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Petralia Soprana, Concorso fotografico il Borgo più bello d’Italia in uno scatto: si può partecipare fino al 30 agosto

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C’è tempo fino al 30 agosto per partecipare al concorso fotografico “Il Borgo più bello d’Italia in uno scatto” dedicato alle bellezze di Petralia Soprana dal tema “Petralia Soprana tra l’antico e il contemporaneo”.

Il concorso, giunto alla sesta edizione, invita il fotografo ad esprimere nei suoi scatti la propria

interpretazione del tema, utilizzando la prospettiva fotografica per indagare il connubio tra antico e moderno/contemporaneo in relazione al borgo di Petralia Soprana.

La sensibilità dell’autore potrà descrivere questo rapporto e conciliarlo con monumenti, piazze, persone o simboli del borgo. Potranno, per esempio, essere immortalati: aspetti culturali e costumi sociali tra antico e contemporaneo, oggetti che in relazione al borgo rispecchino questo connubio, vita rurale e vita urbana tra antico e contemporaneo, arte e musica tra antico e contemporaneo, altri aspetti che comunque rispecchino il tema del concorso.

La partecipazione al concorso, bandito dal Comune e sposato dall’azienda Italkali, è gratuita e aperta a tutti i fotografi non professionisti e senza limiti di età. Ogni partecipante potrà inviare un massimo di tre fotografie formato minimo (40 x 30 cm) unitamente alla scheda di partecipazione debitamente compilata e firmata.  Sono ammesse fotografie inedite in bianco e nero e/o colori con inquadrature sia verticali che orizzontali. Il materiale dovrà essere inviato o consegnato in un plico entro il 30 agosto.

Le fotografie dei partecipanti al concorso saranno sottoposte al voto di una giuria che esprimerà un giudizio insindacabile. Alcune di esse faranno parte del calendario 2025 che sarà realizzato dall’amministrazione comunale. Tre i premi in denaro: 700 euro al 1°, 500 al 2° e 300 euro al 3°.

Tutti i dettagli sono contenuti nel bando reperibile sul sito del comune di Petralia Soprana.

Per visionare il regolamento e scaricare la domanda di partecipazione www.comune.petraliasoprana.pa.it

Sciara, cerimonia di saluto per il luogotenente Giuseppe Maniscalco dopo 22 anni al comando della stazione dei Carabinieri

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Dopo 22 anni di servizio presso la stazione dei Carabinieri di Sciara, il luogotenente Giuseppe Maniscalco, arrivato nel lontano 2002 è stato trasferito a Palermo presso il Nucleo Operativo Compagnia di “Piazza Verdi”.

Si è svolta questa mattina alle ore 10:00 presso l’aula consiliare del Comune di Sciara, la celebrazione di saluto per il luogotenente Maniscalco, alla guida della stazione sciarese per oltre un ventennio. Una cerimonia partecipatissima, presente l’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco la dott.ssa Concetta Di Liberto, gli impiegati comunali, i giovani del Servizio Civile, i rappresentanti delle associazioni e tanta gente che ha voluto augurare buon proseguimento di carriera al luogotenente.

Un momento emozionante che si è sintetizzato in due brevi discorsi da parte del sindaco Di Liberto che ha così detto: A lei va il ringraziamento di tutta l’Amministrazione Comunale, dei dipendenti e della comunità sciarese per questi intensi anni di servizio nel nostro paese. Ci sono stati momenti belli e altri meno belli come quelli del triste periodo del Covid e tanti altri. Io, in primis, posso dirle che ci siamo sentiti davvero al sicuro. Non sarà un arrivederci definitivo, la comunità la attende a Sciara ogni qualvolta vorrà venirci a trovare saremo felici e lieti di averla a casa”.

Sono stati anni impegnativi, segnati da momenti belli e meno belli: “Ricordo – ha detto il luogotenente visibilmente amozionato – alcuni episodi quando arrivai nel lontano 2002, tra questi il piacere di aver conosciuto alcune distinte persone che purtroppo oggi non ci sono più. Tra questi i signori Lo Bello, Azzara, Giammartino e tanti altri che porterò per sempre nei miei più cari ricordi. Ci sono stati anni difficili come quelli del Covid, non è stato facile gestire quei momenti però il dovere veniva prima di tutto. Vado via da Sciara con la consapevolezza che mi sono arricchito professionalmente e personalmente, grazie a voi perchè ho visto la vostra vicinanza nei miei confronti e verso i miei collaboratori. Lascio qui un pezzo della mia vita perchè il periodo che ho trascorso a Sciara è quello più lungo: grazie a voi tutti”.

