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“Auschwitz dopo Auschwitz”, mostra Fotografica a cura dell’Associazione “Fotoriflettendo”

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A cura dell’A.P.S. Fotoriflettendo, e del suo presidente che ne è il curatore, il 14 febbraio 2025, presso la Sala Nuccio Pollaci dell’Archivio Storico Comunale di Palermo in Via Maqueda, 157, si aprirà la mostra fotografica dal titolo “Auschwitz dopo Auschwitz” del fotografo Giuseppe Mazzola da anni impegnato sul fronte civile e sociale nella divulgazione e sensibilizzazione al valore della Memoria e alla sua eredità.

La mostra è il risultato di un progetto fotografico e audiovisivo che vuole delineare un percorso storico, introspettivo ed emotivo, orientato verso il luogo di incontro fra tempo, accadimenti e conseguenze: la risultanza è un’immagine che mostra cosa sia stato Auschwitz ieri e cosa sia Auschwitz oggi.

Con Auschwitz, dove i nazisti tedeschi hanno ucciso ebrei, polacchi, sinti e rom, etc., che rappresenta il simbolo più identificativo della Shoah, il più grande disastro dell’humanitas, si parla di un “prima” e di un “dopo”, come di due fasi separate della civiltà umana.

Implicitamente si parla del culto dell’odio e del suo trionfo, un’infame gloria divenuta cultura.

Il curatore dott. Vincenzo Cucco dichiara: “Ecco perché curare questa personale dell’artista Giuseppe Mazzola è per me un immenso piacere. avendo avuto l’occasione di conoscerlo nel 2017, quando partecipò alla 18° edizione del Concorso Nazionale di Fotografia Città di Castelbuono, di cui mi onoro essere Presidente di Giuria e Presidente dell’A.P.S. Fotoriflettendo, oggi giunto alla 25° edizione. Proprio in quell’occasione si distinse come giovane fotografo apprezzato dalla Giuria di qualità, che gli attribuì una Menzione di Merito, e dal pubblico, che gli riconobbe un premio speciale, il Premio del Pubblico”.

Il curatore dott. Vincenzo Cucco ringrazia l’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo On. Giampiero Cannella per aver saputo cogliere l’importanza del contenuto del progetto e del modo in cui sarà rappresentato concedendogli il pieno supporto.

Il Vernissage della mostra si svolgerà in loco alle ore 16,30 del giorno 14 febbraio p.v. alla presenza del Sindaco prof. Roberto Lagalla, dell’Assessore alla Cultura On. Giampiero Cannella, della Responsabile dell’Archivio Storico Comunale dott.ssa Claudia Fucarino e di altri ospiti, fra i quali lo storico prof. Alessandro Hoffman, che ricorderanno l’80°anniversario della “Memoria”.

La Mostra sarà aperta al pubblico, ingresso libero, dal 15 febbraio al 2 marzo 2025: martedì e venerdì dalle ore 9,00 alle ore 13,30, mercoledì, giovedì, sabato e domenica dalle 10,00 alle ore 16,30. Info: facebook.com/fotoriflettendo.

Termini d’Arte celebra San Valentino tra poesia e musica

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Un San Valentino dedicato alla poesia, alla musica e alla condivisione delle emozioni. Venerdì 14 febbraio 2025, alle ore 16.30, l’Associazione culturale Termini d’Arte aprirà le porte della sua sede in via Garibaldi, 53 a Termini Imereseper un incontro speciale che renderà omaggio all’amore universale. Protagonisti della serata saranno i versi e le parole. I poeti Maria Cancilla, Pia Amodeo, Giuseppe La Spina, Nicola Lo Bianco, Giuseppe La Licata, Felice Talamo, Giuseppe Bagnasco, Angelo Abbate e  Nunzia Calà daranno voce ai loro pensieri, leggendo loro poesie e lettere d’amore per celebrare il sentimento che unisce e ispira l’umanità.

“Scrivere è come gettare semi che germogliano nei cuori di chi legge e di chi ascolta – afferma Rita Elia, presidente dell’associazione Termini d’Arte – invitando tutti a partecipare e, per chi lo desidera, a condividere un proprio testo in questo spazio di espressione libera e autentica.

A rendere l’atmosfera ancora più intensa sarà l’esibizione della cantante Giusy Cimino che interpreterà alcuni brani a tema, accompagnata alla chitarra dal musicista Giancarlo Aguglia (nella foto). Dopo le letture e la musica, seguirà un momento conviviale per proseguire la serata all’insegna della condivisione e del dialogo.

Salvina Cimino

“L’esoterismo di Dante secondo René Guénon” al Seminario promosso a Palermo da BCsicilia e dall’Università Popolare

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Si terrà giovedì 13 febbraio 2025 alle ore 16,30 presso la Sala Novecento dell’Hotel Joli in via Michele Amari, 11 (Angolo Piazza Ignazio Florio) a Palermo, il sesto incontro del Seminario sull’Esoterismo nell’arte promosso da BCsicilia e dall’Università Popolare. Dopo la presentazione di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia, è prevista la conferenza dal titolo “L’esoterismo di Dante secondo René Guénon” che sarà tenuta da Tommaso Romano, Scrittore e Docente di filosofia.

L’articolato seminario prevede  otto lezioni  che si terranno tutti i giovedì all’Hotel Joli e tre visite guidate: a Noto, a Termini Imerese e a Capo d’Orlando. E’ possibile seguire le lezione in presenza oppure in Live streaming. I successivi incontri riguarderanno “Simboli e alchimia nel  Settecento”, “Sul non detto della parola e sulla parola del non detto. Esoterismo e letteratura”. Alla fine del Seminario verrà rilasciato un Attestato di partecipazione. E’ obbligatoria la prenotazione. Per iscrizioni: WhatsApp: 346.8241076 – Email: [email protected]. Facebook: BCsicilia.

