Con la “breast unit” dell’Ospedale Giglio di Cefalù, istituita nel 2008, equità di trattamento e di servizi alla popolazione. “Sembra ieri ed invece è già domani”: ne parliamo con il dott. Livio D’Angelo (nella foto) e con il dott. Giovanni Albano, direttore generale della fondazione. Città Metropolitana: il Vicesindaco di Cefalù Rosario Lapunzina eletto Consigliere per il PD. Nostra intervista. In “Mutazioni” la storia di un medico nefrologo che si scopre all’improvviso paziente: ne discutiamo con la dott.ssa Maricia Roccaro. Doppio binario e nuova stazione, opere strategiche da realizzare, ma quando? Intervento in Consiglio di Carmelo Greco di “Innoviamo Cefalù”. Serve più natura e fare un passo indietro per salvare vite ed attività economiche. Earth Day: prove tecniche di estinzione. Intervista a Mario Tozzi.
Questi i servizi principali del Giornale di Cefalù – anno 42 n.1838 – videonotiziario – web diretto e condotto da Carlo Antonio Biondo; dall’1 maggio 2025 su facebook profilo Adriano Cammarata e sul canale you tube Carlo Antonio Biondo (https://youtu.be/pxQ-gDTHwjw). Archivio Giornale su cammarataweb; link su tutti i social.
Giornale di Cefalù: la “breast unit” dell’Ospedale Giglio
Petralia Sottana, si presenta il libro “Cuspidi maiolicate nel paesaggio siciliano. Storia, tecnica e arte”
Si presenta domenica 4 maggio 2025, alle ore 17,00 presso l’Aula consiliare del Comune di Petralia Sottana il libro di Giovanni Fatta e Calogero Vinci “Cuspidi maiolicate nel paesaggio siciliano. Storia, tecnica e arte” (Edizioni Caracol). Dopo i saluti istituzionali e dell’editore Monica Craparo dialoga con gli autori Giuseppe Antista. Modera Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia. L’incontro è promosso dal Centro per il libro e la lettura, Maggio dei libri, Comune di Petralia Sottana, Libri d’alta quota e BCsicilia, con il patrocinio della Fondazione Sicana.
Segni vistosi di una monumentalità povera, in grado di connotare il paesaggio e il profilo dei nuclei urbani, le cuspidi maiolicate siciliane sono espressione autonoma ed identitaria di antichi saperi costruttivi in grado di coniugare un’originale concezione statica con la tradizione decorativa dai forti toni coloristici. Se alle maioliche di pregio, grazie ad un collezionismo sempre più attento anche agli aspetti storici, viene riconosciuto un valore artistico, alle ceramiche prettamente architettoniche non è stato ancora dato il privilegio di un approfondimento che ne possa favorire l’inserimento in quel vasto quadro storico della produzione ceramica che unisce l’arte e l’artigianato con la costruzione dell’architettura.
Lo studio sulle cuspidi in laterizi maiolicati dell’edilizia storica presenti nell’intera area siciliana, con approfondimenti sulla caratterizzazione tipologica, costruttiva e decorativa, consente di apprezzarne gli aspetti formali, il disegno geometrico dal forte contrasto cromatico che le rende elementi in grado di segnare il paesaggio urbano. Un esame più ravvicinato permette di riconoscerne e valorizzarne le varianti nei modi “poveri” del costruire nei piccoli centri urbani, originali nella loro semplicità e così diversi dai ricchi cantieri dell’architettura religiosa nelle maggiori città. L’indagine ha evidenziato la diffusione sull’intero territorio dell’isola, anche se in maniera non uniforme, di oltre un centinaio di questi manufatti, dai caratteri formali e costruttivi non sempre identici, ma comunque riconducibili ad un’unica tradizione di lungo percorso. Si approfondisce la varietà delle conformazioni e degli originali elementi laterizi di cui le cuspidi si compongono, i sistemi costruttivi ed il repertorio ornamentale, l’intrinseca fragilità che le espone a dissesti ed a restauri non sempre corretti.