Presente anche il parroco Don Nunzio Pomara il quale ha voluto sottolineare l’importante collaborazione tra i Carabinieri e la Chiesa di Sciara in diverse occasioni. Al termine è stata consegnata una targa dal sindaco ed una pianta dai dipendenti comunali. Importante la presenza del brigadiere Antonino Passamonte e del maresciallo Cristian Manfrè, il quale quest’ultimo sarà il reggente della stazione dei Carabinieri di Sciara.

Tragico naufragio a Porticello: c’è una vittima, lo scafo si trova adesso a 50mt di profondità

Tragico naufragio nel mare antistante Porticello.
Nelle prime ore del mattino di oggi, 19 agosto 2024, a solo mezzo miglio dalla costa di Porticello, è affondato il veliero BAYESIAN battente bandiera britannica, destinato a crociere di lusso, di 56 metri di lunghezza, con 22 persone a bordo fra membri dell’equipaggio ed ospiti, tutti di nazionalità straniera.
Secondo un primo bilancio, 15 passeggeri sono stati salvati dalla Guardia Costiera di Porticello, prontamente intervenuta, 6 sarebbero i dispersi che si teme possano essere rimasti intrappolati nelle cabine , 1 sarebbe la vittima accertata, rinvenuta all’esterno dello scafo che giace a quasi 50 metri di profondità.
L’affondamento potrebbe essere stato causato dalle pessime condizioni meteomarine che sembra abbiano dato origine ad una tromba marina.
Ironia della sorte, il tratto di mare nel quale è avvenuto l’affondamento, è piuttosto sicuro essendo protetto dal promontorio di Capo Zafferano, dai venti di maestrale che spirano da nord-ovest, e per questo spesso vi stazionano navi alla fonda. Attualmente i vigili del fuoco e la Guardia Costiera, stanno operando le ricerche di eventuali sopravvissuti, con un elicottero e mezzi navali. Un elicottero del servizio di Ricerca e Soccorso dell’Aeronautica Militare di stanza nella base aerea di Trapani Birgi, si è unito alle altre forze che stanno operando le ricerche.

Giuseppe Ficardo

Le Notti di BCsicilia: Cefalù, passeggiata archeologica lungo le mura megalitiche

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Nell’ambito della manifestazione Le Notti di BCsicilia si terrà mercoledì 21 agosto 2024 una passeggiata archeologica lungo le mura megalitiche. Appuntamento alle ore 18,30 a Piazza Garibaldi a Cefalù. La presentazione sarà a cura della prof.ssa Valentina Portera, Presidente BCsicilia di Cefalù, mentre le emergenze storico archeologiche e le strutture architettoniche, durante il percorso, verranno illustrate dal prof. Antonio Franco e dall’arch. Tania Culotta. L’iniziativa è promossa dalla sede locale di BCsicilia e dal Comune di Cefalù. Per prenotazioni: tel. 320.6468568 – Email: [email protected].

Sin dal V secolo a. C. Cefalù venne protetta da una fortezza di mura megalitiche che chiudevano la Rocca da una punta all’altra del golfo. La cinta muraria è ancora oggi visibile: copre tutta la costa, dalla parte inferiore della torre in piazza Garibaldi, per poi coprire l’intera Rocca e saldarsi su alcune fenditure naturali. Sulle mura difensive erano collocate solo quattro porte di accesso alla città, costantemente controllate e poste in posizioni privilegiate. Tre di queste affacciavano sul mare, mentre una era posizionata verso l’entroterra. Gli Arabi, che arrivarono a Cefalù nell’XI secolo, restarono colpiti dallo stratagemma difensivo adottato nella cittadina, tanto da definirla una vera e propria fortezza fabbricata sopra gli scogli. Tra la scogliera e le mura megalitiche, Cefalù divenne un fortino inespugnabile, e fu realmente più difficile per le dominazioni successive insediarsi in questo centro abitato florido di cultura e di economia. Durante il percorso sarà possibile osservare le mura dall’esterno, percorrendo la passeggiata  sugli scogli progettata dagli architetti Culotta e Leone.

6° concorso canoro organizzato da Radio Comunità Nuova Festival di Resuttano

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Il 6° Radio Comunità Nuova Festival, organizzato dall’emittente radiofonica Radio Comunità Nuova, si presenta come un concorso canoro di grande rilevanza nel panorama musicale del Centro Sicilia e non solo. Il concorso canoro organizzato da Radio Comunità Nuova a Resuttano, in provincia di Caltanissetta, è oggi uno dei più apprezzati grazie ad un’organizzazione certosina e alla importanza del premio destinato al vincitore; ogni anno si radunano a Resuttano, grazie alla favorevole collocazione geografica al centro della Sicilia, artisti provenienti da ogni angolo dell’Isola. Anche la sesta edizione dell’apprezzato concorso canoro, in programma a Resuttano il prossimo 13 settembre, riconferma infatti il premio destinato anche stavolta al vincitore del Radio Comunità Nuova Festival.