René Guénon, considerato uno dei più grandi pensatori del ’900, è stato uno scrittore, filosofo, esoterista, intellettuale francese. Nel 1925 pubblica un saggio dal titolo “L’esoterismo di Dante” nel quale questi sostiene che Dante Alighieri sarebbe stato membro di un ordine iniziatico e che, scrivendo la Divina Commedia, avrebbe voluto lasciare ai lettori della sua opera un messaggio dottrinale nascosto nei versi. Il poema sarebbe ricco di parallelismi massonici ed ermetici e come tale potrebbe essere letto e capito solo dagli iniziati, che disporrebbero delle giuste chiavi di lettura dei testi sacri ed antichi. A partire dai versi dell’Inferno, O voi ch’avete li ‘ntelletti sani, mirate la dottrina che s’asconde sotto ‘l velame de li versi strani l’autore ritiene che coloro che posseggono li ‘ntelletti sani sarebbero gli “iniziati”, i quali potrebbero scoprire la dottrina insita sotto il velame del poema. Guénon sostiene che le tre cantiche della Divina Commedia rappresenterebbero un percorso iniziatico: l’Inferno rappresenterebbe il mondo profano, ovvero abitato da persone che non avrebbero ricevuto l’iniziazione; il Purgatorio riferirebbe le prove iniziatiche ed il Paradiso sarebbe la residenza degli “illuminati”. Nel “regno degli illuminati” Dante citò i Principi celesti, che sarebbero identificabili con uno dei gradi della Massoneria scozzese, e il grado di “Scozzese trinitario” sarebbe riferito al numero tre, ricorrente nel poema dantesco e riferito alla Trinità. Lo stesso numero tre comparirebbe inoltre ripetutamente nel percorso iniziatico: tre sono i principi massonici (libertà, uguaglianza e fratellanza), tre le virtù teologiche (fede, speranza e carità) e tre gli elementi alchemici (zolfo, mercurio e sale), necessari per creare la “Grande Opera”. Guénon sottolineava inoltre che il viaggio di Dante attraverso i mondi o cicli cosmici avviene durante la settimana santa, cioè nel momento dell’anno liturgico che corrisponde all’equinozio di primavera, il periodo riservato alle iniziazioni dei Catari.

Tommaso Romano si è laureato nel 1976 con una tesi di Estetica, all’Università di Palermo e si è Specializzato in Sociologia a Milano. Dal 1984 è Docente ordinario di Materie Letterarie e dal 1998 di Filosofia, Pedagogia e Scienze Umane. Dal 1999 al 2005 è stato Docente a contratto di Estetica nei corsi sperimentali all’Accademia delle Belle Arti di Palermo. Ha tenuto docenze e corsi presso Centri, Società e Università in Belgio, Grecia, Inghilterra. È socio fondatore dell’Associazione Internazionale Medicina Umanitaria, dell’Associazione Tasca di Cutò, dell’Associazione di Storia Postale Siciliana e dell’Associazione “Paolo Giaccone”. È stato Vice Presidente dell’Istituto Siciliano di Letteratura Contemporanea e Scienze Umane, nonchè dell’Istituto Siciliano del Mediterraneo e della Fondazione “Ignazio Buttitta”. Dirige “Spiritualità & Letteratura”. Collabora a quotidiani e periodici, alle trasmissioni RAI e dell’emittenza privata. Presidente regionale siciliano e dirigente centrale del Sindacato Libero Scrittori Italiani, ne è stato Vice Segretario Nazionale. Dal 1994 e fino al dicembre 1995 è stato Assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione della Provincia, incarichi che ha ricoperto ancora, dal 1998 all’aprile 2002 con l’ulteriore ruolo di Vice Presidente. Dal 2005 al settembre 2006 è stato nuovamente, da indipendente, Assessore alla Cultura della Provincia, transitando con lo stesso incarico al Comune di Palermo. Dal 2012 è Presidente dell’ISSPE – Istituto Siciliano Studi Politici ed Economici. È componente del Comitato Scientifico della Fondazione “Tricoli”, del Comitato Direttivo dell’Università Popolare di Bolognetta, del Comitato della Biblioteca Civica di Villabate, nonchè Direttore Onorario della Biblioteca “Nino Muccioli”. Fondatore e, dal 2014, Presidente Onorario dell’Accademia di Sicilia. Per l’attività culturale, editoriale e civica ha ricevuto riconoscimenti, premi alla carriera, nomine accademiche, oltre a numerosissime  benemerenze. Ha ricevuto, inoltre, il Gran Diploma Honoris Causa dall’Università degli Studi Umanistici e Pedagogici di Mosca, e il Diploma Honoris Causa in Scienze Umane dell’Istituto Superiore di Lettere Arti e Scienza del Mediterraneo. Negli anni è stato Presidente e  Componente di numerose Commissioni Giudicatrici di Premi letterari, d’arte e scientifici in Italia e all’estero.

Operazione dei Carabinieri, azzerati i mandamenti mafiosi di Palermo e provincia: 183 provvedimenti restrittivi, impegnati 1.200 militari

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I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo nel corso della notte hanno eseguito i provvedimenti cautelari emessi dall’Ufficio del G.I.P. del Tribunale di Palermo e i decreti di fermo di indiziati di delitto emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica a carico di 163 persone, delle quali 33 già detenute per altra causa, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d’azzardo, e altro.

I provvedimenti restrittivi sono l’esito delle indagini condotte dal Nucleo Investigativo di Palermo tra il 2023 e il 2025 in direzione dei mandamenti di “Porta Nuova”, “Pagliarelli”, “Tommaso Natale – San Lorenzo, e “Bagheria”.

Nel contesto della medesima operazione, i Carabinieri del Reparto Anticrimine del R.O.S. di Palermo hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 20 fra capi e gregari del mandamento di “Santa Maria del Gesù”, di cui 3 già detenuti.

Complessivamente sono stati impegnati 1.200 Carabinieri provenienti dai Comandi Provinciali della Sicilia, dal Reparto Anticrimine del ROS di Palermo, dai “baschi rossi” dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, dal 12° Reggimento “Sicilia” (tra gli altri, personale specializzato della “Compagnia di Intervento Operativo” e delle “Squadre Operative di Supporto”) e dal 14° Battaglione “Calabria”. L’operazione, che si è svolta con la copertura dal cielo di un velivolo del 9° Nucleo Elicotteri di Palermo, ha visto anche la partecipazione di personale delle “Aliquote di Primo Intervento” del Gruppo di Palermo nonché delle unità cinofile antidroga e anti esplosivo di Palermo Villagrazia e Nicolosi (CT).