Giovanni Fatta: Professore ordinario di Architettura Tecnica in quiescenza presso l’Università di Palermo, già direttore di Dipartimento e coordinatore di Dottorato di Ricerca e di Master Universitari, componente di Comitati Scientifici ed Editoriali di riviste qualificate, relatore in numerosi congressi nazionali ed internazionali, ha orientato la propria ricerca sui temi attinenti la storia della costruzione, l’analisi delle tecniche costruttive dell’architettura antica, il recupero edilizio ed ambientale, con particolare attenzione al contesto siciliano. L’attività di ricerca e pubblicistica è documentata da numerosi saggi ed articoli, tra i più recenti: La Casina reale di caccia a Ficuzza: storia, tecnica ed arte (2023); Dietro una grata. Le logge delle monache lungo il Cassaro di Palermo (2022). La fabbrica del cielo. La costruzione del soffitto della Cappella Palatina (2020); Piazza Marina a Palermo. Memoria di cronache cittadine (2019); La riforma ottocentesca dei Quattro Canti di Palermo (2018); Il progetto e il cantiere del teatro Massimo (2018); Il ponte delle Teste sul fiume Oreto (2016); Timbrel vaults in Sicily: analysis of a little-known construction technique (2016); Solai ad orditura metallica. Per una storia della costruzione (2016); Teatri storici in Sicilia (2014); Mercati coperti a Palermo. Un capitolo perduto di Architettura e Tecnica (2013).
Calogero Vinci: Professore Associato presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo per il SSD “Architettura Tecnica”. Insegna “Architettura Tecnica” e “Tecniche costruttive del patrimonio edilizio esistente”. L’attività di ricerca è principalmente rivolta allo studio del patrimonio edilizio esistente, con particolare attenzione alla caratterizzazione dei materiali, alle tecniche costruttive, alla riabilitazione sostenibile ed alle strategie per migliorare l’efficienza energetica preservando le caratteristiche identitarie. È autore di saggi e articoli scientifici pubblicati in atti di convegni, tra i quali: Timbrel vaults in Sicily: analysis of a little-known construction technique (2016); Modica: la fabbrica della città (2016); La costruzione sana. Criteri di sostenibilità tra tradizione e innovazione (2013); Mercati coperti a Palermo. Un capitolo perduto di Architettura e Tecnica (2013); Terremoti e pregiudizi nella cultura costruttiva della Sicilia occidentale del XIX secolo (2009).
Arriva contributo a fondo perduto per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto nelle abitazioni siciliane
Un contributo a fondo perduto per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto presente nelle abitazioni siciliane. L’assessorato regionale dell’Energia, attraverso il dipartimento Acqua e rifiuti, ha pubblicato l’avviso del valore di oltre 1,4 milioni di euro, a valere sul Programma di azione e coesione (Programma operativo complementare) 2014/2020, con l’obiettivo di incentivare privati e condomìni a bonificare le unità immobiliari in cui è presente questo materiale altamente nocivo per la salute e per l’ambiente.
Le domande vanno presentate esclusivamente online attraverso l’apposita piattaforma (www.bandoamianto.regione.sicilia.it) che sarà attiva dalle 12 del 27 maggio alle 12 del 5 settembre. Il contributo è pari all’80% dei costi effettivamente sostenuti, fino a un massimo di 5 mila euro. Nel caso di interventi condominiali, invece, il finanziamento non potrà essere superiore a 2.500 euro per unità immobiliare, entro un limite massimo di 30 mila euro per tutto l’edificio.
La procedura di presentazione delle domande è articolata in quattro fasi: dal 27 maggio sarà possibile inserire i dati preliminari e ottenere così il codice univoco che andrà riportato in tutte le comunicazioni; dall’11 giugno si potrà completare l’istanza e inserire sulla piattaforma la documentazione richiesta dal bando; dalle ore 12 del primo settembre fino alle 12 del 5 settembre scatterà la fase della validazione delle domande (click day) e si passerà quindi all’approvazione e pubblicazione dell’elenco delle istanze ammesse; entro i successivi 150 giorni si dovrà presentare la rendicontazione e la relativa richiesta di pagamento.
I contributi copriranno esclusivamente le spese relative agli interventi eseguiti successivamente all’invio della domanda e che riguarderanno, in particolare, l’elaborazione del Piano di lavoro da presentare all’Asp, l’esecuzione dei lavori di rimozione dei manufatti contenenti amianto, il trasporto e al conferimento dei rifiuti speciali presso impianti autorizzati, l’allestimento del cantiere di lavoro e gli oneri amministrativi o spese tecniche correlate all’esecuzione dei lavori.