Una vera e propria opportunità che potrebbe rappresentare un valido trampolino di lancio nella carriera di chi si aggiudica la vittoria della Categoria Senior del Concorso. Anche quest’anno il 6° Radio Comunità Nuova Festival propone al vincitore la produzione completa di un proprio inedito presso il Masterplay Studio di Leo Curiale, a Mussomeli. Avrà quindi modo di mettere in pratica, in maniera professionale, il proprio talento all’interno di uno studio dotato di tecnologie all’avanguardia accanto a un producer affermato. Allo stesso modo, il vincitore della Categoria Senior, che si porterà a casa il 6° Radio Comunità Nuova Festival, sarà attenzionato dallo stesso Curiale, presente all’interno della Giuria di Qualità del Festival in qualità di producer e CEO dell’etichetta discografica Carioca Records, e sulla base del suo giudizio e della sua valutazione potrebbe essere incluso all’interno della squadra di artisti dell’etichetta. Lo stesso Leo Curiale avrà infatti modo di attenzionare, non obbligatoriamente e a suo esclusivo giudizio sulla base delle proprie personali valutazioni, tutti gli artisti che si esibiranno all’interno della Categoria Senior del 6° Radio Comunità Nuova Festival; se ritenuti particolarmente validi, potrebbe scegliere un qualsiasi iscritto da inserire nella squadra di artisti della Carioca Records indipendentemente dal piazzamento finale.

Il Radio Comunità Nuova Festival prevede tuttavia anche una Categoria Junior per bambini e ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 15 anni; il vincitore si aggiudica l’11° Memorial Padre Indorato. Novità di quest’anno è la nuova Categoria Baby destinata ai più piccoli, di età non superiore ai 10 anni. L’edizione 2023 del Radio Comunità Nuova Festival è stata vinta da Pier Paolo Manetta (nella foto), di San Giovanni Gemini in provincia di Agrigento, che ha prodotto con Leo Curiale il singolo “Ho assunto Quasimodo come coscienza”; la Categoria Junior è stata invece appannaggio di Gioacchino Lo Giudice, di Canicattì.

La partecipazione al 6° Radio Comunità Nuova Festival, indistintamente dalla Categoria di appartenenza, rimane sempre totalmente gratuita. Il Radio Comunità Nuova Festival sarà trasmesso in diretta radio su Radio Comunità Nuova il 13 settembre 2024 a partire dalle 21:30, su 95 FM (Centro Sicilia e Madonie), www.radiocomunitanuova.it ma anche sull’App di Radio Comunità Nuova scaricabile gratuitamente da Google Play (anche per Android TV) e App Store. Inoltre verrà trasmesso in diretta video sulla Pagina Facebook Ufficiale di Radio Comunità Nuova.

Per iscriversi al 6° Radio Comunità Nuova Festival bisognerà consultare il Regolamento e compilare i moduli disponibili alla sezione Festival Canoro del sito internet di Radio Comunità Nuova (https://www.radiocomunitanuova.it/index.php/extra/festivalcanoro); c’è tempo fino alle ore 20.00 del 5 settembre 2024.

Campofelice di Roccella, alle Notti di BCsicilia: “Filosofia sotto le stelle, Francesco Petrarca… filosofo?”

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Nell’ambito della manifestazione Le Notti di BCsicilia si terrà lunedì 19 agosto 2024 alle ore 22,00 al Salotto Letterario “A casa di Anna” in Viale Italia, 1 a Campofelice di Roccella l’iniziativa “Filosofia sotto le stelle”. Il prof. Frank La Brasca affronterà il tema “Francesco Petrarca… filosofo?”. Introduce l’incontro Anna Laurà, Presidente BCsicilia sezione di Campofelice di Roccella. L’appuntamento è promosso dalla Casa Editrice Don Lorenzo Milani, BCsicilia Sede di Campofelice di Roccella, Associazione L’Isola Possibile, Navarra Editore, Termini Bookfestival, Keartbook, Medinova. Per informazioni e prenotazioni: 340.1775806.