Le indagini hanno fatto emergere come “cosa nostra” sia un’associazione criminale vitale e al “passo coi tempi”: se infatti essa è fortemente legata alle regole dei “padri fondatori”, ai suoi antichi riti e al compimento delle “classiche” condotte illecite, come le estorsioni, il traffico di droga e il controllo delle scommesse clandestine online, dall’altro è emersa la capacità degli affiliati di ricorrere ai moderni mezzi di comunicazione per cercare di sfuggire alla pressione investigativa. È stato infatti documentato il sistematico utilizzo di smartphone criptati che consentono comunicazioni – anche di gruppo – sicure, limitando all’essenziale la necessità degli incontri e delle riunioni tradizionali.

I capi di “cosa nostra” tendono a risolvere pacificamente le controversie che sorgono cercando di mantenere un profilo costantemente basso nel tentativo di non attirare le attenzioni delle Forze di Polizia. Servendosi di apparati tecnologicamente avanzati quali i telefoni criptati, hanno creato delle community ristrette nelle quali i personaggi più influenti possono discutere degli affari criminali senza i rischi che comportano gli incontri “in presenza”. Questo sistema di comunicazione ha reso possibile il dialogo, costante e riservato, non solo con i trafficanti di droga ma anche tra i vari mandamenti. Tale tecnologia ha consentito ad un esponente del Mandamento di Porta Nuova, resosi latitante, non solo di poter affrontare un lungo periodo di latitanza (circa 2 anni), ma in una fase in cui non vi erano altri esponenti influenti in libertà, di poter continuare a reggere le sorti del mandamento evitando di incontrare di persona gli altri adepti. Dopo aver posto fine alla latitanza del predetto nel marzo del 2024, con l’operazione di oggi vengono tratti in arresto i suoi presunti fiancheggiatori: si tratta di persone contigue o ritenute appartenenti al mandamento di Porta Nuova che lo avrebbero supportato logisticamente, consentendogli altresì di intrattenere comunicazioni sicure per mezzo di criptofonini.

Le indagini hanno poi riscontrato la possibilità di introdurre negli istituti penitenziari minuscoli apparecchi telefonici e migliaia di sim card al fine di neutralizzare le attività di intercettazione, circostanza che ha consentito ai detenuti, dalle loro celle, di continuare ininterrottamente la militanza mafiosa, seppure in videochiamata.

Il quadro che emerge dalle investigazioni restituisce una “cosa nostra”  che, nonostante le numerose operazioni coordinate dalla Magistratura palermitana e portate avanti dai Carabinieri e dalle altre forze di polizia, continua a mantenere la sua presa: un’associazione ben ancorata al proprio territorio sul quale esercita un costante controllo, incidendo significativamente sul tessuto economico attraverso le estorsioni e l’imposizione di prodotti, non disdegnando di ricorrere all’uso della forza quando lo ritiene opportuno, grazie anche ad una buona disponibilità di armi.

“Cosa nostra” nel perseguire i grossi guadagni, quelli derivanti dal traffico di stupefacenti e dall’esercizio del gioco digitale illegale, fa “cartello” prendendo decisioni che favoriscono tutti i mandamenti e tesse alleanze anche al di fuori della propria area di competenza. Sono infatti emerse stabili e documentate interlocuzioni con esponenti della ‘ndrangheta di Reggio Calabria e di “cosa nostra” agrigentina e catanese.

In linea con la tendenza registrata negli ultimi anni nel corso delle molteplici operazioni condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, tra cui l’operazione Cupola 2.0 del dicembre 2018, anche oggi emerge il ruolo centrale riconquistato da parte dei mandamenti cittadini nell’ambito delle dinamiche criminali, ruolo che era stato perso durante il periodo di predominio dell’ala corleonese.

Seppure oggi non si possa parlare di una nuova Commissione provinciale, il dato acquisito è quello del coordinamento e della gestione intermandamentale degli affari più delicati e lucrosi. Nello specifico, le attività hanno documentato i fortissimi legami venutisi a creare tra alcuni dei più importanti mandamenti mafiosi palermitani, ovvero quelli di Tommaso Natale/San Lorenzo, Porta Nuova, Brancaccio, Noce-Cruillas, Pagliarelli e Santa Maria di Gesù nella gestione coordinata di affari illeciti connessi con il traffico di sostanze stupefacenti. Più in generale, è emerso il ruolo preminente dei mandamenti cittadini su quelli della provincia. Eloquente al riguardo è lo scenario bagherese nell’ambito del quale è emerso come le famiglie mafiose palermitane rappresentino una sorta di caposaldo attraverso il quale ottenere legittimazione mafiosa piuttosto che alleanze. Nel caso di specie, infatti, l’appoggio delle famiglie palermitane avrebbe rappresentato l’ago della bilancia che avrebbe consentito ai due contendenti alla leadership, di prevalere l’uno sull’altro. Emerge un vero e proprio dualismo tra due schieramenti contrapposti, quello dei “capizziani”, a cui apparterrebbe il primo e quello dei “rotoliani” a cui si ispirerebbe il secondo, quest’ultimo – secondo l’ipotesi accusatoria – riconosciuto dalla consorteria mafiosa bagherese come reggente protempore.

Il richiamo alle regole che disciplinano l’organizzazione è emerso in maniera significativa nelle indagini condotte dai Carabinieri di Palermo nel corso degli ultimi anni, facendo emergere la consapevolezza dei consociati che solo attraverso un ortodosso rispetto delle stesse, l’organizzazione criminale può continuare ad esistere ed operare. Così, ad esempio, nel corso dell’indagine “Roccaforte” con cui in data 24.01.2023 è stata smantellata la famiglia mafiosa di Rocca-Mezzomonreale. In particolare veniva intercettata una riunione di mafia tenutasi con l’intento di ricomporre alcune gravi fratture venutesi a creare tra lo storico capo famiglia e il nipote. La lunga discussione che ne scaturiva era l’occasione per richiamare ripetutamente l’esistenza di talune imprescindibili regole mafiose, riportate in un codice mafioso scritto, custodito gelosamente da decenni e che regola, ancora oggi, la vita di “cosa nostra”.

