“Trattiamo, con questo sistema – ha aggiunto il responsabile del reparto di chirurgia vascolare Mauro Scialabba – ulcere di vario tipo (diabetiche, venose, arteriose, da pressione), infezioni post chirurgiche e lesioni croniche dei tessuti”.
La macchina consente di applicare la pressione dell’ossigeno direttamente nel tessuto danneggiato stimolando la chiusura della ferita. L’ambiente che si crea è chiuso ed umido e favorisce l’ossigenazione del tessuto trattato.
“I risultati, sui primi casi seguiti – hanno evidenziato Scialabba con l’aiuto Cinzia Iacoboni – sono soddisfacenti. Viene ridotta la degenza, in ospedale, e favorita una più veloce risoluzione, in alcuni casi completa, del problema”.
“E’ certamente un trattamento – ha concluso il direttore sanitario Giuseppe Ferrara - più efficace che punta a migliorare la qualità di vita dei pazienti”.