Tracce del rito di “Catabasi” negli ipogei della Gurfa di Alia

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Per quanto ne ho potuto capire, per “l’incartamento istruttorio della perizia tecnica” che ho in corso agli ipogei della Gurfa di Alia, almeno tre sono gli indizi probanti che depongono per il tracciamento del rito antichissimo della Catabasi in quel luogo di grande sapienza ancestrale. 1. La vasca triangolare per le abluzioni appena fuori dagli ingrottati, con “letto di posa” per il “sonno d’incubazione” adiacente (foto 1); 2. Il “vano ad utero” con sovrastante cisterna, sospeso a mezza altezza dal pavimento della seconda “stanza”/Megaron del primo livello, dove doveva praticarsi la ritualità per la de-costruzione del candidato allo stato larvale per affrontare il “viaggio” psichico e fisico (foto 2); 3. Il “pozzo di discesa” di collegamento verticale (foto 3), con il sottostante “vano a tenda”/cripta funeraria dinastica con 12 segnaposto sulle due “banchine” laterali ed “abside” quadrilatera ad incasso centrale sulla parete nord.

La mia risposta per dotare queste strutture di un minimo di senso e sottrarle alla banalità interpretativa di un loro semplice uso contadino la trovate di seguito.

I riti di Catabasi-Anastasi , discesa nella Morte e risalita di Rinascita, nei culti mediterranei sicuramente sono stati praticati in Sicilia a partire dalla Preistoria, almeno per quanto riguarda le “prove iniziatiche” collegate con la gestione del potere sacrale/politico del Basileus dei Sikani, o Minos Minoico, o Wanax Miceneo. Figure che esercitavano poteri di vita e morte presso le loro comunità; proprio per questo dovevano essere eroicizzate dimostrando di essere capaci di sopravvivere dopo avere toccato il regno prossimo alla morte senza essere morti. Elemire Zolla ne ha scritto un testo formidabile nel 2002 “Discesa all’Ade e resurrezione”, dal quale riporto la parte più illuminante, che mi ha fatto capire tante cose dell’ipogeo Tomba dinastica/Tempio/Santuario della Gurfa di Alia, in particolare per la presenza del “pozzo” di discesa alla “stanza a tenda” sottostante. “In greco il di’u accadico si chiamò mégaron, parola di etimo misterioso, forse risalente alle radici dell’ebraico me’arah. Ciò che vi deve accadere è un movimento della psiche, che si denomina ‘discesa’, catabasi. Erano cripte dove si scendeva per prepararsi all’ascesa in cielo. La meglio nota stava nel santuario di Trofonio a Lebadea e ne parla Pausania. Ci si calava scivolando prima su una corda, penetrando quindi in un buco, dove un turbine avvolgeva il corpo spegnendo la coscienza e sospingendolo all’interno: lì sopravvenivano visioni …Chi giunge a questo luogo mortuario senza essere morto prima dà prova di essere iniziato. …Lì si sognava e si poteva guarire mercé un sogno guaritore. Era la catabasi, l’immersione nel regno prossimo alla morte, dal quale era possibile ritornare in vita riabilitati alla salute”.

Carmelo Montagna

 

 

Freud e la percezione extra-sensoriale

Sigmund Freud, il fondatore della psicoanalisi, come numerosi altri scienziati che vissero e operarono nel periodo storico che sta a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo, fu affascinato da quel campo di ricerche che attualmente viene definito “parapsicologia”, la disciplina che ha a che vedere con fenomeni come trasmissione del pensiero e telepatia, vi­sione a distanza, previsione del futuro e altri ancora.

Occuparsi di simili argo­menti era un rischio per chiunque fosse nella condizione di Freud, quel­la cioè di uno studioso che aveva già affrontato diverse battaglie per l’affermazione scientifica della psicoanalisi. Occuparsi di telepatia e di occultismo non avrebbe giovato sicuramente all’immagine della psicoa­nalisi come scienza. Infatti, a fronte di ricerche scientifiche di tutto ri­spetto, esi­steva un vasto e potente “movimento spiritico” fondato sulla credenza che si potesse comunicare con il mondo dei defunti e che i fenomeni “paranormali” fossero al tempo stesso una sorta di mezzo di comunica­zione con questa realtà trascendente e una sua manifestazione; insomma, una serie di credenze e ipotesi tutt’altro che scientifiche. Tale movi­mento, peraltro, ruotava intorno a figure spesso molto discutibili sul piano mora­le, i cosiddetti medium, che non raramente frodavano per accrescere o mantenere il loro prestigio. La scoperta di queste frodi non aveva certa­mente favorito la nascita di un serio movimento di ricerca, anzi aveva allontanato ancora di più gli studiosi seri da questo campo. Vi erano a questa regola ben poche eccezioni, rappresentate da personaggi che rite­nevano di avere sufficiente prestigio e autorità accademica per potersi dedicare disinvoltamente a questi studi, senza correre per questo il ri­schio di essere considerati di scarsa serietà. Anche l’interesse più sincero non poteva che cedere di fronte a questa obiettiva situazione. Il che spiega come mai all’interesse espresso da Freud in via privata non corrispose un uguale impegno pubblico.