La struttura verticistica dell’organizzazione criminale e il rispetto delle sue rigide regole, vengono oggi emblematicamente rappresentati da alcune conversazioni captate nel mandamento di San Lorenzo – Tommaso Natale. Una delle persone sottoposte a indagini, nel parlare del presunto reggente del mandamento di San Lorenzo-Tommaso Natale, avrebbe ribadito che da “cosa nostra” si può uscire solo con la morte, spiegando il concetto stesso di reggenza mafiosa, che conferiva temporaneamente l’autorità della direzione del mandamento in capo a chi in quel momento si trovava in libertà, fino al momento in cui non fosse stato scarcerato qualcuno a lui sovraordinato.

Un altro importante richiamo al rispetto delle rigide regole di “cosa nostra” emergeva nel contesto delle investigazioni svolte in direzione dell’area di Terrasini, Cinisi e Carini: allorquando un indagato di quel contesto territoriale aveva subito un torto da parte di un soggetto residente a Siracusa e, al fine di realizzare un intervento punitivo nei confronti del contendente, si sarebbe rivolto alla persona ritenuta capo della locale famiglia mafiosa. Questi gli avrebbe però fatto notare la necessità di seguire un percorso gerarchico che passasse in primo luogo dalla città di Palermo al fine di gestire la vicenda.

Un altro elemento cardine dell’attività mafiosa è stato rappresentato durante una riunione riservata tra i presunti appartenenti alla consorteria dello Zen. Uno di loro avrebbe evidenziato la necessità di individuare un soggetto capace e affidabile, pienamente inserito nel contesto associativo mafioso, che svolgesse il ruolo di cassiere. Questi sarebbe stato il detentore e custode di tutti i proventi delle attività illecite del sodalizio, soldi necessari per il mantenimento delle famiglie dei detenuti. I proventi, confluiti in una cassa unica, garantivano quella solidità economica necessaria nonché la stabilità del potere mafioso nel corso del tempo nonostante i cambi al vertice dell’organizzazione, come quello che il suddetto prevedeva proprio allo Zen quando sarebbe stato sostituito. Il nuovo reggente infatti avrebbe fatto affidamento al cassiere, chiedendo un rendiconto del lavoro svolto e apprezzando, nel caso di una gestione oculata e precisa delle risorse economiche, il lavoro dei sodali e di chi lo aveva preceduto.

Per la famiglia di Santa Maria del Gesù sarebbe invece il capo famiglia a tenere il “libro mastro” su cui sono metodicamente indicate le attività economiche sottoposte ad estorsione ed annotate le entrate e le uscite, necessarie anche a garantire il sostentamento agli uomini d’onore detenuti.

Nonostante l’organizzazione mafiosa nel corso degli anni sia stata colpita da diverse attività investigative che hanno condotto all’arresto di molti affiliati, essa riesce ancora ad esercitare una forza di attrazione su un nutrito numero di giovani che ne sposano i principi e si mettono a disposizione per accattivarsi la stima dei rappresentanti di riferimento. È emersa non solo la necessità da parte dell’organizzazione di trovare nuovi adepti ma anche quella di formarli secondo le regole della consorteria. Emblematica è la vicenda che riguarda il mandamento mafioso di Pagliarelli e nello specifico il reclutamento, da parte della famiglia di Corso Calatafimi di un giovane, ritenuto legato a un mafioso detenuto, al fine di avviarlo alle attività illecite tipiche del sodalizio non prima però di averlo istruito circa i principi cardine di “cosa nostra” attraverso vere e proprie “lezioni di mafia”. Il giovane sarebbe stato “preso in carico” da un indagato che gli avrebbe offerto specifiche indicazioni invitandolo a prendere esempio dal proprio modo di agire nei confronti delle persone da sottoporre ad estorsione nonché consigliandolo su come rapportarsi ai vertici mafiosi.

Tra le attività criminali più remunerative per l’organizzazione criminale vi è il traffico di stupefacenti, nel cui ambito gli interessi sono così alti che vi è una gestione coordinata da parte dei mandamenti cittadini. Sono emersi i rapporti che i mandamenti palermitani hanno intrapreso con le altre provincie dell’isola e con la ‘Ndrangheta calabrese per le forniture. Il traffico di stupefacenti a Palermo ha evidenziato infatti il consolidamento di stretti rapporti tra “cosa nostra” palermitana e “cosa nostra” agrigentina, nonché con esponenti di vertice di alcuni clan della ‘ndrangheta calabrese della piana di Gioia Tauro per l’approvvigionamento di ingenti quantità di stupefacenti

Il coordinamento tra i mandamenti cittadini sarebbe stato salvaguardato dal presunto reggente del mandamento di Porta Nuova, la cui figura sarebbe in qualche modo sovraordinata agli altri reggenti dei mandamenti cittadini che -secondo l’ipotesi accusatoria- gli riconoscono la possibilità di imporre la sua volontà anche al difuori dei confini del suo territorio di riferimento. Difatti acquisita la reggenza del mandamento dopo l’arresto nel marzo 2024 del latitante, il predetto avrebbe imposto il suo monopolio sulle piazze di spaccio di Palermo, non limitandosi a quelle di Porta Nuova. Tale imposizione, pur creando malcontento in alcuni affiliati di altri mandamenti, in particolare di Tommaso Natale, sarebbe stata accettata perché proveniente da uno dei massimi esponenti di “cosa nostra” palermitana.

Il traffico di stupefacenti oltre a garantire importanti proventi da reinvestire o da utilizzare per il sostentamento di affiliati e famiglie dei detenuti, consente all’organizzazione, attraverso il controllo delle piazze di spaccio, di esercitare una pressante azione di controllo del territorio. I pusher possono approvvigionarsi dal canale autorizzato e controllato dal mandamento oppure utilizzarne un altro, pagando all’organizzazione mafiosa una “tassa”. La non osservanza di tali imposizioni viene punita dagli esponenti mafiosi anche con violente ritorsioni.

Nel corso dell’attività sono stati complessivamente sequestrati 43 kg di cocaina, 8,5 kg di hashish ma anche 335 gr di crack, sostanza stupefacente sempre più diffusa tra i giovanissimi di Palermo.