«Con questo incentivo economico – sottolinea l’assessore all’Energia Francesco Colianni – assicuriamo un aiuto concreto a tutte quelle famiglie che vogliono rendere sicura la propria casa ed eliminare definitivamente il rischio legato alla presenza di materiali e manufatti contenenti amianto. Allo stesso tempo garantiamo uno smaltimento dei rifiuti in linea con tutte le normative vigenti, quindi nel pieno rispetto dell’ambiente. Sono convinto che molti siciliani sapranno approfittare di questa straordinaria opportunità».
Petralia Sottana. 1 Maggio: la musica dei Sirah per la Festa dei Lavoratori
In occasione del 1° maggio, all’interno del Festival della Primavera, nella Pineta Disco Pub di Petralia Sottana, la band madonita Sirah ha reso onore alla Festa del Lavoro con brani che rispolverano la storia dei nostri lavoratori secondo i temi dell’emigrazione con “Passa lu mari”, del duro vivere e della memoria con “Canta e cunta”, di tirannie infami e di carestie con “Nanneddu meu”. Grande entusiasmo per il nuovo gruppo etnico dall’animo rock e dai ritmi scorrevoli e innovativi secondo la contemporaneità tecnologica e i suoni degli antichi strumenti riadattati in maniera versatile con sonorità legate alla tradizione sicula con richiami, talvolta, irlandesi che ne sottolineano la creatività basata pure su antichissime linee musicali.
Maria Rosaria Sinatra
Termini Imerese: escursione a Monte San Calogero organizzata da BCsicilia
Organizzata da BCsicilia, nell’ambito del “Progetto conoscenza”, e dall’Università Popolare, si terrà domenica 4 maggio 2025 con partenza alle ore 7,30 da Bar Gatto in via Sen. Ciresi a Termini Imerese una escursione a Monte San Calogero. Il ritorno è previsto intorno alle ore 14,00. Tel. 346.8241076. Email: [email protected]. Costo assicurazione euro 5,00. Prenotazione obbligatoria entro venerdì 2.
Il Monte San Calogero o Monte Euraco è un sistema montuoso all’interno dei comuni di Termini Imerese, Caccamo e Sciara. Il monte si presenta come un poderoso massiccio costituito da calcari e dolomie originatesi dal mesozoico. A nord si affaccia sulla costa tirrenica, mentre a sud-ovest presenta due dorsali. La sua morfologia è varia e complessa, a tratti molto accidentata, con valloni profondi in cui si insedia la vegetazione naturale. Il contrasto paesaggistico fra le parti sommitali, aspre e selvagge, e quelle a valle, che hanno una dolce morfologia collinare, è molto forte. Ad ovest l’erosione fluviale delle rocce calcaree ha comportato la formazione di imponenti gole, canaloni e forre, come per esempio i valloni Pernice e Tre Pietre, dagli alvei profondamente incassati lungo una discontinuità tettonica. Queste erosioni torrentizie hanno messo a nudo le stratificazioni rocciose di epoche diverse, consentendo ai geologi di risalire alle origini del monte. Dalla sua vetta si può godere di un panorama bellissimo e spettacolare. Secondo la tradizione nelle sue rupi dimorò San Calogero e in una roccia lasciò l’impronta del suo piede nel cacciare i demoni che travagliavano il monte. Sulla cima il santo edificò una chiesa in onore di Maria Vergine, che ora è dedicata al santo. Di essa rimangono solo dei ruderi perimetrali. Si racconta che sino alla metà del XX secolo nei pressi della chiesetta era ancora visibile una statua frammentaria di pietra locale raffigurante il santo. A proposito del suo nome sappiamo che il territorio montano che si estende tra Caccamo e Termini era frequentato da eremiti che avevano scelto di vivere la loro santità nel silenzio e nella solitudine. Questi anacoreti erano venerati e venivano visitati dagli abitanti del luogo: questa devozione diede origine al culto di San Calogero. Secondo alcuni autori il Calogero di Termini Imerese è forse da identificare con San Teoctisto, abate basiliano di Caccamo che vi dimorò nel IX secolo. Sulla montagna si è insediata un’avifauna molto interessante, nidificante ed installata sulle pareti più ripide del monte dove è possibile osservare l’aquila reale, la poiana ed il falco pellegrino. In primavera e in autunno, nelle zone più pianeggianti, accorrono numerosi uccelli di varie specie, alcuni dalle livree particolari come il rigogolo o le upupe. E’ possibile anche incontrare tracce dell’istrice e della volpe. Nella vegetazione arbustiva sta lo zigolo nero, un uccello stanziale. Fra i rettili si trovano quasi tutte le specie presenti in Sicilia. Il Monte San Calogero è dal 1998 una riserva naturale orientata.