Freud aveva incontrato fenomeni misteriosi nel corso della sua pratica di anali­sta. Il confronto con questa realtà misteriosa e aliena alle conoscenze scientifiche del suo tempo fu, per un certo periodo, sicuramente critico. Nel 1899 egli aveva già scritto una breve nota su un caso occorso ad una sua paziente, che aveva sognato di incontrare una persona, cosa che poi realmente avvenne il giorno dopo nelle stesse circostanze del sogno.

L’interpretazione che egli diede di questo fenomeno non fece alcun ri­ferimento alla sua presumibile obiettività: la paziente, cioè, non avreb­be incontrato realmente l’amico sognato bensì un’altra persona, alla quale per esigenze psicologiche specifiche, avrebbe attribuito l’iden­tità dell’altro. Egli considera un’impressione il fatto d’avere ricordato un sogno presunto profetico e lo ritenne un falso ricordo.

Un altro riferimento ai sogni profetici si trova nella prima edizione della Interpretazione dei sogni, ed ha lo stesso carattere critico: “E il valore del sogno per la conoscenza del futuro? Naturalmente non è il caso di pensarci”. Anche nella Psicopatologia della vita quotidiana vi è un ac­cenno ai fenomeni “occulti”, in particolar modo ai sogni precognitivi e ai presagi.

Nel 1907, egli espose pubblicamente le sue credenze in fatto di telepatia e fenomeni paranormali. Dopo aver dato la sua interpretazione della su­perstizione, egli pone un problema fondamentale:

“Ammettendo di non aver affatto esaurita con queste osservazioni la psicolo­gia della superstizione, dovremo d’altra parte almeno sfiorare il problema se sia da negare assolutamente che la superstizione abbia radici nella realtà, se sia cer­to che non esistano presagi, sogni profetici, esperienze telepatiche, manifesta­zioni di forze sovrannaturali e simili. Sono lungi dal voler rigettare in blocco questi fenomeni, sui quali si hanno molte osservazioni accurate anche da parte di intellettuali eminenti e che molta opportunamente dovrebbero formare og­getto di ricerche ulteriori. È anzi da sperare che una parte di queste osservazio­ni trovi chiarimento in base alla nostra incipiente conoscenza dei processi psichici inconsci, senza imporci radicali alterazioni delle nostre concezioni odierne”.

Freud, insomma, fu inizialmente scettico nei confronti delle tematiche “paranormali”, ma successivamente subentrò qualche cambiamento. Il più importante risale probabilmente al 1907, e coincide con l’inizio dei suoi rapporti personali e pro­fessionali con Carl Gustav Jung. Freud e Jung si erano conosciuti perso­nalmente nel marzo del 1907. Se le loro opinioni, allora, coincidevano su molti argomenti, sicuramente erano abbastanza dissimili per quanto si riferiva ai fenomeni “paranormali”.

Jung era non solo un entusiasta sostenitore della realtà di tali fenomeni, ma egli stesso ne era un attivo studioso, probabilmente anche un protagonista. D’altra parte sembra che egli avesse delle solide tradizioni di famiglia in questo campo; aveva inoltre studiato una medium quindicenne, dimostrando, alla fine, che i fenomeni spiritici in realtà non esistevano e che, invece, le diverse personalità che si presen­tavano nel corso delle sedute medianiche non erano entità di defunti, bensì un prodotto della dissociazione della personalità della medium, che dava vita a personalità alternanti. Su questo argomento elaborò la sua tesi di laurea in medicina.

L’incontro tra Jung e Freud, ebbe come, comunque, come conseguenza un rinnovato interesse di quest’ultimo verso i fenomeni “paranormali”, come è dimostrato dalla loro corri­spondenza fra il 1907 e il 1912. Freud, però, non si era fatto convincere dagli entusiasmi del suo “allievo” preferito. Spesso espresse anzi il suo disappunto per questi ingombranti di Jung, come dimostra un di­vertente episodio.