Il gioco digitale, al pari del traffico di stupefacenti, rappresenta una delle attività più remunerative per “cosa nostra” che in tal modo, oltre al controllo del territorio attraverso l’imposizione mafiosa dei “pannelli di gioco”, può contare su importanti introiti che consentono di rimpinguare le casse dell’organizzazione e quindi di sostenere le famiglie dei detenuti e gli affiliati. L’imprenditore del settore scommesse che intenda promuovere l’utilizzo del sito di sua proprietà, sigla accordi di cooperazione con i vertici mafiosi e quindi si avvale della forza di intimidazione mafiosa per imporre il proprio sito alle agenzie di scommesse del territorio. Uno spaccato dell’attuale scenario in materia di gioco digitale è emerso in maniera significativa dalle attività investigative condotte sui mandamenti di Tommaso Natale – San Lorenzo e di Porta Nuova, anche se la gestione, al pari degli stupefacenti, vede coinvolti i più importanti mandamenti cittadini.

Nel contesto territoriale di Carini, alcuni imprenditori, abili inventori di un software per il gioco on line, dopo aver costituito alcuni siti a Malta avrebbero iniziato a commercializzarli avvicinandosi ai mafiosi, tra cui il presunto vertice della famiglia di Carini, abbinandoli ad un sito perfettamente legale che funge da schermo. Dopo l’arresto di quest’ultimo si sarebbe creata una simbiosi tra l’imprenditore e il presunto reggente del mandamento mafioso di Tommaso Natale, che avrebbe avuto un ruolo determinante nelle dinamiche di commercializzazione del sito nonché nella risoluzione di varie controversie sorte.

Parte dei proventi provenienti dalle scommesse illegali è stata utilizzata per il mantenimento dei carcerati, anche fornendo ai referenti di zona, i c.d. “master”, il loro prodotto a condizioni agevolate così da realizzare un extra profitto da destinare ai detenuti, come sarebbe avvenuto in un caso.

L’organizzazione mafiosa ha la necessità di effettuare un costante controllo del territorio, garantito anche per mezzo delle estorsioni. Le modalità predilette continuano a essere la richiesta del cosiddetto “pizzo” e l’imposizione ai commercianti di prodotti da fornitori contigui a “cosa nostra” e a prezzi imposti. Tra i numerosi casi riscontrati, si cita a esempio quello che sarebbe avvenuto nel territorio della famiglia mafiosa di Corso Calatafimi ove uno degli indagati nel commentare le resistenze manifestate dal titolare di un esercizio commerciale alla richiesta estorsiva avanzatagli, si sarebbe mostrato adirato per la mancanza di rispetto e sarebbe stato intenzionato a risolvere la vicenda anche facendo uso della forza.

Anche l’attività di spaccio di stupefacenti, qualora le sostanze non siano approvvigionate da canali intermediati da “cosa nostra”, sono oggetto di “pizzo”. Nel mandamento di Tommaso Natale – San Lorenzo, ad aprile 2024 emergeva che l’organizzazione mafiosa aveva avuto delle difficoltà nell’approvvigionamento dello stupefacente che fino a quel momento aveva immesso nel circuito delle piazze di spaccio dello Zen. Pertanto veniva adottata una nuova strategia finalizzata a garantire comunque dei proventi da quell’attività illecita: i titolari delle piazze di spaccio venivano lasciati liberi di procurarsi lo stupefacente attraverso loro canali personali e non più costretti a rifornirsi da “cosa nostra” a patto che pagassero una “tassa” proporzionata alla tipologia dello stupefacente spacciato.

Veniva altresì deciso che le estorsioni dovevano essere estese a tappeto anche verso tutti i commercianti dello Zen e di questo se ne sarebbero occupati alcuni personaggi ai quali sarebbe stata data carta bianca su quali commercianti aggredire al fine di rimpinguare la cassa mafiosa, senza risparmiare gli ambulanti del mercato rionale del giovedì. Uno degli indagati avrebbe inoltre chiarito i termini delle richieste estorsive, ovvero che se qualcuno avesse reagito, così come in passato, avrebbero anche usato la violenza nei suoi confronti, accettando il rischio di poter essere arrestati.

Sempre nell’ambito dello stesso mandamento è emersa l’imposizione del pesce ai ristoranti delle borgate marinare di Sferracavallo e Mondello. In particolare nel febbraio 2023, la compagine mafiosa guidata di Tommaso Natale-San Lorenzo avrebbe deciso di riprendere la distribuzione dei mitili e degli altri frutti di mare a tutti i ristoratori delle citate aree, imponendone l’acquisto con la forza derivante dall’appartenenza a “cosa nostra” ed estromettendo la concorrenza, previa individuazione di un noto imprenditore del settore, deputato a fornire la materia prima.

Nel complesso sono stati accertati circa 50 episodi di estorsione tra consumate e tentate. In pochissimi casi le vittime hanno denunciato la richiesta di “pizzo”, un dato certamente minimo rispetto al totale che trova spiegazione in un contesto di forte presenza mafiosa.

È emerso a più riprese che l’organizzazione mafiosa può contare su una buona disponibilità di armi da fuoco. La presenza di armi viene registrata su ogni mandamento anche se “cosa nostra” negli ultimi anni ha cercato di non rendersi protagonista di eventi delittuosi eclatanti, preferendo mantenere un profilo basso in modo da evitare di attirare le attenzioni delle forze di polizia.

In alcuni casi è stato possibile sequestrare delle armi: nel mandamento di Tommaso Natale – San Lorenzo, ed in particolare a Carini, è emerso che uno degli indagati aveva la disponibilità di alcune armi da fuoco. Infatti, un suo familiare, resosi protagonista di una lite, avrebbe prelevato da un terreno una pistola. A seguito di un mirato servizio di osservazione svolto dai Carabinieri il 15 ottobre 2023 sono stati quindi tratti in arresto i predetti assieme ad altri due parenti, perché trovati in possesso di una pistola cal. 7,65 mm e di 17 proiettili, 1 fucile e materiale per la pulizia delle armi.

“Cosa nostra” non disdegna di risolvere le problematiche attraverso l’uso della forza, come sarebbe successo con un presunto esponente del mandamento di Tommaso Natale – San Lorenzo: questi, dopo aver subito il furto del quad del figlio, avrebbe incaricato uno degli indagati di identificare il responsabile e punirlo, mediante un pestaggio.

Analogamente a Ficarazzi, uno degli indagati, al fine di risolvere un suo problema con un artigiano a cui aveva commissionato una fornitura, ne avrebbe ordinato il pestaggio: ne scaturiva una lesione grave all’occhio della vittima con una riduzione della vista.

