Termini Imerese. Per salvare la Fiat adesso si ricorre ad un banchiere-medium

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Un medium brasiliano per salvare la Fiat. E’ un film fantasy? No, è l’ultima trovata per rilanciare lo stabilimento termitano. Luiz Augusto de Queiroz, presidente del Banco de Rio de Janeiro (Brj), è il socio di Grifa pronto a rilanciare la fabbrica siciliana. Fin qui tutto normale, finché non si precisa che si tratta di un… medium e che la sua banca, la Brj appunto, non sembra avere i capitali sufficienti a gestire l’intera operazione.

Ma andiamo con ordine. La Grifa, una spa fondata nello scorso mese di aprile da un paio di ex dirigenti Fiat e che finora non ha prodotto una sola auto, si è offerta di rilevare lo stabilimento siciliano chiuso dal novembre 2011, per iniziare a produrre auto ibride ed elettriche già dal 2016. In questa operazione Grifa investirebbe 100 milioni di euro, a cui se ne dovrebbero aggiungere altri 250 di fondi pubblici. Dei 100 milioni promessi da Grifa, però, 25 sono il capitale sociale dell’azienda e 75 milioni dovrebbero arrivare appunto dal Banco de Rio de Janeiro, un piccolo istituto di credito, privo di grandi mezzi finanziari. Pare infatti che il suo capitale sociale più riserve sia di circa 7 milioni di euro. Se fosse davvero così, l’ammontare dell’investimento che l’istituto dovrebbe fare a Termini Imerese sarebbe quindi superiore al totale dell’attivo della banca. A ciò bisogna pure aggiungere che il capo del Brj, Luiz Augusto de Queiroz appunto, oltre che banchiere è anche medium. Presiede infatti a Rio de Janeiro l’Associazione Padre Pio, un’associazione spiritualista olocentrica culturale e assistenziale, un’associazione che promuove una sorta di sincretismo religioso. Ecco il banchiere-medium di cui parlavamo all’inizio. A cosa ci siamo ridotti pur di salvare la Fiat…