Pio La Torre: Legalità, Lavoro, Pace… e Castelbuono
Oggi ricorre il 43° anniversario dalla morte di Pio La Torre, dirigente comunista assassinato dal terrorismo politico-mafioso insieme al compagno di partito e collaboratore Rosario Di Salvo la mattina del 30 aprile 1982, mentre si recavano alla sede del Partito Comunista Italiano in Corso Calatafimi a Palermo.
Pio La Torre va celebrato sicuramente per il suo impegno contro Cosa Nostra, da componente della commissione parlamentare antimafia per il PCI, la Legge 646/1982 (che introdusse nel codice penale l’art. 416 bis il delitto di associazione a delinquere di stampo mafioso) verrà ricordata per sempre con il suo nome, oltre a quello del Ministro che la promosse, come Legge Rognoni-La Torre.
Da quel momento cambiò la storia della lotta alla mafia in Italia, mentre fino ad allora il reato che poteva essere perseguito era genericamente l’associazione per delinquere, inefficace rispetto alla complessità e alla specificità dell’organizzazione criminale di tipo mafioso, o peggio i magistrati erano costretti a punire caso per caso i singoli reati, dalla Legge Rognoni-La Torre in poi diventava punibile il semplice fatto di essere “mafioso”.
La Legge Rognoni-La Torre introdusse inoltre il sequestro dei beni ritenuti frutto di attività illecite o comunque oggetto di attività criminale, aprendo la strada al riutilizzo degli stessi per fini sociali e collettivi, altra intuizione dell’indimenticabile dirigente comunista.
Ma Pio La Torre, oltre al suo impegno antimafia va ricordato anche per almeno altre due grandi questioni fondamentali, battaglie per le quali ha speso la sua vita ed il suo impegno politico e sociale.
La Torre appartiene, insieme a Pancrazio De Pasquale, Girolamo Li Causi, Emanuele Macaluso ed altri, ad una generazione di dirigenti politici comunisti siciliani che hanno legato la loro militanza e azione politica coniugando la lotta alla mafia con l’impegno per la giustizia sociale, mettendo a rischio la propria stessa vita e finendo anche in carcere.
“La terra a tutti” fu il sentimento che portò alle lotte contadine e all’occupazione delle terre da parte dei braccianti, fino alla conquista della riforma agraria, la fine del latifondo e la nascita delle prime cooperative sociali.
Anni dopo, alla guida del PCI in Sicilia, fu il promotore e il punto di riferimento di uno tra i più grandi movimenti pacifisti d’occidente, quello contro la costruzione della base militare NATO a Comiso e l’installazione dei missili nucleari in Sicilia, a difesa della pace nel Mediterraneo. In quegli anni anche grazie all’impegno di Pio La Torre si dispiegò una capacità di iniziativa straordinaria, manifestazioni, marce, concerti, nascita di comitati per la pace, fino alla petizione al Parlamento. Il successo della protesta fu enorme e la raccolta di firme straordinaria.
Ci piace ricordare le ragioni di quella lotta, oggi più attuali che mai, con le parole dello stesso Pio La Torre, in un articolo pubblicato postumo su “Rinascita” del 14 maggio 1982, secondo cui le ragioni dell’opposizione ai missili era basata sulla assoluta contrarietà alla “trasformazione della Sicilia in un avamposto di guerra in un mare Mediterraneo già profondamente segnato da pericolose tensioni e conflitti. Noi dobbiamo rifiutare questo destino e contrapporvi l’obiettivo di fare del Mediterraneo un mare di pace”.
Legalità. Lavoro. Pace. Questi dunque i pilastri di un dirigente politico, comunista, che ha dato tanto alla sua terra e per questo va ricordato.
Vogliamo ricordare Pio La Torre infine, e il suo rapporto con Castelbuono, riportando due episodi significativi a testimonianza del suo legame con la nostra comunità.
Pio La Torre onorò la scomparsa di Gino Carollo, leader comunista castelbuonese, con queste parole: “Eri diventato il Sindaco più popolare di Castelbuono e non solo di Castelbuono. Era la tua freschezza e la tua bontà d’animo che in questa società ti rendeva particolarmente caro, e costituivi un punto di riferimento per trovare anche un po’ di pace nella nostra vita aspra e difficile. Della tua Castelbuono tu esprimevi certamente le qualità migliori: la sua grande civiltà e il senso di pace che essa appunto sa esprimere”.