Complessivamente le indagini hanno consentito di ricostruire una decina di episodi di pestaggio alcuni dei quali con l’aggravante mafiosa. Tra gli episodi spicca un caso di “tortura”, reato previsto dall’art. 613 bis del Codice Penale, commesso in danno di una persona ritenuta responsabile di alcuni furti e, pertanto, picchiata più volte violentemente.

Anche i contrasti per la gestione di una piazza di spaccio hanno avuto esito in un grave atto violenza: il 5 settembre 2024 a causa di alcuni dissidi sorti per lo spaccio di stupefacenti allo Zen, uno degli indagati sparava alcuni colpi di arma da fuoco all’indirizzo dell’antagonista, che riusciva miracolosamente a salvarsi. Seguiva pertanto l’intervento della consorteria mafiosa al fine di ristabilire l’ordine nel quartiere e non ostacolare gli affari illeciti.

L’associazione gode anche di una fitta rete di informatori. Il 7 novembre 2023 viene arrestato un commesso giudiziario della Procura di Palermo, per il delitto di favoreggiamento poiché, essendo addetto al materiale traporto dei fascicoli, era solito consultare, fotografare e poi diffondere il contenuto dei procedimenti coperti dal segreto, compresi i decreti di intercettazione ancora attivi. Dalle indagini è emerso che il predetto impiegato non era l’unica fonte informativa di “cosa nostra”: lo stesso giorno del predetto arresto, un indagato della compagine bagherese sarebbe stato informato che un esponente di Corso dei Mille aveva appreso di tre imminenti operazioni di polizia previste per “fine anno”. A seguito di tale notizia, gli affiliati si adoperavano per fare “sparire” alcune cose, mentre taluni sodali di Brancaccio (quelli più pesanti) si “buttavano latitanti”.

L’esistenza di altre fonti di informazione è emersa inoltre nel contesto della famiglia di Partanna Mondello, con riguardo a un avvocato il quale avrebbe “messo in guardia” un esponente dell’organizzazione mafiosa avvisandolo di essere indagato e di avere una microspia in macchina.

Gioielli e ornamenti medievali al Corso on line promosso da BCsicilia

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Promosso da BCsicilia e dall’Università Popolare si terrà mercoledì 12 febbraio 2025 alle ore 17 il terzo incontro del corso on line su “I Gioielli siciliani tra Storia e Arte”. Dopo la presentazione di Alfonso Lo Cascio, Presidente  regionale di BCsicilia, seguirà la lezione di Maria Teresa Di Blasi, Storica dell’Arte e Presidente della Sede di BCsicilia di Catania, dal titolo “I gioielli e gli ornamenti nel periodo bizantino e medievale”.

Il corso prevede nove lezioni che si terranno tutti i mercoledì e tre visite guidate. Le altre tematiche  riguarderanno: “I gioielli e gli ornamenti tra Quattrocento e Cinquecento”; “I gioielli e gli ornamenti del Settecento siciliano”; “I gioielli e gli ornamenti dell’Ottocento siciliano”; “I gioielli e gli ornamenti del periodo Liberty in Sicilia”; “I gioielli e gli ornamenti contemporanei in Sicilia”. Le tre visite guidate sono previste  al Tesoro della Cattedrale di Palermo, al Medagliere del Museo P. Orsi di Siracusa e al Museo Pepoli di Trapani. Obbligatoria la prenotazione. Per informazioni ed iscrizioni: Tel. 346.8241076 – Email: [email protected] Alla fine del Corso verrà rilasciato un Attestato di partecipazione.

La lezione farà conoscere e apprezzare la gioielleria bizantina in Sicilia che è un argomento poco conosciuto a causa delle esigue testimonianze che ci sono pervenute. Uno dei primi conoscitori di queste opere straordinarie fu Paolo Orsi che le acquistò per il museo di Siracusa. Verranno poi affrontati i temi riguardanti le splendide oreficerie sacre custodite all’interno dei tesori delle cattedrali siciliane. Concluderemo con la descrizione dei gioielli della corte palermitana puntando l’attenzione sui gioielli della regina Costanza anche alla luce delle recenti indagini. La corona si presenta oggi come una sorta di calotta radiale data dall’incrocio di due archi campiti di perline, perle più grandi con castoni a cestello e piastrine smaltate che circondano quadrilobi analogamente smaltati e ricamati con delle incastonature di gemme. Il corpo di Costanza d’Aragona fu trasportato nella cattedrale di Palermo e sepolto in un antico sarcofago il 16 luglio 1222 ma per trovare la prima descrizione del suo corredo funebre occorre aspettare due secoli e l’atto del 18 ottobre 1491 in cui si riferisce della ricognizione delle tombe reali del duomo di Palermo.

Campofelice di Roccella, oggi Open day della prevenzione: visite ed esami gratuiti in piazza Giuseppe Garibaldi

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Il programma di prestazioni dell’Open day itinerante della prevenzione in programma oggi (martedì 11 febbraio) a Campofelice di Roccella si arricchirà dello screening oculistico per adulti. A bordo di un ambulatorio mobile, messo a disposizione dai Lions club Madonie e Lions club Cefalù, gli utenti del comprensorio potranno aderire al programma di prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale che, con il supporto della locale Amministrazione comunale, allestirà il “villaggio della salute” in piazza Giuseppe Garibaldi.

Dalle 10.30 alle 16.30 sarà possibile aderire ai programmi di screening, e in particolare:

mammografia (screening del tumore della mammella riservato a donne tra 50 e 69 anni), pap test e hpv test (screening del cervicocarcinoma per donne tra 25 e 64 anni), distribuzione del sof test (screening del tumore del colon retto, riservato a persone tra 50 e 69 anni), prevenzione cardiovascolare (visita, Ecg ed eventuale approfondimento ecografico, rivolto a persone tra 50 e 65 anni), screening delle malattie infettive sessualmente trasmesse (Epatite C, Sifilide e HIV), screening oculistico adulti, screening audiometrico, vaccinazioni, screening visivo pediatrico (3-8 anni) e screening logopedico pediatrico (3-8 anni), screening del diabete e consulenza ed orientamento ai servizi del Dipartimento della Salute Mentale.