Nel corso di una visita di Jung a Freud, mentre questi contestava al­l’allievo ancora una volta certi aspetti non condivisibili delle sue creden­ze, avvenne un fenomeno singolare: nella libreria si udì un fortissimo schianto, che non poteva essere spiegato in alcun modo normale. Jung sostenne allora che ce ne sarebbe stato molto probabilmente un altro, il che puntualmente avvenne, a testimonianza, quasi, che lo stesso Jung aveva capacità insolite – come si potrebbe peraltro evincere da quanto egli stesso descrive nella sua autobiografia. Freud rimase molto im­pressionato dall’episodio. Il suo turbamento però non durò molto a lun­go. Quando Jung, in una lettera datata 2 aprile 1909 gli ricordò’ l’episodio, Freud tentò di fornire una spiegazione meccanicistica e razio­nale, un po’ secondo i criteri che lui stesso aveva enunciato nella “Psico­patologia della vita quotidiana”:

“Dapprima – rispose – volevo considerare come una prova se il rumore, così frequente durante la sua visita, fosse completamente cessato in sua assenza; invece da allora si è ripetuto alcune volte, ma mai in connessione con i miei pensieri e mai quando pensavo a lei o a questo suo problema specifico (anche in questo momento no, aggiungo come sfida)”.

Se ]ung aveva contribuito a mitigare la durezza di alcune sue posizio­ni precedenti, su Freud ebbero comunque una influenza ben più deter­minante sia i rapporti con un altro allievo, Sandor Ferenczi, con quale partecipò ripetutamente ad incontri ed esperimenti, studiando in particolar modo il caso di una medium indovina di Berlino, e rimanendo sufficientemente convinto della realtà delle sue capacità. Mantenne però questo interesse e queste sue convinzioni rigorosamente nella sfera del “privato”, perché occuparsene in pubblico avrebbe potuto ave­re conseguenze non irrilevanti.

Bisognò quindi attendere il 1921 perché Freud si decidesse ad esporre in un articolo le sue idee sulla telepatia in maniera meno sfuggente di quanto avesse fatto sino ad allora. Si sentiva più sicuro di poterlo fare.

Da poco, nel 1919, Freud era stato nominato professore dell’Università di Vienna, un titolo acca­demico di grande prestigio. La psicoanalisi come movimento aveva an­che avuto il suo momento di gloria: dopo la rivoluzione ungherese, a Budapest, su richiesta degli studenti, era stata istituita la prima catte­dra universitaria di psicoanalisi che era stata affidata a Ferenczi. Nello stesso tempo il movimento aveva ricevuto una sostanziosa donazione da un paziente, il dottor Von Freund: questo contributo economico, nelle speranze di Freud, avrebbe potuto generosamente sovvenzionare tutte le attività della Società di Psicoanalisi da lui fondata. Inoltre, la psicoanalisi era ormai stata riconosciuta come scienza clinica e sociale. Oltretutto, i pochi pa­zienti consentivano a Freud di impegnarsi maggiormente nella sua atti­vità teoretica e speculativa.

Una parte delle riflessioni di Freud fu dedicata alla telepatia, in un periodo che vide, tra l’altro, la formulazione di importanti concetti teorici (esposti nell’opera Al di là del principio del piacere). Ancora una volta furono riflessioni comunque molto caute. Nel 1921, durante una serie di colloqui, in novembre, con i suoi più stretti collaboratori, espose un lavoro che aveva preparato quell’estate, durante una vacanza a Gastein. Il lavoro, dal titolo Psicoanalisi e telepatia, non fu pubblicato, se non postumo nel 1941. Lo scritto è di grande interesse perché mostra dal un lato il cambiamento nelle idee di Freud relativamente all’argomento e dall’altro le sue costanti perplessità nei confronti del movimento “occultista”.

Freud interpretava la forte affermazione dell’occultismo come ri­sposta ad una perdita di valori dovuta alla guerra e alla necessità di “un tentativo di compensazione volto a trasporre in una sfera diversa, ultra­terrena, le gioie della vita che su questa terra hanno perduto il loro fa­scino”.

Freud non sottovaluta comunque i rischi dell’eccesso di credenza acritica nel paranormale. Un tale atteggiamento fideistico ricorda le antiche fedi religiose e la psicoanalisi, che tutto sommato deriva “dall’ambito delle scienze esatte” non può che guardare con diffidenza a queste pretese”. Egli era molto preoccupato non tanto dalle pre­tese dell’occultismo, quanto dalla possibilità che esse incontrino un fa­vore sempre maggiore:

“È praticamente certo che l’occuparsi di fenomeni occulti porterà ben presto alla conferma che un certo numero di essi si verifica effettivamente; c’è tuttavia da presumere che ci vorrà molto tempo prima che si giunga a una teoria accet­tabile riguardo a questi fatti nuovi. Cionondimeno coloro che stanno lì a spiare con avida attenzione non attenderanno tanto a lungo. Ottenuto un primo con­senso, gli occultisti dichiareranno che la loro causa ha vinto, estenderanno il convincimento relativo a una singola affermazione a tutte le altre, lo faranno passare dai fenomeni alle spiegazioni dei fenomeni che sono da essi predilette e che sono loro più congeniali. I metodi della ricerca scientifica devono servire infatti agli occultisti esclusivamente da trampolino per portarsi al di sopra del­la scienza. Ma guai se salgono così in alto!”

