ESPERO IN EDICOLA. Sette attentati in sei mesi. Cosa sta succedendo nel nostro territorio?

0
137

Incendi contro attività artigianali, industriali e agricole sui quali indagano i carabinieri di Termini e la polizia del commissariato di Cefalù. Nel primo caso il fuoco divampa in un capannone di un’azienda a Geraci Siculo il 3 ottobre dell’anno scorso, mentre l’ultimo episodio ha colpito il deposito di carburanti di Salvatore Vassallo a Sciara il 9 aprile. Un unico disegno mafioso o una recrudescenza del fenomeno estorsivo?

di Dario Barà

Sette in sei mesi. È questo il numero preoccupante di incendi contro attività artigianali, industriali e agricole da ottobre 2013 ad aprile 2014 registrati nel nostro comprensorio e sui quali indagano i carabinieri di Termini Imerese e la polizia del commissariato di Cefalù. Una serie di episodi che non sembrano avere tra loro un collegamento, ma che segnano per il nostro territorio un brutto segnale. Non si ha la conferma che gli eventi incendiari siano legati all’attività estorsiva e di Cosa Nostra.
Ma rappresentano comunque, con tutto il loro forte valore anche simbolico, un segnale di importante gravità che non va sottovalutato. Un territorio, quello del nostro comprensorio, su cui Cosa Nostra ha sempre manifestato il proprio interesse, in passato a volte in maniera evidente, non ultima la serie di intimidazioni subite dal sindacalista Vincenzo Liarda in prima fila nella battaglia affinchè la vasta estensione di campi del Verbumcaudo tra le province di Enna, Caltanissetta e Palermo, sequestrata al boss Greco nel 1988 e consegnata alla regione Sicilia solo nel 2012, venisse affidata alla società civile come è in parte accaduto lo scorso 10 marzo con la consegna di un grande vigneto a due cooperative sociali. Ma andiamo con ordine. Era il 3 ottobre 2013 quando a Geraci Siculo in contrada Montededero è andato in fiamme il capannone di un’azienda agricola mandando in fumo oltre mille balle di fieno e distruggendo la costruzione. Passano 2 settimane e…

L’ARTICOLO INTEGRALE SU ESPERO IN EDICOLA