Così come avviene in tutte le tappe dell’Open Day itinerante dell’Asp di Palermo ci sarà a disposizione degli utenti uno sportello amministrativo per il cambio del medico, il rilascio della tessera sanitaria o l’esenzione ticket per reddito, mentre un intero spazio sarà riservato ai veterinari che, oltre ad impiantare  i microchip, promuoveranno le attività di prevenzione del randagismo.

Tutte le prestazioni sono gratuite e con accesso diretto. Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’organizzazione dell’Asp all’indirizzo di posta elettronica: openday@asppalermo.

Madonie, ultimati i lavori di recupero del laghetto di Piano Zucchi 

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Sono stati ultimati i lavori di recupero del laghetto di Mandria del Conte, a Piano Zucchi, nel territorio del Comune di Isnello. Gli interventi di manutenzione e sicurezza sono stati finanziati dall’Ente Parco delle Madonie con fondi provenienti dal proprio bilancio.
Il progetto e la direzione lavori sono stati eseguiti dall’ing. Salvatore Sabatino, funzionario direttivo dell’Ente Parco, l’esecuzione tecnica è stata affidata all’impresa Costruzioni System di Piero Ferlino.
I lavori hanno riguardato la realizzazione di una staccionata in legno lungo il perimetro del laghetto, un casotto in legno per Birdwatching, la pulizia del canale di sovrappieno, la  collocazione di panchine, l’istallazione di segnaletica. L’intervento consentirà di osservare l’avifauna che frequenta il luogo, come Folaghe, uccelli acquatici e di passo.
Al completamento ed ai lavori di definizione ha provveduto la S.A.S.  (Servizi Ausiliari Sicilia) con i fondi dell’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente guidato dall’on. Giusy Savarino.
“Un progetto che punta a migliorare ulteriormente la fruibilità delle bellezze del territorio del Parco, ed un invito a tutti i visitatori a scoprire questo punto di interesse particolarmente suggestivo”, afferma il commissario Salvatore Caltagirone.

Elezioni provinciali 2025. Centrodestra: accordo unitario sulle candidature

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In vista delle elezioni del 27 aprile 2025 i per le presidenze delle Città Metropolitane e dei Liberi Consorzi, i rappresentanti regionali del centrodestra siciliano, riunitisi oggi a Palermo, hanno raggiunto un accordo unitario sulle candidature.

All’incontro hanno preso parte Marcello Caruso (Forza Italia), Nino Germanà (Lega), Salvo Pogliese (Fratelli d’Italia), Massimo Dell’Utri (Noi Moderati), Fabio Mancuso (Movimento per l’Autonomia) e Stefano Cirillo (Democrazia Cristiana)
“La coalizione di centrodestra si presenterà compatta alle prossime elezioni provinciali per la scelta dei Presidenti che saranno scelti in modo da dare spazio anche alle sensibilità dei territori”, dichiarano in una nota congiunta i rappresentanti regionali delle forze politiche della maggioranza che governa la Regione. “Individueremo candidature condivise che siano rappresentative delle proprie comunità ed espressione dei valori del centrodestra”.
“Nel rispetto del sistema elettorale proporzionale”, prosegue la nota, “ciascuna forza politica presenterà le proprie liste, una scelta che consentirà di garantire la più ampia e qualificata rappresentanza territoriale. Questa strategia permetterà di valorizzare le specificità di ogni partito, mantenendo al contempo la solidità della coalizione”.
“L’unità del centrodestra siciliano”, concludono, “è la migliore garanzia per assicurare una gestione efficace e responsabile delle Province, nell’interesse dei cittadini e dello sviluppo dei territori”.

Architettura dell’invisibile: Geometrie segrete e Ierofanie

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La delicata “questione esoterismo” puntualmente riaffiora problematica, come momento di crisi cognitiva e salvifica nei momenti difficili e confusi di passaggi storici come il nostro. Nello scenario del nichilismo avanzante, come diceva N. Gomez Davila, sembra essere una delle vie d’uscita per “la costruzione di un rifugio necessario contro l’inclemenza del tempo”, in risposta alla domanda fondamentale sul “Mistero” fuori dal recinto religioso; poiché “Il mistero più grande di tutti è la realtà” (M. Beckmann, pittore espressionista, 1884-1950).

In nome delle tante “liberazioni” pare essere stato reciso anche il cordone ombelicale con le Verità dottrinarie del perimetro “garantito” dal culto ufficiale. Un tentativo di risposta, nei casi peggiori da semplice consorteria o esotismo New Age, al limite del Nulla, nell’epoca della “morte di Dio”, dove abitano più forti le nostre paure.

Platone nel Timeo ha scritto che gli uomini come le piante hanno radici, ma le hanno in cielo. Proprio questa vertiginosa profondità ribaltata ha a che fare, viene nutrita e svelata, dall’arte vera.

Velare, Svelare, Rivelare, Ri-Velare in arte: considerazioni sulle costruzioni umane di alto ingegno, oltre il limite del loro semplice valore d’uso contingente; sapendo che a maggior ragione questo vale nel caso dei reperti molto antichi, da interpretare come sopravvivenza di stratificazione psichica di materiali ed idee all’apparenza morte o lontane nel tempo.

Non volendo ridurre la “questione esoterismo” ad argomento di studio della sola Massoneria moderna, questa è la lezione sintetica di M. Eliade da tenere a mente: da documentazione antropologica certa, in Polinesia e Micronesia sono state verificate precise corrispondenze fra la distribuzione dei monumenti megalitici, sempre in corrispondenza con culti solari e le antichissime società segrete. Argomento decisivo che vale anche dalle nostre parti.

Ci sta pensando la ricerca modernissima in corso sulla Fisica quantistica a ricordarci che il semplice “sapere è correlato all’informazione, mentre il vero “conoscere” si riferisce al significato dell’informazione (F. Faggin).

Le possibili interpretazioni simboliche/”esoteriche” nella storia dell’architettura, che è quindi ArTeologia, si intrecciano con “il percorso di molte altre discipline storiche, fra le quali la storia delle religioni, la storia della filosofia, la storia dell’arte, la storia della musica, e persino la storia della scienza. Una trasversalità, Roger Caillois l’avrebbe definita una “scienza diagonale”, che costituisce la migliore prova dell’importanza, diremmo anzi dell’insostituibilità che rivestono queste discipline nella ricostruzione della storia del pensiero e della cultura dell’Occidente” (A. Grossato).

