“Cosimo Cristina 55 anni dopo…” è il titolo della manifestazione promossa dall’IISS “Stenio” e dalla Rivista Espero per ricordare il giovane giornalista termitano Cosimo Cristina “suicidato” da Cosa Nostra. La manifestazione, che si svolgerà lunedì 4 maggio 2015 alle ore 10,30 presso il Cine teatro Eden a Termini Imerese, prevede una tavola rotonda e un dibattito con gli studenti su “Cosimo Cristina oggi: il valore della sua esperienza” e la presentazione in anteprima del libro: “Cosimo Cristina. Il “Giornalista ragazzino” ucciso dalla mafia”, con testi di Luciano Mirone e disegni di Antonio Bonanno.
Dopo l’introduzione di Maria Angela Marramaldo, Dirigente Scolastica dell’IISS Stenio sono previsti gli interventi di Maria Luisa Altomonte, Direttrice USR Sicilia, Antonio Ingroia, Avvocato, Teresa Di Fresco, Vice presidente del Consiglio dell’Ordine dei Gionalisti di Sicilia, Giuseppe Lo Bianco, Giornalista de “Il fatto quotidiano”, Alfonso Lo Cascio, Direttore della Rivista Espero. Saranno inoltre presenti: Luciano Mirone, Giornalista e autore del libro, e Antonio Bonanno, Disegnatore e autore delle illustrazioni del libro. Modera Giusi Conti. All’incontro prenderanno parte rappresentanze delle scuole di Termini Imerese e Caccamo.
Cosimo Cristina nasce a Termini Imerese l’11 agosto 1935. Tra il 1955 e il 1959 collabora come corrispondente per il giornale L’Ora di Palermo, per Il Giorno, per l’agenzia Ansa, per il Corriere della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino. Nel ’59, fonda il settimanale Prospettive Siciliane. Può finalmente affermare ciò che i giornali con cui collabora non gli permettono di scrivere. Da subito Prospettive Siciliane raccontò la mafia di Termini e della Madonie in anni in cui nessuno osava nemmeno nominarla. Iniziano per Cosimo le minacce e le querele. Tante le inchieste da lui condotte: l’omicidio del sindacalista Salvatore Carnevale e del sacerdote Pasquale Culotta, avvenuta a Cefalù nel 1955, la morte di Agostino Tripi, il processo per l’omicidio di Carmelo Giallombardo. Il pomeriggio del 5 maggio 1960, ad appena 25 anni, Cosimo Cristina viene ritrovato privo di vita nel tunnel ferroviario di contrada Fossola, tra Termini e Trabia. Non viene nemmeno disposta l’autopsia: per gli inquirenti si trattava di suicidio. Ma i dubbi già allora erano tanti, qualcosa non quadra. Nella tasca della sua giacca vengono ritrovati due biglietti, sulla cui autenticità la famiglia ha dubitato sin dal primo momento: ma stranamente non è mai stata eseguita nessuna perizia calligrafica.
Cosimo Cristina è stato ucciso dalla mafia, anzi più precisamente suicidato da Cosa Nostra, qualcuno azzarda, ma come spesso accade in questi casi, nessuno sa niente, chi sa non parla, chi parla viene fatto tacere e, a parte qualche articolo del solito cronista rompiscatole, a nessuno interessa più di tanto. Il caso viene riaperto sei anni dopo: grazie al vice questore di Palermo, Angelo Mangano, è riesumata la salma e finalmente viene eseguita l’autopsia, ma effettuata dopo tanti anni, finisce per confermare l’ipotesi del suicidio. Da allora il caso Cristina è definitivamente archiviato. Una spessa coltre di oblio venne stesa sul giovane che viene vergognosamente dimenticato
Nel corso degli ultimi anni vi è stato un lento recupero della memoria storica del coraggioso giornalista, attraverso inchieste su libri e giornali, il lavoro di diverse scuole termitane che hanno incluso nei loro progetti sulla legalità la figura di Cosimo Cristina, l’intitolazione di una strada al giovane su proposta della rivista Espero, l’inserimento del pannello su Cosimo, da parte dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, nella mostra dedicata ai cronisti italiani uccisi. E per il cinquantesimo anniversario della morte del coraggioso giornalista, il 5 maggio del 2010, su iniziativa della rivista Espero, insieme al Comune di Termini Imerese e all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, è stata collocata una lapide nel luogo in cui venne rinvenuto il corpo.
Il libro a fumetti
La storia del primo giornalista ucciso dalla mafia è la storia di un ragazzo di 25 anni che tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni sessanta, con un taccuino, una penna e una macchina da scrivere, dichiara guerra a “Cosa Nostra” e viene ammazzato attraverso il “suicidio”. La storia di Cosimo Cristina è la storia di una sicilia bellissima e triste, insanguinata dalle lotte contadine e dominata da una mafia che all’epoca pochi – compreso la chiesa – osano mettere in discussione. Questo cronista d’altri tempi, povero e romantico, denuncia e viene stritolato, come succederà negli anni successivi ad altri sette giornalisti siciliani. La storia che vi raccontiamo è anche la storia di un amore spezzato nel fiore degli anni. una storia seppellita per decenni nell’oblio delle coscienze, e recuperata grazie all’impegno giornalistico di Luciano Mirone, che prima con il volume “gli insabbiati”, ora con questa “graphic novel” realizzata insieme all’illustratore antonio bonanno, la restituisce alla memoria collettiva.
L’autore e l’illustratore
Luciano Mirone, giornalista e scrittore, collabora con testate siciliane e nazionali. Ha scritto anche per “I siciliani, “La repubblica”, “Il venerdì”, “Diario”, “L’Ora”, il “Giornale di Sicilia”. ha pubblicato dieci libri fra cui “Gli insabbiati” e “Un ‘suicidio’ di mafia”. Ha realizzato il monologo “Uno scandalo italiano” su Cosimo Cristina.
Antonio Bonanno (nato a Catania nel 1970) laureato all’Accademia di belle arti, ha illustrato per Hongfei cultures, Marco Tropea editore, Edinova, Edizioni amici, Gg studio. Ha scritto e illustrato “Moustaches” e “Postiches” per Editions du lampion, in francia, e in italia “mustacchi” per Logos edizioni.