“E non sarà – continua Freud allarmato – lo scetticismo degli astanti e de­gli ascoltatori a farli esitare, né una protesta collettiva a farli desistere. Verran­no salutati come chi è venuto a liberarci dalla pesante costrizione intellettuale, e tutta la credulità che ancora sopravvive dai giorni infantili della storia umana e dagli anni infantili dei singoli individui si farà loro incontro con esultanza. Potrà allora essere imminente uno spaventoso collasso del pensiero critico, del postulato deterministico, della scienza meccanicistica: riuscirà il metodo scien­tifico a evi tarlo non abbandonando per nessun motivo i concetti quantitativi della forza e della massa e le qualità della materia?”.

Le perplessità di Freud erano fondamentalmente relative a quello che potremmo definire l’impatto sociale e filosofico di queste scoperte sulla nostra cul­tura e sulla visione scientifica del mondo. L’occultismo gli sembrava una bomba il cui scoppio avrebbe potuto incoraggiare un ritorno al pen­siero magico infantile, all’irrazionalismo in tutti i suoi molteplici aspet­ti. L’interesse di Freud per alcuni fenomeni misteriosi, come la telepa­tia, era insomma abbondantemente controbilanciato dalla paura che questi studi sfuggissero dalle mani degli scienziati per costituire quasi una nuova religione dell’irrazionale. Egli stesso è perfettamente coscien­te di questi due aspetti del suo pensiero in proposito: “Il mio atteggia­mento personale rispetto a questa materia continua ad essere riluttante e ambivalente”. Eppure, per quanto riguardava la telepatia, la reputava una ipotesi degna di considerazione.

E infatti nel 1922 pubblicò il suo primo contributo sul tema: l’articolo Sogno e telepatia, nel quale Freud tenta di chiarire quali possano essere le relazioni tra il sogno e i fenomeni telepatici., stabilisce alcuni fatti fondamentali: anzitutto “il fatto incon­testabile che la telepatia è favorita dallo stato di sonno”, che comunque non è una condizione insostituibile per il verificarsi del fenomeno tele­patico. Poi il fatto che un messaggio telepatico possa essere inconscia­mente percepito anche con una notevole dissonanza temporale rispetto a quando il sognatore ne diventa cosciente.

“Si può benissimo pensare che un messaggio telepatico giunga nello stesso momento in cui si svolge l’evento ma venga percepito dalla coscienza solo du­rante il sonno, nella notte successiva, o anche durante la veglia, ma dopo un po’ di tempo, in una pausa dell’attività intellettuale”.

Alla fine dell’articolo, tenta ancora di scusarsi:

“Vi ho forse dato l’impressione di essere segretamente incline a sostenere la realtà della telepatia in senso occulto? Se sì, sono molto spiacente che sia così difficile evitare una simile impressione. Perché io desideravo davvero mantene­re un’assoluta imparzialità. E ho tutte le ragioni di voler essere imparziale, dato che non mi sono fatta un’opinione precisa e di queste cose non so nulla”. Ancora una volta si tratta di un’affermazione “diplomatica”. Insomma, come si dice, un colpo al cerchio e uno alla botte.

Dal 1925 in poi Freud, per diversi anni, si astenne dal fare commenti su questo argomento. Era una prudenza scientifica più che giustificata. A fronte di pochi studiosi motivati da ragioni scientifiche, gli studi sui fenomeni paranormali continuavano ad essere sostanzialmente un calderone nel quale trovava­no posto tutti gli aspetti dell’irrazionalismo moderno: spiritisti, Chri­stian Science, cultori del pensiero magico che costituivano la stragrande maggioranza di coloro che si occupavano di questi argomenti. Gli stu­diosi seri, decisi a comprendere la natura di alcuni peculiari e misteriosi fenomeni (come, appunto, la telepatia) erano in netta minoranza. Minoranza, però, alla quale ammise di appartenere:

“Se qualcuno dice che ho ceduto al pec­cato gli rispondo calmo, che la mia conversione alla telepatia è un affare privato, come il fatto che sono ebreo, come la mia passione per il fumo e come molte altre cose, e che il tema della telepatia è in sostanza alieno dalla psicoanalisi”.

Con queste affermazioni il discorso sulle convinzioni di Freud sulla telepatia si chiude, senza alcuna apertura a irrazionali pratiche spiritiche e occultistiche.