Ce ne occuperemo a partire da riflessioni brevi sull’opera d’arte, che possiede la caratteristica fondamentale di avere e rimandare ad un “aldilà”: “Ogni autentica opera d’arte è essenzialmente ‘escatologica’ e proietta il mondo al di là, verso qualcosa che verrà”. (R. Guardini).

L’arte antica, o di Tradizione, è quasi sempre sacra con forti riferimenti al mondo simbolico. Quando la troviamo nei musei significa che è stata sottratta al suo ambiente originario. L’arte contemporanea è dissacrante per statuto. Non è fuori luogo fare osservare che il greco “daimon”/diabolos, l’ebraico “satan”/avversario, è “colui che divide”, significativamente antitetico a “simbolon”, “ciò che unisce”.

E’ questo un tratto fondamentale per la piena comprensione della reale natura del processo di dissoluzione in corso nell’ordine dello spazio e delle società, quale manifestazione e forma del nuovo potere, che per legittimarsi costruisce maschere pseudo esoteriche di contro-iniziazione, per dirla con il migliore R. Guènon.

Hanno un significato particolarmente valido per il nostro tempo questi pensieri di E. Junger, sul valore da assegnare all’arte ed all’immaginario: “la lotta per il potere è preceduta da un contenzioso sulle immagini, oltre che dalla guerra alle immagini… …Ogni autentica guida spirituale si riferisce a questa verità: sa condurre l’uomo al punto in cui egli riconosce la realtà…come fece Cristo, fondatore supremo. … Il rinvio a mondi soprasensibili, con i quali abbiamo perduto il contatto, non fa che accrescere il vuoto. …finora è disponibile soltanto il bilancio nel campo dell’arte”.

In questo breve itinerario sul tema arte-esoterismo ci muoveremo non alla ricerca dottrinaria di una “super-religione riservata a una élite di iniziati” ma di un metodo per  l’approfondimento di temi religiosi e filosofici pre-esistenti (M. Introvigne) e purtroppo banalizzati nella “Società dello spettacolo” venuta a prevalere, quindi non suscettibili di essere modificati dall’applicazione di “gnosi spurie”, attraverso lo studio e la meditazione iconologica dei simboli; una reale possibilità, necessaria per non smarrirsi definitivamente nel mondo “liquido”, genericamente etico-umanitario post-razionale del postmoderno.

L’architettura, in particolare quella al servizio del Sacro, è arte di confine e di sintesi estetica, che spesso per noi è solo anestetico: “percepire attraverso i sensi”.

Il senso stesso del fare artistico oscilla da sempre sulla doppia natura della realtà che si vuole rappresentare: ciò che non si vede (in pittura, per esempio, fino a Giotto) o ciò che si vede (in pittura, per esempio, Caravaggio). In entrambe le atmosfere culturali deve prevalere, tranne che in rari casi, la chiave di lettura simbolica o iconografico/iconologica, il paradosso simbolico della presenza invisibile del corpo visibile. Il senso profondo dell’esoterismo in arte scaturisce perciò dalla considerazione che i simboli sono evidenze storiche, estetiche e culturali il cui senso non si esaurisce al primo sguardo ma che richiedono interpretazioni, incardinati come sono nei processi profondi della memoria delle culture.

La natura stessa della Luce veicola la visione, nel sistema di “cose invisibili manifestate visibilmente” di cui parla San Paolo e che, per essere concretamente percepita ha bisogno dell’oscurità. Le esperienze esoteriche e/o mistiche più importanti nella storia delle religioni sono sempre avvenute nel buio delle grotte o di architetture poderose, dove di manifestano suggestive Ierofanie, come le definisce Mircea Eliade, nell’abbagliante Luce delle Tenebre: “L’architettura delle caverne è, dunque, un insostituibile regesto della storia” (M. Nicoletti). Nelle nostre più recenti ricerche, sulle tracce dell’Architettura Dedalica, “più antica degli antichi” in Sicilia in questo ci siamo imbattuti e ne daremo qualche cenno di orientamento, che traccia una importante ed inedita direzione di studio ancora in corso.

“Se vuoi il nocciolo – dice Maestro Eckart – devi rompere la scorza”. Ovviamente dopo avere coltivato la pianta.

Carmelo Montagna

Piano Battaglia: controlli dei Carabinieri anche sulle piste da sci

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I Carabinieri delle Compagnie di Petralia Sottana e Lercara Friddi hanno svolto un controllo straordinario del territorio, finalizzato a monitorare il consistente flusso di escursionisti che, da ogni parte della Sicilia Occidentale, si sono recati presso la località sciistica di Piano Battaglia.

La scopo dei militari dell’Arma è quello di assistere quanti intendono trascorrere in sicurezza una spensierata giornata sulla neve e far sì che tutto si svolga in maniera serena. In ambiente montano, dopo le copiose nevicate di questi ultimi giorni, ad esempio, è obbligatorio l’uso di pneumatici da neve o delle catene. Purtroppo spesso, l’inosservanza di questo obbligo, l’imprudenza e la sottovalutazione dei pericoli che ne derivano, causano incidenti stradali e concreti rischi per l’incolumità degli automobilisti e degli altri utenti della strada.

Nella caratteristica località di villeggiatura e di sport invernali, i Carabinieri durante i loro quotidiani servizi di controllo del territorio hanno denunciato in stato di libertà un 53enne gangitano perché sorpreso alla guida della propria autovettura in stato di ebbrezza alcolica e, segnalato alla Prefettura di Palermo un 22enne di Castella Sicula e un 27enne proveniente da Palermo, sorpresi in possesso di cocaina e marijuana detenute per uso personale.

Sulle piste da sci hanno anche operato due Carabinieri sciatori, supportati da una motoslitta dell’Arma.

Nel corso dei controlli, svolti anche lungo tutte le strade di accesso alla località di Piano Battaglia e nel pianoro sciistico, sono state complessivamente identificate 469 persone e sono stati controllati 109 veicoli. Cinque le patenti di guida ritirate per gravi infrazioni, un veicolo è stato sottoposto a sequestro amministrativo e sono state, infine, elevate sanzioni amministrative pari a 2.400 euro circa.

La sostanza stupefacente sequestrata è stata inviata al Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo, per le analisi qualitative e quantitative.