Castelbuono fu inoltre tra i primi comuni siciliani a dichiarare il proprio territorio “zona denuclearizzata” come gesto di rifiuto di tutti i missili nucleari, in seguito alle battaglie per la pace di Pio La Torre, come riportato nella biografia del dirigente comunista, redatta dal figlio Franco, che invitiamo a leggere al seguente link per la sua straordinarietà.
https://www.legalitaegiustizia.it/la-storia-pio-la-torre-franco-la-torre/
Nelle foto Pio La Torre con Luigi Colajanni (all’epoca vicesegretario del PCI siciliano) in una delle innumerevoli manifestazioni per la pace, e con Andrea Sottile, durante un congresso del PCI a Castelbuono.
“Polo Aromatiche Madonie”, concluso il progetto triennale
Dopo tre anni di intensi lavori, si è concluso il progetto sul “Polo Aromatiche Madonie”. Gli obiettivi erano due: sviluppare nei consumatori e negli operatori economici il senso di fiducia e di appartenenza al territorio e alla filiera produttiva, promuovendone l’identità e consolidando le relazioni tra gli operatori di filiera; favorire lo sviluppo economico di aree rurali marginali siciliane, creando nuove opportunità di lavoro e di visibilità per gli operatori locali.
Il progetto ha visto come capofila l’azienda agricola Gangi Dante e come partner l’azienda agricola Aromi di Mascarella, la cooperativa Petraviva Madonie, il Museo Francesco Minà Palumbo di Castelbuono, l’Istituto Idimed APS (Istituto per la promozione e la valorizzazione della Dieta Mediterranea). Finanziato dal GAL ISC Madonie ha preso il via nell’aprile del 2022 ed ha realizzato una strategia di comunicazione ad hoc per sensibilizzare l’opinione pubblica, la comunità, i consumatori e il comparto produttivo sull’utilizzo delle aromatiche in gastronomia, erboristeria, pasticceria, enologia e gadgettistica. Nutrito il partenariato di supporto: Parco delle Madonie, FEI – Federazione Erboristi Italiani, Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Palermo, Comune di Castelbuono, Associazione Naturalistica di Castelbuono, Unipa, Abies APSSD, Associazione Ekopoli APS Disturbo dello spettro autistico, Associazione Cuochi e Pasticceri di Palermo, UIF Sicilia, progetto “Più che Fico”.
“Da parte del GAL ci sarà sempre il sostegno per questi imprenditori e professionisti che si mettono insieme per promuovere il territorio delle Madonie e i suoi straordinari prodotti, unici al mondo. – dice Mario Cicero, presidente del GAL ICS Madonie – In questi tre anni si è promossa, su vari livelli, con delle operazioni di marketing dedicate, la biodiversità unica che abbiamo sulle Madonie. Il passaggio successivo sarebbe quello di una collaborazione importante con le istituzioni come l’assessorato all’Agricoltura e al Turismo della Regione Siciliana per supportare i nostri prodotti e lanciarli nel mercato internazionale. Un progetto virtuoso che ha visto un partenariato appassionato, entusiasta e operoso, che ha a cuore il territorio madonita”.
Finanziato con la Sottomisura 19.2/16.4 del Piano di Azione Locale “Comunità Rurali Resilienti”: Sostegno alla cooperazione di filiera, sia orizzontale che verticale, per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e mercati locali e sostegno ad attività promozionali a raggio locale connesse allo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali. Fondi FEASR e PSR Sicilia 2014-2020.
“Il progetto Aromatiche Madonie – dice Francesca Cerami, presidente di Idimed – rappresenta una azione concreta e strategica per far arrivare a casa di tutti, famiglie, scuole, istituzioni, pizzerie, ristoranti, esercizi commerciali, lo stile alimentare della Dieta Mediterranea che affonda le sue radici sulla sapienza antica dell’utilizzo delle aromatiche per impreziosire naturalmente le ricette con sapori e profumi rispettosi della salute dell’uomo e dell’ambiente”.