Freud pubblicò il suo ultimo lavoro sull’“occultismo” nel 1932. Si tratta del contributo più completo e maturo, nel quale egli riassume le sue opinioni derivate da riflessioni che duravano, ormai, dal 1899. Si tratta della trentesima lezione della Introduzione alla psicoanalisi, dedica­ta proprio al rapporto tra sogno e occultismo. Ed è meno diplomatico del solito. Scrive infatti:

“Forse dite dentro di voi: “Ecco un altro uomo che nella sua vita ha lavorato onestamente a indagare scientificamente la natura e che, invecchiando, è diven­tato debole di mente, devoto, credulone”. So che alcuni grandi nomi rientrano in questa categoria, ma non crediate di potermi annoverare tra costoro. Devoto, perlomeno, non lo sono diventato e, spero, neanche credulone. È però vero che chi si è tenuto chino tutta la vita per schivare uno scontro doloroso con I fatti, è disposto anche nella vecchiaia a curvare la schiena di fronte a nuove: realtà”.

Freud ipotizza, anche, che specialmente la trasmissione del pen­siero possa fornire una migliore base scientifica per interpretare in modo meccanicistico il mondo spirituale: se l’atto mentale di una persona su­scita il medesimo atto mentale in un’altra persona, può essere ipotizza­bile che qualcosa di mentale si trasformi, per potere essere “trasmesso”, in qualcosa di fisico che poi venga ritrasformato al suo “ingresso” in un’al­tra mente in un contenuto psichico. La telepatia inoltre offrirebbe la possibilità, per Freud, di comprendere comportamenti naturali altresì incomprensibili, come la comunicazione e la volontà collettiva in grandi insiemi di insetti. Ancora, la telepatia potrebbe aver avuto una specifica funzione di comunicazione nell’uomo primitivo e potrebbe anche essere un ideale mezzo di comunicazione tra madre e figli. Ormai Freud si sentiva libero di poter discutere di temi tanto controversi: la raggiunta stabilità del suo movimento, la sua enorme fama, la mancanza di ulteriori ambizioni accademiche gli consentivano una libertà di pensiero prima di allora impossibile.

Freud nel 1939 aveva dovuto raggiungere Londra. Aveva lasciato Vienna dopo l’Anschluss, ed era fortunosamente sfuggito alla Gestapo. Non sarebbe ritornato più sull’argomento; oltretutto ormai il problema della telepatia e dell’occultismo era ampiamente sopravanzato da altri e ben più gravi problemi. Con il suo ultimo contributo, nel 1932, Freud aveva sancito la legittimità di certe ricerche e la loro importanza per la comprensione della natura dell’uomo.

Giovanni Iannuzzo

 

Campofelice di Roccella: incontro con Dorotea Pisciotta autrice del libro “Ti stavo aspettando”

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Nell’ambito della Rassegna “Libri in campo… Estate 2024. Oltre il giardino” si terrà domenica 18 agosto 2024 alle ore 18,30 l’incontro con Dorotea Pisciotta, autrice del libro “Ti stavo aspettando”. Previsti gli interventi di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia e di Anna Laurà, Presidente BCsicilia, sezione di Campofelice di Roccella. La manifestazione, promossa dalla Casa Editrice Don Lorenzo Milani, BCsicilia Sede di Campofelice di Roccella, Associazione L’Isola Possibile, Navarra Editore, Termini Bookfestival, Keartbook, Medinova, si terrà presso il Salotto Letterario “A casa di Anna” in Viale Italia, 1 a Campofelice di Roccella. Informazioni e prenotazioni: 340.1775806 – [email protected].

I Nomadi in concerto sul lungomare di Cefalù

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I Nomadi sono una delle band che hanno fatto la storia della musica italiana e lunedì 19 agosto saranno in concerto con inizio alle ore 22 nella splendida location del lungomare di Cefalù ad ingresso libero.

L’iconico gruppo che dagli anni Sessanta ad oggi ha siglato successi dopo successi si esibirà all’interno della rassegna degli spettacoli estivi promossi dall’amministrazione comunale di Cefalù.

I Nomadi sono un gruppo musicale fondato nel 1963 all’interno del movimento beat italiano dal tastierista Beppe Carletti e dal cantante Augusto Daolio. Hanno pubblicato ottantadue album, tra dischi registrati in studio o dal vivo e raccolte varie, e sono fra i più longevi complessi al mondo con sessanta anni di attività. Avendo venduto complessivamente 15 milioni di dischi, sono il terzo complesso italiano per vendite, preceduto dai Pooh e dai Ricchi e Poveri. Tra i loro brani più celebri si ricordano Io vagabondo, Dio è morto, Canzone per un’amica.