si visitano le inquietanti Prigioni Nuove e le stanze delle torture. Nel pomeriggio la visita inizia nel quartiere di Venezia che può definirsi “pittoresco”, quello di Castello, con i suoi canali, chiese e parchetti risalenti al XIII secolo. Il sestiere fu uno dei primi nuclei abitativi della città (V-VI secolo) e prende nome dal castello che vi sorgeva, con funzione di difesa dagli attacchi dal mare. In quell’area si trova l’imponente edificio dell’Arsenale. Marcato nel tessuto urbano da muraglie in cotto e torri quadrate, dal XIII secolo ha determinato la vita della Repubblica. L’Arsenale di Venezia rivestiva un’importanza vitale per la Serenissima, centro strategico della sua potenza e importantissima fabbrica di navi. Le origini dell’Arsenale risalgono al 1104, quando il Doge Falier istituisce un cantiere navale di Stato, presso Piazza San Marco. Nel XII secolo il cantiere, trasferito presso l’attuale sede, in posizione maggiormente protetta, influenza lo sviluppo urbano della città. Ampliato nei secoli, l’Arsenale è stato per secoli il più grande del mondo: oltre 16 mila addetti, nei momenti di massimo lavoro, quando c’erano cento galee in darsena pronte alla guerra. In quello che fu già Granaio della Serenissima, in campo San Biagio si trova il Museo Storico navale, il più importante nel suo genere in Italia. Oltre l’edificio principale fanno parte del museo il Padiglione delle Navi, situato nell’antica officina remi dell’Arsenale, e la chiesa di San Biagio, antica chiesa della Marineria della Serenissima, restituita oggi al culto per funzioni religiose nell’ambito della Marina Militare Italiana, ed anche area espositiva. Una sala del museo è dedicata al Bucintoro, l’imbarcazione da cerimonia del Doge da cui ogni anno, nel giorno dell’Ascensione, il Doge stesso gettava in laguna un anello in segno simbolico dello “sposalizio” di Venezia con il mare. Infine visita alla Chiesa di San Zaccaria risalente al IX secolo, all’origine della città, fu luogo molto legato alla storia arcaica di Venezia. Il primo edificio fu costruito  per accogliere i resti del padre di San Giovanni Battista che erano stati donati dall’imperatore bizantino Leone V l’Armeno a Venezia. Nell’anno 1105 un terribile incendio lo distrusse, insieme alla chiesa, e si racconta che morirono asfissiate più di cento monache, che si erano rifugiate nel sotterraneo ancor oggi esistente sotto l’altare maggiore. La chiesa attuale è opera quattrocentesca di Mauro Codussi, a tre navate, con volte a crociera, presenta una facciata tripartita da colonne binate e aperta da numerose finestre sovrastate dal grande timpano ad arco sormontato dalla statua di San Zaccaria. Al suo interno le sepolture di molti dogi e opere di notevole pregio tra cui i polittici intagliati da Ludovico da Forlì (XV secolo) ed una pala del 1505 opera del Bellini. L’ultimo giorno, domenica 31, attraverso l’antico quartiere ebraico si giunge al Campo dei Mori chiamato così per via della presenza di quattro statue trecentesche in pietra d’Istria inserite nei muri delle case che circondano il Campo. Visita guidata alla Chiesa della Madonna dell’Orto, costruita dall’ordine degli Umiliati tra la metà del Trecento e il Quattrocento, originariamente dedicata a san Cristoforo il santo patrono dei viaggiatori e dei traghettatori. La facciata è una delle più interessanti di Venezia per la compresenza di elementi gotici e rinascimentali. La chiesa è senza dubbio uno dei luoghi emblematici dell’architettura gotica veneziana. La facciata e il chiostro sono del quadriennio 1460-1464, con statue degli inizi del Cinquecento. Dello stesso periodo il campanile a cupola, terminato nel 1503. Gli interni sono impreziositi da alcuni dipinti di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, oggi sepolto nella navata destra. Passeggiata nel sestiere di Cannaregio tra le calli nascoste, dove si incontrano altri gioielli artistici, fino al Campo dei Santi Giovanni e Paolo, uno dei più ampi di Venezia. Al centro del campo, si erge il monumento equestre dedicato a Bartolomeo Colleoni, che guidò l’esercito della Repubblica veneta durante l’espansione in terraferma nel ‘400. Visita alla Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, uno degli edifici medievali religiosi più imponenti di Venezia, assieme alla basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari. Viene considerata il Pantheon di Venezia a causa del gran numero di dogi veneziani e condottieri che vi sono stati sepolti a partire dal Duecento. L’interno della chiesa, dalle ampie arcate ogivali e volte a crociera, colpisce per l’armoniosità e l’imponenza dei suoi volumi e per la suggestiva luminosità. La pianta è a croce latina con transetto e tre navate suddivise da enormi colonne cilindriche Alle pareti delle navate sono addossati numerosi monumenti, e a destra si aprono cappelle. Anche sul transetto si affacciano due cappelle per lato, che affiancano il presbiterio. Poco lontano si erge la monumentale Chiesa di San Francesco della Vigna iniziata da Jacopo Sansovino nel 1534, è una delle più belle chiese rinascimentali di Venezia. Fu poi affidata ad Andrea Palladio, dieci anni più tardi, la costruzione della grandiosa facciata. Le cappelle laterali sono poi diventate cappelle funerarie di molte nobili famiglie veneziane che avevano costituito un fondo per la sua costruzione. Deve il suo nome al fatto che in origine il luogo in cui sorge era coltivato a vigneti. Nei pressi di questi vigneti sorgeva una piccola e modesta chiesa dedicata a S. Marco poiché, secondo una tradizione dell’epoca, era proprio questo il luogo dove aveva albergato l’evangelista durante una tempesta e gli era apparso poco dopo un angelo salutandolo con le parole “Pax tibi Marce Evangelista meus” (motto della Serenissima) e profetizzandogli la futura fondazione di Venezia. Nel pomeriggio si prenderà parte al celebre Carnevale di Venezia. Per informazioni tel. Tel. 091.8112571 – 346.8241076 – 339.5921182.