Nel corso dei quasi tre anni di attività sono stati organizzati e realizzati itinerari esperienziali naturalistici giornalieri all’interno delle aree del Parco delle Madonie con accompagnamento di guide ambientali e degustazioni guidate a cura della cooperativa Petraviva Madonie; workshop tematici rivolti agli operatori del settore e della ristorazione (gastronomie, pizzerie, agriturismi, ristoranti, pasticcerie, alberghi, B&B), agli insegnanti, formatori, educatori, giornalisti, promuovere la conoscenza e l’utilizzo delle Aromatiche Madonie; laboratori sensoriali educazionali all’interno delle scuole di ogni ordine e grado delle Madonie – educazione al cibo sano e alla Dieta Mediterranea a cura dell’Istituto Idimed.
Sono stati inoltre creati dei contenuti promozionali capaci di raccontare i luoghi, le specificità salutistiche delle aromatiche e il loro utilizzo (tisane, infusi, piatti tipici, dolci, biscotti, oli aromatici, impacchi, creme, profumi, liquori). E naturalmente, il progetto ha garantito la partecipazione a eventi, sagre, manifestazioni, mercatini locali con l’esposizione dei prodotti e l’opportunità di conoscerli e degustarli. Di particolare rilievo la partecipazione del progetto all’interno di Hospital Chef – la buona cucina in ambiente ospedaliero ed Educare al gusto della sana vita.
Come ultima attività è stato organizzato un educational tour, il 12 e 13 aprile, tra le aziende partner e un convegno finale presso il museo naturalistico Francesco Minà Palumbo che ha visti coinvolti esperti e operatori del settore (Università, gastronomia, aree naturalistiche, imprese) l’allestimento di una mostra ad opera del curatore del Museo Franco Toscano, sulle specie più rappresentative e sugli ecosistemi.
Padre Matteo La Grua verso la beatificazione: Conferenza dell’Auser a Castelbuono
Il tre marzo scorso nel Palazzo Arcivescovile di Palermo si è svolta la fase diocesana di apertura del processo di beatificazione di padre Matteo La Grua, appartenente all’Ordine dei Frati Minori conventuali, nato a Castelbuono nel 1914 e morto a Palermo nel 2012. L’Auser di Castelbuono, con l’intento di far conoscere la complessa figura di padre Matteo, le particolari doti intellettuali, spirituali, pastorali e umane, ha organizzato una conferenza dibattito che si svolgerà venerdì 2 maggio prossimo alle ore 17.30 nella sala padre Lorenzo Marzullo alla Badia: “Padre Matteo La Grua verso la beatificazione”.
Dopo la presentazione del prof. Francesco Saglimbeni, presidente dell’Auser, e i saluti del sindaco Mario Cicero, il dott. Salvino Leone porterà la testimonianza personale e familiare: Mio zio, padre Matteo. Un racconto spontaneo e affettuoso tra la dimensione familiare e quella conventuale. A seguire il dott. Vincenzo Cucco, presidente dell’Associazione FotoRiflettendo, presenterà il racconto per immagini della manifestazione di apertura del processo di beatificazione: 3 marzo 2025, reportage fotografico. Oltre al valore documentale, le fotografie della cerimonia saranno un incipit di ambientazione alla relazione della prof.ssa Maria Lo Presti, docente di Sacra Scrittura: Perché beatificare padre Matteo? Al termine seguiranno interventi, testimonianze e domande del pubblico.
Ma chi era padre Matteo? Ecco una essenziale crono biografia.
1914. Nasce a Castelbuono da Vincenzo e Anna Sottile che gli danno il nome di Gregorio.
1936 Entra nel seminario dei Frati Minori Conventuali di Montevago.
1935-1937. Prende i voti solenni dell’Ordine Francescano ed assume il nome di Matteo. Nel 1937 è ordinato sacerdote.
1940 Laurea in teologia nella Pontificia Facoltà di S. Bonaventura
1939 – 1965. Docente di teologia nel Collegio dell’Ordine Francescano a Palermo (fino al 1952), nel seminario arcivescovile dal 1960.
1952. Vicario episcopale e Presidente del Tribunale ecclesiastico diocesano
1975. Il cardinale Salvatore Pappalardo gli affida il mandato di guidare il popolo dei Carismatici di Palermo.
1975-2012. Inizia a servire il Gruppo Maria del movimento Rinnovamento nello Spirito nella chiesa Sacro Cuore del quartiere Noce a Palermo. Fonda il Centro Gesù Liberatore e l’omonima Fondazione nel fondo Margifaraci a Palermo sequestrato alla mafia. Nel convento e nella parrocchia svolge le sue funzioni di guida spirituale, soccorso ai poveri e bisognosi di sostegno, all’occorrenza esorcista, fino al 2012, anno della morte.
Alcune opere di padre Matteo La Grua
Castelbuono, sua monografia con brevi cenni storici e guida pratica (1956), manoscritto, con lo pseudonimo di Nebrodo, ora noto per l’encomiabile pubblicazione in e-book del Museo Civico di Castelbuono (aprile 2025) a cura del prof. Orazio Cancila che ha arricchito il volume con una preziosa introduzione e puntuali note.
L’accoglienza. Come attualizzarla efficacemente nella vita comunitaria, con S. Martinez e M. Panciera, Shalom, 1999.
Il Cristo nelle pietre preziose, RnS, 1999.
Va’ e anche tu fa lo stesso, con C. Verso, Palermo, Herbita Editore, 2001
L’accompagnamento spirituale – Rilettura di Tobia, Palermo, Centro Gesù Liberatore, 2001
Profeta di Dio, con M. A. Musolesi, Shalom, 2010.
La mia lotta contro il maligno, intervista rilasciata a Roberta Ruscica, San Paolo Edizioni, 2017
Naufragio S/Y Bayesian: nei prossimi giorni inizio operazioni di recupero
Nei primi giorni di maggio inizieranno le operazioni di recupero del relitto del S/Y Bayesian, lo Yacht a vela naufragato lo scorso 19 agosto nella rada del porto di Porticello su di un fondale di circa 50 metri.
I lavori in loco saranno eseguiti dalle società incaricate dal recuperatore. Le operazioni avranno una durata stimata di circa 20/25 giorni.
Prima del sollevamento della nave, per ragioni di sicurezza, è previsto il taglio dell’albero. Una volta riportati in superficie nave e albero verranno posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Termini Imerese, in apposite aree individuate di concerto con l’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Occidentale.
I lavori di sollevamento del relitto dal fondale saranno condotti da 2 gru galleggianti montate su chiatte di considerevoli dimensioni, battenti bandiera olandese: la Hebo Lift 10, di 83,11 per 35,25 metri, partita dal porto di Rottedam, dopo una lunga navigazione attraverso il canale della Manica, l’oceano Atlantico, il canale di Gibilterra ed il mediterraneo occidentale, ne è previsto l’arrivo sui luoghi di recupero il 2 maggio, e la Hebo Lift2, poco più piccola della prima, di 55,43 per 23,8 metri, partita dal porto di Ortona sul mare Adriatico, è giunta, con l’assistenza del rimorchiatore Macistone, nel porto di Termini Imerese, la mattina dell’1 maggio, dove è stata ancorata al molo di sopraflutto.
Per tutta la durata delle operazioni, sempre a cura delle ditte esecutrici, è previsto l’impiego in prontezza operativa sul posto di mezzi dotati di capacità e dotazioni antinquinamento da impiegare in caso di emergenza, con l’ulteriore impiego di un drone equipaggiato con sensori per la scoperta di tracce inquinanti, nonché di un ROV (Remotely operated vehicle) veicolo sottomarino telecomandato.
Le operazioni si svolgeranno sotto il continuo controllo del personale della Capitaneria di Porto di Palermo e la vigilanza di mezzi navali della Guardia Costiera con il contributo delle Forze di Polizia (Guardia di Finanza e Carabinieri) per il rispetto dell’Ordinanza di interdizione dell’area emessa dalla Guardia Costiera di Porticello. L’Ordinanza prevede un’interdizione di tutte le attività marittime (navigazione, ancoraggio etc.) nel raggio di 650 metri dal punto del naufragio, necessaria a garantire lo svolgimento in sicurezza delle operazioni di recupero.
Per il monitoraggio ambientale, sarà impiegato per l’intero periodo di svolgimento il personale dei nuclei subacquei della Guardia Costiera, che in collaborazione con il personale dell’ARPA effettueranno anche periodici campionamenti dello specchio acqueo circostante.
Al fine di garantire altresì la sicurezza di volo del drone impiegato per il monitoraggio ambientale, su richiesta della Guardia Costiera è stato interdetto il volo, da parte dell’Enac, nello spazio aereo con raggio di 1 miglio dal punto del naufragio.
La Guardia Costiera raccomanda il rispetto dei citati limiti di interdizione ai fine dello svolgimento in sicurezza delle complesse e delicate lavorazioni che verranno eseguite.